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Autore: Redazione StudioNews

Federgroup: 6 nuove strutture a Milano, Ischia e Gallipoli

Federgroup: 6 nuove strutture a Milano, Ischia e Gallipoli




Federgroup: 6 nuove strutture a Milano, Ischia e Gallipoli – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Fedegroup consolida la propria posizione di leader italiano nel settore dei servizi di ristorazione per la gestione alberghiera con l’acquisizione di sei nuove strutture. A partire dal mese di marzo entrano infatti nel portfolio di Fedegroup lo storico ristorante Gran Baguttin a Milano, l’hotel Punta Molino Beach Resort & Thermal SPA e l’iconico ristorante O Rangio Fellone a Ischia, i servizi di ristorazione nei camping La Masseria e Vecchia Torre e il ristorante-pizzeria 1489 Food Pop a Gallipoli.

Lo sviluppo in Italia, con un particolare focus dedicato al Sud, è uno dei punti chiave del piano industriale di Fedegroup, che in tre anni mira a superare i 100 milioni di euro di fatturato e aprire oltre 28 strutture in Italia consolidando tutte e tre le sue linee di business: hospitality leisure, ristoranti in hotel e ristoranti su strada. Primo tassello di questo piano di aperture è il Gran Baguttin, ristorante immerso nel cuore del Quadrilatero della Moda milanese, che entra da subito e a pieno titolo tra i locali “iconici” di Fedegroup al fianco del Nabucco in Brera e del Caffè Pedrocchi a Padova. Il ristorante in via Bagutta vanta una storia centenaria e proprio sui suoi tavoli nel 1926 nacque il rinomato riconoscimento letterario Premio Bagutta. Oggi la nuova gestione Fedegroup propone un menù che fa breccia nella tradizione meneghina e nella cucina dei più pregiati tagli di carne, da consumarsi immersi in un’atmosfera unica e riservata, nel cuore di Milano e al contempo al riparo dal caos cittadino.

Lo splendido hotel Punta Molino Beach Resort & Thermal SPA a Ischia, affiliato al network del lusso Condè Naste Johansen, segna la crescita del ramo d’azienda dedicato all’hospitality leisure e l’entrata di Fedegroup in una delle più ambite e romantiche località turistiche italiane. Il resort, affacciato sul Castello Aragonese, fu costruito nel 1968 su progetto dell’architetto Giulio de Luca e comprende 84 camere di cui 24 suite, una spiaggia privata, un parco di oltre 8.000 mq affacciato sul mare, un centro spa e termale e 2 ristoranti, La Terrazza e il celebre O Rangio Fellone. Sempre quest’anno Fedegroup, attraverso l’acquisizione del 65% della società Niccolò Coppola S.r.l., estende la propria presenza in Puglia e tiene a battesimo la sua prima ristorazione in camping di eccellenza con la gestione a Gallipoli de La Masseria e, a partire dal 2024, della Vecchia Torre, cui si affianca il ristorante-pizzeria su strada 1489 Food Pop, un punto di riferimento del territorio con la sua cucina e i suoi 470 coperti tra interno ed esterno.

“Tra le conseguenze della pandemia da Covid-19 c’è stato un profondo cambiamento del modo di viaggiare delle persone: sono diminuiti i viaggi business a favore dei viaggi ‘di piacere’ in nome del benessere e del contatto con la natura, prediligendo sempre di più le mete del nostro Bel Paese – dichiara Roberto Imperatrice, CEO di Nabucco Holding, società proprietaria di Fedegroup -. Concentrarci sulle strutture leisure stagionali, capaci di offrire comfort ed eccellenza ai viaggiatori ad un ottimo value for money è stata la scelta più naturale e strategica per l’azienda puntando soprattutto al Sud, meta prediletta dell’estate italiana”.

