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Vino, Marzia Varvaglione eletta nuova presidente del Ceev

Vino, Marzia Varvaglione eletta nuova presidente del CeevMilano, 20 mar. (askanews) – Marzia Varvaglione è la nuova presidente del Comité europeen entreprises vins (Ceev), la sua nomina è stata ratificata oggi dall’Assemblea generale dei soci.


“La sua nomina porta una ventata di freschezza” ha commentato il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, sottolineando che “siamo convinti che saprà traghettare il settore in questo momento critico per il vino europeo, e siamo fieri che a riportare questa carica all’Italia sia la competenza non solo della prima presidente donna, ma anche della persona più giovane a ricoprire questo ruolo, a testimonianza di un comparto che, oggi più che mai, ha bisogno di essere dinamico, reattivo e proiettato al futuro”. “Varvaglione ha presentato un ottimo programma condiviso con le federazioni europee, che affronta tutti i temi cruciali per lo sviluppo e salute del settore” ha aggiunto Lamberto Frescobaldi, spiegando che “si va dalla difesa del vino alla competitività delle imprese, dalla necessità di adottare strategie per invertire il trend dei consumi anche parlando ai giovani con il loro linguaggio, senza dimenticare di sostenere il ricambio generazionale”.


“A questo si aggiunge il rafforzamento dell’organizzazione nella rappresentatività e nel ruolo di advocacy, fino al perseguimento degli obiettivi del Piano Strategico 2023-2027” ha proseguito, parlando di “un piano programmatico tanto ambizioso quanto necessario, che ribadisce l’impegno già intrapreso dal Ceev sui tavoli comunitari e internazionali. E proprio per il lavoro serrato verso le Istituzioni Europee e la visione a lungo termine sul futuro dell’Associazione, nonché per aver rafforzato il dialogo tra i soci, voglio ringraziare a nome di tutta l’Unione italiana vini il presidente uscente Mauricio González-Gordon e tutto il gruppo di lavoro”. Pugliese, classe 1989, Marzia Varvaglione è presidente dal 2023 dell’Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani (Agivi) e membro del Consiglio Uiv dal 2020. Con una laurea in Economia Aziendale presso l’Università Cattolica di Milano, studi avanzati a Lugano, Losanna e Londra e un diploma WSET Level 3 Award in Wines, dal 2013 lavora nell’azienda di famiglia Varvaglione 1921, che esporta 5 milioni di bottiglie in oltre 70 Paesi. Con il fratello Angelo e la sorella Francesca, Marzia rappresenta la quarta generazione in azienda, oggi a fianco del padre Cosimo alla guida di una delle più innovative Cantine italiane.

Vino, le istituzioni unite su Vinitaly alla “preview” a Bruxelles

Vino, le istituzioni unite su Vinitaly alla “preview” a BruxellesMilano, 20 mar. (askanews) – Ieri sera all’l’Ambasciata d’Italia in Belgio a Bruxelles, si è tenuta la “Vinitaly Preview” organizzata da Veronafiere in vista del 57esimo Salone internazionale dei vini e distillati a Verona dal 6 al 9 aprile. Obiettivo dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con Agenzia Ice e il sostegno di Italia del vino Consorzio, “rappresentare la centralità socioeconomica e culturale del vino quale prodotto identitario dell’Europa e dell’Italia in particolare e sostenere il pressing politico e delle associazioni di settore impegnate a preservarlo dalle nuove spinte protezionistiche dalle massicce campagne salutistiche”.


