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Autore: Redazione StudioNews

Casa, idealista: affittare casa costa più del 30% del reddito

Casa, idealista: affittare casa costa più del 30% del redditoRoma, 26 nov. (askanews) – Nel terzo trimestre del 2024, il tasso di sforzo per affittare una casa in Italia è aumentato del 2,9% rispetto all’anno precedente. Secondo uno studio di idealista, portale immobiliare leader nello sviluppo tecnologico in Italia, la quota di reddito familiare necessaria per affittare un’abitazione con due camere da letto è salita dal 27,4% del 2023 al 30,3% nello stesso periodo del 2024. Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi: “Il crescente tasso di sforzo per gli affitti in Italia è legato a diversi fattori strutturali ed economici. L’aumento dell’inflazione sta comprimendo il potere d’acquisto delle famiglie, aggravando la situazione per chi è soggetto all’adeguamento annuale del canone di locazione. La situazione è ulteriormente aggravata nei centri urbani con una forte presenza di affitti brevi o temporanei, spesso destinati a turisti. In queste aree, i residenti locali devono affrontare una concorrenza indiretta, trovandosi a sostenere uno sforzo economico nettamente superiore per affittare un’abitazione”.

Alert viaggi 3G: Il vademecum di per vivere al meglio i viaggi multigenerazionali on the road

Alert viaggi 3G: Il vademecum di per vivere al meglio i viaggi multigenerazionali on the roadRoma, 26 nov. (askanews) – Viaggiare con i membri della propria famiglia può sembrare un’impresa ardua: priorità differenti, caratteri diversi e ritmi disallineati possono rendere difficile l’organizzazione di una vacanza insieme. Eppure, i viaggi multigenerazionali sono una tendenza che da qualche anno cresce sempre di più: secondo il report condotto da Family Travel Association, oltre il 50% degli intervistati ha scelto di viaggiare con genitori, nonni e figli.


Questa esperienza, chiamata anche di viaggio 3G perché il termine rappresenta le tre generazioni coinvolte – nonni (prima generazione), genitori (seconda generazione) e figli (terza generazione), guadagna terreno proprio per la possibilità di riscoprire e consolidare legami con la propria famiglia, magari anche estesa, e creare ricordi preziosi destinati a rimanere per tutta la vita. Le differenze generazionali sono, infatti, la vera forza di queste vacanze: i membri di età diverse possono imparare molto gli uni dagli altri e crescere insieme. In vista della fine dell’anno e delle pianificazioni di viaggi nel corso del 2025, CamperDays, la piattaforma di noleggio camper leader in Europa, presenta una guida per mettere in luce come le vacanze on the road siano perfette per stare in famiglia, suggerendo una lista di consigli e destinazioni adatte a tutte le generazioni.


‘Viaggiare in famiglia significa riscoprire il valore del tempo di qualità trascorso insieme. In un mondo sempre più frenetico, i viaggi offrono un’opportunità unica per rallentare e connettersi. È un’esperienza che arricchisce ogni generazione, rafforzando i legami familiari e promuovendo una vera condivisione, lontano dalla routine quotidiana’ commenta Maximilian Schmidt, Managing Director di CamperDays. Guida di sopravvivenza al road-trip multigenerazionale Per viaggiare on the road con la propria famiglia all’insegna dell’armonia, ci sono alcuni piccoli accorgimenti su cui puntare.


– Pianificare insieme la vacanza: l’organizzazione del road trip è già parte dell’esperienza e può essere un momento di condivisione e di creazione di ricordi, senza ovviamente dimenticare una buona dose di improvvisazione che può portare a sorprendenti scoperte. – Organizzare al meglio gli spazi: ‘vivere’ la vacanza in uno spazio come un camper può mettere alla prova. Fondamentale è quindi mantenere l’ordine, per esempio, assegnando ad ogni membro della famiglia una propria area dove custodire gli effetti personali. – Creare momenti di convivialità: un aspetto positivo dei viaggi on the road è la loro capacità di rafforzare i legami. Innumerevoli sono i momenti ludico-creativi che si possono condividere in camper per mantenere vivo l’entusiasmo di tutto il gruppo e svagarsi durante gli spostamenti più lunghi come la creazione di playlist musicali condivise o di giochi semplici, ma coinvolgenti (un esempio potrebbe essere l’identificazione lungo la strada di particolari modelli di automobili). – Ritagliarsi momenti individuali: altrettanto rilevante è non obbligare tutti i componenti della famiglia a svolgere le stesse attività per tutta la durata del viaggio, ma lasciare la libertà di scegliere cosa fare in base ai propri interessi e preferenze. – Seguire i ritmi della famiglia: è fondamentale rispettare questo principio, ancora di più se si viaggia con persone di diverse generazioni: per esempio, è opportuno prevedere frequenti soste durante gli spostamenti, per sgranchirsi le gambe e liberare la mente. Allo stesso modo, è consigliabile ruotare spesso i guidatori, così che ognuno possa riposare e godersi l’avventura da passeggero. – Appianare divergenze e discussioni: la vicinanza (anche fisica) di un viaggio on the road può rivelarsi benefica per affrontare in modo costruttivo piccole divergenze, favorendo così un dialogo aperto tra tutti i membri della famiglia, adulti e più giovani. In questo contesto, non va sottovalutato il potere del buonumore, essenziale per incoraggiare a vedere sempre il lato positivo e risolvere velocemente le discussioni quotidiane. Da Miami al Cile fino a Lisbona: il giro del mondo in famiglia Un’altra grande incognita può essere data dalla scelta delle destinazioni più adatta a esigenze e preferenze di diverse generazioni. CamperDays propone una selezione di itinerari in grado di accontentare tutti i membri della famiglia:


