Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Stasera Mattarella al festival di Sanremo, omaggio per i 75 anni della Costituzione

Stasera Mattarella al festival di Sanremo, omaggio per i 75 anni della CostituzioneSanremo, 7 feb. (askanews) – “Ho il piacere di annunciare che questa sera, per la prima volta nella storia del Festival, sarà presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sono grato al Presidente che ha accettato questo invito. La sua presenza è segno della vicinanza del capo dello Stato al mondo della cultura e per celebrare i 75 anni della Costituzione”. Lo ha annunciato Amadeus in conferenza stampa a Sanremo.
“Il presidente Mattarella non salirà sul palco – ha spiegato Amadeus -. Apriremo la serata con lui”.
La notizia che il presidente della Repubblica assisterà all’apertura del Festival della canzone a Sanremo per la prima volta nella storia ha suscitato grande clamore, tanto da aprire tutte le prime pagine dei siti di informazione. Dal Quirinale chiariscono le ragioni della scelta: quest’anno è il 75esimo anniversario della Costituzione italiana e il presidente Mattarella vuole partecipare ad alcune iniziative. Anche Sanremo dedicherà uno spazio all’evento: ad aprire la kermesse canora sarà Roberto Benigni che leggerà un testo della Costituzione, mentre Gianni Morandi canterà l’Inno di Mameli.
Sembrava giusto – visto che la Costituzione parla di cultura – fare anche un omaggio alla cultura, non solo alla cultura alta ma anche alla cultura popolare. Sicuramente Sanremo è il festival della cultura popolare e la presenza del capo dello Stato è dunque una attestazione di questo grande evento che interessa gran parte del paese.
Quella di Mattarella sarà quindi una presenza simile a quella alla Scala: il presidente, accompagnato dalla figlia Laura, assisterà in prima fila, non è previsto un suo intervento. E non resterà per tutte e cinque le ore della durata dello spettacolo che notoriamente si conclude a notte inoltrata.

Ambiente, Paparella (RemTech Expo): primaria importanza bonifica discariche

Ambiente, Paparella (RemTech Expo): primaria importanza bonifica discaricheRoma, 7 feb. (askanews) – “Dal 2017, per recuperare i territori e progressivamente ridurre ed infine cancellare la sanzione stabilita dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, è stata prevista e organizzata dal Governo Italiano una task force dell’Arma dei Carabinieri, quale Commissario Unico. La bonifica delle discariche non conformi è stata infatti indicata dalla Commissione Europea come una questione di primaria importanza, non solo per risolvere le procedure di infrazione in corso, ma come azione prioritaria per l’attuazione delle politiche ambientali a livello italiano ed europeo quali il Green Deal e, più nello specifico, la Strategia Inquinamento Zero, che mira a ridurre l’inquinamento a livelli che non siano più considerati dannosi per la salute e gli ecosistemi naturali, nel rispetto dei limiti che il nostro pianeta può sopportare, con l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050”. È quanto ha dichiarato Silvia Paparella, general manager RemTech Expo e ad di Ferrara Fiere, intervenendo a Bruxelles al Convegno “Il modus operandi dell’Italia e dell’Arma dei Carabinieri per la bonifica delle discariche e per la soluzione della crisi. Buone pratiche di attuazione per l’inquinamento zero”.

