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Autore: Redazione StudioNews

Ue, ok a piano microprocessori e Tlc di 14 Paesi tra cui l’Italia

Ue, ok a piano microprocessori e Tlc di 14 Paesi tra cui l’ItaliaRoma, 8 giu. (askanews) – Via libera dall’Antitrust dell’Unione europea al progetto comune sui microprocessori “Ipcei Me/Ct” di 14 Stati dell’Ue, tra cui l’Italia. Lo ha annunciato la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager con una conferenza stampa. Il piano prevede 8,1 miliardi di euro di aiuti pubblici, a cui si dovrebbero aggiungere 13,7 miliardi di investimenti privati.

Il piano riguarda ricerche e sviluppo su progetti di micro elettronica e tecnologie di telecomunicazioni su tutta la catena del valore, sul disegno e sulla produzione di micro processori. Sosterrà 68 diversi progetti coinvolgendo 56 imprese, tra le quali anche Pmi. Con un comunicato, la Commissione europea rileva che il piano autorizzato – considerato di interesse comune dell’Ue, o Important Project of Common European Interest da cui l’acronimo Ipcei – punta a favorire le transizioni digitale e verde creando “soluzioni innovative sulla micro elettronica e le telecomunicazioni”, sullo sviluppando sistemi efficienti di produzione e contribuendo a fare progressi sulle nuove reti 5G e 6G, sull’intelligenza artificiale e sul quantum computing.

AstraZeneca, Wittum: investimenti per 97 mln euro nel 2023-2024

AstraZeneca, Wittum: investimenti per 97 mln euro nel 2023-2024Roma, 8 giu. (askanews) – “Nel biennio 2023/2024 AstraZeneca investirà in R&S 97 milioni di euro e realizzeremo più di 200 studi clinici, grazie alla collaborazione con oltre 300 centri di ricerca dislocati su tutto il territorio italiano. Per questo siamo convinti che serva collaborazione, semplificazione e una partnership tra pubblico e privato per confermare la leadership italiana in Europa e nel mondo”. Lo ha detto Lorenzo Wittum, Presidente e AD di AstraZeneca Italia durante la seconda edizione di “Talkin’ Minds: AstraZeneca parla al futuro” dal titolo “Dalla demografia all’economia: il ruolo delle scienze della vita per l’Italia”, organizzato a Roma con il patrocinio di Farmindustria e di Federated Innovation, a cui è intervenuto tra gli altri anche Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Al centro del dibattito tra istituzioni, società scientifica e mondo delle life science la trasformazione socio-demografica italiana, il suo impatto sul sistema sanitario e l’opportunità offerta da una popolazione più longeva e in salute.

La sfida demografica è oggi una delle più importanti, insieme a quella ambientale. Negli ultimi decenni la popolazione mondiale è infatti cresciuta rapidamente, è divenuta più longeva. Nel 2022 siamo arrivati ad 8 miliardi di persone e l’80% degli over 65 vive nelle 20 economie maggiormente sviluppate che producono l’85% del PIL mondiale. Nel nostro Paese il dato è ancora più rappresentativo, dal momento che l’Italia ha l’indice di vecchiaia – ovvero il rapporto tra la popolazione over 65 e quella under 15 – più alto nell’Unione Europea. Seppure grazie ai progressi dell’innovazione terapeutica e a una maggiore consapevolezza degli stili di vita oggi sia possibile prolungare la vita attiva e in salute, il peso delle malattie croniche e ad alto impatto sociale costituisce una sfida per i sistemi sanitari. “In questa edizione abbiamo voluto mettere al centro l’esigenza di un sistema sanitario e sociale che sia longevo e sostenibile e la necessità di affrontare in maniera strutturale i temi più critici: garantire l’accesso alle cure e al contempo diffondere una corretta cultura della prevenzione e della diagnosi precoce”, ha detto ancora Wittum.

