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Vino, Consorzio Doc Prosecco: irrazionali linee guida Ue su etichette

Vino, Consorzio Doc Prosecco: irrazionali linee guida Ue su etichetteMilano, 3 dic. (askanews) – “Il nostro sistema produttivo è già stato vessato dalla circostanza che i nostri vini, che concluderanno il processo di spumantizzazione dopo il 7 dicembre prossimo, dovranno essere immediatamente assoggettati alla nuova normativa, anticipando di circa un anno la sua applicazione rispetto alle altre produzioni enologiche. Ma ora, l’indicazione di riportare la scritta ‘ingredienti’ sotto al QR Code, appare non solo irrazionale ma anche contraria ad ogni più elementare principio di sostenibilità”. Lo ha affermato il presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, Stefano Zanette, commentando le linee guida sulle nuove disposizioni dell’Ue in materia di etichettatura dei vini pubblicate nei giorni scorsi dalla Commissione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Le nuove indicazioni rischiano infatti “non solo di costringere le aziende a dover distruggere decine di milioni di etichette già stampate ma, peggio ancora, di non consentire loro di disporre di quelle nuove per soddisfare la domanda di Prosecco, in uno dei momenti cruciali per la commercializzazione delle nostre produzioni”. “Da europeista convinto – ha concluso Zanette – non posso che dirmi sconcertato per questo atteggiamento che, da un lato, non giova ad alcuno e, dall’altro, mortifica quanti, con il loro lavoro e il loro impegno, ritenendo di doversi adeguare alla norma, si sentono presi in giro da chi, con molta probabilità, non ha nemmeno avuto la compiacenza di cercare di capire la complessità del nostro sistema produttivo, rendendosi refrattario ad ogni possibile soluzione alternativa”.

Vino, all’Ais di Milano torna l’asta benefica “Wine for Parkinson”

Vino, all’Ais di Milano torna l’asta benefica “Wine for Parkinson”Milano, 3 dic. (askanews) – Martedì 5 dicembre alle 19 nella sede dell’Associazione italiana sommelier (Ais) a Milano si terrà una nuova edizione di “Wine for Parkinson”, l’asta benefica di alcuni tra i più pregiati vini italiani il cui intero ricavato andrà a favore della ricerca scientifica sulla malattia di Parkinson.

Seconda patologia neurodegenerativa in Italia per numero di pazienti (circa 300mila), il Parkinson è una malattia cronica che nel tempo può diventare altamente invalidante sia per la persona che ne è colpita, sia per l’intero nucleo familiare. La ricerca scientifica sta facendo passi da gigante ma ha bisogno di un supporto condiviso per andare avanti e scoprire nuove terapie. A questo scopo, la Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus, in collaborazione con l’Ais, la Casa d’Aste Gelardini & Romani Wine Auction, il conte Francesco Marone Cinzano, Roberto Marchetti e alcune delle principali case vitivinicole italiane, hanno unito le loro forze per questa nuovo capitolo dell’asta benefica. L’evento, condotto dal giornalista Gianluca Semprini che affiancherà il battitore della Casa d’Aste Gerardini & Romani Wine Auction, si terrà sia in presenza (con prenotazione obbligatoria a comunicazione@fondazionelimpe.it) che in streaming, così da permettere a tutti di poter acquistare i lotti.

“Aiutare la ricerca è un grande onore per noi – ha commentato il presidente Ais, Sandro Camilli – e per questo ospitiamo una manifestazione così nobile e di grande pregio, sia per gli obiettivi che questa si prefigge, sia per la grande qualità delle donazioni fatte dalle più grandi Cantine italiane”. Sull’importanza dei questa iniziativa solidale, è intervenuto anche il conte Francesco Marone Cinzano, storico produttore di Brunello di Montalcino con l’iconica Col d’Orcia, e grande sostenitore della causa portata avanti dalla Limpe: “La Fondazione è una realtà seria ed importante, un punto di riferimento nella ricerca scientifica che ho l’immenso piacere di poter aiutare, mettendo a disposizione della lodevole iniziativa di Ais alcune vecchie annate di Col d’Orcia”.