Regionali, a Milano niente più file al seggio in base al genere

Regionali, a Milano niente più file al seggio in base al genereMilano, 7 feb. (askanews) – In occasione delle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio, il Comune di Milano ha pubblicato tre video per supportare presidenti di seggio, scrutatrici e scrutatori nell’accogliere elettrici ed elettori in maniera inclusiva alle urne. In particolare il primo di questi filamti, realizzato con la collaborazione di Arcigay, contiene un’indicazione ai presidenti di seggio affinché il giorno delle elezioni distribuiscano gli elettori e le elettrici in un’unica fila, anziché dividerli in file differenziate sulla base dei generi femminile e maschile.
I registri elettorali, per legge, sono divisi in base al genere e nella maggior parte dei casi avviene che i presidenti seguano questo criterio per gestire il flusso delle persone che si recano a votare. Si tratta di una pratica in uso da decenni, ma che da diversi anni viene talvolta contestata perché ritenuta discriminante e lesiva nei confronti delle persone transgender e non binarie.
Una nota di Palazzo Marino fa notare che “mettersi in fila in base al genere assegnato alla nascita costringe, nei casi in cui esso non corrisponda alla propria identità o espressione di genere, a coming out forzati che possono sfociare in situazioni di imbarazzo o disgusto, a causa delle quali molte persone sono portate a scegliere di rinunciare al voto”.
Per questo motivo, l’Amministrazione comunale ha scelto di sensibilizzare chi presiede il seggio elettorale affinché, consapevole dell’impatto della divisione in uomini e donne, non distribuisca gli elettori in due file, tenga i registri vicini e proceda all’identificazione delle persone solo quando arriva il proprio turno, optando per una modalità non discriminante e maggiormente rispettosa dell’identità di genere di ciascuno. L’iniziativa è in linea con la mozione “Provvedimenti volti a favorire l’inclusione e la cittadinanza delle persone transgender”, approvata dal Consiglio comunale nel maggio dell’anno scorso.
Nel secondo video Giuseppe Arconzo, delegato per le Politiche sull’accessibilità del Comune di Milano, richiama l’attenzione sul tema del voto riservato a quegli elettori ed elettrici impossibilitati a votare in modo autonomo e sul loro diritto a farsi assistere in cabina da un accompagnatore. Il terzo dei brevi filmati è dedicato alle modalità di voto e alle indicazioni da seguire per una corretta verbalizzazione delle schede, illustrate dal vice segretario generale del Comune Andrea Zuccotti.

