Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Vino, Paololeo presenta “Mormora”, Metodo Classico affinato sott’acqua

Vino, Paololeo presenta “Mormora”, Metodo Classico affinato sott’acquaMilano, 23 mar. (askanews) – La Cantina salentina Paololeo presenta “Mormora”, il suo primo Metodo Classico Pas Dosé affinato sott’acqua. Dopo quasi due anni di sperimentazione nelle profondità della riserva marina di Porto Cesareo (Lecce), le 1.011 bottiglie prodotte con le uve autoctone Verdeca e il raro Maresco sono state finalmente ripescate dopo 12 mesi coccolato tra i flutti. “Mormora” evoca sia la specie di pesce salentino che il “brusio” del mare.


“‘Mormora’ dimostra come rinnovamento e rispetto per le radici territoriali possano coesistere, aprendo nuove prospettive per i vini spumanti del territorio, che pur non mancano. Un vino che racconta la storia di un’azienda famigliare, e del suo territorio. “Abbiamo sfidato le potenzialità del vino, utilizzando il mare come ambiente di affinamento naturale, senza impianti di refrigerazione, valorizzando due varietà autoctone quasi dimenticate” ha affermato Nicola Leo, enologo dell’azienda famigliare giunta alla quinta generazione, rimarcando che “il risultato è qualcosa di unico: un vino che racconta la nostra terra, la nostra creatività e il nostro profondo rispetto per l’ambiente”. “Le bottiglie sono state poste a -30 metri, dove il movimento marino ha consentito un batonnage costante e naturale, proteggendole dalla luce e dall’influsso delle fasi lunari” ha spiegato Francesco Leo, evidenziando che la scelta di incantinare in mare “è stata pensata anche nell’ottica del risparmio energetico, perché non necessita di impianti di refrigerazione e di giropallett, in quanto la natura offre già tutto il necessario”. Una tecnica che si inserisce nella filosofia di sostenibilità dell’azienda, certificata Equalitas dal 2021.


La Cantina, che ha la sede a San Donaci (Brindisi), oggi è guidata da Paolo Leo, con la moglie Roberta e i figli Nicola, Stefano, Alessandro e Francesco. L’azienda di famiglia nasce vendendo vino sfuso, fino al 1999 quando dopo un giro a Vinitaly, Paolo Leo decide di fare il salto di qualità, iniziando ad imbottigliare il proprio vino per poter partecipare alla fiera, cosa che avverrà due anni più tardi con “Orfeo”, il Negramaro che ancora oggi è il vino-simbolo dell’azienda. Al momento l’azienda conta 70 ettari di proprietà e produce circa cinque milioni di bottiglie principalmente da Primitivo, Negroamaro, Malvasia Bianca e Nera di Lecce, a cui si affiancano Susumaniello, Fiano, Pinot Grigio e Chardonnay. Il fatturato, in crescita costante, sfiora i 25 milioni di euro.

Masottina: a Vinitaly debutta il “Dosaggio Zero Prosecco Doc Treviso”

Masottina: a Vinitaly debutta il “Dosaggio Zero Prosecco Doc Treviso”Milano, 23 mar. (askanews) – Masottina, storica Cantina con oltre 370 ettari sulle colline de Conegliano Valdobbiadene guidata dal 1946 dalla Famiglia Dal Bianco, torna a OperaWine e Vinitaly con due importanti novità. Innanzitutto alla Fiera di Verona debutta il “ViaVenti Dosaggio Zero”, un Prosecco Doc Treviso con meno di 1 g/l di zucchero che arricchisce la collezione “ViaVenti”, affiancando “ViaVenti Extra Brut” e “ViaVenti Rosé Brut”.