Fondamentale il ruolo delle Life Science, definito il più grande investimento “in salute” al mondo e l’Italia non fa eccezione. Nel 2022 le imprese del farmaco – è stato evidenziato – hanno investito in Ricerca e Sviluppo 1,9 miliardi di euro, circa il 7% del totale degli investimenti in Italia (+11% rispetto al 2021). Dal 2017 al 2022 la crescita degli investimenti in R&S è stata del 22%, dinamica che ha portato a risultati molto importanti, in particolare in alcune aree di specializzazione, e frutto sempre più di partnership con le strutture pubbliche. Per ogni euro investito in studi clinici il beneficio economico complessivo per il Ssn è 3 euro. “Evidenziare le opportunità offerte dal cambiamento demografico è un’occasione importante affinché la longevità si possa tradurre in occasione di crescita e sviluppo per l’Italia, ha commentato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel messaggio inviato. “Vi è, infatti, una sempre più forte correlazione tra i temi della demografia e quelli della crescita economica, e in questo l’industria farmaceutica diviene sempre più un settore strategico perché in grado di fornire gli strumenti per migliorare la qualità di vita dei cittadini consentire loro di essere sempre di più parte attiva del mondo produttivo. Per tale ragione il Governo e questo Ministero si impegnano a sostenere le imprese straniere che intendono puntare sull’Italia, al fine di favorire l’attrazione di nuovi investimenti in ricerca e innovazione nel settore farmaceutico così da rendere il nostro Paese più competitivo, pronto ad affrontare le sfide future che ci attendono, rafforzando la nostra sicurezza e dunque la nostra crescita”.

Dal dibattito è emersa la necessità di un quadro di regole che riconosca la farmaceutica come settore strategico affinché l’Italia, nel quadro della competizione globale, possa mantenere e accrescere il suo valore industriale. È necessario coniugare accesso alle cure, sostenibilità della spesa, valorizzazione e rafforzamento degli investimenti, in un contesto di collaborazione pubblico-privato per l’attrattività del Paese e quindi: garantire un finanziamento adeguato alla domanda di salute e all’innovazione farmaceutica, con meccanismi per la valutazione degli effetti clinici, sociali ed economici delle cure; rendere politiche sanitarie e industriali coerenti con gli obiettivi di sviluppo del Paese; innovare e semplificare il sistema regolatorio, fondamentale per la competitività e per l’accesso alle terapie. “Il nostro Paese dal punto di vista strategico può e deve puntare sulla qualità della vita e sulla longevità come elemento di sviluppo e di valore, e questo obiettivo può essere raggiunto solo se investiamo sulla qualità della salute e delle cure – ha detto Ugo Cappellacci, Presidente XII Commissione Camera dei Deputati, intervenuto all’interno della tavola rotonda sulle politiche necessarie per garantire un sistema equo e sostenibile – Dopo il momento difficile dell’emergenza pandemica, durante la quale abbiamo fatto esperienza di quanto sia importante avere un Sistema Sanitario solido, è il momento di affrontare la sfida della longevità a nostro favore, facendo leva sull’importanza della prevenzione, in particolare in campo oncologico, attraverso programmi di screening volti ad una presa in carico precoce e ad una maggiore appropriatezza terapeutica”.

“L’aumento della longevità in Italia rappresenta una sfida significativa per la sostenibilità dei sistemi sanitari, rendendo necessario un nuovo modello che garantisca accesso alle cure, promuova la prevenzione e assicuri la sostenibilità delle cure. In questo contesto, l’investimento in innovazione farmaceutica, ricerca nelle terapie geniche, oltre alla digitalizzazione del settore delle life science, assumono un ruolo cruciale – ha dichiarato nel suo intervento Sandra Savino, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Innovazione farmaceutica e terapie geniche, in particolare, rappresentano un’opportunità significativa. Esse possono offrire soluzioni innovative per malattie attualmente incurabili o difficili da gestire. Parallelamente, la digitalizzazione offre l’opportunità di diagnosi precoce e gestione remota delle cure, contribuendo a ritardare la progressione delle malattie e a ridurre i costi sanitari. È importante considerare l’investimento non come un semplice costo, ma come una spesa d’investimento. Nonostante l’elevato costo iniziale, esse possono portare a un risparmio a lungo termine, riducendo i costi legati alla gestione cronica delle patologie e migliorando la qualità di vita dei pazienti. Questa visione richiede un cambio di prospettiva: si passa da un approccio di breve termine basato sui costi, a uno a lungo termine, incentrato sull’investimento per la salute e la longevità”.

Famiglie italiane sprecano quasi 20 kg di cibo all’anno

Famiglie italiane sprecano quasi 20 kg di cibo all’annoRoma, 8 giu. (askanews) – Gli italiani hanno sprecato nel 2018 in media 370 grammi alla settimana per famiglia di cibo, pari a quasi 20 kg per famiglia all’anno. E nel 2021 si è avuto un aumento dello spreco domestico che è arrivato a 420 grammi alla settimana per famiglia.

