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Autore: Redazione StudioNews

Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative

Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative




Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative – askanews.it




















Venezia, 3 apr. (askanews) – Tre Biennali per stare dentro il sistema delle arti con ancora più autorevolezza. E allora ecco 70 novità, tra prime assolute, europee, italiane; 41 produzioni e coproduzioni, di cui molte commissionate; 48 giorni di programmazione per i Festival di Teatro (dal 15 giugno al 1 luglio), Danza (dal 13 al 29 luglio), Musica (dal 16 al 29 ottobre), che si estendono fino a 3 mesi di attività con le residenze dei giovani artisti di Biennale College. Si tratta di un intenso intervento della Biennale di Venezia nella produzione, la promozione e la documentazione della nuova creatività delle arti dal vivo, che vede quest’anno le nuove opere prodotte per e con la Biennale raggiungere la metà dell’intero programma.

“La Biennale – ha detto il presidente Roberto Cicutto – ha deciso da quest’anno di aumentare le risorse e il sostegno destinati ai Settori Danza Musica e Teatro e ai rispettivi Festival Internazionali. Questi Festival non sono mai stati concepiti come rassegne per mostrare il meglio delle produzioni nei campi di competenza dei tre direttori artistici, ma come lo sviluppo di un progetto che arricchisca conoscenza e sperimentazione in coerenza con un mandato quadriennale. Le maggiori risorse consentiranno anche al pubblico di poter più agevolmente assistere agli spettacoli che avranno un maggior numero di repliche, masterclass, installazioni e attività interdisciplinari. Soprattutto consentono alla Biennale di affidare commissioni, produrre o coprodurre nuovi spettacoli, colmando in parte (soprattutto nel Settore Musica) una falla nell’impegno pubblico rispetto a quanto si fa in altri Paesi. Il lavoro dei direttori artistici Wayne McGregor per la Danza, Lucia Ronchetti per la Musica, Stefano Ricci e Gianni Forte per il Teatro ha dimostrato nei primi tre anni del loro mandato le infinite possibilità nel tessere un filo ininterrotto fra maestri del passato, artisti contemporanei e professionisti del prossimo futuro. In questo modo si dà concretezza a quanto spesso si afferma ma difficilmente si realizza: far crescere donne e uomini all’inizio delle loro carriere, alimentandoli della lezione di chi li ha preceduti con spirito innovatore e di ricerca”. Sono oltre 450 gli artisti coinvolti, da 30 Paesi diversi, per i tre Festival di Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia. Il Teatro vedrà in scena, tra gli altri, Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera, con lo straordinario gruppo di attori-detenuti della Compagnia della Fortezza; Romeo Castellucci, che con le sue performance simboliche e visionarie attraversa generi, pubblici e continenti; due delle compagnie che maggiormente incarnano le tendenze degli ultimi anni, la catalana El Conde de Torrefiel e la fiamminga FC Bergman, destinataria del Leone d’argento. E ancora: le nuove voci di Boris Nikitin, attore, autore oltre che regista di ascendenze ucraino-franco-ebraiche, e di Bashar Murkus con il Khashabi Ensemble, teatro palestinese indipendente creato all’interno dello Stato di Israele, ad Haifa.

Spiccano per la Danza, fra i tanti appuntamenti in programma, un omaggio a Simone Forti, Leone d’oro alla carriera, con un’ampia mostra retrospettiva del suo lavoro di “artista del movimento” proveniente dal Museum of Contemporary Arts di Los Angeles; un trittico di coreografie che hanno la forza ipnotica della danza pura di Tao Dance Theater, Leone d’argento; Sidi-Larbi Cherkaoui, Javier De Frutos, Michaela Taylor, Alexis Fernandez, quattro coreografi per l’ensemble fondato dal super divo del balletto internazionale Carlos Acosta; la prima mondiale di Pontus Lidberg, coreografo, filmmaker e danzatore svedese che ha conquistato le compagnie più blasonate – dal New York City Ballet al balletto dell’Opéra di Parigi. E inoltre, le figure di Oona Doherty, Andrea Peña, Luna Cenere, giovani coreografe che si sono imposte recentemente all’attenzione di pubblico e critica. La Musica mette sotto i riflettori l’elettronica digitale a partire dal pioniere Morton Subotnick, passando per Brian Eno, Leone d’oro alla carriera, e l’eretico John Zorn, per arrivare al leggendario duo noto col criptico nome di Autechre, che ha portato la club culture ai confini con la musica d’avanguardia. Fra i tanti artisti invitati ci saranno: il musicista e performer Robert Henke, che rimette in circolo la tecnologia vintage dei pc Commodore; Brigitta Muntendorf che lancia la musica nello spazio con Orbit, voci di donne clonate dall’intelligenza artificiale e audio 3D, sottotitolo A War Series, ovvero le guerre che nei millenni si sono combattute contro il corpo femminile. Tante, inoltre, le figure dell’elettronica live più sperimentale, come Lamin Fofana, Jjjjjerome Ellis, Jace Clayton aka Dj Rupture, Steve Goodman aka Kode9, Loraine James, Aya, Emme, S280F, Soft Break, Yen Tech, Snufkin.

