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Consorzio Garda Doc presenta alla stampa la prima Carta dei suoli

Consorzio Garda Doc presenta alla stampa la prima Carta dei suoliMilano, 8 giu. (askanews) – Il Consorzio Garda Doc ha presentato oggi alla stampa la prima Carta dei suoli della Denominazione, nel corso di un convegno sui vini e sul territorio del Garda Doc organizzato all’Auditorium de il Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera (Brescia).

“Questo documento rappresenta un punto di arrivo di diversi studi promossi dal Consorzio, condotti negli ultimi anni, a testimonianza del continuo impegno ed investimento del nostro Ente nel campo scientifico” ha dichiarato il presidente del Consorzio Garda Doc, Paolo Fiorini, sottolineando che “questa importante opera scientifica sarà sicuramente una risorsa preziosa per tutta la comunità”. “Lavorando a questo progetto ho coniato un nuovo termine per esprimere al meglio ciò che costituisce l’aspetto più caratterizzante della denominazione Garda Doc, ovvero la sua sorprendente varietà di suoli: ‘pedodiversità’” ha dichiarato Giuseppe Benciolini, pedologo specialista in rilevamento ed elaborazione delle carte dei suoli che ha curato il progetto, spiegando che “questo territorio, infatti, racchiude al suo interno diversi tipi di suolo che sono a loro volta derivati dalla grande varietà di processi geologici e di modellamento geomorfologico che hanno interessato il continente negli ultimi 200 milioni di anni”.

La Carta dei suoli è entrata anche in un documentario di 11 minuti che racconta la ricchezza e la storia millenaria dell’areale vitivinicolo gardesiano. “Un video che cerca di unire un linguaggio scientifico con un taglio divulgativo e accessibile a tutti” ha precisato Benciolini, sottolineando che “l’intento è stato quello di realizzare uno strumento che non rischiasse di restare archiviato in qualche libreria, ma diventasse una vera risorsa per la comunità”.

AssoDistil: preoccupati per misure Ue e mancata tutela nostre IG

AssoDistil: preoccupati per misure Ue e mancata tutela nostre IGMilano, 8 giu. (askanews) – Nel 2022 l’aumento della produzione e l’export di alcol e acquaviti, l’Associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti (AssoDistil) esprime la propria preoccupazione per il 2023, a partire “dalle misure preannunciate dalla Unione Europea che mirano a demonizzare il consumo di bevande spiritose”.

Misure come, ad esempio l’etichetta sanitaria contenente l’introduzione di informazioni nutrizionali e sulla salute nella presentazione delle bevande alcoliche prevede di fatto l’esclusione di questi prodotti dai fondi di promozione per i prodotti agricoli. Ma a preoccupare le aziende del settore, riunite a Roma per la 77esima assemblea annuale di AssoDistil, è anche “la contemporanea assenza di strumenti legislativi che garantiscano la necessaria tutela e promozione delle bevande spiritose ad Indicazione Geografica, che mettono a rischio fino a mille posti di lavoro solo nelle distillerie”. “A proposito di restrizioni sul consumo di alcool, vogliamo sottolineare come non si debba e non si possa separare il consumo di vino da quello delle bevande spiritose – spiega il presidente di AssoDistil, Antonio Emaldi – ma occorre portare avanti un’unica battaglia in quanto l’etichetta non risolverebbe il serio problema dell’abuso di alcolici, ma rischierebbe di oscurare il contributo positivo che la produzione di distillati offre in termini di occupazione e di sostenibilità”.