Il dato è allineato con quanto misurato in Olanda (365 g/settimana) e più basso di quanto rilevato in Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana). Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari lungo l’intera catena di produzione è un’importante priorità politica, inclusa negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) per il 2030. Sono i dati dell’Osservatorio Sprechi alimentari del Crea Alimenti e Nutrizione, presentati da Laura Rossi, nutrizionista e coordinatore dell’Osservatorio e membro del comitato scientifico della SINU, al XLIII Congresso Nazionale della SINU Società Italiana di Nutrizione Umana.

In Italia si gettano maggiormente prodotti completamente inutilizzati (43,2% vs 31% della quantità sprecata), mentre si riscontra una minor propensione a gettare gli avanzi del piatto (14,6% vs 20,0%) ed anche i prodotti aperti, ma non finiti di consumare perché scaduti (30,3% vs 36%). Nel 2021 si è avuto un aumento dello spreco domestico che è arrivato a 420 g/settimana/famiglia. Si osserva un maggior spreco nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, si riscontra una certa propensione di spreco alimentare nei segmenti di età più giovane e tra i nuclei familiari con maggiori disponibilità economiche. Di contro, la consapevolezza delle famiglie dell’impatto negativo dello spreco su diversi ambiti è piuttosto elevata. L’impatto economico è il più sentito (70%), di gran lunga superiore a quello sociale (59%) e ambientale (55%).

In un’ottica di maggiore consapevolezza e occhio ai consumi quotidiani, la SINU Società Italiana di Nutrizione Umana, in occasione del XLIII Congresso Nazionale, fornisce alcuni consigli, buone pratiche da mettere in atto nella vita familiare e quotidiana, per evitare lo spreco: pianificare il menù settimanale, definire le quantità da acquistare e cucinare, no agli acquisti d’impulso o in eccesso, fare sempre la spesa dopo mangiato e mai a stomaco vuoto, imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono e a leggere l’etichetta, riutilizzare gli avanzi, seguire la Dieta Mediterranea e le porzioni consigliate di ciascun alimento, preferire monoporzioni o porzioni piccole e infine educare le nuove generazioni.

Effetto “birra” per agroalimentare italiano: 8 volte su 10 si beve a pasto

Effetto “birra” per agroalimentare italiano: 8 volte su 10 si beve a pastoMilano, 8 giu. (askanews) – Quando vale “l’effetto birra” sull’agroalimentare italiano nel fuori casa? A misurarlo è una ricerca realizzata da Nomisma per Osservatorio birra e Agronetwork che racconta i consumi di birra nell’horeca attraverso il punto di vista di un campione di 1.000 consumatori tornati nei luoghi della socialità e di 100 professionisti del fuoricasa.

L’anno scorso fuori casa e birra sono cresciuti insieme: al +39% dei consumi agroalimentari fa eco il +21% di quelli della birra. Quando al ristorante, in pizzeria, al pub o in trattoria si ordina una birra, otto volte su 10 si sceglie di accompagnarla con cibo della tradizione italiana: con una pizza, per aperitivo con formaggi e salumi del territorio, con un primo della tradizione o un secondo di carne o di pesce. La birra, quindi, si conferma un traino per la fetta di consumi agroalimentari nel fuoricasa che, stime Nomisma/Istat, nel 2022 vale 89,7 miliardi di euro. Un fuoricasa che, rivela lo studio Osservatorio Birra/Agronetwork, è sempre più legato a materie prime italiane, ai prodotti agroalimentari e alle bevande di qualità, locali o legati al territorio. Secondo gli addetti ai lavori dell’horeca, negli ultimi due anni il consumo di prodotti agroalimentari di alta qualità nei locali italiani è aumentato (44%). E quello delle bevande registra addirittura il 53%. Interrogati sulle tendenze del momento del fuoricasa, i ristoratori italiani hanno risposto “il ritorno della tradizione, ma di qualità” (50%), “ricette e materie prime legate al territorio” (41%), “trattorie moderne e cibo come una volta” (32%). E c’è anche un ristoratore su 10 (il 9%) che sostiene che la vera novità di questo nuovo trend basato sugli elementi della tradizione siano le bevande low o zero alcol.