Il 4 aprile Seminario Permanente Luigi Veronelli a Vinitaly 2023

Il 4 aprile Seminario Permanente Luigi Veronelli a Vinitaly 2023




Il 4 aprile Seminario Permanente Luigi Veronelli a Vinitaly 2023 – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Il Seminario Permanente Luigi Veronelli, l’Associazione senza scopo di lucro, fondata nel 1986 da Luigi Veronelli, si fa ancora una volta promotrice e portavoce di qualità e contenuti. Punto di riferimento per appassionati del vino, vignaioli, ristoratori e operatori del settore, il Seminario è un laboratorio in costante attività, al fine di coltivare un pensiero gastronomico sensibile, una visione critica sui temi di ordine produttivo, sulla degustazione, sull’analisi sensoriale e sulla cultura materiale.

Con l’obiettivo di promuovere la partecipazione e il confronto, condividere ed evolvere il racconto del vino, il Seminario partecipa quest’anno a Vinitaly, la principale fiera rappresentativa del panorama enologico italiano. Diffondere la cultura del vino e del cibo vuol dire, infatti, anche interrogarsi su come è cambiato il vino in questi anni e come si stia evolvendo: il tema sarà al centro dell’appuntamento, in programma martedì 4 aprile alle ore 15 nella Sala B del Padiglione 10 (primo piano), “Tasting Ex…press. Ieri, oggi, domani”. La degustazione sarà curata da Gigi Brozzoni, tra i più apprezzati degustatori italiani, ex direttore del SV e oggi curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli: una piccolissima selezione di vini di tre differenti annate per illustrare meglio quello che potrà essere il vino di domani, ovvero quello che la natura consentirà di produrre e quello che i consumatori chiederanno di bere. Le iniziative a cura del Seminario Veronelli proseguono all’insegna della cultura del vino e del cibo, a partire dalla Campagna Associativa 2023: diventare Socio del Seminario Veronelli significa sostenere e rinnovare il pensiero veronelliano, dare futuro a una prospettiva originale di pensare e di vivere la cultura gastronomica, essere costantemente aggiornato sui progetti, sulle pubblicazioni e sulle attività dell’Associazione e godere di alcuni servizi e vantaggi. Associarsi è un invito rivolto a tutti coloro che sentono che il cibo e il vino possono diventare elementi culturali importanti nel complesso puzzle per la costruzione sensibile del mondo di domani.

Sempre con uno sguardo rivolto al futuro, è presentata “Veronelli’s gold guide to italian wines”, la app in lingua inglese disponibile gratuitamente solo per i mercati esteri che contiene, in formato essenziale, i principali contenuti della Guida Oro I Vini di Veronelli 2023. Qualità e cura del dettaglio sono le cifre distintive dell’applicazione: uno strumento per accedere alla conoscenza e alla promozione del vino italiano all’estero e un aiuto per l’export, che si rivela essere sempre più forte con una chiusura nel 2022, per l’Italia, di +12% rispetto all’anno precedente, pari a oltre 8 miliardi di euro.

Carcere, Emiliano: idea fantastica rieducare attraverso la bellezza

Carcere, Emiliano: idea fantastica rieducare attraverso la bellezza




Carcere, Emiliano: idea fantastica rieducare attraverso la bellezza – askanews.it



















Roma, 3 apr. (askanews) – “È un’idea fantastica quella della Fondazione Archeologica Canosina di tentare di dare una mano al processo di rieducazione di chi ha commesso degli errori utilizzando la bellezza. In questo caso la bellezza degli scavi archeologici, ma anche il lavoro che è necessario per mantenere o per scoprire nuovi reperti o siti. E qui a Canosa c’è una ricchezza incredibile ancora non totalmente impiegata da parte dei circuiti turistici”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, questa mattina a Canosa di Puglia per il convegno “Sistema sanzionatorio penale e giustizia riparativa nella riforma Cartabia: il ruolo delle Fondazioni che promuovono la cultura”, organizzato dalla Fondazione Archeologica Canosina. All’incontro erano presenti tra gli altri, anche il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, il sindaco di Canosa, Vito Malcangio, il procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, Anita Guarnieri della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di BAT e Foggia, e il presidente della Fondazione Archeologica Canosina, Sergio Fontana.

