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Prezzi ingrosso fragole in calo del 16,5%, bene carciofi e biete

Prezzi ingrosso fragole in calo del 16,5%, bene carciofi e bieteRoma, 4 apr. (askanews) – Ottima qualità, grande quantità e prezzi in diminuzione all’ingrosso del 16,5% rispetto alla settimana precedente per le fragole, con produzioni da Calabria, Sicilia, Campania e Basilicata. Le varietà più pregiate, come la Sabrosa e la Inspire, sono in vendita all’ingrosso, rispettivamente, a 3,50 euro/kg e 4,00 euro/kg, mentre tutte le altre varietà si aggirano sui 2,50 euro/kg (-16,5% rispetto a un anno fa). E’ quanto emerge dal bollettino de La Borsa della Spesa, il servizio settimanale creato da BMTI e Italmercati Rete di Imprese.


Abbondante anche la varietà dei limoni Primo Fiore siciliana e i prezzi sono stabili rispetto alla scorsa settimana, da 1,10 a 1,30 euro/kg. Verso la fine invece i mandarini che, tuttavia, mantengono prezzi all’ingrosso stabili intorno a 1,50 €/kg anche se con la fine della produzione sono tendenti al rialzo. Inoltre, sebbene i quantitativi di mele stiano diminuendo, come per l’Annurca campana la cui produzione volge al termine, i prezzi si mantengono stabili, mediamente a 1,80 euro/kg per tutte le varietà. Tra gli ortaggi, è il momento ideale per acquistare i carciofi. La produzione è abbondante e i prezzi sono favorevoli, con il romanesco che si vende all’ingrosso a 0,50 euro al pezzo e il violetto senza spine, alle sue ultime battute, a 0,30 euro/kg. L’abbassamento delle temperature ha migliorato la qualità, aumentando la produzione e portando i prezzi all’ingrosso in calo dell’1,6% rispetto alla scorsa settimana.


Sempre grazie al clima favorevole, sono nel pieno della loro campagna le fave, con un prezzo all’ingrosso medio di 1,80 euro/kg e sempre più richieste con l’avvicinarsi delle tradizioni culinarie legate alla Pasqua. Un altro prodotto da acquistare sono i piselli freschi, disponibili all’ingrosso a 3,00 euro/kg. Stabili i prezzi dei radicchi, intorno a 2,50 euro/kg per la varietà lungo precoce e intorno ai 2,00 euro/kg per il tondo rosso, ma anche per le bietole, che presentano un ottimo rapporto qualità-prezzo e che sono disponibili nei mercati all’ingrosso intorno a 1,00 euro/kg. Per quanto riguarda il settore ittico, tra i più vantaggiosi ci sono i gamberi rosa, molto abbondanti e con prezzi in calo del 28,8% rispetto alla scorsa settimana, che vanno da 2,50 a 8,00 euro/kg a seconda della dimensione; il tonnetto alletterato, da 5,00-7,00 euro/kg e il tombarello, in calo dell’11% rispetto alla scorsa settimana e del 38,5% rispetto ad un anno fa.


Per chi vuole assaggiare qualcosa di nuovo, il Servizio consiglia l’acquisto del pesce gatto e, all’ingrosso, si trova a 2,00-3,00 euro/kg. Tra i molluschi, vantaggiosi i prezzi delle vongole lupino che, all’ingrosso, si confermano sui 3,50 euro/kg. Tra le carni, l’equilibrio tra domanda e offerta ha mantenuto stabili i prezzi della carne di tacchino che variano da 8,00 a 8,20 euro/kg. Infine, come di consueto in questo periodo, si riduce la domanda dei tagli del vitellone, utilizzati per le classiche preparazioni invernali, portando i prezzi all’ingrosso in calo che oscillano da 6,70 a 6,80 €/kg questa settimana.

Agea: erogati 101 mln per gestione rischio, di cui 50 per vino

Agea: erogati 101 mln per gestione rischio, di cui 50 per vinoRoma, 4 apr. (askanews) – Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ha erogato 101 milioni di euro per la gestione del rischio, di cui 50.812.000 destinati al settore vino. Un risultato “ottenuto grazie al lavoro puntuale e sinergico svolto dalla task force voluta dal ministro Lollobrigida a cui partecipano i Centri di assistenza agricola, i Consorzi di Difesa, il Masaf, Ismea e le compagnie assicurative sotto il coordinamento di Agea. Tutto ciò significa che quando si fa sistema si vince”, commenta il direttore di Agea Fabio Vitale, sottolineando come “questo è il modo per superare la disarticolazione presente nel mondo dell’agricoltura”.