La birra, dunque, al centro del nuovo fuoricasa? In realtà lo era anche prima della pandemia. Se tre addetti ai lavori su 10 hanno notato un aumento dei consumi di birra nel locale, sei su 10 ritengono che il consumo di birra sia stabile rispetto al 2019. Per il 55% è una bevanda che non può mancare nell’offerta del locale, per il 58% lo era già prima della pandemia. Quello che sembra emergere è che il peso della birra nella ristorazione italiana sia destinato a crescere ancora: a sentire i gestori in quattro locali su 10 questa bevanda incide oggi tra il 10% e il 15% sul business. E nei prossimi 5 anni questa percentuale è destinata a crescere fino al 20-25%, con punte del 50%. In particolare, la birra è la bevanda più richiesta nei locali (59%), davanti alle bollicine (39%) al vino bianco (38%) e al vino rosso (34%). Secondo i ristoratori la versatilità, nelle occasioni di consumo (40%) e nell’abbinamento a tutto pasto (24%), è la chiave del suo successo rispetto ad altre bevande. Lo confermano i consumatori, che nell’ultimo anno hanno preferito la birra per il suo gusto (62%), per la sua leggerezza (52%) e perché si abbina bene con tutte le portate (43%). Otto consumatori su 10, poi, sostengono che la qualità dell’offerta delle birre sia fondamentale per la scelta del locale. Preferiscono (60%) birra prodotta nel nostro Paese o in una regione specifica.

A proposito di abbinamenti, per oltre il 90% dei professionisti dell’horeca la birra è adatta a sostenere anche il consumo di prodotti agroalimentari di qualità. I consumatori dal canto loro affermano, per il 76%, che pizza e birra sono un mix evergreen, anche se ormai viene ordinata a tutto pasto. È infatti, molto gettonato anche il connubio con stuzzichini o finger food per l’aperitivo (51%), con antipasti di terra o di mare (43%) e primi piatti (27%). L’approccio alla qualità, nel bicchiere e nell’abbinamento, è confermato dall’identikit del consumatore di birra agli occhi di chi lo osserva tutti i giorni dalla cucina, dalla sala o da dietro al bancone. Millennial, curioso e attento a qualità del servizio e dell’abbinamento col cibo; ha tra i 30-44 anni (la fascia di età con maggiori disponibilità economiche), è attento allo stile/tipologia di birra (51%) e al suo corretto servizio (23%); apprezza la varietà dell’offerta, chiedendo, indifferentemente la classica lager (che resta la preferita per due consumatori su tre) o birre speciali e di territorio.

Migranti: Piantedosi: non un “no” netto, ma negoziare ancora

Migranti: Piantedosi: non un “no” netto, ma negoziare ancoraLussemburgo, 8 giu. (askanews) – “Non possiamo proporre una riforma che sarebbe destinata nei fatti a fallire, quindi nei termini in cui ci sono state presentate le ultime proposte negoziali” sul Patto Ue su Immigrazione e asilo, riteniamo che “ci siano ancora molte cose da fare. Non voglio esprimere da subito una posizione nettamente contraria, ma su alcuni punti dobbiamo immaginare la possibilità di negoziare ancora su un sistema europeo sostenibile”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante il suo intervento in sessione pubblica a Lussemburgo, al Consiglio Affari interni dell’Ue.

Alpitour World, cinque nuovi hotel per la collezione VRetreats

Alpitour World, cinque nuovi hotel per la collezione VRetreatsFirenze, 8 giu. (askanews) – VRetreats, la collezione di hotel di lusso di Alpitour World, si arricchisce di cinque nuovi hotel in luoghi iconici e strategici d’Italia: un risultato che sottolinea lo sviluppo della collezione, da sempre votata agli amanti dell’arte, della storia e della cultura, con l’obiettivo di ridisegnare il concetto di lusso, non più fine a sé stesso, ma come chiave di accesso alla bellezza del nostro Paese.

Nata nel 2021 con appena tre strutture, oggi VRetreats vanta nove hotel di charme e dimore storiche dalla forte personalità: la collezione è riconosciuta e apprezzata da un segmento premium nazionale, ma soprattutto internazionale, amante dell’arte e della cultura italiane. Il percorso di sviluppo è stato costante e graduale, sempre focalizzato alla ricerca di indirizzi unici e di grande pregio artistico: aspetti che VRetreats esalta, valorizzando la natura degli edifici originari, percorsi da un passato importante e impreziositi da chiostri, giardini interni e terrazze che creano un continuum con l’ambiente esterno e in cui gli ospiti possono riconnettersi a sé e al luogo. La forte vocazione di VRetreats ha permesso alla collezione di posizionarsi tra le più promettenti realtà di hôtellerie italiane: la catena ha chiuso il 2022 con oltre 33 milioni di euro di fatturato, mentre le previsioni per il 2023 mirano a superare i 57 milioni e un EBITDA di oltre 20 milioni, grazie anche ai nuovi ingressi.

