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I Masanielli e Diego Vitagliano ex aequo a vertice 50 Top pizza

I Masanielli e Diego Vitagliano ex aequo a vertice 50 Top pizzaRoma, 11 lug. (askanews) – Ancora un ex aequo al vertice della classifica 50 Top pizza 2024. I Masanielli di Francesco Martucci, a Caserta, e Diego Vitagliano Pizzeria, a Napoli, si confermano secondo la guida le migliori pizzerie in Italia.


Al secondo posto Confine a Milano, di Mario Ventura e Francesco Capece, a cui va anche il premio speciale Pizzaiolo dell’Anno 2024 – Ferrarelle Award. Il terzo gradino del podio è occupato da I Tigli di Simone Padoan, a San Bonifacio. Quarta posizione per 50 Kalò di Ciro Salvo, a Napoli; la quinta posizione spetta invece a Seu Pizza Illuminati di Pier Daniele Seu e Valeria Zuppardo, a Roma; la sesta posizione va a I Masanielli di Sasà Martucci, a Caserta; settima posizione per Dry Milano, di Lorenzo Sirabella, che si aggiudica anche il premio Pizza dell’Anno 2024 – Latteria Sorrentina Award, con la Margherita Provola Affumicata & Pepe Nero di Sarawak; ottava posizione per La Notizia di Enzo Coccia, a Napoli; nona posizione per la pizzeria Salvo di Francesco e Salvatore Salvo, sempre a Napoli; chiude la top ten la Pizzeria Da Lioniello di Salvatore Lioniello, a Succivo, che si aggiudica anche il premio Performance dell’Anno 2024 – Robo Award.


Il premio Novità dell’Anno 2024 – Solania Award va alla pizzeria Raf Bonetta di Raffaele Bonetta, a Pozzuoli; il premio Migliore Proposta dei Fritti 2024 – Il Fritturista – Oleificio Zucchi Award, va a Clementina di Luca Pezzetta, a Fiumicino; il premio Frittatina di Pasta dell’Anno 2024 – Pastificio Di Martino Award va a La Fenice di Manuel Maiorano, a Pistoia; il premio Migliore Carta dei Dessert 2024 – Cremoso – La Dispensa Award va a Sestogusto di Massimiliano Prete, a Torino; il premio Miglior Servizio della Birra 2024 – Peroni Nastro Azzurro Award se lo aggiudica Apogeo di Massimo Giovannini, a Pietrasanta; il premio One to Watch 2024 – Fedegroup Award va a Fermenta di Luca Cornacchia, a Chieti. Il riconoscimento Forno Verde 2024 – Goeldlin, che premia la grande attenzione alla sostenibilità ambientale, è stato assegnato a sette pizzerie: Denis a Milano; Gigi Pipa a Este; I Masanielli di Sasà Martucci a Caserta; Le Grotticelle a Caggiano; Le Parùle a Ercolano; Pizzarium a Roma; Pupillo Pura Pizza a Frosinone.


Roma è la città con più pizzerie, con ben 12 indirizzi presenti in classifica. Al secondo posto Napoli con 8 e, al terzo posto, Milano con 5. La regione più rappresentata è la Campania con ben 28 indirizzi, seguita dal Lazio con 15 e dalla Toscana con 10. La guida 50 Top Pizza Italia 2024 è composta da 670 indirizzi totali.

Allarme per produzione italiana mais, rese ridotte del 30-35%

Allarme per produzione italiana mais, rese ridotte del 30-35%Roma, 11 lug. (askanews) – Fosche previsioni per la produzione italiana (e non solo italiana) di mais: le previsioni per la prossima campagna parlano di rese produttive in calo del 30-35% a causa delle piogge torrenziali e dell’instabilità meteorologica degli ultimi due mesi, che hanno bloccato le semine di aprile e rallentato quelle di recupero a giugno.


A lanciare l’allarme è Ailma, l’associazione italiana lavorazione mais alimentare aderente ad Assitol, preoccupata per la scarsità di materia prima Made in Italy e per la tenuta della filiera maidicola. Secondo le prime stime degli operatori, rispetto allo scorso anno i quantitativi di mais prodotti in Italia per uso alimentare subiranno un forte diminuzione. “A causa del meteo avverso – osserva Massimiliano Carraro, presidente di Ailma – sul campo si è seminato, con grande fatica, il 60% del mais normalmente prodotto”. Oltre alla quantità, il maltempo incide sulla qualità del raccolto e favorisce gli agenti patogeni. “In uno scenario che da tempo registra il calo progressivo delle aree coltivate a mais, la previsione per la prossima campagna è che le rese produttive si ridurranno del 30-35%”.