Vino, all’Arnaldo Caprai si lavora al primo vigneto digitale d’Italia

Vino, all’Arnaldo Caprai si lavora al primo vigneto digitale d’ItaliaMilano, 2 dic. (askanews) – Nell’azienda vitivinicola Arnaldo Caprai di Montefalco (Perugia) è in corso di realizzazione il primo vigneto digitale d’Italia. “Abbiamo messo a disposizione con orgoglio a ITS Umbria uno dei nostri vigneti, nel quale verranno installati tutta una serie di sensori che raccolgono e trasmettono centinaia di dati. Informazioni di tantissimi generi, che devono poi essere interpretate per seguire lo sviluppo della pianta al meglio al fine di ottenere prodotti di maggiore qualità e minor impatto ambientale, a partire dalla riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche e dalla produzione di CO2”. Lo ha spiegato Marco Caprai che guida la storica Cantina, sede didattica dell’ITS Umbria con cui è partner da dieci anni “per formare gli agricoltori smart e digitali di domani”.

“Ci troviamo di fronte a un momento in cui ci troveremo ad avere un enorme apporto di tecnologie che coinvolgeranno e influenzeranno necessariamente anche il futuro dell’agricoltura” ha spiegato l’imprenditore umbro, membro della giunta di Confagricoltura, intervenuto al Wired Next Fest a Firenze, sottolineando che “non solo dovremo prenderne atto, ma dovremo anche innescare questa rivoluzione grazie a figure professionali come gli agronomi digitali, in grado di leggere i dati, interpretarli e dare le giuste indicazioni, saper gestire dei robot e utilizzare questo patrimonio che l’universo digitale metterà a disposizione dell’agricoltura”.

A Montalcino il primo incontro degli Amici della Slow Wine Coalition

A Montalcino il primo incontro degli Amici della Slow Wine CoalitionMilano, 2 dic. (askanews) – Promuovere pratiche agroecologiche e rigenerative che favoriscano la biodiversità; identificare e condividere soluzioni per ridurre l’impatto lungo la filiera del vino; rendere il mondo vino più inclusivo e accessibile. Sono i tre obiettivi principali identificati dagli Amici della Slow Wine Coalition (SWC) che, per la prima volta della loro nascita, si sono riuniti a Col d’Orcia, storica azienda vitivinicola di 540 ettari biologici di cui 149 vitati a Montalcino (Siena).

La Slow Wine Coalition è la rete internazionale che unisce i protagonisti del mondo del vino per affrontare insieme e provare a vincere le sfide del futuro, coniugando la sostenibilità ambientale, la difesa del paesaggio e la crescita culturale e sociale delle comunità. Ospiti del Conte Francesco Marone Cinzano, le grandi aziende del vino buono, pulito e giusto, Planeta, Ceretto, Felsina, Bertani e Terre Margaritelli, che insieme con la delegazione di Slow Food guidata da Giancarlo Gariglio, hanno posto le basi per le azioni future, partendo dall’analisi della fase delicata che oggi sta interessando il settore vitivinicolo. Nata con l’ambizione di riunire persone e idee, la SWC adesso ha bisogno di mettere radici nelle comunità, aggregando i produttori per il raggiungimento di finalità specifiche. E’ in quest’ottica che Col d’Orcia si è posta in prima linea e, al termine dei lavori, ha aperto le porte ai vignaioli del Brunello di Montalcino e della Toscana, accomunati dalla stessa visione agronomica e del futuro del vino, per un pomeriggio di condivisione e confronto. I primi temi su cui la rete inizierà a lavorare sono quelli della fertilità e rigenerazione dei suoli, che saranno oggetto della “Slow Wine Fair 2024” che si terrà a Bologna dal 25 al 27 febbraio del prossimo anno. Argomenti molto caldi per il settore e da sempre al centro del lavoro di professionisti e ricercatori come Adriano Zago, agronomo ed enologo, consulente e formatore in agricoltura biodinamica, ed Ínigo Alvarez de Toledo, direttore di IDEAA Regeneration Systems, che sono stati ospiti dell’incontro a Montalcino.

Alla SWC partecipano non solo i produttori, ma tutti i player della filiera, dai professionisti ai consumatori, e per questo, il conte Francesco Marone Cinzano ha sottolineato che “dobbiamo pensare ad una rete a due velocità: da un lato, bisogna coinvolgere i consumatori, destinatari finali del nostro messaggio e dall’altro, dobbiamo confrontarci maggiormente sul nostro lavoro di agricoltori, coinvolgendo accademici e ricercatori”. “Il nucleo degli imprenditori sensibili ai principi della Slow Wine Coalition – ha concluso – deve condividere le proprie esperienze e scambiare informazioni, visitare e scoprire insieme i territori, imparare dagli esempi virtuosi, locali e in giro per il mondo, per accrescere la nostra consapevolezza, affinare le nostre tecniche e migliorarci sempre di più”.

