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Inaugurato il Cuore di Triennale: centro studi, archivi e ricerca

Inaugurato il Cuore di Triennale: centro studi, archivi e ricercaMilano, 14 feb. (askanews) – Triennale Milano ha inaugurato Cuore – Centro studi, Archivi, Ricerca, un nuovo spazio dedicato alla ricerca, alla memoria e all’innovazione. Situato al piano terra del Palazzo dell’Arte, di fronte al Museo del Design, è uno spazio di 400 metri quadrati accessibile gratuitamente. Le sue tre funzioni saranno: la riattivazione del Centro studi di Triennale, l’esposizione a rotazione e la consultazione degli archivi, della biblioteca e delle collezioni e la piattaforma di divulgazione e valorizzazione di fondi e archivi di enti pubblici e privati.


Il progetto architettonico ha portato al recupero del punto di fuga prospettico che, dall’atrio del Palazzo, permette allo sguardo di raggiungere la grande scala elicoidale progettata da Giovanni Muzio. L’intervento ha inoltre visto la riqualificazione degli elementi impiantistici, il rifacimento degli infissi e la chiusura superiore orizzontale con pannelli in vetrocemento che, oscurati da decenni, tornano ad essere sorgente di luce zenitale. Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano: “Nel 2023 abbiamo festeggiato i cento anni di Triennale e questo nuovo spazio nasce come un dispositivo che guarda sia al passato che al futuro. Sentivamo la necessità di creare un luogo in cui fosse visibile e accessibile a tutti lo straordinario lavoro di ricerca, studio e approfondimento che è alla base della proposta culturale di Triennale e che rende vivo il patrimonio dell’istituzione. Cuore è un luogo aperto a tutti, dove è possibile consultare i materiali dei nostri archivi ma anche fare ricerca e sviluppare idee per il futuro grazie al Centro studi di Triennale che proprio qui rinasce”.


Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano: “Con Cuore vogliamo sviluppare una piattaforma di ricerca, servizi, sperimentazione e produzione culturale che lavori in sinergia con realtà italiane ed estere rilevanti nel campo accademico, scientifico, culturale e con organizzazioni emergenti e innovative. Un progetto in continua evoluzione che parte da Triennale ma che intende coinvolgere attivamente una rete di partner, rendendo vivo e attivo un patrimonio di conoscenze e di riflessioni sul futuro”. Concept, progetto architettonico e allestitivo dello spazio sono stati sviluppati da AR.CH.IT Luca Cipelletti. Il progetto architettonico è parte di una più vasta attività di valorizzazione e ripristino del design originario del Palazzo dell’Arte elaborato da Giovanni Muzio nel 1933, che Triennale sta portando avanti su tutto l’edificio. Lo spazio è stato concepito per valorizzare il dialogo tra architettura e allestimento, tra contenuto e contenitore, dando vita a un ambiente in cui gli elementi modulari sono destinati a rinnovarsi nel tempo.

Nuova sede e un artista da scoprire: Tateishi da Tommaso Calabro

Nuova sede e un artista da scoprire: Tateishi da Tommaso CalabroMilano, 28 gen. (askanews) – In occasione dell’inaugurazione del nuovo spazio di Milano in Corso Italia 47, la galleria Tommaso Calabro presenta “Tiger Tateishi”, una mostra dedicata a un artista giapponese protagonista del secondo Novecento. Con questa esposizione, Tommaso Calabro amplia e approfondisce le sue ricerche su Alexander Iolas. Tra i più celebri galleristi del Novecento, Iolas fu tra i primi importanti sostenitori del lavoro di Tiger, per il quale organizzò tre personali nel 1972, 1975 e 1976, rispettivamente a Ginevra, New York e Parigi.

Pittore, mangaka, illustratore e ceramista, Tiger Tateishi è stato un artista poliedrico e carismatico, difficile da incasellare in uno stile o movimento artistico e capace di rielaborare e far convergere in un universo sincretico i simboli della cultura asiatica con influenze dai movimenti artistici occidentali che più lo affascinavano, come la Pop Art, l’Anti-Arte, il Cubismo, il Surrealismo e la Metafisica. Nel 1968, all’età di ventisette anni, Tateishi si è trasferito a Milano insieme alla sua compagna, l’artista Ichige Fumiko, e qui hanno risieduto fino al 1981. I due artisti sono entrati in contatto con la scena artistica milanese, quella della Galleria Iolas, ma anche quella della Galleria del Naviglio, con Roberto Crippa e Lucio Fontana, e del design. Proprio al fianco di Ettore Sottsass, nello studio del designer, Tateishi ha lavorato dal 1971 fino al 1974, anche se il sodalizio artistico tra i due è continuato durante tutta la permanenza dell’artista a Milano; sono questi gli anni delle collaborazioni con alcune delle più importanti realtà imprenditoriali del tempo, come Alessi e Olivetti, per le quali Tateishi lavora come consulente artistico e illustratore.

