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Autore: Redazione StudioNews

Ariston, Handelsblatt su espansione in Germania, potenziale crescita

Ariston, Handelsblatt su espansione in Germania, potenziale crescitaRoma, 22 feb. (askanews) – L’espansione del gruppo Ariston in Germania, con la recente acquisizione del produttore di pompe di calore Wolf, prende spunto dal forte potenziale di crescita di quel mercato e va considerata un’operazione all’insegna dello sviluppo. E’ quanto emerge da un’intervista che l’imprenditore Pasolo Merloni ha concesso al quotidiano economico tedesco Handelsblatt.
“Quando Paolo Merloni guarda al mercato tedesco del riscaldamentom – si legge nell’articolo – vede soprattutto una cosa: il potenziale di vendita. ‘Il settore del riscaldamento ha una base molto datata’, afferma Merloni. Gli impianti di riscaldamento installati qui sono molto più obsoleti che in Italia, Francia o Paesi Bassi, per esempio”. Per il capo del Gruppo Ariston, uno dei maggiori produttori mondiali di sistemi di climatizzazione, riscaldamento e acqua calda, la Germania è quindi un mercato in crescita.
Recentemente, gli italiani hanno concluso il più grande deal nella storia dell’azienda: la società Centrotec Climate Systems (CCS), di cui fanno parte marchi come il produttore di pompe di calore Wolf o il produttore di ventilatori per ambienti Brink, è ora parte dell’impero aziendale di Merloni. Anche il produttore di climatizzatori Pro Klima e il produttore di ventilatori Nedair fanno parte del portafoglio del gruppo. Merloni non vede molte sinergie a livello di costo, al massimo negli acquisti. L’accordo “non è un’operazione di taglio, ma un’operazione di sviluppo”, spiega il 54enne nel suo ufficio di Milano.
Merloni – spiega ancora Handelsblatt – ha “trasferito” circa 635 milioni di euro a Mainburg, in Bassa Baviera, oltre a più di 41 milioni di azioni della società, quotata a Milano dal 2021. Volume dell’operazione: circa un miliardo di euro.
Merloni non la definisce un’acquisizione, ma una partnership. Anche perché il maggiore azionista di Centrotec, Guido Krass, ha deciso consapevolmente di favorire gli italiani e in futuro avrà una partecipazione dell’undici per cento in Ariston – dopo Merloni sarà quindi il secondo maggiore azionista.
Inoltre, il tedesco entrerà a far parte del consiglio di amministrazione e del comitato strategico. “Un bellissimo messaggio di fiducia”, dice il presidente di Ariston, Merloni. Con l’acquisizione, il suo gruppo leader nel comfort termico è cresciuto fino a superare i tre miliardi di euro di fatturato e oltre 10.000 dipendenti”.
“Non è la prima acquisizione per l’azienda, fondata nel 1930 come produttore di bilance sulla costa adriatica italiana. Dal 2014 – spiega ancora Handelsblatt – Merloni ha acquisito circa 18 aziende: negli Stati Uniti, in Israele, in Australia. Ma l’operazione (con Centrotec) rende improvvisamente la Germania il mercato più importante per Ariston: in termini di fatturato – e di numero di dipendenti”.
“Ci aspettiamo che questo mercato cresca ancora di più”, è convinto Merloni. Soprattutto Wolf e Brink, i marchi di CCS più importanti, dovrebbero ora crescere. In Europa, Merloni osserva un forte cambiamento verso sistemi di riscaldamento più rispettosi del clima.
Secondo l’Associazione Federale dell’Industria Tedesca del Riscaldamento, l’anno scorso sono state vendute 980.000 soluzioni di riscaldamento, un numero superiore a quello registrato negli ultimi 27 anni. Tuttavia, le soluzioni a gas hanno ancora una quota di mercato del 61%.
L’Europa rappresenta attualmente circa il 67% delle vendite del gruppo Ariston. Dopo l’integrazione con i tedeschi, questa quota salirà almeno al 70%. Africa, Medio Oriente, Asia e Australia rappresentano insieme circa il 20%. Il continente nordamericano rappresenta circa il 10%. Ariston ha 31 stabilimenti in tutto il mondo, compreso uno stabilimento in Russia con poche centinaia di dipendenti dal 2005. Lì, l’attività si è ridotta notevolmente con lo scoppio della guerra in Ucraina. Lo stabilimento ora produce quasi esclusivamente per il mercato interno russo. Ma gli italiani non vogliono tirarsi indietro del tutto. “Mettiamo i nostri dipendenti al primo posto”, afferma Merloni. Gli stipendi continueranno a essere pagati e sarà dato sostegno anche ai dipendenti e alle loro famiglie in Ucraina, dove Merloni dice che diverse decine di persone lavorano per Ariston.
La guerra e la pandemia hanno messo alla prova Merloni. Ci sono stati anche problemi nella catena di approvvigionamento, ad esempio con i semiconduttori o l’acciaio. “Ma nel complesso sono soddisfatto di come l’azienda, insieme ai nostri fornitori, sia riuscita ad affrontare questo periodo complesso”, dice Merloni. Dopotutto, le fabbriche non sono mai rimaste ferme.
In alcune aree, tuttavia, Ariston non ha potuto evitare aumenti di prezzo. “In parte abbiamo compensato l’aumento dei prezzi con l’efficienza e la produttività, ma in parte abbiamo dovuto riequilibrare i listini”. Nel 2021, il fatturato è stato di poco inferiore ai due miliardi di euro, con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Prima il margine di profitto al netto delle imposte era poco meno del 14%. E lo shopping di Merloni continua. Anche se al momento non ci sono candidati concreti, Merloni sta valutando “una serie di possibili idee”. Ariston è sempre alla ricerca di nuove tecnologie o nicchie di mercato. “Se si presentano opportunità in linea con la nostra strategia, le perseguiremo”, afferma il presidente di Ariston”.
D’altronde, riportya ancora Handelsblatt “l’intero settore sta attraversando un processo di consolidamento. Nel 2018, il gigante giapponese della climatizzazione Daikin ha rilevato il produttore austriaco di refrigerazione AHT e la scorsa estate i giapponesi (fatturato: circa 23 miliardi di euro) hanno acquistato anche il produttore italiano di pompe Duplomatic. La divisione termotecnica di Bosch è diventata uno dei maggiori produttori europei di riscaldamento rilevando Buderus. All’inizio dell’anno, Viessmann, dell’Asia settentrionale, ha rilevato la maggioranza delle azioni del fornitore di ghiaccio Iscoal.
Ariston sta investendo attualmente anche nell’idrogeno. L’azienda offre già caldaie ad alta efficienza certificate per il funzionamento con miscele di gas naturale e idrogeno; è già consentito un contenuto di idrogeno fino al 30%. Parallelamente, si stanno conducendo test con il 100% di idrogeno come mezzo di riscaldamento; secondo Merloni, l’idrogeno è concepibile anche nelle pompe di calore ad attivazione termica.
Merloni, che ha studiato economia aziendale, ha iniziato la sua carriera presso la società di consulenza gestionale McKinsey. Nel 1995 è entrato come dipendente nell’azienda, che allora era ancora gestita dal padre Francesco. Dopo aver ricoperto diverse posizioni manageriali, nel 2004 è diventato CEO del gruppo. Nel 2011 ha ceduto l’attività operativa a un manager e da allora è presidente esecutivo. Nonostante le dimensioni globali, il gruppo è ancora un’azienda familiare: una delle due sorelle di Merloni siede nel consiglio di amministrazione. Il padre Francesco, a 97 anni, è ancora un membro onorario del consiglio di amministrazione. “L’azienda è la sua passione, la sua ragione di vita”, dice il figlio Paolo. Appena può, l’ingegnere vuole andare a Wolf, in Germania, per vedere il nuovo stabilimento”.