Vino, un Riesling a mille metri per rilanciare la montagna cuneese

Vino, un Riesling a mille metri per rilanciare la montagna cuneeseMilano, 2 dic. (askanews) – Dare una nuova progettualità innovativa e sperimentale alle vallate piemontesi e alle loro comunità facendo del buon vino. E’ questo l’obiettivo del nuovo, lungimirante, progetto del piccolo Comune montano di Entracque (Cuneo) assieme alla Cantina Réva di Monforte d’Alba (Cuneo) dell’imprenditore ceco Miroslav Lekes, alle prese con il primo vigneto della Valle Gesso a oltre mille metri sul livello del mare.

Un piccolo vigneto di 2.300 piante di Riesling piantumato lo scorso luglio in Località Tetti Violino, a 1.042 msl, che darà i suoi primi frutti tra circa tre anni e le prime bottiglie, verosimilmente, nel 2027. “Una piccola produzione, che ipotizziamo inizialmente in più o meno duemila bottiglie, con vino affinato in buona parte in anfore” afferma il general manager del gruppo Réva, Daniele Scaglia che segue il progetto, spiegando che “abbiamo scelto il Riesling perché diverse analisi hanno indicato che è la varietà ideale per questo terreno”. “Avremmo potuto semplificarci la vita piantando una varietà più resistente, come fanno in altre valli, ma questo non ci darebbe modo di lavorare su un prodotto di qualità come vogliamo che sia questo vino” aggiunge Scaglia, ricordando che “il Riesling è un vitigno nobile e complesso, di grande eleganza, longevità e dalle importanti proprietà organolettiche ed è un vitigno che ci permetterà di distinguerci da altri progetti simili e di approcciarci anche a un mercato internazionale”. A Entracque, borgo di meno di mille anime parte dell’Unione montana delle Alpi Marittime, nessuno aveva mai pensato di coltivare la vite, ma il cambiamento climatico impone di ragionare su sfide nuove ed ecco allora l’idea del vino. Il terreno del resto è argilloso e ricco di ferro e sedimenti rocciosi da erosione, dunque indicato per la coltivazione di Riesling, anche grazie alla temperatura (che in estate è tra i 14 e i 30 gradi), capace potenzialmente di fornire la giusta concentrazione di zuccheri e un notevole sviluppo degli aromi. Ora è in corso uno studio sull’affinamento di questo Riesling di montagna che sarà affinato suddiviso in piccole botti e anfore, a cui partecipano l’agronomo Roberto Abbate e l’enologo Beppe Caviola di Réva.

“Non solo stiamo dando una seconda occasione a terre ormai in disuso da anni, ma allo stesso tempo stiamo creando un nuovo potenziale prodotto tipico, una nuova proposta per i visitatori di Entracque e delle zone limitrofe e una nuova possibilità di lavoro per giovani e meno giovani” dice soddisfatto il sindaco Gian Pietro Pepino, evidenziando che “in poche parole stiamo creando per la nostra comunità un nuovo futuro, e questo lo dobbiamo a Réva e alla sua grande volontà di evoluzione e innovazione”. Per il vino, a Entracque si stanno coinvolgendo piccole realtà locali per fare sì che questo diventi un progetto capace di rappresentare l’intera comunità e, in prospettiva, un’alternativa per i territori montani. “La Regione Piemonte supporta ed è al fianco di chi investe sulla qualità del territorio e sull’agricoltura sostenibile” ha commentato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sottolineando che “scommettere sui borghi, attraverso le produzioni di eccellenza, significa da un lato presidiare le aree marginali del nostro Piemonte, dall’altro ridare loro centralità grazie alla produzione economica e anche all’interesse, turistico e enogastronomico, che si genera, con ricadute positive per la comunità che le abita”.

