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Vino, Cantina Noelia Ricci: “Il Sangiovese come lo faceva il bisnonno”

Vino, Cantina Noelia Ricci: “Il Sangiovese come lo faceva il bisnonno”Milano, 1 mar. (askanews) – Noelia Ricci è una Cantina che sorge all’interno dell’azienda agricola Pandolfa, una Tenuta storica che si estende per 140 ettari tra vigneti, seminativi e bosco, a Predappio, ai piedi dell’Appenino Tosco-Romagnolo nella provincia di Forlì-Cesena.


Il progetto prende il via nel 2010, quando il romano Marco Cirese, insieme con la compagna Alice Gargiullo, torna nella casa di campagna dei nonni e decide di “fare il Sangiovese come lo faceva il mio bisnonno, scarico di colore, che ‘quando lo bevi – diceva lui – devi vedere attraverso il bicchiere’, un vino che nascesse dal rispetto della naturale inclinazione del territorio”. Oggi l’azienda conta su nove ettari, sette a Sangiovese e due a Trebbiano con piante tra i 25 e i 30 anni, per un totale di bottiglie che si aggira tra le 50 e le 55mila a seconda dell’annata, prodotte con la consulenza dell’enologo Paolo Salvi. Vini vinificati in purezza, che puntano, in particolare il Sangiovese, a restituire freschezza, eleganza e frutto. La Cantina nasce ufficialmente nel 2013 con tre vini “territoriali”: il “Godenza”, un Cru di Sangiovese Predappio, “Il Sangiovese”, Sangiovese Superiore d’annata, e “Bro”, il Trebbiano. “L’uva viene selezionata prima in vigna e poi in cantina, scegliamo solo i grappoli migliori che ci consentono di lavorare in cantina in modo più semplice, usando lieviti indigeni, attraverso fermentazioni spontanee e con un basso uso di solforosa” spiega il 43enne produttore, precisando che “lavoriamo in biologico fin dal nostro inizio e dall’annata 2021 i nostri vini sono certificati bio”.


Noelia Ricci, è il nome della nonna di Cirese, colei che a fine anni Ottanta decise di costruire la Cantina. Il secondo elemento che caratterizza il progetto è la fascinazione per il mondo degli animali. “Abbiamo iniziato ad indagare l’immaginario del bestiario e il mondo degli animali più contemporaneo – racconta Cirese – per scegliere le illustrazioni provenienti dagli archivi storici di fine ottocento, perché in queste figure c’è quel realismo, non ancora fotografico, che lascia margine espressivo all’immaginazione”. Ecco allora la scimmia per il “Godenza”, che è “il vino più longevo della Cantina, quello che racconta fedelmente il crinale da cui proviene: una vigna con un’altissima presenza di sabbia arenaria che cede una tipica sapidità al vino”. “Il Sangiovese” è invece contraddistinto dall’immagine di una Vespa, “l’insetto che più di ogni altro vive la vigna e che ne protegge la biodiversità: un vino d’annata, veloce e pungente, dalla beva dissetante e spensierata di una volta”. Infine, nell’etichetta del Trebbiano “Bro” c’è la balena, “che nelle culture orientali è simbolo della memoria, della famiglia e dell’esperienza”.


Predappio è un luogo storico per la viticoltura e per la cultura del locale Sangiovese, e una zona che nell’ultimo decennio ha fatto enormi passi in avanti sul piano della qualità, con tanti, piccoli, produttori dalle idee molto chiare. I Cru più interessanti si trovano in prossimità dei crinali delle colline sopra la linea dei calanchi, e sono Predappio Alta, San Cristoforo, San Zeno e Rocca delle Caminate. “Noelia Ricci rappresenta un piccolo Cru sul crinale della collina esposto a Sud-Est, tra i 200 e i 340m slm in località San Cristoforo” sottolinea il vignaiolo, evidenziando che “il clima di Predappio è tendenzialmente continentale ma salendo il crinale, aumenta l’escursione termica e l’effetto marino, poiché il mare adriatico dista circa 50 km ed i venti arrivano sulle nostre colline senza trovare ostacoli”.