– Florida, Stati Uniti: caratterizzata da un clima soleggiato per gran parte dell’anno (fatta eccezione per la stagione degli uragani che raggiunge il picco tra ottobre e metà novembre), questa meta è ideale per avventure multigenerazionali. Un ottimo punto di partenza è visitare uno o più parchi tematici: da Disney World a SeaWorld, i viaggiatori di tutte le età hanno moltissime opzioni tra cui scegliere, rendendo questo stato la culla dei divertimenti degli Stati Uniti. A Miami, conosciuta anche come la ‘Magic City’, si può poi trovare la magnifica Ocean Drive, il cuore pulsante della capitale floridiana che ne cattura l’anima caotica e divertente: un museo a cielo aperto punteggiato da coloratissimi edifici storici in stile art déco si alterna ad una infinità di ristoranti, bar e caffè all’aria aperta dove poter gustare un’elevata selezione di cucine, il tutto a breve distanza da South Beach, nota in tutto il mondo per la sua sabbia fine e per le sue iconiche ‘lifeguard towers’, per un tuffo nell’Oceano Atlantico. Se si prosegue verso sud, si consiglia alle famiglie più avventurose un salto nella natura selvaggia del Parco Nazionale delle Everglades, la più grande riserva naturale subtropicale protetta dove, tra paludi erbose e mangrovie, è possibile partecipare a tour in airboat per avvistare alligatori e coccodrilli. – La Fortuna, Costa Rica: natura, relax e avventura sono le tre parole chiave che contraddistinguono il territorio tra La Fortuna e il vulcano Arenal, una meta sicura ed ospitale dove ogni membro della famiglia può trovare attività su misura. L’itinerario parte dalla vivace San José, dove è possibile esplorare il centro storico ed approfittare dei mercati locali per rifornirsi di specialità e scorte alimentari per il viaggio. Proseguendo verso la città montuosa di La Fortuna, si consiglia di visitare il Parco Nazionale del Vulcano Arenal per incontri ravvicinati con la fauna locale come bradipi, tucani e scimmie ragno. Da non perdere anche le cascate situate in questa località, dove poter sostare per picnic e pause immersi nel verde. A breve distanza, si trovano anche le terme di Tabacón, perfette per momenti di benessere e relax per nonni e genitori, mentre i bambini si divertono nelle piscine termali. Per i componenti della famiglia più avventurosi, La Fortuna offre anche esperienze ‘da brivido’ come zipline tra le chiome degli alberi, cavalcate nella giungla ed attraversamenti su ponti sospesi con viste mozzafiato sulla foresta pluviale (come, per esempio, il celebre Mistico Arenal Hanging Bridges Park). – Norimberga, Germania: la seconda città più grande della Baviera stupisce per l’ampia gamma di attività, che spaziano tra storia, cultura e divertimento. L’Altstadt, il centro storico, è stato ricostruito nel corso della seconda metà del ‘900, dando vita ad un’atmosfera senza tempo. Il prestigioso Staatstheater Nürnberg, fondato nel 1905 ed oggi uno dei teatri d’opera più grandi della Germania, propone spettacoli di opera, balletto, teatro e concerti, in grado di affascinare tanto nonni e genitori quanto i più giovani. L’Hauptmarkt, la piazza principale, è un’altra tappa per tutta la famiglia: ospita la Schöner Brunnen, una fontana gotica alta 19 metri, rifinita in oro e adornata da statue, famosa per i suoi anelli portafortuna incastonati nel cancello. É d’obbligo poi una visita all’Handwerkerhof, il quartiere degli artigiani, dove si può respirare la vera anima di Norimberga e fare acquisti dando un’occhiata alle bancarelle