L’energia del tardo Picasso in mostra alla Fondation Beyeler

L’energia del tardo Picasso in mostra alla Fondation BeyelerMilano, 22 feb. (askanews) – Le celebrazioni internazionali per il cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso arrivano anche alla Fondation Beyeler di Basilea che dal 19 febbraio al 1 maggio presenta in una mostra di piccolo formato una selezione condensata di dieci dipinti tardi del’artista spagnolo, appartenenti alla Collezione Beyeler, alla Anthax Collection Marx e ad altre raccolte private.
Nel decennio finale della sua vita l’ormai ultraottantenne Picasso proseguì la sua opera in modo straordinariamente produttivo: nell’ultimo periodo di attività spesso eseguiva diversi dipinti in un solo giorno, sprigionando una tale potenza inventiva che sembrava volesse lottare contro l’avanzare dell’età e il conseguente declino delle capacità creative e fisiche. Tra le numerose opere realizzate negli anni 1960 e nei primi anni 1970 spicca anche un nutrito gruppo di lavori in cui Picasso si confronta intensamente con il tema dell’artista e il suo modello. In questi lavori fortemente espressivi da un lato indaga l’immagine dell’artista (di sé) e dall’altro l’atto creativo e il processo di sviluppo artistico.
La mostra a cura di Raphaël Bouvier intende approfondire, attraverso singoli dipinti emblematici dell’imponente opera tarda di Picasso, le ricognizioni dell’artista nei territori del processo creativo, delle relazioni di sguardo tra pittore e modella, della rappresentazione dell’artista uomo e anche della messa in scena pittorica del modello femminile, sottoponendole a una verifica della loro attualità.
Sono oltre 30 le opere di Picasso in possesso della Fondation Beyeler, che custodisce una delle collezioni picassiane più cospicue che esistano. Picasso è anche l’artista moderno più rappresentato nella Collezione Beyeler. Le opere coprono un arco di tempo che dalla svolta cubista del 1907 giunge agli anni 1960. Circa 15 altri capolavori di Picasso della Collezione Beyeler e della Anthax Collection Marx sono esposti nelle sale adiacenti alla mostra che ospitano la collezione permanente, offrendo così un ampio panorama della produzione picassiana.