A questi vanno aggiunti 10 milioni che provengono dal Fondo Mutualistico Agricat a cui seguiranno, la prossima settimana, altri 27 milioni. In aggiunta, si erogheranno anche le risorse previste dalla Legge 100/2023 destinate specificamente alle imprese agricole danneggiate dall’alluvione dello scorso anno. Ulteriori 45 milioni di euro saranno erogati per la Domanda unica: di questi, 30 sono dedicati alla zootecnia. Infine, per lo Sviluppo Rurale saranno erogati 30 milioni di euro. E, in tema di vino, Agea presenta al Vinitaly 2025 domenica 6 aprile nell’area talk del padiglione istituzionale del Masaf una panoramica dedicata alla promozione del vino verso i Paesi Terzi, insieme con la filiera delle sigle nazionali e i consorzi,

Aceto Modena Igp: dazi, Ue risponda con campagna comunicazione Ig

Aceto Modena Igp: dazi, Ue risponda con campagna comunicazione IgRoma, 4 apr. (askanews) – Una campagna europea di comunicazione dei prodotti Dop e Igp realizzata con fondi straordinari, nuovi strumenti di tutela internazionale, una lettura più protezionistica e garantista dei diritti di proprietà intellettuale e, a livello nazionale, l’adozione di provvedimenti mirati alla tutela e promozione dei prodotti DOP e IGP. Sono le proposte del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp a fronte dell’imposizione di dazi da parte del presidente americano Donanld Trump sulle produzioni europee.


Per Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio, ai dazi americani l’Unione Europea deve rispondere “con una strategia articolata e mirata, che includa anche fondi straordinari per la comunicazione del sistema dei prodotti DOP e IGP nei mercati strategici come gli Stati Uniti”. Fondi che consentirebbero ai Consorzi di tutela e ai produttori “di valorizzare le peculiarità uniche di questi prodotti, rafforzando la consapevolezza e la fiducia dei consumatori, comunicando l’unicità del sistema DOP e IGP nella certificazione e tutela del patrimonio culturale locale, italiano ed europeo”. “Riteniamo – aggiunge Grosoli – che una grande campagna di valorizzazione delle Indicazioni Geografiche possa avere ora una maggiore forza in un mercato come gli USA che si stanno delineando con la Presidenza Trump, rispetto alle tante singole iniziative portate avanti dai Consorzi di tutela”, spiega Grosoli sottolineando che il mercato USA rappresenta il 26% del volume totale della produzione.


Secondo il consorzio, le barriere tariffarie ostacolano il consolidamento e la crescita dell’export dei prodotti DOP e IGP italiani. Ostacoli che rischiano di alterare i meccanismi concorrenziali tra gli operatori del settore, generando un clima di incertezza per le imprese coinvolte nel commercio internazionale. Sempre a sostegno delle aziende e del comparto dei prodotti DOP e IGP, “questo scenario in cui l’aggressione e la minaccia sembrano sostituire le logiche dell’alleanza e della mediazione, evidenzia la necessità di nuovi strumenti di tutela internazionale dei prodotti DOP e IGP”, spiega Grosoli. Questi nuovi strumenti dovrebbero essere affiancati “a una lettura più protezionistica e garantista dei diritti di proprietà intellettuale attraverso cui le IG europee, ma non solo, possano essere tutelate e supportate nel confronto con prassi di concorrenza sleale comuni tanto nel territorio dell’Unione quanto in quello internazionale”.


“Auspichiamo infine – conclude Grosoli – che anche a livello nazionale vengano adottati provvedimenti mirati alla tutela e promozione dei prodotti DOP e IGP, lavorando come sistema Paese perché a livello strategico globale l’Unione Europea riveda la politica di relazioni e partnership commerciali declinandola nel nuovo contesto e favorendo l’apertura di nuovi spazi di mercato sicuri, regolati e promossi, in primis, a livello istituzionale e, ovviamente, a livello di relazioni industriali e commerciali”.

Assobibe: dazi Usa altra stangata per bibite dopo Sugar Tax

Assobibe: dazi Usa altra stangata per bibite dopo Sugar TaxRoma, 4 apr. (askanews) – Una nuova stangata per il comparto delle bevande analcoliche dopo la Sugar tax, la cui entrata in vigore è prevista per il primo luglio. Così Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia, esprime in una nota la preoccupazione delle imprese del comparto per l’introduzione dei dazi USA.