Per quanto riguarda OperaWine, il protagonista dell’azienda sarà invece l’”R.D.O. Ponente 2022 Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Ogliano Docg Brut”, con il quale Masottina dimostra il valore del tempo nell’evoluzione di un certo tipo di Prosecco. Con due anni di affinamento in bottiglia, “questa etichetta sfida le aspettative sulla longevità del Prosecco, esaltandone la complessità e l’espressione unica del terroir di Ogliano”. “Il mondo del vino sta evolvendo sempre più velocemente, e far parte di OperaWine e Vinitaly ci permette di essere al centro di questa conversazione” ha affermato Federico Dal Bianco, vicepresidente di Masottina e terza generazione della famiglia, rimarcando che “non si tratta solo di presentare i nostri vini ma di condividere la nostra filosofia di valore, competenza e terroir nel mondo Prosecco”.

Vino, da 26 a 28 aprile a Città di Castello c’è “Only Wine Festival”

Vino, da 26 a 28 aprile a Città di Castello c’è “Only Wine Festival”Milano, 23 mar. (askanews) – “Only Wine Festival”, il primo salone in Italia dedicato ai giovani produttori under 40, alle Cantine con meno di 15 anni di storia e alle aziende con superfici vitate fino a 10 ettari, aprirà le sue porte al pubblico il 26 e 27 aprile in occasione della sua XII edizione a Palazzo Vitelli a Sant’Egidio a Città di Castello (Perugia). Il 28 aprile sarà invece una giornata dedicata esclusivamente agli operatori del settore Horeca, buyer, distributori e giornalisti enogastronomici, che avranno comunque accesso gratuito a tutte le giornate della fiera.


“L’evento vuole essere un punto di riferimento per i giovani produttori di vino, “offrendo una vetrina di prestigio per piccole realtà che puntano su qualità, innovazione e tradizione” spiegano gli organizzatori, aggiungendo che “‘Only Wine’ non è, però, solo una fiera ma un vero e proprio laboratorio di idee e tendenze, un luogo di incontro tra giovani vignaioli e appassionati, che persegue l’obiettivo di far conoscere il valore autentico del vino e della viticoltura contemporanea e che offre la possibilità di poter acquistare il vino direttamente dal produttore in fiera”. “L’Italia è fatta di tanti piccoli produttori, di piccole e medie imprese che rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo, ed eventi come ‘Only Wine’ diventano una piattaforma essenziale per la loro crescita e visibilità” proseguono i promotori della manifestazione che “negli ultimi anni ha aperto le sue porte ad un’offerta sempre più internazionale come proposta di scambio culturale tra i nostri produttori e giovani produttori internazionali”.


Per la prima volta quest’anno verranno ospitate etichette di vini giapponesi. Presenti anche importanti Consorzi e associazioni, come quello del Gavi e delle Vigne Urbane, oltre alla conferma di quattro vignaioli provenienti dalla Regione dello Champagne. Il programma 2025 prevede: nanchi d’assaggio con degustazioni libere, masterclass guidate da esperti del settore, aree tematiche dedicate ai diversi territori e tipologie di vino, momenti di incontro con produttori, giornalisti e influencer.

Vino, Montelvini: nel 2024 il fatturato ha superato i 32 mln, +6,5%

Vino, Montelvini: nel 2024 il fatturato ha superato i 32 mln, +6,5%Milano, 22 mar. (askanews) – “Siamo estremamente orgogliosi di annunciare che nel 2024 la nostra cantina ha registrato un incremento del fatturato del 6,5%, superando i 32 milioni di euro. Nonostante le sfide economiche, siamo riusciti a espandere i nostri mercati esteri e a ottenere risultati eccellenti” lo ha affermato Sarah Serena, Dg della Cantina trevigiana Montelvini. Con un Ebitda che supera il 12% e con la quota export che segna un aumento del circa 20%, uno dei principali driver di crescita dell’azienda risulta essere il mercato estero, consolidando un trend che rappresenta oggi il 45% del fatturato.