“Siamo molto soddisfatti del lavoro realizzato” – commenta Gabriele Burgio, Presidente e Amministratore Delegato di Alpitour World, di cui VRetreats è parte. “È un bell’esempio di chiara visione e di sviluppo di asset strategici per il business e per il turismo del nostro Paese. Le nuove acquisizioni sono tutte operative, tranne per il Cervino che aprirà nell’autunno. Nel 2024 ci aspettiamo che il marchio faccia un ulteriore scatto in avanti sia in termini di fatturato ed EBITDA, sia in termini di strutture.” I nuovi VRetreats hanno un ruolo essenziale nel posizionamento del brand, perché permetteranno di presidiare diversi circuiti turistici e di ampliare l’offerta, proponendo località dall’alto potenziale e molto amate: Siracusa, Lecce, Olbia, Cervinia e Firenze.

Ad aprire la stagione delle acquisizioni, è stato l’Hotel Roma: storico albergo sull’isola di Ortigia, è ricavato da un antico palazzo di fine ‘800 e realizzato con la stessa pietra calcarea dei templi greci, custodisce cortili interni e un giardino pensile, è adiacente al Duomo ed è nel pieno centro di Siracusa, capolavoro del Barocco siciliano. È allo studio un progetto di ristrutturazione degli ambienti comuni e delle camere, per restituire all’edificio la solennità e il fascino che gli competono. Sempre al sud Italia, entra in collezione Palazzo Sant’Anna, situato nel cuore di Lecce, città rinomata per l’influsso Barocco, l’architettura di straordinaria bellezza e il mare del Salento. Concepito come un piccolo albergo diffuso con corti, giardini e terrazze panoramiche, è stato profondamente ristrutturato nei tre blocchi originari, due del ‘700 e uno del ‘300. È stata mantenuta la conformazione e la pietra leccese dell’antico convento, inserendo però elementi di estetica contemporanea, mobili di antiquariato e oggetti di design, oltre a tecniche bioenergetiche per migliorarne le performance e rendere l’ambiente sano e confortevole.

Spostandosi a Olbia, vicino a Capo Ceraso e immerso tra le bellezze della Sardegna nordorientale, si trova il Cala Cuncheddi, un resort in stile contemporaneo a pochi passi dal mare e dalla spiaggia privata, su cui domina la splendida piscina a sfioro. Si trova in un parco di ulivi secolari e alberi di mirto, è un’oasi di relax in connessione con la natura in posizione strategica per escursioni e offre esperienze gourmet, wine tasting e servizi SPA per rigenerarsi. Il VRetreats Cervino ha un ruolo centrale nel posizionamento del brand, finora orientato a city hotels e resort di lusso sul mare. L’hotel cinque stelle si trova, infatti, sul confine italosvizzero nel cuore delle Alpi, è stato inaugurato a ottobre 2021, dopo una profonda ristrutturazione che ha trasformato la vecchia autorimessa in disuso in un elegante rifugio dal design raffinato e perfettamente integrato con il territorio: il progetto si è servito di elementi naturali come legno e vetro per favorire l’integrazione con il contesto e rendere la struttura fortemente ecocompatibile, grazie anche a impianti innovativi per performance elevate, oltre a uno spiccato tocco di design. Chiude la panoramica, l’acquisizione più recente: Il Tornabuoni di Firenze, tra gli edifici più storici e simbolo di pregio e fascino sin dal XIII secolo, quando la famiglia Bombeni lo fece realizzare, poi passato alla famiglia inglese Minerbetti, discendente dei Becket. Oggi lo stile rievoca il Rinascimento, con camere dai colori forti e dai tessuti importanti, dove si respira ancora l’arte di chi, negli anni, lo ha scelto: Henry James, la famiglia Agnelli, John Steinbeck, l’attore Fredric March, Lord Spencer, Barbara Bush, solo per citarne alcuni. Possiede una terrazza da cui ammirare la città, si trova nella via della moda ed è a pochi passi dal Ponte Vecchio, Piazza della Signoria, Piazza della Repubblica e dalla Cattedrale Santa Maria del Fiore. “L’investimento totale per le nuove strutture supera i 24 milioni nel 2023 – prosegue Paolo Terrinoni, Amministratore Delegato di VOIhotels, di cui VRetreats fa parte. “Il piano di crescita mira a raggiungere 12 strutture entro la fine dell’anno, ma solo se troveremo le opportunità che sposano la nostra visione. Ognuno dei nuovi hotel è stato selezionato per l’anima che custodisce, i dettagli storici e le scelte che hanno orientato le ristrutturazioni: VRetreats è una filosofia, un approccio al business che guarda ai particolari, ancor prima dei numeri.” VRetreats ha una media ADR di circa 500 euro, ospita per l’80% stranieri e attualmente ha 570 chiavi a disposizione. Fa parte, insieme a VOIhotels, della divisione hôtellerie di Alpitour World: questa Business Unit ha realizzato 134 milioni di fatturato nel 2022 e un milione di presenze. Grazie ai nuovi ingressi, sia in VRetreats, sia in VOIhotels, oggi possiede oltre 4.600 camere e punta a un obiettivo 180 milioni di fatturato per il 2023.

