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Alla Fiera dei Vini di Piacenza anche il tartufo del Gal del Ducato

Alla Fiera dei Vini di Piacenza anche il tartufo del Gal del DucatoMilano, 10 nov. (askanews) – Sempre più vino e territorio al centro della Fiera dei Vini che si terrà da sabato 16 a lunedì 18 novembre negli spazi di Piacenza Expo, dove il tartufo sarà protagonista in un’area esclusiva gestita dal Gruppo di azione locale (Gal) del Ducato. Durante i tre giorni della mostra mercato, l’organizzazione in collaborazione con la Consulta del tartufo e delle Strade enogastronomiche di Parma e Piacenza presenterà le proprie azioni relative alla programmazione 2023-2027, con degustazioni in abbinamento ai vini locali e incontri sulla coltivazione e trasformazione di questo pregiato fungo. Negli stessi spazi si parlerà anche de “Il Mito della Malvasia”, progetto di cooperazione internazionale ideato per narrare la storia della Malvasia, per raccontare un prodotto, la malvasia di Candia aromatica, che vede le province di Parma e Piacenza principali produttori mondiali, descrivendone la versatilità e celebrando il lavoro dei vignaioli che lo producono.


Alla Fiera dei Vini, che vedrà la partecipazione di oltre 200 aziende provenienti da tutta Italia ma anche dall’estero, si potranno degustare e acquistare vini, ma anche olio e altri prodotti frutto del lavoro della terra. Per quanto riguarda invece le masterclass, il primo appuntamento sarà sabato 16 novembre alle 11.30 con “Dolci segreti”: un viaggio tra i vini passiti, a cura del presidente di Onav, Vito Intini. Alle 16 il presidente di Fisar, Roberto Donadini condurrà “Rossi che raccontano il territorio: i vitigni autoctoni dell’Italia meno conosciuta”, incentrata su uve minori ma capaci di dare vita a vini di grande personalità e carattere. Domenica 17 novembre sarà la volta di due appuntamenti con Antonello Maietta, Former President di Ais: alle 11.30 si terrà “White and Gold: bianchi tra PIWI, autoctoni e internazionali”, un approfondimento con un assaggio di cinque selezionate etichette dall’Alto Adige alla Sicilia e una slovena, mentre alle 16 “Sfumature effervescenti: un viaggio nell’Italia degli spumanti”, tasting per esplorare l’Italia delle bollicine nelle sue diverse sfaccettature. Il ciclo di incontri si concluderà alle 11.30 di lunedì 18 novembre, giornata come da tradizione pensata per sommelier, operatori e addetti ai lavori, con l’appuntamento dedicato all’olio extravergine d’oliva condotto da Luigi Caricato (Olio Officina). Foto di Sara Fenu

Con vendemmia 2024 Terre d’Aenòr imbottiglia un Pinot Nero in purezza

Con vendemmia 2024 Terre d’Aenòr imbottiglia un Pinot Nero in purezzaMilano, 10 nov. (askanews) – Terre d’Aenòr, giovane Cantina biologica di Provaglio d’Iseo nel cuore della Franciacorta (Brescia) prevede per quest’anno un calo di circa il 30% della produzione. “Il complesso andamento climatico dell’annata 2024 ha inciso sia sulla fertilità delle gemme che sulla quantità e la dimensione dei grappoli – ha spiegato Ermes Vianelli, responsabile della produzione dell’azienda – considerando anche che impostiamo le operazioni colturali, compresa la potatura, per garantirci un potenziale massimo di 85-90 quintali-ettaro, una resa che tutela la qualità delle uve e di conseguenza dei vini che otteniamo”.


