Roma, 23 mar. (askanews) – Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha affermato che se la Germania decide di attuare la decisione della Corte penale internazionale (CPI) sull’”arresto” del presidente russo Vladimir Putin, ciò equivarrà a dichiarare guerra alla Russia. Il ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann aveva affermato che il mandato di “arresto” di Putin sarebbe stato valido in Germania dopo una richiesta della Corte penale internazionale. L’ordine è stato sostenuto anche dal cancelliere Olaf Scholz, che, durante la sua visita in Giappone, ha affermato che “nessuno è al di sopra della legge”.
“Alcuni idioti, idioti come il ministro della Giustizia tedesco, dicono: ‘Bene, se viene, lo arrestiamo.’.. Capite cosa significa? Immaginiamo… il capo in carica di uno Stato nucleare arriva in un territorio, diciamo, della Germania e viene arrestato. Che cos’è? Una dichiarazione di guerra alla Federazione Russa!” ha detto Medvedev in un’intervista ai principali media russi, tra cui la Ria Novosti. Medvedev ha detto che la Russia in una situazione del genere userebbe i mezzi a sua disposizione per prendere di mira “il Bundestag, l’ufficio del cancelliere e così via” ed ha sottolineato che decisioni come quella presa dalla Corte penale internazionale creano un enorme potenziale negativo.
Roma, 22 mar. (askanews) – L’evento di beneficenza “Uniti nel sociale”, quadrangolare di calcio a otto che si terrà domenica 26 marzo, alle 10.30, all’Orange Futbolclub di via degli Olimpionici 71, all’Acqua Acetosa a Roma, sarà aperto ufficialmente dalla Banda della Guardia di Finanza e chiama a raccolta il Roma Club e il Lazio Club del Campidoglio. Presenti – si legge in una nota – i consiglieri di Roma Capitale della Roma e della Lazio, insieme ai colleghi dei Municipi, per giocare con la selezione dei Grifoni Gialloverde del Generale Mariano La Malfa, del comando generale della Guardia di Finanza.
La Nazionale Italiana Calcio Olimpionici del presidente Italo Lapenna si presenta in campo con Michele Lapenna, tra i numeri uno della pallanuoto, il judoka Emanuele Bruno, lo schermidore Stefano Pantano, il pentatleta Daniele Masala. Tutti grandi campioni come Fabrizio Donati nell’atletica, Stefano Maniscalco nel karate, Carlo Molfetta nel taekwondo e gli indimenticabili calciatori della Lazio e della Roma, Bruno Giordano, Massimo Piscedda e Ubaldo Righetti. Fuoriclasse di nuoto, canottaggio, rugby, pugilato, e ancora calcio, judo e taekwondo a cui si aggiungeranno anche i campioni Emanuele Blandamura, Stefano Battistelli, Luca Massaccesi, Andrea Lo Cicero, Bruno Mascarenhas. Il ricavato delle donazioni raccolte durante la festa, organizzata anche con la partecipazione della Fondazione Ss Lazio, va a favore dell’associazione “Insieme a Giordano”, che si occupa di assistenza ai minori. I consiglieri capitolini tutti condividono un momento di gioia per ribadire ancora una volta l’impegno di Roma Capitale a fianco di tutta la società civile per la piena tutela dei minori. Lo hanno dichiarato in una nota Fabrizio Santori e Claudia Pappata, consiglieri capitolini rispettivamente vice e presidente del Lazio Club Campidoglio, e Federico Rocca, consigliere capitolino e presidente del Roma Club Campidoglio che prenderanno parte all’evento. Il sisma che ha sconvolto il centro Italia il 24 agosto 2016 ha colpito, tra le tante famiglie, anche quella del piccolo Giordano, un bimbo di 4 anni che ha perso la vita a Pescara del Tronto insieme alla nonna Amelia. La sua famiglia, mamma Manuela, papà Massimo, la sorella Giorgia e il fratello Santiago hanno deciso di trasformare quel dolore in un atto d’amore profondo. Per questo motivo – ricorda la nota – hanno scelto di fondare una onlus che si occupa di dare assistenza a favore dei minori svantaggiati per problemi di ordine fisico, sociale, economico e familiare, attraverso la realizzazione di eventi sportivi, raccolta fondi e iniziative solidali.
