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Autore: Redazione StudioNews

Nordcorea, riaperto cruciale collegamento traporto merci con Cina

Nordcorea, riaperto cruciale collegamento traporto merci con CinaRoma, 16 feb. (askanews) – La circolazione di camion lungo un collegamento cruciale tra Cina e Corea cel Nord ha ripreso a fluire dopo due anni di stop. Lo scrive il Nikkei.
“Le autorità dei due paesi hanno concordato di riprendere alcuni trasporti”, ha detto una fonte cinese al Nikkei. Ha anche riaperto la dogana cinese nella città di Hunchun, consentendo così a camion carichi di grano di altri beni di attraversare il confine verso Rason.
La Corea del Nord si è sigillata a gennaio 2020 per fermare l’arrivo nel paese del Covid-19. Il blocco è stato sostanzialmente totale. Ma questo ha creato problemi di approvvigionamento: la Cina rappresenta il 90 per cento dei traffici internazionali nordcoreani.
Pyongyang ha anche riaperto i traffici marini e i treni merci che vanno da Dandong, in Cina, alla città coreana di Sinuju da settembre scorso.

Alto diplomatico cinese Wang Yi ha incontrato a Parigi Macron

Alto diplomatico cinese Wang Yi ha incontrato a Parigi MacronRoma, 15 feb. (askanews) – Wang Yi, il diplomatico cinese di più alto rango, ha iniziato da Parigi il suo lungo viaggio in Europa, che lo porterà anche in Italia e a partecipare alla Conferenza sulla sicurezza di Monaca. Oggi ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron e la ministra degli Esteri Catherine Colonna.
Nell’incontro si è parlato anche del viaggio di Macron in Cina previsto per aprile.
E’ il primo viaggio di Wang da quando ha lasciato l’incarico di ministro degli Esteri per assumere quello di rango più elevato di direttore della Commissione centrale per gli Affari esteri del Partito comunista cinese, oltre essere membro del Politburo, il sancta sanctorum del Pcc.
Secondo un’informativa fornita dal governo cinese, ripresa dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, Wang e Macron hanno scambiato “approfondite opinioni sulla questione ucraina” e l’alto diplomatico cinese ha detto a Macron che la Cina “aderisce a una posizione obiettiva e imparziale sulla questione ed è impegnata a promuovere colloqui di pace”.
Il governo francese, nel dare notizia, ha scritto che entrambe le parti hanno espresso la determinazione nel “contribuire alla pace in accordo con la legge internazionale”.
Wang Yi, dopo l’Italia, la Germania e l’Ungheria, si recherà anche in Russia.

Berlusconi si gode assoluzione Ruby ter. E prova a oscurare caso Ucraina

Berlusconi si gode assoluzione Ruby ter. E prova a oscurare caso Ucraina

Fi rilancia: serve commissione d’inchiesta. Ma Fdi frena, Meloni non vuole scontro con giudici

Roma, 15 feb. (askanews) – Un po se l’aspettava, ma questo non ha certo rovinato la festa. Anche perchè il tempismo non poteva essere migliore. Silvio Berlusconi festeggia l’assoluzione dal Ruby ter, uno dei filoni del famoso processo che parte dalla vicenda che coinvolse la giovane Karima El Mahroug, proprio nel momento in cui è sotto attacco per le frasi pronunciate domenica scorsa contro il leader ucraino Volodomyr Zelensky, da lui ribattezzato ‘questo signore’. Frasi sprezzanti che dopo aver messo in imbarazzo il governo di Giorgia Meloni, che del sostegno a Kiev ha fatto uno dei punti chiave della sua credibilità internazionale, ha provocato la presa di distanza anche del Partito popolare europeo, la famiglia politica alla quale l’ex premier si fa vanto in continuazione di appartenere.
La legittima soddisfazione del Cavaliere e di Forza Italia diventa così provvidenziale per portare in primo piano un altro tema su cui gli azzurri si muovo certamente con più disinvoltura: la storica battaglia contro l’uso politico della giustizia. Non passa nemmeno un’ora dalla sentenza, che arriva la richiesta di varare una commissione parlamentare d’inchiesta proprio su questo. La chiedono un po tutti i suoi fedelissimi, mentre Silvio Berlusconi affida a poche righe sui social la sua soddisfazione, non senza togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”. Sottotesto: ‘non come quelli che mi hanno condannato per frode fiscale portando alla mia decadenza politica’.
Il primo tra gli alleati a mostrare la sua solidarietà all’ex premier è Matteo Salvini, che ci mette appena 10 minuti per dichiarare di essere “felice per l’assoluzione di Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche”. Ci pensa un po di più Giorgia Meloni che dopo un’ora circa afferma che “l’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al presidente Berlusconi a nome mio e del governo un saluto affettuoso”. Parole che a molti in Fi sono sembrate il minimo sindacale, ma dall’entourage del Cavaliere in queste ore si lavora per dimostrare che tra lui e la premier non c’è nessuno strappo e dunque si fa notare l’importanza di aver deciso di vergare la nota non semplicemente da leader di un partito ma proprio da capo dell’esecutivo.
Al di là delle cortesie istituzionali, però, dentro Fdi sostanzialmente si prendono le distanze dalla richiesta di dare vita a una commissione d’inchiesta. D’altra parte, la presidente del Consiglio non vuole aprire nuovi fronti di scontro e, come aveva già dimostrato sulla questione dell’uso delle intercettazioni, men che meno vuole farlo con la magistratura. Terreno da sempre delicato, su cui sono costantemente accesi anche i fari del Colle.