Dai dati di Format Research, precisa AssoDistil, emerge che il 53% delle imprese della distillazione troverebbe interessante promuovere un piano di eventi promozionali da tenersi nei Paesi dell’UE per incrementare la conoscenza del prodotto e le vendite, cosa che non sarebbe assolutamente più realizzabile con l’entrata in vigore dell’etichetta sanitaria. “Azzerare i progetti di promozione per la Grappa e per gli altri spirits rischia di vanificare la ripresa dell’export di tutte le acquaviti e liquori” sottolinea l’Associazione, aggiungendo che “a questo si aggiunge il fatto che ancora oggi risulta inspiegabilmente sospeso il Decreto sui Consorzi di tutela delle bevande spiritose, strumento cruciale per la tutela e promozione delle produzioni tradizionali nazionali”. “Auspichiamo che finalmente venga firmato il Decreto che riconosce il Consorzio della Grappa, che è fermo da cinque anni” prosegue Emaldi, evidenziando che “le bevande spiritose devono poter usufruire delle stesse prerogative di cui godono i vini e gli alimenti ad IG, altrimenti con il rischio di produzione di bevande a nome grappa fuori dall’Italia rischia di compromettere il fatturato del comparto che per i soli distillati vale circa 500 milioni”.

AssoDistil: nel 2022 produzione italiana di alcol e acquaviti +15%

AssoDistil: nel 2022 produzione italiana di alcol e acquaviti +15%Milano, 8 giu. (askanews) – Nel 2022 la produzione italiana di alcol e acquaviti è aumentata del 15% in volumi rispetto all’anno precedente, con una produzione pari a circa 120 milioni di litri e un fatturato di 500 milioni di euro. E’ sostanzialmente positivo il bilancio 2022 del settore delle bevande spiritose, tracciato da alcuni studi presentati oggi alla 77esima assemblea annuale dell’Associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti (AssoDistil).

Secondo una ricerca di Nomisma, l’anno scorso l’export di Grappa ha fatto registrare 60 milioni di euro contro i 51,5 milioni del 2021, dato che si traduce in +16,7% in valore e +8% in volume. Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa vi è la Germania, che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore, seguita da Svizzera (14%) e dall’Austria (5%). Da segnalare il positivo risultato nel mercato Usa (+31% di export in volume) dove da 5 anni sono attivi progetti di promozione della grappa IG. Nel focus di Nomisma, emerge inoltre che i risultati molto positivi per la produzione di alcool e acquaviti e nell’export, che testimoniano l’aumento dell’immagine del valore della Grappa percepito dai consumatori di tutto il mondo, si contrappone però un trend negativo della distribuzione moderna nazionale. In questo canale si assiste a una diminuzione delle vendite del -3,4% in valore rispetto al 2021. Nel primo trimestre del 2023, però, rallenta il calo a volume e i valori mostrano un +0,9% grazie all’inflazione.

Secondo i dati di uno studio di Format Research sulle prospettive delle imprese di distillati, l’82% delle aziende del comparto lamenta un incremento dei costi dell’energia, mentre l’87% un aumento dei costi delle materie prime. Una impresa su due ha registrato rincari superiori al 20%, e in questo scenario cresce il numero di imprese che si sono rivolte alle banche per ottenere credito: il 34% ha fatto richiesta per un finanziamento e tra queste, nel 67% dei casi l’operazione è andata a buon fine. Sul fronte della sostenibilità, 8 imprese su 10 hanno interesse ad essere percepite come sostenibili e il 72% di esse ritiene che il fattore green costituisca un driver per il consumatore in fase di acquisto. Sempre secondo lo studio di Format Research, il 21% delle imprese possiede almeno una certificazione green, e il 43% che non è ancora in possesso, intende dotarsi di queste certificazioni nei prossimi due anni: una percentuale che sale al 46% se si considera il prossimo quinquennio.

Da 10 a 12 giugno a Gabicce “Marche diWine”: vini e birre marchigiane

Da 10 a 12 giugno a Gabicce “Marche diWine”: vini e birre marchigianeMilano, 7 giu. (askanews) – Dal 10 al 12 giugno, sul lungomare Cristoforo Colombo di Gabicce (Pesaro e Urbino) si svolgerà “Marche diWine”, manifestazione dedicata all’eccellenza del vino e della birra marchigiane.