In particolare, questa Cantina ambasciatrice della Docg Asolo Montello, ha rafforzato la propria presenza negli Stati Uniti e in Giappone, ha registrato segnali positivi di ripresa in Ucraina e ha avviato operazioni in nuove aree emergenti, come la Turchia e alcuni Paesi dell’Africa. Uno dei principali obiettivi della Cantina è rispondere alle nuove necessità del mercato e dei consumatori, “che richiedono modalità di consumo innovative, in grado di unire qualità e sostenibilità”. Il vino in fusto, distribuito con il marchio Monvin, ne è un esempio, e Montelvini è stato uno dei primi produttori in Italia a lavorare per elevarne il livello qualitativo. Un tempo percepito di qualità inferiore al vino in bottiglia, “oggi rappresenta una proposta premium che incarna il futuro del mercato vinicolo: vini di qualità in packaging rispettosi dell’ambiente e delle persone”.


“All’estero si percepisce una maggiore sensibilità e il vino in fusto viene riconosciuto come una scelta consapevole, in grado di coniugare eccellenza e sostenibilità” ha evidenziato Alberto Serena, Ceo di Montelvini, aggiungendo che “crediamo fermamente in questa visione, seguendo l’esempio di mio papà Armando, tanto da aver iniziato anche la produzione di una versione low alcol che verrà presentata a Vinitaly”. “Guardando al futuro, Montelvini continuerà a investire con determinazione per migliorare la qualità e la sostenibilità della produzione” aggiunge Sarah Serena, spiegando che “nonostante i venti di guerra, i dazi e le nuove regole sulla guida, nel 2025 destineremo 3 milioni di euro per la realizzazione di una nuova area autoclavi, che ci consentirà di ampliare e perfezionare la produzione dei nostri vini spumanti. Inoltre – ha proseguito – installeremo un nuovo depuratore, un passo fondamentale per ridurre il nostro impatto ambientale e promuovere pratiche sempre più sostenibili. Questi investimenti – ha concluso – rappresentano il nostro impegno costante verso l’eccellenza e la sostenibilità, valori che ci guidano ogni giorno nel nostro lavoro”.


Per quanto riguarda gli investimenti, l’anno scorso era stato inaugurato un nuovo wine shop aperto al pubblico, situato accanto alla sede della Cantina, di fronte a Villa Adriana, la storica villa di famiglia recentemente sottoposta a lavori di ristrutturazione per accogliere al meglio gli ospiti. Infine, per il prossimo biennio, considerando il forte legame con Asolo, la volontà dell’azienda è quella di sostenere, tra gli altri, l’Accademia Eleonora Duse, Centro Sperimentale di Cinema e Arti Performative, che porterà simbolicamente Montelvini nella sua tournée in giro per l’Europa.

Veronafiere: al via oggi “Vinitaly Chengdu” con 40 aziende italiane

Veronafiere: al via oggi “Vinitaly Chengdu” con 40 aziende italianeMilano, 21 mar. (askanews) – Al via oggi la decima edizione di “Vinitaly Chengdu”, la manifestazione fuori salone della China food & drinks fair, che ritorna fino al 24 marzo nella città del Panda con la collettiva italiana più numerosa di sempre, e che quest’anno registra la new entry del Consorzio Vino Chianti. Sono 40 le aziende (tra Cantine e importatori) presenti nel padiglione italiano allestito allo Shangri-La Hotel, sede della manifestazione, con un’offerta di oltre 500 etichette italiane. Dopo “Vinitaly India”, riprende così il programma di promozione internazionale di Veronafiere in Asia, l’ultimo in calendario prima della manifestazione nel quartiere di Verona (dal 6 al 9 aprile).


