Vino, il Consorzio del Prosecco Doc nuovo sponsor della FisipMilano, 29 ott. (askanews) – Il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc ha annunciato di aver raggiunto un accordo di sponsorizzazione con la Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici (Fisip), andando così ad aggiungersi alle altre realtà che accompagneranno la Federazione e i suoi atleti fino all’appuntamento clou delle Paralimpiadi di Milano Cortina 2026.
“Da sempre Prosecco Doc condivide e volentieri sostiene i valori dello sport, in particolar modo i valori di inclusività e offrire un esempio positivo propri degli atleti paralimpici” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, spiegando che “le montagne e lo sport invernale ci vedono protagonisti a Cortina da diversi anni, ora intendiamo scendere in prima linea con Fisip supportando direttamente i nostri atleti italiani, esempio virtuoso di pura eccellenza. Ecco perché – ha concluso – dopo aver siglato l’accordo con Milano Cortina 2026, abbiamo ritenuto di sostenere a 360 gradi lo sport italiano che ben incarna queste qualità”. “Siamo molto felici che il Consorzio Prosecco DOC sia diventato nostro sponsor, ci onora il fatto che una realtà conosciuta in ogni angolo del pianeta abbia sposato il nostro progetto e i nostri valori” ha commentato il presidente della Fisip, Paolo Tavian, sottolineando di “credere fortemente in questa sinergia e soprattutto sulla possibilità di costruire insieme eventi e appuntamenti capaci di dare grande visibilità ad entrambi”.
Vino, cerimonia Premio Masi: vincitori firmano botte di amaroneMilano, 28 ott. (askanews) – Si è tenuta nella serata di venerdì 27 ottobre nella Cantina della celebre azienda vitivinicola della Valpolicella (Verona), la cerimonia della tradizionale firma della botte di Amarone da parte dei vincitori della 42esima edizione del Premio Masi, alla presenza di Isabella Bossi Fedrigotti, Sandro Boscaini e Marco Vigevani, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario della Fondazione Masi.
La cerimonia della firma, simbolo della presa di possesso del vino contenuto nella botte che costituisce l’oggetto del riconoscimento, ha avuto come protagonisti per il “Premio Masi Civiltà Veneta”, il lessicografo di fama internazionale Mario Cannella, lo scienziato padre dell’ecoidrologia Andrea Rinaldo, e Stevanato Group, storica azienda veneziana produttrice leader di contenitori di vetro per medicinali. Per il “Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino” hanno partecipato invece Yuko e Shin Kibayashi, autori giapponesi dell’originale manga “Le gocce di Dio” sulla cultura enologica. Il “Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano” è andato invece alla regista iraniana Rakhshan Banietemad, per l’impegno nel suo Paese per la promozione dei diritti umani, in particolare i diritti civili delle donne. A margine della cerimonia, la regista ha ringraziato per il riconoscimento ricevuto, spiegando che “questo premio appartiene a coloro, in primis donne, la cui vita è stata per me fonte d’ispirazione per le mie opere: affiderò questo premio al Museo del Cinema iraniano, in onore e in memoria del maestro del cinema iraniano Dariush Mehrjui”. “Per questa edizione, dedicata al tema ‘Radici e Prospettive’ abbiamo voluto unire due termini in contraddizione tra loro per rappresentare, anche attraverso i nostri premiati, quella che ritengo l’unica via possibile per salvaguardare le nostre preziose tradizioni e poter guardare in prospettiva, con fiducia” ha spiegato Isabella Bossi Fedrigotti, sottolineando che “l’ancoraggio alle radici non può essere una catena che inibisce il cambiamento, ma piuttosto la certezza di avere una linfa che alimenta l’esplorazione di strade nuove”.
“Non è stato difficile selezionare le personalità che rappresentassero al meglio un tema di forte attualità come quello scelto quest’anno: la capacità di guardare al futuro con prospettiva, senza dimenticare le radici storiche e culturali” ha affermato il vicepresidente della Fondazione e presidente di Masi, Sandro Boscaini, evidenziando che “con i cambiamenti in atto, anche quelli più drammatici a cui purtroppo stiamo assistendo in questi giorni, è fondamentale avere una prospettiva, che non deve per forza essere qualcosa di nuovo, ma deve rappresentare quella linfa e la forza di tornare alle radici per dare nuovi frutti”.
