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Vendemmia, Consorzio Chianti: calo del 20% ma qualità resta buona

Vendemmia, Consorzio Chianti: calo del 20% ma qualità resta buonaMilano, 6 set. (askanews) – “Nella vendemmia 2023 si registra in media un calo di produzione del 20%, con valori diversi da territorio a territorio”. Lo annuncia il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, spiegando che “abbiamo iniziato a vendemmiare i bianchi e, dalla prossima settimana, vendemmieremo le uve rosse e in questo momento registriamo aziende che hanno avuto un buon raccolto, grazie ai pronti trattamenti fatti contro la Peronospora, e altre che risentono invece di un calo di quantità”.

“Ci sono aziende che registrano anche un danno produttivo che sfiora il 40% ma, attenzione, da un punto di vista qualitativo non ci sono problemi, la qualità rimane quella tradizionale del Chianti” prosegue Bus, aggiungendo che “purtroppo, le nostre imprese continuano ad essere tartassate dagli enormi aumenti dei costi di energia e materie prime: il prezzo del gasolio per far muovere i nostri trattori è quasi raddoppiato, così come i prezzi di cartone, bottiglie e anticrittogamici. La ciliegina sulla torta – ha concluso il presidente – è stato il rincaro del costo del denaro a causa dell’inflazione”.

Vino, Bigot: vendemmia 2023 dal potenziale qualitativo medio-alto

Vino, Bigot: vendemmia 2023 dal potenziale qualitativo medio-altoMilano, 6 set. (askanews) – Una vendemmia dal potenziale qualitativo medio-alto, “sinora pari a 76/100”, nonostante la difficile situazione sanitaria delle uve: Giovanni Bigot, agronomo fondatore della società Perleuve, ha analizzato l’annata 2023 attraverso il suo “Indice Bigot, metodo di valutazione oggettivo del potenziale qualitativo del vigneto che prende in considerazione i nove parametri agronomici più importanti, incrociando i dati rilevati durante la stagione”. Il potenziale, ancora parziale, è elevato in particolare per i vitigni a bacca bianca e per i cru di quelli a bacca nera. Si prospetta inoltre, nella maggior parte dei casi, un’ottima annata per le basi spumante.

Relativamente al meteo, il periodo compreso tra il 28 luglio e il 28 agosto in Italia è stato più piovoso della media dal 50 al 100%, comportando un aumento del peso medio degli acini e una riduzione degli zuccheri. In merito alle temperature, sono state rilevate minime inferiori rispetto alla media storica (19,2 gradi) in tutte le aree viticole monitorate: si tratta di un ottimo indicatore della qualità della vendemmia. Le massime, invece, sono risultate leggermente superiori, ma sono raddoppiati i giorni in cui si sono superati i 35 gradi rispetto alla media degli ultimi dieci anni (+122%). L’escursione termica è stata tra le maggiori registrate negli ultimi trentanove anni, con temperature medie non troppo alte “a garanzia di uve con un grande potenziale viticolo per quel che riguarda l’aromaticità e la longevità dei vini”. I dati esaminati durante la stagione 2023 attraverso l’Indice Bigot “descrivono chiaramente la situazione, nonostante la varietà delle zone viticole considerate”. In particolare, il deficit idrico nell’annata 2023 è stato di media intensità e ha favorito lo sviluppo di una maggior superficie fogliare, oltre che un’importante vigoria delle viti. “Queste condizioni hanno quindi aumentato in particolar modo la produzione per ceppo” precisa Bigot, sottolineando che “la biodiversità, in netto aumento, ha dato il suo contributo a mantenere i vigneti in equilibrio e a prolungarne la vita”.