Meloni incontra Metsola e vola a Monaco, chiudere caso Berlusconi

Meloni incontra Metsola e vola a Monaco, chiudere caso Berlusconi

Ma è ancora in attesa del viaggio a Kiev , l’imbarazzo per le parole dell’ex premier pesa

Roma, 15 feb. (askanews) – Venerdì l’incontro con Roberta Metsola, sabato a Monaco per la Conferenza internazionale sulla sicurezza. Giorgia Meloni si riaffaccia nella dimensione europea dopo il ‘litigio’ con Emmanuel Macron a Bruxelles e, soprattutto, le polemiche innescate dalle dichiarazioni di domenica scorsa di Silvio Berlusconi su Volodymyr Zelensky.
Dichiarazioni che, ammettono a microfoni spenti esponenti di governo, “creano imbarazzo” e che hanno costretto Palazzo Chigi a prendere le distanze e il ministro degli Esteri Antonio Tajani (numero due di Forza Italia) a rassicurare le cancellerie e i partner del Ppe. “Berlusconi non ha mai difeso Putin, Berlusconi che è un uomo di pace ha presentato una sua idea per seguire un percorso diplomatico, ma la posizione dell’Italia e quella di Forza Italia non è mai cambiata”, ha ribadito anche oggi il titolare della Farnesina. Adesso la linea è quella di mantenere un profilo basso, far decantare la vicenda e nel frattempo mantenere vivi i rapporti con i partner.
In questo quadro, dunque, venerdì a Palazzo Chigi arriva la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che a Roma vedrà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Meloni e Metsola hanno un buon rapporto, una sintonia istituzionale che però può avere interessanti riflessi sulla politica, puntando alle elezioni europee del 2024. La presidente del Consiglio italiana è infatti anche presidente di Ecr, la formazione europea dei conservatori, e avrebbe l’obiettivo di favorire l’avvicinamento con il Ppe per dar vita a una coalizione di centrodestra. In questo disegno, proprio Metsola, esponente popolare, potrebbe essere la front-woman dell’operazione. Un progetto, comunque, tutto da sviluppare e che, in Italia, deve fare i conti con le divisioni tra i partiti di maggioranza sul posizionamento in Europa.
Oltre ad appartenere a tre “famiglie” diverse (Fi nel Ppe, Fdi in Ecr, Lega in Id) le sensibilità su molti temi sono diverse. E si vedranno tutte quando il governo dovrà portare in Parlamento la ratifica del Mes, a cui solo l’Italia ormai non ha dato via libera. Finora la questione era stata messa in stand-by per il voto regionale, ma adesso il nodo dovrà essere sciolto e l’esecutivo dovrà varare il ddl di ratifica, che in Aula troverà vita assai difficile data l’opposizione di almeno parte della Lega.
Nell’immediato c’è da stabilizzare i rapporti a livello europeo. Sabato Meloni sarà a Monaco di Baviera, alla conferenza internazionale sulla sicurezza a cui prenderà parte anche Tajani, che ha in agenda diversi incontri. Meloni dovrebbe intervenire in un panel moderato dalla giornalista della Cnn Christiane Amanpour, trattenendosi solo per l’appuntamento. Ma non si può escludere che, a margine dei lavori, ci sia l’occasione di qualche contatto.
Il tutto in attesa della (possibile) missione a Kiev la prossima settimana, a ridosso del 24 febbraio, data dell’invasione. Un appuntamento che sarebbe ancora più fondamentale dopo il caso Berlusconi. Ma che al momento non è stato ancora ufficialmente sbloccato.