“Nonostante la diminuzione quantitativa – ha precisato Eleonora Bianchi, founder e Ceo di Terre d’Aenòr – la qualità delle uve è rimasta intatta: le analisi chimiche e le prime impressioni sensoriali indicano parametri eccellenti, lasciando presagire vini di altissimo livello che continueranno a esprimere la grandezza del nostro territorio e l’impegno costante che dedichiamo alla ricerca dell’eccellenza”. La produzione si aggirerà dunque sulle 200mila bottiglie, con le sei referenze di Franciacorta già presenti sul mercato: Brut, Satèn Ricciolina, Extra Brut Millesimato, Rosé Extra Brut Millesimato, Pas Dosé Millesimato e Demi Sec, oltre alle due linee di vini fermi, Bianco Curtefranca DOC e Rosso IGT Sebino. Ma con la vendemmia 2024, la Cantina ha annunciato di ampliare ulteriormente la propria gamma: al Blanc De Noir in versione Nature, vinificato per la prima volta con la vendemmia 2023 e alle Riserve già in evoluzione, si aggiunge quest’anno un secondo rosso fermo, un Pinot Nero in purezza, che quando sarà pronto nei prossimi anni, si affiancherà al taglio bordolese attualmente in commercio.

Vino, “Green Innovation Award” di Simei al Nomacorc Ocean di Vinventions

Vino, “Green Innovation Award” di Simei al Nomacorc Ocean di VinventionsMilano, 10 nov. (askanews) – Il “Green Innovation Award” riconoscimento attribuito nell’ambito dell’Innovation challenge “Lucio Mastroberardino” del Salone internazionale per le macchine per enologia e imbottigliamento (Simei 2024), è andato al “Nomacorc Ocean” di Vinventions, “il primo tappo al mondo realizzato con plastica riciclata da rifiuti destinati a finire negli oceani (Ocean bound plastics)”. Parallelamente, la nuova versione connessa dell’analizzatore di ossigeno per il settore vinicolo “NomaSense O2” è stata premiata nella categoria “New Technology”, riconoscendone il valore innovativo per il monitoraggio e la qualità del vino.


Alla 30esima edizione della manifestazione di Unione italiana vini (Uiv) che si terrà da martedì 12 a venerdì 15 novembre alla Fiera Milano Rho, Vinventions ha annunciato che presenterà il “POPS Ocean”, il suo primo tappo per spumanti realizzato sempre con materiali plastici recuperati dagli oceani. Alla fiera interverrà anche il nuovo Ceo di Vinventions, Axel Vuylsteke, alla sua prima uscita pubblica, che nel suo discorso inaugurale, aveva tra l’altro affermato che “la nostra forza risiede nell’impegno per soluzioni sostenibili in grado di rispondere alle crescenti esigenze dei nostri clienti e consumatori”.

Vino, esce il “Vajo dei Masi” 1999: l’Amarone di uno storico Cru

Vino, esce il “Vajo dei Masi” 1999: l’Amarone di uno storico CruMilano, 10 nov. (askanews) – Masi presenta il “Vajo dei Masi 1999 Amarone della Valpolicella Classico Doc”, frutto dell’omonimo cru nel cuore della Valpolicella Classica vitato dai Boscaini nel 1772, e dalle cui uve, nel 1997, erano state prodotte 2.500 magnum per celebrare la 250esima vendemmia della famiglia nel 2022.


Per il millesimo 1999, prodotto in 1.600 bottiglie da 750 ml e 200 magnum tutte numerate, le uve selezionate di Corvina, Rondinella, Corvinone e Molinara sono state fatte appassire in pianali di bambù fino all’inizio del febbraio successivo, poi pigiate e lasciate fermentate in acciaio. Il vino è stato quindi affinato in fusti nuovi di rovere francese da 600 litri dal 6 giugno 2000 al 15 ottobre 2003, e poi mantenuto in contenitori di acciaio a saturazione di azoto fino al momento dell’imbottigliamento avvenuto a gennaio 2024. “L’intento mio e del nostro Gruppo tecnico nell’ideare Vajo dei Masi, è quello di proporre un ulteriore nuovo autentico Amarone, una perla rara ed estremamente pregiata in aggiunta alla gamma di cru e di grandi riserve per la quale Masi è riconosciuta nel mondo” ha commentato il presidente di Masi, Sandro Boscaini, parlando di “un vino che incarni lo spirito della Valpolicella Classica celebrando l’armonioso connubio tra tradizione, passione e innovazione”.