“La qualità delle uve è fortemente influenzata dai suoli, dall’andamento meteorologico e, soprattutto, dalle pratiche agronomiche: i suoli però non mutano nel tempo, mentre il meteo, al contrario, cambia molto” ricorda l’agronomo friulano, aggiungendo che “l’uomo fa il resto e per questo il suo lavoro è centrale: adottando un rigoroso metodo olistico si può fare molto per migliorare la gestione del vigneto. Investire nella sua applicazione – continua – è fondamentale per garantire una produzione vitivinicola sostenibile e di alta qualità in qualunque situazione”. Delicata invece la sanità delle uve. “Nella mia esperienza l’annata 2023 è stata una delle più difficili, vista la variabilità di casi e le problematicità oggettive da affrontare” prosegue Bigot, evidenziando che “la pressione fitosanitaria è stata indubbiamente importante, ma chi ha adottato un approccio attento e preciso nella conduzione del vigneto ha avuto un danno trascurabile”.

L’agronomo ha poi utilizzato un approccio statistico di clustering per associare e confrontare i dati meteo e le medie storiche degli ultimi trentanove anni in Italia, nel periodo compreso tra il 28 luglio e il 28 agosto. In particolare, ha rilevato che il meteo di quest’anno, dall’invaiatura all’inizio della vendemmia, è stato simile a quello del 1985 per quel che riguarda il Nord Est, al 2021 e al 2003 per il Centro, al 2000 per il Nord Ovest. In tutti i casi si tratta di annate caratterizzate da buona piovosità, da escursioni termiche elevate e temperature minime inferiori alla media.

Vendemmia, Consorzio Vini Abruzzo: previsto calo produzione del 50%

Vendemmia, Consorzio Vini Abruzzo: previsto calo produzione del 50%Milano, 6 set. (askanews) – Una stagione vendemmiale di luci e ombre quella per il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, che sta affrontando le conseguenze degli sbalzi del clima di quest’anno. Nella regione è iniziata da pochi giorni la raccolta delle prime varietà d’uva, raccolta che sarà ricordata per la pesante incidenza della peronospora, che ha colpito principalmente l’infiorescenza, e della siccità, con una perdita media stimata intorno al 45-50%.

In una nota, il Consorzio spiega che la zona più colpita è stata quella del teatino (dove le perdite arrivano al 60%), che presenta la maggior densità vitata, dove le intense piogge dei mesi di maggio e giugno hanno messo a dura prova i viticoltori nella lotta fitosanitaria. Durante l’allegagione si è assistito poi a un deciso cambio di rotta dal punto di vista climatico, con temperature sopra le medie stagionali, che hanno rallentato le maturazioni creando i presupposti per una vendemmia lunga e complessa. La varietà bianca che si sta difendendo meglio è il Pecorino, mentre Passerina, Trebbiano e Montepulciano affrontano un calo più significativo. Meglio della provincia di Chieti, la zona di Pescara e delle Colline Teramane, dove comunque la perdita della produzione si attesta su una media del 30-40%, e nei vigneti in quota, dove la peronospora ha fatto sicuramente meno danni.

“Sebbene le aziende hanno lavorato per tutta la stagione con costanza e precisione nella prevenzione della peronospora, da una prima stima sulle uve precoci che si stanno raccogliendo in queste settimane stiamo osservando un danno superiore al 45% della produzione” afferma il presidente del Comitato tecnico del Consorzio, Nicola Dragani, che però rassicura sul livello qualitativo del raccolto: “In alcune aree le condizioni pedoclimatiche e le altitudini hanno portato ad una minore incidenza del patogeno e, combinate con un lavoro efficace in vigneto, hanno permesso di contenere le perdite in pianta”.