Vino, nuovo record per asta “Barolo en primeur”: raccolti 811mila euroMilano, 28 ott. (askanews) – La terza edizione dell’asta solidale “Barolo en primeur” ha stabilito un nuovo record, raccogliendo 811mila euro grazie a filantropi e investitori che nel tardo pomeriggio di venerdì 27 ottobre si sono ritrovati al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo) o si sono collegati in diretta dalle sedi di Christie’s di New York e Londra, e sulla piattaforma on line Auction Collective.
Il direttore di Christie’s Italia, Cristiano De Lorenzo, ha battuto 11 lotti, a cui erano associate altrettante barriques di Barolo Vigna Gustava della vendemmia 2022 da 225 litri, che daranno vita ognuna a 270 bottiglie, le “Barrique del Presidente” da 550 litri, e 10 lotti comunali formati da 1.336 bottiglie di Barolo e Barbaresco della vendemmia 2022 donati da 95 produttori del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, riuniti sotto il nome del Comune di produzione. In tutto 1.034 bottiglie da 0,75 litri, 242 magnum e 60 Jeroboam, per un totale di 1.318,5 litri. Cifre record per il tonneau da 500 litri che è stato battuto per 280mila euro, e per le barrique 10 e 11, vinte entrambe per 50mila euro, oltre al lotto comunale numero 20 assegnato a 20mila. Al pari delle precedenti edizioni, il ricavato andrà in beneficenza, a favore di diversi progetti di respiro locale, nazionale e internazionale nel campo dell’arte, della cultura e del sociale, mentre quello dei lotti comunali finanzierà la Scuola Enologica di Alba. Agli aggiudicatari dei lotti andranno in dono le relative bottiglie, pronte nel 2026, impreziosite dall’etichetta disegnata appositamente dalla celebre pittrice Otobong Nkanga, sulla quale verrà impressa la sua opera “The journey of a sip”. Le barrique sono vinificate dal Laboratorio ENOSIS Meraviglia di Donato Lanati e contraddistinte dal commento del critico enologico e Ceo di Vinous, Antonio Galloni.
Alla cifra raccolta si aggiungerà il ricavato del lotto abbinato alla dodicesima barrique, che verrà battuta sempre al Castello di Grinzane Cavour il prossimo 12 novembre durante l’asta mondiale del tartufo bianco d’Alba, in live streaming con Hong Kong, Francoforte, Singapore e Vienna. La relativa donazione sarà devoluta a favore della charity internazionale Mother’s Choice, che opera dal 1987 in favore dei bambini orfani e delle giovani madri in difficoltà. “Nelle prime tre edizioni, grazie a ‘Barolo en primeur’ siamo riusciti a destinare la cifra di più di 2,3 milioni di euro a progetti con finalità benefica, in Italia e nel mondo” ha commentato soddisfatto il presidente di Fondazione Crc, Ezio Raviola, parlando di “un risultato eccezionale per un evento che si intreccia con uno dei grandi ambasciatori del made in Italy, il vino Barolo, ai valori della solidarietà, del radicamento territoriale e della partecipazione sociale. Una cifra straordinaria – ha concluso – che ci incoraggia su questa strada nella certezza che Barolo en primeur potrà continuare a crescere ancora”.
L’asta, una delle più importanti gare di solidarietà italiane legate al vino, è promossa e organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione CRC Donare ETS, in collaborazione con il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.
Agroalimentare, “Sostenibilità per progettare futuro del territorio”Milano, 27 ott. (askanews) – Sostenibilità è la parola chiave per progettare il futuro del territorio. E’l’assunto al centro del convegno “Dop e Igp un modello sociale e sostenibile da tutelare”, organizzato questa mattina alla Camera di Commercio di Modena da Piacere Modena, a cui ha portato il saluto il sottosegretario all’Agricoltura, Giacomo La Pietra.
“Le IG rappresentano un un’opportunità di sviluppo economico sostenibile per le comunità locali, preservando al contempo le tradizioni e le risorse naturali” ha spiegato il presidente della Fondazione Qualivita, Cesare Mazzetti, evidenziando che “è opinione sempre più diffusa che la sostenibilità stia diventando parte integrante della catena del valore di tutta la filiera e che essa rappresenti oggi molto più che in passato l’anello di congiunzione anche con l’andamento del profitto e del fatturato”. “Le IG nascono a partire dal concetto di ‘durabilità’, nel luogo e nel tempo, che significa soprattutto sostenibilità” ha dihciarato il Dg di OriGin Italia, Mauro Rosati, sottolineando che “sarà compito dei Consorzi veicolare le IG nel nuovo contesto socio-economico, in cui i temi della responsabilità sociale saranno determinanti per dare al prodotto un valore che abbraccia i temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Al Consorzio di tutela – ha chiosato – spetta la definizione e gestione della responsabilità sociale della filiera, da declinare in un messaggio comprensibile e in una cultura diffusa in primis alle proprie aziende e poi ai consumatori”.