di prodotti locali, spezie e fiori del mercatino settimanale di Wochenmarkt. Si può poi abbinare la visita in città a gite presso il maestoso castello imperiale di Kaiserburg, con le sue imponenti mura e i tetti rossi che si stagliano contro il cielo bavarese, ed il parco Playmobil, che promette momenti di condivisione e svago per le famiglie. – Cile, Punta Arenas: sebbene possa sembrare una destinazione non particolarmente ‘family-friendly’, in realtà questo angolo del Cile è una meta dove poter viaggiare tranquillamente on the road con i propri affetti più cari e vivere – tra paesaggi unici e storie straordinarie – esperienze mozzafiato in grado di incontrare le esigenze di tutti. La prima gita è senza dubbio da dedicare alla Isla Magdalena, dove migliaia di pinguini magellanici si radunano in una scenografica colonia: numerosi tour in barca permettono di osservare da vicino questa straordinaria fauna locale, affascinando grandi e piccoli. Per gli amanti della natura, è imperdibile il trekking nella Reserva Nacional de Magallanes, situata a soli cinque chilometri dal centro di Punta Arenas: qui un’escursione di sei chilometri permette di raggiungere due spettacolari punti panoramici, il Mirador de Agostini e il Mirador Zapador Austral, da cui si può ammirare il maestoso Stretto di Magellano. Inoltre, la riserva offre attività per tutte le età, compreso un percorso accessibile per persone con mobilità ridotta, assicurando a ciascun visitatore un’esperienza immersiva nel cuore della foresta. Se si preferisce rimanere in prossimità di Punta Arenas, il centro storico è perfetto per una piacevole passeggiata: da Plaza de Armas, con la sua chiesa principale e la statua di Magellano (si dice che baciare il piede della statua porti fortuna) al lungomare, decorato da splendidi murales ispirati alla vita dei pescatori. Non lontano dal centro, l’area marina protetta ‘Francisco Coloane’ regala emozioni uniche con i suoi tour di avvistamento delle balene megattere, che durante l’estate trovano rifugio attorno all’isola di Carlos III. – Portogallo, da nord a sud: il Paese dei pastéis de nata e degli azulejos è una meta ideale per un viaggio in camper con tutta la famiglia. Si parte dal nord, più precisamente da Porto, dove tra le attività imperdibili per le famiglie vi sono passeggiate e biciclettate sul lungofiume nel coloratissimo quartiere di Ribeira, una delle zone più caratteristiche del centro storico e dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. In particolare, un luogo spettacolare dove gustare specialità locali e godere della splendida vista è sull’imponente ponte Dom Luis I che collega il centro storico a Vila Nova de Gaia, nota per le sue cantine vinicole. Se si organizza una vacanza multigenerazionale durante la bella stagione, il suggerimento è di spostarsi (per esempio durante la notte per risparmiare tempo) verso la regione più a sud, l’Algarve, raggiungibile in circa cinque ore, per tuffarsi nell’Oceano Atlantico e rilassarsi sulle immense spiagge dorate di cittadine come Faro, Albufeira e Portimão. Questo itinerario non può dichiararsi completo senza una tappa a Lisbona, a sole 3 ore di distanza dall’Algarve: imperdibile è una corsa sul tram 28, così da avere una panoramica delle attrazioni principali della città come gli iconici quartieri di Alfama e Barrio Alto. Per i più piccoli, una gita all’Oceanário (nel quartiere più moderno della capitale portoghese, Parque das Nacoes o quartiere Expo) li stupirà, lasciandoli a bocca aperta.