La manifestazione, che coinvolge in totale novanta aziende del territorio, prevede per sabato 10 e domenica 11 due giornate aperte al pubblico dedicate alle degustazioni, mentre il lunedì 12 sarà invece riservata agli operatori del settore, nel corso della quale i produttori marchigiani avranno modo di presentare i propri vini a buyer nazionali e internazionali in una sorta di “speed date” a rotazione. Sul lungomare sarà dunque allestito una sorta di “Wine and beer village”, con la presenza quaranta Cantine il sabato e altre quaranta la domenica, e di dieci birrifici artigianali. Le 80 aziende vinicole fanno capo ai due principali consorzi marchigiani: l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imtv) e il Consorzio di tutela dei vini Piceni. “Abbiamo voluto fin da subito investire e promuovere il settore enologico e birrario marchigiano – ha dichiarato il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – non solo con iniziative di legge ad hoc, come la legge sull’enoturismo, ma soprattutto attraverso eventi come questo, una fiera del vino e della birra artigianale marchigiana che potrà diventare un appuntamento fisso per appassionati, visitatori e buyers”.

“La vera sfida è quella di dimostrare che anche qui nelle Marche abbiamo prodotti qualitativamente perfetti, competitivi e idonei ai mercati di tutto il mondo” ha commentato il direttore dell’Azienda turismo e internazionalizzazione delle Marche, Marco Bruschini, aggiungendo che “dopo Piazza di Siena, che ha visto in esclusiva la somministrazione dei migliori vini marchigiani, Gabicce rappresenta infatti il punto di arrivo e di partenza di una nuova promozione dei vini marchigiani, il più possibile organica e vincente”. “Marche diWine è un’occasione davvero unica per far conoscere le nostre magnifiche venti denominazioni e siamo felici anche perché l’evento si incentra sul mondo del vino e della birra, due prodotti della terra” ha spiegato il direttore dell’Imtv, Alberto Mazzoni, sottolineando che “questo ci permette di puntare i riflettori sul mondo dell’agricoltura marchigiana in cui negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti”. “Il vino funge da testa da ariete per aprire molti mercati, sia interni che internazionali ed è stato il primo ambasciatore di molti territori, ognuno dei quali ha la sua denominazione che identifica questa bi-direzionalità tra il territorio e il vino” ha detto il presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Piceni, Giorgio Savini, ricordando che “oltre il 50% della produzione dei vini marchigiani arriva dal nostro territorio”.

Sul lungomare sarà inoltre allestito un piccolo palco dove la conduttrice dell’evento, Chiara Giannotti, presenterà le aziende vinicole e birrarie e dove si esibiranno alcune band musicali. Domenica è infine previsto un convegno sull’enoturismo marchigiano, a cui sono attesi, tra gli altri, il presidente della Regione, Acquaroli. “Marche diWine” ha il patrocinio della presidenza e dell’assessorato regionale all’Agricoltura della Regione Marche, dell’Azienda Turismo e Internazionalizzazione delle Marche (Atim), del Comune di Gabicce Mare e del Consorzio di Tutela Vini Marche.

Vino, Tenuta di Biserno acquisisce Villa Caprareccia di Bibbona

Vino, Tenuta di Biserno acquisisce Villa Caprareccia di BibbonaMilano, 7 giu. (askanews) – Tenuta di Biserno ha finalizzato l’acquisto dell’azienda agricola Villa Caprareccia di Bibbona (Livorno): 30 ettari complessivi, di cui 15 vitati, oltre alla Cantina, l’agriturismo e il ristorante. Lo ha reso noto la stessa Cantina fondata da Piero, Lodovico e Ilaria Antinori, con il socio Uberto Mannoni, e oggi guidata dal figlio di Ilaria, Niccolò Marzichi Lenzi, spiegando che l’investimento si aggira attorno ai 5 milioni di euro.

