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Vino, il 13 giugno a Firenze al via 74esimo anno accademico dell’Aivv

Vino, il 13 giugno a Firenze al via 74esimo anno accademico dell’AivvMilano, 10 giu. (askanews) – Il 13 giugno, all’Auditorium Sant’Apollonia di Firenze, si inaugura il 74esimo anno accademico dell’Accademia della vite e del vino (Aivv). Il nuovo anno prende il via sotto la guida della nuova governance che ha visto, dopo 20 anni, Antonio Calò passare la mano a Rosario Di Lorenzo nel ruolo di presidente dell’Aivv, fondata il 30 luglio 1949 a Siena (città dove ha avuto sede per moltissimi anni) con lo scopo di promuovere studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti la vite ed il vino, compreso l’insegnamento. Sono stati eletti vicepresidenti Vincenzo Gerbi e Angelo Costacurta, e consiglieri Emilio Celotti, Donatella Cinelli Colombini, Davide Gaeta, Cesare Intrieri, Giusi Mainardi, Vittorino Novello, Danilo Riponti, Oriana Silvestroni, Paolo Storchi, Alessandro Torcoli e Carlo Viviani. Antonio Calò avrà il ruolo di presidente onorario.

Firenze è una “sede simbolica”, fortemente voluta dalla Regione Toscana per ospirare l’appuntamento del più importante sodalizio italiano dedicato alla vitivinicoltura, con al suo attivo 570 accademici tra studiosi, imprenditori e divulgatori del settore. “Apriamo questo anno accademico con un nuovo corso, un nuovo gruppo di lavoro che vede varie figure impegnate nel consiglio direttivo, ma anche con nuovi obiettivi in uno scenario, quale quello vitivinicolo, che sta cambiando” ha affermato il neo presidente, aggiungendo che “metteremo in questo senso tutti i nostri accademici al servizio dello sviluppo delle tecniche, ma anche della riflessione e della divulgazione sulle nuove tematiche e problematiche che incidono nel comparto e nella filiera”. Il programma della mattinata prevede, a partire dalle 10, i saluti di Di Lorenzo, la consegna dei diplomi e quindi la prolusione di Luigi Moio, Ordinario di Enologia alla Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), dal titolo “Il futuro del vino nell’era della sostenibilità”. Alle 12 è invece prevista l’assemblea del Corpo accademico. Nato a Palermo nel 1955, il neo presidente Di Lorenzo è stato Ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Palermo e ha alle sue spalle oltre un centinaio di pubblicazioni. Ha dedicato una particolare attenzione allo studio della nutrizione idrica e minerale delle viti e alla sperimentazione del telerilevamento in viticoltura.

L’Aivv è collegata al ministero dei Beni culturali e al ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Foreste. La sua attività si svolge in “tornate” a carattere itinerante con eventi organizzati insieme a visite conoscitive di specifiche realtà produttive. L’Accademia assegna i premi “Arturo Marescalchi”, quello internazionale di vinicoltura “Giovanni Dalmasso” e quello intitolato a “Pier Giovanni Garoglio”.

Vino, il neozelandese John Barker eletto nuovo Dg dell’Oiv

Vino, il neozelandese John Barker eletto nuovo Dg dell’OivMilano, 9 giu. (askanews) – Il 54enne neozelandese John Barker è stato eletto oggi Direttore generale dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv). Alla 21esima assemblea generale che si è chiusa oggi a Jerez de la Frontera (Spagna), Barker ha ottenuto i voti di 46 dei 47 Stati membri aventi diritto. Il nuovo Dg inizierà il suo mandato nel gennaio 2024, “Anno internazionale della vite e del vino” nel quale l’organizzazione celebrerà il suo centenario.

Barker si è laureato in “Legge e Arti” all’Università di Auckland, ateneo dove ha poi conseguito un dottorato con una tei dal titolo: “Different worlds: law and the changing geographies of wine in France and New Zealand”, in collaborazione con il Dipartimento Inra-Enesad dell’ Université de Bourgogne di Digione, città francese da dove guiderà l’Organizzazione per i prossimi cinque anni. Il 54enne ha iniziato a lavorare con l’Oiv nel 2005 come esperto per la Nuova Zelanda, arrivando poi a presiedere la Commissione Diritto ed economia (2009-12), per poi assumere il ruolo di vicepresidente (2012-2014). Dopo essersi candidato alla carica di Dg nel 2018, ha continuato il suo lavoro come esperto dell’OIV e come “giurista del vino”, mantenendo anche la carica di direttore generale advocacy per la “New Zealand Winegrowers” (2004-2014). Negli anni ha fornito consulenze a clienti di molti Paesi, tra cui Australia, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Georgia, Moldavia, Canada, Singapore, Giappone e, naturalmente, Nuova Zelanda.