MIBA 2025, la sfida della riqualificazione edilizia

MIBA 2025, la sfida della riqualificazione ediliziaMilano, 26 nov. (askanews) – Sono 12 milioni gli edifici a uso residenziale e il 60% ha più di 45 anni. Il dato emerge dal report Enea 2024 “La consistenza del parco nazionale immobiliare” e apre a importanti riflessioni. Il tema della riqualificazione del costruito risulta essere un punto centrale della Direttive Case Green. In Europa alta è l’attenzione per la riduzione dell’impatto degli immobili sull’ambiente, con specifici obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030, al fine di raggiungere il target comunitario di diminuzione delle emissioni del 55%. Queste premesse spingono l’edilizia – intesa quale progettazione, materiali, impianti, tecnologie – a studiare interventi in grado di adeguare gli edifici alle nuove normative europee. Le imprese edili, non possono più porsi come mere esecutrici di cantiere nelle riqualificazioni energetiche degli immobili ma devono rivestire un nuovo ruolo, informativo e di orientamento, nei confronti dei condomini coinvolti nella scelta degli interventi da realizzare.


Questo è emerso dalla presentazione realizzata dall’architetto Cecilia Hugony, amministratrice delegata di Teicos, azienda edile milanese specializzata in interventi di riqualificazione energetica del costruito, nel suo speech in occasione della presentazione della prossima edizione di MIBA, Milan Internation Building Alliance, l’appuntamento di Fiera Milano che nel novembre 2025, attraverso la proposta di quattro fiere verticali, racconterà l’evoluzione dell’edificio e della città in chiave sostenibile e smart, coinvolgendo operatori del settore nazionali e internazionali. La case History milanese: riqualificazione dell’edificio opera di Albini Il condominio di Via Birago rientra in un intervento più ampio, realizzato dall’Architetto Albini alla fine degli anni ’30: il quartiere Filzi, che rappresenta il primo esperimento milanese di edilizia popolare con edifici a stecca. Tra gli interventi effettuati da Teicos, impresa edile specializzata in riqualificazione energetica degli edifici, vi sono: l’isolamento a cappotto con lana di roccia realizzato sull’involucro esterno, un’importante operazione di rimozione di lastre in cemento amianto dai parapetti di 114 balconi e l’installazione di un impianto fotovoltaico della potenza di 19.90 Kw. L’edificio ha ottenuto un salto di tre classi energetiche, passando dalla G alla D con una riduzione dei consumi pari al 45% (da 261,11 a 144,67 kWh/mq). Le emissioni inquinanti invece sono state abbattute del 56% passando da 65,11 tonnellate di CO2 pre intervento a 29,04 tonnellate post lavori.


L’edificio è sottoposto a vincolo paesaggistico e l’intervento di efficientamento energetico, realizzato insieme al progettista architetto Andrea Savio, ha avuto l’obiettivo di non alterare il progetto architettonico originale, riproponendolo fedelmente. Il quartiere popolare Filzi venne realizzato tra il 1935 e il 1938 su progetti degli architetti Franco ALbini, Renato Camus e Giancarlo Palanti in seguito alla vincita di un concorso dell’Istituto Fascista Autonomo Case Popolari. Si tratta di uno degli esempi più compiuti di quartiere razionalista nella città di Milano. Gli edifici sono distribuiti su otto stecche parallele di circa cinque piani realizzate con l’utilizzo di elementi modulari; in origine immobile ospitava al piano terra lavatoi e bagni comuni. CoRen: la metodologia di co-progettazione degli interventi Il condominio di via Birago ha beneficiato dell’approccio integrato del metodo CoREn® utilizzato da Teicos dal 2018, volto al coinvolgimento informato dei condomini nella definizione del progetto di riqualificazione. “Questo progetto dimostra come sia possibile unire l’esigenza di restauro del moderno con quella della riqualificazione energetica. Un problema per le nostre città ricche di architetture importanti che però sono anche edifici degradati e per cui ogni intervento di ripristino solo conservativo è una occasione persa di ridurre anche i consumi energetici e migliorare il comfort interno; e sono proprio gli abitanti la leva di questo approccio alla ristrutturazione. Con CoREn è quindi possibile coinvolgere attivamente chi gli edifici li usa e li abita, rendendoli più consapevoli dell’importanza della riqualificazione energetica e non solo estetica degli edifici, come è stato il caso di Via Birago”. spiega Hugony. CoREn, realizzato dal 2018 al 2021 su 85 edifici milanesi ha portato nell’80% dei casi allo sviluppo di interventi definitivi più vicini agli scenari ambiziosi illustrati che agli interventi di base e, nel 100% delle situazioni, le tempistiche decisionali in assemblea condominiale si sono ridotte del 30%, grazie alla condivisione delle scelte di intervento durante tutto il percorso. La co-progettazione della riqualificazione, quindi, non solo risulta determinante nel promuovere interventi di deep renovation ma anche nell’accelerare i processi decisionali che costituiscono una delle principali barriere all’efficienza energetica nell’ambito del residenziale privato. Il salto di classe medio registrato negli interventi deliberati con CoREn® è pari a oggi 3 e in totale, sono state risparmiate 2436 tonnellate di Co2 pari a 275 campi di calcio.


Nel 2025 si prevede la digitalizzazione della gran parte dei processi della metodologia, volta ad agevolare la partecipazione dei condomini e a facilitare le attività grazie alla realizzazione di una piattaforma ad hoc. Sarà possibile entrare virtualmente nel proprio condominio per visualizzare tutti i dettagli dell’intervento in sviluppo, si potrà interagire con tecnici e altri condomini attraverso un sistema di lavagne virtuali. Sarà presente un vademecum con le guide agli incentivi fiscali sempre aggiornato e sarà possibile scoprire dove si trovano gli altri condomini CoREn®.

Nato, Rutte: bisogna “fare di più” nel sostenere l’Ucraina

Nato, Rutte: bisogna “fare di più” nel sostenere l’UcrainaMilano, 26 nov. (askanews) – L’Alleanza “deve fare di più” per sostenere l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa. Lo ha detto il segretario della Nato Mark Rutte in visita ad Atene. “Accolgo con favore il fatto che la Grecia contribuirà ad accelerare l’addestramento per gli F 16 per piloti e tecnici ucraini, rafforzandoli in questa guerra brutale”, ha detto Rutte nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Le dichiarazioni sono state trasmesse in streaming.