Biennale Teatro. I colori del Teatro. Dopo Blue e dopo Rot, ecco Emerald. Il progetto quadriennale dei direttori Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) per il 51. Festival Internazionale del Teatro (15 giugno -1 luglio) si tinge di verde, evocando la città dei prodigi del paese di Oz, Emerald City e invitando il pubblico a un viaggio nello stupore. “Questa nuova edizione del Festival, piattaforma di una resistenza politica e poetica – ha detto i due direttori della Biennale Teatro, Ricci e Forte – continuerà a difendere l’idea che il Teatro, l’Arte e la Cultura debbano salvaguardare la loro missione di servizio pubblico; sarà un laboratorio ipnotico e vibrante di creazione scenica, riferimento essenziale come avamposto di utopie eroiche e meraviglie rivoluzionarie, e si drappeggerà in verde emerald, il cui orizzonte simbolico starà ad indicare il momento di un cambiamento profondo, di una trasformazione, di un passaggio ad una nuova fase della vita: la rigenerazione dopo l’inverno, la rivitalizzazione, la resurrezione, la rinascita e la libertà dell’essere umano. Celebreremo così un risveglio di primavera anche per il Teatro, investito ora più che mai a stimolare la fantasia, l’immaginario dello spettatore”. Biennale Danza. La chimica della danza. Altered States, titolo del 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (13-29 luglio), è il terzo capitolo con cui il direttore Wayne McGregor continua a sondare questa disciplina mobile, in dialogo con le tecno-culture e il pensiero scientifico più avanzato, ma anche in relazione percettiva con lo spettatore. “Gli artisti e i lavori selezionati per la Biennale Danza 2023 – spiega il coreografo britannico – sono alchimisti del movimento. Il loro lavoro è guidato da un’insaziabile curiosità di esplorare e sperimentare sia nel processo creativo che nella performance; attraverso l’improvvisazione, l’installazione soma-sensoriale, il minimalismo radicale o con sorprendenti allontanamenti da forme e contesti consueti. Fondamentalmente, sfidano le ortodossie tradizionali della danza e, così facendo, ci portano a fare l’esperienza del nostro corpo rinnovato, connettendo i nostri modelli esterni del mondo con le meno conosciute mappe interne – alterando i nostri stati di conoscenza ed esperienza”.

Biennale Musica. In scena a Venezia dal 16 al 29 ottobre, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea Micro-Music secondo il Direttore Lucia Ronchetti “è dedicato al suono digitale, alla sua produzione e alla sua diffusione nello spazio acustico, attraverso tecnologie avanzate e ricerche sperimentali. Il Festival presenta un ampio spettro di tendenze stilistiche e ricerche creative innovative della scena musicale internazionale, secondo forme installative, performative e online, con molte prime assolute commissionate dalla Biennale Musica e coproduzioni con i più importanti festival internazionali”. Il Festival si articola in sei sezioni: Sound Microscopies; Sound Installations/Sound Exhibitions; Stylus Phantasticus-The Sound Diffused by Venetian Organs; Club Micro-Music; Digital Sound Horizons; Sound Studies.

Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà

Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà




Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Donald Trump, il primo ex presidente Usa nella storia ad affrontare accuse penali, è arrivato a New York per la formalizzazione delle accuse a suo carico davanti a un giudice, dopo essere stato incriminato la scorsa settimana da un gran giurì di Manhattan.

L’ex presidente rimarrà alla Trump Tower stasera, dove incontrerà i suoi avvocati e i suoi consiglieri politici, riferisce Cnn. Ma anche prima della sua comparsa davanti al giudice, la sua presenza domani si farà sentire al tribunale di Manhattan, poiché tutti i processi e la maggior parte delle altre attività giudiziarie verranno interrotte prima del suo arrivo. Domani gli agenti del Secret Service, che si occupano della sicurezza dei presidenti Usa, dovrebbero accompagnare Trump nel primo pomeriggio all’ufficio del procuratore distrettuale, che si trova nello stesso edificio del tribunale.

Trump sarà arrestato dagli investigatori e gli verranno rilevate le impronte digitali. Di solito viene scattata una foto segnaletica, ma fonti a conoscenza dei preparativi hanno detto a Cnn che ancora non è certo che verrà scattata una foto segnaletica, perché l’aspetto di Trump è ampiamente noto e le autorità temono che l’immagine venga diffusa impropriamente all’esterno in violazione della legge dello stato di New York. In genere, dopo che gli imputati sono stati arrestati, vengono tenuti in celle vicino all’aula del tribunale prima di essere chiamati in giudizio. Ma questo non accadrà a Trump. Una volta che l’ex presidente avrà finito le procedure di identificazione, verrà portato attraverso una serie di corridoi e ascensori fino al piano in cui si trova l’aula di tribunale. Poi uscirà in un corridoio pubblico per entrare in aula. Trump non dovrebbe essere ammanettato, poiché sarà circondato da agenti federali armati per la sua protezione.

Nel pomeriggio, Trump dovrebbe essere portato in aula, dove l’atto d’accusa verrà reso pubblico e dovrà affrontare formalmente le accuse. Dopo essere stato chiamato in giudizio, Trump sarà quasi certamente rilasciato su sua richiesta. È possibile, anche se improbabile, che vengano poste condizioni si suoi movimenti. Normalmente, un imputato che viene rilasciato uscirebbe dalla porta principale, ma i servizi segreti vorranno limitare il tempo e lo spazio in cui Trump è in pubblico. Quindi, una volta terminata l’udienza in tribunale, Trump dovrebbe attraversare di nuovo il corridoio pubblico e i corridoi sul retro fino all’ufficio del procuratore distrettuale, e fino a dove il suo corteo di auto lo aspetterà. Quindi si dirigerà all’aeroporto in modo da poter tornare a Mar-a-Lago, dove è in programma un suo intervento pubblico in serata.