Ambiente, Commissario bonifiche: task-force Arma al servizio del Paese

Ambiente, Commissario bonifiche: task-force Arma al servizio del PaeseRoma, 7 feb. (askanews) – “E’ necessario porre rimedio al vulnus provocato dalla fase di intensa industrializzazione che ha attraversato l’Italia e l’Europa per tutto il secolo scorso e quindi realizzare le indispensabili azioni risanatrici, colpire le responsabilità per i cattivi iter amministrativi dei lavori effettuati, perseguire i reati di corruttela esistenti, bloccando le infiltrazioni criminali accertate in questo settore, applicare il principio del “chi inquina paga” e quindi alla fine proporre adeguate e possibili soluzioni che evitino il ripetersi di tali gravi dissesti ambientali per il nostro Paese”. È quanto dichiara il Commissario unico per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale, il generale Giuseppe Vadalà, intervenendo a Bruxelles al Convegno “Il modus operandi dell’Italia e dell’Arma dei Carabinieri per la bonifica delle discariche e per la soluzione della crisi. Buone pratiche di attuazione per l’inquinamento zero”.
“Pur considerando l’emergenza rifiuti che molte Amministrazioni comunali hanno dovuto gestire negli anni ’70, 80 e anche 90 relativa allo smaltimento dei rifiuti, è stato grave l’errore e gravissime le conseguenze di reperire siti e aree naturali senza condizioni di esercizio di questa particolare attività e fare sversare rifiuti a volte non solo di RSU ma anche speciali, in zone anche pregevoli territorialmente che non potevano contenere gli inquinamenti ma che nel lungo periodo avrebbero rilasciato inquinanti con pericoli per la salute umana e la salubrità ambientale”, ha spiegato il generale Vadalà, aggiungendo inoltre che “l’esistenza di questi siti è stata scoperta allora, per la prima volta nel 1986, e poi con quattro successivi monitoraggi (1996; 2002; 2008 e 2016) prima il Corpo forestale dello Stato e oggi i Carabinieri Forestale hanno monitorato i territori proprio per prevenire, scoprire, attenzionare, accertare per tempo le responsabilità e in ultima analisi, rimediare alle manomissioni abusive delle aree; l’attività di visione preventiva, cura e verifica del territorio è stata quella che oggi, grazie all’intervento e all’allarme della Commissione dell’Unione Europea, ci ha fatto mettere all’opera per rimediare ai danni prodotti, risanare il territorio e accorgerci dell’esistenza di siti discariche”.
“Non possiamo non notare come nel 1986, nello stesso anno di costituzione del Ministero dell’Ambiente e del nascente, allora, Comando Tutela Ambientale Carabinieri e 4 anni dopo la prima norma sui rifiuti in Italia (il DP.R. 915/82) una Forza di Polizia, l’allora Corpo forestale dello Stato, specializzata in campo ambientale realizzò quel primo monitoraggio, notando, per primi, il nefasto connubio e la reciproca pericolosa utilità di cave e discariche utilizzate per seppellire rifiuti o smaltirli illegalmente evidenziando i primi fenomeni di “tombamento” dei rifiuti”; 40 anni dopo, questa missione è proseguita ed è stata raccolta con lo stesso ardore ma anche con maggiore efficacia dall’Arma dei Carabinieri attraverso la nuova Forza di polizia forestale, ambientale, agroalimentare, il C.U.F.A. (Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari) portando a termine quel lavoro prezioso allora di monitoraggio e segnalazione e oggi di risanamento e accertamento delle responsabilità”, ha proseguito il Commissario unico per la bonifica delle discariche.
“Oggi questa task-force dell’Arma, con questa passione, con questo impegno continuo, con i risultati conseguiti e con questo originale e innovativo modus operandi messo a punto, è a servizio del Paese per gli impieghi che il Governo e l’Arma riterranno più opportuni e utili, nell’interesse del nostro Paese e della collettività nazionale – ha sottolineato -. Con due successivi provvedimenti di legge l’uno nel 2019 e l’altro nel 2021 questa Struttura dell’Arma dei Carabinieri è stata resa autonoma ad operare nei casi di emergenza dei contenziosi europei ma anche nei casi ordinari di bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati e delle discariche a servizio del paese e dei Suoi cittadini”.
“Per questo ringrazio a nome del Commissario e di tutti i militari appartenenti alla task-force che ho l’onore di dirigere, il Signor Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per la fiducia accordata, per il proseguimento del lavoro sin qui concesso e per le parole di incoraggiamento sempre avute nei nostri confronti e sempre apprezzate. Siamo a servizio e a disposizione di questo nostro grande Paese, ricordando sempre che, “La Terra non cresce” non è replicabile, non è riproducibile, non è illimitata, il suolo, come sappiamo, è a utilità limitata, non rinnovabile, con un capitale attaccabile e per questo dobbiamo conservare, preservare e curare quale tesoro per noi e per le generazioni future, “Perché il Futuro è Nostro”. Tutto questo è stato possibile attraverso l’indirizzo e l’azione dell’Unione Europea e della Sua Commissione Ambiente. Questa missione senza l’azione propositiva dell’Europa, delle sue politiche di sostenibilità, dell’attività di controllo non sarebbe esistita ma soprattutto non sarebbe stata effettuata questa intensa attività di disinquinamento e risanamento territoriale e i cittadini, ad oggi, di 58 pregevoli territori nazionali non avrebbero goduto di valori di salute, salubrità, ambientali e paesaggistici così elevati come oggi sono stati restituiti”.

