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Autore: Redazione StudioNews

Il capo della Wagner ordina ai suoi uomini di non fare più prigionieri ucraini: “Uccideteli tutti”

Il capo della Wagner ordina ai suoi uomini di non fare più prigionieri ucraini: “Uccideteli tutti”Roma, 24 apr. (askanews) – “Uccideteli tutti”: il capo del gruppo paramilitare russo Wagner ha dichiarato che le sue truppe non prenderanno più prigionieri ucraini, in reazione ad una presunta esecuzione di uno dei suoi uomini da parte delle forze di Kiev.

“Non conosciamo il nome del nostro ferito che è stato colpito da miserabili ucraini. Ma uccideremo tutti sul campo di battaglia. Non faremo più prigionieri”, ha dichiarato Evgeny Prigozhin in un messaggio pubblicato su Telegram dal suo ufficio stampa e rilanciato oggi dalle agenzie internazionali.Prigozhin stava reagendo a un’altra registrazione audio postata su Telegram e presentata come una conversazione tra militari ucraini che ordinavano l’esecuzione di un combattente catturato del gruppo paramilitare. Afp non è stata in grado di confermare l’autenticità di quest’ultima registrazione.

 

Lvmh prima società europea a capitalizzare 500 miliardi di dollari

Lvmh prima società europea a capitalizzare 500 miliardi di dollariRoma, 24 apr. (askanews) – Il gruppo francese del lusso LVMH è diventato la prima società europea a raggiungere i 500 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, grazie al rialzo delle sue azioni e al rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro.

Le azioni della società quotata a Parigi sono salite dello 0,3% stamani rispetto alla chiusura di venerdì a 903,7 euro, raggiungendo brevemente una capitalizzazione di mercato di 454 miliardi di euro. Ciò equivale a 500,3 miliardi di dollari, dato che l’euro ha raggiunto quota 1,1019 dollari. LVMH, controllata dal miliardario Bernard Arnault, ha registrato un aumento del 17% dei ricavi nel primo trimestre grazie alla ripresa del mercato del lusso cinese.

Ue, Salvini: Di Maio inviato speciale? Conto che ci ripensino

Ue, Salvini: Di Maio inviato speciale? Conto che ci ripensinoFirenze, 24 apr. (askanews) – “Con tanti diplomatici di carriera che hanno fatto tanto in Italia e in Europa mandare a mediare il signor Di Maio Luigi è curioso, e non è l’unica iniziativa curiosa fatta da alcune istituzioni europee, che sono più ideologiche che pragmatiche, penso alle direttive sulle case green, auto green, formaggi farlocchi, carni sintetiche. Conto che ci ripensino perché sono convinto che in Italia e in Europa ci siano curriculum superiori a quello, pur rispettabile, dell’ex ministro. Non è una questione personale”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, rispondendo ai giornalisti sulla nomina di Luigi Di Maio inviato speciale Ue per il Golfo Persico. Salvini ha parlato a margine di un sopralluogo ai cantieri di Autostrade per l’Italia tra Firenze Sud e Incisa.

25 aprile, Mattarella: tenere viva la memoria di un periodo drammatico della nostra storia

25 aprile, Mattarella: tenere viva la memoria di un periodo drammatico della nostra storiaRoma, 24 apr. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricevuto al Quirinale una rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nella ricorrenza del 78° anniversario della Liberazione, ha lodato nell’occasione “l’impegno e la determinazione che le vostre associazioni impiegano ogni giorno per tener viva la memoria di un periodo tra i più drammatici della nostra storia contribuendo in ampia misura a far conoscere e non dimenticare quanti hanno lottato per la difesa degli ideali di indipendenza e di libertà che permisero la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista”. Lo riferisce una nota del Colle.

Dopo i saluti del vicepresidente del Consiglio nazionale permanente delle Associazioni d’Arma e presidente dell’Unione Nazionale Ufficiali in congedo d’Italia, generale Federico Sepe, e del presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, prof. Claudio Betti, sono intervenuti il ministro della Difesa, Guido Crosetto e il presidente della Repubblica. Erano presenti rappresentanti del Governo, del Parlamento, autorità civili, militari e religiose.