Brunello Montalcino è rosso italiano più presente nelle wine list Usa

Brunello Montalcino è rosso italiano più presente nelle wine list UsaMilano, 6 set. (askanews) – Il Brunello di Montalcino è il rosso italiano più presente nelle wine list dei ristoranti statunitensi. Lo rileva “Top 150 italian wines in american restaurants”, la speciale classifica realizzata da wine2wine di Vinitaly in collaborazione con Somm.ai, il database americano più grande al mondo di liste di vini e liquori venduti on premise, che ha analizzato il posizionamento dei principali 150 vini tricolori nelle carte dei ristoranti a stelle e strisce. Secondo quanto osserva il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, sono 17 le Cantine nel ranking della ristorazione per un totale di 12.228 referenze in carta e prezzi quasi tutti in tripla cifra: si va infatti da un massimo di 1.213 dollari a un minimo di 90 dollari a bottiglia.

Le 17 aziende nella top 150 sono: Castello Banfi, Tenuta Greppo (Biondi Santi), Il Poggione (proprietà Franceschi), Tenuta Caparzo, Argiano, Altesino, Tenuta Col d’Orcia, Pian Delle Vigne (Antinori), Valdicava, Pieve Santa Restituta (Gaja), Casanova di Neri, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Castelgiocondo (Marchesi de’ Frescobaldi), Tenute Silvio Nardi, Castiglion del Bosco, Canalicchio di Sopra e Camigliano. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato estero per la denominazione toscana con una quota di circa il 30% delle vendite oltreconfine e una crescita tendenziale a valore a fine 2022 del 29% (fonte: Osservatorio prezzi Consorzio del vino Brunello di Montalcino).

Dal 7 al 17 settembre a Zurigo l’ottava edizione di “Food Zurich!”

Dal 7 al 17 settembre a Zurigo l’ottava edizione di “Food Zurich!”Milano, 5 set. (askanews) – Dal 7 al 17 settembre Zurigo torna ad essere il principale hotspot culinario europeo con l’ottava edizione di “Food Zuric!”, l’appuntamento dedicato al gusto, ai prodotti, alle ricette e in generale a tutte le novità legate al settore dell’alimentazione. Oltre 160 gli eventi organizzati che riempiranno per undici giorni il centro della città di progetti gastronomici “visionari”, ambiziose start-up, soluzioni avveniristiche, contenuti, colori, sapori e profumi.

Tema guida della manifestazione di quest’anno sarà “Culinary Future”, ovvero il futuro dell’alimentazione, un domani sicuramente complesso, ma anche pieno di possibili soluzioni stimolanti e innovative. Cosa ci aspetta nell’ambito dell’alimentazione sostenibile? Cosa definisce la vera sostenibilità e come si ottiene una salute ottimale attraverso l’alimentazione? Sono alcune delle domande a cui il festival della città svizzera cercherà di dare riposte, prendendo in considerazione dieci diversi temi. Da “vegetale” (“che non significa più rinuncia e sostituzione, ma una cucina ottima, moderna, saporita, sostenibile e creativa”) al “risparmio alimentare” per ridurre lo spreco alimentare, per passare alle “nuove idee” (“solo al Politecnico di Zurigo più di 65 team stanno studiando temi legati alla nutrizione”) e all’”innovazione” (“nuove tecniche e processi stanno cambiando il modo in cui mangiamo e gustiamo il cibo”), fino al “fuori dalla bottiglia” (bevande no alcol, succhi, liquidi fermentati, sidro, vino naturale, birre acide e via dicendo) e al “radicalmente locale (“il km zero, i tesori locali, le nostre radici”). Con quasi tremila ristoranti (dalla cucina di altissimo livello, ai classici svizzeri, passando per quella internazionale e agli street food esotici), “Food Zurich!” farà della città elvetica una dei luoghi a più alta densità di ristorazione al mondo.

Vendemmia, Confagricoltura: nel riminese produzione in calo del 30-40%

Vendemmia, Confagricoltura: nel riminese produzione in calo del 30-40%Milano, 5 set. (askanews) – È un inizio di vendemmia in salita, ma non del tutto, per le aziende agricole in provincia di Rimini. Secondo un’indagine realizzata da Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, la produzione sarebbe infatti in calo del 30-40% a causa degli effetti del maltempo e delle malattie fungine. Nonostante questo, le viti che si sono salvate hanno prodotto grappoli di grande qualità.