Giubileo, Gualtieri: lavori su primo black point, oltre 80 entro 2025

Giubileo, Gualtieri: lavori su primo black point, oltre 80 entro 2025Roma, 7 feb. (askanews) – Questa mattina il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, insieme all’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, e alla presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, hanno presenziato all’avvio dei lavori sul primo “black point” all’incrocio tra via Nomentana e via Zara. È partito infatti questa mattina il primo degli interventi relativi al primo lotto di incroci tra i 175 più pericolosi e teatro di incidenti già individuati dall’amministrazione capitolina in tutta la città. Nello specifico si lavorerà su tre intersezioni di via Nomentana-corso Trieste-via Lazzaro Spallanzani; via Nomentana-via Zara; corso Trieste-via Zara-via Alessandria; punti nei quali, nel corso degli ultimi 10 anni, si sono verificati 22 incidenti, con 13 feriti ed un morto; il 60% di questi sinistri ha comportato dei feriti ed il costo sociale medio annuo è stato di 800.000 euro.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha spiegato che “i lavori che oggi partono su via Nomentana sono parte del forte impegno che la nostra amministrazione ha preso per ridurre il numero di vittime della strada. L’ultimo fatto di cronaca sul Lungotevere Flaminio conferma tragicamente l’urgenza di intervenire in maniera decisiva per fermare la strage, agendo anche con progetti mirati nelle zone ritenute più a rischio. Entro l’anno interverremo complessivamente su 8 “black points” per poi proseguire con altri 75 entro il Giubileo”.
I black points, ha sottolineato Gualtieri, “sono uno degli strumenti da mettere in campo ma la nostra azione per migliorare la sicurezza stradale prosegue anche su altri assi fondamentali, come l’aumento dei controlli e degli autovelox e l’investimento su strumenti importanti come i 715 nuovi attraversamenti pedonali luminosi che abbiamo da poco annunciato. Inoltre, andiamo avanti con la progettazione di isole ambientali e zone 30, con i grandi interventi di manutenzione della viabilità che abbiamo da subito avviato per migliorare la qualità delle nostre strade e con il nostro lavoro per rafforzare il corpo della Polizia Locale. Ed è necessario anche un forte lavoro di sensibilizzazione per il rispetto delle regole e dei limiti di velocità: tra pochi giorni faremo infatti partire una grande campagna di comunicazione dedicata a questi temi. Dobbiamo fare ognuno la propria parte, perché la sicurezza stradale riguarda tutte e tutti noi”.(Segue)

Sanremo, Amadeus: niente green carpet per Oxa? “Stava male…”

Sanremo, Amadeus: niente green carpet per Oxa? “Stava male…”

Ieri sera faceva molto freddo…

Roma, 7 feb. (askanews) – Ieri sera, in occasione del green carpet, hanno sfilato 27 big in gara al Festival di Sanremo. Non c’era Anna Oxa. “Quello che so è che non stava bene – ha risposto Amadeus in conferenza stampa nel giorno in cui inizia il Festival di Sanremo – ha avuto anche la febbre nei giorni scorsi. Ieri sera faceva molto freddo e voleva evitare di ammalarsi ulteriormente”.
Amadeus ha voluto così smorzare le polemiche sulla mancata partecipazione di Oxa sul green carpet.

Lombardia, Conte tra pendolari sul treno Vigevano-Milano

Lombardia, Conte tra pendolari sul treno Vigevano-MilanoMilano, 7 feb. (askanews) – Il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha dedicato l’inizio della sua seconda giornata elettorale in Lombardia a un viaggio in treno con i pendolari della Vigevano-Milano. L’ex premier ha viaggiato sul convoglio partito alle 7:35 dalla stazione di Vigevano ed è sceso a Porta Genova. Si tratta della quarta tappa del tour d’ascolto dei rappresentanti locali del Movimento sulle tratte maggiormente problematiche del trasporto pubblico ferroviario lombardo.
“Dati alla mano, il trasporto pubblico ferroviario in Lombardia è in costante peggioramento” hanno commentato Nicola Di Marco e Simone Verni, consiglieri regionali uscenti e ricandidati come capilista a Milano e Pavia, che l’hanno accompagnato. “Una condizione che non si può comprendere barricandosi all’interno degli uffici di Palazzo Lombardia come hanno fatto in questi anni Fontana e l’assessore Terzi. Per questo è importante viaggiare al fianco dei pendolari e ascoltare quali sono i problemi che lavoratori, studenti e viaggiatori vivono sulla propria pelle ogni giorno” hanno aggiunto.
“In questo senso la presenza di Conte rappresenta l’immagine di un’altra Lombardia, quella che vogliamo costruire con Majorino presidente. Una Regione dove i servizi tornano ad essere efficienti e i cittadini vengono ascoltati e non messi alla porta” hanno concluso gli esponenti pentastellati.