“La criminalizzazione del vino va evitata all’interno dell’Ue ed è una battaglia su cui anche le forze politiche nazionali dovrebbero trovare un punto di incontro” ha affermato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aggiungendo che “non si tratta di una questione sanitaria o scientifica ma di riconoscere il valore della nostra cultura alimentare, in cui il vino è protagonista e contribuisce alla longevità. Lavoriamo affinché il vino non venga penalizzato ma riconosciuto per il suo valore culturale, sociale ed economico. Vinitaly sarà un’occasione per rafforzare questa visione e tutelare un comparto strategico per l’Italia. Quest’anno – ha concluso – il Vinitaly ospiterà due Commissari europei: Christophe Hansen, Commissario all’Agricoltura, e Oliver Varhelyi, Commissario alla Salute, la loro presenza testimonia un cambio di approccio da parte dell’Europa, con un dialogo più equilibrato sul settore vitivinicolo”. “Tutto il sistema che ruota attorno a Vinitaly, in realtà non è solo economico ma promuove un ambasciatore, come il vino, della nostra identità, della nostra cultura e delle nostre radici a livello europeo ma anche internazionale” ha detto la vicepresidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna, evidenziando che “Vinitaly non è soltanto la fiera del vino ma promuovere un sistema-Italia che in un momento complesso come quello di oggi ha bisogno di tutela e di impegno da parte del Parlamento. Credo – ha chiosato – che nel nostro ruolo istituzionale dobbiamo essere difensori del nostro territorio. Dobbiamo farlo capire anche agli altri Paesi europei che devono comprendere il buono che c’è intorno alle nostre produzioni, di cui il vino è un’eccellenza”.


“Siamo tornati nuovamente a Bruxelles a fianco dei rappresentanti e decisori politici per una preview che ha evidenziato il ruolo aggregatore di Vinitaly” ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, parlando di “una agorà del vino italiano e una piazza commerciale globale di un prodotto bandiera in grado di generare un contributo economico complessivo di oltre 45 miliardi di euro l’anno e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro, pari all’1,1% del nostro Pil”. A questi risultati contribuisce anche l’unico brand fieristico di promozione del vino italiano nel mondo che, con il proprio ecosistema di iniziative, raggiunge ogni anno oltre 10 mercati internazionali, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Brasile all’Asia fino all’India, all’Eurasia e all’Europa per ampliare la portata commerciale della piattaforma Vinitaly e potenziare al contempo la campagna di incoming sulla manifestazione. Per il Gm di Veronafiere, Adolfo Rebughini “dal 1967, Vinitaly è un incubatore di tendenze e un acceleratore dell’internazionalizzazione del settore, capace di intercettare i cambiamenti del mercato e l’evoluzione dei consumi. In quest’ottica – ha aggiunto – si inseriscono le novità dell’edizione 2025, dal debutto del Salone dei vini NoLo e Vinitaly Tourism, dedicato all’enoturismo, fino all’area Raw Wine, spazio riservato ai vini artigianali, naturali e a minimo intervento, confermando Vinitaly come la vetrina più completa dell’eccellenza enologica italiana e il punto di riferimento globale per il settore”.


Presenti alla “preview” di Vinitaly Bruxelles anche il ministro degli Esteri, Antonio Taiani, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas, oltre all’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese, al Rappresentante permanente d’Italia presso l’Ue, Vincenzo Celeste. All’appuntamento in Ambasciata anche i rappresentanti delle organizzazioni del settore: Ignacio Sánchez, segretario generale del Comité Européen des entreprises de vins (Ceev), Marzia Varvaglione, presidente Agivi, Lamberto Frescobaldi, presidente Uiv, Marco Montanaro, Dg Federvini, Tommaso Battista, presidente nazionale Copagri, Rita Babini, presidente Fivi, Luca Rigotti, presidente gruppo lavoro vino Copa Cogeca e un parterre di operatori selezionati.