Unione italiana vini: su Ocm vino e dealcolati stallo preoccupante

Unione italiana vini: su Ocm vino e dealcolati stallo preoccupanteMilano, 9 giu. (askanews) – E’ lo stallo su due aspetti strategici come l’Ocm vino e le bevande dealcolate a preoccupare maggiormente Unione italiana vini (Uiv), il cui consiglio nazionale si è riunito oggi all’Azienda Bellavista a Erbusco (Brescia). Una stasi che risulta “ancor più pesante nel contesto di brusco rallentamento dei mercati internazionali registrato in questi primi mesi dell’anno”.

In una nota, Uiv ricorda che dopo le recenti richieste di “aggiustamento” da parte del ministero dell’Economia, si allungano infatti i tempi di approvazione della misura relativa alla promozione 2022-2023 del vino italiano nei Paesi terzi. “Ora l’ok alla misura è ulteriormente rinviato al 21 giugno, con il competitor francese ha già emanato il bando da quasi due mesi e ora ha tutto il tempo per organizzare al meglio i programmi il cui avvio è previsto il prossimo 16 ottobre” evidenzia la confederazione, rilevando che “contestualmente, il permanere della situazione di impasse sul fronte della produzione e commercializzazione dei prodotti dealcolati, che in Italia restano ancora inibite nonostante il via libera da parte dell’Unione Europea, e le reiterate sollecitazioni dell’associazione imprese italiane del vino presso il ministero dell’Agricoltura per risolvere uno stallo che di fatto genera un evidente svantaggio competitivo”. “Le istituzioni ci stimolano a una ulteriore crescita con l’obiettivo di superare il competitor francese nella leadership mondiale del mercato del vino: un obiettivo giusto, che le imprese italiane del vino sono consapevoli di poter raggiungere, a patto però che ognuno faccia la propria parte” ha dichiarato il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi, aggiungendo che “lo svantaggio competitivo generato dai ritardi delle Amministrazioni nelle scelte, non aiuta lo sviluppo del mercato, tra l’altro in un periodo di forte incertezza con un livello di giacenze ben oltre la soglia di sicurezza In diverse aree strategiche del Paese”.

L’analisi del mercato emersa in Consiglio, a cui hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (in collegamento), e il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, acuisce l’apprensione degli imprenditori. Secondo l’Osservatorio Uiv, ad aprile il livello delle giacenze ha superato il +5% rispetto al pari periodo dello scorso anno, nonostante una campagna vendemmiale 2022 chiusa con volumi in contrazione dell’1%. In forte crescita gli stock delle Dop (+9%). Una situazione che comincia a riverberarsi sui prezzi dello sfuso, in discesa soprattutto al Sud, con la Germania che sta acquistando in regime di low cost. Anche le vendite all’estero evidenziate nell’anteprima export primo trimestre presso le principali piazze extraUe, registrano la fatica di mercati importanti, in particolare in Uk, Canada, Giappone, Cina e Corea del Sud. In forte rallentamento, per la prima volta dopo anni di crescita, anche gli spumanti.

Alluvione, Giansanti: danni epocali, ci vorrà tempo per la ripartenza

Alluvione, Giansanti: danni epocali, ci vorrà tempo per la ripartenzaManduria (Ta), 9 giu. (askanews) – “Oggi non possiamo dimenticare ciò che è accaduto in Emilia Romagna. Una parte del Paese sta piangendo danni epocali, la ripartenza in quelle zone non avverrà dalla mattina alla sera”. E’ l’allarme lanciato da Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, dalla Masseria Li Reni per il quarto Forum in Masseria “L’Italia che verrà”.

“La sfida in cui si coniuga produttività, garanzie, sicurezza alimentare, con cambiamento climatico o la facciamo accompagnando l’agricoltura o è evidente che gli agricoltori senza una regia e senza mezzi e risorse non ce la faranno”, ha aggiunto. “Gli ultimi tre anni – ha spiegato il presidente di Confagricoltura – sono stati per gli agricoltori molto difficili. Da una parte importanti perché il Covid e la guerra russo-ucraina hanno dimostrato quanto sia importante avere oggi un settore primario fondamentale e in grado di rispondere alle necessità del Paese. L’accesso al cibo oggi in Italia è permesso a tutti, con prodotti da basso costo fino ai più alti. Questa è la sfida del futuro, ovvero come coniugare le risorse economiche del Pnrr e in generale della programmazione europea dei fondi dell’agricoltura. Noi avevamo chiesto maggiori risorse per il futuro quinquiennio. Non mi sembra che l’Europa voglia dare ulteriori risorse economiche al settore che deve garantire stabilità economica per i consumatori. La nostra principale preoccupazione è continuare a produrre cibo di qualità, in quantità e poter garantire a tutti i consumatori del mondo al minor prezzo possibile”, ha concluso.