L’Associazione N.I.C.O. – Nazionale Italiana Calcio Olimpionici – affonda le sue radici nel 2007, quando è stata fondata da Vincenzo Maenza, per poi rinnovarsi nell’agosto 2022 con il rinnovamento voluto dall’attuale presidente Italo Lapenna. A dare forma alla N.I.C.O. sono le vecchie glorie del calcio e gli atleti olimpionici che hanno dato lustro allo sport azzurro in diverse discipline. Lo scopo della onlus è quello di raccogliere fondi per iniziative solidali attraverso l’organizzazione di partite ed eventi di beneficenza.
New York, 22 mar. (askanews) – Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in apertura della Conferenza sull’acqua, ha aperto il suo discorso con un richiamo ai paesi del mondo. “E’ evidente che non abbiamo fatto abbastanza per combattere quella che, ancora oggi, resta una delle più gravi emergenze planetarie”, ha detto Fratin ricordando che “nessuno può sentirsi estraneo a questa tragedia”.
Il ministro non ha fatto mistero che “in Italia sono sempre più ricorrenti i periodi di siccità, come accade nel più ampio contesto mediterraneo, che secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici è una delle aree più a rischio” e ha ribadito con forza “l’urgenza di mantenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi se vogliamo evitare danni irreversibili”. Ha poi continuato con un richiamo al multilateralismo per rispondere alle sfide che l’acqua pone anche in termini di migrazione. “Sostenibilità vuol dire anche lavorare insieme per evitare che intere popolazioni siano costrette a spostarsi in cerca di acqua e condizioni di vita accettabili”, ha detto Fratin. “Nel Piano di Ripresa e Resilienza abbiamo mobilitato fondi per le risorse idriche pari a 4,38 miliardi di euro in 5 anni”, ha detto il ministro.
Il ministro ha spiegato che si è dotata di vari strumenti per rispondere alla crisi energetica tra cui “un tavolo di coordinamento” e “nuovi strumenti di legge”. Fratin ha spiegato che tra le priorità dell’Italia c’è il “potenziamento – con un investimento di 600 milioni di Euro al 2026 – della capacità di monitoraggio delle acque e di prevenzione dei rischi” e un progetto di “Rinaturazione del Fiume Po” per cui si sono investiti 357 milioni di euro, con un focus su qualità delle acque e biodiversità.
“Sulla finanza climatica ci siamo dotati di un nuovo strumento, il Fondo Italiano per il Clima, che sarà operativo a breve e potrà contare su 840 milioni all’anno fino al 2026”, ha dichiarato il ministro. Il ministro nel suo intervento ha illustrato alcuni progetti finanziati dall’Italia soprattutto in alcune regioni del mondo particolarmente vulnerabili. “Sono stati approvati oltre 50 progetti bilaterali con una priorità su Sahel, Africa Subsahariana, Mediterraneo e piccoli stati insulari”, ha detto Fratin spiegando che “nel Sahel, con la Convenzione sulla Desertificazione, stiamo realizzando progetti per recuperare terre degradate e creare opportunità economiche per le comunità locali”.
Il ministro ha poi annunciato che “poche settimane fa Italia e Etiopia hanno firmato un accordo da oltre 30 milioni di euro per un progetto per migliorare la gestione di acqua e suolo e creare opportunità di impiego”.
New York, 22 mar. (askanews) – Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in apertura della Conferenza sull’acqua, ha aperto il suo discorso con un richiamo ai paesi del mondo. “E’ evidente che non abbiamo fatto abbastanza per combattere quella che, ancora oggi, resta una delle più gravi emergenze planetarie”, ha detto Fratin ricordando che “nessuno può sentirsi estraneo a questa tragedia”.