Friuli, netta vittoria di Fedriga. Lega prima, Fdi non sfonda

Friuli, netta vittoria di Fedriga. Lega prima, Fdi non sfonda




Friuli, netta vittoria di Fedriga. Lega prima, Fdi non sfonda – askanews.it




















Trieste, 3 apr. (askanews) – Qualche conferma, ma anche qualche grossa novità dalle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia. Che Massimiliano Fedriga, presidente uscente, dovesse vincere, quasi nessuno lo metteva in dubbio. Così come molti ritenevano che la Lega, soprattutto in presenza della Lista Fedriga, potesse soccombere a Fratelli d’Italia. Salvini, invece, ha garantito al suo movimento la leadership di primo partito in Regione. Quanto all’opposizione, l’effetto Schlein è stato quasi impercettibile per il Pd. E le novità più pesanti (per gli interessati) sono che il Terzo Polo ed il Movimento 5 Stelle restano fuori del Consiglio regionale, dove, per pochi decimali, non entrano neppure i no vax, o meglio la lista ‘Insieme liberi’ della candidata Giorgia Tripoli che pure ha sfiorato il 5%.

Fedriga, ovviamente soddisfatto (è al secondo giro e da presidente della Conferenza delle Regioni ha confermato che i suoi colleghi sono sostanzialmente tutti d’accordo per il terzo mandato), ha annunciato che si prenderà qualche giorno di tempo prima di metter mano alla nomina degli assessori. E’ probabile che la vicepresidenza sarà affidata a Fdi che comunque è cresciuto, come partito, rispetto al 2018. Tra le priorità programmatiche, il porto di Trieste, il rientro dei giovani, il contrasto della denatalità con il sostegno alla famiglia. “Vorrei che questo secondo mandato si caratterizzasse per un lavoro fatto sulla traccia del primo, lavorando per i cittadini senza inseguire facili promesse. Un’azione di governo che abbia la capacità di programmare il futuro del Friuli Venezia Giulia in una prospettiva che guardi non alle prossime elezioni ma al prossimo decennio”, ha dichiarato Fedriga.

Fedriga, candidato del centrodestra, è presidente col 64,13% dei consensi. La Lega è il primo partito della coalizione ed anche del Friuli Venezia Giulia con circa il 19%. Fratelli d’Italia si accontenta del 18,18%. La lista Fedriga è al 17,51% e si piazza come terzo partito dell’alleanza e della regione. Forza Italia si è fermata al 6,68%. Autonomia responsabile, che raccoglieva anche i centristi, non riesce a raggiungere nemmeno il 2%. Massimo Moretuzzo, candidato del centrosinistra, non va oltre il 28,65%. Il Pd raccoglie il 16,69% dei consensi e si piazza al quarto posto in regione. Il patto per l’Autonomia, il gruppo di Moretuzzo, si blocca al 6,31%. Il M5S retrocede al 2,46%, i Verdi Sinistra il 2%, Open l’47, Slovenska Skupmost 1,15%.

Giorgia Tripoli di ‘Insieme Liberi’ guadagna il 4,67%, risultato che probabilmente non metteva neanche in conto, ma la lista non riesce ad entrare in Consiglio per un soffio: si ferma al 3,99% (la soglia è del 4%). Delusione nel Terzo Polo: Alessandro Maran non va oltre il 2,72%, mentre la lista di Calenda, Italia Viva e +Europa sale al 2,77%. Nei 24 Comuni al voto, Udine va al ballottaggio. In questo caso, il Terzo Polo è sceso in campo con il candidato sindaco del Pd, mentre il Movimento 5 Stelle si è candidato da solo.

Vinitaly, Umbria: ecco portale Umbriatourism per promozione enoturismo

Vinitaly, Umbria: ecco portale Umbriatourism per promozione enoturismo




Vinitaly, Umbria: ecco portale Umbriatourism per promozione enoturismo – askanews.it



















Roma, 3 apr. (askanews) – La Regione Umbria ha presentato oggi al Vinitaly, in corso a Verona, i servizi del suo portale Umbriatourism (umbriatourism.it) per la promozione dell’enoturismo.

Sul portale, strumento utile per organizzare visite e soggiorni in Umbria e supporto per connettere digitalmente l’utente con l’offerta regionale, sono attualmente accreditate 49 cantine, che possono creare e pubblicare le loro offerte promo commerciali, prodotti ed esperienze (degustazioni, visite, cooking class) oltre a contenuti volti alla conoscenza delle produzioni dei territori, con particolare riguardo alle indicazioni geografiche. Il portale della Regione consente la pubblicazione solo ad operatori accreditati il cui processo di accreditamento presuppone che siano soddisfatti requisiti formali e di riconoscibilità di un operatore/produttore, fornitore di servizi e prodotti regionali. Questo per garantire la qualità dei servizi offerti al pubblico.

L’evento è stato presentato dall’Assessorato al Turismo e Cultura e dall’assessorato alle Politiche agricole e agroalimentari.