Oggi Masi produce cinque diversi Amarone, la gamma più ampia e qualificata proposta al mercato internazionale. Da quasi cinquant’anni ha avviato un ambizioso progetto di valorizzazione di storiche tenute vitivinicole, collaborando con i Conti Serego Alighieri, proprietari della tenuta che in Valpolicella può vantare la più lunga storia e tradizione, e con i Conti Bossi Fedrigotti, prestigiosa griffe trentina con vigneti in Rovereto, a cui si aggiunge lo storico chateau nel cuore di Valdobbiadene di Canevel Spumanti, parte del gruppo Masi da fine 2016. Nel 2023 Masi ha inoltre acquisito Tenuta “Casa Re” nell’Oltrepò Pavese per la produzione di uve Pinot Nero per base spumante. Il Gruppo produce inoltre vini biologici sia nelle Venezie che nelle tenute Poderi del Bello Ovile in Toscana e Masi Tupungato in Argentina.

Merano WineFestival: i WineHunter Award Platinum 2024 e gli Honour Award

Merano WineFestival: i WineHunter Award Platinum 2024 e gli Honour AwardMilano, 9 nov. (askanews) – Ieri sera, al termine del primo giorno del 33esimo Merano WineFestival il patron della rassegna meranese, Helmuth Kocher, ha consegnato i “The WineHunter Award Platinum”, il riconoscimento assegnato ai prodotti che hanno ottenuto oltre 95 punti su 100 nella selezione della guida The WineHunter: ai 46 della categoria “Wine”, si aggiungono i 40 della sezione “Culinaria”, a sua volta suddivisa in “Food”, “Spirits” e “Beer”. Svelati inoltre i cinque “Honour Award” che sono stati consegnati a Elena Casadei per la linea Le Anfore di Elena Casadei (“Genialità”), alla famiglia Tommasi (“Famiglia”), a Cantina Librandi (“Innovazione”), a Tenute Lunelli (“Conquista”) e all’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella (“Territorio”).


Questo l’elenco completo dei vincitori del premio di platino 2024 per il vino: Jasci & Marchesani: “2020 Janù Montepulciano d’Abruzzo DOC”; Alois Lageder “2021 Casòn Vigneti Delle Dolomiti IGT”; Cantina Kurtatsch: “2016 Tres Doc Alto Adige; “Cantina San Michele Appiano “2019 Appius Alto Adige”; Colterenzio “2020 Lr Alto Adige DOC”; Arunda: “S.A. Arunda Perpetuum Alto Adige”; Tenuta St. Quirinus: “2021 Planties Amphora Mitterberg IGT”; Cantina di Venosa: “2021 Matematico Basilicata IGT”; Fontanavecchia: “2020 Libero ‘B’ Particella 148 Falanghina Del Sannio DOC”; Fonzone: “2020 Lfc Greco Di Tufo DOCG”; Quintodecimo: “2023 Giallo D’Arles Greco Di Tufo DOCG”; Alessio Dorigo: “2019 Montsclapade Friuli Colli Orientali DOC”; Vie di Romans: “2022 Ciampagnis Friuli Isonzo DOC”; Possa: “2021 Uww Underwater Cinque Terre Sciacchetrà DOP”; Cà del Bosco: “2019 Vintage Collection Franciacorta DOCG”; Monte Rossa: “2016 Cabochon Franciacorta DOCG”; Nino Negri: “2021 Sfursat 5 Stelle Sforzato Di Valtellina DOCG”; Bersano: “2017 Barolo DOCG”; Domenico Clerico: “2020 Aeroplanservaj Barolo DOCG”; Elio Grasso: “2020 Gavarini Chiniera Barolo DOCG”; Montalbera: “2021 Il Fondatore Ruché di Castagnole Monferrato Riserva DOCG”; Planeta: “2022 Passito di Noto DOC”; Castello di Querceto: “2018 Querceto Romantic Colli Della Toscana Centrale IGT”; Fontodi: “2021 Flaccianello Della Pieve Colli Della Toscana Centrale IGT”; Il Marroneto: “2019 Madonna Delle Grazie Brunello Di Montalcino DOCG”; Michele Satta: “2021 Marianova Bolgheri DOC”; Ornellaia: “2021 Ornellaia Bolgheri DOC”; Ricasoli: “2020 Casalferro Toscana IGT”; Tua Rita: “2021 Redigaffi Toscana IGT”; San Leonardo: “2019 San Leonardo Vigneti Delle Dolomiti IGT”; Lungarotti: “2019 Rubesco Torgiano Rosso Riserva DOCG”; Tenute Lunelli: “Tenuta Castelbuono 2017 Carapace Lunga Attesa Montefalco Sagrantino DOCG”; La Crotta di Vegneron: “2021 Prieure Valle D’Aosta DOP”. Per la categoria “Amphora”: Troptalhof: “2020 Garnellen VDT”; Luca Leggero Villareggia: “2020 Rend Nen VDT”; Tenuta Olianas: “2021 Migiu IGT”; Rosset Terroir: “2022 Chambave Muscat Valle d’Aosta DOP”.