Il ministro non ha fatto mistero che “in Italia sono sempre più ricorrenti i periodi di siccità, come accade nel più ampio contesto mediterraneo, che secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici è una delle aree più a rischio” e ha ribadito con forza ” l’urgenza di mantenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi se vogliamo evitare danni irreversibili”. Ha poi continuato con un richiamo al multilateralismo per rispondere alle sfide che l’acqua pone anche in termini di migrazione. “Sostenibilità vuol dire anche lavorare insieme per evitare che intere popolazioni siano costrette a spostarsi in cerca di acqua e condizioni di vita accettabili”, ha detto Fratin.
Roma, 22 mar. (askanews) – Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e di altre banche negli Usa “è chiaro che dobbiamo rafforzare la vigilanza e le regole”. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve, Jay Powell nella conferenza stampa al termine del Fomc, il direttorio sulla politica monetaria in cui inevitabilmente buona parte delle domande riguardavano la tempesta che si è scatenata dopo il caso Svb.
“La domanda che ci siamo posti tutti in questa prima settimana è: come è potuto succedere?”, ha detto, ribadendo che la Fed ha avviato una revisione approfondita sulla attività di vigilanza condotta su Svb. “La vigilanza c’era. Eppure è accaduto – ha detto -. Il management Svb ha fallito gravemente. Non si sono messi a riparo dal rischio. Sappiamo che la banca ha assistito a un bank run rapido, senza precedenti sui depositi, che erano molto concentrati”. “Per quanto ci riguarda stiamo facendo una revisione sulla vigilanza, con cui intendiamo identificare cosa sia andato male, cosa si sia sbagliato. Lo troveremo e poi daremo una valutazione su cosa si debba cambiare. A questo stadio – ha aggiunto – sarebbe inappropriato per me dare il mio parere”. Powell, che ha spiegato di non essere coinvolto personalmente in questa revisione, invece ha ribadito che quelle di Svb “non sono debolezze diffuse nel sistema bancario Usa, ma sono legate soprattutto ai depositi non garantiti”. E ha assicurato: con le misure messe in campo assieme al Tesoro “tutti i depositi sono al sicuro”.
Intanto, a dispetto di queste tensioni la Fed ha deciso un nuovo aumento dei tassi di interesse negli Usa, limitandosi nuovamente a 25 punti base con cui il riferimento sui fed funds sale a una forchetta del 4,75-5%. Il comunicato diffuso al termine del Fomc afferma inoltre che “un qualche inasprimento addizionale della linea potrebbe essere appropriato, per raggiungere un livello di politica monetaria sufficientemente restrittivo da far tornare l’inflazione al 2% nel corso del tempo”. Segnali che fanno capire che il picco è ormai vicinissimo. Scenario confermato dalle previsioni della stessa Fed: indicano un ultimo rialzo dei tassi quest’anno, peraltro limitato con cui il riferimento mediano salirebbe al 5,1%. Sul 2024 la Fed si attende che i tassi calino al 4,3% e sul 2025 al 3,1%. Il dato di quest’anno è confermato rispetto alle previsioni dello scorso dicembre, mentre quello del 2024 è leggermente superiore (a dicembre stimava 4,1%), infine il dato 2025 è confermato.
Volatilità a Wall Street, con una dinamica altalenante dopo le decisioni, mentre il dollaro è marcatamente calato sui minimi da inizio febbraio sull’euro, brevemente salito sopra 1,09 sul biglietto verde.
Roma, 22 mar. (askanews) – “L’obiettivo è questo”, quello della prima pietra entro due anni. “Prevediamo estate 2024, inizio cantieri”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, intervistato da Bruno Vespa nella trasmissione 5 Minuti in cui è stato presentato il plastico del Ponte.
