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Autore: Redazione StudioNews

Mattarella in Cile, tra appello alla pace e condanna della dittatura

Mattarella in Cile, tra appello alla pace e condanna della dittaturaSantiago del Cile, 4 lug. (askanews) – Nel giorno in cui ricorda con un messaggio agli Usa per il giorno dell’indipendenza l’importanza del “vincolo transatlantico” come “ancoraggio più solido della pace e della sicurezza internazionale” il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadisce il suo appello alla pace dal Cile, dove si trova in questi giorni per una visita desiderata “da tempo” e rimandata per effetto del Covid.

“Sono lieto di essere riuscito a farla in un momento importante per la comunità internazionale, per le tensioni che ci sono e per il bisogno di far sentire, da parte dei Paesi che hanno vocazione alla pace, all’equilibrio e alla collaborazione internazionale, qual è la strada vera, la più giusta e la più adeguata per le sorti del mondo e questo luogo è espressione di questi valori”, ha detto Mattarella durante un incontro con una rappresentanza della comunità italiana nel Paese latinoamericano, al circolo sportivo-culturale Stadio italiano di Santiago. Cile e Italia, ha aggiunto il capo dello Stato, sono “vicini e in sintonia” a livello politico, culturale e economico e uniti da “un legame di carattere umano”. Il Paese sudamericano, guidato dal giovane presidente Gabriel Boric che Mattarella incontrerà al palazzo della Moneda alle 16, ha tra l’altro condannato l’invasione russa dell’Ucraina. “Sono due Paesi legatissimi per una quantità di elementi”, ha ribadito Mattarella prima di visitare la Stazione della Compagnia italiana dei Vigili del Fuoco di Santiago e il Museo della memoria e dei diritti umani, struttura inaugurata nel 2010 e dedicata al ricordo delle efferatezze del regime di Augusto Pinochet dal 1973 al 1990.

Al Museo il presidente ha acceso una candela virtuale in ricordo dell’italiano Bruno Del Pero Panizza e del sacerdote cileno Omar Roberto Venturelli Leonelli, due delle vittime della dittatura. “Il presidente è stato meraviglioso, ha detto che per lui è molto commuovente quello che ha visto e ringraziava per quanto fatto. L’Italia è un punto di riferimento importantissimo”, ha detto la presidente del direttorio del museo, Marcia Scantlebury, incarcerata dieci mesi e mezzo in quanto membro del Mir, movimento della sinistra rivoluzionaria, poi uscita senza imputazioni. L’Italia, ha evidenziato la presidente guidando il capo dello Stato nella visita, ha avuto un ruolo di primo piano anche nell’accoglienza degli esuli. Il numero di esiliati nell’ambasciata italiana di Santiago era di 207 persone a gennaio del 1974 e le stime degli esiliati in Italia nel 1984 è approssimativamente di 12.000 persone.

Autonomia, sulla riforma Calderoli la tegola delle dimissioni dal Clep

Autonomia, sulla riforma Calderoli la tegola delle dimissioni dal ClepRoma, 4 lug. (askanews) – Il contenuto della lettera con cui lo scorso 26 giugno quattro autorevoli esperti hanno annunciato le loro dimissioni dal Clep, il Comitato per l’individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale (propedeutici all’attuazione dell’Autonomia regionale differenziata), è piombata come una tegola sul progetto di riforma del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli.

Non solo per il profilo dei quattro esponenti (Giuliano Amato e Franco Gallo, ex presidenti della Corte Costituzionale, Alessandro Pajno, ex presidente del Consiglio di Stato, e Franco Bassanini, ex ministro della Funzione pubblica), ma anche per la denuncia del fatto che “restano irrisolti alcuni problemi di fondo” del progetto. Secondo i firmatati, infatti, “prima della attribuzione di nuove specifici compiti e funzioni ad alcune Regioni con le corrispondenti risorse finanziarie”, è necessaria “la determinazione di tutti i Lep attinenti all’esercizio di diritti civili e sociali e la definizione del loro finanziamento, secondo i principi e le procedure dell’art. 119 della Costituzione”. Per i quattro esperti, infatti, non è sufficiente basarsi sui precedenti ma occorre che vengano individuati “i nuovi Lep necessari per assicurare effettivamente il superamento delle disuguaglianze territoriali nell’esercizio dei diritti civili e sociali. Vi sono infatti materie nelle quali il legislatore non ha mai proceduto a determinare Lep e molte altre nelle quali questa determinazione è stata parziale. E non è mai stato fatto il lavoro di comparazione complessiva dei Lep con le risorse finanziarie, volta a definire quali livelli essenziali effettivamente sono assicurabili a tutti, senza discriminare nessuno o creare insostenibili oneri per la finanza pubblica”.