“La Grecia investe il 3% in difesa” ha sottolineato, definendola “la patria di un’industria della difesa in crescita. Ospita importanti strutture ed esercitazioni di addestramento, tra cui il recente esercizio di potenza aerea Ramstein Flag. E i soldati greci hanno fatto la loro parte nella KFOR e nella Missione della NATO Iraq”, ha aggiunto Rutte la cui visita ad Atene segue gli incontri con Trump in Florida e con i leader turchi ad Ankara del 25 novembre. Il Segretario generale ha ringraziato la Grecia per il suo sostegno alla lotta dell’Ucraina contro l’aggressione russa. Solo il mese scorso, Atene ha firmato un accordo bilaterale di sicurezza con Kiev. “Il nostro sostegno all’Ucraina li ha tenuti in lotta, ma dobbiamo andare oltre per cambiare la traiettoria di questo conflitto”, ha aggiunto il Segretario generale. “Dobbiamo fornire difese aeree critiche e rispettare gli impegni assunti al vertice della NATO a Washington. Il nuovo comando, il comando della NATO per coordinare l’assistenza e l’addestramento alla sicurezza (NSATU), l’impegno finanziario di 40 miliardi di euro nel 2024 e ulteriori misure per avvicinare l’Ucraina alla NATO. Dobbiamo anche rafforzare la nostra deterrenza e la difesa, anche stimolando gli investimenti e la produzione della difesa”.


Rutte ha sottolineato che l’uso da parte della Russia di armi e truppe nordcoreane, di droni iraniani e di beni a duplice uso cinesi ha contribuito a creare un ambiente di sicurezza “sempre più pericoloso” e rappresenta una “sfida alla pace e alla sicurezza globali”. Per poi affermare con un aperto sorriso: “La buona notizia è che nella NATO abbiamo l’Alleanza di cui abbiamo bisogno per difendere ogni centimetro del nostro territorio, e lo abbiamo in Grecia, grazie alla vostra leadership, un convinto alleato. Quindi, ancora una volta, Kyriakos, grazie”. Nel corso della sua visita ad Atene, il Segretario generale ha incontrato anche il ministro della Difesa nazionale greco Nikolaos Dendias e il ministro degli Esteri George Gerapetritis.

Cursano (Fipe): negli ultimi anni hanno chiuso 20.000 bar

Cursano (Fipe): negli ultimi anni hanno chiuso 20.000 barRoma, 26 nov. (askanews) – “La gente pensa che non ci sia crisi perché non riesce a prenotare al ristorante, troppo spesso sempre pieno, ma la situazione per gli altri settori ben diversa: per esempio i bar italiani sono in profonda crisi. Solo negli ultimi anni hanno chiuso la serranda più di 20000 bar, e questo è dovuto sia dall’aumento dei costi generali in bolletta, sia dal prezzo del caffè”. Lo ha dichiarato Aldo Cursano, rappresentante Fipe Confcommercio, nel corso della trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ in onda su Cusano Italia Tv.


“Mentre nella ristorazione con un po’ di strategia imprenditoriale si può avere una prospettiva di guadagno dovuta ai prezzi più elevati, i bar lavorando su prezzi molto piccoli strada facendo sono destinati a soccombere”, ha spiegato. “Stiamo assistendo a un processo di desertificazione delle imprese, con luci di attività che si spengono e chiudono la serranda dei nostri paesi e centri storici. Non è difficile capire – spiega – che quando le spese superano le entrate vuol dire che il modello economico ha fallito. Bisogna ripensare questo modello, cercando di avvicinare i giovani che oggi fuggono dal nostro Paese”.


Cursano termina il proprio intervento analizzando le motivazioni che spingono i giovani a lasciare l’Italia “quando non hai prospettive non resta che andartene. C’è una fragilità di sistema tale che non permette di fornire certezze e prospettive, e quindi non ci sono idee né investimenti. Oggi le nuove imprese chiudono dopo 6-12 mesi, vuol dire che c’è uno stile di vita e un modello che non possiamo più permetterci”.

Sanità, Schlein(Pd): manca volontà di investire in quella pubblica

Sanità, Schlein(Pd): manca volontà di investire in quella pubblicaRoma, 26 nov. (askanews) – “Manca la volontà politica di investire la sanità pubblica, non le risorse. Le risorse volendo si possono trovare”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando ad un convegno nella sede del partito.


“Il passo in più che il Pd vuole fare è ripensare la sanità del futuro”. L’obiettivo è “non rinunciare a una rete di ospedali di qualità e ramificare la risposta di salute nel territorio: sia la periferia che la provincia, sia le aree interne che montante”. Bisogna “avvicinare alle persone la risposta di cura”. Per farlo, ha concluso la Schlein, serve un “investimento sulla multidisciplinarietà della presa in carico. E’ necessario per come si sta evolvendo il quadro dei bisogni di cura. Io credo che la sanità del futuro sia una sanità di prossimità. Serve una rivoluzione della sanità per renderla più adeguata ai bisogni delle persone”.