”Luce”, il vino icona della toscana Tenuta Luce compie 30 anni

”Luce”, il vino icona della toscana Tenuta Luce compie 30 anniMilano, 1 mar. (askanews) – Tenuta Luce presenta “Luce 2022”, la vendemmia che segna il 30esimo anniversario dalla prima vendemmia prodotta, la 1993. Un percorso che, fin dall’origine, ha unito tradizione e innovazione, dando vita ad un vino che, vendemmia dopo vendemmia, è diventato un classico. “Luce rappresenta per me molto più di una semplice bottiglia di vino, è un’esperienza, un viaggio personale nella vinificazione che mi ha permesso di esplorare nuove tecniche e metodi, sia in vigna che in cantina e durante l’affinamento, valorizzando un terroir unico” racconta Lamberto Frescobaldi, presidente di Marchesi Frescobaldi, aggiungendo che “ogni vendemmia è stata un’avventura e un’opportunità per approfondire le mie conoscenze e arricchire la mia passione. ‘Luce’ ha segnato profondamente il mio percorso di vita e di lavoro – conclude – è stato il mezzo attraverso cui ho scoperto il mondo, incontrando persone accomunate dalla stessa attenzione per il vino, con cui ho condiviso anche storie e culture”.


Per celebrare il compleanno di questo celebre “supertuscan” è stata coinvolta la casa d’aste Christie’s per la creazione di lotti unici da mettere all’incanto nel mondo e per tracciarne la storia evolutiva di ogni singola vendemmia. Per tale progetto, Tim Triptree, Master of wine & International Director Wine & Spirits di Christie’s, ha assaggiato tutte le 30 vendemmie con Lamberto Frescobaldi e l’enologo Alessandro Marini, aiutando nella stesura di “The Anthology”, un testo unico che racconta, attraverso le note di degustazione di ogni singola vendemmia (1993-2022), la storia di “Luce” e il suo percorso dall’origine a oggi. “La degustazione verticale è stata un’opportunità affascinante per studiare l’evoluzione dei vini della Tenuta sia negli stili enologici sia nella complessità aggiuntiva dell’affinamento in bottiglia” ricorda Triptree, spiegando che “l’evento ha avuto inizio con un campione di vasca dell’annata 2022, un inizio promettente: questo vino, già emozionante e armonico, preannuncia un futuro estremamente brillante. La degustazione – ha chiosato – ha messo in evidenza molte annate straordinarie, dimostrando l’alta qualità e la freschezza di tutte le annate di ‘Luce’, oltre alla loro indubbia capacità di evolvere e affinarsi in bottiglia”.


Alla base della filosofia produttiva di ‘Luce’, spiega la Cantina, c’è, fin dal principio, l’idea che il vino debba essere la più naturale espressione del luogo dove viene prodotto, oltre che delle caratteristiche specifiche delle uve di Sangiovese e Merlot da cui è ottenuto: ogni intervento dell’uomo avviene da sempre in forma minimale e non invasiva. Tenuta Luce si estende per 249 ettari, fra boschi, uliveti e 88 ettari vitati, a Sud-Ovest di Montalcino, nel cuore del Parco della Val d’Orcia (Siena).

Dazi, Uiv: per vino italiano ipotesi danno export da 1 mld di euro

Dazi, Uiv: per vino italiano ipotesi danno export da 1 mld di euroMilano, 28 feb. (askanews) – Un conto da quasi 1 miliardo di euro solo per l’export. È l’impatto sul vino italiano stimato da Unione italiana vini (Uiv) dei dazi al 25% annunciati dall’amministrazione Trump che potrebbero coinvolgere anche il settore.