“Questo è anche un esempio di collaborazione istituzionale con la Soprintendenza, il Comune e la Procura della Repubblica di Trani. – ha proseguito Emiliano – Un esempio di quello che è il concetto che è alla base dell’antimafia sociale così come è stata costruita dalla Regione Puglia in tanti anni e che viene incarnata attraverso la possibilità di avviare al lavoro tutte le persone dell’area penale esterna, cioè tutti quelli che devono scontare la pena ma possono svolgere lavori esterni. Immagino che non mancheranno le richieste di sostegno da parte della regione Puglia, cosa che noi siamo pronti a dare”.

Meloni: niente allarmismi, non considero neppure l’idea di perdere risorse del Pnrr

Meloni: niente allarmismi, non considero neppure l’idea di perdere risorse del Pnrr



Meloni: niente allarmismi, non considero neppure l’idea di perdere risorse del Pnrr – askanews.it


Meloni: niente allarmismi, non considero neppure l’idea di perdere risorse del Pnrr – askanews.it




















Verona, 3 apr. (askanews) – “Certamente c’è un grande lavoro da fare, verificare la fattibilità di alcune cose, e questo è oggetto di interlocuzione con la Commissione. Non prendo in considerazione l’idea di perdere risorse ma di spenderle al meglio in modo efficace”. Lo ha detto la presidente del consiglio Giorgia Meloni, rispondendo al Vinitaly ad una domanda sul Pnrr e sul rischio di perdere alcune delle risorse previste.

“Lavoriamo per trovare soluzioni – ha aggiunto – a problemi che non nascono oggi per le scelte di questo governo. Stiamo fornendo la documentazione, c’è un ottimo clima di collaborazione e quindi non mi convince questa ricostruzione allarmista sul Pnrr”.

Aifa: in Italia consumo antibiotici ancora alto ma trend in discesa

Aifa: in Italia consumo antibiotici ancora alto ma trend in discesa



Aifa: in Italia consumo antibiotici ancora alto ma trend in discesa – askanews.it


Aifa: in Italia consumo antibiotici ancora alto ma trend in discesa – askanews.it



















Roma, 3 apr. (askanews) – Nel 2021 prosegue il trend in riduzione dell’uso di antibiotici in Italia (-3,3% rispetto al 2020), sebbene i consumi si mantengano ancora superiori a quelli di molti Paesi europei. Nel confronto europeo emerge inoltre in Italia un maggior ricorso ad antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo delle resistenze antibiotiche. Si conferma un’ampia variabilità regionale nei consumi, con significativi margini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva soprattutto nelle Regioni del Sud. Sono alcuni degli elementi che emergono dal Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2021”, a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA, pubblicato sul portale dell’Agenzia. Nell’analisi sull’uso degli antibiotici in regime di assistenza convenzionata sono inclusi anche dei focus sulla prescrizione nella popolazione pediatrica e negli anziani, sulle prescrizioni di fluorochinoloni in sottogruppi specifici di popolazione e sull’uso degli antibiotici nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Il Rapporto prende inoltre in esame l’uso degli antibiotici in ambito ospedaliero, l’acquisto privato di antibiotici di fascia A, il consumo degli antibiotici non sistemici e gli indicatori di appropriatezza prescrittiva nell’ambito della Medicina Generale. La nuova edizione presenta anche una sezione sulla rete dei laboratori di microbiologia e, in accordo a quanto previsto dal Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico Resistenza (PNCAR) 2022-2025, e una sezione che prende in considerazione l’utilizzo degli antibiotici in ambito veterinario. Infine, come negli ultimi anni, il Rapporto fornisce una valutazione dell’impatto della pandemia da COVID-19 sul consumo di antibiotici nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata e degli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche, che include anche il primo semestre del 2022. Gli andamenti temporali dei consumi e le importanti differenze nei pattern prescrittivi tra aree geografiche che emergono dai dati del Rapporto evidenziano l’importanza di continuare a monitorare, sia a livello nazionale che regionale o locale, gli indicatori di consumo e di qualità della prescrizione degli antibiotici in Italia, così come raccomandato anche dal nuovo PNCAR 2022-2025. Secondo i dati, nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa 4 bambini su 10 hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di antibiotici. Il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e quasi il 90% degli antibiotici rimborsati dal SSN viene erogato sul territorio (in regime di assistenza convenzionata). Più di un quarto dei consumi a livello territoriale (26,3%) corrisponde ad acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal SSN (classe A). Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo (36% dei consumi totali), seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni. Permane un’ampia variabilità regionale nei consumi a carico del SSN, che sono maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nelle regioni del Nord si registrano inoltre le riduzioni maggiori (-6,1%), mentre al Sud sono più contenute (-2,2%). Nelle Regioni del Sud si riscontra una predilezione per l’utilizzo di antibiotici di seconda scelta.