Infine, sono questi i premiati per la sezione “Old Vintage”: Bio Cantina Orsogna: “2013 Aete Terre Di Chieti IGT”; Castorani: “2014 Dieci Inverni Colline Pescaresi IGT”; Berlucchi Franciacorta: “2013 Palazzo Lana Extreme Franciacorta DOCG”; Massimo Pastura – Cascina La Ghersa: “2012 Derthona Timian Riserva X – 10 Anni Colli Tortonesi DOC”; Rocche dei Manzoni: “2012 Vigna Madonna Assunta La Villa Barolo DOCG”; Attilio Contini: “1979 Antico Gregori Vernaccia Di Oristano DOC”; Francesco Intorcia & Figli: “2014 Vintage Oro Marsala DOC”; Bucciarelli – Antico Podere Casanova: “2008 Occhio Di Pernice Vin Santo Del Chianti Classico DOC”; e Endrizzi: “2014 Masetto Privé Trento DOC”.

Vino, Toiletpaper veste con le sue grafiche gli astucci di Ferrari Brut

Vino, Toiletpaper veste con le sue grafiche gli astucci di Ferrari BrutMilano, 9 nov. (askanews) – La storica Cantina di bollicine Ferrari Trento e Toiletpaper, il provocatorio studio creativo fondato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, hanno collaborato per realizzare una originale “Winter edition” per il “Ferrari Brut” in vendita nella Gdo. Le iconiche grafiche di Toiletpaper, con i loro colori vivaci e le forme surreali, vestono gli astucci delle bottiglie in una collezione declinata in tre versioni che riprendono altrettante immagini tipiche di Toiletpaper, rossetti, rose e serpenti.


“Con questa collaborazione Ferrari Trento vuole proporsi ancora una volta come un brand che, forte di una storia ultracentenaria, guarda al futuro con spirito innovatore, attento alle tendenze e allo stile contemporaneo” ha affermato Matteo Lunelli, presidente e Ad di Ferrari Trento, spiegando che “vogliamo infatti rendere omaggio alla creatività italiana, ben rappresentata dall’ironia dell’arte di Toiletpaper”. “Per questo progetto con Ferrari Trento abbiamo scelto queste tre grafiche perché sono le più iconiche di Toiletpaper, immediatamente riconoscibili in tutto il mondo e hanno un linguaggio visivo unico, capace di trasmettere ironia e creatività in modo sorprendente” ha precisato Pierpaolo Ferrari, aggiungendo che “ci sembravano perfette per raccontare i valori di Ferrari Trento, che da sempre unisce eccellenza e tradizione con uno sguardo moderno. Le famosissime bollicine, simbolo di leggerezza e convivialità, trovano in queste immagini – ha concluso – un modo fresco e originale per celebrare l’arte di vivere italiana”.