Ponte Messina, Salvini: decreto in Cdm entro marzo

Ponte Messina, Salvini: decreto in Cdm entro marzoRoma, 22 feb. (askanews) – “Ho fatto una riunione ieri, ma facciamo un’altra riunione domani. L’obiettivo è di portare un intervento in Consiglio dei ministri già nel mese di marzo quindi a breve”. Già la prossima settimana? “Se riusciamo, vista la delicatezza del tema, penso di sì. Comunque entro il mese di marzo”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine dell’International Railway Summit.
Per il commissario un nome ancora “non c’è ma stiamo lavorando perché serviranno donne e uomini motivati, preparati ed entusiasti perché – ha spiegato – deve essere un’opera che fa parlare della bravura italiana in tutto il mondo. Stiamo mettendo in piedi il piano economico ci sono contenziosi da superare non è semplice ma a me le cose semplici non piacciono e quindi conto che entro marzo il Consiglio dei ministri darà il via al futuro”.
Mlp

Libri, esce “La guerra in casa” di Roberto Arditti

Libri, esce “La guerra in casa” di Roberto Arditti

“Come e perché la corsa al riarmo riguarda tutti noi”. Edito da Rai Libri

Roma, 22 feb. (askanews) – La guerra alle porte dell’Europa sta costringendo tutti a rifare i conti sui budget destinati alla difesa. I fatti del 2022 e uno scenario politico profondamente mutato e instabile impongono ai membri dell’Unione, alla NATO e all’intero Occidente, di rivedere le proprie strategie, mettendo in discussione i vecchi schemi ideologici. Dati alla mano, Roberto Arditti analizza gli scenari presenti e tratteggia quelli futuri, tra conflitti, cyber guerra e soft power: l’età dell’innocenza appartiene alla storia, la corsa al riarmo ha già avuto inizio.
“La guerra in casa” di Roberto Arditti, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 24 febbraio 2023 (Euro: 18,50).
Roberto Arditti (Lodi, 1965) si è laureato all’Università Bocconi di Milano e ha iniziato la sua carriera lavorando con l’allora Presidente del Senato Giovanni Spadolini. Ha diretto l’informazione di Rtl 102.5, è stato per diversi anni autore della trasmissione “Porta a porta” e direttore del quotidiano Il Tempo. È stato alla guida della comunicazione e delle relazioni istituzionali di Expo 2015. Oggi è direttore editoriale di Formiche e scrive per Huffington Post e Il Messaggero.

Micromegas Comunicazione: ad Alessandro Bastoni carica Chief Operating Officer

Micromegas Comunicazione: ad Alessandro Bastoni carica Chief Operating Officer

Manager vanta esperienza ultra trentennale in comunicazione corporate e di mercato