“La situazione è ovviamente in divenire ma le prime indicazioni sono chiare: la qualità c’è ed è un dato molto importante, mentre purtroppo la produzione è crollata di oltre un terzo rispetto allo scorso anno” ha dichiarato il presidente, Carlo Carli, spiegando che ad incidere sul calo “sono state le piogge insistenti della tarda primavera e le grandinate estive, che hanno infatti agevolato il prosperare delle fitopatie. Aspettiamo comunque fiduciosi le prossime settimane di vendemmia – ha concluso – confidando anche e soprattutto in un clima stabile”. Molte aziende delle colline riminesi sono infatti realtà agricole che producono prettamente vini biologici. “In questi casi i trattamenti utilizzati sono diversi da quelli impiegati per le colture classiche e i vigneti bio hanno sofferto maggiormente le continue piogge che ci sono state negli ultimi mesi” ha affermato Lorenzo Menghi dell’azienda contoterzista Amovit, precisando che “è per questo motivo che le malattie fungine sono prosperate facilmente, e tra queste, a causare maggiori perdite è stata la peronospora”.

Chi conosce molto bene i danni che può arrecare la peronospora è l’azienda agrituristica biologica “Il Mio Casale” di Montescudo-Montecolombo che ha perso circa il 40% del raccolto a causa del fungo. “Per noi poteva essere una grandissima annata – ha commentato il responsabile, Simone Mecozzi – ma purtroppo la peronospora non ci ha dato scampo, causando numerosi problemi soprattutto al Cabernet e al Pignoletto”.

Dal 10 al 13 ottobre il Campionato Mondiale del Panettone a squadre

Dal 10 al 13 ottobre il Campionato Mondiale del Panettone a squadreRoma, 5 set. (askanews) – Tutto pronto per la prima edizione del Campionato Mondiale del Panettone a squadre. Per l’Italia scendono “in campo” i maestri lievitisti Claudio Gatti, Aniello di Caprio, Giuseppe Mascolo e Beniamino Bazzoli. L’evento – che vedrà sfidarsi Argentina, Francia, Germania, Giappone, Polonia, Spagna, Taiwan e Italia – è organizzato e promosso dall’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano, in collaborazione con Italian Gourmet in qualità di Official Media Partner e HostMilano che inaugurerà il 9 ottobre presso Eataly Verona.

La nazionale capitanata da Gatti ha trascorso le ultime settimane impegnata in intense sessioni di training sotto la supervisione del team manager Davide Malizia e dei coach Ezio Marinato e Maurizio Bonanomi, tra preparazioni top secret e degustazioni, analisi e studio del regolamento fin nei minimi dettagli. I nostri maestri dovranno confezionare 10 panettoni identici in tre diverse versioni: la realizzazione del panettone classico italiano spetterà ad Aniello di Caprio, quella del panettone al cioccolato con impasto al cioccolato a Giuseppe Mascolo, mentre a cimentarsi con il lievitato innovativo “panettone salato” sarà Claudio Gatti. Beniamino Bazzoli sarà invece la riserva d’eccellenza del team: a lui l’arduo compito di sostituire in caso di necessità uno degli altri componenti della squadra, per competere ad altissimo livello grazie alla sua abilità in tutte le categorie. Sette le squadre da battere, ognuna composta da un team manager e tre concorrenti tra cui un capitano-portavoce ed eventuali allenatori: la nazionale francese con il capitano Manuel Barthélémy, Raphaël Jubert, Matthias Arbion e il team manager Quentin Berthonneau; il team spagnolo composto dal capitano Tonatiuh Cortés, Rafel Aguilera, José Manuel Marcos Candela e il team manager José Romero Barranco; la squadra polacca capitanata da Cesare Candido con Jacek Wiarek, Kamil Holeksa e il team manager Raffaele Derosa; la Germania scenderà in campo con il capitano Giorgio Mecca, Leonardo Scala, Steve de Filippo e il team manager Arnd Erbel; l’Argentina sarà capitanata da Juan Manuel Alfonso Rodríguez che concorrerà insieme a Samuel Gonzales e Nicolàs Welsh con il team manager Mariano Zichert; Giovanna Shih-Chieh Chen guiderà la squadra di Taiwan, che sarà in gara insieme a Wu Pao Chun, Chung-Yu Hsieh e la team manager I-Chun Lin; infine a rappresentare il Giappone saranno i maestri Kanako Takada nel ruolo di capitano, Seiji Yamanaka, Yoshihiro Fujisawa e il team manager Hiroki Sato.