Affonda un barchino carico di migranti in acque italiane: un morto e 20 dispersi

Affonda un barchino carico di migranti in acque italiane: un morto e 20 dispersiLampedusa, 24 apr. (askanews) – Un naufragio in acque italiane con un barchino di 7 metri che è affondato. A salvare 34 migranti un peschereccio che ha pure recuperato il cadavere di un uomo. I sopravvissuti e il corpo del migrante morto sono stati trasbordati successivamente dalla Guardia Costiera a Lampedusa. I migranti salvati però riferiscono che all’appello mancherebbero altre 20 persone. Sono in corso, infatti, le ricerche di eventuali dispersi, nell’area Sar italiana dove si è verificato il naufragio, da parte della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza. I sopravvissuti, nelle prossime ore, verranno sentiti anche dalla Squadra mobile nell’hotspot di Lampedusa.

British Airways, FT: rischia stop Ue su acquisizione Air Europa

British Airways, FT: rischia stop Ue su acquisizione Air EuropaRoma, 24 apr. (askanews) –

British Airways rischia di vedersi bloccare il suo nuovo piano di acquisizione della spagnola Air Europa dall’Antitrust dell’Unione Europea. Lo riporta il Financial Times citando diverse fonti vicine alla questione. Il quotidiano mantiene l’anonimato su queste fonti ma, dalle frasi attribuite ad una tra loro sembra trattarsi di una fonte dell’Unpne. “E’ la seconda volta che questa fusione viene tentata e non sembra andare bene. La prima non ci è piaciuta – ha detto – stavolta andrà peggio”.

All’esame delle autorità Ue c’è il piano elaborato da Iag, la holding che controlla British Airways. Resta la possibilità, ma con margini risicati che venga concessa una autorizzazione condizionata all’assunzione di determinati obblighi. British Airways aveva effettuato un primo tentativo di acquisizione di Air Europa nel 2021.

Inquinamento: milanesi divisi tra disagi e necessità di cambiamento

Inquinamento: milanesi divisi tra disagi e necessità di cambiamentoMilano, 24 apr. (askanews) – Milanesi divisi tra disagi e danni di una cattiva qualità dell’ambiente e dell’aria e resistenza a superare vecchi modelli mobilità e vecchie abitudini. Insomma confusi e poco reattivi riguardo i danni diretti che l’inquinamento atmosferico produce sulla salute: solo il 9 per cento di loro effettuerebbe ora le opere di efficientamento energetico per adeguarsi alle recenti direttive UE sulle case green – uno dei tasselli della complessa strategia per la riduzione dei inquinanti e per la transizione energetica – e almeno uno su 2 è contrario alla strategia delle “Città a 30km/h” temendone più le complicazioni che puntando ai benefici.

I dati – che emergono da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sullo stato dell’arte delle città italiane in materia di sostenibilità ambientale – descrivono atteggiamenti di resistenza e oppositivi verso azioni concrete che possono portare a miglioramenti della qualità dell’aria malgrado siano sempre più alti gli allarmi sui danni diretti alla salute provocati dall’inquinamento atmosferico lanciati dall’Agenzia Europa per l’Ambiente. In due report diffusi nelle stesse ore in cui sono stati resi noti i dati del sondaggio Changes Unipol, l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha infatti stimato in oltre 1.200 i minori morti in Europa vittime dell’inquinamento atmosferico; e ha ribadito che la Pianura Padana è tra le regioni europee con i più alti livelli di particolato (Pm10 e Pm2.5), ben al di sopra degli standard fissati dall’Oms e di quelli dell’Ue. Diversi i fattori alla base di questo conflitto di atteggiamento, primo tra gli altri quello relativo ai costi economici diretti da affrontare per adeguarsi alle indicazioni più virtuose. Dal sondaggio Changes Unipol, emerge per esempio che a causa delle minori agevolazioni, 1 milanese su 4 (24%) non effettuerà opere di efficientamento energetico, mentre 1 su 3 (33%) non si farà bloccare dalla novità. Altro fattore la poca consapevolezza dell’impatto sull’ambiente delle proprie abitudini e dei propri standard. Ben il 42% dei milanesi – riporta il sondaggio – ad esempio non è a conoscenza della classe di efficienza energetica della propria abitazione, a testimonianza di come sia opportuno fornire alle persone un quadro più completo e specifico dello stato del proprio edificio e dei vantaggi derivanti da attività di efficientamento green.