Roma, 22 feb. (askanews) – Alessandro Bastoni, ex brand strategy manager di TIM, con un passato anche in Enel, assume la carica di Chief Operating Officer di Micromegas Comunicazione a riporto del vertice aziendale con il compito di accelerare la trasformazione aziendale in atto in una chiave sempre più digital e lo sviluppo del business. È quanto rende noto l’azienda in un comunicato.
Alessandro Bastoni è attivo dal 1989 nel campo della comunicazione, del marketing e della gestione di progetti ed eventi complessi. Dopo una esperienza di 8 anni in Business International, approda in Enel nel 1997 dove ricopre la carica di responsabile della comunicazione istituzionale e interna. Lancia nel 1999 Enel Web Tv, la prima web corporate tv in Italia con studi nella direzione generale di Viale Regina Margherita. Viene chiamato in Telecom Italia nel 2002 come responsabile della comunicazione interna di gruppo supportando la trasformazione in atto secondo il modello One Company. Resta in TIM fino a fine 2021 ricoprendo numerosi ruoli di responsabilità nei progetti ed eventi di corporate communication, nelle sponsorizzazioni istituzionali, nella digital communication, nel media management e nella brand strategy.
Micromegas Comunicazione, con sedi a Roma e a Milano, è una delle più importanti e longeve aziende di comunicazione integrata italiane. Attiva fin dal 1984, si è specializzata nel corso degli anni in comunicazione corporate e negli ultimi anni in comunicazione digitale con soluzioni tecnologiche all’avanguardia per i maggiori gruppi industriali italiani e internazionali.
“Conosco Alessandro fin dalla fine degli anni 90 e ritengo che il suo contributo possa essere fondamentale per consolidare la nostra azienda alla luce delle grandi trasformazioni avvenute recentemente nel nostro settore. Innanzitutto la sua forte competenza digital ma anche il suo passato nella comunicazione interna che potrà senz’altro contribuire al completamento della trasformazione in atto”, ha dichiarato Erminio Fragassa, Fondatore e Presidente di Micromegas Comunicazione.
“Dopo tanti anni passati dall’altra parte della barricata, l’approdo in agenzia rappresenta per me un traguardo professionale non scontato e al tempo stesso del tutto naturale. La scommessa è quella di poter mettere a frutto le tante esperienze maturate in grandi gruppi industriali e tutte le mie connessioni al servizio di una visione imprenditoriale e di una squadra che conosco da sempre e che reputo eccellente”, ha dichiarato il manager.

Ricerca, dopo Covid rischio maggiore di disturbi gastrointestinali

Ricerca, dopo Covid rischio maggiore di disturbi gastrointestinaliRoma, 22 feb. (askanews) – Il Covid-19 è associato a un rischio maggiore di sviluppare disturbi gastrointestinali a lungo termine, inclusa la sindrome dell’intestino irritabile. A mostrarlo sono gli esiti di una ricerca – pubblicata sulla rivista Gut – guidata da studiosi dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola.
“I dati che abbiamo raccolto mostrano che chi ha contratto il COVID-19 presenta sintomi gastrointestinali più di frequente rispetto a chi non è stato colpito dal coronavirus”, spiega Giovanni Barbara, professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e coordinatore dello studio. “Data l’elevata diffusione del COVID-19 a livello globale, dobbiamo quindi aspettarci un aumento delle diagnosi legate ai disturbi dell’interazione intestino-cervello”.
È noto che le infezioni virali possono colpire il sistema gastrointestinale e favorire in particolare lo sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile: una condizione – spiega UniBo – che tende ad essere cronica, caratterizzata da una serie di disturbi intestinali che interessano il colon, tra cui alterazioni della motilità intestinale, gonfiore e crampi addominali. Fino ad oggi però non era chiaro se anche l’infezione da coronavirus potesse portare a queste conseguenze.
Gli studiosi hanno quindi realizzato un’indagine prospettica con l’obiettivo di valutare la prevalenza dei sintomi gastrointestinali e dei disturbi dell’interazione intestino-cervello nei pazienti ricoverati per infezione da SARS-CoV-2. Lo studio ha coinvolto 2.183 pazienti ospedalizzati in 36 strutture di 14 paesi: Italia, Bangladesh, Cipro, Egitto, Israele, India, Macedonia, Malesia, Romania, Federazione Russa, Serbia, Spagna, Svezia e Turchia. I pazienti che avevano contratto il COVID-19 sono stati valutati al momento del ricovero in ospedale e poi seguiti per i 12 mesi successivi, confrontando la loro condizione con quella di pazienti non contagiati dal coronavirus.
I dati raccolti e le analisi realizzate dagli studiosi hanno così mostrato che i pazienti ricoverati per COVID-19 hanno riportato più di frequente la presenza di sintomi gastrointestinali (59,3%) rispetto al gruppo di controllo (39,7%). E sono emerse più di frequente anche nuove diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile, che sono risultate associate alla coesistenza di allergie, difficoltà respiratorie durante il ricovero per COVID-19 e assunzione cronica di inibitori della pompa protonica (farmaci gastroprotettori che bloccano la produzione di acido nello stomaco). Inoltre, a distanza di 6 mesi e di 12 mesi dall’ospedalizzazione, tra chi ha avuto il COVID-19 sono stati registrati livelli più alti di ansia e di depressione.
“Sappiamo che il virus SARS-CoV-2 può infettare anche il tratto gastrointestinale e questo conferma la possibilità che il COVID-19 possa portare allo sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile”, spiega Giovanni Marasco, ricercatore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore dello studio. “Tracce del coronavirus sono infatti state trovate nell’intestino tenue anche a sei mesi di distanza dall’infezione: questo ci porta a credere che lo stato prolungato di infiammazione e di attivazione del sistema immunitario possa portare allo sviluppo dei sintomi gastrointestinali che sono stati osservati”.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Gut con il titolo “Post COVID-19 irritable bowel syndrome”. Per l’Università di Bologna e l’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola hanno partecipato: Giovanni Marasco, Cesare Cremon, Maria Raffaella Barbaro, Giulia Cacciari, Daniele Salvi, Alessandro Venturi, Claudio Borghi, Marco Zoli, Paolo Gionchetti, Pierluigi Viale, Vincenzo Stanghellini e Giovanni Barbara.