La Spagna ospite d’onore del “Food and wine tourism forum 2023″

La Spagna ospite d’onore del “Food and wine tourism forum 2023″Milano, 8 giu. (askanews) – La Spagna sarà il Paese ospite d’onore della sesta edizione del “Food and wine tourism forum”, il più importante appuntamento in Italia dedicato all’innovazione del turismo enogastronomico che si svolgerà il 21 giugno al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo).

Promosso e organizzato da Ente Turismo Langhe Monferrato Roero con la direzione scientifica di Roberta Milano, il Forum, il cui titolo di quest’anno è “Prospect”, riunirà esperti, ricercatori, accademici, rappresentanti istituzionali e imprenditori del settore per confrontarsi su sostenibilità, accelerazione digitale, cambiamento climatico e strutturazione di un’offerta sempre più competitiva e smart nelle prospettive di sviluppo del turismo enogastronomico. “Tutti i trend e le tendenze confermano la preferenza verso un turismo legato al cibo e al vino che sa interpretare perfettamente i valori e le esigenze del nuovo modo di viaggiare post-pandemia, facendo sempre più del turismo enogastronomico una grande opportunità. Soprattutto per l’Italia” ha spiegato Milano, aggiungendo che però “la ‘conditio sine qua non’ è che l’Italia sappia valorizzare la riconosciuta forza dei prodotti e contemporaneamente rispondere alle urgenti esigenze di sostenibilità e digitalizzazione”.

Per la Spagna interverranno Maria Velasco González, Consigliere Gabinetto del Segretario di Stato del Turismo, e Juan Luis López Vázquez, Area Promozione Internazionale del Sevilla City Office, che parleranno, tra l’altro, dell’innovativo “Plan de Turismo Enogastronómico”. Tra le principali novità di questa edizione, c’è la partnership scientifica con “BTO, Be Travel Onlife”, evento fiorentino che da 15 anni rappresenta l’appuntamento di riferimento in Italia su turismo digitale e innovazione. La manifestazione si svolgerà su quattro sale per un totale di 21 appuntamenti in programma dalle 10 alle 18, che spazieranno dalla strategia all’operatività, dalle testimonianze internazionali al social media marketing, dalle più recenti ricerche alla didattica sui tools di promozione digitale. Per la prima volta al Forum, le Città Creative Unesco per la Gastronomia sottolineeranno la forza della rete, l’importanza di collaborare insieme per obiettivi comuni. Saranno ospiti le città di Burgos (Spagna), Rouen (Francia) e Bergamo, riunite allo stesso tavolo con la “padrona di casa” Alba, che dal 2017 fa parte del prestigioso network internazionale.

Il “Food and wine tourism forum” è un evento patrocinato da Enit, Regione Piemonte e Visit Piemonte, realizzato in partnership con BTO e Castello di Grinzane Cavour – Enoteca Regionale Piemontese Cavour, con il contributo di Fondazione CRC e Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria.

Presentato “Itinerario della Bellezza” nella provincia Pesaro e Urbino

Presentato “Itinerario della Bellezza” nella provincia Pesaro e UrbinoMilano, 8 giu. (askanews) – E’ stata presentata oggi a Roma la sesta edizione dell’”Itinerario della Bellezza” nella provincia di Pesaro e Urbino. Un percorso tra mare, parchi naturali, città d’arte, rilievi punteggiati da borghi inaspettati, ideato nel 2018 da Confcommercio Pesaro e Urbino – Marche Nord per far scoprire ai visitatori italiani e stranieri gli angoli meno noti di questa provincia (quella più visitata delle Marche), trasformando in destinazioni turistiche i Comuni aderenti, che difficilmente da soli riuscirebbero a farsi conoscere.