Consorzio Garda Doc presenta alla stampa la prima Carta dei suoli

Consorzio Garda Doc presenta alla stampa la prima Carta dei suoliMilano, 8 giu. (askanews) – Il Consorzio Garda Doc ha presentato oggi alla stampa la prima Carta dei suoli della Denominazione, nel corso di un convegno sui vini e sul territorio del Garda Doc organizzato all’Auditorium de il Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera (Brescia).

“Questo documento rappresenta un punto di arrivo di diversi studi promossi dal Consorzio, condotti negli ultimi anni, a testimonianza del continuo impegno ed investimento del nostro Ente nel campo scientifico” ha dichiarato il presidente del Consorzio Garda Doc, Paolo Fiorini, sottolineando che “questa importante opera scientifica sarà sicuramente una risorsa preziosa per tutta la comunità”. “Lavorando a questo progetto ho coniato un nuovo termine per esprimere al meglio ciò che costituisce l’aspetto più caratterizzante della denominazione Garda Doc, ovvero la sua sorprendente varietà di suoli: ‘pedodiversità’” ha dichiarato Giuseppe Benciolini, pedologo specialista in rilevamento ed elaborazione delle carte dei suoli che ha curato il progetto, spiegando che “questo territorio, infatti, racchiude al suo interno diversi tipi di suolo che sono a loro volta derivati dalla grande varietà di processi geologici e di modellamento geomorfologico che hanno interessato il continente negli ultimi 200 milioni di anni”.

La Carta dei suoli è entrata anche in un documentario di 11 minuti che racconta la ricchezza e la storia millenaria dell’areale vitivinicolo gardesiano. “Un video che cerca di unire un linguaggio scientifico con un taglio divulgativo e accessibile a tutti” ha precisato Benciolini, sottolineando che “l’intento è stato quello di realizzare uno strumento che non rischiasse di restare archiviato in qualche libreria, ma diventasse una vera risorsa per la comunità”.