Dazi su vino, Sanchez (Ceev): se chiude mercato Usa, settore è finito

Dazi su vino, Sanchez (Ceev): se chiude mercato Usa, settore è finitoMilano, 20 mar. (askanews) – “Se i dazi annunciati da Trump venissero applicati al settore vinicolo, potremmo dimenticarci del mercato statunitense che rappresenta il 27% delle nostre esportazioni, un volume che non sapremmo collocare altrove. Abbiamo quindi assolutamente bisogno del sostegno politico dei membri del Parlamento europeo, della Commissione e delle autorità nazionali per superare questa crisi e negoziare una soluzione. Perché se chiudiamo il mercato degli Stati Uniti, il nostro settore è finito. Inoltre, dobbiamo difendere il vino da coloro che non rispettano la sua cultura, considerandolo un prodotto pericoloso. Abbiamo bisogno di Paesi capaci di proteggere il valore del vino, perché il vino è moderazione, il vino è cultura. L’Italia è un esempio in questo senso: eventi come Vinitaly possono davvero mostrare tutto ciò che il vino ha da offrire alla società. Per ultimo il vino è anche business. Ed è per questo che l’Europa e gli Stati membri devono continuare a difenderlo. Solo nell’Unione Europea, il settore vinicolo dà lavoro a 3 milioni di persone e genera un giro d’affari di 150 miliardi di euro. Ci sono molti territori in cui non esistono alternative economiche. E senza eventi come Vinitaly, le nostre imprese non potrebbero raggiungere il mondo, trasmettere il valore del vino né proteggere il proprio business”. Lo ha affermato Ignacio Sanchez, segretario generale del Comitato europeo delle aziende vitivinicole (Ceev) intervenendo ieri sera all’evento politico-istituzionale a Bruxelles, nell’ambito di “Vinitaly Preview”, organizzato da Veronafiere presso l’Ambasciata d’Italia in Belgio, in vista del 57esimo Salone internazionale dei vini e distillati a Verona dal 6 al 9 aprile.

Dazi sul vino, Boscaini (Masi): danneggerebbero sia noi che gli Usa

Dazi sul vino, Boscaini (Masi): danneggerebbero sia noi che gli UsaMilano, 20 mar. (askanews) – “Pochi considerano l’impatto che i dazi hanno non solo sui consumatori americani ma anche sul loro sistema distributivo, che dipende in gran parte dai prodotti italiani. Questo include in particolare anche una buona percentuale di ristorazione italiana o che si rifà allo stile italiano, come i tanti sistemi distribuitivi che sono nati e prosperato con il vino e i prodotti del made in Italy. In effetti, i dazi danneggiano entrambe le sponde dell’Atlantico, generando una tensione economica che potrebbe essere evitata attraverso politiche più equilibrate e reciprocamente vantaggiose. In definitiva, l’imposizione di dazi non fa che creare difficoltà ad un sistema che, da un lato, promuove l’eccellenza del vino italiano, e dall’altro, sostiene interi settori economici e sociali negli Stati Uniti. Gli effetti negativi non riguardano quindi solo le imprese italiane, ma l’intero mercato, dove entrambe le economie rischiano di subire danni reciproci. Non dimentichiamoci che per ogni dollaro di vino che noi incassiamo, agli Usa restano 4,3 dollari tra tasse e altri costi”. Lo ha affermato il presidente di Masi Agricola, Sandro Boscaini, alla presentazione a Milano della ricerca “Resilienza e preparazione al prossimo ciclo di consumo globale di vino. Masi: Un caso studio originale” curata da Jean-Marie Cardebat dell’Università di Bordeaux e da Davide Gaeta dell’Università di Verona.


“La prospettiva dei dazi imposti dagli Stati Uniti è motivo di seria preoccupazione per il settore del vino italiano” ha ricordato Boscaini, ricordando che “il mercato statunitense è il primo mercato a valore per il vino di qualità e secondo solo alla Germania per i volumi, dove il nostro vino gode di ottima reputazione e ottimo posizionamento”. “Il vino italiano ha sempre avuto un forte legame con gli Stati Uniti, non solo per la sua qualità, ma anche per il valore sociale che rappresenta come simbolo di identità culturale tramandato da generazioni di emigranti italiani, molti dei quali lavorano nei settori della ristorazione e della distribuzione” ha continuato il presidente di Masi, aggiungendo che “questo testimonia quanto il vino italiano sia profondamente radicato nel tessuto sociale e culturale americano”. “Se fossero confermati già i dazi al 25%, avremmo un forte impatto sulle esportazioni del vino italiano, del vino veneto, e sulla competitività di tutti i nostri prodotti che ne risentirebbe notevolmente. Del resto, complessivamente il vino italiano perderebbe in quel mercato circa 1 miliardo di euro” ha proseguito “Mister Amarone”, concludendo che “la minaccia di applicare dazi al 200% sul vino italiano è priva di logica, ma soprattutto è un danno reciproco”.