“Un effetto a cerchi concentrici, che parte dagli Usa, dove la perdita diretta stimata sarebbe attorno ai 472 milioni di euro, per un saldo rispetto allo scorso anno a -25%, e si allarga ai Paesi impattati direttamente dalle nuove tariffe, per i quali sono previsti rallentamenti economici se non recessione, come in Germania” spiega Uiv, aggiungendo che in Canada l’export italiano potrebbe chiudere i conti del 2025 a -6%, mentre nell’Unione europea le stime si attestano a un -5%, per un saldo valore negativo di 216 milioni di euro. Tra Usa, Canada e Ue, che fanno l’80% del valore export vino italiano, il saldo per l’anno mobile (da aprile 2025 ad aprile 2026) chiuderebbe a -716 milioni di euro (-11%). Il totale delle esportazioni verso il resto del mondo, secondo Uiv, vedrebbe infine una speculare contrazione, che porterebbe il disavanzo tra 2024 e 2025 a -920 milioni di euro. Tutto al netto del mercato interno, che nell’anno mobile subirebbe una ulteriore contrazione di circa 350 milioni di euro, pari al 5% dei consumi. “Per rimanere nel mercato statunitense, che vale per noi circa 1,9 miliardi di euro e il 24% del totale export del settore, ci appelliamo ai nostri partner americani, importatori e distributori. L’obiettivo è fare squadra con le nostre imprese del vino per cercare di ammortizzare insieme il surplus dei costi derivanti dalla guerra commerciale” afferma il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, evidenziando che “ci rendiamo conto che questo sacrificio non sarebbe di facile attuazione e determinerebbe nel breve dinamiche antieconomiche, ma l’imperativo è comunque salvare il mercato e il rapporto speciale che ci lega con i consumatori statunitensi”.


“L’ipotesi dazi al 25% determinerebbe infatti una quasi totale uscita dal mercato, che sarebbe peggiore rispetto alle cifre sopra elencate” prosegue Frescobaldi, concludendo che “in questo mese che ci separa dalle decisioni che saranno adottate dall’Amministrazione americana, chiediamo il massimo sforzo della diplomazia italiana ed europea, affinché si avvii, già da adesso, un negoziato sul futuro delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Il vino deve essere ‘nella valigetta’ delle proposte della Commissione, in merito al riequilibrio commerciale tra i due blocchi”.

Vino, Camilli (Ais): strategico puntare su un linguaggio nuovo

Vino, Camilli (Ais): strategico puntare su un linguaggio nuovoMilano, 28 feb. (askanews) – “Bisogna evitare la deriva dell’autoreferenzialità e occorre investire nell’ascolto degli altri. L’umiltà di Giampaolo Gravina, il filosofo e divulgatore che per una vita ha parlato di vino con un linguaggio nuovo, recentemente scomparso, è una grande lezione da seguire”. Lo ha detto il presidente nazionale dell’Associazione italiana sommelier (Ais), Sandro Camilli, in occasione dell’incontro “Il linguaggio del vino, dalla formazione ai social” promosso da Ais a Napoli e moderato da Luciano Pignataro.


“Il nostro linguaggio – ha aggiunto il presidente Ais Campania, Tommaso Luongo – deve avere coerenza, deve investire nel collegamento con il territorio, comunicando correttamente il mondo del vino”. “Il mio obiettivo è fare amare il vino alle persone: da tempo, infatti, il mio claim è ‘dall’esperienza del gusto al gusto dell’esperienza’, perché penso occorra sentire il vino come un ‘tutto’ che va oltre il sapore e il profumo” ha evidenziato il filosofo Nicola Perullo, rimarcando che “negli anni ho provato a costruire dei modi diversi da quello convenzionale con l’attenzione all’inclusività”.


“Il vino è passato dalla crisi del metanolo all’IA e alle fake news” ha detto l’enologo Roberto Cipresso, per il quale “esistono due categorie di vini: quelli che danno soddisfazione, con l’identità, la pulizia, l’ordine, l’abbinamento, che sono coerenti con il proprio carattere varietale, e poi ci sono i vini che emozionano, quei vini il cui assaggio è un viaggio, un film, un’esperienza: credo sia prioritario portare l’emotività in questo mondo con un linguaggio universale”. “La parte più importante del mondo del vino è quella legata all’esperenzialità ha sottolineato Cristiano Cini, membro del comitato esecutivo didattica Ais, aggiungendo che “certamente i canoni classici sono importanti ma la didattica moderna deve aprirsi, bisogna comunicare un modello nuovo e contemporaneo: oggi fare emozionare le persone è tutto”.


Infine in merito al tema dell’etichettatura a livello europeo, secondo il presidente Camilli “è necessario un approccio equilibrato, lontano da ideologie e da irrigidimenti: bisogna puntare sulla qualità, difendendo il valore culturale del vino”.