Eppure solo il 12% dei milanesi si dichiara soddisfatto della qualità dell’aria della città rispetto a una media del 30% a livello nazionale. Sono invece il 50% dei milanesi a non reputare buona la qualità dell’aria. Inoltre, negli ultimi due anni, si è diffusa la percezione di un peggioramento della qualità dell’aria (33%). E per quanto riguarda la quantità di aree verdi urbane: solo un milanese su quattro (27%) si dichiara molto soddisfatto. Dati che confermano una contraddizione tra atteggiamento e volontà: ci si lamenta in sostanza della cattiva qualità dell’ambiente, ma si resiste all’ipotesi di affrontare cambiamenti virtuosi. Non mancano però le buone intenzioni: tra le possibili soluzioni per migliorare la sostenibilità green delle città, più di 7 milanesi su 10 (73%) si dichiarano favorevoli a un incremento delle aree pedonali. In particolare, a Milano 1 cittadino su 3 (30%) reputa che questa soluzione possa contribuire fortemente alla riduzione di traffico e inquinamento. Tuttavia alle buone intenzioni si contrappongono le abitudini che si vogliono garantire: secondo il 62% dei milanesi – emerge dal sondaggio – la priorità in tema di mobilità deve rimanere quella di agevolare la vita dei singoli cittadini/di chi si sposta in macchina per lavoro. Per contro nonostante la maggioranza pensi alla priorità della mobilità del singolo, Milano è la città che usufruisce maggiormente dei servizi di sharing rispetto alle altre città metropolitane: scooter elettrici (13%) e monopattini elettrici (9%) in sharing i servizi che registrano gli incrementi maggiori, seguiti da bike sharing e car sharing. Insomma dinanzi alle scelte per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente i milanesi si mostrano confusi, e forse poco coerenti.

Nel mondo è corsa agli armamenti. Secondo Sipri in Europa nel 2022 la spesa è aumentata del 13%

Nel mondo è corsa agli armamenti. Secondo Sipri in Europa nel 2022 la spesa è aumentata del 13%Roma, 24 apr. (askanews) – La spesa militare globale è aumentata del 3,7% in termini reali nel 2022, raggiungendo un nuovo massimo di 2.240 miliardi di dollari: in particolare l’Europa ha registrato il suo più forte aumento annuale, negli ultimi 30 anni, con un +13% sui 12 mesi precedenti. E’ quanto emerge dai nuovi dati sulla spesa militare globale pubblicati oggi dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). I tre paesi che hanno speso di più nel 2022, si spiega, sono Stati Uniti, Cina e Russia: insieme rappresentano il 56% del totale mondiale. L’Italia occpua il 12esimo posto del ranking di Sipri, immediatamente dietro l’Ucraina, con una spesa di 33,5 miliardi di dollari nel 2022, in calo del 4,5% rispetto all’anno precedente. La percentuale di spesa rispetto al Pil è stata, secondo Sipri, dell’1,7%. LE PREOCCUPAZIONI PER GUERRA IN UCRAINA E TENSIONI IN ASIA La spesa militare mondiale è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo nel 2022 fino al massimo storico di 2.240 miliardi di dollari. L’aumento di gran lunga più marcato della spesa (+13%) è stato registrato in Europa ed è in gran parte legato all’invasione russa dell’Ucraina, secondo quanto spiegato da Sipri. Gli aiuti militari all’Ucraina e le preoccupazioni per un’accresciuta minaccia da parte della Russia hanno infatti fortemente influenzato le decisioni di spesa di molti Stati, così come un ruolo determinante hanno avuto anche le tensioni nell’Asia orientale.