Desk Romania: da Treviso parte il servizio per le imprese italiane

Desk Romania: da Treviso parte il servizio per le imprese italianeRoma, 22 feb. (askanews) – Il primo passo per la nascita del Desk Romania, primo esempio in Italia di pacchetto completo di servizi di consulenza e supporto alle imprese associate per cogliere le nuove opportunità commerciali e di investimento sul mercato romeno, è stato fatto. La firma dell’intesa tra Confindustria Veneto Est e Confindustria Romania è avvenuta nella cornice di Palazzo Giacomelli a Treviso, dove decine di imprenditori hanno dimostrato interesse verso quello che sarà “un nuovo anello e un nuovo strumento al servizio dell’interazione economica e imprenditoriale” tra Italia e Romania, come ha spiegato all’indomani dell’evento il presidente di Confindustria Romania Giulio Bertola ad askanews.
Un’intesa che fonda le sue basi su un interscambio tra Veneto e Romania di oltre 3,1 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2022 (Italia 14,1 miliardi), con 600 milioni in più rispetto al peridio pre-Covid (+23,9%). Dati che si sposano con gli oviettivi del Pnrr da 29,2 miliardi: transizione digitale ed ecologica, ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria e di trasporto, decarbonizzazione e sviluppo di fonti rinnovabili; coesione sociale e territoriale; sanità ed educazione.
Opportunità che le imprese italiane e venete in particolare, potranno intercettare nel piano varato dalla Romania in attuazione del Next Generation Eu, per consolidare una presenza che vede già l’Italia come secondo partner commerciale (dopo la Germania), primo investitore estero per numero di imprese registrate, nei settori agroindustriale, manifatturiero, energia, tessile, trasporti.
“Abbiamo scelto una parola semplice nella forma, Desk, ma che nella sostanza rivisita completamente il rapporto operativo e di collaborazione tra le rappresentanze internazionali di Confindustria Est Europa e quelle territoriali in Italia – sottolinea Bertola – Un Desk che rivede e rende più operativa la continuità di questa interazione economica tra i due Paesi in un momento in cui le inaspettate crisi, prima pandemica e poi del conflitto, ci hanno insegnato che le decisioni devono essere più veloci e l’informazione che arriva agli imprenditori deve essere autorevole”.
Gli imprenditori che decidono di affacciarsi a un mercato nuovo, in questo caso quello romeno “devono poter contare su organizzazioni stabili e affidabili, come Confindustria Romania”, la più grande tra le rappresentanze confindustriali di Est Europa e con 20 anni di esperienza e un Consiglio generale di quasi 30 membri appena nominato e ampliato proprio per “accogliere la progettualità Italia-Romania”, aggiunge il presidente.
Il Desk Romania, primo di una strategia che si inserisce completamente e a pieno titolo nell’operatività di Confindustria Est Europa, la federazione che racchiude in sé 11 rappresentanze estere, avrà la mission “di estendere la qualità dell’assistenza e della competenza che gli associati di Confindustria Veneto Est trovano nella loro territoriale anche all’estero e creare un filo conduttore fatto di competenze e qualità tutte italiane anche all’estero”, conclude Bertola.
“Tra Romania e Veneto c’è un rapporto storico consolidato, tra le persone, le imprese e le rappresentanze associative, che proprio a Treviso hanno costituito il loro primo nucleo italo-romeno – ha dichiara Alessandra Polin, Consigliere Delegato Confindustria Veneto Est per l’Internazionalizzazione -. Una relazione che è preziosa, in questa fase in cui le imprese tendono ad accorciare le catene di fornitura per metterle in sicurezza, con un nearshoring in realtà sempre esistito”.
Una relazione e opportunità di investimento che possono “rappresentare il volano per un ulteriore consolidamento della presenza imprenditoriale italiana e veneta. E diventare anche la base per poter dare il nostro contributo alla ricostruzione della vicina Ucraina che va ben oltre i soli interessi economici”.
In tempi di crisi della supply chain, accorciamento delle reti di fornitura e nearshoring, i legami già stretti con l’area Est Europa-Balcani sono destinati a rafforzarsi, anche per gli effetti geopolitici della guerra in Ucraina. Lo conferma l’interscambio dell’area vasta Padova, Treviso, Venezia e Rovigo con la Romania che nei primi nove mesi del 2022 ha sfiorato i 2 miliardi (1.992 milioni), con un balzo di 432 milioni in più rispetto all’analogo periodo 2019 (+27,7%). Con 942 milioni di esportazioni e importazioni per 1.049 milioni nei primi nove mesi, vale il 64% dell’interscambio totale del Veneto e il 14,1% di quello nazionale. E si avvia a mettere a segno un nuovo massimo a consuntivo dell’anno, si legge nella nota a valle dell’evento di firma dell’intesa.
Il nuovo Desk Romania offrirà alle oltre 5.000 imprese associate a Confindustria Veneto Est un orientamento mirato e operativo alle nuove opportunità commerciali e di investimento nel Paese esteuropeo, con ricerche di mercato e di partner industriali, missioni imprenditoriali, ricerca di personale, informazioni su progetti, appalti e bandi nell’ambito del proprio Pnrr. Ma anche outlook economici e geopolitici, assistenza nelle relazioni istituzionali o governative, amministrative e burocratiche, report di affidabilità finanziaria e commerciale dei potenziali partner locali.
All’evento sono intervenuti oltre alla dottoressa Polin e al presidente Bertola, il Console Generale di Romania a Trieste Cosmin Lotreanu, il Console Onorario Generale di Romania Mario Moretti Polegato, la Presidente di Confindustria Est Europa Maria Luisa Meroni, il Presidente Maschio Gaspardo SpA Mirco Maschio, l’Amministratore Delegato Metalmont SpA Iacopo Meghini. (di Daniela Mogavero)