Vino, Consorzio d’Abruzzo: quattro giorni con buyer canadesi e Usa

Vino, Consorzio d’Abruzzo: quattro giorni con buyer canadesi e UsaMilano, 9 nov. (askanews) – Continuano gli impegni internazionali del Consorzio Vini d’Abruzzo che ha da poco concluso un incoming con un gruppo di buyer provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada che hanno incontrato i produttori vinicoli della regione, degustato i loro i vini, ma anche visitato in prima persona le cantine. La quattro giorni ha previsto incontri B2B dei produttori nella fascia mattutina, con i buyer provenienti da Texas, New York, Illinois, Massachusetts, Florida, Ontario, Quebec e altre province canadesi. Questi ultimi hanno scelto poi quali aziende visitare e i produttori li hanno accolti nel pomeriggio. Il progetto è stato destinato a quelle aziende che sono alla ricerca di nuovi importatori e che vogliono sviluppare il legame con quei mercati.


“Ormai da tempo stiamo portando avanti un progetto di internazionalizzazione per favorire la penetrazione delle aziende abruzzesi sui mercati esteri” spiega il presidente Alessandro Nicodemi, spiegando che “parallelamente l’intento è anche di far scoprire in maniera diretta ai buyer l’Abruzzo. Capita molto spesso che infatti gli importatori conoscano i vini – aggiunge – ma non le realtà produttive che ci sono dietro, né i territori meravigliosi che le circondano. L’incoming che è stato organizzato – conclude – vuole proprio colmare questo gap e quindi dare una occasione di stringere rapporti commerciali, attraverso una esperienza vissuta in prima persona che favorisce il matching tra aziende e importatori”. L’incoming ha seguito una serie di missioni condotte dal Consorzio nelle scorse settimane tra Cina, Giappone, Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Svizzera. In calendario fino alla fine dell’anno anche attività di promozione nei punti vendita del monopolio canadese LCBO e la quarta edizione dei “Vini d’Abruzzo by the glass” in Giappone, oltre alla partecipazione allo Slow Wine Tour di Tokyo e alla fiera cinese di QWine.


I prossimi 18 e 19 novembre il Consorzio tornerà poi nel Regno Unito. Il 18, a Cambridge, si terrà, infatti, una speciale masterclass condotta dalla MW Michelle Cherutti-Kowal, organizzata dalla rivista The Drink Business. La selezione, curata dal Consorzio, includerà le migliori espressioni di Pecorino e Trebbiano d’Abruzzo, e una selezione di sei referenze di Montepulciano d’Abruzzo provenienti da diversi territori e annate. Il 19, a Londra, si svolgerà invece “Abruzzo’s signature wines: tradition and quality in every sip” in collaborazione con la UK Sommelier Association, che prevede una masterclass guidata dal MW Peter McCombie su Trebbiano, Pecorino, Montepulciano d’Abruzzo e Cerasuolo d’Abruzzo, e un “walk around tasting” con 24 aziende abruzzesi presenti. Il 27 novembre i vini abruzzesi saranno poi a Ginevra (Svizzera) per una cena di gala, e infine, dal 2 al 6 dicembre, ci sarà l’”Abruzzo Wine Academy”, un format ideato dal Consorzio volto a fornire un approfondimento tecnico e culturale sulla variegata proposta enologica della regione.

Il 10 novembre a Tortona la prima edizione di “Derthona and Truffle”

Il 10 novembre a Tortona la prima edizione di “Derthona and Truffle”Milano, 9 nov. (askanews) – Si chiama “Derthona & Truffle” la prima edizione dell’evento organizzato domenica 10 novembre a Tortona (Alessandria) dedicato a due eccellenze del territorio: il tartufo delle valli tortonesi e il Derthona, vino bianco ottenuto dalla varietà autoctona Timorasso.