Ucraina: rientrata in Italia missione pace Festival Canzone Cristiana

Ucraina: rientrata in Italia missione pace Festival Canzone CristianaRoma, 8 giu. (askanews) – La “Missione per la Pace” in Ucraina del Festival della Canzone Cristiana è rientrata in Italia dopo tre giorni colmi di visite e incontri. La “Missione per la Pace” del Festival della Canzone Cristiana www.sanremofestivaldellacanzonecristiana.it ha voluto consegnare il proprio messaggio cristiano di speranza al popolo ucraino martoriato dalla guerra e dalle sue tragiche conseguenze. Il Cantautore Fabrizio Venturi, Direttore artistico del Festival, insieme al giornalista Biagio Maimone, ha partecipato, il 2 giugno, alla Festa della Repubblica italiana, organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Kiev. Fabrizio Venturi ha espresso la propria solidarietà al popolo ucraino: “Siamo qui ad attestare la vicinanza del popolo italiano al popolo ucraino martoriato dalla guerra, ma anche per offrire un contributo, mediante il messaggio cristiano del nostro Festival, affinché si arresti definitivamente il genocidio di infinite persone innocenti, appartenenti all’una e all’altra sponda. Un pensiero e una preghiera va alle vittime che muoiono negli scontri, siano essi russi, siano essi ucraini. E non vi è dubbio che ucraini e russi innocenti muoiono a causa della guerra. La guerra semina solamente morte per tutti. La parola di Gesù ci insegna ad essere fautori della Pace: è questo il nostro messaggio, che desideriamo giunga nei cuori di chi decide le sorti del popolo ucraino”. Come da programma, prima di entrare nella Capitale, la delegazione del Festival della Canzone Cristiana ha visitato la Città di Irpin, distrutta dagli attacchi delle forze russe, la quale dista 7 chilometri da Kiev. Venturi si è recato dal Sindaco Oleksandr Markushin per esprimergli la propria solidarietà e, nel contempo, la propria vicinanza ai cittadini di Irpin. Ha invitato il Sindaco alla prossima edizione del Festival della Canzone Cristiana, che si terrà a Sanremo, al quale ha rivolto le seguenti parole: “È davvero straordinaria la vostra forza vitale che vi ha consentito di ricostruire la città in poco tempo. In guerra non vi sono vincitori e vinti, ma il grande affanno e la grande sofferenza dell’essere umano. Vedere un Sindaco che protegge con un immenso afflato d’amore i suoi cittadini è davvero emozionante. La invito ufficialmente a Sanremo per la prossima edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024″. Il giorno successivo ha visitato, insieme ad alcuni Sindaci ucraini, l’Ospedale Pediatrico Kyiv Regional Children’s Hospital, il cui Ceo è la Dottoressa Kateryna Savinova, la quale ha dichiarato:”Grazie alla solidarietà del vostro Paese molti bambini ucraini sono stati curati in Italia. Nel nostro centro Pediatrico lavorano 100 chirurghi e 160 infermieri. Stiamo aprendo diversi reparti, tra cui quello di oncologia e chiediamo sostegno”. Erano presenti all’incontro diversi Direttori di altri Ospedali pediatrici, tra cui il Direttore di un Ospedale civile devastato dagli attacchi militari dell’esercito russo. Alcuni di essi emozionati hanno raccontato le atrocità subite dalla popolazione a causa della guerra, nonché il dolore per la sofferenza e la morte di molti innocenti. Nel corso della visita ai bambini ricoverati nella struttura ospedaliera, Fabrizio Venturi ha voluto esprimere loro il proprio amore cantando la canzone ‘Caro Padre’, un inno alla fede, una preghiera cantata nello stile pop rock. “È importante rinforzare il ponte umanitario tra l’Italia e l’Ucraina. Ho assistito, in prima persona, alla devastazione della guerra e alle sue drammatiche conseguenze. Intendo impegnarmi per aiutare la popolazione ucraina” ha dichiarato Venturi, il quale ha aggiunto: “Molta commozione hanno suscitato in me i bambini ricoverati nell’Ospedale pediatrico. Ho voluto regalare loro un sorriso cantando. Ad un bambino colpito dalle schegge di una bomba, sganciata due giorni fa, ho regalato il mio disco ‘Caro Padre’ ed ho giocato con lui. Ho compreso, con grande amarezza, che i bambini sono coloro che maggiormente subiscono le atrocità della guerra”.

Livia Pomodoro e il teatro No’hma: inclusione, società e futuro

Livia Pomodoro e il teatro No’hma: inclusione, società e futuroMilano, 8 giu. (askanews) – Un teatro che vuole essere diverso, che mette al centro le persone e guarda a tutto il mondo, con le sue tante anime e le sue diversità. È il progetto del teatro No’Hma di Milano, presieduto e diretto da Livia Pomodoro, che porta avanti la lezione delle sorella Teresa, attrice e regista scomparsa nel 2008 che 26 anni fa ha fondato il teatro.”Questo è un teatro particolare – ha detto Livia Pomodoro ad askanews – perché non si paga il biglietto d’ingresso e questa è stata una scelta utopica di mia sorella, che ha sempre ritenuto che l’arte appartenga a tutti, senza distinzioni di censo, di etnie e di diversità”.

L’idea forte che continua a sostenere il progetto è quella dell’inclusione, che passa anche attraverso la dimensione culturale del teatro. “Noi non facciamo alcuna differenza – ha aggio sto la presidente – cerchiamo di includere tutti coloro i quali vogliono apprendere dal teatro elementi di vita e di comportamento, naturalmente positivi. È una proposta culturale che prevede anche una sorta di disseminazione, in Italia e nel mondo, perché noi il teatro lo portiamo spesso fuori da questo bellissimo luogo, ma vogliano essere in tanti luoghi diversi. Ogni anno abbiamo, per esempio, una programmazione sul dono alla città di Milano che facciamo un po’ dappertutto”. Dal 2008 inoltre il teatro organizza il premio internazionale “Il Teatro Nudo” di Teresa Pomodoro. “Questo premio ha avuto moltissimi riconoscimenti e praticamente è entrato nel gotha internazionale, tanto che noi abbiamo compagnie che vengono dalla Mongolia o dall’Australia, ora abbiamo qui una compagnia di Taiwan. Poi avremo ancora la Thailandia e ancora il Tennessee, per concludere una stagione nella quale abbiamo avuto tantissimi altri spettacoli, alcuni europei ma soprattutto dal resto del mondo, perché noi giriamo in tutto il mondo”.