In Mind il Social innovation Campus: Transizione verso un Futuro

In Mind il Social innovation Campus: Transizione verso un FuturoMilano, 22 feb. (askanews) – “Transition4All: Verso un futuro”: con questo titolo torna in presenza il Social Innovation Campus in nella Social Innovation Academy di MIND – Milano Innovation District. La quarta edizione – come suggerisce il titolo – sarà dedicata al tema delle transizioni, da quella ecologica a quella digitale, giuste e inclusive e si svolgerà mercoledì 1 e giovedì 2 marzo. Tutti i contenuti saranno comunque accessibili anche online per permettere, come le scorse due edizioni, di seguire il programma culturale da tutta Italia.
Il Social Innovation Campus promosso da Fondazione Triulza è il primo Campus italiano sull’Innovazione Sociale; nelle sue prime tre edizioni ha coinvolto circa 14.000 persone, di cui la metà giovani studenti delle scuole secondarie di secondo grado e universitari. Al Campus lavorano insieme e si confrontano studenti, terzo settore ed economia civile, imprese tecnologiche, finanza, università e centri di ricerca, istituzioni immersi nell’ecosistema MIND per condividere soluzioni innovative, sostenibili e inclusive alle sfide poste dalla società contemporanea.
L’evento d’apertura – che si terrà mercoledì 1 marzo dalle ore 10:00 – ben rispecchia lo spirito del Campus mettendo a confronto giovani studenti, ricercatori e imprenditori con progetti ad impatto con i rappresentanti delle istituzioni, imprese, organizzazioni no-profit e mondo dell’università e della ricerca. All’evento d’apertura parteciperà Vannia Gava, viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica.
L’intero evento prevede oltre 20 eventi: occasioni preziose per per condividere best practices nazionali e internazionali e opportunita’ per giovani generazioni e imprese ad impatto sociale. Al link https://www.sicampus.org/programma-culturale-2023/ è possibile conoscere in dettaglio il programma culturale con tutti gli appuntamenti, programma costruito in collaborazione con i partner del Campus. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Fra i filoni tematici e i protagonisti del Campus, ci saranno le imprese ad alto impatto sociale e ambientale e la nuova economia sociale con sei appuntamenti che presentano concrete opportunità e prospettive europee: percorso Cooperazione Digitale per cooperative e non profit dell’Alleanza Cooperative Italiana in collaborazione con Google; le novità del progetto UniCredit Start Lab e di Matchis, di Fondazione Triulza e Finlombarda; la nuova democratizzazione degli investimenti in infrastrutture promossa da Azimut, il contest social tech di Fondazione Triulza, Fondo Sviluppo, Coopfond e General Fond; le nuove Skills degli imprenditori sociali per la twin transition nel contesto delle nuove politiche europee, con Diesis Network e European Commission – Joint Research Centre; il nuovo programma Get it!, a cura di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, Cariplo Factory e Fondazione Cariplo.
Le giovani generazioni alle prese con una delicata fase di transizione tra studio e lavoro sono al centro del Campus 2023, non solo con attività a loro dedicate, ma con momenti di confronto con aziende, istituzioni, operatori: tra gli altri appuntamenti sul tema ci saranno il workshop di Umana “Presente Futuro: una generazione in transito” con il racconto di best practices e reti; ancora l’incontro internazionale di Arexpo sul ruolo dei giovani nei processi di innovazione, partendo dal modello sviluppato nel Québec (Canada); un focus sulle nuove competenze e professioni green, con AVIS; una riflessione sull’accelerazione digitale e l’innovazione nella formazione a cura di Valore Italia – Fondazione ENAIP Lombardia; una lectio su “Donne e Scienza” a cura di Maria Pia Abbracchio – Università degli studi di Milano.
