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Vino, a Parigi si celebrano la Sicilia e il ruolo produttivo delle donne

Vino, a Parigi si celebrano la Sicilia e il ruolo produttivo delle donneMilano, 7 feb. (askanews) – A margine delle iniziative previste in occasione del Wine Paris (10-12 febbraio), la manifestazione che tradizionalmente apre la stagione dei grandi saloni internazionali dedicati al vino e ai territori di produzione, martedì 11 febbraio l’Istituto regionale del vino e dell’olio (Irvo) sarà protagonista nella capitale francese dell’evento “Women and wine: celebrating success stories” organizzato dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso le Organizzazioni internazionali a Parigi guidata dall’Ambasciatore Luca Sabbatucci. L’evento avrà luogo al Mairie e sarà seguito da una degustazione di vini siciliani.


L’Irvo, che per la prima volta è diretto da una donna, la commissaria Giuseppa Mistretta, presenterà ad una platea di Ambasciatori, diplomatici e funzionari delle organizzazioni internazionali presenti a Parigi, “l’attività dell’Istituto a supporto dell’innovazione, per la certificazione di qualità e la promozione della produzione vincola dei territori della Sicilia, Regione europea della Gastronomia 2025, con la presentazione del nuovo progetto dedicato alle ‘100 Sicilies – Experiences of Good Life’, con otto diversi itinerari enogastronomici tracciati per raccontare la civiltà della tavola siciliana e il suo patrimonio identitario”. Alla tavola rotonda parteciperà Valerie Lempereur, presidente della commissione enologia dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) e porteranno la loro testimonianza le produttrici siciliane Giovanna Caruso e Federica Bonetta, entrambe socie delle Donne del Vino Sicilia, che saranno rappresentate anche dal consigliere nazionale Dominique Marzotto. Moderatrice dell’evento la giornalista Alma Torretta, siciliana residente a Parigi, autore di diverse guide sui vini siciliani, delegata di Onav Paris e anche lei Donna del Vino Sicilia. “Le donne in questi ultimi anni stanno disegnando una nuova era nel mondo del vino, attraverso la loro passione, competenza e visione innovativa – ha commentato Mistretta – ed anche in Sicilia stanno contribuendo in modo determinante alla nuova viticoltura ed enologia dell’isola, con ruoli apicali e direttivi di indubbio successo. È per noi un grande onore poterlo mettere in evidenza a Parigi davanti ad una platea così rappresentativa del mondo intero”.


“L’Italia svolge un ruolo protagonista nei tavoli multilaterali di Parigi, e lo fa tutelando i propri interessi, promuovendo i propri valori e valorizzando le sue eccellenze” ha aggiunto Sabbatucci, sottolineando che “questa iniziativa coniuga tutti questi aspetti. Poniamo al centro il ruolo delle donne, tema di grande attenzione in ambito Ocse, nel settore vitivinicolo, che ha un’importanza strategica per la nostra economia e per tante imprese italiane”.

Vino, Nomisma-WM: cresce la preferenza per i fine wines italiani

Vino, Nomisma-WM: cresce la preferenza per i fine wines italianiMilano, 6 feb. (askanews) – Raddoppio del fatturato in vent’anni e una crescita straordinaria sui mercati internazionali: le 18 aziende associate all’Istituto Grandi Marchi (IGM) hanno raggiunto un valore aggregato di 660 milioni di euro, di cui oltre il 55% proveniente dall’export. Questi dati emergono dalla ricerca commissionata da IGM e realizzata da Nomisma-Wine Monitor in occasione del ventesimo anniversario dell’Istituto che riunisce alcune delle famiglie più prestigiose del vino italiano. I risultati dello studio sono stati presentati a Milano, nella suggestiva cornice di Terrazza Palestro, durante una conferenza stampa dedicata alle prospettive e ai successi del vino italiano di qualità sui mercati globali.