Complessivamente i consumi in Italia si mantengono superiori a quelli di molti Paesi europei. L’Italia si conferma uno dei Paesi europei con il maggior ricorso a molecole ad ampio spettro, a maggior impatto sulle resistenze antibiotiche e pertanto considerate di seconda linea, con un trend in peggioramento negli ultimi due anni. L’Italia è anche uno dei Paesi con la minor quota di consumo degli antibiotici del gruppo “Access” (47%), considerati antibiotici di prima scelta, che secondo la WHO dovrebbero costituire almeno il 60% dei consumi totali. In ambito ospedaliero si osserva in particolare un incremento del ricorso all’utilizzo di antibiotici indicati per la terapia di infezioni causate da microrganismi multi-resistenti. Sia i consumi in regime di assistenza convenzionata sia gli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche sono aumentati nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Milano, De Corato(Fdi):referendum su monopattini, Sala emuli Parigi

Milano, De Corato(Fdi):referendum su monopattini, Sala emuli Parigi



Milano, De Corato(Fdi):referendum su monopattini, Sala emuli Parigi – askanews.it


Milano, De Corato(Fdi):referendum su monopattini, Sala emuli Parigi – askanews.it



















Milano, 3 apr. (askanews) – L’amministrazione comunale di Milano “faccia subito un referendum, come hanno fatto i colleghi di Parigi ed in particolare la sindaca Hidalgo” sulla possibile introduzione di divieto dei monopattini elettrici a noleggio. A chiederlo è il vice presidente della commissione Affari Costituzionali alla Camera, Riccardo De Corato, riferendosi alla consultazione che si è tenuta ieri nella capitale francese, guidata come Milano da una maggioranza di centrosinistra, è che ha visto prevalere nettamente i favorevoli al divieto. “Invece di andare a piangere a Bruxelles, per tutelare le famiglie omogenitoriali, Sala dovrebbe prendere esempio dalle altre capitali europee” ha aggiunto l’esponente di Fdi.

“A Parigi, si è trasformato in un plebiscito contro i monopattini a noleggio, il referendum che si è svolto sugli ‘scooter’ elettrici ieri; infatti, allo stesso, hanno partecipato oltre 100.000 parigini ed il 90% ha votato a favore del divieto di noleggio degli scooter e monopattini. Anche la città francese si è accorta che il mezzo, più che snellire il traffico e diminuire lo smog, è spesso causa di disagi e, molte volte, anche di incidenti mortali. A Milano l’unico, ancora, a non essersene accorto è il sindaco, assieme alla sua Giunta” ha aggiunto De Corato. “Continuano imperterriti a trasformare le città in piste ciclabili oscene e pericolose che, al contrario di quelle realizzate dal Centrodestra che furono realizzate in maniera efficace e sicura con cordoli a regola d’arte e che preservarono sia ciclisti che auto, spesso causano feriti e morti. Dal 1 gennaio al 31 dicembre del 2021 sono stati 675 gli incidenti nel capoluogo lombardo e 918, tra lo stesso capoluogo e l’hinterland! Nel 2022 i dati sono stati pressoché identici” ha ricordato.

Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato

Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato



Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato – askanews.it


Domani la Finlandia entrerà a far parte ufficialmente della Nato – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – La Finlandia diventerà ufficialmente un membro della Nato domani, ha detto l’ufficio della presidenza finlandese.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato che la Finlandia entrerà a far parte dell’Alleanza domani. La bandiera della Finlandia sarà issata fuori dal quartier generale della Nato martedì quando il Paese diventerà il 31esimo membro dell’Alleanza atlantica, ha dichiarato Stoltenberg. “È una settimana storica. Domani daremo il benvenuto alla Finlandia come 31esimo membro della Nato”, ha detto il segretario generale che domani parlerà in conferenza stampa con il presidente finlandese Sauli Niinisto alle 15.00, nel corso della giornata della riunione dei ministri degli Esteri della Nato.

“Ritengo che anche la Svezia possa diventare membro a pieno titolo dell’Alleanza”, Stoccolma “ha mantenuto gli impegni contenuti nel memorandum” firmato con la Finlandia e la Turchia al summit di Madrid e per questo “credo che la sua adesione debba essere ratificata” anche dalla Turchia, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato che domani la Finlandia sarà membro effettivo della Nato. “Quando ci sono delle differenze, bisogna sedersi a un tavolo, consultarsi e andare avanti”, ha aggiunto sottolineando di “condividere alcune delle legittime preoccupazioni della Turchia sulla sicurezza”, ma la “Svezia e la Finlandia hanno concordato di lavorare insieme sulla lotta al terrorismo” e “su leggi più dure”.

Pnrr, Meloni: no allarmismi, non considero idea di perdere risorse

Pnrr, Meloni: no allarmismi, non considero idea di perdere risorse



Pnrr, Meloni: no allarmismi, non considero idea di perdere risorse – askanews.it


Pnrr, Meloni: no allarmismi, non considero idea di perdere risorse – askanews.it




















Verona, 3 apr. (askanews) – “Certamente c’è un grande lavoro da fare, verificare la fattibilità di alcune cose, e questo è oggetto di interlocuzione con la Commissione. Non prendo in considerazione l’idea di perdere risorse ma di spenderle al meglio in modo efficace”. Lo ha detto la presidente del consiglio Giorgia Meloni, rispondendo al Vinitaly ad una domanda sul Pnrr e sul rischio di perdere alcune delle risorse previste.

“Lavoriamo per trovare soluzioni – ha aggiunto – a problemi che non nascono oggi per le scelte di questo governo. Stiamo fornendo la documentazione, c’è un ottimo clima di collaborazione e quindi non mi convince questa ricostruzione allarmista sul Pnrr”.

Clima, alle Svalbard per preservare la memoria glaciale dell’Artico

Clima, alle Svalbard per preservare la memoria glaciale dell’Artico



Clima, alle Svalbard per preservare la memoria glaciale dell’Artico – askanews.it


Clima, alle Svalbard per preservare la memoria glaciale dell’Artico – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Un gruppo internazionale di scienziati ha raggiunto il 1° aprile 2023 il ghiacciaio Holtedahlfonna, nell’arcipelago delle Svalbard, iniziando la preparazione di un campo remoto a 1.100 metri di quota nell’Artico (latitudine 79,15 Nord). La spedizione è guidata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e coinvolge scienziati del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs), dell’Istituto polare norvegese, dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Università degli Studi di Perugia.