”Il Corriere Vinicolo” di Unione italiana vini compie 95 anni

”Il Corriere Vinicolo” di Unione italiana vini compie 95 anniMilano, 1 dic. (askanews) – “Il Corriere Vinicolo” di Unione italiana vini (Uiv) spegne 95 candeline e festeggia le sue 72mila pagine di storia del giornalismo vinicolo italiano con un’edizione speciale, tra enigmistica enologica e approfondimenti, che ripercorre quasi un secolo di reportage, testimonianze e racconti, analisi e riflessioni, cronache e interviste. Pubblicato per la prima volta il 1 dicembre 1928 come “Il Commercio Vinicolo”, è uscito ininterrottamente tutte le settimane per oltre nove decenni, con un’unica eccezione di qualche mese durante il secondo conflitto mondiale, realizzando 3.800 numeri che rappresentano un insostituibile patrimonio storico e culturale.

“Corriere Vinicolo – ha commentato il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – è l’unica testata giornalistica settimanale specializzata del settore che vanta a livello mondiale una storia così lunga e ininterrotta di pubblicazioni, un primato tutto italiano di cui dobbiamo essere fieri”. Nel numero speciale, la cronaca odierna sul settore ma anche corsi e ricorsi del passato, rivissuti attraverso una pagina interamente dedicata all’enigmistica. In prima pagina, nel 1929, era stata pubblicato un’inchiesta dal titolo “La scienza medica e l’uso moderato del vino” che faceva il punto con illustri medici e fisiologi sugli effetti della bevanda di Bacco sugli italiani. “Credo opportuno distinguere nettamente la lotta all’alcolismo, che è giusta, santa e nobile e la lotta contro il vino che è ingiusta e dannosa” affermava, tra l’altro, il professor Rocco Jemma dell’Università di Napoli.

Nel 1954 la notizia su “I marziani e il vino francese”, quando dopo “migliaia di avvistamenti”, a Parigi si istituì un Comitato per l’accoglienza dei marziani. Prevedendo una difficoltà nella reciproca comprensione della lingua, il comitato decise di stabilire il primo contatto attraverso un bicchiere di vino. “La crisi dei consumi di vino tra i giovani” sembra un articolo quanto mai attuale, ma risale invece ad un dossier pubblicato ben 42 anni fa. Gli effetti della crisi erano gli stessi di oggi: seri problemi di stoccaggio, vendite al lumicino, filiera in crisi. “Oggi come allora troveremo il modo per reagire alle difficoltà, anche attraverso il nostro giornale” ha spiegato il direttore de “Il Corriere Vinicolo”, Giulio Somma, sottolineando che “in questi anni il settore è cresciuto, è divenuto un asset fondamentale del made in Italy ma il nostro settimanale è rimasto fedele a se stesso, uno strumento di crescita per le imprese e per il comparto”.

Signorvino apre in pieno centro a Parigi e pensa già a Usa e Cina

Signorvino apre in pieno centro a Parigi e pensa già a Usa e CinaMilano, 1 dic. (askanews) – Seppur lo sciovinismo vada scemando, per il vino, almeno dal punto di vista simbolico, la Francia non è certamente un luogo neutro così come non lo è Parigi per il “bon vivre”, di cui il vino è da sempre parte integrante. Dunque, aprire nella Ville Lumiere una catena di negozi che vendono tra le 1.500 e le 2.000 etichette delle nostre Cantine è un passaggio, sempre rimanendo sul piano simbolico, non certo da poco. Ancor meno lo è un negozio monomarca italiano che insieme con i vini italiani vende ai francesi il loro Champagne, rappresentato da una settantina di referenze. Per farlo bisogna avere la forza e la lungimiranza di un Gruppo come Calzedonia (a breve, Oniverse), che ha sempre saputo vedere lontano e ha costruito un impero nel retail. E così il 1 dicembre Signorvino è sbarcato nel pieno centro di Parigi, con un bel locale di 700 mq su tre piani (più dehors dalla primavera 2024) e quasi 170 coperti in Place Saint Michel, a due passi da Notre Dame, in un palazzo di proprietà che negli ultimi due piani ospiterà il quartier generale di Calzedonia/Oniverse Francia.

