Vendemmia, Assovini Sicilia: uve sane e di qualità, atteso +15% sul 2023Milano, 26 lug. (askanews) – “I vigneti siciliani si presentano in ottimo stato fitosanitario e qualitativo, non sono presenti segni di stress idrico e le uve sono perfettamente sane e integre. Per l’annata 2024 è stimato un aumento intorno al 10-15% rispetto alla precedente annata ma un calo fisiologico rispetto a una media ottimale”. A dirlo è Assovini Sicilia, ricordando che in alcune zone dell’isola la vendemmia è iniziata con un anticipo tra i 12 e i 20 giorni, come nei territori di Menfi dove già si raccolgono Pinot Grigio e Chardonnay. “Un inverno e una primavera caldi, privi di piogge, hanno promosso un precoce germogliamento e, di conseguenza, un’anticipazione di tutte le fasi fenologiche e fisiologiche della vite” precisa l’associazione, spiegando che “alcuni vitigni coltivati negli areali dell’isola rivelano una naturale e performante resistenza alle estreme condizioni siccitose”.
“La vendemmia è un momento di grande confronto per i vitivinicoltori dell’isola – afferma la presidente di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria – le previsioni per questa annata parlano di qualità e di uve sane e integre ma anche di tecniche agronomiche e di gestione del suolo che oggi consentono di affrontare meglio la siccità in Sicilia e nei vigneti”. Nella Sicilia Occidentale “non si registrano problemi di oidio né di botrite, e per quanto riguarda la quantità, siamo nella media annua, al momento tutte le varietà stanno rispondendo bene, sia a livello qualitativo che quantitativo e prevediamo un aumento produttivo rispetto alla campagna vendemmiale 2023” – commenta il tecnico viticolo Filippo Buttafuoco. Al Centro-Sud dell’isola, “i vigneti si presentano in ottimo stato fitosanitario, le uve sono sane e quelle che verranno vendemmiate entro agosto raggiungeranno uno standard qualitativo eccellente” spiega l’enologo Tonino Guzzo, parlando di un’annata “simile alla 2017 e alla 2022”.
Nella zona dell’Etna “quest’anno si prevede un 10-15% in più rispetto alla media, l’uva è perfettamente sana e la quantità è molto buona – precisa l’agronomo Marco Nicolosi – ma verrà influenzata dalle auspicate piogge di fine agosto, e anche la qualità dipenderà in gran parte dalle piogge di agosto-settembre”. “Sicuramente, ci sono varietà che sembrano resistere benissimo ai cambiamenti climatici, come il Nerello Mascalese, e anche il Carricante e il Catarratto hanno risposto bene a questi sbalzi termici e idrici” dice l’enologo Emiliano Falsini, ricordando che “più sensibili ai cambiamenti climatici sono il Nero d’Avola e il Grillo, e buoni sono gli internazionali, in particolare il Syrah e lo Chardonnay, che come sempre mostrano un’ottima risposta agli eventi”. Nel Sud-Est “la vendemmia delle varietà a bacca bianca si presenta in anticipo di circa 10 giorni” commenta l’agronomo Daniele Modica, aggiungendo che “la varietà che risponde meglio sia al cambiamento climatico, che alle eventuali malattie è senza alcun dubbio il Frappato”. In generale la resa è attesa “leggermente sotto la media, con vini bianchi con concentrazioni importanti da un punto di vista aromatico e di rossi strutturati con una significativa maturazione polifenolica”.
Anche in provincia di Messina, la terra delle Doc Mamertino, Faro e Malvasia, le previsioni sono buone e la vendemmia inizierà a fine agosto con una settimana di anticipo. “I nostri vitigni autoctoni, Malvasia, Corinto Nero e Catarratto, sono varietà che resistono bene al caldo estremo” afferma l’enologo Pietro Colosi, mettendo in luce che “forse ci sarà un calo sulla quantità ma possiamo già parlare di un’annata dalla buona qualità”.