Tra i diversi relatori che si sono succeduti, anche Paolo De Castro, principale artefice dell’importante accordo sulla riforma del sistema delle IG raggiunto in sede europea il 24 ottobre scorso. L’europarlamentare dem ha spiegato che “a partire dal 2024, produttori e agricoltori potranno contare su un nuovo Testo Unico europeo sulle produzioni di qualità che prevede un rafforzamento del ruolo dei Consorzi e della protezione per Dop ed Igp, nonché maggiore trasparenza verso i consumatori”. “Sarà in particolare introdotto l’obbligo di indicare in etichetta di qualsiasi Dop ed Igp il nome del produttore per eliminare lo sfruttamento indebito della reputazione delle nostre IG” ha continuato, aggiungendo che ciò che riguarderà “anche Internet, grazie ad un sistema di geoblocking di contenuti illeciti. Il nuovo Testo Unico per la qualità europea – ha concluso – sarà l’unico atto legislativo di questa legislatura a supporto di un settore agricolo ed agroalimentare sempre più competitivo, sostenibile, integrato e capace di creare valore aggiunto”.
Riforma IG, Federdoc: risultato importante e successo dell’ItaliaMilano, 27 ott. (askanews) – “L’accordo raggiunto sulla riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche è un risultato importante e rappresenta un successo dell’Italia”. Lo ha dichiarato Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente della Confederazione nazionale consorzi volontari tutela Denominazioni vini italiani (Federdoc)
“Per questo – ha concluso il presidente di Federdoc – desidero ringraziare il relatore del provvedimento, onorevole Paolo De Castro, che ha lavorato al testo di compromesso di un accordo che mantiene alcuni articoli specifici della disciplina del vino all’interno dell’Ocm preservandone le peculiarità, le specificità e le tradizioni che lo rendono unico nel panorama vitivinicolo internazionale”.
Vino, appello dall’Abruzzo: subito risposte su disastro peronosporaMilano, 27 ott. (askanews) – Gli attori della filiera vitivinicola abruzzese, che conta 15mila aziende e 32.500 ettari vitati, si sono riuniti ieri a Pescara per lanciare “un ultimo appello al mondo politico”, chiedendo risposte concrete di fronte al “catastrofico calo medio del 70% della produzione di uve”, a causa del maltempo e soprattutto della peronospora.
“Dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative, la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo ad oggi non ha dato risposte chiare a sostegno del settore” protestano i rappresentanti del mondo del vino locale, dicendosi pronti “a scendere in piazza e a riconsegnare le tessere elettorali”. “Ad oggi – lamenta il settore – vi è stata solo l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento, considerando che il settore enologico nazionale fattura più di 7 miliardi di euro senza ovviamente considerare tutto l’indotto: in ambito regionale si parla di 5 milioni in due anni ed in quello nazionale di 7 milioni, dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie”. Secondo le stime dei viticultori abruzzesi, la perdita acclarata è di circa di 2,7 milioni di quintali di uva, pari a circa due milioni di ettolitri di vino, che in termini di imbottigliato equivalgono a circa 260 milioni di pezzi. “Se dovessimo fare una stima del mancato reddito delle aziende possiamo indicare in circa 108 milioni di euro la perdita sulle uve, 130 milioni sullo sfuso e 520 milioni circa sull’imbottigliato” continuano, aggiungendo che “una stima prudenziale induce a ritenere che la nostra filiera vitivinicola subirà un danno economico non inferiore ai 380 milioni di euro”.
Tre i punti principali sui quali viene chiesto un intervento tempestivo: “sospensione del pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le garanzie bancarie come è stato fatto durante l’emergenza Covid; sospensione e/o riduzione dei contributi Inps, e azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un’istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere”. Nei primi due casi, la competenza spetterebbe al governo, mentre, nel terzo, il ruolo della Regione risulta fondamentale. Una richiesta di provvedimenti di sostegno a livello nazionale per le imprese vitivinicole è stata avanzata anche da Assoenologi, Associazione Città del Vino, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, Copagri, Daq vino, Legacoop, Liberi Agricoltori e Movimento Turismo del Vino.