La ricerca esplora le evoluzioni e le prospettive del vino di qualità attraverso il punto di vista delle aziende associate, per poi approfondire i trend emergenti e i comportamenti di consumo dei fine wines negli Stati Uniti. “Al di là dei dati specifici, di indubbio interesse per l’intero movimento del vino, ciò che più conta e ci lusinga è registrare la crescita del peso dei fattori immateriali legati alla percezione del nostro mondo, nella considerazione dei consumatori di mercati importanti per valori e per volumi, come ad esempio gli Usa” ha commentato il presidente di IGM, Piero Mastroberardino, precisando che “i vini di pregio forniscono un contributo chiave all’immagine che gli stili di vita tipici della cultura italiana occupano nella mente del pubblico. Tale immagine – ha concluso – si lega intimamente con i valori positivi trasmessi dalla storicità, continuità, coerenza qualitativa delle imprese familiari multigenerazionali che si ergono a custodi delle radici dei propri territori”. Secondo la ricerca, il 70% del fatturato estero delle aziende associate è proveniente da mercati al di fuori dell’Unione Europea, con una crescita straordinaria nei mercati asiatici che hanno visto aumentare gli acquisti di vini oltre il 130% negli ultimi due decenni. Gli Usa si confermano il principale mercato di destinazione per i fine wines italiani dove, nonostante il contesto economico sfidante caratterizzato da inflazione e alti tassi di interesse, nel 2024 si è registrato (per il periodo gennaio-novembre e a livello complessivo di vini) un aumento delle importazioni dall’Italia del 5% in valore per i vini fermi imbottigliati e del 10% per gli spumanti, in controtendenza alla media del mercato che vede in leggera diminuzione gli acquisti dall’estero.


L’interessante studio ha anche analizzato i comportamenti di consumo di 2.400 consumatori statunitensi di vino (distribuiti in California, New York, New Jersey e Florida), rivelando che oggi il 30% di loro si definisce “real user” di fine wines, con una predominanza di consumatori “millennials”, uomini, appartenenti alla “upper class” e con una spiccata curiosità verso vini stranieri. Dopo quelli locali, sono i fine wines italiani i più consumati dagli americani nell’ultimo anno, grazie alla loro crescente reputazione. È cresciuta infatti la percezione dei fine wines italiani in termini di classe ed eleganza, attributi storicamente riservati ai vini francesi: nel 2024, il 27% dei consumatori statunitensi associa questi valori ai vini italiani, in crescita rispetto al 20% emerso dalla ricerca analoga elaborata nel 2017 da Nomisma Wine Monitor per IGM. Ulteriore dato particolarmente promettente riguarda i non consumatori di fine wines italiani: il 76% di loro si dichiara interessato a provarli, sottolineando le opportunità per ulteriori espansioni di mercato. “Le potenzialità di crescita sul mercato Usa per i fine wines italiani sono concrete” ha evidenziato Denis Pantini, Responsabile Nomisma Wine Monitor, rimarcando che “non solo perché si assiste da tempo ad una premiumization dei consumi di vino, ma anche perché il 44% dei consumatori statunitensi intervistati prevede di aumentarne l’acquisto nei prossimi tre anni, contro un 50% che ritiene di mantenerli invariati e solo un 6% che invece pensa di diminuirli”.


Il consumatore di fine wines italiani si distingue per un forte legame con l’Italia, che si esprime attraverso origini italiane o viaggi recenti. Un elemento che gioca un ruolo fondamentale nella valorizzazione dei nostri fine wines sul mercato Usa, dove la scelta di questi vini è influenzata principalmente da tre fattori: notorietà del brand, riconoscimenti ottenuti nelle guide di settore e l’unicità delle aziende a gestione familiare. Quest’ultimo elemento risulta particolarmente rilevante per i millennials, con il 16% che lo considera un aspetto determinante, rispetto all’11% della media generale. L’importanza del family business e dell’eredità culturale, dunque, non solo rafforza la reputazione dei fine wines italiani ma risulta anche un fattore cruciale per attrarre i consumatori più giovani, in particolare quelli sotto i 35 anni, che apprezzano la qualità e l’autenticità dei prodotti.