‘Il continuo aumento della spesa militare globale negli ultimi anni è un segno che viviamo in un mondo sempre più insicuro, ha affermato Nan Tian, ricercatore senior presso il programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Gli Stati stanno rafforzando la forza militare in risposta a un ambiente di sicurezza in deterioramento, che non prevede un miglioramento nel prossimo futuro’. SPESA MILITARE IN EUROPA A LIVELLI DELLA GUERRA FREDDA La spesa militare degli stati dell’Europa centrale e occidentale è stata di 345 miliardi di dollari nel 2022. Per la prima volta, la spesa di questi Stati ha superato quella del 1989, mentre la Guerra fredda stava già concludendosi, ed è stata del 30% superiore a quella del 2013. Gli stati europei, in particolare, hanno aumentato significativamente le loro spese militari in seguito all’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, mentre altri Paesi hanno annunciato piani per aumentare i livelli di spesa per periodi fino a un decennio. ‘L’invasione dell’Ucraina ha avuto un impatto immediato sulle decisioni di spesa militare nell’Europa centrale e occidentale. Ciò include piani pluriennali per incrementare la spesa di diversi governi, ha confermato Diego Lopes da Silva, ricercatore senior presso il programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Di conseguenza, possiamo ragionevolmente aspettarci che la spesa militare nell’Europa centrale e occidentale continui ad aumentare negli anni a venire.

Alcuni degli aumenti più marcati sono stati osservati in Finlandia (+36%), Lituania (+27%), Svezia (+12%) e Polonia (+1%). ‘Mentre l’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha certamente influito sulle decisioni di spesa militare nel 2022, le preoccupazioni per l’aggressione russa sono andate crescendo da molto più tempo, ha affermato Lorenzo Scarazzato, altro ricercatore del Sipri. ‘Molti Stati dell’ex blocco orientale hanno più che raddoppiato le loro spese militari dal 2014, anno in cui la Russia ha annesso la Crimea. L’AUMENTO DELLA SPESA DI RUSSIA E UCRAINA La spesa militare russa è cresciuta di circa il 9,2% nel 2022, a circa 86,4 miliardi di dollari: ciò equivale al 4,1% del Prodotto interno lordo (PIL) della Russia nello scorso anno, rispetto al 3,7% del Pil del 2021. I dati diffusi dalla Russia alla fine del 2022 mostrano inoltre che la spesa per la difesa nazionale, la componente più importante della spesa militare russa, era già superiore del 34% rispetto ai piani di bilancio elaborati nel 2021, spiega Sipri. ‘La differenza tra i piani di bilancio della Russia e la sua spesa militare effettiva nel 2022 suggerisce che l’invasione dell’Ucraina è costata alla Russia molto più di quanto previsto, ha affermato Lucie Béraud-Sudreau, direttrice del programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri.

Quanto all’Ucraina, la sua spesa militare ha raggiunto i 44 miliardi di dollari nel 2022. Con un +640%, questo è stato il più alto aumento in un solo anno della spesa militare di un Paese mai registrato nei dati dell’organizzazione. A seguito dell’aumento e dei danni causati dalla guerra all’economia ucraina, l’onere militare (spesa militare in percentuale rispetto al Pil) è salito al 34% nel 2022, dal 3,2% nel 2021. USA: CRESCE LA SPESA MILITARE NONOSTANTE L’INFLAZIONE Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il più grande investitore militare del mondo. La spesa militare degli Usa ha raggiunto gli 877 miliardi di dollari nel 2022, pari al 39% della spesa militare globale totale e tre volte superiore all’importo speso dalla Cina, il secondo più grande investitore mondiale in armi. ‘L’aumento della spesa militare degli Stati Uniti nel 2022 è stato in gran parte dovuto al livello senza precedenti di aiuti militari forniti all’Ucraina, ha affermato Nan Tian. ‘Data l’entità della spesa statunitense, anche un piccolo aumento in termini percentuali ha un impatto significativo sul livello della spesa militare globale. L’aiuto militare finanziario degli Stati Uniti all’Ucraina ha raggiunto i 19,9 miliardi di dollari nel 2022. Sebbene questo sia stato il più grande importo di aiuti militari fornito da qualsiasi paese a un singolo beneficiario in un anno, dal tempo della Guerra fredda, esso ha rappresentato solo il 2,3% della spesa militare totale degli Stati Uniti. Nel 2022 gli Stati Uniti hanno stanziato 295 miliardi di dollari per le operazioni militari e la manutenzione, 264 miliardi di dollari per l’approvvigionamento, la ricerca e lo sviluppo e 167 miliardi di dollari per il personale militare, sottolinea inmfatti Sapri.