Amato, Bassanini, Gallo e Pajno hanno concluso che “finchè non sono stati determinati tutti i Lep, e non sono stati ridefiniti, in relazione ai loro costi standard, gli strumenti e i modi per assicurare a tutte le Regioni una effettiva autonomia tributaria che consenta loro di finanziare integralmente i Lep medesimi, la effettiva portata di quei principi resta indeterminata e indeterminabile”. Il testo della lettera, divenuto pubblico soltanto oggi, ha dato la stura alle critiche delle opposizioni, da sempre contrarie al progetto.

“Le dimissioni di Amato, Bassanini, Gallo e Pajino – ha scritto Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale del Pd – dovrebbero far riflettere il centrodestra su quanto sia dannosa per l’Italia la loro proposta di autonomia differenziata che lentamente sta naufragando. Cos’altro deve accadere ancora affinchè si fermino? Ormai non si contano più le palesi criticità di un progetto che per quel che ci riguarda non fa altro che aumentare le disuguaglianze sociali e territoriali”. Secondo Mara Carfagna, presidente di Azione, “l’ultimo forte ed autorevole schiaffo all’autonomia differenziata di Calderoli arriva da due ex presidenti della Corte costituzionale, un ex presidente del Consiglio di Stato e un ex ministro. Il colpo da ko a una riforma iniqua e sbagliata, con molteplici criticità e profili di rischio, tra cui il nodo irrisolto del finanziamento di tutti i Lep prima del trasferimento delle competenze alle Regioni e il ricorso all’iniquo criterio della spesa storica”.

Toni simili dal M5s. Secondo Roberto Fico, ex presidente della Camera dei deputati e presidente del Comitato di garanzia del Movimento, “le dimissioni di quattro membri dal Comitato che dovrebbe occuparsi di definire i Livelli essenziali delle prestazioni sono un campanello d’allarme da non trascurare. Il ministro Calderoli dimostra di volere una riforma di parte, utile a soddisfare soltanto i nostalgici della secessione leghista. Questa autonomia si conferma profondamente pericolosa per la tenuta sociale ed economica del Paese”. E per Peppe De Cristofaro, senatore dell’Alleanza Verdi Sinistra, “le dimissioni dei quattro autorevoli esponenti dal Clep rendono necessari ulteriori approfondimenti da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato dove è incardinata la legge voluta dal Ministro Calderoli. Non si può approvare una legge come questa senza aver definito prima il perimetro, i costi e i fabbisogni standard per tutti”. La pubblicazione della lettera e le conseguenti critiche hanno dunque reso inevitabile la presa di posizione del ministro Calderoli. “Sono francamente stupito, sorpreso e rammaricato – ha spiegato il ministro ad Affariitaliani.it -. Mi avevano mandato una lettera segnalandomi che non avrebbero partecipato ulteriormente ai lavori del Clep senza però dirmi che si sarebbero dimessi”. La loro decisione, ha aggiunto il ministro, “mi coglie di sorpresa, avevamo concordato un percorso e di colpo hanno assunto questa posizione”. Ma in ogni caso, ha assicurato Calderoli, il progetto dell’autonomia differenziata non subirà alcuno stop: “Erano 62 membri nel comitato e ora ne restano 58, ancor più motivati nella definizione dei Lep e nel raggiungimento dell’obiettivo. Per la prima volta da 22 anni finalmente si risolve il tema cruciale dei Lep che interessa lo Stato, le Regioni, ogni ente locale e soprattutto i cittadini. Porteremo a casa questo risultato di civiltà. Il governo va avanti, ce ne faremo una ragione delle loro dimissioni, sperando che il gesto non abbia un risvolto squisitamente politico”.

Italia-Cile, Mattarella accende candela in ricordo vittime Pinochet

Italia-Cile, Mattarella accende candela in ricordo vittime PinochetSantiago del Cile, 4 lug. (askanews) – L’italiano Bruno Del Pero Panizza e il sacerdote cileno Omar Roberto Venturelli Leonelli. Sono i nomi delle due vittime del regime dittatoriale cileno di Augusto Pinochet, dal 1973 al 1990, che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato accendendo una candela virtuale al Museo della memoria e dei diritti umani di Santiago.