La guida è anche un viaggio gastronomico alla (ri-)scoperta della cucina locale di qualità e delle eccellenze agroalimentari. Questa è una terra di vini, come il Bianchello del Metauro, il Sangiovese dei Colli Pesaresi e il Pergola Rosso, di tartufi 365 giorni l’anno, come il bianco pregiato o il nero pregiato di Pergola e Apecchio, e di originali caffè come la Moretta di Fano. Ma anche di tipicità Dop come la Casciotta di Urbino, il prosciutto di Carpegna e l’olio di Cartoceto. “L’Itinerario della Bellezza è un progetto di comunicazione, unico in Italia ideato da un’associazione di categoria” ha spiegato il direttore di Confcommercio Marche Nord, Amerigo Varotti, “che utilizza tutti gli strumenti del marketing turistico per valorizzare il patrimonio artistico, ambientale ed enogastronomico della rete dei comuni aderenti”. “Una guida che è riduttivo paragonare a un semplice depliant, visto che con le sue 160 pagine, corredate da foto e testi inediti, va letteralmente a ruba nelle principali fiere italiane e negli uffici di Informazione e accoglienza turistica (Iat)”.

L’itinerario comprende oggi ben 21 località: perché ad Apecchio, Cagli, Cantiano, Colli al Metauro, Fano, Fossombrone, Gabicce Mare, Gradara, Mondavio, Pergola, San Lorenzo in Campo, Sassocorvaro Auditore, Tavullia, Terre Roveresche, sino alle più note Pesaro e Urbino, nella versione 2023 si vanno ad aggiungere le new entry di Cartoceto, Isola del Piano, culla del biologico italiano, Mondolfo, Borgo più bello d’Italia e Bandiera blu 2022, Mombaroccio, scrigno medievale dalle mura possenti, e Piobbico, feudo fiabesco della potente famiglia Brancaleoni. Disponibile anche sull’app gratuita e sul sito confcommerciomarchenord.it, l’itinerario spazia in pochi chilometri dalle località balneari di Gabicce Mare, Marotta di Mondolfo e Fano, la Fanum Fortunae, città romana della fortuna, fino a Cantiano, sotto le cime del monte Catria. Passando per Cagli, con la sua celebre Cappella Tiranni affrescata da Giovanni Santi, il padre di Raffaello, e Mondavio, Borgo più bello d’Italia dominato dalla fortezza di Francesco di Giorgio Martini, genio dell’architettura quattrocentesca. Ma anche per Pergola, custode dei Bronzi Dorati di Cartoceto, unico gruppo di età romana in bronzo dorato giunto fino a noi. E poi Urbino, culla del Rinascimento, con il suo Palazzo voluto dal duca Federico da Montefeltro, oggi sede della Galleria Nazionale delle Marche, e Pesaro, Capitale italiana della Cultura 2024, patria di Gioachino Rossini.

Consorzio vini Doc Sicilia: nuovo spot su Grillo e Nero d’Avola

Consorzio vini Doc Sicilia: nuovo spot su Grillo e Nero d’AvolaMilano, 8 giu. (askanews) – Grillo e Nero d’Avola Doc Sicilia sono i protagonisti di un nuovo spot prodotto dal Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia. Un video che celebra vini e territorio con il claim “Sicilia, isola che unisce”, messaggio che traduce in parole le inquadrature di scorci di città e siti archeologici, dei vigneti e di momenti di gioia che hanno il vino come comune denominatore.

“È un grande piacere e orgoglio vedere i valori del Consorzio Tutela Vini DOC Sicilia e dei produttori siciliani raccontati all’interno di questo spot” ha spiegato il presidente del Consorzio, Antonio Rallo, sottolineando che “i vini Doc Sicilia sono infatti simbolo non solo di qualità ma rappresentano un’autentica unione con il territorio in cui nascono, un’unicità che vogliamo trasmettere a tutti coloro che desiderano scoprire anche questo lato della Sicilia”.

Vino, Consorzio Custoza Doc a “Custoza in festa” e “Festa nodo d’amore”

Vino, Consorzio Custoza Doc a “Custoza in festa” e “Festa nodo d’amore”Milano, 8 giu. (askanews) – Sabato 10 e domenica 11 giugno, in occasione di “Custoza in festa”, manifestazione che ogni anno anima la piazza del paese del Veronese con l’Enoteca del Custoza, stand gastronomici, musica e intrattenimento, 14 cantine del Consorzio Tutela Vino Custoza Doc apriranno le loro porte al pubblico.