Vino, il Consorzio Valpolicella esordisce a Wine Paris con 36 aziende

Vino, il Consorzio Valpolicella esordisce a Wine Paris con 36 aziendeMilano, 6 feb. (askanews) – Al via il programma di promozione internazionale del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella che, da 10 al 12 febbraio, parteciperà per la prima volta a Wine Paris, nell’ambito del progetto “Quality Heritage of Europe” (QHE). Un esordio che registra una collettiva di 36 aziende del territorio presenti allo stand istituzionale dell’ente nel Padiglione Italia (6/B 060), con 240 etichette dei vini della Denominazione, capitanati dall’Amarone.


“In un momento complesso per il settore è fondamentale ampliare il perimetro della promozione” commenta il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, aggiungendo che “il programma europeo ci consente di supportare ulteriormente il percorso di internazionalizzazione delle nostre aziende e di favorire la crescita del posizionamento dei vini della Valpolicella”. All’importante appuntamento di Parigi saranno presenti Accordini Stefano, Antiche Terre Venete, Buglioni, Ca’ Rugate, Cadis 1898, Rocca Sveva, Carlo Alberto, Clementi, Coali – Tenuta Savoia, Corte Saibante, Degani, Falezze di Anselmi Luca, Farina – Wine Tradition Evolves, Gini, Grotta del Ninfeo, I Campi, International Wine Group, La Collina dei Ciliegi, Le Guaite di Noemi, Le Ragose, Manara, Marchi, Meroni, Monte del Frà, Monteci, Rubinelli Vajol, San Cassiano, Scriani, Secondo Marco, Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani, Terre di Leone, Tinazzi, Torre di Terzolan, Valentina Cubi, Vantorosso e Vigneti di Ettore.


“Quality Heritage of Europe” è promosso dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella e dal Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano. Cofinanziato dall’Unione Europea, il piano ha una durata triennale e contempla la realizzazione di attività specifiche in Italia e di partecipazioni fieristiche in Francia e Germania per aumentare la consapevolezza dei consumatori europei riguardo ai benefici dei prodotti agroalimentari di qualità, in particolare quelli a marchio Dop e Igp.

Bolton Food con Banco alimentare: nel 2024 donato cibo a 220mila persone

Bolton Food con Banco alimentare: nel 2024 donato cibo a 220mila personeMilano, 5 feb. (askanews) – Bolton, attraverso la sua business unit Food, e Banco Alimentare dal 2011 collaborano per ridurre gli sprechi alimentari, a partire dalla catena di fornitura, e offrire alle persone che ricevono aiuto alimentare un facile accesso alle proteine di carne e pesce. In particolare la multinazionale italiana, grazie alla collaborazione con il Banco, dona le eccedenze generate nelle sue linee di produzione dei marchi Rio Mare e Simmenthal. Solo nel 2024 ha sostenuto donazioni alle sedi del Banco Alimentare di Lazio e Lombardia, raggiungendo 61.474 beneficiari, attraverso 281 partner sul territorio laziale e 158.991 beneficiari grazie alle 887 strutture caritative convenzionate nella regione lombarda, per un totale di oltre 27.000 chili di proteine salvate e messe a disposizione di famiglie bisognose. Una partnership che negli anni ha visto anche il coinvolgimento della popolazione aziendale attraverso un programma di recupero di alimenti dalla mensa aziendale, e dalle linee di produzione con il programma Food Poverty Lab.