Prepararsi a vivere sulla Luna: Polimi guida la missione Esa LUMIO

Prepararsi a vivere sulla Luna: Polimi guida la missione Esa LUMIORoma, 7 feb. (askanews) – Dopo oltre mezzo secolo l’umanità si prepara a tornare sulla Luna e questa volta per restarci, per abitarla in modo permanente, per sfruttarne le risorse e per creare un avamposto da cui partire alla conquista del Pianeta rosso. “Base Luna chiama Terra” tra una manciata di anni potrebbe non essere più solo una frase da film di fantascienza.
L’ambiente non sarà estremo come quello che ancora più in là nel tempo l’uomo conta di sperimentare su Marte, ma certamente non sarà facile vivere sul nostro satellite naturale, esposti alle radiazioni, a piogge di meteoriti che a causa dell’assenza di atmosfera si schiantano sulla superficie che infatti è caratterizzata da crateri, circa 300mila contando quelli con un diametro di almeno 1 km. Quanti meteoriti colpiscono la Luna? Con quale frequenza? Quale sarà l’entità del rischio per astronauti e strutture?
A queste domande intende rispondere la missione dell’Agenzia spaziale europea LUMIO (Lunar Meteoroid Impacts Observer), finanziata dall’Agenzia spaziale italiana, sotto la guida del Politecnico di Milano con il gruppo DART (Deep-space Astrodynamics Research and Technology) che fa capo a Francesco Topputo, ordinario di Sistemi Spaziali al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali.
“L’obiettivo scientifico di LUMIO – spiega il prof. Topputo ad askanews – è monitorare il lato nascosto della Luna, quello che da Terra non vediamo, per rilevare i meteoroidi che colpiscono la sua superficie, piccole rocce che per la loro dimensione ridotta non possono essere rilevate con i telescopi da terra. Quando un meteoroide si dirige verso la Terra a contatto con l’atmosfera si distrugge e lascia una scia luminosa osservabile, sulla Luna che è priva di atmosfera il meteoroide colpisce la Luna provocando un cratere e rilasciando anche un breve flash luminoso. Con LUMIO vogliamo rilevare la presenza di questi flash. Ad ogni flash – prosegue il responsabile della missione – assoceremo l’impatto di un meteoroide e alla fine saremo in grado di quantificare il flusso che investe la Luna per quantificare il rischio a cui saranno esposti i prossimi avamposti lunari, le basi che si costruiranno sulla superficie del nostro satellite nei prossimi anni, e quindi gli astronauti”.
Questo tipo di monitoraggio, spiega Topputo, non può essere fatto da Terra. “Da pochi anni esistono dei programmi – uno americano e uno europeo – che guardano da terra il lato più vicino della Luna ma la presenza dell’atmosfera attenua il segnale; inoltre è possibile fare osservazioni per poche ore a notte a patto di avere condizioni metereologiche favorevoli, e si può osservare solo la Luna nuova quando non è illuminata perché se puntassimo i telescopi in altri momenti sarebbe difficile distinguere i flash. Nello spazio invece si possono fare osservazioni ininterrotte per 14 giorni, senza il disturbo dell’atmosfera e senza la luce riflessa dalla Terra, ottenendo quindi una qualità della misura molto migliore”.