Le tecnologie come strumento per transizioni giuste e inclusive in quattro ambiti: salute, energia, smart city e territori saranno a loro volta al centro di iniziative specifiche. Il digital health integrato e la medicina territoriale sarà oggetto di discussione nel workshop organizzato da Astrazeneca a partire dal progetto Azimuth per i pazienti con insufficienza cardiaca; tema approfondito anche dai partner del progetto SCC Innovation Hub & Living Lab Network. Le opportunità legate alla transizione energetica per le città e i territori saranno invece affrontate nell’incontro di UnipolSai del 1 marzo in MIND, mentre il Gruppo CAP indagherà le possibilità legate alla sostenibilità sociale, ecologica ed economica in ambito idrico e non solo.
Il rapporto tra tecnologia, arte e smart city sarà oggetto di due webinar promossi nell’ambito della Federated Innovation @MIND da Valore Italia, Cisco, Schneider Electric e Windtre. Saranno trasmessi dall’aula del futuro creata in Mind: il Piscopia Corner – Augmented Education Lab, una nuova idea di spazio educativo che fa leva sulla connettività, sull’intelligenza artificiale e sulla sensoristica diffusa. Come far diventare i territori e le comunità più coese e sostenibili sarà il tema dei due wokshop promossi dal Salone CSR e dell’Innovazione e dal Comune di Rho con AIL Associazione Imprenditori Lombardi e Distretto 33.
Il Campus propone ai giovani studenti e neolaureati/neodiplomati un ricco programma di percorsi di co-progettazione e laboratori in presenza (diffusi nell’area Mind) e online per rafforzare le competenze trasversali necessarie per affrontare, non solo un colloquio di lavoro, ma le sfide professionali del domani. Saranno poi gli studenti delle scuole superiori di II grado e universitari ad animare fisicamente gli spazi della Social Innovation Academy e altri spazi Mind durante le due giornate per partecipare al percorso hackathon in presenza e ai 37 laboratori in presenza organizzati insieme ai partner del Campus 2023. Allo stesso modo studenti da tutta Italia, seguiranno il percorso hackathon online e il palinsesto con circa 15 laboratori online di orientamento e tematici, in linea con i percorsi PCTO e di educazione alla cittadinanza.
Hanno contribuito alla costruzione del palinsesto tematico per gli studenti: Acra, Arexpo – Stripes Digitus Lab, Astrazeneca, Cesvip Lombardia, CSV Milano, CVING, Fondazione Cariplo & Green Jobs Hub, Fondazione Unipolis & Muv Game, Gruppo Cap, Legambiente, Lendlease, Irccs Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, Politecnico di Milano, Umana, Università degli Studi di Milano. Il Social Innovation Campus è un’iniziativa lanciata nel 2019 dal comitato scientifico della Social Innovation Academy di Fondazione Triulza in MIND, presieduto dal professore del Politecnico di Milano – Tiresia Mario Calderini.
Il Campus è organizzato dalla prima edizione in collaborazione con le ancore di Mind: Arexpo, Lendlease, Human Technopole, Gruppo San Donato, Università degli Studi di Milano e Politecnico di Milano. L’edizione 2023 è realizzata con il supporto di UnipolSai e in partnership con Coopfond, Fondosviluppo, General Fond, Umana, UniCredit, – come main sponsor -; AstraZeneca, Azimut, Gruppo CAP, CISCO, CVing, Planet Smart City, Schneider Electric, Valore Italia, WINDTRE – come sponsor. Ha ottenuto il contributo e il patrocinio della Regione Lombardia, e il patrocinio di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano.
Il programma culturale è promosso in collaborazione con numerosi content partner: ACRA, AIL, AVIS Regionale Lombardia, Cariplo Factory, CDO Milano, Cesvip Lombardia, Consorzio Nazionale CGM, CSVnet Lombardia, CSV Milano, Delegazione del Québec a Roma, Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, Diesis Network, Distretto33, Enaip Lombardia, European Commission’s Joint Research Centre, Finlombarda, Fondazione Cariplo, Fondazione Social Venture GDA, IreCoop Lombardia, Legambiente Lombardia, Manager Italia, Net, SCC Innovation Hub & Living Lab Network. Con il supporto tecnico di Epson, Grana Padano, Mimesi – Media Intelligence, Zero Impack.