L’Italia, ha evidenziato la presidente del direttorio del museo, Marcia Scantlebury, guidando il capo dello Stato nella sua visita, ha avuto un ruolo di primo piano anche nell’accoglienza degli esuli. Il numero di esiliati nell’ambasciata italiana di Santiago era di 207 persone a gennaio del 1974 e le stime degli esiliati in Italia nel 1984 è approssimativamente di 12.000 persone. “Il presidente è stato meraviglioso, ha detto che per lui è molto commovente quello che ha visto e ringraziava per quanto fatto. L’Italia è un punto di riferimento importantissimo”, ha ribadito Scantlebury, incarcerata dieci mesi e mezzo in quanto membro del Mir, movimento della sinistra rivoluzionaria, poi uscita senza imputazioni.

Al termine della visita Mattarella ha firmato il registro del museo e ricevuto un libro in dono.

Migranti, Schifani: grazie a Piantedosi e Johansson per la visita

Migranti, Schifani: grazie a Piantedosi e Johansson per la visitaPalermo, 4 lug. (askanews) – “Esprimo il mio apprezzamento per la visita di oggi a Lampedusa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e della commissaria europea Ylva Johansson. È un segnale di grande attenzione da parte delle istituzioni nazionali e internazionali nei confronti dell’isola, che affronta un’emergenza continua e chiede soluzioni definitive ai problemi legati al flusso ininterrotto di migranti. Da tempo evidenziamo l’inadeguatezza delle strutture di prima accoglienza e di assistenza. Adesso contiamo che dopo questa visita seguano atti concreti e si dimostri che Bruxelles è al fianco dell’Italia e della Sicilia in questa sfida comune”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

La giornalista russa indipendente Milashina picchiata in Cecenia

La giornalista russa indipendente Milashina picchiata in CeceniaRoma, 4 lug. (askanews) – La giornalista investigativa russa Elena Milashina, che lavora per il premiato giornale indipendente Novaya Gazeta, è stata picchiata oggi in Cecenia. Lo racconta oggi il New York Times, segnalando che la cronista si trovava a Grozny per coprire il processo a Zarema Musayeva, madre di attivisti in esilio.

Milashina e l’avvocato Alexander Nemov sono stati bloccati da auto mentre percorrevano le strade cittadine. Uomini mascherati li hanno picchiati con bastoni, hanno rubato i loro smartphone, oltre che altri equipaggiamenti e documenti, ha spiegato il giornale. La giornalista ha subito ferite alla testa, ha avuto le dita spezzate e ha ripetutamente perso conoscenza. Gli aggressori inoltre hanno versato su di lei un liquido colorato in un tentativo possibile di impedirle di apparire in pubblico. Invece Nemov è stato accoltellato alla gamba. “E’ stato il classico rapimento”, ha detto Milashina in un breve video postato sui socia. Un altro video mostra la giornalista in ospedale in Ossezia del Nord, dopo che è stata portata via dalla Cecenia per lei pericolosa.

Accordo tra Wizz air e Urbe Aero per i futuri piloti di linea

Accordo tra Wizz air e Urbe Aero per i futuri piloti di lineaRoma, 4 lug. (askanews) – La scuola di volo italiana Urbe Aero Flight Academy, con sede nell’aeroporto di Roma-Urbe, ha raggiunto un accordo con Wizz Air, la compagnia aerea ungherese con più rapida crescita e più sostenibile in Europa, per la selezione e la formazione dei suoi futuri piloti di linea, garantendo così la prospettiva di uno sbocco professionale al termine del percorso di addestramento.

Questa partnership prevede la realizzazione del “Wizz Air Pathway Programme”, un programma esclusivo che ha l’obiettivo di formare giovani cadetti per farli diventare professionisti altamente qualificati, dotati non solo di profonde competenze tecniche, ma anche di solide caratteristiche personali. Wizz Air indicherà gli standard formativi e i requisiti da soddisfare, mentre Urbe Aero metterà a disposizione la sua infrastruttura a Roma, la sua flotta di velivoli per disegnare un percorso formativo da pilota di linea (cosiddetto “ATPL Integrato”) che, nell’arco di 18 mesi, porterà l’allievo al conseguimento della licenza e all’inizio di una carriera esclusiva. Il “Wizz Air Pathway Programme” si rivolge a candidati con un’età minima di 18 anni, in possesso del diploma di scuola media superiore e dell’idoneità medica di prima classe. Il programma prevede una selezione attitudinale presso la sede di Wizz Air ancor prima dell’iscrizione al corso di volo. Una volta superata la selezione, gli allievi con prestazioni superiori allo standard riceveranno la lettera di intenti prima di iniziare il percorso formativo “ATPL Integrato” presso l’Urbe Aero Flight Academy a Roma.