“Gli italiani hanno pagato un sacco senza che sia stata posata una pietra. Perchè farlo, primo perchè a ponte fatto e ad alta velocità completata sia in Calabria sia in Sicilia, Palermo-Roma in 5 ore e mezza. Centomila posti di lavoro veri nell’arco di 5 anni, un risparmio ambientale unico al mondo con 140mila tonnellate di CO2 non emesse nell’aria e poi un gioiello dell’ingegneria italiana nel mondo”. Quanto ai 7 miliardi di costi per Salvini “innanzi tutto costa meno di un anno di reddito di cittadinanza ed è un’opera che rimane per anni. I soldi li prende lo Stato e se i privati vorranno dare una mano saranno i benvenuti”.
Roma, 22 mar. (askanews) – Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e di altre banche negli Usa “è chiaro che dobbiamo rafforzare la vigilanza e le regole”. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve, Jay Powell nella conferenza stampa al termine del Fomc, il direttorio sulla politica monetaria in cui inevitabilmente buona parte delle domande riguardavano la tempesta che si è scatenata dopo il caso Svb.
“La domanda che ci siamo posti tutti in questa prima settimana è: come è potuto succedere?”, ha detto, ribadendo che la Fed ha avviato una revisione approfondita sulla attività di vigilanza condotta su Svb. “La vigilanza c’era. Eppure è accaduto – ha detto -. Il management Svb ha fallito gravemente. Non si sono messi a riparo dal rischio. Sappiamo che la banca ha assistito a un bank run rapido, senza precedenti sui depositi, che erano molto concentrati”. “Per quanto ci riguarda stiamo facendo una revisione sulla vigilanza, con cui intendiamo identificare cosa sia andato male, cosa si sia sbagliato. Lo troveremo e poi daremo una valutazione su cosa si debba cambiare. A questo stadio – ha aggiunto – sarebbe inappropriato per me dare il mio parere”. Powell, che ha spiegato di non essere coinvolto personalmente in questa revisione, invece ha ribadito che quelle di Svb “non sono debolezze diffuse nel sistema bancario Usa, ma sono legate soprattutto ai depositi non garantiti”. E ha assicurato: con le misure messe in campo assieme al Tesoro “tutti i depositi sono al sicuro”.
Intanto, a dispetto di queste tensioni la Fed ha deciso un nuovo aumento dei tassi di interesse negli Usa, limitandosi nuovamente a 25 punti base con cui il riferimento sui fed funds sale a una forchetta del 4,75-5%. Il comunicato diffuso al termine del Fomc afferma inoltre che “un qualche inasprimento addizionale della linea potrebbe essere appropriato, per raggiungere un livello di politica monetaria sufficientemente restrittivo da far tornare l’inflazione al 2% nel corso del tempo”. Segnali che fanno capire che il picco è ormai vicinissimo. Scenario confermato dalle previsioni della stessa Fed: indicano un ultimo rialzo dei tassi quest’anno, peraltro limitato con cui il riferimento mediano salirebbe al 5,1%. Sul 2024 la Fed si attende che i tassi calino al 4,3% e sul 2025 al 3,1%. Il dato di quest’anno è confermato rispetto alle previsioni dello scorso dicembre, mentre quello del 2024 è leggermente superiore (a dicembre stimava 4,1%), infine il dato 2025 è confermato.
Volatilità a Wall Street, con una dinamica altalenante dopo le decisioni, mentre il dollaro è marcatamente calato sui minimi da inizio febbraio sull’euro, brevemente salito sopra 1,09 sul biglietto verde.
Bruxelles, 22 mar. (askanews) – Giorgia Meloni è attesa questa sera a Bruxelles, dove da domani parteciperà al Consiglio europeo che si chiuderà venerdì. I temi all’ordine del giorno (più vago rispetto al solito) sono Ucraina; competitività, mercato unico ed economia; energia, mentre il dossier che sta più a cuore al governo, quello dei migranti, al momento è finito nel cassetto delle “varie ed eventuali”. Sul punto, nella lettera di invito ai leader, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha scritto che ci sarà un “breve aggiornamento” (short debrief) da parte della Commissione. Meloni è però intenzionata a non far scivolare via l’argomento nel dibattito. Per la premier, di fronte a una “emergenza che sta diventando strutturale”, il piano messo a punto dalla Commissione è “un passo avanti” ma l’Italia non è ancora “soddisfatta” perchè “non c’è più un solo minuto da perdere”. L’obiettivo è tornare da Bruxelles con in mano qualche intervento concreto, ma non sarà facile.