Per le bevande analcoliche italiane l’export è un canale fondamentale e in continua crescita: +117% negli ultimi 10 anni e +20% nell’ultimo biennio. Gli Stati Uniti sono il mercato principale di sbocco per le imprese del settore e per molte di queste rappresentano oltre la metà del business. E oggi i dazi Usa graveranno sulle imprese che producono chinotti, cedrate, aranciate, limonate, thè freddi, spume, aperitivi analcolici, imprese che sono già in difficoltà a causa delle diverse complessità del mercato nazionale, prima fra tutte l’attuale fase di incertezza conseguente all’imminente entrata in vigore della Sugar tax, il cui impatto negativo sui consumi interni è inevitabile.


“I dazi USA sono un ulteriore freno per tutto il comparto già in allarme per l’entrata in vigore, nelle prossime settimane, della Sugar tax. Una tassa inutile e inefficace che non trova fondamento da un punto di vista salutistico e che avrà conseguenze pesanti in uno scenario socioeconomico già fortemente indebolito dall’incremento dell’inflazione, dei costi di materie prime ed energia e da una fiscalità alle stelle” spiega Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, sottolineando che l’Italia vive “un momento complesso che richiede politiche di supporto capaci di tutelare, stimolare la crescita e la competitività delle imprese espressione del Made in Italy, soprattutto nei settori più in sofferenza negli ultimi anni, come quello delle bevande analcoliche”. Con l’entrata in vigore tra poche settimane, ricorda Assobibe, la Sugar tax andrà a colpire solo le bevande analcoliche, con e senza zucchero, pesando direttamente sul comparto, sull’intera filiera e sugli italiani. Le imprese del settore chiedono al Governo di dare seguito agli impegni assunti con specifici ordini del giorno presentati da Lega e Forza Italia, durante l’approvazione della Manovra e poi del DL Proroghe.

Domani Lollobrigida presenta il nuovo spazio Masaf al Vinitaly

Domani Lollobrigida presenta il nuovo spazio Masaf al VinitalyRoma, 4 apr. (askanews) – Domani, sabato 5 aprile, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, presenterà in anteprima alla stampa lo spazio espositivo del Masaf alla 57esima edizione del Vinitaly ospitato da Veronafiere. Quest’anno il titolo sarà “The Reason Wine” e racconterà le ragioni del successo del vino italiano nel mondo.


Protagonisti dell’esposizione saranno le persone, l’Italia e il saper fare: le basi sulle quali si è costruito, giorno dopo giorno, la grandezza del vino italiano. Fotografie, testimonianze storiche e documenti d’epoca formeranno un vero e proprio itinerario museale che indagherà il legame tra produttori e territori e, al contempo, tra innovazione e tradizione. Con questo percorso si mostrerà il perché i nostri vini hanno saputo conquistare i più grandi mercati esteri. Continuerà anche quest’anno la collaborazione con il Ministero della Cultura, che ha permesso l’esposizione di importanti opere d’arte. Al centro delle rappresentazioni il mito di Dioniso, come il “Bacco Bambino con corona di edera e grappolo d’uva”, scultura di scuola romana della prima metà del XVII secolo, la “Danza di vendemmiatori”, opera di Giuseppe Marchesi (detto Sansone) e antichi trattati sulla viticultura.


L’installazione è stata realizzata in collaborazione con il Masaf e Mastroberardino, che ha fornito la documentazione storica, dimostrando ancora una volta come la creatività, le istituzioni, la tecnologia e la tradizione siano elementi essenziali per conservare l’identità italiana e renderla vincente e apprezzata nel mondo.

Il Crea porta a Vinitaly ‘Tea al Cubo’: viaggio nel Dna della vite

Il Crea porta a Vinitaly ‘Tea al Cubo’: viaggio nel Dna della viteRoma, 4 apr. (askanews) – Il Crea torna a Vinitaly, sempre presso il padiglione Masaf, con un calendario ricco di appuntamenti e una novità assoluta: ‘Tea al cubo’, il cubo immersivo che si troverà di fronte allo spazio Masaf per l’intera durata della manifestazione. Un viaggio attraverso il DNA della vite, per scoprire cosa sono e come funzionano le Tecnologie di Evoluzione Assistita e quale potrebbe essere il loro contributo per un vino italiano sempre più sostenibile e resiliente, ma fedele alla propria tradizione di eccellenza, qualità e legame con il territorio.


La fruizione di questa esperienza sarà testata, inoltre, con strumenti di neuroscienze che consentiranno di misurare l’interazione degli utenti, per analizzare i picchi di attenzione e interazione emotiva, sia in un’ottica di ricerca sociale, sia di ottimizzazione del messaggio. Tra gli appuntamenti del Crea domenica 6 aprile l’incontro “Innovazioni per la vite”: dal CREA alcune soluzioni per flavescenza e peronospora per scoprire le ultime novità per ridurre l’impatto ambientale della viticoltura. E ancora “A che punto siamo”, un appuntamento in cui gli esponenti della Ricerca, delle Istituzioni e del mondo produttivo si confrontano su due temi strategici per la viticoltura del futuro: i vitigni resistenti detti anche Piwi e le Tera, le tecnologie di Evoluzione Assistita, da cui si possono ottenere nuovi cloni delle varietà anche autoctone oltre che internazionali meno suscettibili alle malattie ed agli stress.


