Milano, 3 apr. (askanews) – Arnoud J. van Wingerde dal primo Aprile è il nuovo chief executive officer di Metro Italia. Arnoud J. van Wingerde ha una consolidata esperienza commerciale, in particolare nel settore all’ingrosso di prodotti alimentari, grazie alla carriera internazionale ai vertici delle principali realtà attive nel mondo dell’Horeca.
“Sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato e della fiducia che Metro ha voluto conferirmi. Tornare in Italia per me rappresenta una grande emozione e una grande sfida: un Paese infinitamente ricco per la sua enogastronomia, che vogliamo valorizzare e promuovere attraverso l’impegno che da sempre caratterizza questa realtà, non solo come marchio, ma anche come attore sociale ed economico – ha dichiarato Arnoud J. van Wingerde – L’obiettivo è consolidare la posizione di leadership del mercato rafforzata dall’implementazione della nostra strategia 2030, accelerando la crescita dei prodotti a marca propria e continuando a guardare all’innovazione e al futuro di questo settore in un’ottica di sostenibilità dell’intera filiera”. In qualità di ceo di Metro Italia, Arnoud J. van Wingerde riporterà a Rafael Gasset, coo di Metro Ag.
Città del Vaticano, 3 apr. (askanews) – “Appello” di Papa Francesco contro il lavoro nero, la precarietà lavorativa, e per i diritto alla pensione. A lanciarlo è stato oggi nel suo discorso a dipendenti e dirigenti dell’Inps, ricevuti in Vaticano nella sua prima udienza pubblica dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli di Roma.
Il primo appello che Francesco ha voluto rivolgere è stato quello ad “un no al lavoro nero che diventi una cultura. Sul momento, infatti, – ha detto – esso sembra portare benefici economici all’individuo, ma alla distanza non permette alle famiglie di contribuire e accedere secondo giustizia al sistema pensionistico. Il lavoro nero – ha aggiunto – falsa il mercato del lavoro ed espone i lavoratori a forme di sfruttamento e di ingiustizia. Il secondo appello – ha poi detto – è un no all’abuso del lavoro precario, che ha un impatto sulle scelte di vita dei giovani e talora costringe a lavorare anche quando le forze vengono meno. La precarietà dev’essere transitoria, non può protrarsi in eccesso; altrimenti, finisce per portare sfiducia, favorisce il rimando delle scelte di vita dei giovani, allontana l’ingresso nel sistema previdenziale e incrementa la denatalità. Il terzo appello è un sì al lavoro dignitoso, che è sempre “libero, creativo, partecipativo e solidale”. Francesco ha, quindi, aupicato che si renda sempre “concretamente possibile il diritto alla pensione”.
Milano, 3 apr. (askanews) – A partire dal 3 aprile Ilaria Lodigiani è la nuova chief marketing officer di Barilla. Lodigiani – già vice president global marketing di Barilla Brand – guiderà le strategie di marketing e lo sviluppo del business in un contesto di trasformazione digitale. Si focalizzerà sulla gestione dei marchi e sul continuo miglioramento dei prodotti, con l’obiettivo di soddisfare i bisogni, in continua evoluzione, dei consumatori.
“Sono davvero felice e orgogliosa di assumere questo nuovo ruolo in Barilla – ha dichiarato Lodigiani – Avere l’opportunità di rendere ancora più iconici i nostri straordinari marchi, di portare la cultura alimentare italiana nel mondo e di guidare un team marketing composto da persone talentuose, mi fa sentire onorata. Oggi più che mai mi ispiro alle parole di Pietro Barilla: ‘tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio’”. Ilaria Lodigiani, laureata in Economia all’Università di Pavia, ha maturato una lunga esperienza di circa 20 anni nel mondo del food&beverage, e non solo. Dal 2004 al 2009 ha lavorato in Heineken Italia, ricoprendo diversi ruoli all’interno dell’organizzazione fino a diventare senior brand manager. Successivamente, ha lavorato in Ferrero Soremartec e Vodafone Italy, prima di entrare in Microsoft Italy nel 2014 come Lumia marketing director. Nel 2016 si è trasferita ad Amsterdam ed è tornata in Heineken, assumendo il ruolo di head of Heineken global innovation. Dal 2018 ha lavorato come global senior director low & no alcohol beverages, dove ha gestito lo sviluppo globale della categoria che ancora oggi guida la crescita dei ricavi dell’industria della birra.