Dazi, Uiv incontra Tajani: impegno per discutere stralcio alcolici

Dazi, Uiv incontra Tajani: impegno per discutere stralcio alcoliciMilano, 19 mar. (askanews) – Il presidente e il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi e Paolo Castelletti, hanno incontrato ieri alla Farnesina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in merito ai dazi a vino e alcolici al 200% che di fatto azzererebbero non solo il primo mercato di destinazione per il vino italiano (1,9 miliardi di euro nel 2024) ma comporterebbero un danno all’intero settore europeo.


“Abbiamo chiesto al ministro Tajani di escludere vino e alcolici dalla disputa commerciale legata ai dazi su acciaio e alluminio, anche perché si colpirebbe un comparto europeo che esporta per un valore di 8 miliardi di euro l’anno, a fronte di un import degli stessi prodotti dagli Stati Uniti di 1,35 miliardi di euro” ha spiegato Frescobaldi, aggiungendo che “una richiesta che il ministro si è impegnato a rappresentare domani a Bruxelles in sede di incontro con il commissario al Commercio, Maros Sefcovic”. Per Castelletti, “l’annuncio, il 13 marzo, dei dazi al 200% sta già condizionando fortemente il mercato che è di fatto bloccato, con gli importatori americani che hanno sospeso gli ordini. Per questo serve una risoluzione urgente in sede Ue”. Uiv considera inopportuna l’inclusione nella disputa commerciale di categorie di prodotti in cui il “gioco a perdere” è evidente, con un rapporto di 6 a 1 a sfavore dell’Europa. Una sproporzione che secondo Unione italiana vini rischia di mettere in ginocchio un comparto, il vino, che in Italia vale l’1,1% del Pil con un valore aggiunto che supera i 17 miliardi di euro, con un peso pari al 40% (1,93 miliardi di euro) del totale export Ue negli Stati Uniti.


All’incontro con il ministro Tajani. Uiv si è espressa a favore della ratifica dell’accordo di libero scambio Mercosur.

Vino, il 28 e 29 marzo Aivv inaugura 76esimo anno accademico ad Alba

Vino, il 28 e 29 marzo Aivv inaugura 76esimo anno accademico ad AlbaMilano, 19 mar. (askanews) – Riparte ufficialmente l’attività 2025 dell’Accademia della Vite e del Vino (Aivv) che il 28 marzo, nella Sala Convegni Ampelion del Centro di Ricerca Interdipartimentale “Viticoltura e vino”(CONViVi) dell’Università di Torino ad Alba (Cuneo), inaugura il settantaseiesimo anno accademico.


Una due giorni con la partecipazione di numerosi esperti, accademici e opinion leader con approfondimenti sulle attuali sfide del vino italiano. “Come sempre vogliamo che questo importante momento per l’Accademia coincida con un confronto aperto sull’attualità del settore con la partecipazione degli attori e dei protagonisti della filiera” ha affermato il presidente Rosario Di Lorenzo, aggiungendo che “questa di Alba sarà una tornata ricca di contenuti e di spunti per tutti gli accademici e per i nuovi arrivati che investiremo proprio nella prima giornata di lavoro”. Il programma prenderà il via nel pomeriggio di venerdì 28 marzo, con l’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico che sarà sottolineata dall’ingresso di accademici, circa 60 tra onorari, ordinari, corrispondenti e corrispondenti stranieri e una prolusione di uno dei produttori di vino italiani più famosi nel mondo, Angelo Gaja. Il tema dell’intervento di Gaja sarà “Il cammino del vino italiano” e spazierà sulle principali sfide che attendono il comparto, tra crisi dei mercati, nuovi consumatori e la scelta dei dealcolati. La seconda giornata, il 29 marzo, partirà alle 9 e vedrà numerosi seminari sul tema de “L’intelligenza artificiale al servizio della viticoltura e dell’enologia”. Si alterneranno numerosi esperti del settore, animati e moderati dal direttore del Corriere Vinicolo, Giulio Somma. L’evento è patrocinato dall’Università di Torino (CONViVi), dal Crea, dall’Accademia di Agricoltura di Torino, Ugivi, Assoenologi, Confindustria Cuneo e Associazione nazionale Le Donne del Vino, delegazione Piemonte.