Ist.Cattaneo: affluenza cala per disallineamento tornate regionali

Ist.Cattaneo: affluenza cala per disallineamento tornate regionaliMilano, 15 feb. (askanews) – Il drastico calo della partecipazione al voto alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio è “riconducibile a fattori ricorrenti e strutturali” come “il disallineamento delle tornate elettorali regionali” che “le rende meno percepibili e meno salienti per l’opinione pubblica, anche per la limitata attenzione dedicata loro dai media”. È una delle conclusioni a cui giunge l’Istituto Cattaneo, che negli ultimi 40 anni ha curato oltre cento rapporti per istituzioni pubbliche e private sulla società italiana, sulla partecipazione e l’opinione pubblica e sulle istituzioni di governo.
“La rapida sequenza di elezioni di diverso genere – ha osservato inoltre l’Istituto Cattaneo – non solo respinge gli elettori, ma rende il risultato molto più prevedibile, a maggior ragione in presenza di una struttura asimmetrica della competizione che, come nelle elezioni politiche del 2022, vedeva il polo di centrodestra unito (ricomposto sia nella sua base elettorale che come alleanza tra partiti) così come lo era stato, con poche eccezioni, dal 2001 al 2008, e i suoi avversari divisi”.
Il drastico calo dell’affluenza registrato nell’ultima tornata regionale, ha sottolineato poi l’Istituto, è riconducibile a “fattori ricorrenti e strutturali” che si erano “già visti all’opera nelle elezioni regionali del novembre 2014 (Emilia-Romagna e Calabria). Una circostanza che fu allora da molti erroneamente ricondotta a fattori contingenti e strettamente legati alle ragioni per cui si era arrivati allo scioglimento anticipato della legislatura regionale o alla limitata attrattiva dei candidati a presidente”.

Autonomia, Calderoli: prevedo richieste delle Regioni a inizio 2024

Autonomia, Calderoli: prevedo richieste delle Regioni a inizio 2024Roma, 15 feb. (askanews) – “Un anno di tempo, che è partito dal primo gennaio 2023 per la proposta al Parlamento per quali materie siano suscettibili dei Livelli essenziali delle prestazioni e a seguire la definizione di quali siano i livelli essenziali e la relativa costi e fabbisogni standard”: così Roberto Calderoli, intervistato per la puntata di Porta a Porta che andrà in onda domani su Rai1, ha descritto i tempi di conclusione dell’iter del suo disegno di legge per l’autonomia regionale differenziata.
“Io – ha spiegato il ministro leghista per gli Affari regionali e le autonomie – ho previsto un anno per l’approvazione della legge in Parlamento e in parallelo un anno per la definizione dei Lep costi e fabbisogni standard. Quindi: inizio 2024 la possibilità che ciascuna regione richieda una materia o una parte di queste e non vuol dire che questa materia verrà garantita a quella regione. Cio sarà un negoziato fra regione e governo, il governo che dovrà dire sì, dopo di che già sulla proposta deve esserci un atto di indirizzo del Parlamento e poi è il Parlamento che deve decidere a maggioranza assoluta. Non è come viene proposto che una regione chiede e poi automaticamente viene: c’è un passaggio del Governo, due passaggi parlamentari, dopo di che questa ulteriore funzione o una parte di essa – ha concluso Calderoli – potrà essere attribuita alla regione”.