Nel 2021 Ilaria Lodigiani è entrata in Barilla come vice president global marketing del brand Barilla, ruolo che le ha permesso di guidare la crescita globale del marchio Barilla, evolvendo la personalità del brand, la sua visual identity e gestendo l’agenda per l’innovazione a livello globale.
Milano, 3 apr. (askanews) – Nato da un’idea di Angelo Betti nel 1973, il Premio Cangrande “Benemeriti della Vitivinicoltura” è diventato, nel corso di 50 anni, il riconoscimento più sentito e apprezzato tra quelli attribuiti ogni anno da Vinitaly. Viene assegnato seguendo le indicazioni degli assessorati regionali all’Agricoltura, che segnalano quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.
Alla 50esima edizione di Vinitaly, il prestigioso riconoscimento è stato denominato per sempre “Premio Angelo Betti – Benemeriti della Vitivinicoltura”, di cui ricorre quest’anno anche il venticinquesimo della scomparsa. “Intestare in quella occasione il riconoscimento ad Angelo Betti è stato un gesto semplice ma pieno di significato” ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, che ieri ha consegnato i Premi dell’edizione 2023 insieme all’ad, Maurizio Danese, ricordando che “Angelo Betti è stato il padre fondatore del Vinitaly e l’inventore di molte iniziative di successo della Fiera di Verona. Dedicare per sempre alla sua memoria un premio, tra l’altro creato da lui, che oggi è il più ambito fra quelli assegnati ogni anno da Vinitaly – ha concluso – significa perpetuarne la memoria e attribuire alla sua figura il riconoscimento che merita nella lunga storia di Veronafiere”. E proprio in occasione dei 50 anni del riconoscimento e dei 25 anni della scomparsa di Angelo Betti, la Fiera di Verona ha voluto ricordare entrambe le ricorrenze con una medaglia che è stata consegnata alla nipote Maria Neve Betti dal sindaco di Verona, Damiano Tommasi e dal presidente della Provincia, Flavio Pasini.
Quest’anno per la 55esima edizione di Vinitaly in corso a Veronafiere fino al 5 aprile, il premio è stato attribuito a : Camillo Zulli (Abruzzo); Giuseppe Avigliano (Basilicata); Paolo Ippolito (Calabria); Andrea Ferraioli (Campania); Roberto Monti (Emilia-Romagna); Alvaro Pecorari (Friuli Venezia Giulia); Azienda Colle di Maggio Wine Farm (Lazio); Famiglia Bosoni (Liguria); Davide Lazzari (Lombardia); Azienda Agricola Pantaleone di Federica Pantaleone (Marche); Michele Lauriola (Molise); Chiara Soldati (Piemonte); Christine Mayr (Provincia Autonoma di Bolzano); Maddalena Nardin (Provincia Autonoma di Trento); Antonio Michele Coppi (Puglia); Antonello Pilloni (Sardegna); Andrea Franchetti (Sicilia); Agricola Calafata società cooperativa agricola solidale (Toscana); Cantina Scacciadiavoli della famiglia Pambuffetti (Umbria); Giorgio Lale Murix (Valle d’Aosta); Valerio Cescon (Veneto). I nomi di questi professionisti ed imprenditori premiati vanno ad arricchire un Albo d’Oro composto da personalità che hanno fortemente contribuito alla crescita del sistema viticolo ed enologico italiano, tanto da farne un modello di riferimento internazionale.
Città del Vaticano, 3 apr. (askanews) – “Abbiamo bisogno di politici saggi, guidati dal criterio della fraternità e che sanno fare discernimento tra stagione e stagione, evitando di sprecare le risorse quando ci sono e di lasciare le future generazioni in grave difficoltà”. Lo ha detto Papa Francesco che ha ricevuto oggi in Vaticano, nella sua prima udienza pubblica dopo la sua uscita dal Policlinico Gemelli di Roma, ai dipendenti e ai dirigenti dell’Inps.