“Eravamo venuti a Parigi con l’idea di cercare la sede del Gruppo ma quando abbiamo trovato questo palazzo ci siamo resi rapidamente resi conto che sarebbe stata la location perfetta per Signorvino” racconta ad askanews l’amministratore delegato Federico Veronesi, presente a Parigi con il general manager Luca Pizzighella, aggiungendo che “nella capitale francese pensavamo in realtà di aprire una delle nostre enoteche un po’ più avanti ma gli studi fatti ci hanno rassicurato. E poi noi – evidenzia – proponiamo la cucina italiana che è quella più diffusa al mondo e ai prezzi competitivi che offriamo può essere un traino importante per il nostro vino, che i francesi, anche se non lo dicono in giro, amano e consumano tanto”. L’approdo all’estero di Signorvino era stato anticipato il 9 novembre scorso dall’apertura di un punto vendita nel centro commerciale Westfield Chodov di Praga, in Repubblica Ceca, a cui ne seguirà a breve un altro in pieno centro storico. “Nella nostra testa Signorvino è nato per l’estero, per promuovere e valorizzare il nostro vino lavorando sul grande appeal dell’italianità” prosegue il Ceo, spiegando che “abbiamo però voluto farci prima le spalle grosse in Italia, che riteniamo il mercato più difficile, per poi andare fuori una volta pronti”. “Questo è dunque un po’ un banco di prova, e se troviamo un ‘balance’ interessante, se risponde bene e capiamo che il progetto ha un valore aggiunto, si aprono fronti importantissimi dove riteniamo ci siano grandi potenzialità, come gli Stati Uniti e la Cina, magari utilizzando Los Angeles per arrivare a New York, e Hong Kong come ponte di lancio per l’Asia” prosegue il manager classe 1992 proprietario del brand assieme alla famiglia, sottolineando che “la verità però è che dobbiamo prima vedere come va qui”, ma anche preannunciando che l’idea è già quella “di consolidare la nostra presenza a Parigi con altri negozi, perché la città è enorme e questo che abbiamo inaugurato sarà il flagship”. Il programma di espansione negli altri Continenti dovrebbe comunque essere anticipato dall’apertura di punti vendita in altre capitali europee.

Ma anche senza l’estero, il quadro per la “grande Cantina italiana” nata nel 2012 da un’idea di Sandro Veronesi e che oggi conta su 34 “enoteche con cucina” in tutta il Paese, appare più che positivo. “Quest’anno, tranne qualche sofferenza a novembre, siamo andati sempre bene, e penso che potremmo chiudere il 2023 con un giro d’affari complessivo che si aggira intorno agli 80 milioni di euro e un fatturato oltre i 60 milioni anche grazie alla spinta venuta dall’apertura di diversi negozi”. “L’ultima è stata quella al ‘Merlata Bloom’ a Milano (la settima se si considera il territorio della Città metropolitana, ndr) – prosegue l’Ad – e le prossime saranno nel ‘Pompei Maxi Mall’ di Napoli, e in un centro commerciale a Torino: l’idea è quella di arrivare tra il 2024 e il 2025 a 50 negozi (+47%, ndr). Per il locale nel celeberrimo Quartiere Latino, che arriverà ad impiegare tra i 30 e i 40 dipendenti, i fornitori saranno gli stessi delle enoteche italiane: “Sono tra i 500 e i 600 produttori, alcuni dei quali con noi dall’inizio perché hanno sposato questo progetto, e altri che, non avendo i volumi per avere continuità, vanno e vengono” continua il Ceo, chiarendo che lo Champagne “è stato pensato principalmente per il mercato italiano, perché sulla bollicina di fascia alta, diciamo sopra i 70 euro, in Italia abbiamo pochi prodotti ed essendo noi un negozio premium dovevamo occupare questo segmento così richiesto”.

Con piccoli aggiustamenti, che sono in realtà ammiccamenti alla cultura francese, dai tavolini tipici del bistrot all’acqua in caraffa, anche nella capitale francese, Signorvino proporrà la sua formula di luogo accogliente e facilmente accessibile, dove chiunque, non solo il wine-lover, può fare l’aperitivo, mangiare e/o comprare una bottiglia, con un’offerta attenta al rapporto qualità/prezzo e che vuole attirare i giovani. Come in Italia, completano l’offerta eventi a tema, degustazioni e incontri con i produttori. Nel 2022, il 65% dei 55 milioni di fatturato delle enoteche è stato fatto sulla ristorazione e il 35% sul vino (negozi e e-commerce). “Penso che a Parigi potremmo essere ancor più sbilanciati sulla ristorazione, che, soprattutto nel primo periodo, potrebbe attecchire meglio, magari accompagnata da un buon consumo di vino al tavolo: quindi potremmo aggirarci su un 80% ristorazione e 20% vino” evidenzia l’Ad, senza escludere che tra i clienti possano esserci anche i (tanti) turisti italiani “che in Signorvino trovano un porto sicuro, dove sanno cosa vanno a mangiare e a bere: è il vantaggio delle catene che ci sta premiando anche nel nostro Paese”.