L’obiettivo scientifico è raccogliere due carote di ghiaccio di 125 metri ciascuna per comprendere meglio il fenomeno della ‘amplificazione artica’ ovvero del fenomeno dovuto alla riduzione della copertura del ghiaccio marino che ha tra le sue conseguenze il riscaldamento dell’oceano. Questi effetti a catena hanno un impatto sul riscaldamento dell’Artico, anomalo rispetto alle medie globali. Grazie alla collaborazione con la Ice Memory Foundation, una carota di ghiaccio sarà conservata per i secoli a venire nell’apposito “Ice Memory Sanctuary” in Antartide. Le future generazioni di scienziati avranno così accesso a una carota di ghiaccio di alta qualità per studiare il clima passato del nostro pianeta e anticipare i cambiamenti futuri, anche molto tempo dopo la scomparsa dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale.

L’arcipelago delle Svalbard, la terra più settentrionale d’Europa, ha subito alcuni dei più gravi aumenti di temperatura degli ultimi decenni. Secondo studi recenti, la temperatura è aumentata di 4-5°C negli ultimi 40-50 anni. Il gruppo internazionale di scienziati che studia le complesse dinamiche di questa “amplificazione artica” è al lavoro sull’Holtedahlfonna, sull’isola di Spitsbergen. Il team sta installando il campo base e domani inizierà la perforazione con l’obiettivo di estrarre due carote di ghiaccio: una per la scienza di oggi, l’altra per le generazioni future. I dati contenuti nei ghiacciai delle Svalbard sono infatti seriamente minacciati dal cambiamento climatico. L’obiettivo è aumentare la comprensione scientifica della ‘amplificazione artica’. “Miriamo a determinare il ruolo del ghiaccio marino nell’amplificazione artica e il suo impatto sull’atmosfera, in particolare sui processi chimici del bromo e del mercurio. I dati ottenuti saranno confrontati con i dati satellitari sull’estensione del ghiaccio marino e con le misure di accumulo della neve. Inoltre, i modelli di trasporto atmosferico saranno utilizzati per stabilire le possibili aree di provenienza delle due specie chimiche”, spiega Andrea Spolaor, glaciologo e geochimico dell’Istituto di scienze polari del Cnr e capo spedizione alle Svalbard.

Gli scienziati di questa spedizione hanno unito le forze con la Ice Memory Foundation per raccogliere una carota di ghiaccio che sarà conservata, insieme a molte altre provenienti da ghiacciai a rischio in tutto il mondo, per i secoli a venire in un apposito santuario della memoria del ghiaccio in Antartide. Le future generazioni di scienziati dotate di nuove tecnologie e nuove idee di ricerca potranno così continuare a studiare gli archivi di informazioni sul clima e l’ambiente contenute nelle carote di ghiaccio. Le precedenti carote di ghiaccio estratte nello stesso sito hanno fornito registrazioni dettagliate delle condizioni climatiche del passato, tra cui temperatura, precipitazioni e composizione atmosferica. Tuttavia, gli scienziati stanno attualmente indagando se e come la recente accelerazione degli aumenti di temperatura abbia già avuto un impatto sulla qualità dei segnali climatici e ambientali. I risultati preliminari suggeriscono l’urgenza di raccogliere una carota di ghiaccio da preservare. “I ghiacciai alle alte latitudini, come quelli dell’Artico, hanno iniziato a fondersi ad un ritmo elevato. Vogliamo recuperare e preservare, per le future generazioni di scienziati, questi straordinari archivi del clima del nostro Pianeta prima che tutte le informazioni che contengono vadano completamente perdute”, spiega Carlo Barbante, paleoclimatologo, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e vicepresidente della Ice Memory Foundation.