Francesco ha, quindi, voluto ringraziare i lavoratori dell’Istituto di previdenza “per il servizio che fate a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici, per garantire – ha detto – assistenza alle persone disoccupate e in favore di chi è malato, infortunato o anziano. Auspico che continuiate a rendere concretamente possibile il diritto alla pensione, e soprattutto – ha concluso – a far crescere nel tessuto italiano la cultura del bene comune, della previdenza e della sostenibilità, che per essere economica dev’essere anche sociale”.
Milano, 3 apr. (askanews) – Chiude di nuovo in crescita e sfiora quota un miliardo di bottiglie (978 milioni) la produzione di spumanti italiani nel 2022. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato i dati di imbottigliamento raccolti presso gli Organismi di certificazione. Il dato segna un leggero aumento (+4%) rispetto a uno strabordante 2021 (+25%), con i comuni e varietali (+10%) che fanno meglio degli sparkling Doc-Igp (+3%, 807 milioni di bottiglie). A livello territoriale, l’85% dello spumante italiano Dop-Igp ha origini venete (683 milioni di bottiglie), poi Piemonte (9% e 72 milioni), Lombardia (3% e 24 milioni), Trentino (2% e 16 milioni) ed Emilia-Romagna (1% e 7,4 milioni).
Il consuntivo 2022 sulle vendite in Italia chiude a +1% (284 milioni di bottiglie consumate), di cui -3% sul circuito retail e +5% su quello ristorazione-bar. Una performance comunque da non sottovalutare, anche se i veri vincitori in Gdo risultano gli Charmat non Prosecco, in forte crescita in generale (+13%), ma soprattutto al discount (+22% annuo). I consumi interni di spumante hanno raggiunto un completo livello di maturità: nel 2022, la quota sul totale vino si è attestata al 13,5% (era al 9% nel 2015), con il Prosecco al solito grande protagonista delle vendite con il 44% di quota volume. “In Italia si va sempre più affermando un nuovo modo di consumare spumante: storicamente i consumi nel nostro Paese sono concentrati nel periodo natalizio, con il solo mese di dicembre che fino al 2015 faceva il 40% del totale” ha spiegato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, evidenziando che “negli ultimi anni, vi è stato invece un allargamento graduale dei consumi anche agli altri periodi dell’anno: in quello estivo, dove è arrivato a sfiorare il 30%, ma anche nel periodo dal post-Natale alla primavera, in cui la quota dei consumi supera il 30%”.
Fa meglio l’export, che conferma il ruolo trainante degli spumanti italiani in favore di tutto il comparto. Nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante, in aumento del 6% rispetto al 2021, di cui 3,7 milioni di Prosecco (+6%) e 461.000 di Asti (+9%). Forte incremento dei valori esportati, superiore al 19% per il totale categoria per un controvalore di 2,2 miliardi di euro. Il Prosecco rimane locomotiva dell’export (+22% a valore, 1,6 miliardi di euro) ma cresce bene anche l’Asti Spumante, che vola a +16% e 168 milioni di euro di vendite. “Rispetto al 2010, il valore delle esportazioni sparkling tricolori è cresciuto di quasi il 400%, con l’ascesa del Prosecco che rappresenta un caso di scuola anche per altri settori del made in Italy” ha dichiarato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, sottolineando che “nel 2022 gli spumanti italiani hanno raggiunto 168 destinazioni: una dimensione sempre più globale che si riflette sulla scala della rappresentatività internazionale al Vinitaly, con il record di top buyer ospitati quest’anno e una manifestazione fortemente orientata al business”.
L’Osservatorio Uiv-Vinitaly rileva che oggi lo spumante pesa per il 24% volume sul totale export, quota che solo nel 2015 era del 14%, e addirittura del 7% nel 2010. Oggi le bollicine sono il primo prodotto esportato in piazze chiave come UK (44% di quota contro il 9% del 2010), Francia (49% contro 12%), Russia (44%), Belgio (39% contro 17% di 12 anni prima), Austria (33%). Negli Usa, primo mercato a valore, gli spumanti con una quota di mercato del 33% sono dietro solo ai bianchi (36%) ma davanti ai rossi (24%). Solo sette anni prima, le bollicine stavano al 17% contro 45% dei bianchi e 30% dei rossi.