Sull’Ucraina la presidente del Consiglio non cambia di un millimetro la linea adottata dall’Italia dall’inizio del conflitto: “Il sostegno all’Ucraina e alla sua popolazione sarà assicurato in ogni ambito” senza badare a “gradimento” e “consenso”, ha detto nelle comunicazioni alle Camere. Altro tema centrale all’ordine del giorno del Consiglio è quello dell’economia, con l’Italia schierata sul fronte contrario a un semplice e ampio allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato. La posizione che ribadirà sarà che serve “flessibilità nell’uso dei fondi esistenti”, “compreso il Pnrr”, con aiuti di Stato “circoscritti e temporanei”. In prospettiva, però, la questione centrale è quella della revisione del Patto di stabilità e crescita che, per Meloni, deve essere completata entro il 2023, con “regole nuove” che devono dare “maggiore attenzione” alla crescita e minore alla stabilità perchè “il tempo dell’austerità è finito”. E invece, è la critica rivolta a Bruxelles, rispetto alla proposta della Commissione, che già non apprezzava molto, adesso “si rischia anche di tornare indietro”. Sull’energia e la transizione verde, Roma ha una posizione critica rispetto alle proposte di Bruxelles, in particolare su temi come lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 e sulla direttiva sulle case green. L’Italia condivide gli obiettivi della transizione ma il percorso verso un’economia verde “deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”. Ad esempio sulle case green, ha sottolineato stamani alla Camera, porre dei target in “assenza di contributi” specifici “rischia di risolvere questa fattispecie in un ulteriore onere molto complesso in un momento molto difficile”.
Su queste posizioni, negli ultimi giorni, Meloni ha cercato di creare un consenso o almeno di smussare gli angoli più acuti sentendo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il premier polacco Mateusz Morawiecki e Ursula von der Leyen. La presidente del Consiglio, in particolare, ha sensibilizzato la presidente della Commissione sul rischio default della Tunisia, che porterebbe a una destabilizzazione dell’area con conseguenze anche sulle migrazioni: “Se non si interviene rischiamo di avere un flusso che nessuno potrebbe governare”, è l’allarme lanciato da Meloni che domani von der Leyen dovrebbe riprendere nella sua relazione. Fuori sacco, secondo quanto si apprende, Meloni vorrebbe approfittare del vertice per uno scambio di vedute con le istituzioni europee sul tema dei balneari. L’intenzione, infatti, è quella di procedere d’intesa con Bruxelles sui prossimi passi che il governo farà sul dossier.
Bruxelles, 22 mar. (askanews) – Giorgia Meloni è attesa questa sera a Bruxelles, dove da domani parteciperà al Consiglio europero che si chiuderà venerdì. I temi all’ordine del giorno (più vago rispetto al solito) sono Ucraina; competitività, mercato unico ed economia; energia, mentre il dossier che sta più a cuore al governo, quello dei migranti, al momento è finito nel cassetto delle “varie ed eventuali”. Sul punto, nella lettera di invito ai leader, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha scritto che ci sarà un “breve aggiornamento” (short debrief) da parte della Commissione. Meloni è però intenzionata a non far scivolare via l’argomento nel dibattito. Per la premier, di fronte a una “emergenza che sta diventando strutturale”, il piano messo a punto dalla Commissione è “un passo avanti” ma l’Italia non è ancora “soddisfatta” perchè “non c’è più un solo minuto da perdere”. L’obiettivo è tornare da Bruxelles con in mano qualche intervento concreto, ma non sarà facile.