Gli scienziati opereranno per circa 20 giorni a un’altitudine di 1.100 metri, affrontando temperature che possono raggiungere i -25 gradi. Il sito di perforazione di Holtedahlfonna si trova su un “ice field”, ovvero un’interconnessione di più ghiacciai, relativamente accessibile nell’arcipelago, grazie alla sua vicinanza a Ny-Alesund, la stazione di ricerca più settentrionale del mondo, attiva tutto l’anno. Gli scienziati intendono raggiungere una profondità di circa 125 metri nel ghiacciaio e ricostruire i segnali climatici degli ultimi 300 anni. É previsto che una delle carote di ghiaccio di Holtedahlfonna venga conservata in una grotta di neve dedicata presso la Stazione franco-italiana Concordia in Antartide entro il 2024-2025. Gestito congiuntamente dall’Istituto polare francese e dal Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra), tale archivio consentirà di conservare naturalmente le carote di ghiaccio a -50°C. Garantirà la conservazione a lungo termine, proteggendo così i preziosi campioni dai rischi di interruzione della refrigerazione che potrebbero accadere se venissero stoccati nei congelatori commerciali in Europa (ad esempio, problemi tecnici, crisi economica ed energetica, conflitti, ecc.). Le carote di ghiaccio del patrimonio Ice Memory saranno conservate per un periodo di tempo indefinito, nel pieno rispetto del Protocollo di Madrid per la protezione ambientale dell’Antartide. Grazie al “santuario dei ghiacci” della Fondazione Ice Memory, le prossime generazioni di scienziati avranno accesso a carote di ghiaccio di alta qualità per portare avanti ricerche sull’ambiente e sul clima globale. “Il bello dell’iniziativa Ice Memory non è produrre un valore aggiunto in termini di conoscenza odierna, ma creare le condizioni che permetteranno a chi verrà dopo di noi di produrlo”, sottolinea Jérome Chappellaz, scienziato del clima e presidente della Fondazione Ice Memory. Il patrimonio della Memoria dei Ghiacci – estratto da circa 20 ghiacciai in 20 anni – è destinato a diventare un bene comune dell’umanità e sarà conservato in futuro sotto una governance internazionale.

Il taglio a sorpresa dell’Opec+ e i nuovi rischi sull’inflazione

Il taglio a sorpresa dell’Opec+ e i nuovi rischi sull’inflazione



Il taglio a sorpresa dell’Opec+ e i nuovi rischi sull’inflazione – askanews.it


Il taglio a sorpresa dell’Opec+ e i nuovi rischi sull’inflazione – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Di colpo l’economia globale si ritrova a che fare con oltre un milione e mezzo di barili di petrolio in meno al giorno. E dopo l’impennata dei prezzi che questo sviluppo a sorpresa ha innescato fin dalle prime contrattazioni mattutine, ora gli analisti iniziano a interrogarsi sul dove potrebbero arrivare le quotazioni, ipotizzando anche un ritorno del barile a quota 100 dollari.

Nel corso del fine settimana 9 paesi di primo piano del cartello allargato degli esportatori di oro nero, chiamato Opec+, a cominciare dall’Arabia Saudita, primo produttore globale, hanno annunciato a stretto giro tra loro riduzioni dell’offerta che complessivamente dovrebbero raggiungere 1,6 milioni di barili al giorno, includendo quella recentemente annunciata dalla Russia (che partecipa all’Opec allargata). Nelle scorse settimane Mosca aveva deciso di ridurre la sua offerta di 0,5 milioni di barili in risposta alle sanzioni di Usa e Ue per la guerra in Ucraina. L’Arabia Saudita, di fatto leader dell’Opec, ha annunciato una riduzione analoga a quella russa. A questo si sono aggiunti altri sette componenti del cartello tra cui gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait.

Il tutto non potrà che peggiorare le relazioni già tese tra Stati Uniti e grandi esportatori di petrolio, specialmente quelli facente parte del blocco dei giganti emergenti come Riad, che erano già state deteriorate dagli attriti attorno alle sanzioni contro la Russia, con cui i sauditi cercano di mantenere buoni rapporti sia nell’ambito del blocco dei “Brics”, i giganti economici emergenti, sia per le strategie di controllo dei prezzi dei combustibili fossili. L’amministrazione Biden da molti mesi era in pressing sull’Opec e su Riad in particolare per ottenere dinamiche in senso opposto, ossia aumenti dell’offerta che contribuissero a calmierare i prezzi dell’energia.