Iniziative come questa assumono rilevanza se consideriamo che per l’Istat, l’accesso a un’alimentazione adeguata rappresenta uno dei bisogni fondamentali su cui si basa il calcolo dell’indice di benessere delle famiglie. Nonostante ciò, i più recenti dati disponibili sul tasso di povertà in Italia (in riferimento all’anno 2024) rilevano una condizione di povertà assoluta per più di 2,2 milioni di famiglie, 5,7 milioni di persone e 1,3 milioni di minorenni. A questo si aggiungono i dati Istat sui prezzi al consumo del 2024 – chiuso per il settore alimentare con un ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,2% da +9,8%) che è rimasto tuttavia ben al di sopra del tasso di inflazione – che mostrano ancora di più la necessità di attivazioni concrete per contribuire a colmare i divari sociali ed economici che colpiscono il AlimPaese.

Vino, Primitivo di Manduria Dop: un 2025 ricco di eventi internazionali

Vino, Primitivo di Manduria Dop: un 2025 ricco di eventi internazionaliMilano, 5 feb. (askanews) – Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria inaugura il 2025 con un fitto calendario di appuntamenti internazionali, confermando il suo impegno nella promozione della Denominazione e del territorio. Prima tappa Wine Paris, dal 10 al 12 febbraio, che “sarà un’opportunità strategica per promuovere il Primitivo di Manduria in un contesto globale e rafforzarne la visibilità sui mercati internazionali”. Seguirà dall’8 al 10 marzo ad Atene, la Food Expo Greece, 11esima edizione della fiera più importante dell’Europa sudorientale nel settore agroalimentare e delle bevande. Dal 16 al 18 marzo gli appuntamenti proseguiranno con ProWein a Dusseldorf. “una tappa fondamentale per il Consorzio, che parteciperà con due postazioni dedicate per rafforzare il posizionamento del Primitivo di Manduria sui mercati tedesco e internazionale”. Infine, dal 6 al 9 aprile, la 57esima edizione Vinitaly a Verona “che sarà un’occasione unica per incontrare buyer, giornalisti e appassionati, valorizzando il Primitivo di Manduria nel cuore dell’Italia vitivinicola e continuando il nostro percorso di promozione e crescita a livello globale”.


“La nostra strategia per il 2025 si concentrerà fortemente sulla promozione della Dop Manduria” ha dichiarato la presidente del Consorzio, Novella Pastorelli, spiegando che “il nostro compito è valorizzare la Denominazione e il territorio, facendo conoscere il Primitivo di Manduria e garantendo, attraverso la fascetta di stato, l’autenticità del prodotto. Questo contrassegno certifica la provenienza e la qualità del vino, rispettando le peculiarità del terroir e difendendo i consumatori da contraffazioni” ha proseguito, evidenziando che “la fascetta è anche un segno di impegno verso la sostenibilità e l’etica della produzione, valorizzando il lavoro dei nostri viticoltori e produttori. Inoltre, in un mercato globale, dove i rischi di imitazioni sono elevati, rappresenta una tutela per la nostra denominazione e rafforza la fiducia dei consumatori. Il Primitivo di Manduria, l’autentico lo riconosci dalla fascetta”.

Vino, Partesa amplia il portfolio con Silver Oak e Philip Togni

Vino, Partesa amplia il portfolio con Silver Oak e Philip TogniMilano, 5 feb. (askanews) – Partesa, azienda attiva nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Horeca, amplia il suo portfolio vino che comprende oltre 130 produttori nazionali ed esteri. Dopo il recente ingresso di Elizabeth Spencer, Partesa porta ora in Italia le produzioni di due icone californiane: Silver Oak e Philip Togni Winery.


La società del Gruppo Heineken Italia ha inoltre annunciato una partnership con Jeunes Restaurateurs d’Europe (Jre), l’associazione internazionale di giovani ristoratori e chef presieduta dal 2024 dallo chef Daniel Canzian, che conta oltre 390 ristoranti e 160 hotel in 16 Paesi diversi. Al via da quest’anno anche la collaborazione con “Noi di Sala”, la prima associazione italiana che riunisce i professionisti di sala e cantina, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’arte dell’ospitalità e del servizio. “Ogni anno lavoriamo per espandere e aggiornare il nostro portfolio e offrire ai locali italiani una proposta completa e sempre in linea con il gusto in costante evoluzione dei loro avventori” ha affermato spiega Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa, spiegando che “ogni anno puntiamo ad alzare l’asticella. Da qui le collaborazioni con JRE e Noi di Sala, due associazioni di professionisti trasversali, altamente qualificate e riconosciute: per noi è un vero onore poterle sostenere e affiancare, perché ci danno la possibilità di dare il nostro contributo alla formazione di quelli che saranno i grandi professionisti di domani, in cucina e in sala”.