La mostra “Tiger Tateishi” include una selezione di dipinti e carte realizzate dall’artista tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta, durante il suo soggiorno a Milano e i suoi viaggi in Europa.

Milano, Il Prisma Live: nuovo spazio come osservatorio sul domani

Milano, Il Prisma Live: nuovo spazio come osservatorio sul domaniMilano, 28 gen. (askanews) – “Un osservatorio sul domani e i suoi possibili impatti sulle città del futuro”: questo vorrebbe essere Il Prisma Live, nuova sede milanese di Il Prisma, società internazionale di architettura e design con Dna italiano. In via Adige 11, lo spazio di 1100 mq si presenta come “luogo in cui una nuova conoscenza si sviluppa attraverso contaminazioni ed esperienze di arricchimento reciproco; un laboratorio in cui spazi, materiali e interazioni si modellano in modo sostenibile, per rendere il futuro del vivere, apprendere e lavorare realmente umano”.

Il Prisma Live è uno spazio di cultura condivisa, in cui conoscenza, esperienza e comunicazione ne animano gli ambienti principali. L’Ingresso è il primo momento di dialogo con i visitatori: monitor a parete di diverse dimensioni raccontano il manifesto Il Prisma e il palinsesto di tutti gli eventi e contenuti che lo animeranno nel corso dell’anno. L’Area Live è lo spazio dell’esperienza, pronto ad accogliere brainstorming, workshop, plenarie, cooking show, gruppi di lavoro. Ci sono poi Serendipity Garden: area sempre verde, il Living Matter Lab (LiMa Lab), laboratorio creativo e innovativo. Artist Atelier è la parte dedicata all’artista e alle sue sperimentazioni, per contaminare i progettisti e lasciarsi contaminare da loro, alimentano un nuovo processo creativo. All’interno de Il Prisma Live si terranno incontri e talk dedicati a differenti discipline: architettura, design, arte, antropologia, filosofia: momenti per riflettere su bisogni della collettività e stimolare nuove visioni sulle città del domani.

Progetto Alma, 5 opere di Kirsten Reynolds per la terza tappa

Progetto Alma, 5 opere di Kirsten Reynolds per la terza tappaMilano, 23 gen. (askanews) – Oggi alle ore 14.30 nelle sale espositive del MAPP – Museo d’Arte Paolo Pini di Milano in via Ippocrate 45 verranno presentate cinque opere di Kirsten Reynolds, per la terza tappa del progetto museografico Alma realizzato da Corte Sconta, con il contributo di Fondazione di Comunità Milano.

“Alma mira a rivalutare luoghi costretti ai margini della vita sociale – dichiara il portavoce del progetto, Andrea Vento – e al contempo riportare alla vita pubblica importanti e significative opere, altrimenti riservate a pochi o dimenticate nei depositi. Riduzione delle disuguaglianze, parità di genere, accessibilità e sostenibilità sociale sono le parole chiave che guidano il progetto, ideato per creare la consuetudine alla diffusione dell’arte e all’avvicinamento ai pubblici fragili. L’esposizione e la condivisione partecipata di opere d’arte provenienti da collezioni private sono tutte espressione e veicolo di declinazione del concetto di Libertà, così importante da recuperare e rivivere”. Dopo gli appuntamenti alla Milano Painting Academy e alla Casa di reclusione di Opera, saranno gli ambienti dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini a ospitare la prosecuzione di questa iniziativa, che mira a rendere accessibili le opere d’arte, dopo i limiti imposti dalla pandemia e da altre costrizioni, avvicinando all’interesse artistico individui esclusi da eventi pubblici per motivazioni sanitarie, fisico-psichiche o penali, rendendoli partecipi dell’arte come via per la Libertà.

Le opere dell’artista Reynolds protagoniste di questa terza tappa sono: Double negative I, stampa fotografica, cm 60×80, 2017; The evolution of Democracy II IV, stampa, 50×50, 2017; The evolution of Democracy II III, stampa su carta, 50×50, 2011; The evolution of Democracy IV III, stampa su carta, 50×50; Craving silence I, stampa su carta, 57×81,5, 2011. Libertà e immaginazione, libertà e memoria, libertà e comunicazione, libertà e viaggio i temi espressi e affrontati. A seguito di ogni evento si terrà un Talk in presenza o digitale animato da personalità dell’arte, della cultura e dell’iniziativa sociale.