Milano, 3 apr. (askanews) – Dopo l’impennata registrata nel biennio 2020-2021 dovuta alla pandemia, il volume di affari della Denominazione Trentodoc ha continuato a consolidarsi sia a valore che a volume anche nel 2022, raggiungendo le 13 milioni di bottiglie vendute e un fatturato complessivo di circa 180 milioni di euro.
Lo rivela l’Osservatorio dell’Istituto Trento Doc che, con il presidente Enrico Zanoni, spiega che la domanda di Trentodoc è cresciuta complessivamente del 7%, confermando la rilevanza della denominazione “che è apprezzata sempre di più sia del pubblico italiano che da quello americano e asiatico”. Tra le tipologie preferite dai consumatori, in ascesa i Millesimati, che raggiungono il 12%.
Roma, 3 apr. (askanews) – “Al Quirinale si registra un divertito stupore per una ricostruzione decisamente fantasiosa fatta da diversi quotidiani sugli incontri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi. Non è vero che il Presidente abbia parlato con Mario Draghi di Pnnr, né ventiquattr’ore prima della colazione con il Presidente del Consiglio né tantomeno in giorni realmente precedenti. Né che vi sia stato, nello stesso arco di tempo, un analogo incontro con il Commissario Ue Gentiloni. Sarebbe fortemente auspicabile che, sulle iniziative del Presidente della Repubblica e sul loro significato, si facesse riferimento a quanto il Quirinale, con piena trasparenza, comunica”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa del Quirinale.
Milano, 3 apr. (askanews) – A seguito di un’esplosione in un caffè sull’argine Universitetskaya a San Pietroburgo, in cui è stato ucciso il corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), il numero delle vittime nella mattina è salito a 32 persone, che hanno riportato ferite anche gravi.
La polizia russa sta cercando una donna sospettata di aver consegnato la bomba che ha ucciso il noto blogger russo che sosteneva con fervore l’invasione dell’Ucraina: Fomin, 40 anni, è rimasto ucciso ieri mentre stava conducendo una discussione in un caffè sulle rive del fiume Neva, nel centro storico di San Pietroburgo. Lo riferiscono i media russi. Oltre 30 persone sono rimaste ferite dall’esplosione e 10 di loro rimangono in gravi condizioni, secondo le autorità. Tra loro ci sono nomi noti del fronte più oltranzista filorusso. Daria Trepova è considerata coinvolta nell’omicidio di Fomin ed è stata inserita nella lista dei ricercati. La banca dati del ministero dell’Interno russo riporta che è ricercata ai sensi del codice penale. Secondo il ministero, Daria Trepova è nata a San Pietroburgo il 16 febbraio 1997.
Gli investigatori di Mosca indagheranno sul caso dell’esplosione al numero 25 dell’argine Universitetskaya. L’ordine arriva direttamente dal capo del comitato di indagine russo Alexander Bastrykin. Da Mosca dipendenti del Dipartimento investigativo criminale del Ministero degli affari interni della Federazione Russa sono arrivati a San Pietroburgo per aiutare nelle indagini, in base a un fascicolo aperto per omicidio. I notiziari russi affermano che la bomba era nascosta in un busto del blogger che la sospettata gli aveva regalato poco prima dell’esplosione. L’agenzia di stampa Interfax ha riportato del suo arresto domenica, ma in seguito ha affermato che era in fuga mentre sua madre e sua sorella venivano convocate per essere interrogate. Attualmente la casa di Daria Trepova continua a essere perquisita. Il suo telefono è spento.
Testimoni hanno affermato che la sospettata ha scritto e si è scambiata osservazioni con Fomin durante la discussione. La donna avrebbe dichiarato di aver fatto un busto del blogger ma le guardie le avevano chiesto di lasciarlo sulla porta, sospettando che potesse essere una bomba. Poi hanno scherzato e riso, lei è andata alla porta, ha afferrato il busto e lo ha presentato a Fomin-Tatarsky. Un video mostrerebbe Fomin-Tatarsky che scherzava sul busto e lo metteva sul tavolo poco prima dell’esplosione. L’evento era stato annunciato per il 2 aprile alle 17 locali, l’ingresso era gratuito. Nessuno ha rivendicato pubblicamente la responsabilità, ma i blogger militari e i commentatori “patriottici” hanno immediatamente incolpato l’Ucraina per l’attacco collegando all’assassinio dello scorso agosto della commentatrice televisiva nazionalista Darya Dugina, uccisa quando un ordigno esplosivo telecomandato piazzato nel suo SUV è esploso mentre lei stava guidando alla periferia di Mosca. Le autorità russe hanno incolpato l’intelligence militare ucraina per la morte di Dugina, ma Kiev ha negato il coinvolgimento. Il padre di Dugina, Alexander Dugin, un filosofo nazionalista e teorico politico che sostiene fortemente l’invasione dell’Ucraina, ha definito Tatarsky un “immortale” eroe morto per salvare il popolo russo.