“Al netto della tendenza negativa riscontrata negli ultimi anni, il mercato cinese è una piazza da seguire con la massima attenzione e per questo rimane un presidio permanente di Veronafiere” ha dichiarato il Gm di Veronafiere, Adolfo Rebughini, aggiungendo che “quest’anno ‘Vinitaly Chengdu’ è la nostra più grande vetrina di sempre nella regione: un segnale dell’attrattività di questa area che attende ancora di esprimere tutto il suo potenziale”. “Da qui al 2028, il valore al consumo dei vini italiani è previsto in crescita di poco più del 10%” ha proseguito rebughini, parlando di “una stima che potrebbe migliorare se il nostro Paese attingesse con successo alla tendenza generale in corso in Cina verso un consumo di qualità sui segmenti premium, super-premium e ultra-premium, ad oggi ancora residuali per la nostra offerta. Una transizione – ha sottolineato – che Veronafiere supporta attraverso le iniziative di Vinitaly in questo mercato geo-economico chiave”. L’Italia, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Iwsr, è il quarto Paese importatore con 18 milioni di litri consumati nel 2024 e un controvalore allo scaffale di 331 milioni di dollari.


Organizzato in collaborazione con l’Ambasciata italiana in Cina, Ice Agenzia e la Camera di Commercio Italiana in Cina, “Vinitaly Chengdu” si apre oggi con il primo forum promosso dal governo italiano in questa città e realizzato dall’ufficio Ice di Pechino sulla distribuzione del vino nel Paese del Dragone. Il calendario delle degustazioni contempla tre masterclass: due riferite alla Denominazione Chianti Docg annata e Riserva (21 e 22 marzo) e la terza al Prosecco con l’azienda Rive Della Chiesa (23 marzo). A Chengdu, Veronafiere è presene anche con il brand fieristico “Wine to Asia”, tra le più importanti rassegne di promozione del vino nella Greater Bay Area (Hong Kong, Macao e nove città della provincia di Guangdong) in programma a Shenzhen dal 9 all’11 maggio prossimo per la terza edizione. In particolare, “Wine to Asia” è protagonista con un tasting cofirmato da Bettane and Desseauve e di due eventi in partnership con Young Generation Creative Wine, l’associazione più importante dei giovani vignaioli cinesi e un pop-up con gli importatori di vino sostenibile al Medisn, il migliore locale di craft beer del Sudovest della Cina.

Roma, Confagricoltura a evento “Agricoltura È” in p.zza Repubblica

Roma, Confagricoltura a evento “Agricoltura È” in p.zza RepubblicaMilano, 21 mar. (askanews) – Agricoltura, sostenibilità e innovazione: questi i temi che Confagricoltura porterà ad “Agricoltura È”, l’iniziativa del Ministero dell’Agricoltura, della Sicurezza alimentare e delle Foreste, in scena in Piazza della Repubblica, a Roma, dal 24 al 26 marzo. Uno spazio allestito per raccontare imprese al passo coi tempi, già protagoniste delle grandi transizioni del momento – quella ecologica, energetica e digitale -, e un settore che deve poggiare sempre più saldamente sulle evidenze scientifiche e sulle tecnologie per garantire sicurezza alimentare e sostenibilità economica, ambientale e sociale.


Questa da sempre è la visione di Confagricoltura, mai come ora ribadita a gran voce, in un momento in cui l’Europa deve tornare protagonista a livello globale, anche e soprattutto grazie all’agricoltura e all’export agroalimentare. La Confederazione ne parlerà in due importanti appuntamenti presso lo Spazio del Masaf: mercoledì 25 marzo alle ore 11:00, con l’intervento del Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla Conferenza di Christophe Hansen, Commissario europeo all’Agricoltura e l’Alimentazione, insieme ai rappresentanti del sistema imprenditoriale agricolo italiano; mercoledì 25 marzo alle ore 15:00, con una tavola rotonda dal titolo “Agricoltura è sostenibilità e innovazione”, organizzata dalla Confederazione. Interverranno, oltre al presidente Giansanti, Andrea Segrè, agronomo ed economista dell’Università di Bologna; Marco Caprai ed Emma Cogrossi, imprenditori. Tra i temi che verranno trattati dagli esponenti di Confagricoltura nei tre giorni di eventi, con l’intento di raccontare un settore in grande fermento e di rappresentare le istanze delle imprese agricole, ci sono agricoltura 5.0, agroenergie, economia circolare e lotta agli sprechi.