Per tutta risposta riceve invece una manovra energica nella direzione contraria. E questo mentre si avvicina rapidamente la scadenza del mandato presidenziale e quindi le elezioni del 2024, in cui i prezzi dei carburanti possono avere effetti rilevanti sull’opinione pubblica Usa. La mossa di questa consistente pattuglia dell’Opec+ complica contestualmente il lavoro per le banche centrali di mezzo mondo, tra cui la stessa Federal Reserve americana e la Bce, che sembravano sul punto di bloccare le loro strette sui tassi di interesse volte a controllare l’inflazione. Ad oggi si stava infatti profilando un calmieramento del carovita favorito dai recenti cali dei prezzi petroliferi, ma questo scenario rischia di mutare improvvisamente.

Le recenti tensioni su Borse e banche, innescate dalle crisi della Silicon Valley Bank negli Usa e del Credit Suisse in Europa erano inoltre considerati come equivalenti a ulteriori inasprimenti del quadro finanziario. E questo avrebbe potuto quindi favorire ulteriormente lo stop alle manovre delle banche centrali. Ora i balzi di oltre l’8% segnati oggi dalle quotazioni del petrolio e la prospettiva che continuino a galoppare spingono ovviamente nella direzione opposta. Nel pomeriggio il barile di Brent smorza solo leggermente i rialzi, segnando un più 5,31% a 84,13 dollari. In preapertura il West Texas Intermedie guadagna un 5,51% a 79,84 dollari. In un rapporto di analisi pubblicato ieri sera, la banca d’affari Goldman Sachs rileva come l’Opec+ disponga oggi di un potere di influenzare i prezzi “molto rilevante rispetto al passato, data la sua elevata quota sul mercato globale e l’inelasticità delle forniture non-Opec e della domanda”. In questo quadro, il cartello degli esportatori con la sua mossa a sorpresa “mostra l’intenzione di attuare strategie preventive sul mercato, come accaduto nell’ottobre dello scorso anno”. Ma a differenza di quanto avveniva alcuni mesi fa, rileva ancora Goldman, in questa fase la domanda globale di petrolio non è indebolita, invece è sostenuta sulla ripresa della Cina relativamente solida. La banca d’affari ha quindi rivisto il rialzo le sue previsioni sui prezzi del greggio e per il Brent ipotizza il raggiungimento di 95 dollari al barile per il dicembre di quest’anno e di 100 dollari per il dicembre del 2024. Era prevista una riunione del comitato ministeriale congiunto di monitoraggio dell’Opec+, solitamente deputato a fornire raccomandazioni ai delegati sulle strategie di offerta, che tuttavia a questo punto potrebbe risultare ampiamente superata. La mossa di questi Paesi dell’Opec+ si inserisce poi in un contesto ulteriore di tensione con gli Usa a causa di una particolare normativa all’esame del Congresso, battezzata “NOpec” – o No Oil Production and Export Cartels – che potrebbe spianare la strada a procedure Antitrust contro i paesi dell’Organizzaizone, che ha sede a Vienna. Altri attriti e non solo contro gli Usa, ma anche contro l’Ue vedono gli stati Opec+ fortemente critici sia in generale per le politiche green e di transizione energetica, che vogliono ridurre o azzerare l’uso di combustibili fossi, e che secondo i produttori stanno gravemente compromettendo gli investimenti in questo settore, e quindi le capacità di produzione future; sia opposti alle recenti spinte per imporre tassazioni supplementari sui cosiddetti extra utili a carico delle compagnie energetiche. Ma secondo ricostruzioni di stampa, quello che avrebbe finito per far decidere questi nove paesi a muoversi sarebbe stata la prospettiva di volatilità e possibili indebolimenti delle quotazioni conseguenti alle tensioni di Borsa seguiti alle crisi Svb e Credit Suisse.