La storica sede del Museo Orsi di Tortona ospiterà dalle 10 alle 18 gli appassionati che desiderano non solo scoprire peculiarità e caratteristiche delle punte di diamante del patrimonio enogastronomico delle Terre Derthona ma anche il loro accostamento a tavola. In occasione della manifestazione organizzata dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi e da Terre Derthona – Strada del Vino e dei Sapori dei Colli Tortonesi, con il patrocinio della Città di Tortona, al Museo Orsi sarà allestito un percorso suddiviso per aree tematiche che tra degustazioni, approfondimenti e una mostra mercato dedicate alle migliori tipicità di quest’area del Piemonte, sempre di più al centro della promozione anche come destinazione turistica.

Cantina Colterenzio vince sesto concorso del Sauvignon Blanc annata 2022

Cantina Colterenzio vince sesto concorso del Sauvignon Blanc annata 2022Milano, 8 nov. (askanews) – Il “Sauvignon Lafòa Alto Adige Doc” della Cantina Colterenzio ha vinto il sesto concorso nazionale del Sauvignon Blanc dedicato all’annata 2022. Secondo si è classificato il “Sauvignon Aristos Alto Adige Doc” della Cantina Valle Isarco, mentre il terzo posto a pari merito è stato conquistato dal “Sauvignon Ombrasenzombra Colli Piacentini Doc” di La Tosa e dal “De Silva Sauvignon Blanc Alto Adige Doc” della Cantina Peter Solva. La giuria era composta da 24 degustatori selezionati tra enologi, sommelier, accademici del vino e ricercatori che hanno assaggiato più di 80 campioni provenienti da diverse zone vitivinicole.


“L’immagine complessiva che emerge da questa edizione riflette l’abilità del Concorso di costituire una vetrina significativa e di alto profilo anche per le realtà vitivinicole meno conosciute, capaci in questa cornice di distinguersi e ottenere riconoscimenti di prestigio” ha dichiarato Peter Dipoli, vicepresidente dell’Associazione Sauvignon Alto Adige, aggiungendo che “questo dato conferma non solo l’eccellenza dei vini presentati ma testimonia anche la competenza della giuria coinvolta e l’importanza di iniziative che sappiano premiare i vini esclusivamente sulla base della qualità, liberi da pregiudizi spesso prestabiliti. I vincitori sono stati proclamati nell’ambito della tavola rotonda dedicata a “Le espressioni del Sauvignon Blanc: confronto e dialogo tra terroir e stilistiche” promossa dall’Associazione Sauvignon Alto Adige, che si è tenuto al Centro di sperimentazione Laimburg in Alto Adige. Sono intervenuti Barbara Raifer del Centro di Sperimentazione Laimburg, l’enologo Hans Terzer, l’enologo e agronomo friulano Gianni Menotti e Gianni Fabrizio, curatore della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. I relatori hanno evidenziato come terroir e gestione agronomica siano fondamentali per valorizzare l’autenticità di questo vitigno, oltre a fornire interessanti elementi in relazione alle sfide poste dai cambiamenti climatici e alle evoluzioni stilistiche che lo caratterizzano. La discussione ha messo in luce una volontà condivisa: fare del Sauvignon un’espressione autentica del territorio, puntando su sentori più maturi, come quelli tiolici e di frutta gialla, con un profilo complesso, piuttosto che privilegiare le note piraziniche, spesso richieste dal mercato ma prive di un’identità territoriale.