L’iniziativa si concluderà in autunno, con la riunione di tutte le opere esposte alla Fabbrica del Vapore, presso la sede di Corte Sconta, per raccogliere i risultati del progetto. Nata in Virginia (USA), Kirsten Reynolds ha svolto i suoi studi universitari alla Syracuse University e ha conseguito il Master in Maine Collage of Art. Pur preferendo la scultura, il video sembrava essere la soluzione migliore per il suo futuro. Dopo un anno di lavoro in video commerciali si è trasferita sulla costa con suo marito a metà degli anni ’90, ha iniziato a concentrarsi sulle belle arti. Ha aperto un piccolo negozio e ha iniziato a esplorare la pittura e il disegno. La direzione cambiò quando suo marito, Peter Lankford, designer e modellista, portò a casa il poliuretano ad alta densità, un materiale industriale usato per scolpire. Da lì una serie di passaggi hanno portato la Reynolds al suo lavoro attuale. Kirsten crea ambienti scultorei che potrebbero essere descritti come architettura decostruttiva per divertimento. L’arte di Kirsten Reynolds è una rivelazione. Attraverso il disegno, la scultura, le installazioni, la pittura, la stampa, la fotografia e il suono, reinterpreta radicalmente temi classici e tradizionali, spesso ispirata da idee storiche, scientifiche e filosofiche riguardanti il mondo naturale. Seguendo le orme di dadaisti e futuristi, Reynolds utilizza insolite combinazioni di tecniche e materiali antichi e moderni per creare opere intuitive e unicamente personali.

Dopo aver lavorato in alcuni dei più magnifici parchi e giardini botanici del mondo durante gli spettacoli della Power Plant del 2005-2010, Reynolds ha iniziato una serie di fotografie notturne espressive che disegnavano luce nella natura, letteralmente dipingendo con la luce, attraverso un’esposizione prolungata. Le immagini visceralmente dinamiche che ne derivano alludono alle antiche lezioni mitologiche, religiose e popolari che circondano il significato culturale degli alberi, in particolare i loro spiriti, poteri e ruolo simbolico come collegamento tra cielo, terra e mondo sotterraneo. Queste idee rimandano alla credenza che forze invisibili e inspiegabili sia naturali che artificiali ci circondano costantemente.

Milano, arte moderna e contemporanea protagonista mostre 2024-2025

Milano, arte moderna e contemporanea protagonista mostre 2024-2025Milano, 19 gen. (askanews) – È l’arte moderna e contemporanea la protagonista assoluta del programma espositivo 2024-2025 del Comune di Milano. Molti gli artisti, italiani e internazionali, e diversi i linguaggi, dalla pittura alla fotografia, dalla performance alla scultura, che vanno a comporre una proposta complessiva di sicuro interesse per l’ampiezza dell’orizzonte artistico considerato.

In primo piano il rapporto tra l’Italia e la Francia, tra Milano e Parigi, e si inizia con il grande ritorno di Pablo Picasso, spagnolo di nazionalità ma di fatto francese dall’età di 19 anni, presente con ben due esposizioni: una a Palazzo Reale, in collaborazione con il Musée national Picasso-Paris, che seguirà proprio il filo rosso del suo status di “eterno straniero” in Francia; e l’altra al MUDEC – Museo delle Culture di Milano, in collaborazione con i principali musei spagnoli e gli eredi di Picasso, che metterà in dialogo le sue opere con le fonti artistiche ‘primigenie’ che lo influenzarono sin dagli inizi della sua carriera. La Francia è protagonista anche della mostra che inaugura la stagione espositiva 2024 di Palazzo Reale, con la prima e più completa monografica di Giuseppe De Nittis, che vede esposti novanta dipinti provenienti da collezioni nazionali e internazionali. De Nittis è stato, insieme a Boldini, il più grande degli italiani a Parigi, dove resse il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti.

Anche le immagini esposte da febbraio a Palazzo Reale nella mostra dedicata al fotografo Brassaï, ungherese di nascita ma parigino d’adozione, sono immagini iconiche che identificano immediatamente il volto di Parigi. Brassaï lavorò infatti in stretta relazione con artisti come Picasso, Dalì e Matisse, fu vicino al movimento surrealista e partecipò al grande fermento culturale che investì Parigi in quegli anni. Un confronto epico tra due figure chiave dell’Impressionismo, Cézanne e Renoir, abiterà le stanze di Palazzo Reale in primavera: cinquanta capolavori che ripercorrono la vita di due maestri che hanno contribuito alla nascita di uno dei movimenti più importanti della storia dell’arte moderna, che vide a Parigi la sua nascita e la sua affermazione.