Nato, Stoltenberg: domani data storica con adesione di Helsinki

Nato, Stoltenberg: domani data storica con adesione di Helsinki




Nato, Stoltenberg: domani data storica con adesione di Helsinki – askanews.it




















Bruxelles, 3 apr. (askanews) – Si apre ‘una settimana storica’ per la Nato, con l’ingresso ufficiale, domani, della Finlandia come 31esimo membro dell’Alleanza, nel processo di adesione più rapido che sia mai stato completato. Resta ancora da risolvere la controversia fra la Turchia e la Svezia, prima di poter accogliere anche Stoccolma nella Nato, e si prosegue a lavorare in questo senso. Ma sarebbe sbagliato pensare che la Svezia sia stata ‘lasciata sola’: in realtà è già fortemente integrata a tutti i livelli nell’Alleanza, e lo sarà ancora di più ora che vi partecipa la Finlandia, con cui ha rapporti strettissimi.

E’ il messaggio principale che ha dato oggi a Bruxelles il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nel corso della sua conferenza stampa di presentazione della riunione di domani e mercoledì dei ministri degli Esteri dell’Alleanza. Il segretario generale ha avvertito che ‘quello che sta accadendo oggi in Europa potrebbe accadere domani nell’Asia orientale’. Se ne parlerà mercoledì alla riunione degli alleati della Nato con i partner dell’Unione europea e dell’Indo-Pacifico: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea.

In questo contesto, verrà affrontato anche ‘il crescente allineamento della Cina con la Russia’. Stoltenberg ha ribadito che ‘qualsiasi fornitura di armi letali da parte della Cina alla Russia sarebbe un grave errore’. E ha sottolineato che ‘in un momento in cui la Russia e la Cina stanno sfidando l’ordine internazionale e i valori democratici, è ancora più importante che restiamo uniti come alleati della Nato, e con i partner ‘like-minded”. Stoltenberg, infine, ha riaffermato la posizione favorevole all’adesione alla Nato dell’Ucraina, quando sarà il momento, precisando però che prima è necessario che vinca la guerra contro l’invasore russo, grazie anche al forte sostegno dei paesi dell’Alleanza in termini di fornitura di armi. Domani vi sarà anche una riunione della commissione Nato-Ucraina, con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

‘Domani – ha annunciato Stoltenberg in apertura della conferenza stampa – daremo il benvenuto alla Finlandia come trentunesimo membro della Nato’, e ‘alzeremo la bandiera finlandese per la prima volta qui al quartier generale della Nato. Sarà un buon giorno per la sicurezza della Finlandia, per la sicurezza della regione nordica e per la Nato nel suo complesso. E di conseguenza, anche la Svezia sarà più sicura’. ‘Da domani – ha spiegato il segretario generale -, la Finlandia sarà un membro a pieno titolo dell’Alleanza e parteciperà a tutti i nostri incontri, attività, strutture militari. E questo accadrà domani perché ora tutti e 30 gli alleati hanno ratificato il protocollo di adesione. L’unica cosa che rimane è ciò che avverrà domani: la Turchia, che è stato l’ultimo alleato a ratificare i documenti di adesione della Finlandia, li depositerà presso il quartier generale della Nato’ perché siano inviati negli Stati Uniti. Dopo di che ci sarà ‘una cerimonia dell’alzabandiera, qui fuori, alle 3.30 di domani 4 aprile, che è anche l’anniversario della Nato, fondata con il Trattato di Washington firmato il 4 aprile 1949. Quindi è davvero una giornata storica, un grande giorno per l’Alleanza e un grande onore poter dare il benvenuto alla Finlandia’.