Gli allievi entrati nel programma dovranno impegnarsi per raggiungere e mantenere gli standard minimi richiesti e completare con successo il corso per ottenere la licenza. Successivamente, avrà inizio la formazione specifica da parte della compagnia per abilitare i nuovi piloti sul velivolo “Airbus A320neo”. “Siamo entusiasti di lanciare questa nuova partnership con Wizz Air, un leader indiscusso nel panorama delle compagnie aeree europee, con la quale abbiamo lavorato intensamente per realizzare questo ambizioso progetto – afferma Lorenzo Mezzadri, accountable manager di Urbe Aero Flight Academy – la nostra scuola ha investito considerevoli risorse per offrire infrastruttura, tecnologie e flotta di primo livello, garantendo una formazione all’avanguardia che risponda alle sfide del mercato attuale. Inoltre, abbiamo continuato a rafforzare i legami con le principali compagnie aeree per garantire un’opportunità di carriera una volta ottenuta la licenza”. “Siamo lieti di iniziare la partnership con Urbe Aero Flight Academy per la selezione di nuovi piloti in un momento entusiasmante di crescita continua e senza precedenti per Wizz Air – sottolinea Attila Tovari, head of Training di Wizz Air ATO – il ‘Wizz Air Pathway Programme’ offre agli aspiranti piloti formazione e sviluppo di elevata qualità, strumenti all’avanguardia nel settore con il supporto di una scuola di volo esperta e in linea con i nostri standard di formazione. Una volta concluso il training con successo, siamo lieti di offrire l’opportunità di un lavoro sicuro ed eccellenti possibilità di crescita professionale, uno stipendio competitivo ed un pacchetto di premi e benefit”.

Il “Wizz Air Pathway Programme” sarà presentato ufficialmente in occasione dell’Open Day organizzato da Urbe Aero Flight Academy, che si svolgerà sabato 8 Luglio 2023 (ore 9:30-12:30) presso l’aeroporto di Roma-Urbe.

Cosa succede a Jenin, l’Onu “allarmato” per la portata dell’operazione israeliana

Cosa succede a Jenin, l’Onu “allarmato” per la portata dell’operazione israelianaRoma, 4 lug. (askanews) – Le agenzie umanitarie dell’Onu hanno espresso allarme per la portata dell’operazione militare israeliana in corso nella città di Jenin, in Cisgiordania, dove sono stati uccisi 10 palestinesi, affermando che vi sono restrizioni all’accesso medico.

L’operazione, che ha coinvolto attacchi di droni e centinaia di truppe ed è una delle più grandi degli ultimi vent’anni, è entrata nella seconda giornata, provocando l’evacuazione di migliaia di persone dal campo profughi. “Siamo allarmati dalla portata delle operazioni aeree e di terra che si stanno svolgendo a Jenin, nella Cisgiordania occupata, e dagli attacchi aerei che colpiscono un campo profughi densamente popolato”, ha detto in un briefing Vanessa Huguenin, portavoce dell’ufficio umanitario delle Nazioni Unite, aggiungendo che tre minorenni figurano tra i palestinesi uccisi.

Autonomia, Calderoli dopo le dimissioni dei quattro esperti del comitato: sono sorpreso ma andremo avanti

Autonomia, Calderoli dopo le dimissioni dei quattro esperti del comitato: sono sorpreso ma andremo avantiRoma, 4 lug. (askanews) – “Sono francamente stupito, sorpreso e rammaricato trattandosi, non solo di esperti, ma anche di amici ed ex colleghi con cui ho lavorato da decenni. Mi avevano mandato una lettera segnalandomi che non avrebbero partecipato ulteriormente ai lavori del Clep senza però dirmi che si sarebbero dimessi”. Lo afferma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli commentando con Affaritaliani.it le dimissioni di quattro membri dal Comitato Lep.

“Avevamo affrontato il tema dei Livelli essenziali delle prestazioni di tutte le materie e non solo quelle riferite agli enti territoriali, tanto che – spiega il ministro – era stato creato un sottogruppo ad hoc per studiare tutte le altre materie concordando che questa estensione nell’ambito dei Lep non fosse pregiudiziale alla definizione stessa dei Lep delle 23 materie possibilmente oggetto di trasferimento alle Regioni. Quindi questa decisione mi coglie di sorpresa, avevamo concordato un percorso e di colpo hanno assunto questa posizione”. In ogni caso, assicura il ministro, il progetto dell’autonomia differenziata non subirà alcuno stop. “Assolutamente no. Erano 62 membri nel comitato e ora ne restano 58, ancor più motivati nella definizione dei Lep e nel raggiungimento dell’obiettivo. Per la prima volta da 22 anni finalmente si risolve il tema cruciale dei Lep che interessa lo Stato, le Regioni, ogni ente locale e soprattutto i cittadini. Porteremo a casa questo risultato di civiltà. Il governo va avanti, ce ne faremo una ragione delle loro dimissioni, sperando che il gesto non abbia un risvolto squisitamente politico. Mi dispiace per gli altri 58 membri, a partire dal presidente Cassese, che ancora una volta ringrazio per il loro impegno non remunerato, che dovranno lavorare anche per i 4 che si sono dimessi”, conclude Calderoli.