Milano, cortile mercato coperto v.le Monza sarà spazio pubblico

Milano, cortile mercato coperto v.le Monza sarà spazio pubblicoMilano, 15 feb. (askanews) – Il cortile interno di pertinenza del mercato comunale coperto di viale Monza 54, di circa 70 metri quadrati, sarà convertito da area in disuso per la raccolta dei rifiuti a spazio di socialità per chi abita a Nolo. Lo prevede il Patto di collaborazione tra Comune di Milano e le Associazioni Memo54 Aps, Il Vespaio Ets e Genitori Ciresola Ets, firmato oggi alla presenza dell’Assessora ai Servizi civici con delega alla Partecipazione Gaia Romani e del Presidente del Municipio 2 Simone Locatelli.
Il progetto Out è finanziato da Fondazione di Comunità Milano e dal Fondo Fondazione Claudio De Albertis e vede il supporto del Politecnico di Milano nel processo di realizzazione dell’intervento e nella progettazione delle attività culturali e sociali che lo animeranno. Con la firma del Patto le associazioni si impegnano a realizzare una serie di iniziative culturali ed educative per promuovere l’animazione e la cura dello spazio esterno del cortile, restituendolo al quartiere come nuovo spazio di socialità.
Già nel 2020, proprio all’interno degli spazi del mercato, è stato inaugurato Off Campus Nolo, uno spazio del Politecnico di Milano, nel quale il gruppo di ricerca POLIMI DESIS Lab del Dipartimento di Design promuove attività di didattica innovativa, di ricerca responsabile e co-progettazione a favore della collettività e dello sviluppo del quartiere.
“La firma di oggi – commenta l’assessora Romani – arriva a valle di un percorso virtuoso avviato da tempo, con il quale abbiamo fatto evolvere l’area del mercato di viale Monza, arricchendola di attività con finalità sociali, culturali, aggregative e ricreative. Ci tengo a ringraziare moltissimo tutti i soggetti coinvolti, perché questo progetto dimostra ancora una volta come la partecipazione attiva e la collaborazione del tessuto sociale e associativo possono dare vita a risultati straordinariamente belli, come quello del cortile sociale. Un luogo, oggi in disuso, che si prepara a prendere vita e diventare contenitore di occasioni di socialità e cultura”.

Delitto Attanasio, esce il libro-inchiesta di Antonella Napoli

Delitto Attanasio, esce il libro-inchiesta di Antonella NapoliRoma, 15 feb. (askanews) – Nel secondo anniversario dell’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, il 17 febbraio arriva in libreria “Le verità nascoste del delitto Attanasio”, l’inchiesta di Antonella Napoli, giornalista e scrittrice, direttrice della rivista “Focus on Africa”. Un libro che ricostruisce tutte le fasi dell’agguato e ne svela misteri e fatti finora lasciati in un cono d’ombra.
L’autrice presenterà “Le verità nascoste del delitto Attanasio” il 17 febbraio a Roma presso la Fondazione per il Giornalismo Paolo Murialdi (via Augusto Valenzani, 11 – ore 17.30) alla presenza del Presidente dell’Odg Carlo Bartoli, di Salvatore Attanasio e Dario Iacovacci, rispettivamente padre e fratello delle vittime.
Due gli appuntamenti in Lombardia: il 22 febbraio a Limbiate (MB), alle ore 12.00, il firmacopie alla libreria Mondadori (via Giuseppe Garibaldi, 52) e il 23 febbraio a Milano, alle ore 18.30, nello spazio “The Will” (via Cappuccio, 5), dove l’autrice dialogherà con l’avvocato ed esperto di Africa Roberto Cociancich.
Oltre ad aver acquisito tutti gli atti dell’indagine giudiziaria della Procura del Tribunale di Roma, Antonella Napoli, che conosceva bene Attanasio, ha raccolto testimonianze sul posto trascorrendo un lungo periodo in Congo (dove è poi tornata il 31 gennaio con Papa Francesco, come giornalista accreditata al viaggio apostolico del Pontefice in Congo e Sud Sudan).
Esiste una certezza: il 22 febbraio 2021 l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo vennero assassinati.
Esistono dei piani di sicurezza minuziosamente studiati e approvati: oggi è possibile calcolare il rischio dei pericoli di una missione, e dunque, se necessario, evitarla. Cosa che non è avvenuta per l’operazione del World Food Programme del 22 febbraio 2021.
Questo libro analizza il perché non sia stato fatto abbastanza per evitare un evento così cruento. “Le verità nascoste del delitto Attanasio” è un viaggio a ritroso sulle tracce di fatti realmente avvenuti, affrontato dall’autrice che conosceva l’ambasciatore Attanasio e questo le ha dato maggior forza per mettersi a lavoro, chiedendo giustizia, andando fino in fondo nella ricerca della verità, anche con una campagna lanciata dalla rivista da lei diretta, Focus on Africa, #veritaperlucavittorioemustapha.
“Le verità nascoste del delitto Attanasio” è il secondo testo che Antonella Napoli ha scritto sul suo amico ambasciatore, dopo “Più forte della paura”, pubblicato nel 2022 sempre da All Around – ricordo di un servitore dello Stato, impegnato nella difesa dei più deboli, che ha dato la vita in nome dei suoi ideali.
“Molte azioni e atteggiamenti, già dalle prime ricostruzioni, sono apparsi tutt’altro che trasparenti – dichiara Antonella Napoli nel suo libro – Aspetti che ancora oggi sono avvolti da un’inaccettabile omertà, come la responsabilità della mancata sicurezza per quella missione e del “perché” di determinati comportamenti e decisioni che hanno favorito l’assalto sulla strada attraversata dal convoglio del WFP, che l’aveva classificata zona ‘verde’ e dunque ‘sicura’”.
Raccontare per svelare una verità osteggiata, con testimonianze e riscontri che fanno emergere il coinvolgimento di esponenti delle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (Fardc) nell’inchiesta sull’uccisione dell’ambasciatore Attanasio, di Iacovacci e di Milambo.
Il libro di Antonella Napoli contribuisce a rompere il silenzio e intende fare luce su una terra che versa in uno stato di insicurezza permanente, tra divergenze politiche, stagnazione economica, sfruttamento rapace delle risorse, diseguaglianze sociali, crisi epidemiche e strumentalizzazioni etniche.
La prefazione del libro è stata curata da Giovanni Gugg, docente di antropologia culturale all’Università Federico II di Napoli e autore di “Focus on Africa”.