“È stata un’occasione che non abbiamo voluto lasciarci sfuggire trattandosi di terreni molto rari, simili ai migliori terroir di Tenuta di Biserno” ha spiegato Niccolò Marzichi Lenzi, Ad dell’azienda, aggiungendo che “per quanto riguarda la parte immobiliare abbiamo diversi progetti in mente, tra cui la costruzione di una Cantina dedicata al nostro vino di punta, il Biserno. Con questo acquisto, il secondo in due anni, abbiamo voluto rafforzare l’azienda – ha concluso – pensando al futuro ma senza denaturare la sua natura di piccolo Chateau: di fatto siamo e rimarremo una piccola azienda”. Con questa nuova acquisizione l’azienda, localizzata nel territorio di Bibbona a due passi da Bolgheri (Livorno), raggiunge quota 100 ettari vitati, divisi in tre zone differenti. La parte storica, coltivata a Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon e a Petit Verdot, è deputata alla produzione del prestigioso Biserno e dell’altrettanto rinomato Pino di Biserno. Più in basso si trova Tenuta Campo di Sasso, dove nascono il Vermentino Occhione e il rosso Insoglio del Cinghiale, quindi Tenuta Collemezzano, ultima acquisizione prima di Villa Caprareccia, circa 15 ettari di vigneto da cui tra qualche anno nasceranno nuove etichette.

Attualmente la realtà guidata da Marzichi Lenzi produce circa 500mila bottiglie all’anno per un fatturato di 12 milioni di euro, raggiunto per il 25% in Italia e per il 75% all’estero, esclusivamente nel canale Horeca.

Tajani a Federvini: difenderemo sempre e comunque dieta mediterranea

Tajani a Federvini: difenderemo sempre e comunque dieta mediterraneaMilano, 7 giu. (askanews) – “Intendo rafforzare ulteriormente il dialogo con voi, associazioni di categoria e imprese, per sostenervi in maniera sempre più efficace, sapendo bene che intendiamo difendere sempre e comunque la dieta mediterranea”. Lo ha detto il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, nel videomessaggio che ha inviato oggi all’assemblea generale di Federvini.

“Il sostegno all’internazionalizzazione delle aziende italiane è una priorità del mio mandato di governo e per questo, sin dall’inizio, ho attivato una strategia di diplomazia della crescita che mira a portare più Italia nel mondo e a promuovere a 360 gradi le eccellenze delle nostre filiere produttive come quelle del vino” ha aggiunto il ministro, evidenziando che “le imprese, che operano nei territori e sono custodi delle eccellenze, hanno un ruolo chiave in questa azione di promozione integrata”. “La nostra diplomazia della crescita – ha proseguito – è infatti concepita per e con le aziende che sono vere ambasciatrici dlel’Italia nel mondo”. “A sostegno del settore vitivinicolo – ha concluso Tajani – ci sono vari strumenti: fiere, saloni internazionali, misure di finanza agevolata, iniziative di promozione, come la rassegna della settimana della cucina italiana nel mondo che vogliamo rafforzare con il ministro Lollobrigida”.

Consorzio vini d’Abruzzo: annunciati i vincitori di “Words of Wine”

Consorzio vini d’Abruzzo: annunciati i vincitori di “Words of Wine”Milano, 7 giu. (askanews) – Sono Lorenzo Frassoldati (QN-Quotidiano Nazionale) per la categoria carta stampata Italia, Lara Loreti (Il Gusto – Gruppo Gedi) per la categoria quotidiani online, Alessandro Regoli (WineNews) per la categoria Web TV, Gianluca Atzeni (Tre Bicchieri Gambero Rosso) per la categoria settimanali di settore, e Tom Hyland (Forbes) per la categoria stampa estera, i vincitori del premio giornalistico internazionale “Words of Wine – Parole di vino”. I nomi sono stati ufficializzati oggi alla Tenuta Coppa Zuccari di Città Sant’Angelo (Pescara).

Il riconoscimento, ideato dal Consorzio tutela vini d’Abruzzo e giunto quest’anno alla settima edizione, vuole mettere in luce gli autori di servizi giornalistici pubblicati o mandati in onda nell’ultimo anno, che abbiano raccontato di territori, personaggi, arte e natura abruzzesi legati ai vini dell’Abruzzo. “Non è stato semplice scegliere i vincitori poiché sono arrivate davvero tante candidature per tutte le categorie e da tutto il mondo – ha affermato il presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi – e ciò mi riempie d’orgoglio perché significa che vi è una grande attenzione da parte dei media che sono per noi fondamentali per arrivare al pubblico, di settore e generalista”.