Il prossimo 20 giugno il Custoza sarà invece tra i protagonisti della “Festa del nodo d’amore”. Tra rievocazioni storiche della leggenda che ha dato origine ai tradizionali tortellini e la spettacolare cena per quasi tremila commensali sul Ponte Visconteo, ogni anno la manifestazione richiama a Borghetto sul Mincio (Verona) tantissimi visitatori. Anche in questa edizione il Consorzio sarà partner d’eccellenza con i vini dei soci produttori ad accompagnare la cena. “È sempre una grande soddisfazione promuovere il nostro territorio, quello su cui abbiamo la fortuna di vivere quotidianamente e che ci regala il nostro vino” ha dichiarato la presidente del Consorzio, Roberta Bricolo, sottolineando “vino che è solo lo specchio di un intero patchwork di luoghi, persone e usi che meritano di essere scoperti e conosciuti: esserci in queste occasioni significa per noi rafforzare un impegno con la nostra terra che è ormai diventato una missione”.

Vino, “Cantine non usano vetro leggero perché temono calo vendite”

Vino, “Cantine non usano vetro leggero perché temono calo vendite”Milano, 8 giu. (askanews) – Il contenimento del peso delle bottiglie, il loro riciclo e l’indicazione in etichetta del corretto processo di smaltimento, sono fra le proposte europee per ridurre l’impatto ambientale della produzione del vino, a cui si sta affiancando il riuso delle bottiglie usate con un progetto che prevede, entro sette anni, una quota fra il 5 e il 10% di quelle immesse nel mercato europeo (l’80% entro il 2040). Questi temi sono stati al centro del convegno “Vetro leggero, sfide e nuovi trend” che si è tenuto oggi alla Vetreria Etrusca della famiglia Bartolozzi a Montelupo Fiorentino (Firenze), promosso dalla delegazione toscana dell’Associazione Donne del vino.

Durante l’evento è stata presentata un’indagine qualitativa realizzata attraverso 22 interviste a produttrici dell’Associazione Donne del vino di Toscana e Veneto, ideata dalla sommelier Paola Rastelli e curata da Marta Galli, direttore operativo dell’Osservatorio sulla sostenibilità nei settori del vino e dell’enoturismo dell’Università Cattolica di Milano. Dall’indagine emerge la diffusa volontà delle produttrici di contribuire alla riduzione dell’impronta carbonica del vino, e che l’impegno per l’ambiente è visto soprattutto come un dovere etico e non tanto come un’opportunità, dato che l’uso del vetro leggero non ha una certificazione facilmente identificabile dal consumatore e quindi non c’è un ritorno commerciale diretto. La capacità di comunicare le proprie scelte ambientali è invece meno generalizzata ed è migliore nelle aziende sopra ai 50 milioni di fatturato, con particolare riferimento ai mercati scandinavi e anglosassoni. In Italia diventa invece quasi irrilevante, perché il suo utilizzo provoca uno svantaggio competitivo a dimostrazione della forza che ancora hanno le “fake news” che associano il peso della bottiglia all’importanza del vino che contengono.

Un altro problema del vetro leggero è che attualmente dispone di un minor numero di formati, circostanza che può costringere le Cantine a dover modificare il “look” delle loro bottiglie. C’è poi il tema ancora più delicato della tappatura: infatti anche ammettendo un’omologazione dei vetri a pochi formati e l’allestimento di un circuito di recupero delle bottiglie usate, è difficile immaginare l’assenza di differenze fra i colli realizzati da vetrerie diverse. Difformità che potrebbero creare seri problemi ai vini “premium” e a quelli a lungo affinamento. All’iniziativa sono intervente anche la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi, e la sua collega alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità Stefania Fontanelli. “L’utilizzo del vetro leggero spesso va di pari passo con quello del biologico o comunque di coltivazioni sostenibili: credo che sia una scommessa importante, bisogna fare molti passi avanti sia sul fronte culturale sia sul tema del riuso del vetro su cui occorre ragionare” ha affermato Saccardi, aggiungendo “noi siamo al vostro fianco e vogliamo come Regione Toscana lavorare assieme a voi perché l’apporto delle Donne del Vino sia un patrimonio non solo di questo straordinaria associazione ma sia un valore da acquisire da parte di tutti”. “L’uso del vetro leggero – gli ha fatto eco Donatella Cinelli Colombini, delegata delle Donne del Vino toscane – è fondamentale per la sostenibilità del comparto enologico così come è determinante per l’economia delle Regione Toscana, perché la produzione di ogni chilogrammo di vetro equivale all’emissione di 2,7 chilogrammi di CO2”.