Vino, Consorzio Tutela Lessini Durello: torna progetto “Durello in classe”

Vino, Consorzio Tutela Lessini Durello: torna progetto “Durello in classe”Milano, 15 feb. (askanews) – Il Lessini Durello, lo spumante da vitigno autoctono nato sulle colline tra Verona e Vicenza, sarà il protagonista per una decina di settimane di specifiche lezioni che avranno lo scopo di raccontare la denominazione, il vitigno, la storia e il vino. Si tratta del progetto “Durello in classe” ideato dal Consorzio di Tutela del Lessini Durello, rivolto per il secondo anno consecutivo agli studenti che frequentano gli ultimi anni delle superiori degli Istituti alberghieri delle provincie di Treviso e di Verona.
A tenere le lezioni, sarà il sommelier e divulgatore Massimo Zardo, da tempo impegnato sul fronte della divulgazione del patrimonio enologico veneto. Vitigno, terroir, cloni, metodi di produzione, modalità di servizio saranno solo alcuni dei temi che saranno affrontati nell’ambito di questo progetto di divulgazione che mira a creare conoscenza e consapevolezza rispetto a questo spumante da vitigno autoctono che oggi sta godendo di una notorietà crescente e sempre più diffusa.
“Abbiamo deciso di riproporre queste lezioni, consapevoli che i giovani sono la nostra vera risorsa, è a loro che ci dobbiamo rivolgere sia per offrire occasioni di conoscenza e di formazione, sia per creare tra questi ragazzi quel sano orgoglio di appartenere ad un territorio da cui nascono vere e proprie eccellenze” ha spiegato la presidente del Consorzio, Diletta Tonello, aggiungendo che “sono particolarmente affezionata a questo progetto divulgativo dedicato ai ragazzi perché anche nel Consorzio che rappresento ci sono molti giovani produttori e produttrici: è come se parlassimo la stessa lingua”.

Vino, Pier Giuseppe D’Alessandro nuovo dg Poggio Antico di Montalcino

Vino, Pier Giuseppe D’Alessandro nuovo dg Poggio Antico di MontalcinoMilano, 15 feb. (askanews) – Pier Giuseppe D’Alessandro è stato nominato nuovo direttore generale dell’azienda vitivinicola Poggio Antico di Montalcino (Siena). D’Alessandro sostituirà Federico Trost “che ha deciso di affrontare una nuova sfida dopo cinque anni alla guida di Poggio Antico”.
In una nota, si spiega che il nuovo dg “negli ultimi cinque anni è stato a capo di tutte le principali evoluzioni agricole ed enologiche della proprietà, tra cui il passaggio all’agricoltura biologica, la dettagliata analisi geologica del vigneto e la sua riorganizzazione attraverso un importante programma di reimpianto, la puntuale gestione plot by plot delle unità di suolo e l’evoluzione delle pratiche colturali”.
Fondata nel 1976, l’azienda è stata acquisita nel 2017 dall’imprenditore belga Marcel van Poecke (attuale presidente) attraverso la sua AtlasInvest. La Cantina ha oggi 200 ettari di terreno, 35 dei quali vitati (33 a Sangiovese e due a Cabernet Sauvignon) ad un’altitudine media di quasi 500 metri. La produzione annua è di circa 100mila bottiglie all’anno, l’85% delle quali vengono esportate.