Assovini Sicilia porta l’isola a fiera Valladolid come wine destination

Assovini Sicilia porta l’isola a fiera Valladolid come wine destinationMilano, 28 feb. (askanews) – Itinerari, percorsi enoturistici, wine experience. L’offerta enoturistica degli associati Assovini Sicilia sarà presentata nel corso della Fiera internazionale dell’enoturismo (Fine) in programma dal 5 al 7 marzo a Valladolid, in Spagna. La sesta edizione del “Wine Tourism Expo” si conferma un evento strategico per i professionisti del settore e un’occasione di confronto attraverso conferenze, tavole rotonde, workshop che analizzeranno i modelli di marketing e le storie di successo sviluppate da Cantine e territori in diversi Paesi. Assovini Sicilia, oltre alla valorizzazione della produzione di qualità delle Cantine associate, “punta alla promozione delle wine destination come patrimonio integrato all’offerta turistica e culturale e come volano per l’economia dell’isola”.


Secondo il Report 2024 di Assovini Sicilia, curato dall’Università di Messina, l’84.8% delle imprese associate ha già implementato servizi enoturistici nella propria azienda. I dati confermano che l’enoturismo nelle imprese vitivinicole di Assovini si estende oltre la semplice degustazione di vini, includendo strutture ricettive, per offrire così un’immersione completa nel territorio e un’offerta variegata e diversificata. Completano l’offerta enoturistica le diverse wine experience. Con il 91% che offre visite guidate della cantina e del processo produttivo, il visitatore ha la possibilità di conoscere realmente il ciclo che inizia in vigna e finisce in tavola. Il wine trekking è invece proposto dal 30% delle imprese: “è un modo per connettere l’enoturista alla natura e al terroir, per creare un rapporto autentico con le risorse del luogo”. Il 15% permette inoltre agli enoturisti di partecipare alla vendemmia, offrendo loro la possibilità di riscoprire le pratiche enologiche più antiche e tradizionali. Ma l’impegno delle cento imprese vitivinicole di Assovini “si pone come obiettivo anche quello del legame con la tradizione enogastronomica e con la cultura”. Lo confermano i dati del Report: il 26% delle aziende offre corsi di cucina per sperimentare la gastronomia regionale, nell’ottica della sostenibilità e della tutela della biodiversità, mentre il 46% promuove concerti ed eventi culturali in cantina. Infine, il 10,9% ha un ristorante all’interno della cantina e il 19,6% dispone di una struttura ricettive come camere o wine resort.


“Oggi, l’enoturismo delle aziende siciliane non ha solo l’obiettivo di integrare gli introiti e di aumentare la conoscenza del marchio, ma soprattutto di promuovere una sana cultura del vino e di creare un’esperienza memorabile per il cliente” commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, spiegando che “si tratta di un’opportunità unica per la Sicilia e un’occasione per condividere la nostra offerta enoturistica che non si limita solo alla degustazione ma è integrata nel territorio coinvolgendo diversi elementi come la cultura, la gastronomia e la natura. Il vino – conclude – , per la sua capacità simbolica e di sintesi, rivela la sua unicità nel narrare territori, storia, persone, diventando ambasciatore dei luoghi”.

Il 1 marzo va in scena la terza edizione di “Grappa Trentino Lovers”

Il 1 marzo va in scena la terza edizione di “Grappa Trentino Lovers”Milano, 28 feb. (askanews) – Tutto pronto per la terza edizione di “Grappa Trentino Lovers” e “Trentino & Wine”, i due appuntamenti dedicati alla grappa e ai vini del Trentino in programma il 1 e il 3 marzo 2025 a Palazzo Scopoli (la Casa del Cibo) di Tonadico, nel cuore della Valle di Primiero. Promosso dalla Strada dei Formaggi delle Dolomiti in stretta collaborazione con l’Istituto Tutela Grappa del Trentino e il Consorzio Vini del Trentino, con il supporto del Comune di Primiero San Martino di Castrozza, l’evento è nato con l’obiettivo di far crescere la conoscenza della grappa col Tridente e i vini della regione in un periodo in cui la valle è ricca di turisti per le attività invernali.