Silver Oak nasce nel 1972 dalla visione dell’imprenditore Ray Twomey Duncan e del winemaker Justin Meyer di produrre solo Cabernet Sauvignon, invecchiato esclusivamente in rovere americano e capace di decenni di invecchiamento. Una visione oggi è portata avanti dalla famiglia Duncan, affiancata dall’enologo Nate Weis, nelle tenute di Napa Valley, Sonoma County, Anderson Valley e Willamette Valley. Sorge invece a 600 metri di altitudine sulla Spring Mountain, nella Napa Valley occidentale, Philip Togni Winery, la cantina fondata nel 1975 e guidata tuttora da Philip Togni, ex studente di Emile Peynaud all’Università di Bordeaux, dove ha conseguito il Diplôme National d’Oenologie mentre lavorava a Chateau Lascombes. Dai 10 acri (poco più di 4 ettari) coltivati a biologico, nascono Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot, che danno vita alle tre etichette (tutte “Estate Bottled”) che hanno fatto di Philip Togni uno dei più apprezzati produttori della California.

Vino, Beduschi: “Lake Garda Wines” esempio vincente di promozione

Vino, Beduschi: “Lake Garda Wines” esempio vincente di promozioneMilano, 4 feb. (askanews) – “Unire le forze per valorizzare il territorio è la strada giusta per affrontare le sfide dei mercati internazionali. ‘Lake Garda Wines’ è un’iniziativa che va in questa direzione, mettendo insieme le energie di cinque Consorzi per promuovere in modo coeso e strutturato i vini del Lago di Garda. Regione Lombardia sostiene con convinzione questo modello di collaborazione, che rafforza l’identità e la competitività delle nostre produzioni vitivinicole, facendo leva sulla qualità e sull’unicità del nostro territorio”. Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, commentando il progetto “Lake Garda Wines”, che nasce dalla volontà dei Consorzi Bardolino, Custoza, Garda, Lugana e Valtènesi di presentarsi con un’immagine unitaria sui mercati esteri, a partire da “Vinexpo – Wine Paris 2025”, uno dei più importanti appuntamenti internazionali del settore.


“Questa sinergia rappresenta una grande opportunità per queste eccellenze vinicole, che non solo esprimono una qualità riconosciuta, ma hanno anche il privilegio di essere legate a un territorio unico, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo” ha proseguito Beduschi, rimarcando che “il Lago di Garda è una vetrina naturale di straordinaria bellezza, e il fatto che i suoi vini possano raccontarlo con un’unica voce ne rafforza ulteriormente l’identità e l’attrattività”. Foto di Stefano Campana

I cinque Consorzi del vino del Lago di Garda uniti a Wine Paris

I cinque Consorzi del vino del Lago di Garda uniti a Wine ParisMilano, 4 feb. (askanews) – “Lake Garda Wines” è il nuovo progetto nato dalla volontà dei Consorzi Bardolino, Custoza, Garda, Lugana e Valtènesi di promuovere con un’unica immagine i vini e il territorio che circonda il Lago di Garda. Una sinergia tra diverse Denominazioni, accomunate dall’obiettivo di valorizzare un patrimonio vitivinicolo straordinario e diffondere nel mondo la qualità e l’autenticità dei vini di quest’area. Il Lago di Garda, infatti, con il suo microclima unico, la sua biodiversità, e con secoli di tradizione vitivinicola, offre un terreno ideale per la produzione di vini profondamente radicati nella cultura locale.