Vendemmia, Famiglie Storiche: soddisfatti per quantità e qualità uveMilano, 27 ott. (askanews) – “Da previsioni vendemmiali poco entusiasmanti, ci dobbiamo ritenere soddisfatti con rese nella media o leggermente inferiori, e sicuramente una buona-ottima qualità del prodotto. Le uve per la produzione di Amarone e Recioto sono nei fruttai in appassimento. Nella speranza di un inverno freddo e con bassa percentuale di umidità, fuori i grappoli si formano e dentro si trasformano”. Così il presidente dell’associazione Famiglie Storiche, Pierangelo Tommasi, fa un primo punto sulla vendemmia da poco conclusa sia nella zona Classica che in quella Orientale della Valpolicella (Verona).
In attesa di poter fornire un bilancio più completo a gennaio quando terminerà il processo di appassimento, Tommasi spiega che la raccolta di quest’anno “metterà in luce le vere capacità viticole ed enologiche di ogni azienda”. “Saranno premiati, infatti, coloro che hanno avuto le conoscenze per gestire al meglio il vigneto, in una stagione impegnativa ed altalenante, con una primavera molto piovosa e temperature sotto la media mentre i mesi centrali, in particolare in agosto, sono stati molto caldi” precisa, sottolineando che “il finale di stagione, a partire da settembre e quindi il periodo vendemmiale, è stato ottimo, privo di piogge: un cambio climatico positivo ed importante, con caldo di giorno e notti molto fresche, fattori che hanno contribuito a far maturare le uve, con un rapido incremento degli zuccheri ed un notevole aumento delle sostanze fenoliche”. L’Associazione Famiglie Storiche è nata nel 2009 e oggi conta 13 soci che da generazioni sono testimoni attivi del “mondo Amarone”: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato.
Il 28 ottobre a Fattoria del Colle i vini dolci della ToscanaMilano, 27 ott. (askanews) – Il 28 ottobre alla Fattoria del Colle a Trequanda (Siena) si terrà “Dolce Toscana nel vino”, evento durante il quale Donatella Cinelli Colombini presenterà il suo nuovo “Passito 2018 Bio” da uve Traminer a tiratura limitata, insieme con i vini dolci prodotti da dodici Donne del Vino toscane di celebri brand di grande tradizione: sette Vin Santo di età e provenienza diverse, due passiti, un occhio di pernice, un Aleatico e un Moscadello.
La manifestazione sarà anche l’occasione per discutere, con l’aiuto del giornalista enogastronomico Gianni Fabrizio, le scelte stilistiche e di marketing per un possibile rilancio futuro di questi vini, provati da contraffazioni e accorgimenti produttivi che riempiono il mercato di Vin Santo scadente a prezzi bassissimi e incompatibili con l’assai costoso processo produttivo tradizionale. Oltre a investimenti in comunicazione, eventi e un maggiore impegno dei pasticceri toscani, secondo Donatella Cinelli Colombini, una possibile strategia di marketing per i vini dolci riguarda il modo di consumarli: fuori pasto oppure a fine pasto in abbinamento con formaggi erborinati e stravecchi. Per questo il 28 ottobre proporrà il “Passito 2018 Bio” in abbinamento a tre formaggi scelti dal super premiato affinatore caseario Andrea Magi DeMagi, e a un dolce creato appositamente dal campione del mondo Rossano Vinciarelli. Prodotto in sole 364 piccole bottiglie custodite in scrigni azzurri e munite di un certificato simile a quello delle opere d’arte, il nuovo Passito di Donatella Cinelli Colombini è ottenuto da un appassimento naturale ed è stato voluto da suo marito Carlo Gardini che, negli anni, ha ottenuto altissimi rating da parte della stampa internazionale.
La Toscana ha vini dolci di grande genealogia: l’Aleatico, il Moscadello di Montalcino e il Vin Santo, che è appunto il più conosciuto e il cui nome pare nasca durante il Concilio di Firenze del 1431, quando il Cardinal Bessarione di Nicea lo paragonò al vino dell’isola di Xantos.