LUMIO è un CubeSat 12U, delle dimensioni di 30x20x20 cm, del peso di circa 25 kg, alla cui realizzazione contribuiscono i partner del consorzio che comprende oltre all’Italia anche l’agenzia spaziale norvegese.
“Il Politecnico di Milano è capofila del consorzio quindi noi ci occupiamo dell’analisi di missione e di tutti gli aspetti scientifici”. Il satellite è progettato dall’Argotec di Torino, azienda specializzata nei CubeSat, piccoli satelliti sempre più sfruttati per missioni spaziali: il loro LICIACube, è stato compagno di viaggio della missione di difesa planetaria DART, e ArgoMoon è stato a bordo della missione della Nasa Artemis I.
Leonardo, nella sede di Campi Bisenzio vicino Firenze, realizzerà la camera ad alta risoluzione che riprenderà la Luna, scattando 15 immagini al secondo. “Immagini – spiega Topputo – che saranno processate a bordo e che, opportunamente analizzate, ci permetteranno di individuare con certezza la presenza dei flash a indicare l’avvenuto impatto dei meteoroidi”. L’azienda romana IMT realizzerà il trasponder in banda X per le comunicazioni e il meccanismo di rotazione dei pannelli solari mentre Nautilus, spinoff dell’Università di Bologna e del Politecnico di Milano – di cui il prof. Topputo è co-founder – si occuperà del segmento di terra e delle operazioni di controllo del volo. “Un aspetto innovativo – sottolinea – perché attualmente per lo spazio profondo questa competenza esiste solo presso l’Esa; Nautilus punta a privatizzare i servizi di controllo del volo e a erogarli a basso costo e l’esperienza di LUMIO sarà determinante”. Infine, la norvegese S&T si occuperà della realizzazione del processore di bordo che elaborerà in tempo reale i dati provenienti dalla LUMIO-Cam di Leonardo.
“La durata nominale della missione – prosegue Francesco Topputo – è di un anno ma noi possiamo fare osservazioni scientifiche solo 6 mesi in quanto siamo soggetti alle fasi lunari; siamo quindi alla ricerca di idee per sfruttare LUMIO nei restanti 6 mesi. Per questo il 13 febbraio a Roma, nella sede dell’Agenzia spaziale italiana, abbiamo organizzato un workshop rivolto alla comunità scientifica, per raccogliere proposte e idee che poi valuteremo, selezionando le più interessanti, in modo da poter sfruttare pienamente la missione”.
Ideata da Polimi nel 2017, LUMIO ha vinto una competizione europea, è stata giudicata da Esa fattibile e con il sostegno dell’Asi e delle agenzie spaziali olandese e norvegese è stato realizzato lo studio preliminare di Fase A. Attualmente la missione è nella Fase B che si concluderà a fine settembre. “L’Asi ci ha assicurato il suo sostegno per cui nel 2024 prevediamo di essere in fase C e nel 2025-26 in fase D che vedrà la costruzione del satellite. L’ipotesi di lancio al momento è tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027. Stiamo esplorando con l’Agenzia spaziale italiana le opportunità di lancio perché dobbiamo agganciarci come carico secondario a una missione primaria diretta verso la Luna. Al momento – conclude il prof. Topputo – sono in programma tante missioni verso il nostro satellite, soprattutto americane, quindi stiamo interagendo sia con la Nasa che con aziende private per trovare un ‘passaggio’”.
(Luciana Papa)