“Lavorare insieme agli altri Consorzi – ha detto Fabio dei Micheli, presidente del Consorzio Bardolino Doc – significa dunque rafforzare la visibilità dei nostri vini e costruire un messaggio comune che renda la nostra vocazionalità climatica un esempio e un modello di qualità sempre più unico e riconoscibile che lo consolida come polo enologico di eccellenza in tutto il mondo”. Questa idea di collaborazione, che conserva le specificità di ogni Denominazione, trova eco anche nelle parole di Roberta Bricolo, presidente del Consorzio Tutela Vino Custoza Doc. “Cinque consorzi si uniscono per affrontare le sfide del mercato globale con determinazione e coesione: questa alleanza non solo ottimizza le risorse ma valorizza l’autenticità del nostro territorio, unendo in modo strategico le forze per una maggiore riconoscibilità internazionale”. La collettiva “Lake Garda Wines” sarà protagonista alla fiera Vinexpo – Wine Paris 2025 dal 10 al 12 febbraio a Parigi. Durante la manifestazione questo progetto unico in Italia sarà presentato dai presidenti dei Consorzi, accompagnati da una selezione delle etichette più rappresentative delle diverse Denominazioni e da circa trenta aziende.


“Non stiamo solo promuovendo i nostri vini – ha aggiunto Paolo Fiorini, presidente del Consorzio Garda Doc – ma anche il patrimonio culturale e paesaggistico che rende il Lago di Garda un luogo unico, capace di suscitare emozioni senza pari”. “Con questo progetto – ha aggiunto Fabio Zenato, presidente del Consorzio Lugana Doc – puntiamo a consolidare l’identità enologica di ciascuna Denominazione, ma anche a trasmettere una visione collettiva che abbraccia sostenibilità, innovazione e un impegno comune per il futuro del vino”. L’idea di una cooperazione che guarda al futuro si fa ancora più chiara nelle parole di Paolo Pasini, Presidente del Consorzio Valtènesi, “da qualsiasi punto di vista lo si osservi, il Lago di Garda costituisce il tratto fondamentale del DNA di tutti i vini che scaturiscono dal suo microclima originale. Unirsi tra i Consorzi e le Denominazioni che colorano la sua variabilità espressiva è il miglior modo per far conoscere al mondo la bellezza che ci sostiene. Grazie a Lake Garda Wines” dice Pasini, “raccontiamo la storia di un territorio che da secoli è capace di produrre vini indissolubilmente legati alla sua natura, alla cultura e alle tradizioni”.


Foto: Stefano Campana

Un convegno a Roma sul vino come patrimonio culturale europeo

Un convegno a Roma sul vino come patrimonio culturale europeoMilano, 4 feb. (askanews) – Il vino non è solo un prodotto agricolo ma un vero e proprio elemento culturale che attraversa i secoli, intrecciandosi con la storia, l’archeologia e l’identità dei territori. Per approfondire questo tema, “Iter Vitis – Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” e il Parco Archeologico del Colosseo, in collaborazione con la Cantina Cincinnato, promuovono un convegno dedicato al ruolo dell’industria culturale nella valorizzazione della viticoltura come patrimonio materiale e immateriale.


L’evento si terrà giovedì 6 febbraio alle 9.30 nella suggestiva cornice della Curia Iulia all’interno del Parco Archeologico del Colosseo. Un’occasione unica per ascoltare esperti italiani e internazionali che porteranno le loro esperienze nel recupero e nella valorizzazione della viticoltura storica, tra archeologia, ampelografia e identità del territorio. Il convegno vedrà la partecipazione di studiosi, ricercatori, istituzioni culturali e produttori di vino che hanno contribuito a riscoprire e proteggere antiche tradizioni vitivinicole. Tra i temi affrontati: il ruolo delle vigne urbane nel paesaggio storico, il recupero di vitigni autoctoni, l’interazione tra archeologia e viticoltura nei musei europei e il valore dell’industria culturale nel raccontare il passato e il futuro del vino. Tra i protagonisti, rappresentanti del Museo Archeologico di Salonicco, del Museo Archeologico di Heraklion, della Cité du Vin di Bordeaux, della Cantina Cincinnato e di progetti innovativi come Venissa, la valorizzazione della viticoltura veneziana, e il programma di recupero della viticoltura storica in Israele e Moldova. L’evento sarà moderato da Emanuela Panke, Presidente di Iter Vitis, e vedrà l’intervento di esperti del settore, tra cui Alfonsina Russo, Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, e dell’antropologo del gusto Ernesto di Renzo, professore alle Università di Tor Vergata e Teramo, che racconteranno il valore della viticoltura come elemento di identità e sviluppo territoriale.