Vini Doc Sicilia: vendemmia finita, menzione speciale per uve nereMilano, 26 ott. (askanews) – Si avviano alla fine gli oltre “cento giorni” della vendemmia siciliana, tradizionalmente la più lunga d’Italia, segnata quest’anno da un calo produttivo oltre il 40 % dovuto agli eccessi climatici e all’attacco senza precedenti della peronospera. Nonostante le difficoltà, il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia parla di “qualità alta delle uve” e dedica “una menzione speciale a quelle a bacca nera, dato che gli acini, restando di piccole dimensioni, garantiscono maggiore intensità e concentrazione aromatica”.
La raccolta ha visto il suo inizio a fine luglio lungo la costa Occidentale dell’isola fino a spostarsi gradualmente verso Sud Est, per poi avviarsi a conclusione a ottobre inoltrato sui rilievi più alti.
Moretti Polegato: per Prosecco raggiunto tetto massimo produzioneMilano, 26 ott. (askanews) – Il Gruppo vitivinicolo trevigiano Villa Sandi, di proprietà della famiglia Moretti Polegato, ha sede in uno splendido edificio in stile palladiano risalente al 1622 a Crocetta del Montello (Treviso), che è stato acquistato alla fine degli anni Settanta e che da due anni è segnalata tra le “World’s Best Vineyards”. L’azienda conta su circa duecento ettari di proprietà, a cui se ne sommano altri duemila controllati tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, con al centro cinque Tenuta, la più piccola e preziosa delle quali è La Rivetta a Cartizze, il “Grand Cru” del Prosecco. Alle Tenute, va aggiunta Borgo Conventi, storica azienda vitivinicola di 30 ettari nel Collio acquisita nel 2019.
Villa Sandi è oggi l’azienda privata più importante del Prosecco, arrivata a produrre circa 33 milioni di bottiglie all’anno, il 40% delle quali di Prosecco Doc e un altro 30% tra Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Docg. Un gigante insomma, uno dei simboli non tanto di un vino, ma di un fenomeno planetario, dato che nel 2022 il cosiddetto Sistema Prosecco (formato dalla Doc e dalle due Docg) ha prodotto in totale circa 765 milioni di bottiglie per un controvalore complessivo che si aggira attorno ai 3,7 miliardi di euro. Il 2022 della Cantina di Crocetta del Montello (Treviso) è stato chiuso con un fatturato record di 145 milioni di euro, +20% sul 2021, con una crescita del 70% negli ultimi cinque anni. Numeri importanti ottenuti anche grazie all’export in 130 Paesi, che oggi rappresenta circa il 65% del fatturato complessivo. “Il 2022 è stato un anno al di là di ogni più rosea aspettativa, per noi ancor più che per altri” afferma ad askanews il presidente di Villa Sandi, Giancarlo Moretti Polegato, spiegando che le chiavi di lettura “del nostro successo sono quella di puntare su una grande diversificazione, coprendo tutti i mercati, dal consumo fuori casa fino alla grande distribuzione, con il marchio La Gioiosa che fornisce tutte le grandi catene al mondo, e quella di aver sempre scommesso molto sulla qualità. Noi abbiamo l’intera filiera – aggiunge – e curiamo dalla vigna alla bottiglia, e ogni anno cerchiamo di alzare l’asticella della qualità”.
Dopo il triennio 2020-2022 di forte e costante espansione, per il mondo del vino l’anno che stiamo vivendo appare più contratto a causa della difficile congiuntura economica e la complessa situazione internazionale. “Il 2023 è un anno di consolidamento, perché non possiamo, noi e tutti gli altri, pensare di crescere ai ritmi dell’ultimo triennio e in particolare a quelli del 2022” continua il presidente, evidenziando “però siamo fiduciosi, il terzo trimestre ha ripreso a tirare e l’horeca, trainata dai tantissimi turisti stranieri e dal bel tempo che ha prolungato la stagione estiva, ha compensato qualche rallentamento nell’export”. “Un imprenditore deve essere positivo e credere nel lavoro che fa – chiosa – vino e cibo sono di moda nel mondo e il ‘Made in Italy’ ci salverà anche da questa difficile situazione internazionale”. Ora gli occhi sono puntati a quest’ultimo trimestre del 2023, quello che con le feste di Natale e Capodanno può fare la differenza soprattutto per i produttori di bollicine. “Il Prosecco non è un bene di lusso, ha un prezzo democratico a portata di tante famiglie, c’è la Doc per chi vuole spendere meno, la Docg per spendere un po’ di più fino al Cartizze che è il Cru: è per tutte le tasche, tanto è vero che tutto il mondo Prosecco quest’anno perderà tra il 2 e il 3% a volume: rispetto ad altri vini direi che possiamo essere soddisfatti”. Le previsioni indicano infatti che il calo maggiore di volumi riguarderà proprio la fascia più alta di prezzo, quella del Conegliano Valdobbiadene Docg di cui l’anno scorso sono state vendute poco più di 100 milioni di bottiglie. “Si è venduta l’intera produzione, come succederà più o meno quest’anno, in cui, tra l’altro, c’è meno quantità del 2022: comunque quello che si produce si vende” aggiunge il presidente, sottolineando che per questa Docg “siamo arrivati al punto di massima produzione e, come accade sempre in questi casi, si eleva il valore: l’aumento di prezzo dell’anno scorso è dovuto proprio al fatto che non si poteva crescere in volume”.