Lombardia,Riccardi:donne penalizzate,in sordina preferenza genere

Lombardia,Riccardi:donne penalizzate,in sordina preferenza genereRoma, 7 feb. (askanews) – La doppia preferenza di genere c’è, ma è come se non ci fosse perché non viene incentivata. A partire dai candidati che chiedono il voto per sé ma non indicano la possibilità della seconda preferenza che tiene conto della parità di genere. Lo afferma Francesca Riccardi, una delle cinque donne candidate nella lista Pd alle elezioni Regionali in Lombardia.
“Noi donne all’apparenza partiamo dalla stessa linea, ma in realtà siamo penalizzate: molti candidati, infatti, nell’invitare a scrivere il proprio cognome, non indicano la seconda riga che pure è sulla scheda elettorale e che prevede il doppio voto di genere. Così – spiega Riccardi, avvocato, membro dell’assemblea nazionale del Pd e consigliere comunale per due mandati a Bergamo nell’amministrazione di Giorgio Gori – già l’elettore non sa che il 12 e 13 febbraio si vota in Lombardia per il rinnovo del Presidente della Giunta e per il Consiglio Regionale, se poi non gli si dice che può esprimere due preferenze, per un candidato uomo e per un candidato donna, questo significa non dargli un’informazione corretta. E, ovviamente, non garantire pari condizioni di ‘corsa’ elettorale alle donne”.
“Se nei consigli di amministrazione delle società pubbliche è prevista la parità di genere, non altrettanto avviene nelle istituzioni elettive – aggiunge Riccardi -. I numeri non mentono: alle ultime elezioni regionali della Lombardia gli eletti sono stati per il 70% uomini e solo per il 30% donne”. Non è solo un problema di leggi e di buone pratiche che promuovano la parità di genere, ma anche una grande questione culturale, di temi e di linguaggio. “In questa campagna elettorale i miei compagni di viaggio sono degli amici che conosco da tanto tempo ma ciò non toglie – conclude Riccardi, che è candidata nel collegio della provincia di Bergamo – che in occasioni pubbliche come la presentazione della lista noi donne candidate siamo state presentate come ‘le ragazze delle lista’. Insomma, come donna, per vincere i 100 metri piani ne devo correre 110”.

Salov, allo studio tecnologie per aumentare shelf-life olio d’oliva

Salov, allo studio tecnologie per aumentare shelf-life olio d’olivaMilano, 7 feb. (askanews) – Salov, gruppo del settore oleario, proprietario dei marchi Filippo Berio e Sagra, è capofila di Long Life Oil, un progetto di ricerca per lo sviluppo di tecnologie volte a prolungare della durata del ciclo di vita degli oli di oliva con il mantenimento di un’elevata qualità organolettica, nutraceutica e nutrizionale. Il progetto è stato concepito in collaborazione con Sintecnica Engineering, Enertech, Bioclass , il dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa e il Consorzio Polo Tecnologico Magona.
Co-finanziato dalla Unione Europea tramite la Regione Toscana e con la consulenza del prestigioso Lab NEST della Scuola Normale Superiore di Pisa, Long Life Oil consiste nella pianificazione di un innovativo sistema di imbottigliamento, stoccaggio e commercializzazione del prodotto finito, basato sulla sperimentazione di nuove soluzioni e materiali di packaging e sull’utilizzo di atmosfere controllate che ottimizzano le prestazioni del prodotto (data di scadenza, stabilizzazione delle caratteristiche qualitative) coniugandole con i costi operativi.
Il progetto, inoltre, punta allo sviluppo di un’etichetta smart che consenta il monitoraggio dei parametri fondamentali per la conservazione dell’olio di oliva (temperatura, luce) durante il trasporto e lo stoccaggio del prodotto. Alla prima fase sperimentale iniziata nel 2022 seguirà quella su scala industriale al cui termine verrà eseguito uno studio di fattibilità per il trasferimento delle innovazioni progettate sia in produzione che nella supply chain.
Salov ha già all’attivo collaborazioni con partner industriali e accademici nell’ambito di altri progetti industriali come Innovoil o il Degommaggio enzimatico, oltre ad avere destinato il vasto oliveto di Villa Filippo Berio a “Laboratorio a cielo aperto” per la sperimentazione, in collaborazione con il CNR, di tecniche agricole sostenibili, di precisione e di resilienza a importanti agenti patogeni e parassiti dell’olivo.
Il raggiungimento degli obiettivi di Long Life Oil offrirà a Salov la possibilità di immettere sul mercato globale una nuova linea di prodotti con caratteristiche di conservabilità e qualità migliorate. Il prolungamento della shelf-life nei nuovi prodotti, inoltre, aprirà la strada a ulteriori vantaggi in termini di sostenibilità della supply chain soprattutto nella fornitura verso i mercati più distanti consentendo tempi di consegna meno stressanti e impattanti sull’ambiente e un minor spreco di prodotto.