I PAESI NATO: +0,9%, IN EUROPA PRIMATO AL REGNO UNITO La spesa militare dei Paesi membri della Nato è stata pari a 1.232 miliardi di dollari nel 2022, ovvero lo 0,9% in più rispetto al 2021. Detto degli Usa, il Regno Unito ha avuto la più alta spesa militare nell’Europa centrale e occidentale con 68,5 miliardi di sterline, di cui circa 2,5 miliardi (3,6%) per aiuti militari finanziari all’Ucraina. La spesa militare di Turchia è invece diminuita per il terzo anno consecutivo, raggiungendo i 10,6 miliardi di dollari, con un calo del 26% rispetto al 2021. La spesa militare della Germania ha raggiunto i 55,8 miliardi di dollari nel 2022, ovvero il 2,3 per cento in più rispetto al 2021 e il 33 per cento in più rispetto al 2013. La stima del Sipri include gli aiuti militari finanziari tedeschi all’Ucraina, che ammontano a circa 2 miliardi nel 2022, rendendo la Germania il secondo più grande donatore europeo di aiuti militari all’Ucraina dopo il Regno Unito. CINA E GIAPPONE I PRIMATISTI IN ASIA E OCEANIA La spesa militare combinata dei paesi dell’Asia e dell’Oceania è stata di 575 miliardi di dollari, con un incremento del 2,7% rispetto al 2021 e del 45% rispetto al 2013. Secondo Sipri, dunque, è stata confermata una tendenza al rialzo ininterrotta risalente ad almeno il 1989. La Cina è rimasta il secondo Paese con la maggiore spesa militare al mondo, stanziando circa 292 miliardi di dollari nel 2022. L’incremento è pari al 4,2% rispetto al 2021 e al 63% rispetto al 2013. Quello registrato da Sipri in Cina, inoltre, è un aumento che prosegue ininterrottamente da da 28 anni consecutivi.

La spesa militare del Giappone è aumentata invece del 5,9% tra il 2021 e il 2022, raggiungendo i 46 miliardi di dollari, pari all’1,1% del Pil: si tratta del livello più alto di spesa militare giapponese dal 1960. Una nuova strategia per la sicurezza nazionale, pubblicata nel 2022, stabilisce d’altra parte piani ambiziosi per aumentare la capacità militare del Giappone nel prossimo decennio in risposta alle crescenti minacce percepite da Cina, Corea del Nord e Russia.

‘Il Giappone sta subendo un profondo cambiamento nella sua politica militare, ha affermato Xiao Liang, ricercatore del programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Le restrizioni del dopoguerra imposte dal Giappone alle sue spese militari e alle sue capacità militari sembrano allentarsi’ definitivamente, ha aggiunto. INDIA E ARABIA SAUDITA SI ARMANO: SPESA IN CRESCITA In generale, sottolinea Sipri, l’aumento in termini reali della spesa militare mondiale nel 2022 è stato comunque rallentato dagli effetti dell’inflazione, che in molti Paesi è salita a livelli che non si vedevano da decenni. In termini nominali (vale a dire a prezzi correnti al netto dell’inflazione), il totale mondiale è aumentato del 6,5 per cento.