Anche considerato il prezzo maggiore tra il 10 e il 15% rispetto ai negozi di casa nostra, le bottiglie italiane in vendita nello store parigino rimangono assai concorrenziali rispetto a quelle francesi. “Dai francesi abbiamo solo da imparare sul posizionamento dei vini, ma nella fascia media, tra i 20 e i 30 euro, l’Italia esprime un rapporto qualità-prezzo molto alto e questo lo sanno anche loro: noi vogliamo puntare proprio su quella fascia di prezzo dove siamo davvero molto competitivi” spiega ancora ad askanews Federico Veronesi, che oltre alla responsabilità di Signorvino ha anche quella di Tezenis, altro marchio del gruppo di famiglia che ha chiuso il 2022 con oltre tre miliardi di fatturato, di cui il 58,5% realizzato fuori dall’Italia.

Vino, Consorzio Asti Docg: urge moratoria per etichette già stampate

Vino, Consorzio Asti Docg: urge moratoria per etichette già stampateMilano, 1 dic. (askanews) – “Sono circa 20 milioni le nuove etichette già stampate che a oggi risultano inservibili dopo il cavillo inserito dalla Commissione Ue”. Lo ha denunciato il presidente del Consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero, commentando le disposizioni della Commissione Ue a una settimana dall’entrata in vigore, il prossimo 8 dicembre, della nuova etichettatura sui vini europei.

Il Consorzio chiede quindi alle istituzioni italiane e a quelle Ue di attivarsi con estrema urgenza “al fine di risolvere una situazione di grave ‘empasse’, ripristinando quella certezza giuridica alla base degli obiettivi comunitari”. “Serve a questo punto ottenere da Bruxelles il consenso all’utilizzo, fino a esaurimento scorte, delle etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida” continua l’ente consortile, sottolineando che “si rischia di mettere in difficoltà la campagna per le festività e l’economia di un territorio con oltre mille aziende consorziate e 10mila ettari di vitigno per una produzione di oltre 100 milioni di bottiglie in buona parte commercializzate sotto Natale”. “Nelle linee guida, “la Commissione Ue ha inserito la necessità di identificare il QR code attraverso la parola ‘ingredients’ anziché la sola lettera ‘i’ inizialmente ritenuta valida” precisa il Consorzio, parlando di “un cavillo fuori tempo massimo, se si considera che per modificare e stampare le nuove etichette sono necessarie almeno due settimane di lavorazione”.

Dal 9 all’11 aprile torna a Parma il Campionato mondiale della pizza

Dal 9 all’11 aprile torna a Parma il Campionato mondiale della pizzaRoma, 30 nov. (askanews) – Torna a Parma, dal 9 all’11 aprile 2024, l’appuntamento con il 31° Campionato Mondiale della Pizza, la più importante manifestazione dedicata ai professionisti e organizzata presso il Palaverdi, collocato all’interno del Polo Fieristico di Parma (Viale delle Esposizioni 393/a). A partire dal 1° dicembre, e fino ad esaurimento dei posti disponibili, sarà possibile iscriversi all’edizione 2024 del Campionato Mondiale della Pizza.

Al titolo di campione del mondo possono concorrere tutti i pizzaioli professionisti – intesi come titolari di una pizzeria o come persone che lavorino in pizzeria – che abbiano compiuto 16 anni di età. Iscriversi è semplice: basta registrarsi sul sito Web www.campionatomondialedellapizza.it e selezionare la competizione (o anche più gare) a cui si intende partecipare. Per tutte le gare di cottura, è attiva un’offerta Early Bird: nella prima fase, dal 1° dicembre al 15 gennaio, il costo di iscrizione è di 200 euro. Salirà a 230 euro nella seconda fase, dal 16 gennaio al 29 febbraio. Dal 1° marzo sarà possibile iscriversi al prezzo pieno di 250 euro. Nel caso del Trofeo Heinz Beck e delle Gare di Abilità, il costo di iscrizione non subirà variazioni e sarà sempre di 200 euro, e per chi si iscrive a più di una gara è previsto uno sconto del 10%. Gli organizzatori puntano a confermare il successo dell”edizione 2023 del Campionato Mondiale della Pizza, che ha visto sfidarsi oltre 700 concorrenti, in arrivo da 52 Paesi, con più di 1.000 gare, di cui 930 di cottura. Anche nel 2024, i pizzaioli iscritti al Campionato Mondiale della Pizza saranno chiamati a confrontarsi in gare di cottura (come ad esempio, Pizza classica, Pizza senza glutine, Pizza napoletana STG, Pizza in teglia, Pizza in pala, Triathlon, ovvero tre sfide individuali scelte tra le categorie precedenti). A queste si affiancano gare di abilità, quali Freestyle (una spettacolare esibizione acrobatica a ritmo di musica), Pizza più larga (ai concorrenti viene richiesto di allargare il più possibile una palla di 500 grammi di pasta), Pizza a due (chef e pizzaiolo lavorano in combinata per realizzare un piatto unico), Pizzaiolo più veloce (vince chi allarga più velocemente cinque dischi di pasta).