In maggio, sempre a Palazzo Reale, l’artista Ercole Pignatelli reinterpreterà in chiave performativa Guernica, il capolavoro di Picasso, dipingendo nell’arco di sei giorni una tela della stessa dimensione. In occasione dei settant’anni dalla straordinaria esposizione di Guernica in Sala delle Cariatidi, l’intervento vuole restituire emozioni e riflessioni che il capolavoro aveva suscitato nell’artista ancora diciottenne, filtrati attraverso l’esperienza dei suoi ottantotto anni. L’onda lunga della Parigi di inizio Novecento arriverà fino nel 2025 con la grande retrospettiva a Palazzo Reale di Chaïm Soutine, straordinario artista che a 20 anni si trasferì nella capitale francese dalla Russia zarista per diventare uno dei più intensi ed emozionanti pittori del Novecento. Ma non solo: in occasione del centenario dell’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes, che si è svolta a Parigi appunto nella primavera del 1925, una mostra racconterà i quasi dieci anni di affermazione italiana ed europea dell’Art Déco; e ancora, sempre in primavera, la mostra “Napoleone a Milano. Appiani e i percorsi del Mito” seguirà la parabola storica di Bonaparte attraverso le opere di diversi artisti, in un percorso realizzato in collaborazione con il Museo di Malmaison e la Réunion des Musées Nationaux. La mostra sarà allestita a Parigi per poi arrivare nella primavera del 2025 nelle sale di Palazzo Reale, dove sarà declinata con particolare attenzione alle opere realizzate per il Palazzo stesso.

La GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano, che mantiene ormai da anni una serie di rapporti stretti con la Francia, e in particolare con il Museo d’Orsay, ha appena concluso il progetto scientifico di una grande monografica dedicata allo scultore di origini russe ma italianizzato Paolo Troubetzkoy. La mostra, che sarà curata congiuntamente da GAM, Museo d’Orsay e Getty Museum di Los Angeles, sarà realizzata in doppia sede, a Parigi e a Milano, dove arriverà all’inizio del 2026. Tornando al 2024 e cambiando media espressivo, da febbraio il MUDEC proporrà un nuovo appuntamento, in collaborazione con Magnum Photo, con la fotografia di reportage e documentaria di Martin Parr. In mostra oltre duecento scatti del grande fotografo inglese, che ha scandagliato la società contemporanea e le sue pieghe più contraddittorie, senza filtri e fuori da ogni retorica. La grande fotografia contemporanea sarà protagonista anche a Palazzo Reale dove in autunno sarà allestito il grande progetto espositivo dedicato a Ugo Mulas. La mostra seguirà tutte le tappe della carriera del fotografo: dagli esordi nella Milano del Bar Jamaica alla Biennale d’Arte di Venezia, alle esperienze con il design, la moda, il teatro. L’arte contemporanea troverà come sempre il suo luogo d’elezione al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, che in primavera proseguirà l’indagine sui grandi nomi della scena internazionale con la prima retrospettiva europea dell’artista afro-americana Adrian Piper. Con prestiti dai più importanti musei internazionali tra i quali il MoMA e il Guggenheim di New York e la Tate Modern di Londra, la mostra ripercorrerà oltre sessant’anni di carriera dell’artista e racconterà la sua lotta permanente contro il razzismo, la misoginia, la xenofobia, l’odio e l’ingiustizia sociale. Quest’estate, invece, un progetto espositivo, coprodotto con il Kunstmuseum Liechtenstein e in collaborazione con Magazzino Italian Art di New York, vedrà protagonista Liliana Moro; mentre, da novembre, un progetto pensato appositamente per il PAC e dedicato a Milano ripercorrerà l’intera produzione di Marcello Maloberti. Nel 2025, sempre al PAC, è in programma la mostra di Shirin Neshat, prima ampia personale in Italia dell’artista iraniana che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura, attraverso la lente delle sue esperienze di appartenenza e di esilio. Dall’autunno 2024 a Palazzo Reale si tornerà ai grandi protagonisti italiani e internazionali dell’arte moderna, con la grande mostra dedicata a Enrico Baj, pensata in occasione dei cento anni dalla nascita, e l’ampia retrospettiva di Edvard Munch, realizzata in occasione degli ottant’anni dalla sua scomparsa e dopo quarant’anni dalla sua ultima mostra a Milano. L’arte di Munch sarà esplorata dal 1880 fino alla sua morte, avvenuta nel 1944, attraverso cento opere tra dipinti, disegni e stampe, tutti provenienti dal Munch Museet di Oslo.

Una storia della notte che guarda al giorno: l’Argentina al PAC

Una storia della notte che guarda al giorno: l’Argentina al PACMilano, 15 gen. (askanews) – Un percorso nel lavoro di venti artisti argentini di diverse generazioni degli ultimi cinquant’anni: sculture, installazioni, fotografie, video e performance che compongono la mostra “Argentina, quel che la notte racconta del giorno”, allestita al PAC di Milano. Il progetto si sviluppa su tre assi, ironia, letteralità e citazione, che presentano differenti modalità di approccio alla rappresentazione di una cultura spesso caratterizzata, in passato così come oggi, da forme di violenza.