‘La Finlandia – ha affermato Stoltenberg – porterà all’Alleanza consistenti forze militari ben addestrate, ben equipaggiate con anche un grande esercito di riservisti’; il Paese ‘sta anche investendo in nuovi velivoli avanzati, più di 60, della quinta generazione di F35. E dobbiamo anche ricordare che la Finlandia è tra i pochi paesi in Europa che di fatto non hanno ridotto gli investimenti nella difesa, non hanno ridotto la prontezza delle forze armate alla fine della guerra fredda. Hanno continuato a investire per molti anni. Hanno addestrato e costruito un grande esercito, e mantengono un alto livello di prontezza. La Finlandia è anche un paese con un livello estremamente elevato di resilienza, di preparazione in tutta la società’. E poi, ‘naturalmente, abbiamo anche il lungo confine tra Russia e Finlandia. Quindi, con l’adesione della Finlandia, il confine terrestre della Nato con la Russia, sarà più che raddoppiato’, ha osservato il segretario generale, ricordando che ‘il presidente Putin era andato in guerra contro l’Ucraina con l’obiettivo dichiarato di ottenere meno Nato. Voleva che rimovessimo le nostre forze, le nostre strutture dai territori di tutti gli alleati che hanno aderito dopo il 1997, intendendo tutti gli alleati nell’Europa centro-orientale, e voleva che la Nato rendesse assolutamente chiaro che le sue porte erano chiuse per qualsiasi nuova adesione’. E invece ‘sta ottenendo l’esatto contrario, sta ottenendo una maggiore presenza della Nato nelle sue regioni orientali, e due nuovi membri dell’Alleanza, con la Finlandia e la Svezia’. ‘Abbiamo assistito al processo di ratifica più rapido nella storia moderna della Nato’, ha rilevato Stoltenberg. Domani entra la Finlandia, ‘e tutti gli alleati concordano sul fatto che anche l’adesione della Svezia dovrebbe essere completata rapidamente’. Su questo punto, il segretario generale della Nato è stato molto attento a non dare l’impressione di accusare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan come responsabile del ritardo, a causa delle sue richieste a Stoccolma estradare in Turchia tutti i cosiddetti ‘terroristi’ secondo il governo di Ankara. Stoltenberg ha anzi espresso una certa comprensione per le esigenze turche, citando fra i ‘terroristi’ da estradare i militanti del Pkk (il partito armato curdo), che effettivamente è nella lista Ue delle organizzazioni terroristiche), ma tacendo sugli altri oppositori del regime turco, che Ankara pretende di poter perseguire, e che non compaiono nella lista Ue. ‘La mia posizione – ha detto Stoltenberg – è che la Svezia ha rispettato gli impegni presi quando ha firmato il memorandum d’intesa trilaterale, insieme a Finlandia, e alla Turchia al vertice della Nato a Madrid lo scorso anno. E questo è il motivo per cui anche io, sia nei miei incontri con il presidente Erdogan che pubblicamente, ho chiarito che è giunto il momento di ratificare l’adesione Svezia, per finalizzare il processo’. Riguardo alla controversia tra Ankara e Stoccolma, ha osservato il segretario generale della Nato, ‘il modo migliore per affrontare questi problemi è sedersi, incontrarsi, consultarsi e trovare una via d’uscita. E quindi accolgo con favore il fatto che quando ho visitato il presidente Erdogan alcune settimane fa, abbiamo effettivamente concordato su due cose. Abbiamo convenuto che avrebbe potuto portare avanti il completamento dell’adesione’ della Finlandia. ‘E il presidente Erdogan, il parlamento turco, la Grande Assemblea Nazionale lo hanno fatto. Quindi questo è il motivo per cui siamo dove siamo ora con la Finlandia, che sarà membro a pieno titolo da domani’. ‘Ma l’altra cosa su cui abbiamo concordato durante la mia ultima visita al presidente Erdogan – ha continuato Stoltenberg – è stata che avremmo dovuto riavviare il processo per fare progressi sull’adesione della Svezia. Ed è per questo che alcune settimane fa abbiamo convocato una riunione di questo meccanismo permanente con Finlandia, Svezia e Turchia, qui al quartier generale della Nato. Abbiamo deciso di incontrarci di nuovo, perché quando ci sono differenze, il modo migliore per affrontarle è sedersi, consultarsi e vedere come possiamo trovare una via d’uscita. Quindi continueremo a lavorare per sostenere gli sforzi di questo meccanismo permanente’. ‘Il mio messaggio – ha detto a questo punto il segretario generale, entrando nei contenuti della controversia – è che, sì, la Turchia ha alcuni legittimi problemi di sicurezza e tutti gli alleati dovrebbero affrontarli. Contano anche per noi. E quindi accolgo con favore anche il fatto che Finlandia e Svezia abbiano deciso di intensificare la cooperazione con la Turchia’. ‘La Svezia – ha ricordato Stoltenberg – ha adottato una legislazione più severa sulla lotta al terrorismo. Esistono meccanismi per scambiare più informazioni e l’intelligence. E la Svezia ha rimosso qualsiasi restrizione sulle esportazioni di armi alla Turchia (un altro punto fortemente controverso, ndr). Dobbiamo anche capire che quando la Svezia e la Turchia lavorano ora più strettamente insieme e combattono il terrorismo, ciò aiuta la Turchia nella sua lotta, ad esempio, contro il Pkk, che è considerato un’organizzazione terroristica, non solo dalla Turchia, ma da Svezia, Finlandia, gli alleati Nato e l’Unione Europea. E, naturalmente, lavoriamo insieme per combattere questa organizzazione terroristica’. ‘Ma questo poi – ha aggiunto il segretario generale della Nato, con un argomento a sostegno delle richieste di Ankara – aiuta anche la Svezia ad affrontare una parte della criminalità organizzata che vede prendere piede nelle proprie strade. Perché sappiamo che esiste uno stretto legame tra molte di queste organizzazioni terroristiche, le loro attività e la criminalità organizzata, il traffico di droga in un paese come la Svezia. Quindi credo fermamente che abbiamo un interesse comune nell’affrontare questi problemi. E dimostrando ciò, possiamo garantire che anche la Svezia possa essere un membro a pieno titolo dell’Alleanza nel prossimo futuro’. In ogni caso, Stoltenberg ha sottolineato che già prima dell’adesione formale, la Svezia è già pienamente integrata nella Nato. ‘Non dovremmo commettere l’errore di pensare ) ha detto – che fino a quando la ratifica finale non sarà stata fatta, non accadrà nulla’. Invece, ‘sta succedendo molto. È tutto iniziato il giorno in cui abbiamo dato a Finlandia e Svezia lo status di invitati, il che significa che si siedono al tavolo e nelle riunioni della Nato, del Consiglio del Nord Atlantico, delle strutture militari, dei diversi comitati, integrandosi sempre di più, anche con obiettivi di capacità provvisori per la Svezia, come è stato fatto anche per la Finlandia, che ora li vedrà trasformati in normali obiettivi di capacità. Ma la differenza non è così grande’. ‘Conosciamo molto bene la Svezia’. Gli svedesi, ha rilevato il segretario generale, ‘sono già molto vicini alla Nato, e conoscendo il rapporto molto stretto da molti, molti anni tra Finlandia e Svezia, l’adesione della Finlandia farà in modo che la Svezia si avvicini ancora di più alla Nato anche nelle strutture militari’. Stoltenberg ha quindi negato ‘la sensazione che in un certo senso la Svezia sia lasciata sola’. E invece ‘no, la Svezia – ha affermato – non viene lasciata sola. La Svezia è il più vicino possibile a essere membro a pieno titolo’ dell’Alleanza. ‘E noi continuiamo a integrare la Svezia. Faremo ancora di più. E poi, ovviamente, non appena possibile, completeremo anche il processo formale di adesione’, ha assicurato il segretario generale. Riguardo all’Ucraina, Stoltenberg ha osservato: ‘Non sappiamo quando finirà questa guerra. Ma quando lo farà, dovremo mettere in atto accordi in modo che l’Ucraina possa scoraggiare future aggressioni. Non possiamo permettere alla Russia di continuare a intaccare la sicurezza europea’. ‘Non ci sono segnali che il presidente Putin si stia preparando per la pace. Si sta preparando per aumentare la guerra’, ha detto il segretario generale. ‘Gli alleati – ha ricordato – hanno fornito 65 miliardi di euro di aiuti militari, e accolgo con favore il fatto che moderni carri armati e altri veicoli corazzati abbiano iniziato ad arrivare in Ucraina. Questo può fare davvero la differenza in prima linea e consentire alle forze ucraine di liberare più territorio. Con Kuleba, ha proseguito, ‘discuteremo su come rafforzare il nostro sostegno, come continuare a rafforzare le forze armate ucraine. E come sostenere la loro transizione dall’era sovietica all’equipaggiamento e alla dottrina della Nato’. Quanto alla minaccia russa di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia, Stoltenberg ha sottolineato che ‘l’annuncio del presidente Putin fa parte di uno schema di pericolosa e sconsiderata retorica nucleare, in cui il presidente Putin cerca di usare le armi nucleari come un modo per impedirci di sostenere l’Ucraina’. Sono ‘intimidazioni, coercizioni per impedire agli alleati e ai partner della Nato di sostenere gli ucraini nel loro diritto di difendere il proprio paese’. Ma, ha assicurato, ‘noi non ci faremo intimidire. Continueremo a sostenere l’Ucraina. Naturalmente, la Nato rimane vigile. Monitoriamo molto da vicino ciò che fa la Russia. Ma finora – ha precisato -, non abbiamo visto alcun cambiamento nella loro postura nucleare che richieda un cambiamento nella nostra postura nucleare. Rimaniamo un’Alleanza nucleare, usiamo la deterrenza e difendiamo tutti gli alleati e, naturalmente, continuiamo a monitorare ciò che la Russia fa, anche riguardo a un potenziale dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia’, ha concluso.

Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna

Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna




Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna – askanews.it




















New York, 3 apr. (askanews) – Gli astronauti della NASA Christina Hammock Koch, Victor Glover e Reid Wiseman e l’astronauta canadese Jeremy Hansen saranno ingaggiati, dopo decenni, in un viaggio verso la Luna nel 2024. Ad annunciarlo è stata la stessa agenzia spaziale. I quattro membri dell’equipaggio sono stati nominati come parte della missione Artemis II intorno alla Luna. Il lancio, previsto per il prossimo anno, non prevede che i quattro atterrino sulla Luna, ma voleranno vicino al satellite naturale, testando molti dei sistemi necessari per le future missioni.

L’agenzia spaziale si sta affidando a un lander lunare costruito da SpaceX, la compagnia di Elon Musk, per portare i suoi astronauti sulla superficie lunare.

Vinitaly, Acquaroli: da Meloni riconoscimento ad eccellenze Marche

Vinitaly, Acquaroli: da Meloni riconoscimento ad eccellenze Marche




Vinitaly, Acquaroli: da Meloni riconoscimento ad eccellenze Marche – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – La presenza del presidente Meloni allo stand delle Marche a Vinitaly “è un riconoscimento dell’attenzione che il governo nazionale sta mettendo nel promuovere il made in Italy e le sue eccellenze, tra le quali le potenzialità del vino sono un biglietto da visita anche del territorio marchigiano”. Così il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, a Verona.

“Con la nostra ampia biodiversità siamo un’eccellenza indiscussa che vogliamo sempre di più valorizzare, portandola sui mercati nazionali e internazionali. Il ministro Lollobrigida, in particolare, ha dato risalto al modello Marche. Ha detto che nella nostra regione ci sono potenzialità che dobbiamo mettere a rete, per poterle esprimere compiutamente, perché il modello enogastronomico può essere un motore per lo sviluppo turistico, per quello agricolo, per la promozione del territorio e per l’occupazione. È una strategia su cui stiamo lavorando con convinzione e con investimenti mirati”, ha aggiunto Acquaroli.