Nei laboratori del Gruppo Polin le nazionali si sfideranno su due turni di gara, il primo nei giorni 10 e 11 ottobre con Francia, Germania, Italia, Spagna e il secondo il 12 e 13 ottobre con Argentina, Giappone, Polonia, Taiwan: tutte le fasi della competizione saranno riprese dalle telecamere, a supporto dell’attività dei giudici, per mostrare passo dopo passo e in maniera del tutto trasparente il lavoro dei maestri, senza doversi limitare unicamente a giudicare il prodotto finito. La finalissima sarà trasmessa anche in diretta streaming. Il 14 ottobre all’HostMilano di Fiera Milano, dalle ore 17, avrà luogo la proclamazione dei vincitori del primo trofeo PWC a squadre, insieme alla consegna dei premi speciali: a decidere sarà una giuria composta da esperti e nomi di primo piano della pasticceria internazionale insieme ai team manager di ogni squadra. Saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza attraverso rigidi criteri di valutazione che riguarderanno i lievitati prodotti rigorosamente con lievito madre fresco e proveniente dal paese rappresentato – vero fattore identitario di ogni nazione- la riduzione dei rifiuti, il lavoro di squadra, la pulizia e la presentazione finale. La classifica sarà data dalla somma dei punteggi ottenuti dalle squadre nelle diverse categorie.

Vino, nella “Top 10 Rosè” di Gentlemen trionfa il Negroamaro salentino

Vino, nella “Top 10 Rosè” di Gentlemen trionfa il Negroamaro salentinoMilano, 5 set. (askanews) – C’è il Rohesia della Cantina salentina Cantele sul podio dell’annuale “Top 10 dei vini rosè” pubblicata dal mensile “Gentlemen” e realizzata incrociando i giudizi delle guide di Gambero Rosso, Seminario Veronelli, Bibenda (Fis), “Vitae” (Ais), Luca Maroni e “Doctor Wine” (Daniele Cernilli).

Al secondo posto un altro vino salentino, il celebre “Five Roses” dell’azienda Leone De Castris, il primo vino rosato ad essere messo in bottiglia e commercializzato in Italia, nel lontano 1943. Sul terzo gradino del podio della classifica “incrociata” del mensile di Class Editori, c’è il Bardolino Chiaretto Classico Keya 2021 di un’altra importante realtà italiana, la veneta Guerrieri Rizzardi, prodotto con uve Corvina (75%), Rondinella (5%), Sangiovese (10%) e Merlot 10% da Vari vigneti nei Comuni di Bardolino e Cavaion Veronese. I rosati più votati dalla critica nascono dunque nel territorio di Lecce, tra Guagnano, sede di Cantele, e Salice Salentino, casa di Leone De Castris, che si trova a meno di 2,5 chilometri di distanza. E’ il trionfo del Negramaro, il (resistente) vitigno a bacca nera che proprio nel Salento ha la sua culla e che nel rosato ha trovato probabilmente la sua via più elegante.