Vino, presentato l’11esimo Appius, il gioiello di San Michele Appiano

Vino, presentato l’11esimo Appius, il gioiello di San Michele AppianoMilano, 8 nov. (askanews) – Arriva al suo undicesimo capitolo “Appius”, il progetto più ambizioso e il vino più prezioso della Cantina di San Michele Appiano (Bolzano). Per l’annata 2020, prodotta in ottomila bottiglie, cresce la percentuale di Chardonnay che arriva al 60%, seguita da un 20% di Pinot Grigio e da un altro 20% diviso equamente tra Sauvignon Blanc e Pinot Bianco. Presentato ufficialmente ieri sera nel nuovo raffinatissimo spazio a lui dedicato, concepito dall’architetto Walter Angonese all’interno di quella che è la più nota tra le cooperative dell’Alto Adige, di questo vino nato nel 2010 con “il meglio delle nostre uve, delle nostre viti e dei nostri terroir”, parla ad askanews il suo creatore, il celebre enologo Hans Terzer.


“Questo Appius è frutto di una raccolta non facile: l’annata 2020 era partita con la pioggia, seguita poi dal caldo di un bellissimo agosto e infine ancora dalla pioggia tra la metà e la fine di settembre, tanto che abbiamo dovuto aspettare qualche giorno per poter raccogliere le uve. Però i nostri bravissimi viticoltori sono stati in grado di fare una super selezione anche in vigna, cosa che ci ha garantito una materia prima eccellente che però rispecchia naturalmente l’annata, che poi è lo scopo di questo vino che abbiamo sempre prodotto, sia nelle annate eccellenti che in quelle difficili” racconta, ricordando che “Appius non nasce da un’unica partita di Chardonnay o di Sauvignon ma viene prodotto con diversi, piccoli, lotti di al massimo 10 quintali che vengono in gran parte vendemmiati separatamente e dopo 11-12 mesi facciamo l’assemblaggio”. “E’ come realizzare un mosaico: scegliamo i lotti che ci convincono di più e che si lasciano mettere insieme, perché io posso anche avere un vino eccellente ma se non riesce ad assemblarsi con gli altri lo mettiamo da parte e lo usiamo per la linea ‘Sanct Valentin’. Dopo di che il vino rimane per circa tre anni in botte, sempre sui lieviti, ad una temperatura attorno ai dodici gradi: ogni tanto si fa il ‘batonnage’, si assaggia e alla fine viene filtrato leggermente e va a finire in bottiglia. Questo 2020 ci è finito un po’ più tardi del solito, un mese fa, perché abbiamo avuto qualche problema con la fornitura delle bottiglie di grandi formati” continua l’enologo, spiegando che “Appius è sostanzialmente rimasto fedele a se stesso, abbiamo sempre questi quattro vitigni (solo nel 2011 ce ne erano tre perché la grandine aveva distrutto il Pinot Bianco) ma naturalmente le piante diventano sempre più vecchie: quindi sono le uve delle stesse vigne che però oggi hanno undici anni in più. Certo, rispetto al passato sfogliamo di meno per proteggere l’uva e facciamo anche altri piccoli interventi in vigna ma non un granché di diverso, così come in cantina dove adesso abbiamo la cella frigo per raffreddare le uve ma non sono state tecniche che hanno fatto di Appius un altro vino”.


Radice romana del nome Appiano, Appius vanta un design e un’etichetta che vengono reinterpretati ogni anno in modo da costruire una vera e propria collezione. In questa edizione 2020 appare con un corpo e dei sentori più eleganti, bilanciati e freschi che spingono la sua beva, anche se per godere del suo splendore bisogna attendere, secondo il suo papà, 3-4 anni. Merito forse anche del fatto che “quest’anno – dice Terzer – non abbiamo fatto la malolattica ad una piccola parte di Chardonnay per aggiungere un po’ di più di acidità e un po’ di più di mineralità, come facciamo da tempo per una percentuale di Sauvignon che, a seconda dell’annata varia tra l’8 e il 15%”. Negli ultimi anni – precisa – siamo passati da un’acidità attorno 5,5 a circa 6 grammi, per cui abbiamo circa un 0,2-0,3 di acido malico”. La prima Cantina altoatesina a produrre un “fine wine” di fascia premium o super premium è stata quella di Terlano, con il “Primo” 2011. “Come data di uscita i primi sono stati loro – afferma Terzer – ma il nostro primo Appius è stato il 2010, quindi si può discutere quale sia stato veramente il primo”. Al di là di chi sia stato, di certo ha fatto scuola perché oggi quasi tutte le grandi realtà della provincia di Bolzano hanno un proprio vino di rappresentanza. “Tutti guardano a chi lavora bene, a chi ha successo e ci sono due o tre aziende che forse hanno più successo delle altre e vengono un po’ copiate: c’è chi lo fa molto bene e chi in un modo che non funziona” evidenzia l’enologo, sottolineando che “ci sono pochi ‘supersudtirol’ che funzionano molto bene e Appius è sicuramente uno di questi”.