L’Antica Bottega del Vino di Verona si prepara ad aprire a Cortina

L’Antica Bottega del Vino di Verona si prepara ad aprire a CortinaMilano, 19 mar. (askanews) – In vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2026, l’Antica Bottega del Vino, storico locale veronese di proprietà di Famiglie Storiche, annuncia l’apertura di un nuovo ristorante nel centro storico di Cortina d’Ampezzo (Belluno) per la stagione invernale 2025-2026.


L’Antica Bottega del Vino è celebre per la sua carta dei vini da record, circa 21mila referenze che le sono valse per il ventunesimo anno consecutivo il “Grand Award” di Wine Spectator. “Questo investimento rappresenta un’importante opportunità per la nostra realtà” ha spiegato Sabrina Tedeschi, presidente del locale, rimarcando che “il ristorante a Cortina sarà la vetrina internazionale d’eccellenza per raccontare e promuovere la tradizione di quella che è considerata da molti una pietra miliare dell’enogastronomia veneta”. L’apertura si inserisce in un momento di grande fermento per la località ampezzana in vista delle future Olimpiadi. “Siamo entusiasti di portare l’eredità storica di uno dei punti di riferimento per l’enogastronomia della città scaligera in un centro di prestigio come Cortina che, con le Olimpiadi 2026, sarà sotto i riflettori del mondo intero” ha aggiunto il direttore Luca Nicolis, sottolineando che “il nuovo locale sarà un vero e proprio prolungamento dell’esperienza veronese: la stessa garanzia e sicurezza che hanno reso celebre l’Antica Bottega del Vino verranno riproposte in una cornice diversa: la continuità è la chiave”.

Vini pregiati all’asta il 26 e 27 marzo da Bolaffi: oltre 1.480 lotti

Vini pregiati all’asta il 26 e 27 marzo da Bolaffi: oltre 1.480 lottiMilano, 19 mar. (askanews) – Due intere giornate d’asta dedicate ai vini pregiati italiani, francesi e mondiali sono in programma mercoledì 26 e giovedì 27 marzo in modalità “internet live” sul sito di Aste Bolaffi, con un catalogo che sfiora i 1.500 lotti. Il primo giorno è dedicato alle etichette italiane più celebri del Piemonte e della Toscana; il secondo ai vini delle altre regioni d’Italia, alla Francia e al resto del mondo.


L’asta si apre con i produttori più blasonati, Accomasso, Burlotto, Gaja e Giacomo Conterno, quest’ultimo presente con numerose annate di Barolo Monfortino Riserva dal 1945 fino al 2015, tra cui tre magnum del 2008 in cassa originale in legno (lotto 96, base d’asta 4.800 euro). Nella proposta di Barbaresco Gaja a partire dal 1960 spicca una selezione di sei bottiglie di Sorì (lotto 150, da 1.100 euro), ma ci sono anche varie annate di Gaja&Rej, tra cui una verticale di cinque bottiglie (lotto 186, da 650 euro). Si prosegue con diverse “etichette rosse” di Bruno Giacosa, una nutrita selezione di Bartolo Mascarello, come una verticale di barolo con le celebri etichette disegnate (lotto 264, da 2.800 euro), bottiglie di Giuseppe Rinaldi, Vietti, Sandrone. Inaugurano il capitolo della Toscana i due Supertuscan di Antinori per eccellenza, anche in formati particolari (magnum e doppie magnum): il Solaia con vari lotti dal 1987 al 2018 e il Tignanello, dal 1981 al 2021. Interessanti inoltre le selezioni di Brunello di Montalcino Biondi Santi “Tenuta Il Greppo”, sia nella versione annata, sia in quella “riserva”, dal 1974 al 2011, e di Intistieti e di Case Basse Gianfranco Soldera con bottiglie ormai introvabili del 1988 (lotto 499, da 2 mila euro). Tra gli altri top lot della sezione ci sono un Sassicaia del 1985 (lotto 721, da 1.200 euro) e due magnum di Masseto del 1998 (lotto 565, da 3 mila euro). Le altre regioni d’Italia sono presenti con le etichette più famose: dall’Abruzzo con Emidio Pepe e Valentini, al Trentino con la Riserva del Fondatore di Giulio Ferrari, al Veneto con Giuseppe Quintarelli e Romano Dal Forno, alla Lombardia con una doppia magnum di Annamaria Clementi Ca’ del Bosco.