Fondata nel 1979, Cantele dal 2001 è guidata dalla terza generazione della famiglia, i cugini Gianni, Paolo, Umberto e Luisa. L’azienda conta oggi su 50 ettari di proprietà e circa 150 in conduzione, tutti coltivati secondo i principi dell’agricoltura integrata volontaria. I vini sono quasi esclusivamente monovitigni con una forte prevalenza di autoctoni del Salento, per una produzione complessiva che si aggira intorno ai 1,5 milioni di bottiglie, il 60% delle quali sono destinate all’estero, in particolare in Stati Uniti, UK e Germania.

L’Asti Spumante Docg alla Douja d’Or tra dj e esperienze gastronomiche

L’Asti Spumante Docg alla Douja d’Or tra dj e esperienze gastronomicheMilano, 5 set. (askanews) – Sarà il cortile di Palazzo Gastaldi ad Asti il quartier generale del calendario di iniziative firmato dal Consorzio per la Tutela dell’Asti Spumante Docg durante la 57esima edizione della Douja d’Or, la storica rassegna enologica che dall’8 al 17 settembre animerà il centro della cittadina piemontese.

Nello storico edificio oggi sede del Consorzio, gli enoappassionati troveranno in degustazione l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti, proposto sia in purezza che in versione “mixology”, accompagnati da originali proposte culinarie a ritmo di dj-set. Il binomio vino-musica sarà anche al centro di “Tra musica e bollicine-abbinamenti musicali”, un talk in programma sabato 9 settembre alle 20 guidato dal conduttore di Radio Monte Carlo, Maurizio di Maggio, e dalla giornalista enogastronomica, Paola Gula. Spazio anche alla cucina con il “pairing” Asti Docg e pizza gourmet di giovedì 14 settembre (ore 18.30, su prenotazione) guidato dal panificatore Fulvio Marino, e la degustazione del carpione astigiano e il Moscato d’Asti di venerdì 15 settembre (ore 18.30, su prenotazione) a cura del medico dietologo Giorgio Calabrese e della moglie, la nutrizionista Caterina. Si resta infine ai fornelli per le cene Asti “vibe” di lunedì 11 e mercoledì 13 settembre (ore 20.30, entrambe su prenotazione) dove l’Asti Docg accompagnerà un menù a base di freschi piatti con la frutta.

Enogastronomia, il 7 settembre “Tramonto DiVino” arriva a Bologna

Enogastronomia, il 7 settembre “Tramonto DiVino” arriva a BolognaMilano, 5 set. (askanews) – Il 7 settembre arriva a Bologna “Tramonto DiVino”, quinta delle sette tappe del tour per celebrare “grandi vini e cibo di qualità” dell’Emilia-Romagna. Giunto alla sua 18esima edizione, il tour aveva preso il via il 21 luglio scorso a Cervia (Ravenna).

Ai banchi d’assaggio in piazza San Francesco i riflettori saranno puntati sui vini emiliani, a cui farà eco una selezione di etichette romagnole per un totale di circa 250 referenze che saranno servite e raccontate dai sommelier dell’Ais. In assaggio anche i vini premiati dalla nuova “Guida Emilia Romagna da Bere e da Mangiare 2023-24”, che sarà consegnata a tutti i partecipanti alla manifestazione. Ospite d’onore le bollicine Metodo Classico di tutta la regione e le premiazioni del premio Ais-Regione-PrimaPagina “Miglior spumante Metodo Classico dell’Emilia Romagna” intitolato a Giuliano Zuppiroli. A interpretare i prodotti certificati regionali, a Bologna ci sarà lo chef Mario Ferrara con una ricetta gourmet in versione pop nello stile dei cuochi stellati dell’Associazione CheftoChef. Grande spazio verrà riservato anche ai prodotti a Denominazione comunale (De.Co) che avranno una loro vetrina dedicata ed entreranno nella composizione della ricetta dello chef.

L’evento è organizzato dall’Enoteca Regionale, organizzato in partnership con l’assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna, APT Servizi, e realizzato da Agenzia PrimaPagina Cesena assieme alle Ais di Emilia e Romagna.