Dazi, Consorzio Vino Chianti a governo: rischiamo blocco esportazioni

Dazi, Consorzio Vino Chianti a governo: rischiamo blocco esportazioniMilano, 21 mar. (askanews) – “Un dazio del 200% sulle esportazioni di vino negli Stati Uniti significherebbe il blocco totale delle vendite Oltreoceano e metterebbe in ginocchio le aziende produttrici, che con i magazzini pieni sarebbero costrette a fermare la produzione e a ricorrere alla cassa integrazione per i dipendenti”. A scriverlo è il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi in una lettera indirizzata ai ministri Francesco Lollobrigida, Antonio Tajani e Adolfo Urso, in merito ai dazi sulle bevande alcoliche europee che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato di voler introdurre.


“La nostra Denominazione esporta ogni anno negli Usa circa il 25% della produzione” ricorda Busi nella sua missiva, aggiungendo che “il Chianti è stato tra i primi vini italiani a varcare l’oceano e negli anni ha consolidato una presenza stabile sul mercato americano. Se questo dazio venisse applicato, i nostri produttori non sarebbero più in grado di competere e il danno sarebbe incalcolabile”. Il presidente sottolinea quindi le difficoltà che stanno già vivendo i produttori a causa delle condizioni climatiche e delle conseguenze delle guerre e tensioni geopolitiche, sottolineando che un ulteriore colpo come questo potrebbe essere insostenibile. “Quest’anno – prosegue Busi – la produzione è tornata ai livelli standard, permettendoci di iniziare a recuperare terreno dopo anni difficili, ma se le nostre cantine resteranno piene per l’impossibilità di vendere negli Usa, la vendemmia 2025 sarà seriamente compromessa: senza spazio per il nuovo vino, molti produttori non potranno raccogliere l’uva a settembre”.


Di fronte a questo scenario, il Consorzio Vino Chianti chiede un intervento immediato del governo italiano e dell’Unione Europea per scongiurare l’introduzione dei dazi e avviare un dialogo con le autorità statunitensi. “È fondamentale che le nostre istituzioni si attivino subito – conclude Busi – per tutelare un settore che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un pilastro della nostra economia”.

Vino, Tommasi Family Estates sale sull’Etna e acquisisce Ammura

Vino, Tommasi Family Estates sale sull’Etna e acquisisce AmmuraMilano, 21 mar. (askanews) – Si chiama Ammura la nuova tenuta nel cuore del Parco Naturale dell’Etna della famiglia veronese Tommasi, approdata in Sicilia nel 2022. L’azienda si trova in contrada Alboretto – Chiuse del Signore, nel comune di Linguaglossa, e si estende a 570 metri sul livello del mare per 15 ettari, di cui una parte di proprietà ed una parte in affitto dalla Tenuta Chiuse del Signore di Bambara – De Luca, eredi della storica famiglia Castrogiovanni. La Tenuta ospita una cantina di 1.500 metri quadrati dedicata alla vinificazione e all’affinamento.


Ammura, nome di origine araba che significa “bella, amata, affascinante”, si presenta con un “Etna Bianco Doc”, un 100% Carricante che passa 12 mesi in acciaio e altrettanti in bottiglia tirato in 12.500 bottiglie, e con un “Etna Rosso Doc” Nerello, un Mascalese in purezza che riposa sei mesi in acciaio e un anno in botti di rovere da 20 hl prodotto in 10.300 bottiglie, con il fico d’india e il tarassaco impressi sulle etichette. “L’Etna è una terra di fascino assoluto, un luogo dove natura e tempo si intrecciano in un equilibrio potente e irripetibile” ha dichiarato Giancarlo Tommasi, direttore tecnico di Tommasi Family Estates, spiegando che “con Ammura, abbiamo scelto di abbracciare questa energia vitale, rispettandone l’identità e trasformandola in un nuovo capitolo della nostra storia. Questa acquisizione – ha aggiunto – è un tributo alla bellezza e alla complessità di uno dei territori più affascinanti d’Italia, che ci permette di raccontare un’altra sfumatura dell’eccellenza vitivinicola italiana con la dedizione e il rispetto che ci contraddistinguono”.