Una visione globale, insomma, che vuole però essere anche rivolta al futuro, un’altra delle parole chiave del progetto di No’hma, dove la tecnologia viene usata come mezzo, potente, ma non come fine. “Una caratteristica di questo teatro – ha concluso Livia Pomodoro – è che noi facciamo tutti gli spettacoli anche in streaming e stiamo facendo anche molti spettacoli on live, secondo l’idea del professor Floris dell’Università di Oxford: perché in questo modo mettiamo in collegamento due platee e due palcoscenici che si riconoscono nello stesso momento nel quale si fa lo spettacolo”. Un riconoscimento che è necessariamente di natura culturale, ma prende anche forti connotazioni sociali che lo rendono vivo, presente e, soprattutto, rilevante.

Cinema, al festival di Milazzo festa per la Hollywood d’Italia

Cinema, al festival di Milazzo festa per la Hollywood d’ItaliaRoma, 8 giu. (askanews) – A Milazzo, in Sicilia, è iniziato in pompa magna il Festival del Cinema Italiano. Come più volte annunciato dal Patron e Dirett artistic Franco Arcoraci si connota, sin da subito, come rassegna di alto livello. Nel Teatro Trifiletti Paky Arcella e Noemi Gherrero, con la Madrina del Festival Daniela Lucchesi, hanno aperto l’edizione corrente della rassegna cinematografica, che vedrà ospiti e premiati di livello internazionale. Lungo le vie di Milazzo, da alcuni giorni, si respira l’aria di Hollywood, che genera emozioni paragonabili a quelle della notte degli Oscar.

Sono attese sul palco del Teatro Trifiletti star come Matt Dillon, Oscar Vittorio Alfre Woodard, Lawrence Bender, Rocco Papaleo, Giorgio Pasotti, Maria Grazia Cucinotta. Il Festival, ieri sera, è iniziato con il ricordo di Massimo Troisi: è stato proiettato il documentario a lui dedicato dal titolo “Buon compleanno Massimo”, con la regia di Marco Spagnoli, che è un racconto della vita artistica e quotidiana del grande attore napoletano. Sempre nel Teatro Trifiletti si è svolto lo spettacolo dal titolo “Permettere che vi racconti” , nonché Edoardo Romano incontra i Trettrè, con canzoni e musiche interpretate da Pasquale Sessa e Carolina Ferrara. Oggi si svolge la diretta del Festival sulla Rai con il programma “Casa Italia”, condotto da Carlo Gentile e di Roberta Ammendola.

Prevista la proiezione dei cortometraggi: “Insetti” di Greta Zamparini, “Quando l’universo avrà fine” di Enzo Piglionica, “La confessione” di Giuseppe D’Angelo e Simone D’Alessandro, “Lezione di prova” di Mattia Rigatti e “Lampi” di Paolo Santamaria. A seguire la proiezione Cortometraggi Scuola (fuori concorso). Poi la dimostrazione trucco cinematografico con effetti speciali, a cura de “I Grandi Maestri del Make-up” e l’intervento di Ivan Scinardo, Direttore della Sede Sicilia CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia). Alle ore 15.30, nel Teatro Trifiletti, la proiezione del documentario su Franco Zeffirelli, a cura di Matteo Mascotto, con il Produttore Matteo Cichero. Alle ore 16.45, sempre nel Teatro Trifiletti, la proiezione del film opera prima “I Buonisti” di Salvo Grasso con Toti e Totino, Mario Opinato, Enrico Guarneri e molti altri.

Alle ore 18.30, nel Palazzo D’Amico, l’inaugurazione-mostra “L’uomo che disegnava i sogni” con l’architetto Francesca Maio, il critico d’arte Francesco Gorga, la Signora Elena Renzoni (moglie di Nano Campeggi) e la madrina della mostra Stefania Casini. Alle ore 19.30, in piazza della Repubblica, Aperitivo con Show Cooking (degustazione di prodotti tipici siciliani). Alle ore 21, nel Teatro Trifiletti, lo spettacolo “Ghisaglia Blu”, con Maria Pia Iannuzzi. Alle ore 22, in Piazza Duomo, lo spettacolo “Amarcord”: conducono Paky Arcella e Noemi Gherrero con Viola Valentino, Serena De Bari, Beat 90’S, Gino Accardo, Orazio Rani, Heaven Di Battista e molti altri.