Nasce un nuovo polo di produzione e distribuzione di vino e olio

Nasce un nuovo polo di produzione e distribuzione di vino e olioMilano, 4 feb. (askanews) – Gruppo Meregalli crea un nuovo polo agroalimentare in società con Gruppo Verdore di proprietà della famiglia Gestri, che si propone di diventare un punto di riferimento nella produzione e distribuzione di vino e olio di qualità. Gruppo Verdore, già proprietario dal 2022 della Cantina Gualdo del Re e di altre realtà nel settore agroalimentare, oggi entra in società con Tenuta Fertuna, già di proprietà di Gruppo Meregalli. “Verdore e Meregalli – si legge in una nota – si occuperanno rispettivamente della parte produttiva e di quella commerciale, in cui Meregalli metterà a servizio del polo la propria leadership storica e lo specifico ‘know-how’”.


“Tenuta Fertuna grazie alla creazione di questo polo si avvarrà delle competenze di un Gruppo oggi concentrato anche sulla produzione agroalimentare: le reciproche competenze, commerciali e produttive, siamo certi permetteranno importanti economie di scala nonché daranno una forte accelerazione rispetto agli obiettivi prefissati” ha commentato Corrado Mapelli, DG di Gruppo Meregalli, precisando che la nuova realtà nasce con l’obiettivo “di rispondere alle sfide globali del settore, creando un sistema integrato che vada dalla produzione alla distribuzione, puntando su pratiche agricole sostenibili, tecnologie avanzate e trasparenza della fi liera produttiva”. “Unendo le proprie competenze, Meregalli e Verdore potranno continuare a garantire prodotti di eccellenza a un mercato sempre più attento, esigente e in continua espansione” si legge ancora nel comunicato, in cui il GM di Gruppo Verdore, Vincenzo Panza, ha sottolineato che “siamo certi che la creazione di questo nuovo polo, con un partner leader nella distribuzione, porterà a importanti sinergie che consentiranno di ottimizzare i processi produttivi e di distribuzione. Ciò ci permetterà – ha concluso – di servire il mercato con un sempre più alto livello qualitativo di prodotto e servizio, in grado di incontrare le richieste della clientela più esigente”.


Il nuovo polo punta a diventare un attore chiave nel panorama agroalimentare italiano, con ambiziosi piani di espansione e innovazione. “L’espansione verrà raggiunta con l’incremento della filiera, oggi circoscritta al mondo del vino e al comparto oleario, ampliando la rete di prodotti al fine di garantire un’offerta diversificata. L’innovazione invece toccherà gli investimenti in ricerca e sviluppo per introdurre nuove linee alimentari che rispondano alle prossime esigenze dei consumatori, sempre più articolate”. “L’Italia è stata fonte di tanti acquisti da parte di stranieri anche nell’agroalimentare, siamo felici quindi di poter dare il nostro contributo in Italia investendo in un settore che per motivi turistici, di produzione e di Doc e Dop non potrà mai essere staccato dal nostro territorio” ha aggiunto Marcello Meregalli, AD di Gruppo Meregalli, mentre Mauro Gestri, founder di Gruppo Verdore ha chiosato rimarcando che “le potenzialità del settore agroalimentare nel nostro Paese sono vaste e intendiamo coglierle”.