Con l’acquisizione di Ammura, la famiglia Tommasi raggiunge i 799 ettari vitati sotto la propria gestione, consolidando la sua presenza in alcuni dei territori più prestigiosi d’Italia: dalla Valpolicella Classica a Montalcino, dal Vulture alla Lugana, e ora sull’Etna.

Città Italiana del Vino 2025: Nemi ospita cerimonia apertura

Città Italiana del Vino 2025: Nemi ospita cerimonia aperturaRoma, 20 mar. (askanews) – Il pittoresco borgo di Nemi insieme agli altri 10 Comuni, nel cuore dei Castelli Romani, si preparano ad accogliere la prestigiosa cerimonia di apertura della Città Italiana del Vino 2025. Questo importante riconoscimento, conferito dall’Associazione Nazionale Città del Vino, premia l’eccellenza vitivinicola italiana, celebrando il valore del territorio e delle sue storiche tradizioni enologiche. L’evento segna l’inizio di un anno ricco di appuntamenti dedicati alla promozione della cultura vinicola, attraverso degustazioni, percorsi enoturistici e iniziative culturali volte a esaltare la qualità e la storia delle produzioni locali.


SABATO 29 MARZO: UNA GIORNATA MEMORABILE TRA ISTITUZIONI E INNOVAZIONE Sabato 29 marzo, con un programma ricco di eventi e personalità di spicco del mondo istituzionale ed enologico. A fare gli onori di casa sarà il Sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, che darà ufficialmente il via alla Convention a Palazzo Ruspoli, nella prestigiosa Sala Minerva. “Questo evento rappresenta un’opportunità straordinaria per Nemi e per tutti i Castelli Romani. Il vino non è solo un prodotto, ma un simbolo della nostra cultura e identità. Siamo orgogliosi che i Castelli Romani sono protagonisti di un progetto che celebra la nostra storia e guarda con fiducia al futuro”, ha dichiarato il Sindaco Bertucci.


Alla cerimonia parteciperà anche il Ministro dell’Agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, la cui presenza sottolinea l’importanza del settore vitivinicolo per l’economia italiana. Il Ministro interverrà nel panel dedicato alle relazioni con l’Europa e alla tutela delle produzioni vitivinicole, un tema cruciale per garantire la valorizzazione e la protezione delle eccellenze italiane nel contesto internazionale. La giornata sarà arricchita da una serie di tavole rotonde e interventi istituzionali di alto profilo: Il rapporto tra giovani generazioni e il vino – “Bere sano, bere moderato”, con il prof. Claudio Letizia, Università La Sapienza di Roma; il Vice Sindaco di Nemi Giovanni Libanori, il Direttore GAL Patrizia di Fazio.


Geografie del vino e la destinazione Castelli Romani, con Prof. Simone Bozzato, Università di Roma Tor Vergata, Consigliere regionale Lazio Edy Palazzi, Commissario Parco Castelli Romani Ivan Boccali. Tecnologia e vino: il valore del Made in Italy, con Francesca Giubelli, influencer AI certificata Meta.