La selezione internazionale del catalogo offre una panoramica sui vini mondiali più importanti, in particolare da Australia, Spagna e Stati Uniti, e un ampio focus sulla Francia. La regione di Bordeaux è presente con gli Chateau più blasonati, tra gli altri Lafite Rothschild, Mouton Rothschild, Cheval Blanc, Margaux, Latour, d’Yquem e presenta come “top lot” tre bottiglie di Petrus in cassa originale in legno (lotto 1203, da 7.500 euro). Per la Borgogna si segnalano invece due prestigiose magnum di “Musigny Grand Cru Cuvée Vieilles Vignes 1990” del Domaine Comte Georges de Vogué (lotto 1234, da 2.400 euro), una bottiglia di “Montrachet Grand Cru 2014” di Jean Claude Ramonet (lotto 1359, da 2mila euro), una bottiglia di “Echezeaux Grand Cru 1994” di Henri Jayer-Georges Jayer proprietaire (lotto 1345, da 2mila euro) e diversi lotti del Domaine de la Romanée-Conti e del Domaine Leroy. Chiudono l’asta gli champagne più rinomati, Armand de Brignac, Bollinger, Krug, Cristal, Dom Perignon, tra cui un “Dom Perignon P3 Brut Vintage 1988” (lotto 1401, da 2.600 euro) e un “Cristal Brut Millennium Edition 1990-2000” (lotto 1432, da 2.500 euro) – e Selosse, oltre a vini delle regioni Rodano, Loira e Jura.

Vino, dal 24 al 27 aprile il 14esimo “Orcia Wine Festival”

Vino, dal 24 al 27 aprile il 14esimo “Orcia Wine Festival”Milano, 18 mar. (askanews) – Conto alla rovescia per la quattordicesima edizione di “Orcia Wine Festival”, la mostra mercato dell’Orcia Doc che dal 24 al 27 aprile racconterà il paesaggio patrimonio Unesco attraverso l’eccellenza del vino.


Promossa dal Comune di San Quirico d’Orcia, in collaborazione con il Consorzio del Vino Orcia, l’evento è allestito nelle suggestive sale di Palazzo Chigi Zondadari dove per quattro giorni troveranno spazio degustazioni tecniche guidate e banchi di assaggio. Da mostra mercato del vino “più bello del mondo”, come viene definita la Denominazione che quest’anno compie i suoi primi 25 anni, negli anni la manifestazione è divenuta “un evento multisensoriale”, aperto non solo agli operatori, che potranno degustare i vini direttamente dal banco di assaggio con circa venti Cantine, o nelle masterclass e nei seminari in programma, ma anche ai tanti turisti e appassionati che nel lungo ponte del 25 aprile sceglieranno la Val d’Orcia. “Un evento che valorizza le eccellenze enologiche della Val d’Orcia e che si conferma quale contenitore di tutto un territorio – afferma il sindaco Marco Bartoli – delle sue produzioni di pregio e delle sue peculiarità, con approfondimenti e degustazioni tecniche, possibilità di conoscere i vini e le aziende, attraverso tour dedicati”.


“Sarà una edizione molto particolare questa perché è l’anno in cui la nostra Doc celebra il primo quarto di secolo – aggiunge la presidente del Consorzio del Vino Orcia, Giulitta Zamperini – un evento che è unico nel suo genere grazie soprattutto alla collaborazione tra la nostra realtà e l’Amministrazione comunale di San Quirico d’Orcia che ci offre la possibilità di mettere in mostra i nostri vini in luoghi eccezionali”. Il programma prenderà il via giovedì 24 aprile con alle 17.45, 18.30 e 19.15 una speciale visita agli Horti Leonini e alle mura della città. Si prosegue poi il venerdì 25 aprile con l’apertura dei banchi d’assaggio delle aziende dell’Orcia Doc a Palazzo Chigi Zondadari (dalle 12 alle 19). Sempre il 24 aprile la visita notturna. Sabato, oltre alla mostra mercato e a un seminario tecnico, sarà la giornata della tradizionale “Cena a Palazzo” alle 20.15. La domenica si apre alle 9.30 con un trekking, per poi arrivare alle 12.30 quando le vie del borgo saranno colorate dalla sfilata in costume dei quartieri della Festa del Barbarossa. In particolare, alle 10 si svolgerà la masterclass guidata da Alessandro Brizi.