Dream, Alessandro Sciarroni nel tempo sospeso del possibile

Dream, Alessandro Sciarroni nel tempo sospeso del possibile




Dream, Alessandro Sciarroni nel tempo sospeso del possibile – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Bastano pochi minuti per rendersene conto: lo spazio in cui siamo entrati come spettatori di una performance di danza contemporanea non è semplicemente uno spazio occupato da corpi e musica, è una dimensione, una possibilità alternativa, un racconto dolcemente distopico. È anche un mistero avvolgente, una contemplazione (quasi) senza oggetto, che a tratti sembra essere l’atto stesso del contemplare, in sé. Il luogo è il salone d’onore al primo piani della Triennale di Milano e lo spettacolo è “Dream” di Alessandro Sciarroni, uno degli artisti più significativi della scena contemporanea, e non solo nel campo della danza. Il contesto è il FOG Festival della Triennale, uno di quelli eventi che definiscono (più che presentare) la scena delle arti performative. Tutto è composito e sfaccettato, dentro l’ambiente della performance; tutto si articola con una sintassi che sembra appartenere a un diverso spaziotempo o, per lo meno, alla spiegazione di un’equazione scientifica complessa. Che Sciarroni e i suoi sei performer – Marta Ciappina, Matteo Ramponi, Elena Giannotti, Valerio Sirna, Edoardo Mozzanega e Pere Jou – riscrivono partendo dai fattori minimi, il gesto base, la radice del corpo in movimento (attraverso il tempo). Senza perdere la complessità, ma addolcendola nell’atmosfera sospesa propria del sogno.

È possibile che queste considerazioni non abbiano nulla (o forse abbiano solo poco) a che fare con la storia dello spettacolo che oggi si chiama “Dream” e che ha avuto una gestazione particolare, nato come script per una messinscena teatrale, poi diventato una performance e, contemporaneamente, un romanzo, che gli spettatori possono prendere quando escono dalla sala. Proprio in questo essere entrambe le cose sta la prima condizione onirica (che somiglia anche al Principio di indeterminazione della fisica quantistica) che rende possibile lo spettacolo (e il mondo, che su queste apparenti contraddizioni, abbiamo scoperto, fonda la propria realtà!). E su questa possibilità si costruisce tutto il resto, sostenuto dalla musica, ma costantemente appeso al filo fragile del movimento dei ballerini. E basta guardare Marta Ciappina per capire che la sua presenza sulla scena è una giustificazione a se stessa, somiglia all’idea dello spettacolo, senza esserlo, ma ovviamente essendolo ben di più. Avere e non avere, diceva Hemingway con disincanto. Giorni felici, ribatteva (forse) Beckett, con amarezza. Ma intanto lo dicevano e questo bastava, come basta la ritmica rallentata di uno spettacolo di lunga durata, cinque ore, ma di libera fruizione, generativa di altri movimenti e altre presenze: quelle che ogni spettatore, con il suo corpo oltre che con i suoi pensieri, aggiunge alla coreografia ufficiale di “Dream”. Ci sono gioie e ferite, ci sono luci che si alzano e si abbassano, il pianoforte a volte tace a volte suona Glenn Gould. Il mondo è finito, sussurra qualcuno, quello che vediamo è un Dopo, un Senza, una Futura Perdita. Che però si ricompone nella coralità fatta dalla somma implicita di tutti i movimenti di tutti i passi che, per citare Alberto Garutti, hanno portato i performer qui ora. Tutto è stato perduto, e in questa perdita ci si adagia, la si culla e cullandola la si nega. L’essere è, il non essere non è dei filosofi presocratici è qui davanti a noi, sotto entrambe le specie e sotto la specie dell’eternità: adesso è Spinoza che ci guida, il pensatore panteista, il suo dio in tutto sembra essere proprio quello che alimenta questo lungo sogno. Dove ognuno in fondo, può essere ogni cosa e ogni persona, se lo vuole. Anche Alessandro Sciarroni, artista.

(Leonardo Merlini)

Pnrr, ipotesi Lega rinunciare ai fondi. Meloni frena: no allarmismi

Pnrr, ipotesi Lega rinunciare ai fondi. Meloni frena: no allarmismi




Pnrr, ipotesi Lega rinunciare ai fondi. Meloni frena: no allarmismi – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Solo una suggestione, per ora. Ma a palazzo Chigi era l’ultima cosa di cui si sentiva il bisogno. Nei delicati giorni di interlocuzioni con l’Europa sul Pnrr, dopo il rinvio di un mese per la verifica degli obiettivi per la terza tranche, il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, avanza una ipotesi che spezza la narrazione del governo e per la prima volta dice l’indicibile. “Ho parlato con molti sindaci di Comuni piccoli e i problemi sono numerosi, ha senso indebitarsi con l’Ue – chiede – per fare cose che non servono? Giusto quindi ridiscutere il piano con la Commissione europea, o si cambia la destinazione dei fondi o spenderli per spenderli a caso non ha senso. Forse sarebbe il caso di valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito”.