Vino, Jean-Marie Cardebat: è l’inflazione la grande nemica del consumo

Vino, Jean-Marie Cardebat: è l’inflazione la grande nemica del consumoMilano, 20 mar. (askanews) – “Il boom del consumo mondiale di vino degli anni ’60 corrisponde al boom economico, così come il tracollo della domanda negli anni ’70 coincide con le crisi petrolifere del 1973 e del 1979 che hanno scatenato l’inflazione. E’ proprio l’inflazione, che colpisce prima di tutto i beni non essenziali, la grande nemica del consumo di vino ed è alla base della crisi attuale”. Per Jean-Marie Cardebat, docente di Economia all’Università di Bordeaux sono i fattori di natura congiunturale ad incidere sul consumo di vino, più degli elementi strutturali come l’ondata salutista, il cambio di alimentazione o il “disinteresse” delle nuove generazioni.


Cardebat (che è anche direttore del Dipartimento di Ricerca ECOr, e professore affiliato all’Inseec Grande Ecole nonché direttore della Cattedra Wines & Spirits di Parigi) lo ha detto presentando a Milano i risultati della ricerca “Resilienza e preparazione al prossimo ciclo di consumo globale di vino. Masi: Un caso studio originale”, insieme con Davide Gaeta, docente di Economia dell’impresa vitivinicola e dei mercati agroalimentari e competitività dell’Università di Verona, e Federico Girotto, Ad di Masi Agricola e presidente e Ceo di Canevel Spumanti. E’ dunque una questione di cicli economici, e quindi “il 2026 potrebbe segnare l’anno di svolta con l’avvio, nel 2027, di una fase di ripresa, perché ci troviamo di fronte ad un nuovo ciclo, ad un nuovo tipo di consumo, all’arrivo di nuovi Paesi consumatori e perché già adesso in Europa siamo di fronte ad una progressiva riduzione dell’inflazione”. “Al di là di questo aspetto ciclico, esiste una tendenza lineare che è quella della ‘premiumisation’, che ha alla sua base un’idea di piacere e che segna un progressivo spostamento della domanda verso la ricerca di qualità e verso segmenti di alto valore: quindi le vendite calano principalmente a volume ma non a valore”. “E qui – sempre secondo il professore – entrano in gioco i marchi forti che possono contare su una Denominazione importante, le aziende con un assetto finanziario sufficientemente solido per poter affrontare lo choc derivante da un calo delle vendite e soprattutto quelle che sono state in grado di anticipare il prossimo ciclo del consumo del vino che usciranno vittoriose da questa crisi, mentre altri dovranno necessariamente scomparire come sempre accade nei momenti di passaggio tra un ciclo e l’altro”.


A proposito del calo dei vini rossi in favore dei bianchi, l’esperto francese ha tenuto a precisare che “i consumatori mondiali verranno dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia: una classe media che vuole i vini rossi e ha la disponibilità finanziaria per i marchi importanti. Al contrario, i mercati che sono più maturi, come quelli europei, cercheranno sempre di più la freschezza, eventualmente anche nei rossi”. Tra le sfide che devono affrontare le Cantine, c’è dunque quella di “intercettare questi nuovi consumatori dei mercati emergenti e saper sedurre di nuovo i consumatori tradizionali nei mercati consolidati, in particolare i giovani”. C’è poi la tendenza salutista e quella della sostenibilità “con la ‘footprint’ delle aziende che sarà sempre più presa in considerazione dai consumatori”. Ma soprattutto, per il docente, siamo in una fase “che gli economisti chiamano di de-globalizzazione e quindi per le aziende “è necessario cercare una nuova prossimità con i consumatori locali, rimanendo in costante contatto con loro, grazie all’aiuto degli strumenti di IA ed al marketing che permettono un’esperienza personalizzata, ‘one to one’. Perché i consumatori vogliono sentire di far parte di un club, necessitano di un senso di appartenenza”. “Il prodotto deve essere personalizzato – ha concluso – e per questo un’azienda deve avere una gamma molto ampia e diversificata che include i dealcolati, anche in termini di packaging, in modo tale da potersi rivolgere a diverse tipologie di consumatori e a diversi momenti di consumo”. (Alessandro Pestalozza)