La spesa militare dell’India di 81,4 miliardi di dollari è stata la quarta più alta al mondo. L’incremento è stato pari al 6% rispetto al 2021. Nel 2022 la spesa militare dell’Arabia Saudita, quinto più grande investitore militare, è aumentata del 16% per raggiungere una stima di 75 miliardi di dollari, mentre la spesa militare della Nigeria è diminuita del 38% a 3,1 miliardi di dollari, dopo un aumento della spesa del 56% nel 2021.

La spesa militare dell’Etiopia è aumentata dell’88% nel 2022, raggiungendo 1,0 miliardi di dollari. L’aumento, sottolinea infine il Sipri, ha coinciso con una rinnovata offensiva del governo contro il Fronte popolare di liberazione del Tigray nel nord del Paese. (di Corrado Accaputo)

L’Europa si riarma, rapporto Sipri: nel 2022 la spesa è aumentata del 13%

L’Europa si riarma, rapporto Sipri: nel 2022 la spesa è aumentata del 13%Roma, 24 apr. (askanews) – La spesa militare globale è aumentata del 3,7% in termini reali nel 2022, raggiungendo un nuovo massimo di 2.240 miliardi di dollari: in particolare l’Europa ha registrato il suo più forte aumento annuale, negli ultimi 30 anni, con un +13% sui 12 mesi precedenti. E’ quanto emerge dai nuovi dati sulla spesa militare globale pubblicati oggi dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). I tre paesi che hanno speso di più nel 2022, si spiega, sono Stati Uniti, Cina e Russia: insieme rappresentano il 56% del totale mondiale. L’Italia occpua il 12esimo posto del ranking di Sipri, immediatamente dietro l’Ucraina, con una spesa di 33,5 miliardi di dollari nel 2022, in calo del 4,5% rispetto all’anno precedente. La percentuale di spesa rispetto al Pil è stata, secondo Sipri, dell’1,7%.

LE PREOCCUPAZIONI PER GUERRA IN UCRAINA E TENSIONI IN ASIA La spesa militare mondiale è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo nel 2022 fino al massimo storico di 2.240 miliardi di dollari. L’aumento di gran lunga più marcato della spesa (+13%) è stato registrato in Europa ed è in gran parte legato all’invasione russa dell’Ucraina, secondo quanto spiegato da Sipri. Gli aiuti militari all’Ucraina e le preoccupazioni per un’accresciuta minaccia da parte della Russia hanno infatti fortemente influenzato le decisioni di spesa di molti Stati, così come un ruolo determinante hanno avuto anche le tensioni nell’Asia orientale.

‘Il continuo aumento della spesa militare globale negli ultimi anni è un segno che viviamo in un mondo sempre più insicuro’, ha affermato Nan Tian, ricercatore senior presso il programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Gli Stati stanno rafforzando la forza militare in risposta a un ambiente di sicurezza in deterioramento, che non prevede un miglioramento nel prossimo futuro’. SPESA MILITARE IN EUROPA A LIVELLI DELLA GUERRA FREDDA

La spesa militare degli stati dell’Europa centrale e occidentale è stata di 345 miliardi di dollari nel 2022. Per la prima volta, la spesa di questi Stati ha superato quella del 1989, mentre la Guerra fredda stava già concludendosi, ed è stata del 30% superiore a quella del 2013. Gli stati europei, in particolare, hanno aumentato significativamente le loro spese militari in seguito all’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, mentre altri Paesi hanno annunciato piani per aumentare i livelli di spesa per periodi fino a un decennio. ‘L’invasione dell’Ucraina ha avuto un impatto immediato sulle decisioni di spesa militare nell’Europa centrale e occidentale. Ciò include piani pluriennali per incrementare la spesa di diversi governi’, ha confermato Diego Lopes da Silva, ricercatore senior presso il programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Di conseguenza, possiamo ragionevolmente aspettarci che la spesa militare nell’Europa centrale e occidentale continui ad aumentare negli anni a venire’.