“Il Prosecco non è una moda, né è tantomeno passeggera, è in una fase di consolidamento: ci sono mercati maturi come la Germania e la Gran Bretagna, e diversi Paesi che possono potenzialmente aumentare il consumo, come ad esempio gli Stati Uniti e poi certamente il Far East” continua, evidenziando però che “tra tutte e tre le Denominazioni non c’è più possibilità di aumentare i volumi, siamo arrivati al tetto massimo della produzione, quindi sposteremo l’export da un Paese all’altro, compensando il calo di uno con l’aumento di un altro. Per questo – chiosa – è fondamentale avere un gran numero di Paesi nei diversi Continenti”. Nonostante la crescita in volumi e in valore registrata in questi anni dal Prosecco nelle sue varie declinazioni, e la riconoscibilità del nome di questo vino in (quasi) tutto il mondo, quest’anno ha ripreso vigore la storica diatriba tra i produttori di collina e quelli di pianura, tra Docg e Doc. Circa 230 Cantine delle Docg non accettano infatti diciture generiche come “Prosecco hills” (e a cascata “Prosecco marathon” e “Prosecco cycling”) e i cartelli dello stesso tipo che accompagnano il Cammino Unesco, pretendendo che “nella comunicazione del nome e delle immagini del nostro territorio” si usi sempre e solo Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, richiamando polemicamente il proprio Consorzio a vigilare sul “rispetto della legalità”. “Nei giorni scorsi, il ministero dell’Agricoltura ha convocato i presidenti dei tre Consorzi per cercare di evitare scontri inutili e dispendiosi” spiega Giancarlo Moretti Polegato, terza generazione al comando di Villa Sandi che tiene i piedi in tutte le scarpe del mondo Prosecco, sottolineando che “noi dobbiamo presentarci al mondo con un messaggio univoco per far capire che cosa è il Prosecco nelle sue varie Denominazioni, in maniera chiara senza che ci siano confusioni tra uno e l’altro”. “Penso che questa convocazione sia un primo passo per mettere fine a questa davvero inutile litigiosità” prosegue, aggiungendo che “si può e si deve trovare il modo di dialogare, non dico di fare un Consorzio unico perché questo oggi è impossibile, ma si deve lavorare sulla promozione e la comunicazione come si era fatto con il Sistema Prosecco, per la tutela del marchio nel mondo la cui spesa è sostenuta da tutti e tre i Consorzi insieme”.
Una delle incognite che gravano maggiormente sul futuro del vino è rappresentata dal cambiamento climatico, che negli ultimi due anni ha determinato nel nostro Paese lunghi periodi di grave siccità alternati a prolungate e violente piogge che hanno contribuito ad alimentare diverse malattie fungine. “Per quanto riguarda la nostra vendemmia, la quantità, diversamente dalle previsioni, è più o meno la stessa dell’anno scorso, e siamo ottimisti anche sulla qualità, a dimostrazione che la vite è una pianta che si adegua abbastanza bene ai cambiamenti climatici” spiega Moretti Polegato ad askanews, sottolineando che “di certo dobbiamo continuare sulla strada della ricerca: noi facciamo parte di un gruppo di aziende che si chiama ‘Wine research team’ (Wrt), che sta sperimentando dei portainnesti che possono ridurre del 40% l’acqua necessaria alla vite che ne consuma 7-8 litri. Questo territorio ci ha dato molto e noi dobbiamo rispettarlo – conclude – e per questo che sono vent’anni che lavoriamo sulla sostenibilità, tanto è vero che tutti i nostri vigneti sono certificati ‘biodiversity’, con una conduzione della vigna rispettosa dell’ambiente, dei frutti che produce e degli animali che ci vivono”.