In Europa, il meteo estremo ha danneggiato la produzione di mais, intaccandone le rese in Francia e Germania. Appare in difficoltà anche l’Ucraina, storico fornitore di cereali che registra la contrazione delle quantità (-20%), in parallelo ad una fisiologica riduzione dell’export legata alla guerra in corso. Fuori dalla UE non va meglio in Sud America, dove le alte temperature e la siccità hanno favorito l’insorgere di patogeni come lo spiroplasma. A soffrire il contraccolpo di questa infestazione è soprattutto l’Argentina, forte esportatore maidicolo. Per giunta, la scarsità di materia prima sta inducendo i produttori di biogas a reperire il trinciato di mais rifornendosi sul mercato dei produttori di granella destinata all’uso alimentare e mangimistico, andando potenzialmente ad erodere i quantitativi disponibili.

A Roma la 2 giorni dell’assemblea mondiale dei mercati contadini

A Roma la 2 giorni dell’assemblea mondiale dei mercati contadiniRoma, 11 lug. (askanews) – Due giorni che vedranno protagonisti a Roma gli agricoltori di tutto il mondo, con la grande mostra dei prodotti enogastronomici messi a rischio dai cambiamenti climatici. Si terrà a Roma il 12 e 13 luglio la due giorni dell’assemblea della World Farmers Markets Coalition, l’associazione che riunisce i mercati contadini del pianeta.


Un’occasione per conoscere direttamente dai produttori le specialità più particolari e rare coltivate nei cinque continenti, salvati dall’estinzione nei Paesi più sviluppati e in quelli più poveri grazie allo sviluppo dei mercati locali di vendita diretta a chilometri zero, a difesa dell’economia, del lavoro, dell’ambiente e della biodiversità della Terra. L’appuntamento è dalle 9.30 di venerdì 12 luglio al mercato di Campagna Amica del Circo Massimo a Roma, in via di San Teodoro 74. Assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini, al segretario generale Vincenzo Gesmundo, a Richard McCarthy, presidente della World Farmers Markets Coalition e a Carmelo Troccoli direttore della World Farmers Markets Coalition e della Fondazione Campagna Amica, saranno presenti, tra gli altri, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, al rientro dal vertice Nato di Washington, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.


Per l’occasione sarà diffuso il rapporto sui mercati contadini in Italia e nel mondo ed il ruolo centrale nel contrasto alle povertà alimentare ma anche nello sviluppo dell’economie locali, dell’occupazione e la tutela della biodiversità. E sabato 13 luglio sempre al Mercato del Circo Massimo, spazio all’incontro sulla promozione della biodiversità e dell’agricoltura familiare alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.

Clessidra Private Equity acquisisce il Molino Nicoli

Clessidra Private Equity acquisisce il Molino NicoliRoma, 11 lug. (askanews) – Clessidra Private Equity ha acquisito Molino Nicoli, leader nel segmento dei prodotti a base di cereali “better for you” e “free from” per insegne del mondo della GDO e dell’industria in Italia e all’estero. A seguito del completamento dell’operazione la famiglia Nicoli, fondatrice dell’azienda, manterrà una quota di minoranza della società e continuerà a supportare insieme a Clessidra lo sviluppo dell’azienda.


Fondata nel 1869, Molino Nicoli offre una vasta gamma di cereali per la prima colazione, barrette a base di cereali e snack babyfood, con un portafoglio prodotti di elevata distintività per quanto concerne i prodotti senza glutine, senza allergeni e biologici (che rappresentano oltre il 50% del fatturato) e forte enfasi sulla sostenibilità. Con sede a Costa di Mezzate (in provincia di Bergamo), Molino Nicoli conta due stabilimenti produttivi esclusivamente dedicati ai prodotti senza glutine e senza allergeni. La società ha inoltre una succursale commerciale negli Stati Uniti. Molino Nicoli ha raggiunto nell’ultimo anno un fatturato di circa 60 milioni di euro, di cui metà realizzato all’estero, con un tasso medio di crescita a doppia cifra negli ultimi 20 anni. L’investimento in Molino Nicoli sarà effettuato dal fondo Clessidra Capital Partners 4. L’operazione vedrà inoltre la famiglia Nicoli reinvestire nell’azienda con una quota del 30%, assicurando così la continuità aziendale.