Anche in questa edizione torna il Trofeo Heinz Beck – I primi piatti in pizzeria: una gara unica e innovativa, sotto l’occhio severo e attento dello chef tri-stellato Michelin Heinz Beck, a Parma nella veste di giurato d’eccezione. A gareggiare sono i primi piatti di qualità, artigianali ed “espressi” creati dai cuochi delle pizzerie. Non si tratta, dunque, di una semplice sfida di cucina: la velocità di realizzazione, la creatività e la professionalità sono caratteristiche indispensabili per potersi aggiudicare questo ambito premio.

Consorzio vini Doc Friuli Aquileia promuove “Raggi di vite”

Consorzio vini Doc Friuli Aquileia promuove “Raggi di vite”Milano, 29 nov. (askanews) – Il Consorzio tutela vini Doc Friuli Aquileia e l’ente del Terzo Settore, Fondazione Radio Magica, promuovono il progetto “creativo, culturale ed inclusivo, ‘Raggi di vite’”, supportato da Tenuta Ca’ Bolani (Gruppo Zonin), Vini Brojli e Cantine Rigonat di Udine. “Raggi di vite nasce da un gioco di parole particolarmente espressivo” spiegano i promotori, aggiugendo “come i raggi del sole sono vitali per la vite e fanno crescere rigogliosi i suoi grappoli, così le persone, con le loro scelte virtuose, possono diventare raggi di inclusività e solidarietà, capaci di accogliere e prendersi cura degli altri”.

Per l’occasione, Ca’ Bolani ha rivisto i packaging, in edizione limitata, del Sauvignon, del Cabernet Franc e dello Chardonnay Frizzante della Tenuta: le etichette sono state reinterpretate con accostamenti cromatici tra l’arancione, il verde e il lilla con il blu, “un gioco di pieni e vuoti ma anche geometrie circolari, complementari e non spigolose”. Come “firma”, su ogni etichetta è stato posto l’aggettivo “‘Luminoso, che comunica in modo immediato e deciso, il profondo significato di ‘Raggi di vite’”. I proventi derivanti dalla vendita di queste bottiglie sosterranno la Radio Magica Academy: la prima “università delle libere abilità” per giovani adulti con disabilità, fondata ad Udine a settembre del 2023. Su ogni etichetta, oltre al codice braille, si trova anche il QR code che permette di vedere i cortometraggi sulla storia del vino realizzati nel laboratorio di videomaking dell’Academy, che coinvolge quasi 30 allievi in lezioni frontali, laboratori e visite formative. “Crediamo nella cultura come cura: quando la scuola finisce, questi giovani rischiano di essere esclusi dalla vita culturale della comunità” ha spiegato Elena Rocco, docente universitaria e segretario generale di Fondazione Radio Magica ETS, sottolineando che “apprendere allena il cervello e contrasta le malattie, per questo bisogna investire nell’apprendimento permanente di tutti e, soprattutto, delle persone più fragili”. Nel 2024 il progetto si rafforzerà grazie ad eventi culturali e presentazioni alle quali parteciperanno artisti, illustratori, musicisti e storici.

“E’ per noi un grande piacere poter promuovere questo progetto attraverso i nostri vini: la responsabilità sociale è un valore che sottolinea la grande responsabilità che la nostra impresa ha nei confronti della nostra comunità” ha dichiarato Roberto Marcolini, direttore ed enologo della tenuta friulana che si estende su 890 ettari, di cui circa 570 vitati.