Tajani vede Weber e prova a chiudere caso Ppe. “Nessuna rottura”
Tajani vede Weber e prova a chiudere caso Ppe. “Nessuna rottura”Monaco, 18 feb. (askanews) – Garantire ai partner internazionali, ancora una volta, che il sostegno dell’Italia all’Ucraina non ha cedimenti e che Berlusconi non ha posizioni filo putiniane. Allo stesso tempo, provare a chiudere la polemica con il Ppe, sottraendosi anche ai sospetti di chi – nella stessa Fi – è convinto che ci sia un gioco di sponda per mandare politicamente in pensione il leader.
Antonio Tajani arriva a Monaco per partecipare alla conferenza per la Sicurezza e, oltre a prendere parte a un G7 con i suoi omologhi, vede tra gli altri sia il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, sia il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, lo stesso che ieri ha comunicato la decisione di annullare un evento in programma a Napoli per giugno proprio a causa delle parole dell’ex premier. Quelle dichiarazioni in cui chiamava Zelensky “questo signore” che hanno provocato non soltanto la reazione ucraina ma anche la rivolta dei popolari dei Paesi più vicini ai confini con la guerra.
Tajani prova a ricucire lo strappo, assicurando che tra il suo partito e il Ppe “non c’è nessuna rottura”, semmai una “differenza di vedute” in particolare sulla scelta di cancellare l’appuntamento in terra partenopea che tanto ha fatto arrabbiare i vertici azzurri. “Ho ribadito che Forza Italia ha sempre votato sia al Parlamento europeo che in quello italiano in difesa dei diritti dell’Ucraina, in favore dell’invio di aiuti militari. La nostra posizione non cambia. Il nostro obiettivo però è quello di raggiungere la pace e credo che il chiarimento sia stato utile e che l’incidente sia chiuso”, ha spiegato.
Come ministro degli Esteri del governo, Tajani si ritrova a puntellare la posizione di Giorgia Meloni che, proprio del sostegno a Kiev e della collocazione atlantica, ha fatto uno dei pilastri della sua credibilità internazionale. Ma nell’incontro con Weber, nei panni di numero due di Forza Italia, gli tocca soprattutto spegnere sul nascere la narrazione – alimentata dallo stesso tweet del capogruppo dei Popolari – che le sorti del partito e del suo leader possano separarsi, magari aprendo la strada a una nuova guida. “Ho ribadito che Berlusconi e Forza Italia sono la stessa cosa”, ha detto.
“Berlusconi – ha poi aggiunto – non ha mai abbracciato la retorica russa, ha soltanto detto che bisogna lavorare per la pace, fermo restando che noi siamo dalla parte dell’Ucraina”.
Ma da Forza Italia non si spengono ancora gli attacchi a Weber, soprattutto nei confronti di quella che è stata considerata una ingerenza nei fatti interni di un partito. Il sospetto, nei piani alti azzurri, è che la sua mossa sia fatta per agevolare il progetto di un’intesa tra Popolari e Conservatori dopo le prossime Europee al quale punterebbe anche la premier Meloni. Il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo, parla esplicitamente di “un’invasione di campo” fatta con il “maldestro tentativo di dividerci dicendo che ce l’hanno con il presidente e non con Fi”. Mentre Giorgio Mulè ricorda: “Weber è colui che solo a gennaio del 2022 proponeva Silvio Berlusconi come presidente della Repubblica, ed è la stessa persona che non più di due mesi fa poneva al centro dell’azione dei moderati e dei liberali europei in Italia, Forza Italia”.