Sull’Ucraina la presidente del Consiglio non cambia di un millimetro la linea adottata dall’Italia dall’inizio del conflitto: “Il sostegno all’Ucraina e alla sua popolazione sarà assicurato in ogni ambito” senza badare a “gradimento” e “consenso”, ha detto nelle comunicazioni alle Camere. Altro tema centrale all’ordine del giorno del Consiglio è quello dell’economia, con l’Italia schierata sul fronte contrario a un semplice e ampio allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato. La posizione che ribadirà sarà che serve “flessibilità nell’uso dei fondi esistenti”, “compreso il Pnrr”, con aiuti di Stato “circoscritti e temporanei”. In prospettiva, però, la questione centrale è quella della revisione del Patto di stabilità e crescita che, per Meloni, deve essere completata entro il 2023, con “regole nuove” che devono dare “maggiore attenzione” alla crescita e minore alla stabilità perchè “il tempo dell’austerità è finito”. E invece, è la critica rivolta a Bruxelles, rispetto alla proposta della Commissione, che già non apprezzava molto, adesso “si rischia anche di tornare indietro”. Sull’energia e la transizione verde, Roma ha una posizione critica rispetto alle proposte di Bruxelles, in particolare su temi come lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 e sulla direttiva sulle case green. L’Italia condivide gli obiettivi della transizione ma il percorso verso un’economia verde “deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”. Ad esempio sulle case green, ha sottolineato stamani alla Camera, porre dei target in “assenza di contributi” specifici “rischia di risolvere questa fattispecie in un ulteriore onere molto complesso in un momento molto difficile”.
Su queste posizioni, negli ultimi giorni, Meloni ha cercato di creare un consenso o almeno di smussare gli angoli più acuti sentendo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il premier polacco Mateusz Morawiecki e Ursula von der Leyen. La presidente del Consiglio, in particolare, ha sensibilizzato la presidente della Commissione sul rischio default della Tunisia, che porterebbe a una destabilizzazione dell’area con conseguenze anche sulle migrazioni: “Se non si interviene rischiamo di avere un flusso che nessuno potrebbe governare”, è l’allarme lanciato da Meloni che domani von der Leyen dovrebbe riprendere nella sua relazione. Fuori sacco, secondo quanto si apprende, Meloni vorrebbe approfittare del vertice per uno scambio di vedute con le istituzioni europee sul tema dei balneari. L’intenzione, infatti, è quella di procedere d’intesa con Bruxelles sui prossimi passi che il governo farà sul dossier.
Roma, 22 mar. (askanews) – L’Assemblea generale dei soci di Confindustria Serbia, tenutasi mercoledì 22 marzo 2023, ha votata all’unanimità la proroga del mandato dell’attuale presidente Patrizio Dei Tos, che rimarrà alla guida dell’associazione degli industriali italiani in Serbia per i prossimi due anni.
Patrizio Dei Tos, imprenditore veneto, è fondatore e amministratore del Gruppo Labor Legno di Cordignano (Treviso), che annovera fra le sue aziende, oltre a Labor Legno, Itlas, i Grandi Classici e la più giovane Labor SRB, che ha la propria sede a Sremska Mitrovica (Serbia) con due stabilimenti produttivi. “Ringrazio tutti i colleghi imprenditori che hanno scelto di accordarmi la loro fiducia. Nel prossimo biennio continueremo a rafforzare la nostra presenza sul territorio della Serbia, ma anche in Italia grazie al nuovo membro della mia squadra, Giampiero Beltotto, che da oggi è ufficialmente il rappresentante territoriale di Confindustria Serbia per l’Italia settentrionale”, ha dichiarato Dei Tos alla chiusura dell’Assemblea.
Nella seduta di oggi, i soci hanno approvato anche il piano di attività per l’anno prossimo che, come focus, avrà le risorse umane e l’istruzione, agroindustria, trasporti e logistica così come le catene di fornitura.