Grana Padano e prosciutto Parma in Usa al Texas Restaurant Show

Grana Padano e prosciutto Parma in Usa al Texas Restaurant ShowRoma, 11 lug. (askanews) – Il Grana Padano e il Prosciutto di Parma negli Stati Uniti per promuovere i prodotti di eccellenza e i territori dove nascono. Il 14 e 15 luglio i due consorzi saranno presentei al “The Texas Restaurant Show”, a San Antonio, manifestazione promossa dalla Texas Restaurant Association che vede la partecipazione di ristoratori, chef e dirigenti del settore.


L’evento sarà una tappa della campagna promozionale congiunta per sensibilizzare i rivenditori, gli chef e i consumatori statunitensi e canadesi su prodotti alimentari europei unici.”Distinctly, Deliciously, European” è infatti un programma europeo che mette in risalto l’importanza della qualità, dell’autenticità e della tradizione. Il Grana Padano e il Prosciutto di Parma sono esempi tra i più significativi del valore della Denominazione di Origine Protetta. “Stati Uniti e Canada sono nella Top Ten dei maggiori importatori di Grana Padano DOP e siamo convinti di avere ulteriori possibilità di espansione – spiega il direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano, Stefano Berni – Ma, nonostante gli accordi tra Canada e UE e i controlli negli USA da parte dei nostri servizi di tutela, l’Italian sounding continua. Ci auguriamo che i consumatori vengano al nostro stand, assaggino l’unico Grana Padano, si accorgano che è inimitabile e anche nel mitico Texas capiscano cosa scegliere”.

Copa Cogeca: 2024 anno molto negativo per raccolta cereali (-4,7%)

Copa Cogeca: 2024 anno molto negativo per raccolta cereali (-4,7%)Roma, 11 lug. (askanews) – Prospettive sfavorevoli per i cereali, stabili per i semi oleosi e positive per le colture proteiche, ma la situazione potrebbe anche peggiorare. Gli esperti dei gruppi di lavoro Cereali, semi oleosi e colture proteiche del Copa e della Cogeca infatti prevedono che la produzione di cereali nell’UE-27 raggiungerà i 257,3 milioni di tonnellate, registrando un calo del 4,7% rispetto al raccolto del 2023. Nel frattempo la produzione di semi oleosi dovrebbe diminuire dell’1% con 31,9 milioni di tonnellate, e le colture proteiche subiranno un incremento del 13% con 3,9 milioni di tonnellate.


Le rese dei cereali sono attualmente previste in lieve calo per il 2024 (-1,2%) e considerando una diminuzione della superficie seminata (-3,5%), i risultati per il raccolto dovrebbero essere inferiori al 2023. Si rileva, però una diminuzione della produzione di frumento (-6,3%) e orzo (-9%), mentre resta stabile il mais (-0,5%) e in aumento l’avena (+21,2%). Per quanto riguarda la distribuzione geografica della produzione, la maggior parte degli Stati membri settentrionali (Belgio, Francia, Danimarca, Germania) e centro-orientali hanno registrato un calo della produzione (-3 milioni di tonnellate per la Polonia, -9 milioni di tonnellate per la Francia). Calo non compensato dal pur notevole aumento della produzione in Spagna rispetto al 2023 (+3 milioni di tonnellate).


Nel complesso, questi quantitativi collocano il 2024 al di sotto del 2023, che era già stato un anno deludente, ma anche molto al di sotto della media di produzione di grano degli ultimi 5 anni (-8,4%). “Questa previsione, già preoccupante – affermano gli esperti – potrebbe peggiorare nelle prossime settimane e mesi, a causa dei complicati eventi meteorologici e dell’impossibilità di lavorare nei campi, la semina è stata quindi ritardata in molte zone rendendo le rese molto sensibili alle condizioni meteorologiche nelle prossime settimane”.