Maltempo, Mattarella: eventi non più straordinari, serve prevenzione. Non giustificare noncuranza

Maltempo, Mattarella: eventi non più straordinari, serve prevenzione. Non giustificare noncuranzaAlessandria, 26 nov. (askanews) – L’Italia “non si arrende” di fronte alle calamità naturali, ma non basta concentrarsi sull’efficacia dell’intervento durante le calamità: “Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo”. Al contrario “appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti – che tendono, invece, prepotentemente, a riprodursi – per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al teatro Alessandrino per la commemorazione dell’alluvione del 1994 che fece 70 morti e migliaia di sfollati ad Alessandria e in tutto il Piemonte, sottolineando che “non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze”.


“Nelle tragedie, la Repubblica ha sempre saputo essere presente, con le Forze dell’ordine, i Vigili del fuoco, le Forze armate, la Protezione Civile – nata proprio sulle spinte dell’emergenza – il sistema delle autonomie locali, le energie della società civile. L’Italia non si arrende. Fenomeni naturali avversi – ha riconosciuto Mattarella – vedono in campo, in prima linea, l’esercito dei Sindaci, quella rete preziosa delle associazioni di volontariato: gli ‘angeli del fango’ come sono stati definiti. Siamo orgogliosi delle prove fornite dal nostro sistema di Protezione Civile, non a caso preso ad esempio anche in altre nazioni”. E tuttavia, è il monito del Capo dello Stato, “il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all’andamento della evoluzione degli eventi naturali. Non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze. La storia ci consegna sovente tragedie. Che fare di fronte ad esse? Gli slogan suggestivi della forza della ricostruzione del ‘dov’era com’era’ meritano di mettere l’energia che li anima a servizio di un equilibrio che non perpetui squilibri e pericoli. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti – che tendono, invece, prepotentemente, a riprodursi – per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo”.


“Siamo portati, istintivamente, a definire le calamità che si presentano come ‘naturali’. Quale senso va attribuito a questa espressione? Dare per scontato che le calamità debbano ripetersi e che accadono – e accadranno – comunque, a prescindere? Che, tutto sommato, è piuttosto vano opporvisi? E che il massimo che si possa fare, dunque, è tentare di attenuarne gli effetti? Oppure, che la natura, periodicamente, presenta anche il conto della costante propensione dell’uomo a trascurare gli equilibri dell’eco-sistema?”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al teatro Alessandrino per la commemorazione dell’alluvione del 1994. “‘Addomesticare’ l’ambiente è una prova, una sfida affascinante. Ma, se si interviene alterando l’ordine ‘naturale’ del territorio, senza cautele – ha ammonito il Capo dello Stato – si va incontro a eventi imprevedibili. Così come nel caso di incuria nei confronti di territori, che non possono essere abbandonati”. “Vanno fatte proprio, dunque, espressioni in stretta correlazione fra loro: mettere in sicurezza i territori, garantire la sicurezza dei nostri concittadini. La salvaguardia degli assetti idro-geologici e la tutela ambientale sono alleate, amiche delle persone. Occorre essere consapevoli delle conseguenze di comportamenti umani che, nei secoli, concorrendo alla trasformazione dei territori con la realizzazione di infrastrutture, hanno accentuato e accentuano la violenza d’urto di alcuni fenomeni atmosferici, ad esempio delle correnti di piena nel caso della regimentazione delle acque. Si sono talvolta violati equilibri secolari che andavano difesi, ottenendo risultati opposti a quelli previsti”, ha sottolineato Mattarella.


“Sanare i dissesti, correggere le storture accumulatesi nel tempo, richiede anzitutto – ha proseguito il capo dello Stato -evitare interventi inappropriati che li aggravino. L’occupazione, in pianura, delle zone di espansione dei corsi d’acqua, con insediamenti di diverso genere, crescenti nel tempo, ha aumentato i pericoli. Insistere nel pretendere di ridurre i fiumi a canali si è rivelato ad alto rischio. In termini più generali, ridurre, anziché regolare, il deflusso delle acque ha contribuito, inoltre, a fenomeni di desertificazione delle aree più prossime all’immissione nei mari, con impatto negativo sulle produzioni agricole”. “La sicurezza dei cittadini – ha concluso Mattarella – va tutelata anche dopo gli interventi dispiegati immediatamente per salvare vite. Quando l’eco degli avvenimenti drammatici scompare dalle cronache non vi devono essere pause o intervalli nel porre in sicurezza i territori e garantire fiducia e serenità alle popolazioni, per sospingere la ripresa della vita. Il rilancio delle zone colpite è interesse di tutto il Paese, e qui ne troviamo testimonianza”.