Andrés Duprat ha curato la mostra insieme a Diego Sileo: “Con questo progetto – ha detto Duprat ad askanews – non abbiamo la pretesa di dire che raccontiamo tutta l’arte argentina, perché presentiamo delle individualità, però nell’insieme è possibile vedere diversi aspetti delle ricerche degli artisti argentini. Sempre con una visione critica della realtà sociale e della realtà politica a cui noi in Argentina siamo purtroppo abituati”. Ad accogliere i visitatori, già dall’esterno dello spazio espositivo, un’opera di Leandro Erlich che, con un finto annuncio, mette in vendita proprio il PAC. “Questo è uno spazio pubblico di cultura che si deve difendere, ed è molto importante. Allora Erlich, con questa opera un po’ buffa – ha aggiunto Duprat – segnala un’allerta molto importante, soprattutto ancora di più adesso in Argentina dove la destra ha vinto le elezioni e il mondo della cultura è molto preoccupato di perdere spazi”.

La mostra presenta poi, tra le altre, opere di Lucio Fontana, Ana Gallardo, Adrián Villar Rojas e anche di Tomás Saraceno, con l’intento di suscitare domande sul futuro e su quali siano le battaglie sociali da combattere, in Argentina e nel resto del mondo. Un percorso eterogeneo che, nello spirito del PAC, ha laforza di scavare, attraverso l’arte, dentro i dilemmi e le zone più oscure della storia, senza infingimenti, ma anche con la volontà di costruire percorsi alternativi.

Milano, Crolla: investire nel Duomo per generazioni future

Milano, Crolla: investire nel Duomo per generazioni futureMilano, 17 dic. (askanews) – “Il Duomo di Milano, fiore all’occhiello dell’architettura gotica, non è soltanto un monumento iconico della città, ma rappresenta il cuore pulsante della cultura italiana” e anche per questo è fondamentale “investire nella sua conservazione e valorizzazione, affinché possa essere tramandato alle generazioni future”. Lo afferma Simone Crolla, managing director di American chamber of commerce e parte dell’advisory board della Veneranda fabbrica del Duomo di Milano, la rete di ambasciatori della Cattedrale meneghina nel mondo. “La sua maestosità architettonica e la storia secolare lo rendono un faro culturale, una testimonianza tangibile del patrimonio artistico e spirituale dell’Italia” ha aggiunto Crolla.

La cattedrale dell’arcidiocesi di Milano “custode della storia e dell’identità nazionale, incarna secoli di arte, cultura e fede italiana. È un simbolo tangibile dell’identità nazionale e un richiamo per i visitatori da tutto il mondo – continua Crolla – . Oltre a essere un’icona culturale, il Duomo è anche un pilastro sociale. La sua presenza nel tessuto urbano di Milano non solo attira turisti ma crea opportunità economiche per la città, sostenendo l’industria del turismo, l’arte, l’artigianato locale e le attività commerciali circostanti”. Il board per la Veneranda Fabbrica è nato per impulso e con il coordinamento proprio di Crolla. La sua istituzione è stata prevista da una delibera del cda del 23 novembre 2018, in base alla quale il board ha il compito di collaborare con la presidenza nella definizione degli indirizzi strategici del programma annuale sulle iniziative di raccolta fondi e sulle promozione e valorizzazione a livello nazionale e internazionale dei progetti dell’ente.

“È fondamentale investire nella conservazione e valorizzazione del Duomo – chiosa Crolla – affinché possa essere tramandato alle generazioni future. L’Istituzione di un Advisory Board con il compito di collaborare con la Presidenza della Veneranda Fabbrica del Duomo fu da me fortemente voluta affinché, grazie alla collaborazione con il mondo corporate, e quindi con il coinvolgimento di professionisti sensibili alla cultura delle donazioni, si desse accesso anche alle numerose multinazionali americane presenti in Italia alle diverse opportunità di restauro e promozione del Duomo, possibili grazie alla generosità di chi considera la propria partecipazione come un significativo gesto di “give back” alla comunità in cui opera, contribuendo così a garantire la perpetua rilevanza e vitalità del Duomo di Milano nel tessuto sociale e culturale del nostro Paese”.

Arte e territorio, alla GAMeC Bergamo “Pensare come una montagna”

Arte e territorio, alla GAMeC Bergamo “Pensare come una montagna”Milano, 13 dic. (askanews) – Bergamo, 13 dic. (askanews) – La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ha annunciato “Pensare come una montagna”: un programma culturale diffuso che, a partire dal 16 maggio 2024 e per il biennio successivo coinvolgerà, oltre agli spazi museali, il territorio della Provincia di Bergamo, con l’intento di creare un percorso di condivisione di esperienze artistiche volte a riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività.