“Ormai è un appuntamento divenuto di cartello per la nostra realtà, un’occasione non solo per raccontare il nostro prodotto, ma anche per far conoscere il giusto modo di abbinarlo ai formaggi come in questo caso” spiega il presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, Alessandro Marzadro, mentre il Direttore Generale del Consorzio Vini del Trentino, Graziano Molon, sottolinea che “questa terza edizione conferma l’importanza della sinergia tra produttori, istituzioni e appassionati, creando un’esperienza immersiva che valorizza la tradizione trentina con uno sguardo sempre attento all’innovazione e alla qualità”. Il 1 marzo dalle 16 prende il via la degustazione libera con l’aiuto di un esperto dell’Istituto per spaziare dalle grappe monovitigno giovani a quelle invecchiate in abbinamento ai caratteristi crostoli, un buon cioccolato artigianale, gli imperdibili biscotti romantici della Pasticceria Lucian e una selezione di formaggi del Caseificio di Primiero. Non mancherà anche la mixology con due cocktail a base di Grappa del Trentino da gustare con un rivisitato sushi trentino.


Il 3 marzo invece saranno i vini i protagonisti degli accostamenti ai formaggi con una scelta libera tra le oltre 50 etichette di più di 20 diverse tipologie. Ad accompagnare il tutto una selezione di prodotti locali con i formaggi del Caseificio di Primiero e i salumi della Macelleria Bonelli. Alle 15.30 una materclass con quattro vini, due bianchi e due rossi, nati dall’incrocio tra uve di vitigni diversi. Dalle 15.30 elfi, fate, folletti saranno i protagonisti delle attività didattiche pensate per i più piccoli. Foto di Roberto De Pellegrin

Vino, prosegue partnership tra Consorzio Lugana e Fondazione Sozzani

Vino, prosegue partnership tra Consorzio Lugana e Fondazione SozzaniMilano, 27 feb. (askanews) – Il Consorzio Tutela Lugana Doc, dopo il successo dello scorso anno, rinnova la partnership con Fondazione Sozzani “in un binomio tra vino e moda all’insegna della contemporaneità”. Venerdì 28 febbraio, alle 16, il Lugana accompagnerà la presentazione della collezione “As Above, So Below” del brand Florania.


Ispirata alle donne surrealiste e all’alchimia,”As Above, So Below” racchiude i temi chiave del marchio a-genere fondato da Flora Rabitti: “la connessione tra macrocosmo e microcosmo, tra l’ecosistema naturale e le attività umane”. Tutti i capi sono realizzati in Italia con materiali circolari e fibre innovative. La presentazione sarà accompagnata dalla proiezione del cortometraggio “Everything Above, So Below” diretto da Filippo Savoia e girato all’interno dello storico Teatro all’Antica di Sabbioneta, Mantova. L’evento (su invito) fa parte del calendario ufficiale della Milano Fashion Week e si svolgerà presso la nuova sede di Fondazione Sozzani, in Via Bovisasca 87 nel capoluogo lombardo.

Consorzio e Ass. Grandi Cru insieme per il vino Costa Toscana Igt

Consorzio e Ass. Grandi Cru insieme per il vino Costa Toscana IgtMilano, 27 feb. (askanews) – Il passaggio di consegne del faldone del Costa Toscana Igt è avvenuto tra Guido Folonari presidente di Confagricoltura Livorno, e Cesare Cecchi, presidente del Consorzio Vino Toscana, la sera del 19 febbraio scorso a Palazzo Corsini, alla presenza del padrone di casa, Duccio Corsini, da due anni presidente dell’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana, incubatrice della Igt. Un atto tanto simbolico quanto importante, che guarda al futuro.


“L’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana è privata e senza alcuna valenza istituzionale e l’Igt Costa Toscana, che esiste da anni, non ha un Consorzio di riferimento che possa tutelarla e promuoverla. E’ dunque venuto naturale pensare di confluire nel Consorzio Toscana Igt: noi cambieremo lo statuto inserendo anche il Costa Toscana e cercheremo di raggiungere il quorum per il riconoscimento governativo” spiega Cecchi ad askanews, precisando che “il Disciplinare di Costa Toscana, che è praticamente un copia e incolla del nostro, nacque all’interno dell’Ente tutela vini Toscana e all’epoca, in maniera un po’ casuale, Confagricoltura divenne titolare del faldone che è rimasto fermo 15 anni”. “Per noi è fondamentale il fatto che sia concentrato l’utilizzo del nome Toscana che, come Consorzio Igt, abbiamo il dovere di tutelare, perché Toscana è un nome comune, quindi non si può permettere che se ne faccia un uso distorto” continua Cecchi, ricordando che “alcune Doc sono in procinto di inserire il nome Toscana che, se da una parte è un segno di grande debolezza perché vuol dire che questi Consorzi non sono riusciti a creare una propria identità, dall’altra è un forte riconoscimento al brand”. “Noi non vogliamo certo fare i padroni, però un coordinamento, un punto di riferimento certo, ci vuole sia per i produttori che per le istituzioni, per la Regione come per il ministero, e noi copriamo tutto il territorio” sottolinea, osservando che “quando ad esempio c’era da registrare il nome Toscana a Singapore non si poteva presentare nessuno perché nessuno ne aveva la titolarità, e fino a due mesi fa il nome Toscana non era registrato negli Stati Uniti che sono il nostro mercato di sbocco: il nome era libero, una situazione davvero imbarazzante”.