Violenza donne, i risultati dell’Osservatorio GenerationShip 2024

Violenza donne, i risultati dell’Osservatorio GenerationShip 2024Roma, 26 nov. (askanews) – Negli ultimi decenni, l’Italia ha fatto passi avanti verso la parità di genere, ma emergono nuove e insidiose disparità che penalizzano soprattutto le giovani, costrette a fronteggiare un doppio peso: il “Gender Gap” tradizionale e il crescente “Generational Gap”. Queste le principali evidenze dell’Osservatorio GenerationShip 2024 di Changes Unipol a cura di Kkienn Connecting People and Companies che ha esplorato come donne e uomini percepiscono i cambiamenti rispetto alla generazione precedente e come percepiscono oggi i principali temi che impattano sulla loro vita.


Il bilancio del cambiamento: donne protagoniste ma penalizzate L’analisi evidenzia che i maggiori progressi, rispetto a una generazione fa, sono legati alla rivoluzione digitale che ha democratizzato l’accesso all’informazione, ha semplificato molte attività quotidiane e ha potenziato le opportunità personali. Le giovani donne di età compresa tra i 16 e i 35 anni, in particolare, si dichiarano più soddisfatte rispetto ai loro coetanei per i benefici ottenuti in ambiti come: l’accesso all’informazione (7.7 donne contro 7.2 uomini), la consapevolezza sulla salute (7.3 donne contro 6.7 uomini) e lo smart working (6.9 donne contro 6.8 uomini). Nonostante i benefici del digitale, i peggioramenti si concentrano nel mondo reale. Le donne sono le più penalizzate nell’ambito lavorativo, nella retribuzione economica e nell’indebolimento delle relazioni sociali. In particolare: lavoro precario e bassi salari, il deterioramento è sentito maggiormente dalle donne (voto 7.6) rispetto agli uomini (voto 7.1); relazioni personali, le donne risentono più degli uomini della superficialità nei legami (7.4 contro 6.9); pressioni per la performance che coinvolgono in modo significativo il genere femminile, specialmente le giovani (7.5 contro 6.9).


Il “Generational Gap”: le giovani soffrono di più Il vero divario si rivela essere quello generazionale: le giovani donne (16-35 anni) registrano un netto peggioramento nella qualità della vita rispetto a una generazione fa (-14 punti), un calo maggiore rispetto a quello percepito dai giovani uomini (-10 punti). Le ragazze italiane di età compresa tra i 28 e i 35 anni si sentono le più colpite e vivono una condizione di grande difficoltà, combinando i tradizionali svantaggi del genere femminile (gap salariale, carico familiare) con quelli della condizione giovanile (precarietà, bassi salari). Infatti, ben il 48% ritiene che la propria qualità di vita sia peggiore rispetto alle madri. Di fronte a queste difficoltà, molte donne stanno ridefinendo le proprie priorità: oltre la metà considera meno importante rispetto al passato sposarsi (55%) o avere figli (54%). La carriera (81%) e la sicurezza economica (85%) diventano obiettivi primari, una scelta dettata non da individualismo ma dalla precarietà e dalle difficoltà economiche. Le Baby Boomers (donne di età superiore ai 60 anni), invece, giudicano la loro qualità della vita migliore rispetto al passato (+21 punti) in netta controtendenza rispetto alle generazioni più giovani grazie a migliori condizioni di salute, minori responsabilità familiari e opportunità offerte dal digitale. Le ragazze Millennials (28-35 e 35-44) si trovano a cumulare i tradizionali svantaggi della condizione femminile nella società italiana (gap retributivo, cumulo di impegni lavorativi e familiari) con quelli nuovi della condizione giovanile (precarietà, salari bassi, competizione, effetti negativi dei social).


In altre parole, il “Gender Gap” si somma al “Generational Gap” generando un carico pesante: vivere nella società italiana di oggi per le giovani donne è una sfida davvero impegnativa. Il nuovo “Gender Divide”. Le donne, in particolare le giovani, sono l’epicentro di una nuova visione. Il confronto con le opinioni degli uomini non lascia spazio a dubbi: le donne che ritengono oggi prioritario investire su di sé (lavoro, carriera) e non avere una famiglia e dei figli sono molto più numerose degli uomini. Lo scarto è forte soprattutto nelle nuove generazioni, sebbene resti ampio anche fra gli adulti.


Confrontando le risposte dell’analisi GenerationShip 2024 con quella del 2023 osserviamo che le ragazze sono sempre più convinte del ribilanciamento delle priorità, dalla nuova famiglia a se stesse (o alla coppia), mentre nell’ultimo anno per i ragazzi si osserva una direzione di marcia opposta. Questa evoluzione inattesa potrebbe essere interpretata come un contraccolpo conservativo, a fronte della spinta al cambiamento sostenuta soprattutto dalle donne. L’Osservatorio GenerationShip mette in luce un paradosso: se da un lato le donne sono protagoniste della trasformazione digitale, dall’altro continuano a subire gli impatti più severi delle crisi economiche e sociali.