Milano, 3 apr. (askanews) – Nel 2022 il gruppo Lavazza ha registrato ricavi per 2,7 miliardi di euro con una crescita del +17,6% rispetto al 2021. Il fatturato risulta in crescita sia nel canale domestico sia nel canale fuori casa, dove i volumi positivi (+26%) hanno portato la crescita maggiore sui ricavi. L’utile netto è sceso del 9,5% a 95 milioni, dai 105 dello scorso esercizio. L’Ebitda, riporta una nota, è stato pari a 309 milioni di euro, lievemente in calo su quello del 2021 quando era stato pari a euro 312 milioni, con un Ebitda margin sceso all’11,4%, rispetto al 13,5% del 2021. L’Ebit si è attestato a 160 milioni di euro, dai 164 dell’esercizio 2021, con un Ebit margin pari al 5,9 %.
A livello di fatturato, Lavazza registra ancora una crescita del segmento del caffè in grani, che anche quest’anno emerge come il più dinamico sul mercato. Prendendo in considerazione le 15 principali geografie in cui opera il gruppo, il segmento in grani (beans) registra un incremento di mercato a +1,4% rispetto al 2021 e il gruppo Lavazza guadagna +1,5% di quota grazie a una crescita del 12% rispetto al 2021. Nel segmento dei single serve (capsule), confermatosi il più competitivo, il gruppo prosegue il proprio piano di lancio delle capsule in alluminio. A livello geografico, Lavazza ha registrato una crescita a sell out a valore nel canale retail in Germania (+18,1%), Stati Uniti (+14,1%), Polonia (+28%); anche in Italia e Francia si registra un incremento rispettivamente dell’1,5% e 6,1%, dopo la flessione riportata nel 2021. La posizione finanziaria netta a fine 2022 è pari a 136 milioni, La dinamica inflattiva ha impattato gli aspetti patrimoniali, in particolare per l’apprezzamento del magazzino, portando il flusso di cassa operativo in territorio leggermente negativo (-8 milioni di euro).
“I risultati del 2022 rappresentano un ulteriore traguardo per il nostro gruppo: pur in uno scenario particolarmente sfidante, siamo stati in grado di sostenere la crescita del fatturato e mantenere la marginalità in linea con gli anni precedenti. Ciò è stato possibile grazie al forte impegno su tutti i livelli aziendali nel portare avanti una strategia di sviluppo internazionale insieme a una gestione di contenimento dei costi in un contesto estremamente complesso – ha commentato Antonio Baravalle, amministratore delegato del gruppo Lavazza – L’attenzione è ora focalizzata sull’eccezionale rialzo dei costi avvenuto nell’esercizio appena concluso che condizionerà pesantemente anche l’esercizio 2023”. Il 31 marzo 2023 è stata, inoltre, finalizzata l’acquisizione di MaxiCoffee. La società francese, con circa 1.500 collaboratori, ha un giro d’affari di circa 300 milioni e si rivolge sia a clienti privati sia ad attività commerciali attraverso la sua piattaforma e-commerce, oltre a una rete di 60 agenzie commerciali presenti in tutta la Francia, le sue École du Café e i suoi concept store. “Con l’acquisizione prosegue la nostra strategia di espansione internazionale e di rafforzamento nei mercati chiave – ha sottolineato Baravalle – MaxiCoffee avrà una gestione totalmente separata e autonoma, mantenendo intatto il suo modello di business di successo”. Christophe Brancato, fondatore del gruppo MaxiCoffee, è associato all’operazione e manterrà una quota di partecipazione minoritaria. E’ stato inoltre confermato presidente dell’azienda francese per proseguire lo sviluppo del modello di business da lui avviato.