Rapporto Fao: entro fine secolo biomassa ittica in drastico calo

Rapporto Fao: entro fine secolo biomassa ittica in drastico caloRoma, 11 lug. (askanews) – In uno scenario ad alte emissioni, la biomassa ittica è destinata a subire forti diminuzioni entro la fine del secolo. E’ quanto si evince dal rapporto “Rischi del cambiamento climatico per gli ecosistemi marini e la pesca: proiezioni al 2100 dal Progetto di interconfronto del modello di pesca e di ecosistema marino”, pubblicato ieri dalla Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Nuove proiezioni contenute nel rapporto evidenziano i potenziali rischi climatici per la biomassa ittica sfruttabile per quasi tutte le regioni degli oceani del mondo, compresi i principali paesi produttori e quelli con un’elevata dipendenza dagli alimenti acquatici.


Le proiezioni globali della biomassa ittica sfruttabile mostrano un calo di oltre il 10%, in particolare nello scenario ad alte emissioni, entro la metà del secolo per molte regioni del mondo, afferma il rapporto. Entro la fine del secolo, nello scenario ad alte emissioni, che prevede un riscaldamento globale di 3-4°C, il calo peggiorerà fino al 30% o più in 48 paesi e territori. Al contrario, nello scenario a basse emissioni, che prevede un riscaldamento globale di 1,5-2°C, i cambiamenti si stabilizzano tra nessun cambiamento e una diminuzione del 10% o meno in 178 paesi e territori entro la fine del secolo.


Diminuzioni notevoli nei principali paesi produttori di pesce, che peggiorano verso la fine del secolo nello scenario ad alte emissioni, ad esempio del 37,3% per il Perù e del 30,9% per le zone economiche esclusive della Cina, ma si stabilizzano nello scenario a basse emissioni. Manuel Barange, vicedirettore generale della Fao e direttore della Divisione Pesca e Acquacoltura, ha spiegato che “emissioni più basse riducono significativamente le perdite di biomassa di fine secolo per quasi tutti i paesi e territori rispetto allo scenario ad alte emissioni. Ciò evidenzia i benefici delle misure di mitigazione del cambiamento climatico per la pesca e gli alimenti acquatici”, ha aggiunto. Un confronto delle perdite previste in entrambi gli scenari entro la fine del secolo rivela infatti che la riduzione delle emissioni ha apportato notevoli benefici per quasi tutti i paesi e territori.


Il rapporto è stato prodotto dall’Ecosystem Model Intercomparison Project (FishMIP), una rete internazionale di ricercatori che lavorano con la FAO per comprendere gli impatti a lungo termine dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini e sulla pesca attraverso una serie di modelli numerici all’avanguardia.

Da Emilia Romagna bando da 600mila euro per promozione pera Igp

Da Emilia Romagna bando da 600mila euro per promozione pera IgpRoma, 11 lug. (askanews) – Un aiuto agli agricoltori che hanno adottato lo standard e la certificazione Igp e intendono promuovere in Italia e all’estero la produzione della pera Igp di qualità. È l’obiettivo con cui la Giunta regionale ha approvato, con un finanziamento di 600 mila euro, un nuovo bando per la promozione sui mercati della pera dell’Emilia-Romagna Igp. Tra le attività che rientrano nello stanziamento anche quelle di comunicazione sui media e sui social, oltre alla partecipazione a fiere ed eventi dedicati.


I progetti dovranno avere un valore complessivo non inferiore ai 250 mila euro e il contributo sarà pari al 70% delle spese ammissibili. “Grazie agli interventi sostenuti da questo bando – spiega in una nota l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi – vogliamo promuovere su un mercato sempre più ampio di distributori e consumatori, un prodotto di punta della nostra frutticultura come la pera Igp. Siamo una regione leader nella produzione di pere, e questo nonostante il comparto sia stato penalizzato da eventi climatici avversi e da attacchi di patogeni, che hanno provocato ingenti danni economici e produttivi”.


Possono accedere ai contributi i consorzi di tutela delle Dop e Igp, i consorzi di promozione economica e i consorzi o associazioni che rappresentino almeno il 25% degli operatori iscritti all’albo regionale dei produttori biologici. Il bando non prevede la creazione di una graduatoria e tutti i progetti ammessi saranno finanziati, in misura proporzionale alle risorse disponibili.