“Per quanto riguarda il Costa Toscana, nelle denunce 2024 si parla di circa 150 produttori e più o meno diecimila ettolitri. Per avere il riconoscimento serve il 35% delle teste e il 51% della produzione. Una buona parte di nostri soci, mi pare il 16-17%, sono già nella Costa Toscana e rivendicano sia il Toscana Igt che il Costa Toscana e quindi dobbiamo trovare circa un altro 17-18%, cosa che almeno in teoria dovrebbe essere abbastanza facile” commenta il presidente che, alla domanda su che tempi bisogna aspettarsi, replica “mi piacerebbe tornare l’anno prossimo e annunciare di esserci riusciti ma è oggettivamente difficile soprattutto per la quantità di pratiche burocratiche di cui si perde traccia quando arrivano a Roma”. “Nel giugno del 2019 ci fu una riunione ‘carbonara’ tra cinque, importanti, aziende che esportavano grosse quote e sentivano realmente il bisogno di dare un punto di riferimento certo al Toscana, che era in balia dell’Ente tutela vini Toscana che era ‘dormiente’ e ingessato da pesanti conflittualità interne, con un presidente (il conte Andrea Dzieduszycki) e un direttore (Piero Tesi, nel 2011 ‘Benemerito della viticoltura italiana’) già molto anziani. L’Ente fu così trasformato nel Consorzio Vino Toscana e la presidenza fu affidata a me e la direzione a Stefano Campatelli” ricorda Cecchi, aggiungendo che “dopo la pausa dovuta al Covid, siamo riusciti a far confluire tutte le Cantine sociali: è stato molto complicato perché tra alcuni produttori c’erano diatribe che risalivano a trent’anni prima. La svolta c’è stata a Vinitaly 2023 quando si è avuto la consapevolezza che qualcosa doveva esser fatto. D’altre parte si sta parlando di una IG che con la vendemmia 2024 coinvolge 4.139 rivendicazioni, ed è un’operazione che ha costi bassissimi per i produttori che pagano appena cinquanta centesimi per ettolitro, quindi poco più di tre millesimi a bottiglia”.


“Adesso il primo obiettivo è far approvare il nuovo Disciplinare che è già partito qualche mese fa: si parla di tempi pubblici e quindi dipende non da noi ma dalle istituzioni” continua Cecchi, evidenziando che “è un Disciplinare che dà la massima libertà: abbiamo inserito altri prodotti che non potevano essere fatti, e altri vitigni che sono riconosciuti dalla Regione ma che non facevamo parte di questo documento. Il secondo obiettivo – prosegue – è raggiungere l”erga omnes’ per cui abbiamo bisogno di numeri più stringenti: con la vendemmia 2024 praticamente già ci siamo, ma siccome dobbiamo fare la media tra gli ultimi due anni e la 2023 è stata quella che sappiamo, sono abbastanza fiducioso che l’anno prossimo o al massimo tra due anni ci riusciremo. Questo ci consentirebbe di raggiungere tutti quei piccolissimi produttori che ad oggi sono difficilmente raggiungibili, sapendo che il 42 o il 46%, non mi ricordo esattamente, di coloro che fanno Toscana Igt producono meno di 50 quintali d’uva, quindi solo 30 hl di vino. Il terzo obiettivo – chiosa il presidente – è di creare una struttura al Consorzio perché al momento siamo io, il direttore e una ragazza che è appena entrata. I tempi per fare tutto non sono brevi ma la strada mi pare sia quella giusta”. “Siamo tutti qui insieme per iniziare un percorso unitario, frutto di un percorso in cui tanti hanno remato nella stessa direzione – chiosa soddisfatto Corsini – non serve dare vita ad un altro Consorzio per promuovere e tutelare l’indicazione”. “Questo progetto nasce per dare valore ai vini IGT della Toscana e l’unione degli intenti tra il Consorzio Vino Toscana e l’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana non può che essere salutata positivamente” gli fa eco la vicepresidente e assessora regionale all’Agricoltura, Stefania Saccardi, presente al passaggio di consegne, mettendo in luce che “in un momento in cui il settore presenta complessità è un segno di condivisione tra gli attori della filiera e di fiducia verso il futuro”. (Alessandro Pestalozza)