Il programma prevede il coinvolgimento, in due anni, di venti tra artisti o gruppi di artisti, operanti in diversi contesti geografici e culturali, nella progettazione e realizzazione di un programma diffuso di eventi condivisi con le comunità locali, tra interventi nello spazio pubblico, performance collettive e laboratori creativi. I primi artisti protagonisti del biennio sono Sonia Boyce, Lin May Saeed, Studio Ossidiana in collaborazione con Frantoio Sociale, Chiara Gambirasio e Mercedes Azpilicueta, impegnati a Bergamo, Dalmine, Brembate e Castione della Presolana. “Pensare come una montagna” è un’espressione coniata dall’ecologo e ambientalista americano Aldo Leopold nel suo libro A Sand County Almanac (1949). Nel contesto del progetto della GAMeC, ispirata dal suo brillante direttore Lorenzo Giusti, l’espressione di Leopold si fa interprete della volontà di adottare un punto di vista alternativo – da “una certa distanza” – sulla società e sul nostro operare, per alimentare, nel contesto territoriale, una fascinazione per la Terra e una sensibilità ambientale evoluta e partecipata.

Il territorio in cui il progetto intende svilupparsi è un contesto variegato dove paesaggi naturali e aree urbane altamente industrializzate convivono all’interno di un complesso ecosistema: dai massicci del ventaglio prealpino, ai rilievi inferiori delle valli bergamasche, fino ai boschi cittadini del Parco dei Colli di Bergamo e alle zone fluviali e agricole della Bassa Bergamasca. Le realtà imprenditoriali del territorio saranno fortemente coinvolte al fine di creare una rete di realtà produttive sostenitrici dell’industria culturale e di valorizzare le persone, i saperi e i processi da cui nascono le eccellenze dei prodotti manifatturieri e industriali.

“Pensare come una montagna” sarà accompagnato da una rivista online che raccoglierà testi critici, reportage e contributi audiovisivi prodotti dai gruppi di lavoro, spaziando dalle arti contemporanee al design, dall’architettura all’agricoltura, dalla geografia umana all’antropologia, la cui sede sarà all’interno della GAMeC.

”Un costante divenire”, il programma 2024 di Triennale Milano

”Un costante divenire”, il programma 2024 di Triennale MilanoMilano, 29 nov. (askanews) – I curatori di Triennale Milano Umberto Angelini, Nina Bassoli, Lorenza Bravetta, Damiano Gullì e Marco Sammicheli hanno presentato la programmazione del 2024 che come sempre comprende mostre, incontri, spettacoli, festival, concerti, conferenze e workshop, in un’offerta ricca e plurale che coinvolge diversi pubblici. A fine gennaio verrà inaugurato un nuovo spazio dedicato alla ricerca, alla memoria e all’innovazione, totalmente flessibile, che ospiterà il Centro studi di Triennale, che dopo oltre 30 anni viene riattivato, e l’archivio dell’istituzione – 300.000 tra disegni, progetti, foto, lettere, testi, tutti digitalizzati.

Nel corso del 2024 sono in programma diverse esposizioni monografiche, che permetteranno di approfondire la conoscenza di figure di primo piano del design, dell’architettura e della moda. Tra queste l’esposizione dedicata ad Alessandro Mendini, (a cura di Fulvio Irace, 13 aprile – 13 ottobre 2024) realizzata in collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain, quella su Gae Aulenti (a cura di Giovanni Agosti, con Nina Artioli e Nina Bassoli, maggio – ottobre 2024) in collaborazione con l’Archivio Gae Aulenti, la mostra su Roberto Sambonet, (a cura di Enrico Morteo, maggio – settembre 2024) nel centenario della sua nascita, e quella su Elio Fiorucci (a cura di Judith Clark, ottobre 2024 – febbraio 2025). All’interno dell’Impluvium, ancora in collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain, trova spazio un inedito omaggio ad Alessandro Mendini (13 aprile – 13 ottobre 2024) concepito, disegnato e diretto da Philippe Starck, tra i più brillanti creatori e pensatori del nostro tempo, che con Mendini ha condiviso diverse esperienze creative e professionali. Prosegue inoltre il lavoro di studio e ricerca attorno a Ettore Sottsass, con il quinto appuntamento del ciclo di esposizioni che si sviluppa attorno all’installazione permanente di Casa Lana (a cura di Marco Sammicheli, in collaborazione con Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass, maggio 2024 – gennaio 2025) e con la mostra fotografica Mise en scène (a cura di Studio Sottsass con Micaela Sessa, novembre 2024 – gennaio 2025). Il Museo del Design Italiano sarà al centro di attività e di approfondimenti rivolti a diversi pubblici: giornate di studio, incontri, visite guidate, laboratori per bambini e famiglie. Nella porzione finale del Museo, lo spazio della Design Platform, inaugurato ad aprile 2023 e destinato ad accogliere mostre temporanee con un focus sul design di oggi, presenterà due mostre sul lavoro di due progettiste di fama internazionale: la designer francese Inga Sempé (a cura di Marco Sammicheli, aprile – settembre 2024) e la creatrice di moda Monica Bolzoni (a cura di Marco Sammicheli, ottobre 2024 – gennaio 2025). Una partnership nuova invece è quella con Kiton, con cui Triennale sta lavorando a un progetto dedicato alla formazione che prende le mosse dall’esperienza della Scuola di Alta Sartoria che il marchio napoletano ha fondato nel 2000. A gennaio, durante la Milano Fashion Week, verrà presentata una mostra coprodotta da Triennale e Kiton (a cura di Luca Stoppini, 12 – 16 gennaio 2024), accompagnata da una serie di appuntamenti che vogliono far conoscere un modello virtuoso e replicabile in altri contesti.