Effetto “birra” per agroalimentare italiano: 8 volte su 10 si beve a pasto

Effetto “birra” per agroalimentare italiano: 8 volte su 10 si beve a pastoMilano, 8 giu. (askanews) – Quando vale “l’effetto birra” sull’agroalimentare italiano nel fuori casa? A misurarlo è una ricerca realizzata da Nomisma per Osservatorio birra e Agronetwork che racconta i consumi di birra nell’horeca attraverso il punto di vista di un campione di 1.000 consumatori tornati nei luoghi della socialità e di 100 professionisti del fuoricasa.

L’anno scorso fuori casa e birra sono cresciuti insieme: al +39% dei consumi agroalimentari fa eco il +21% di quelli della birra. Quando al ristorante, in pizzeria, al pub o in trattoria si ordina una birra, otto volte su 10 si sceglie di accompagnarla con cibo della tradizione italiana: con una pizza, per aperitivo con formaggi e salumi del territorio, con un primo della tradizione o un secondo di carne o di pesce. La birra, quindi, si conferma un traino per la fetta di consumi agroalimentari nel fuoricasa che, stime Nomisma/Istat, nel 2022 vale 89,7 miliardi di euro. Un fuoricasa che, rivela lo studio Osservatorio Birra/Agronetwork, è sempre più legato a materie prime italiane, ai prodotti agroalimentari e alle bevande di qualità, locali o legati al territorio. Secondo gli addetti ai lavori dell’horeca, negli ultimi due anni il consumo di prodotti agroalimentari di alta qualità nei locali italiani è aumentato (44%). E quello delle bevande registra addirittura il 53%. Interrogati sulle tendenze del momento del fuoricasa, i ristoratori italiani hanno risposto “il ritorno della tradizione, ma di qualità” (50%), “ricette e materie prime legate al territorio” (41%), “trattorie moderne e cibo come una volta” (32%). E c’è anche un ristoratore su 10 (il 9%) che sostiene che la vera novità di questo nuovo trend basato sugli elementi della tradizione siano le bevande low o zero alcol.

La birra, dunque, al centro del nuovo fuoricasa? In realtà lo era anche prima della pandemia. Se tre addetti ai lavori su 10 hanno notato un aumento dei consumi di birra nel locale, sei su 10 ritengono che il consumo di birra sia stabile rispetto al 2019. Per il 55% è una bevanda che non può mancare nell’offerta del locale, per il 58% lo era già prima della pandemia. Quello che sembra emergere è che il peso della birra nella ristorazione italiana sia destinato a crescere ancora: a sentire i gestori in quattro locali su 10 questa bevanda incide oggi tra il 10% e il 15% sul business. E nei prossimi 5 anni questa percentuale è destinata a crescere fino al 20-25%, con punte del 50%. In particolare, la birra è la bevanda più richiesta nei locali (59%), davanti alle bollicine (39%) al vino bianco (38%) e al vino rosso (34%). Secondo i ristoratori la versatilità, nelle occasioni di consumo (40%) e nell’abbinamento a tutto pasto (24%), è la chiave del suo successo rispetto ad altre bevande. Lo confermano i consumatori, che nell’ultimo anno hanno preferito la birra per il suo gusto (62%), per la sua leggerezza (52%) e perché si abbina bene con tutte le portate (43%). Otto consumatori su 10, poi, sostengono che la qualità dell’offerta delle birre sia fondamentale per la scelta del locale. Preferiscono (60%) birra prodotta nel nostro Paese o in una regione specifica.

A proposito di abbinamenti, per oltre il 90% dei professionisti dell’horeca la birra è adatta a sostenere anche il consumo di prodotti agroalimentari di qualità. I consumatori dal canto loro affermano, per il 76%, che pizza e birra sono un mix evergreen, anche se ormai viene ordinata a tutto pasto. È infatti, molto gettonato anche il connubio con stuzzichini o finger food per l’aperitivo (51%), con antipasti di terra o di mare (43%) e primi piatti (27%). L’approccio alla qualità, nel bicchiere e nell’abbinamento, è confermato dall’identikit del consumatore di birra agli occhi di chi lo osserva tutti i giorni dalla cucina, dalla sala o da dietro al bancone. Millennial, curioso e attento a qualità del servizio e dell’abbinamento col cibo; ha tra i 30-44 anni (la fascia di età con maggiori disponibilità economiche), è attento allo stile/tipologia di birra (51%) e al suo corretto servizio (23%); apprezza la varietà dell’offerta, chiedendo, indifferentemente la classica lager (che resta la preferita per due consumatori su tre) o birre speciali e di territorio.