Vino, a Vinitaly la collettiva di Irpinia e Sannio con 111 Cantine

Vino, a Vinitaly la collettiva di Irpinia e Sannio con 111 CantineMilano, 18 mar. (askanews) – Con 111 aziende su una superficie di 3.000 metri quadrati, la collettiva guidata dalla Camera di Commercio Irpinia Sannio e dai due Consorzi di tutela vini d’Irpinia e Sannio dà appuntamento al 57esimo Vinitaly (Veronafiere, 6-9 aprile), all’interno del padiglione della Campania. L’iniziativa è stata presentata oggi in una conferenza stampa a Benevento presso la sede della Camera di Commercio Irpinia Sannio.


Il distretto enologico irpino-sannita produce in media 35 milioni di bottiglie l’anno, per un controvalore complessivo alla produzione di 120 milioni di euro, oltre i 2/3 del totale regionale. Circa 300 imprese che vinificano e imbottigliano prodotti a marchio, una superficie vitata che con quasi 17.000 ettari rappresenta i due terzi del vigneto Campania e un valore dell’export di vino di quasi 30 milioni di euro nel 2024, il 7% in più rispetto all’anno precedente per una quota sul totale delle spedizioni regionali che sale al 68%. “L’obiettivo è quello di rafforzare il business dei vini irpini e sanniti, che hanno fatto della sostenibilità, della biodiversità e della tradizione enologica dei solidi pilastri della propria produzione e che hanno enormi potenzialità anche in termini di enoturismo” ha affermato il commissario straordinario della Camera di Commercio Irpinia e Sannio, Girolamo Pettrone, aggiungendo che “al Vinitaly puntiamo ad incontrare nuovi buyer italiani ed esteri, grazie alla presenza di delegazioni provenienti da circa 140 Paesi, forti di una qualità vitivinicola riconosciuta di un territorio che rappresenta i due terzi del vigneto regionale campano”.


La viticoltura di Irpinia e Sannio guarda al futuro attraverso il progetto “Dioniso”, guidato dal Distretto Aerospaziale della Campania (DAC) e dalla Camera di Commercio di Irpinia Sannio in stretto raccordo con i Consorzi di tutela dei vini dell’Irpinia e del Sannio e degli atenei Federico II di Napoli e Unisannio. “Dioniso” punta a traghettare la viticoltura di precisione in una nuova dimensione, attraverso l’utilizzo di droni e sensori per raccogliere dati e fornire ai produttori informazioni in tempo reale, così da ottimizzare la produzione, rispondere alle sfide del cambiamento climatico, ridurre l’uso di mezzi tecnici, migliorare la gestione delle risorse idriche, adottare interventi preventivi per gestire efficacemente malattie e patogeni, incrementando così gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale ed economica. A Vinitaly, la Camera di Commercio di Irpinia Sannio affronterà con il Consorzio tutela Vini d’Irpinia e con il Sannio Consorzio Tutela Vini i temi dell’enoturismo a un anno dall’approvazione della legge regionale; gli aspetti legati al vino come espressione di identità di un territorio attento alla sostenibilità, proiettato verso una gestione razionale delle imprese grazie alla digitalizzazione; teso a rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali, promuovendo degustazioni, confronti guidati, ma anche talk e approfondimenti con esperti. Alla Fiera del vino di Verona sarà distribuita la seconda edizione della “Guida ai vini di Irpinia e Sannio” curata da Luciano Pignataro, che uscirà anche in allegato al quotidiano “Il Mattino” di Napoli in occasione della manifestazione.


Le denominazioni del territorio del Sannio sono: Aglianico del Taburno Docg, Falanghina del Sannio Doc (con le sottozone di Guardia Sanframondi o Guardiolo, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Taburno), Sannio Doc che copre tutta la provincia e Benevento o Beneventano Igt. L’Irpinia ha tre Docg: il Taurasi, il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino. A queste si aggiunge la Doc Irpinia con la sottozona Campi Taurasini.