Antinori (Federvini): qualità e valore per mettere settore al sicuro

Antinori (Federvini): qualità e valore per mettere settore al sicuroMilano, 7 giu. (askanews) – “Il valore delle Indicazioni geografiche è riconosciuto dal consumatore finale sia sul mercato italiano che su quello estero, facendo registrare un differenziale di prezzo tra vini Doc-Docg e quelli da tavola sia nella Gdo (+228%), che sul fronte dell’export (+50%). Non solo indicazioni geografiche e territorio, tra i driver di scelta dei consumatori assume un ruolo importante anche il brand: a pensarla così sono il 21% dei consumatori, come rivela la consumer survey condotta da Nomisma per Federvini. Raccogliamo con fiducia questi dati, convinti che la strada della valorizzazione sia un percorso a senso unico: solo lavorando sulla qualità intrinseca e sul valore intangibile dei nostri prodotti saremo in grado di mettere al sicuro il nostro settore dalle tempeste che vediamo all’orizzonte. Al governo chiediamo semplificazione ed un quadro normativo che favorisca la creazione di valore”. Lo ha detto la presidente del Gruppo Vini di Federvini, Albiera Antinori, parlando all’assemblea generale della Federazione a Roma, in merito al valore del sistema IG e delle denominazioni Dop e Igp.

La presidente del Gruppo Vini ha infine sottolineato che “almeno per il vino sarà molto importante che quando il nuovo Catasto dei vigneti enterà in funzione, sia immediatamente agganciato al Registro di Cantina: quello garantisce la qualità. Non è una cosa particolarmente complicata, e almeno nelle Denominazione d’origine e in quelle storiche sarebbe auspicabile che ci sia”. Infine, in merito alla crescita delle Denominazioni, Antinori ha sottolineato che servono “unità d’intenti da parte produttori, perché è imprescindibile che l’immagine deve essere riconoscibile e coerente a partire dal prezzo”.

Federvini: vini, spiriti e aceti italiani valgono oltre 20 mld

Federvini: vini, spiriti e aceti italiani valgono oltre 20 mldMilano, 7 giu. (askanews) – Vini, Spiriti e Aceti italiani valgono oltre 20 miliardi di euro di fatturato e rappresentano il 21% dell’export complessivo del “food & beverage” nazionale. E’ partita da questo dato l’assemblea generale di Federvini in corso a Roma, a pochi giorni dall’approvazione in Irlanda del provvedimento che introdurrà i cosiddetti “health warning” sulle etichette delle bevande alcoliche. Una norma che preoccupa il comparto per le possibili conseguenze economiche sulle filiere produttive.

“La scelta irlandese mette sullo stesso piano consumo e abuso, senza intervenire sull’educazione ad un approccio responsabile e moderato e quel che è peggio è che si rivelerà sostanzialmente inutile. Sulla questione, l’Italia ha saputo muoversi compatta, istituzioni e imprese, ma dobbiamo ora continuare a fare squadra sul piano internazionale per evitare che il caso irlandese possa indurre altri Paesi a seguire la stessa strada” ha detto la presidente di Federvini, Micaela Pallini, aggiungendo che “alla base della decisione irlandese c’è la mancata comprensione che l’abuso si sradica e si combatte con l’educazione, non con il proibizionismo. L’Irlanda – ha concluso – e più in generale Bruxelles, guardino all’Italia, ai valori della dieta mediterranea e alla sua cultura di consumo consapevole”.

Il formaggio grattuggiato è il “re” della tavola per gli italiani

Il formaggio grattuggiato è il “re” della tavola per gli italianiMilano, 7 giu. (askanews) – E’ il formaggio grattugiato il “re” della tavola per gli italiani che lo scelgono soprattutto a pranzo e a cena come il partner ideale per la personalizzazione di numerose ricette. È quanto emerge dai risultati della ricerca condotta da Swg per Ferrari Giovanni Industria Casearia, in occasione del suo 200esimo anniversario dell’azienda che nel 2022 ha fatto registrare un giro d’affari di 157 milioni di euro e conta 175 dipendenti diretti, distribuiti nei due impianti produttivi di Ossago, nel Lodigiano, e Fontevivo, in provincia di Parma, dove nel 2022 sono state prodotte circa 91,9 milioni di confezioni di formaggio (tra cui più di 67 milioni sono buste di grattugiato).