Alcuni degli aumenti più marcati sono stati osservati in Finlandia (+36%), Lituania (+27%), Svezia (+12%) e Polonia (+1%). ‘Mentre l’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha certamente influito sulle decisioni di spesa militare nel 2022, le preoccupazioni per l’aggressione russa sono andate crescendo da molto più tempo’, ha affermato Lorenzo Scarazzato, altro ricercatore del Sipri. ‘Molti Stati dell’ex blocco orientale hanno più che raddoppiato le loro spese militari dal 2014, anno in cui la Russia ha annesso la Crimea’. L’AUMENTO DELLA SPESA DI RUSSIA E UCRAINA

La spesa militare russa è cresciuta di circa il 9,2% nel 2022, a circa 86,4 miliardi di dollari: ciò equivale al 4,1% del Prodotto interno lordo (PIL) della Russia nello scorso anno, rispetto al 3,7% del Pil del 2021. I dati diffusi dalla Russia alla fine del 2022 mostrano inoltre che la spesa per la difesa nazionale, la componente più importante della spesa militare russa, era già superiore del 34% rispetto ai piani di bilancio elaborati nel 2021, spiega Sipri.

‘La differenza tra i piani di bilancio della Russia e la sua spesa militare effettiva nel 2022 suggerisce che l’invasione dell’Ucraina è costata alla Russia molto più di quanto previsto’, ha affermato Lucie Béraud-Sudreau, direttrice del programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri.

Quanto all’Ucraina, la sua spesa militare ha raggiunto i 44 miliardi di dollari nel 2022. Con un +640%, questo è stato il più alto aumento in un solo anno della spesa militare di un Paese mai registrato nei dati dell’organizzazione. A seguito dell’aumento e dei danni causati dalla guerra all’economia ucraina, l’onere militare (spesa militare in percentuale rispetto al Pil) è salito al 34% nel 2022, dal 3,2% nel 2021.

USA: CRESCE LA SPESA MILITARE NONOSTANTE L’INFLAZIONE

Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il più grande investitore militare del mondo. La spesa militare degli Usa ha raggiunto gli 877 miliardi di dollari nel 2022, pari al 39% della spesa militare globale totale e tre volte superiore all’importo speso dalla Cina, il secondo più grande investitore mondiale in armi. ‘L’aumento della spesa militare degli Stati Uniti nel 2022 è stato in gran parte dovuto al livello senza precedenti di aiuti militari forniti all’Ucraina’, ha affermato Nan Tian. ‘Data l’entità della spesa statunitense, anche un piccolo aumento in termini percentuali ha un impatto significativo sul livello della spesa militare globale’.

L’aiuto militare finanziario degli Stati Uniti all’Ucraina ha raggiunto i 19,9 miliardi di dollari nel 2022. Sebbene questo sia stato il più grande importo di aiuti militari fornito da qualsiasi paese a un singolo beneficiario in un anno, dal tempo della Guerra fredda, esso ha rappresentato solo il 2,3% della spesa militare totale degli Stati Uniti. Nel 2022 gli Stati Uniti hanno stanziato 295 miliardi di dollari per le operazioni militari e la manutenzione, 264 miliardi di dollari per l’approvvigionamento, la ricerca e lo sviluppo e 167 miliardi di dollari per il personale militare, sottolinea inmfatti Sapri.

I PAESI NATO: +0,9%, IN EUROPA PRIMATO AL REGNO UNITO

La spesa militare dei Paesi membri della Nato è stata pari a 1.232 miliardi di dollari nel 2022, ovvero lo 0,9% in più rispetto al 2021. Detto degli Usa, il Regno Unito ha avuto la più alta spesa militare nell’Europa centrale e occidentale con 68,5 miliardi di sterline, di cui circa 2,5 miliardi (3,6%) per aiuti militari finanziari all’Ucraina. La spesa militare di Turchia è invece diminuita per il terzo anno consecutivo, raggiungendo i 10,6 miliardi di dollari, con un calo del 26% rispetto al 2021.