Campania, De Luca: ricorreremo a Tar per sbloccare fondi Coesione

Campania, De Luca: ricorreremo a Tar per sbloccare fondi CoesioneNapoli, 4 lug. (askanews) – “Se entro il mese di luglio non arrivano i fondi Sviluppo e Coesione, cioè non si riunisce il Cipes e si formalizza l’invio di queste risorse alla Regione Campania, impugneremo il silenzio diniego da parte del ministero e del governo, dopodiché andremo davanti al tribunale amministrativo del Lazio”. Ad annunciarlo è il governatore campano, Vincenzo De Luca, a margine della presentazione del Programma 2021/27 relativo ai Fondi europei per lo Sviluppo regionale.

“Vi sono 21 miliardi di euro disponibili e destinati per l’80% al Sud che sono bloccati da giugno dello scorso anno – ha ricostruito De Luca – E’ un anno di blocco, sono stati bloccati per tre mesi dal governo Draghi e per gli altri sette mesi dall’attuale governo. Sinceramente è una cosa irresponsabile. In un anno avremmo potuto fare progetti, gare per realizzare opere e siamo invece paralizzati. Noi dovremmo ricevere 5 miliardi e 600 milioni di euro che non arrivano”. “I fondi strutturali sono arrivati e abbiamo già cominciato a impegnare le risorse, completeremo un programma enorme di interventi per tutti i 5 miliardi e 200 milioni che vale il Fesr, per l’altro capitolo Sviluppo e coesione non si è mossa una foglia. Abbiamo, dopodomani, un ulteriore incontro tecnico con il ministero, vediamo se si decidono. Nel frattempo – ha proseguito – abbiamo avviato una procedura di tutela della Regione presso il tribunale amministrativo del Lazio. Se non avremo risposte, impugneremo il silenzio-diniego da parte del governo nazionale. Non abbiamo altro da fare”.

Il presidente ha ricordato che il ricorso al Tar del Lazio era già stato fatto “per il riparto del fondo sanitario quando facevano finta di non sentire. Alla fine almeno hanno sbloccato la metà di quello che dovevamo avere, ma comunque si sono mossi ma solo dopo che è intervenuto il Tar del Lazio, non vorremmo fare questa cosa che francamente è indegno di un governo dell’Europa”, ha concluso De Luca.

Wimbledon, Alcaraz vince mentre Federer torna sul centrale da re

Wimbledon, Alcaraz vince mentre Federer torna sul centrale da reRoma, 4 lug. (askanews) – Carlos Alcaraz parte con il turbo nella seconda giornata di Wimbledon terzo Slam stagionale sui prati dell’All England Club di Londra e che quest’anno distribuirà un montepremi record: 44.700.000 sterline. Lo spagnolo numero uno al mondo è l’unico a completare il suo match in una giornata condizionata dalla pioggia. Sfrutta la copertura del centrale e batte il francese Jeremy Chardy con i parziali di 6-0, 6-2, 7-5. Alcaraz affronterà al 2° turno un altro transalpino, che uscirà dalla sfida tra Muller e Rinderkcnech. Nel giorno di Alcaraz, standing ovation per Roger Federer che torna sul Centrale di Wimbledon per la prima volta dopo l’annuncio del ritiro. Gli organizzatori del terzo Slam della stagione hanno allestito una breve cerimonia dedicando all’ex tennista svizzero un video con i suoi momenti più celebri. Federer, vestito con una elegante giacca marrone, è stato accolto al Royal Box dalla principessa Kate Middleton. Disco rosso causa pioggia per gli italiani. Il derby tricolore tra Matteo Berrettini, n.38 ATP, e Lorenzo Sonego, n.42 ATP, con il secondo avanti un set a zero (7-6). In programma, tempo permettendo anche Matteo Arnaldi, n.80 ATP, contro lo spagnolo Roberto Carballes Baena, n.57 del ranking, e Marco Cecchinato n.89 ATP, sorteggiato al primo turno contro il cileno Nicolas Jarry, n.28 ATP e 25esima testa di serie.