Secondo la ricerca, a guidare le scelte di acquisto “pesa” anche la componente del Made in Italy, che si conferma un elemento centrale nell’identità alimentare dei consumatori e nella loro definizione del proprio rapporto con il cibo, con una sensibilità crescente per il km0 e la sostenibilità delle filiere. Cresce quindi l’attenzione alla filiera corta, all’impatto ambientale e al rispetto degli animali anche nel settore dei formaggi, in misura ancor maggiore tra i consumatori più affezionati di Ferrari Formaggi: oggi, per 7 consumatori su 10 il tema della sostenibilità contribuisce a definire “l’idea di formaggio di qualità”. Il 63% degli italiani, inoltre, dichiara di consumare “abitualmente” i formaggi duri stagionati: ma a voler allargare lo sguardo anche ai consumatori “saltuari”, il dato complessivo sale al 96%. Consumi in crescita, dunque, soprattutto negli ultimi cinque anni: il 28% degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato il proprio consumo di grattugiati; bene anche il segmento degli stagionati in pezzi interi (+20). I formaggi giocano, dunque, un ruolo fondamentale nella dieta degli italiani: quasi 6 intervistati su 10 ne dichiarano un consumo settimanale regolare, almeno 3-4 giorni su 7.

I formaggi duri risultano particolarmente graditi ai consumatori durante i pasti, ma non solo: 6 italiani su 10 si dimostrano particolarmente interessati a nuove confezioni con mix di formaggi stagionati provenienti da diverse regioni italiane o Dop, ma anche a tagli dello stesso formaggio con stagionature diverse (52%), magari in abbinamento con prodotti complementari di degustazione (45%), aprendo così a diversi format e soluzioni, ideale per le più svariate occasioni di consumo: aperitivi in casa, idee regalo e occasioni speciali, come il Natale o la Pasqua. Fu proprio Giovanni Ferrari a mettere a punto, negli anni ’80, il confezionamento dei formaggi grattugiati freschi, avvalendosi della tecnologia dell’atmosfera protettiva: un’innovazione pionieristica che aprì un nuovo segmento di mercato che oggi vale circa un terzo del mercato dei formaggi duri in Italia. Infatti, per 2 consumatori su 3 il grattugiato “semplifica la vita”, conciliandosi con la frenesia quotidiana e la scarsità di tempo, mentre per il per il 52% è un valido sostituto del formaggio grattugiato a mano e, inoltre, è un valido aiuto contro lo spreco alimentare. Al punto che, senza grattugiati in busta, circa 4 consumatori su 10 preferirebbero ridurre il proprio consumo di formaggio. Per il 60%dei consumatori, però, la visibilità della marca rappresenta un elemento centrale nei processi di scelta, insieme ad una corretta informazione sull’origine del formaggio (soprattutto per il target più maturo).

I giovani, infine, si mostrano più attenti alle indicazioni sulle modalità di utilizzo e in cucina e sul corretto smaltimento del packaging a tutela dell’ambiente. Tra chi sceglie Ferrari, infatti, il pack di un grattugiato racconta ed esprime la qualità del prodotto (88%, + 16 punti rispetto alla media dei consumatori), dell’attenzione all’ambiente (76%, +9 punti) del portato innovativo dell’azienda produttrice (76%, +13 punti). Non a caso, per 9 consumatori su 10 il settore lattiero caseario costituisce un vanto per il Paese e un’eccellenza invidiata in tutta Europa, nonché una leva per favorire l’attrattività dei territori. Allo stesso modo, la qualità pesa più della convenienza, e un italiano su cinque la considera un aspetto “irrinunciabile e senza prezzo”. Per la maggioranza degli italiani il formaggio si conferma quindi un alimento imprescindibile, un emblema di gusto, versatilità e tradizione.