Attraverso le sue mostre Triennale è presente in tutto il mondo. Nel 2024 l’esposizione Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli sarà al London Design Museum (29 marzo – 8 settembre 2024), dopo essere stata presentata nel 2023 a C-mine a Genk, in Belgio; Triennale Milano. Una storia attraverso i manifesti (a cura di Marco Sammicheli), progetto che ripercorre la storia delle Esposizioni Internazionali attraverso la grafica, continuerà la sua itineranza in Perù, con una nuova tappa dopo essere stata presentata a Lima nel 2023. Verrà presentata in Triennale la più grande retrospettiva mai dedicata al fotografo Juergen Teller (a cura di Thomas Weski, 27 gennaio -1 aprile 2024) internazionalmente riconosciuto per le sue campagne emblematiche e i ritratti non convenzionali di protagonisti del mondo del cinema, della musica e della moda. La mostra è realizzata in collaborazione con La Rmn – Grand Palais di Parigi. Con la mostra dell’artista italiano Davide Allieri (a cura di Damiano Gullì, novembre 2024 – gennaio 2025) Triennale prosegue la sua indagine della scena artistica contemporanea. Come in passato, Triennale Milano sarà uno dei luoghi di riferimento della Settimana del Salone del Mobile di Milano (16 – 21 aprile 2024). In questa occasione la collaborazione con la manifestazione si concretizza in una mostra dedicata al SaloneSatellite (16 – 28 aprile 2024), il progetto di promozione internazionale del design under 35 voluto e coordinato da Marva Griffin Wilshire, che quest’anno festeggia i suoi 25 anni. Ritorna anche la collaborazione con Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri progetto promosso dal Comune di Reggio Emilia di cui Triennale Milano è partner dal 2022 e dedicato alla scoperta e valorizzazione di talenti emergenti della fotografia in Italia. La vincitrice dell’edizione 2023 Giulia Mangione esporrà il suo lavoro in Triennale, (a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, 17 gennaio – 18 febbraio 2024). A maggio si terrà la Milano Arch Week, la settimana dedicata all’architettura promossa da Triennale Milano insieme al Comune di Milano e al Politecnico di Milano, che anche quest’anno, dopo il successo della passata edizione, coinvolgerà numerose realtà cittadine attraverso una call. Da maggio a fine settembre tornerà Triennale Estate, la programmazione estiva di Triennale con talk, performance, dj set, concerti, proiezioni che animeranno il Giardino Giancarlo De Carlo.

La programmazione performativa avrà come sempre il suo progetto di punta nel festival FOG Triennale Milano Performing Arts, la cui settima edizione si svolgerà dall’8 febbraio al 7 maggio 2024. Curato da Umberto Angelini, FOG presenta alcuni tra gli artisti e le compagnie più interessanti della scena performativa internazionale. Tra gli ospiti della prossima edizione, Romeo Castellucci, Grand Invité di Triennale 2021-2024, con un progetto in cui dirige Isabelle Huppert, Wayne McGregor, Gisèle Vienne, La Veronal, Marlene Monteiro Freitas e molti altri. Il 2024 sarà anche l’anno del cinquantesimo anniversario del CRT Centro di Ricerca per il Teatro (oggi Triennale Milano Teatro), a cui nel corso dell’anno verranno dedicati diversi momenti di produzione artistica, studio e riflessione. Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, ha dichiarato: “Quello di Triennale è un progetto in costante divenire, che cerca di aprire prospettive nuove sui temi e i protagonisti della cultura contemporanea. La programmazione del prossimo anno darà spazio ai grandi maestri del design, dell’architettura, dell’arte, della moda, ma racconterà anche il lavoro di artisti e progettisti che si sono affermati in questi anni. Il 2024 sarà un anno di intenso lavoro per la 24a Esposizione Internazionale che si terrà nel 2025, dal 17 maggio al 16 novembre, e sarà intitolata Inequalities. How to mend the fractures of humanity. Dopo aver approfondito i temi della sostenibilità e della transizione ecologica, oggi, a cento anni dalla sua nascita, Triennale ha deciso di dedicare la sua prossima Esposizione Internazionale alla grande questione delle Diseguaglianze.”