Sequestrato il genoma del castagno europeo dalla Fondazione Mach

Sequestrato il genoma del castagno europeo dalla Fondazione MachRoma, 11 lug. (askanews) – Dopo vite, melo, fragola, lampone, pero, noce, Drosophila suzukii, Plasmopara viticola, abete bianco e limone, la Fondazione Mach ha decifrato un altro codice genetico, quello del castagno europeo. Si tratta del primo genoma di Castanea sativa sequenziato ed assemblato a livello cromosomico, mentre sono già disponibili genomi per altre specie quali C. crenata e C. mollissima, che concorrono con sativa sul mercato.


Lo studio, appena pubblicato sulla rivista “BMC Genomic Data”, è il risultato di un progetto coordinato da FEM sul genoma del castagno europeo che vede la cooperazione di CNR Porano, CNR di Firenze, Università Politecnica delle Marche, Università di Torino, Università di Bologna, National Biodiversity Future Centre di Palermo. Enti e università accomunati dalla necessità, assieme al mondo della produzione castanicola, di avere un genoma di castagno europeo (C. sativa), che fino ad oggi non era disponibile. Questo genoma potrà essere un’importante risorsa per studiare in maniera più approfondita la storia evolutiva e i processi di domesticazione di questa specie, per chiarire le basi genetiche della resistenza/suscettibilità a patogeni e stress ambientali, e per svolgere attività di selezione e miglioramento delle varietà di castagno, sia presso la Fondazione Mach, in collaborazione con le realtà castanicole trentine, che presso altre realtà di ricerca e realtà nazionali ed internazionali.


Il genere Castanea appartiene alla famiglia delle Fagaceae. Il castagno presenta un importante valore economico, sia per la produzione di frutti sia per il suo legno. Tali caratteristiche, il crescente interesse del mondo scientifico e produttivo e le scarse conoscenze su tale specie attualmente a disposizione a disposizione, hanno favorito la creazione di un consorzio di ricerca per il sequenziamento di un genoma di castagno europeo (C. sativa) – ‘Chiusa Pesio’, attualmente non ancora disponibile.

Consorzio Valtellina Casera e Bitto Dop entra in Origin Italia

Consorzio Valtellina Casera e Bitto Dop entra in Origin ItaliaRoma, 11 lug. (askanews) – Il Consorzio dei Formaggi Valtellina Casera e Bitto entra in Origin Italia, l’associazione italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta oggi 81 Consorzi di tutela, una associazione di settore, la Afidop, e ben oltre il 95% della produzione italiana delle Indicazioni Geografiche.


“È con grande piacere che il Consorzio di tutela dei Formaggi Valtellina Casera e Bitto entra a far parte della grande famiglia di Origin Italia, la casa dei consorzi di tutela, con cui condividiamo l’onore di rappresentare i nostri prodotti di eccellenza, veri ambasciatori del Made in Italy di qualità – commenta Marco Deghi, presidente del Consorzio – sostenibilità, benessere e valore territoriale sono i principi fondanti del nostro lavoro e di un intero comparto che crede in un futuro a misura di tutti”. Dopo un 2023 di successi, è iniziata in crescita anche nel 2024 la produzione di Valtellina Casera Dop. Ed è da poco partita la stagione produttiva del Bitto, formaggio di latte crudo dall’antica tradizione, esclusivamente prodotto in alpeggio e proveniente da due mungiture lavorate praticamente in tempo reale (è ammesso anche fino al 10% di latte di capra). E sembra essere partita bene, con le piogge che favoriscono la crescita dell’erba (e quindi il fieno) per le vacche da latte, e la neve che, pur restando a lungo in quota, si è sciolta in tempo per far spazio ai pascoli.


Una realtà che conta 45 alpeggi operativi nel 2024 che ospiteranno circa 3mila bovine da latte e 300 capre su oltre 11mila ettari di pascoli e per rinnovare l’antico rito estivo della transumanza e creare il formaggio a latte crudo tra i più antichi d’Italia, prodotto da fine giugno a settembre in piccoli caseifici nella provincia di Sondrio e di Lecco (e in alcuni comuni limitrofi della Val Brembana) sulle vette tra i 1.400 e i 2.300 metri.