Quella messa sul piatto è una possibilità che di fatto va in senso contrario rispetto alla linea concordata nel pranzo di venerdì scorso tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il capo dello Stato, Sergio Mattarella: una linea che prevede che si faccia di tutto per “non sprecare questa occasione”, come l’inquilino del Quirinale ha detto più volte. Palazzo Chigi impone immediatamente di evitare qualsiasi accento polemico nei confronti del capogruppo leghista: in questo momento non c’è bisogno di alimentare contrasti, ma al contrario di sopirli, è l’indicazione. Allo stesso tempo si fa sapere che l’ipotesi di rinunciare a quei fondi “non è presa in considerazione”, che la strada è quella di “rimodulare il piano” e di “cercare soluzioni” che consentano “di utilizzare le risorse, non di perderle”. Sempre con l’obiettivo di mettere a tacere le polemiche, viene anche spiegato che quello di Molinari è un ragionamento sostanzialmente condivisibile perché “anche chi fa finta sa che alcuni progetti non sono realizzabili entro il 2026”, ciò che non è condivisibile sono le conclusioni. Che di certo non aiutano nel momento in cui la partita con Bruxelles è apertissima e comprende anche altri fronti, come quello dei migranti della riforma del Mes che l’Italia, unica, non ha ratificato e, non ultimo il nodo balneari (un provvedimento potrebbe approdare in Consiglio dei ministri giovedì).

Al di là delle rassicurazioni imposte dall’alto, infatti, in Fratelli d’Italia c’è chi legge l’uscita di Molinari come un modo della Lega – e del suo leader – di mettere in discussione la linea dialogante scelta dal governo a Bruxelles e rappresentata dal ministro competente, Raffaele Fitto. Nel Carroccio, ma anche negli altri partiti della maggioranza comprese alcune frange di Fdi, c’è chi per esempio ritiene che sulla questione dei balneari con l’Europa bisognerebbe portare avanti la linea dura, andando dritti sulla propria strada alla faccia della procedura di infrazione. Ma, secondo quanto viene riferito, non è il suggerimento arrivato da Mattarella che ha invece sollecitato la premier a rimanere all’interno di un percorso di collaborazione e dialogo con le istituzioni comunitarie. Non a caso, infatti, Meloni – pur non riferendosi direttamente alle dichiarazioni di Molinari – dice di non condividere in generale “questa ricostruzione allarmista”. “Certamente c’è un grande lavoro da fare, verificare la fattibilità di alcune cose, e questo è oggetto di interlocuzione con la Commissione. Non prendo in considerazione l’idea di perdere risorse ma di spenderle al meglio in modo efficace”. Le opposizioni continuano intanto a chiedere una “operazione verità” ma anche a mettere l’accento sulle divisioni nella maggioranza sul dossier più delicato. “E’ urgente che il ministro Fitto venga in Parlamento per spiegare all’Italia cosa hanno intenzione di fare per salvare il più grande progetto di ammodernamento del Paese”, dice la capogruppo alla Camera del Pd, Chiara Braga. Il leader pentastellato, Giuseppe Conte, rilancia invece l’idea mettersi “tutti attorno a un tavolo”: “Il M5s – spiega – c’è, è disponibile a percorrere tutti insieme una strada trasparente per fare in modo che neppure un euro di queste risorse vada disperso”.

Volo salva-vita dell’Aeronautica Militare per un uomo di 50 anni

Volo salva-vita dell’Aeronautica Militare per un uomo di 50 anni




Volo salva-vita dell’Aeronautica Militare per un uomo di 50 anni – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Un uomo di 50 anni, in imminente pericolo di vita, è stato trasportato, nel primo pomeriggio di lunedì 3 aprile 2023, da Lamezia Terme (Cz) a Milano-Linate grazie a un trasporto sanitario urgente dell’Aeronautica Militare, effettuato con un velivolo Falcon 900 del 31° Stormo che ha base a Roma-Ciampino.

Il paziente necessitava di essere trasferito d’urgenza dall’Ospedale “G. Jazzolino” di Vibo Valentia verso l’Ospedale “Niguarda” di Milano. Nello specifico, il 50enne ha viaggiato monitorato e assistito da un’equipe medica composta da medico e infermiere. Il volo salva-vita, richiesto dalla Prefettura di “Vibo Valentia”, è stato immediatamente disposto e coordinato dalla Sala Situazioni di Vertice del Comando della Squadra Aerea, la sala operativa dell’Aeronautica Militare che ha tra i propri compiti anche quello di attivare e gestire i trasporti sanitari urgenti, attraverso i velivoli che la Forza Armata tiene pronti, 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno per questo genere di necessità.

Dopo le operazioni di imbarco, effettuate dall’equipaggio del 31° Stormo di Ciampino, il velivolo è decollato verso l’aeroporto di Milano Linate. All’arrivo l’attendeva l’ambulanza che si è diretta immediatamente verso l’Ospedale “Niguarda” di Milano dove il paziente è stato ricoverato. Il velivolo militare ha fatto poi rientro all’aeroporto di Ciampino dove ha ripreso il servizio di prontezza operativa. I Reparti di volo dell’Aeronautica Militare, Forza Armata che solo pochi giorni fa ha celebrato il proprio centenario, sono a disposizione della collettività 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, con mezzi ed equipaggi in grado di operare, anche in condizioni meteorologiche complesse, per assicurare il trasporto urgente non solo di persone in imminente pericolo di vita, ma anche di organi, equipe mediche o ambulanze.

Sono centinaia ogni anno le ore di volo effettuate per questo genere di interventi dagli aerei del 31° Stormo di Ciampino, del 14° Stormo di Pratica di Mare, della 46ª Brigata Aerea di Pisa e dagli elicotteri del 15° Stormo di Cervia.