Passo avanti verso realizzazione Museo della Grande Guerra a Bormio

Passo avanti verso realizzazione Museo della Grande Guerra a BormioMilano, 27 nov. (askanews) – Regione Lombardia, con la delibera proposta dall’assessore regionale con delega a Enti locali e Montagna, Massimo Sertori, e il concerto delle colleghe Francesca Caruso (Cultura) e Barbara Mazzali (Turismo e Marketing territoriale), aderisce all’Atto integrativo all’AdP (Accordo di Programma) per la realizzazione del Museo della Grande Guerra a Bormio (Sondrio), promosso dalla Comunità Montana Alta Valtellina e sottoscritto l’8 ottobre 2020.

“La finalità dell’Accordo di Programma – ha scritto in una nota Sertori – è la realizzazione, presso l’immobile denominato ex caserma Pedranzini in Comune di Bormio, reso disponibile dai Comuni proprietari attraverso l’atto di concessione sottoscritto contestualmente all’Accordo, di una nuova struttura museale atta ad ospitare e valorizzare il ricovero austro-ungarico rinvenuto nei pressi della cima del Monte Scorluzzo (3.094 metri di altezza) e i relativi mobili, suppellettili, oggetti di vita quotidiana ed equipaggiamenti”. “Anche questo provvedimento – ha aggiunto Caruso – conferma l’attenzione di Regione Lombardia verso ogni forma di cultura. Questo Museo rappresenta in maniera davvero importante la storia del nostro Paese e saremo sempre al fianco di sostiene e promuove questa iniziativa”.

“Azioni come queste – ha proseguito Mazzali – assumono un valore significativo anche in chiave turistica. Il territorio della Valtellina già di per sé è sinonimo di attrazione e strutture come queste ne accrescono la promozione territoriale”. La proposta di realizzazione del Museo della Grande Guerra prevede in particolare l’adeguamento edilizio del fabbricato, composto da un piano seminterrato e quattro piani fuori terra, che include in particolare opere di consolidamento statico della struttura, rifacimento del tetto di copertura, nuove partizioni interne e realizzazione nuovo ascensore, vano scale e servizi. È previsto poi l’allestimento dell’esposizione museale a norma dei criteri di cui alla delibera della Giunta regionale del 17 dicembre 2018 numero 1018, con percorsi formativi anche a carattere didattico, per introdurre i bambini alla storia della Guerra Bianca.

La Comunità Montana Alta Valtellina, in qualità di soggetto promotore dell’Accordo di Programma, ha presentato richiesta di modifica e integrazione dell’Accordo di Programma che dia atto: dell’aggiornamento progettuale per la ‘Realizzazione del Museo della Grande Guerra’; dell’inserimento dell’intervento ‘Formazione di centrale termica a combustibile solido a servizio del compendio immobiliare in Bormio ex Ginnasio – ex caserma Pedranzini’; dell’aggiornamento del cronoprogramma complessivo. Oltre a Regione Lombardia, i soggetti interessati dall’Atto sono: Comunità Montana Alta Valtellina (Ente promotore dell’Accordo); Ersaf – direzione parco dello Stelvio (soggetto attuatore degli interventi); i Comuni di Bormio, Valdidentro, Valdisotto, Valfurva (SO), con l’adesione dell’Associazione Museo della Guerra bianca in Adamello.

“Con la realizzazione di questo museo – ha continuato Sertori – permetteremo di riscoprire e valorizzare le tracce di una delle pagine più drammatiche che ha segnato la nostra storia, la Guerra bianca. Oltre al valore storico e culturale, la realizzazione di questo museo sarà un volàno importante per il turismo della provincia di Sondrio e, in particolare, per l’Alta Valtellina”. “Una operazione molto importante e suggestiva – ha concluso Sertori – che permetterà di mostrare a tutti i visitatori, tra gli altri ritrovamenti, la baracca austriaca perfettamente conservata sotto la vetta dello Scorluzzo, a oltre 3.000 metri di altitudine”.