Coltivare sulla Luna con fertilizzanti ricavati dalla regolite

Coltivare sulla Luna con fertilizzanti ricavati dalla regoliteRoma, 22 feb. (askanews) – Prima o poi, i coloni sulla Luna dovranno diventare agricoltori. Un nuovo progetto Esa Discovery guidato dalla norvegese Solsys Mining sta esaminando il trattamento del suolo lunare per creare fertilizzanti per le piante in crescita.
La buona notizia – evidenzia l’Agenzia spaziale europea – è che l’analisi dei campioni lunari riportati sulla Terra mostra che sono disponibili minerali essenziali sufficienti per la crescita delle piante, a parte i composti azotati. La cattiva notizia è che il suolo lunare (o ‘regolite’) si compatta in presenza di acqua, creando problemi per la germinazione delle piante e la crescita delle radici.
L’agricoltura idroponica offre quindi un’alternativa pratica. Questo tipo di agricoltura comporta l’alimentazione delle radici delle piante direttamente con acqua ricca di sostanze nutritive, senza la necessità di terra.
Il progetto “Enabling Lunar In-Situ Agriculture by Producing Fertilizer from Beneficiated Regolith”, guidato da Solsys Mining con l’Istituto geotecnico norvegese (NGI) e il Centro per la ricerca interdisciplinare nello spazio (CIRiS), prevede lo studio di una combinazione di processi meccanici, chimici e biologici per estrarre nutrienti minerali dalla regolite.
L’illustrazione fornita dall’Esa mostra come potrebbe presentarsi l’impianto: un’area per la selezione meccanica della regolite che viene fatta passare attraverso il modulo centrale per lavorazioni più avanzate, infine i nutrienti, una volta sciolti in acqua, vengono pompati nel giardino idroponico.
“Questo lavoro è essenziale per la futura esplorazione lunare a lungo termine”, commenta Malgorzata Holynska, ingegnere dei materiali e dei processi dell’ESA. Raggiungere una presenza sostenibile sulla Luna, spiega, comporterà l’utilizzo di risorse locali e l’accesso ai nutrienti presenti nella regolite lunare con il potenziale necessario per aiutare la coltivazione delle piante. Questo studio rappresenta un primo passo che apre la via a ricerche più dettagliate in futuro. Il team di Solsys Mining – conclude Esa – è ottimista, avendo già coltivato fagioli utilizzando regolite lunare simulata come fonte di nutrienti.

Inflazione, Istat: a gennaio rallenta a +10% su anno

Inflazione, Istat: a gennaio rallenta a +10% su anno

Forte rallentamento beni energetici. Stima preliminare era +10,1%

Roma, 22 feb. (askanews) – Nel mese di gennaio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo registri un aumento dello 0,1% su base mensile e del 10% su base annua, da +11,6% nel mese precedente; la stima preliminare era +10,1%. Lo rileva l’Istat.
La flessione del tasso di inflazione si deve, principalmente, al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +70,2% a -12%) e, in misura minore, di quelli degli Energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,3%), degli Alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,2% a +5,5%); gli effetti di tali andamenti sono stati solo in parte controbilanciati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni durevoli (da +6,4% a +6,8%), dei Beni non durevoli (da +6,1% a +6,7%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,1% a +3,2%).
L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,8% a +6,0%, mentre quella al netto dei soli beni energetici resta stabile a +6,2%.