Dopo 47 anni passati alla Cantina di San Michele Appiano preceduti da quattro in altre due aziende vinicole locali, il 68enne Hans Terzer è due mesi ufficialmente in pensione. “Mi sento abbastanza libero, collaboro ancora con la Cantina di San Michele Appiano ma il mio impegno è un 20% di quello che facevo prima” racconta ad askanews, sottolineando che “finalmente ho il tempo di andare a farmi un giro in bicicletta senza guardare l’orologio, posso andare in montagna con qualche amico e ho più tempo per la mia famiglia, a cui ne ho dedicato purtroppo troppo poco per diversi anni. Quindi direi che al momento sto molto bene”. Con cinquanta vendemmie sulle spalle, Terzer ha vissuto l’evoluzione enologica di questa regione. “E’ cambiato tutto, cinque decenni fa, quando l’Alto Adige era rosso o rosato con troppa Schiava anche in zone assolutamente non vocate, c’erano grandissimi problemi. Mano a mano, siamo riusciti a convincere i nostri viticoltori a cambiare, soprattutto nelle Cantine cooperative e i primi tempi non è stato per nulla facile, mi ricordo i discorsi… Poi con gli anni hanno capito – continua – hanno collaborato e oggi credo che quello del viticoltore sia un lavoro riconosciuto, apprezzato e con il quale si guadagna abbastanza bene, lo conferma il fatto che negli ultimi quindici anni siamo passati da quattromila e rotti a oltre cinquemila ettari: i meleti che negli anni Settanta venivano impiantati nelle vigne oggi sono di nuovo sono spariti o stanno sparendo”. E in futuro Appius cambierà? “Non credo, o meglio, leggermente sì: il mio successore gli darà forse un’altra direzione ma credo che non cambierà troppo”. Il “prescelto” alla regia di Appius è l’attuale “kellermeister” della Cantina San Michele Appiano, il preparatissimo Jakob Gasser, 30 anni e già sette passati al fianco di Terzer. “E’ bravo – dice il “maestro” – me lo sono scelto io per cui sono convinto di aver trovato la persona giusta: toccherà a lui fare Appius dalla difficile annata 2024, che è simile alla 2014 e alla 2017. Spero che fino ad allora sia un buon custode”. In sella dall’anno scorso, Gasser non rappresenta solo il futuro ma già un ottimo presente.


Difficile trovare in Italia, una terra che abbia saputo fare squadra, crescere e raggiungere una qualità media così alta come l’Alto Adige. “Abbiamo un grandissimo territorio e dalla gente che lo rispetta ed è consapevole che va mantenuto e protetto, perché abbiamo poca terra e quella va salvaguardata e lavorata in un determinato modo” spiega Terzer, che non appare più di tanto preoccupato per il cambiamento climatico: “Darà dei problemi certo ma non credo qui: abbiamo un territorio straordinario, abbiamo acqua e gente preparata che sa cambiare e adattarsi al nuovo clima anche salendo un po’ in altitudine, anche se non si può salire fino a chissà quanti metri”. “Mi preoccupano più le mode, come quella del vino naturale – prosegue – perché a me va bene che uno faccia il vino senza interventi, con la fermentazione spontanea, con pochi o senza trattamenti, però deve essere bevile, non mi piace che possa diventare una scusa per fare un vino con dei difetti”.(Alessandro Pestalozza)