Vino, Federvini: bene impegno Lollobrigida su “etichette sanitarie”

Vino, Federvini: bene impegno Lollobrigida su “etichette sanitarie”Milano, 26 feb. (askanews) – “Apprezziamo l’impegno del ministro Lollobrigida nel tutelare il comparto dei vini, degli aperitivi, amari, liquori e distillati italiani e nel difendere una corretta informazione al consumatore. Siamo convinti che il contrasto all’abuso di alcol non può risolversi attraverso messaggi allarmistici in etichetta. Occorre piuttosto adottare iniziative di educazione e sensibilizzazione che promuovano il consumo consapevole. Non dimentichiamoci, infine, che questa normativa è in contrasto con il quadro legislativo comunitario e crea una frattura all’interno del mercato unico, nonché un ostacolo al commercio” Lo ha dichiarato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, dopo che il ministro dell’Agricoltura ha nuovamente espresso al suo omologo irlandese forte preoccupazione per gli effetti della normativa del 2023 che impone l’obbligo di etichettatura con avvertenze sanitarie per tutte le bevande alcoliche commercializzate in Irlanda, a partire da maggio 2026. Preso atto di tali osservazioni italiane, il ministro Heydon ha affermato che ne avrebbe interessato il ministero della Salute, competente in materia.

Frantoio di Riva trionfa a Expoliva con olio bio “46esimo Parallelo”

Frantoio di Riva trionfa a Expoliva con olio bio “46esimo Parallelo”Milano, 26 feb. (askanews) – Il Frantoio di Riva si è aggiudicato il prestigioso Premio Internazionale Expoliva nella categoria “Intense Green Fruity” per la modalità “Ecological Limited Production” con l’olio extravergine di oliva “46esimo Parallelo Biologico”. L’importante riconoscimento è stato conferito dalla Fundación del Olivar nell’ambito della XXIII edizione degli Expoliva International Awards, uno dei più autorevoli concorsi mondiali dedicati alla qualità dell’olio d’oliva.


La cerimonia di premiazione si è svolta oggi, 26 febbraio, presso la sede della Fundación del Olivar a Jaén, in Spagna. Il Frantoio di Riva è stato celebrato per la qualità eccelsa del suo olio biologico, che si distingue per il fruttato intenso e l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Expoliva, la più importante fiera internazionale dedicata all’olio d’oliva e alle industrie correlate, si tiene con cadenza biennale a Jaén, nel cuore dell’Andalusia. L’evento attira produttori, esperti e appassionati del settore da tutto il mondo, offrendo una piattaforma unica per presentare le migliori produzioni olivicole e le innovazioni tecnologiche del comparto. Gli Expoliva International Awards rappresentano il momento clou della manifestazione, premiando le eccellenze tra centinaia di campioni di olio extravergine provenienti da ogni angolo del globo.


“Questo premio rappresenta un traguardo straordinario per il nostro frantoio e un riconoscimento al lavoro quotidiano che mettiamo nella cura degli ulivi e nella produzione del nostro olio biologico”, ha dichiarato Giorgio Planchenstainer , presidente di Agraria Riva del Garda, sottolineando che “essere premiati a Expoliva, il più importante palcoscenico internazionale per il settore oleario, ci riempie di orgoglio e ci spinge a proseguire nel nostro impegno per l’eccellenza e la sostenibilità”. L’olio “46esimo Parallelo Biologico” ha una produzione limitata di meno di 10mila litri, e rappresenta un’eccellenza del territorio trentino. La vittoria a Expoliva 2025 consolida la posizione del Frantoio di Riva tra i migliori produttori mondiali di olio extravergine di oliva, portando in alto il nome dell’Italia e del Trentino in un contesto internazionale.