850 studenti hanno partecipato a Oleario, gioco quiz Crea su olio

850 studenti hanno partecipato a Oleario, gioco quiz Crea su olioRoma, 26 nov. (askanews) – Sono stati 850 gli alunni di 6 istituti scolastici superiori di diverse regioni italiane che hanno partecipato al primo Torneo Nazionale Trivia Game, Gioca con Oleario, appena concluso. Si tratta di un gioco a carattere interdisciplinare, realizzato dai Centri Crea politiche e bioeconomia, olivicoltura frutticoltura agrumicoltura, alimenti e nutrizione nell’ambito di “Oleario. Dove l’Italia lascia il segno”, il progetto finanziato dalla Rete rurale nazionale per far conoscere e approfondire l’immenso patrimonio culturale, varietale, economico e sociale dell’olio evo italiano, non un semplice condimento, ma un vero alimento alla base della dieta mediterranea.


Ogni scuola ha ricevuto in dono un albero di ulivo, segno tangibile della nostra comune identità culturale. Vincitore per il biennio è stato il gruppo guidato da Viola Torresani della prima C dell’Istituto Stanga di Cremona, mentre per il triennio ha vinto il gruppo della 4 E dell’istituto I .I.S. CIUFFELLI-EINAUDI di Todi. Questa prima edizione del torneo Nazionale è stata organizzata in collaborazione con l’associazione “Donne dell’Olio”, che, dal 2000, si propone di promuovere la cultura e la conoscenza dell’olivicoltura e dell’olio, di sostenere la custodia dell’ambiente e del paesaggio, di generare opportunità inclusive e sinergie professionali. Le “Donne dell’Olio”, attraverso le socie presenti su tutto il territorio nazionale, si sono impegnate a proporre il “trivia game – Gioca con Oleario” ad un’ampia platea di studenti.


Il trivia game, ideato dal gruppo di lavoro di Oleario del CREA coordinato da Milena Verrascina, prima tecnologa del CREA Politiche e Bioeconomia, mette a disposizione un insieme di materiali didattici e approfondimenti, organizzati in un insieme di domande suddivise per tematiche con diversi livelli di approfondimento. Oleario si prefigge, anche mediante questo gioco, di aiutare il consumatore cittadino/studente a riconoscere un olio EVO di qualità, dotandolo delle conoscenze necessarie.

Ponte Stretto, Bonelli (Avs): nessun organismo tecnico approverà progetto

Ponte Stretto, Bonelli (Avs): nessun organismo tecnico approverà progettoRoma, 26 nov. (askanews) – “Salvini annuncia l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina: a dare il parere non sarà un organismo tecnico bensì il CIPESS, presieduto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ma chi c’è tra i componenti del CIPESS che deve approvare il progetto voluto da Matteo Salvini? Un professore di ginnastica, avvocati, designer e un progettista di concessionarie di auto, ma nessun esperto di ponti come quello che si vorrebbe realizzare sullo stretto. Perché questa accelerazione nonostante le numerose osservazioni e richieste di integrazione al progetto fatte dalla commissione VIA e dallo stesso comitato scientifico della società stretto di Messina che hanno chiesto monitoraggi sismici più approfonditi?”. Ad affermarlo è il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.


“Una volta approvato il progetto definitivo lo Stato non potrà più tornare indietro a meno che non decida di pagare una cospicua penale al consorzio Eurolink, a cui è stata riaffidata la gara vinta nel 2005. Non possiamo conoscere l’ammontare della penale perché sia il Ministro Salvini che la Società stretto di Messina ritengono segreto questo aspetto, perché secondo il ministro è un elemento di accordo tra due società, la SdM e Eurolink e la pubblicazione di questi documenti sarebbe ‘non prevista dalla normativa’”, prosegue. “C’è un particolare che viene dimenticato da Salvini: il ponte è finanziato con soldi totalmente pubblici. E se nel passaggio da progetto definitivo ed esecutivo sulla base delle osservazioni poste dalla commissione Via non si potesse proseguire con il progetto, cosa accadrebbe? Perché non si è voluto ascoltare il parere dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il massimo istituto pubblico scientifico sulla sismicità? Perché non si è voluto far valutare il progetto dal consiglio superiore dei lavori pubblici, il cui parere è obbligatorio per legge per opere di questo genere. Quello che sta facendo Salvini con il ponte è vergognoso, non solo spendere oltre 14 mld di € per un’opera discutibile, ma tenendo riservate le clausole sulle penali in caso di recesso dello stato dal progetto. Io ho avvertito tutte le autorità di quello che sta accadendo: nessuno venga a dire non sapevamo”, conclude Bonelli.