La spesa militare della Germania ha raggiunto i 55,8 miliardi di dollari nel 2022, ovvero il 2,3 per cento in più rispetto al 2021 e il 33 per cento in più rispetto al 2013. La stima del Sipri include gli aiuti militari finanziari tedeschi all’Ucraina, che ammontano a circa 2 miliardi nel 2022, rendendo la Germania il secondo più grande donatore europeo di aiuti militari all’Ucraina dopo il Regno Unito. Roma, 24 apr. (askanews) –

CINA E GIAPPONE I PRIMATISTI IN ASIA E OCEANIA

La spesa militare combinata dei paesi dell’Asia e dell’Oceania è stata di 575 miliardi di dollari, con un incremento del 2,7% rispetto al 2021 e del 45% rispetto al 2013. Secondo Sipri, dunque, è stata confermata una tendenza al rialzo ininterrotta risalente ad almeno il 1989. La Cina è rimasta il secondo Paese con la maggiore spesa militare al mondo, stanziando circa 292 miliardi di dollari nel 2022. L’incremento è pari al 4,2% rispetto al 2021 e al 63% rispetto al 2013. Quello registrato da Sipri in Cina, inoltre, è un aumento che prosegue ininterrottamente da da 28 anni consecutivi.

La spesa militare del Giappone è aumentata invece del 5,9% tra il 2021 e il 2022, raggiungendo i 46 miliardi di dollari, pari all’1,1% del Pil: si tratta del livello più alto di spesa militare giapponese dal 1960. Una nuova strategia per la sicurezza nazionale, pubblicata nel 2022, stabilisce d’altra parte piani ambiziosi per aumentare la capacità militare del Giappone nel prossimo decennio in risposta alle crescenti minacce percepite da Cina, Corea del Nord e Russia.

‘Il Giappone sta subendo un profondo cambiamento nella sua politica militare’, ha affermato Xiao Liang, ricercatore del programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Le restrizioni del dopoguerra imposte dal Giappone alle sue spese militari e alle sue capacità militari sembrano allentarsi’ definitivamente, ha aggiunto. Roma, 24 apr. (askanews) –

INDIA E ARABIA SAUDITA SI ARMANO: SPESA IN CRESCITA

In generale, sottolinea Sipri, l’aumento in termini reali della spesa militare mondiale nel 2022 è stato comunque rallentato dagli effetti dell’inflazione, che in molti Paesi è salita a livelli che non si vedevano da decenni. In termini nominali (vale a dire a prezzi correnti al netto dell’inflazione), il totale mondiale è aumentato del 6,5 per cento.

La spesa militare dell’India di 81,4 miliardi di dollari è stata la quarta più alta al mondo. L’incremento è stato pari al 6% rispetto al 2021. Nel 2022 la spesa militare dell’Arabia Saudita, quinto più grande investitore militare, è aumentata del 16% per raggiungere una stima di 75 miliardi di dollari, mentre la spesa militare della Nigeria è diminuita del 38% a 3,1 miliardi di dollari, dopo un aumento della spesa del 56% nel 2021.

La spesa militare dell’Etiopia è aumentata dell’88% nel 2022, raggiungendo 1,0 miliardi di dollari. L’aumento, sottolinea infine il Sipri, ha coinciso con una rinnovata offensiva del governo contro il Fronte popolare di liberazione del Tigray nel nord del Paese. (di Corrado Accaputo)

Affonda barchino in acque italiane: un morto e 20 dispersi

Affonda barchino in acque italiane: un morto e 20 dispersiLampedusa, 24 apr. (askanews) – Un naufragio in acque italiane con un barchino di 7 metri che è affondato. A salvare 34 migranti un peschereccio che ha pure recuperato il cadavere di un uomo. I sopravvissuti è il corpo del migrante morto sono stati trasbordati successivamente dalla Guardia Costiera a Lampedusa. I migranti salvati però riferiscono che all’appello mancherebbero altre 20 persone. Sono in corso, infatti, le ricerche di eventuali dispersi, nell’area Sar italiana dove si è verificato il naufragio, da Capitaneria di porto e Guardia di finanza. I sopravvissuti, nelle prossime ore, verranno sentiti anche dalla Squadra mobile nell’hotspot di Lampedusa.