Ancora, martedì 8 aprile verrà presentato il volume “L’industria alimentare tra cultura del made in italy, sviluppo locale e turismo esperienziale: il caso dei musei e degli archivi d’impresa” e si svolgerà la Premiazione IX edizione Concorso Enologico Istituti Agrari d’Italia, organizzato dal Masaf con il CREA Viticoltura ed Enologia, la Rete nazionale degli Istituti Agrari (RENISA) e il ministero dell’Istruzione.

Vino, Intesa SP: Italia prima nella produzione mondiale di vino

Vino, Intesa SP: Italia prima nella produzione mondiale di vinoMilano, 4 apr. (askanews) – Nel 2024 l’Italia ha riconquistato il primo posto a livello mondiale nella produzione di vino, con 41 milioni di ettolitri (fonte Organizzazione internazionale della vigna e del vino – Oiv). In termini di export, l’Italia è al secondo posto nel mondo, dopo la Francia che in valore ha una quota di mercato del 34,5% (Italia al 22%), mentre in quantità veniamo superati di poco dalla Spagna (21,7% vs. 22%). Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di euro di esportazioni di vino italiano, +5,5% rispetto al 2023. E’ quanto emerge da una ricerca del Research Department di Intesa Sanpaolo preparata in occasione di Vinitaly.


La vendemmia 2024 ha mostrato un buon recupero rispetto all’anno precedente, (+7%) pur collocandosi al di sotto del 14% rispetto alla media dei 5 anni precedenti. La vendemmia del 2023, infatti, era stata particolarmente scarsa (con circa un 20% in meno in termini di quantità prodotte) a causa degli effetti del cambiamento climatico (siccità, alluvioni) che avevano favorito la diffusione di un fungo, la peronospera, che aveva letteralmente decimato i raccolti in particolare nel centro-sud. Bene anche i distretti del vino italiani, che nel complesso crescono del 4% tendenziale, in particolare il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, i Vini dei Colli Fiorentini e senesi e i Vini del veronese, che hanno registrato crescite tra il 7 e il 10%. Ma è soprattutto in termini di biodiversità che l’Italia surclassa tutti: secondo uno studio dell’Oiv, il 75% del vitigno nazionale è infatti coperto da ben 80 vitigni autoctoni, secondo il Portogallo con 40 vitigni, mentre Francia e Spagna si fermano a 15. Questa biodiversità si traduce in un altro primato per l’Italia, che è il Paese europeo con il maggior numero di certificazioni Dop/Igp: 528, mentre la Francia si ferma a 442. Sono tanti i punti di forza, ma ci sono anche alcuni punti di attenzione, tra cui in primis la frammentazione e la difficoltà a fare sistema. I produttori vitivinicoli italiani sono di più piccole dimensioni rispetto ai nostri competitors, il 35% delle aziende vitivinicole italiane ha meno di 5 ettari, in Francia sono solo il 7%. A ciò si aggiungono alcune minacce: la concorrenza dei principali competitors, i consumi in calo e quindi la necessità di intercettare o stimolare nuove fasce di consumatori. Infine il cambiamento climatico, che sta modificando la geografia dei paesi produttori di vino, spostandosi sempre più verso nord, mentre i territori del sud sono a rischio desertificazione.


“È necessario investire in innovazione, nella selezione dei vitigni più resistenti ma anche nelle opportunità che derivano dalla digitalizzazione e dalla robotica” ha affermato Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo, sottolineando che “le opportunità maggiori potranno venire ancora dai mercati esteri, ma anche dalla capacità di fare sistema per valorizzare la grande qualità del vino italiano”.

Debutta al Vinitaly l’Alleanza bilaterale per l’agricoltura

Debutta al Vinitaly l’Alleanza bilaterale per l’agricolturaRoma, 4 apr. (askanews) – A Vinitaly debutterà la prima sinergia di enti bilaterali italiani per l’agricoltura. La sigla è Alleanza bilaterale e raggruppa l’ente Agribi di Verona, l’Ebat di Brescia, il Cimi di Mantova, l’Ebat di Catania e l’Ebat di Trapani. L’obiettivo è condividere esperienze, buone pratiche e iniziative, per alzare il tiro sulla sicurezza in agricoltura, dato che, come dicono i dati dell’Inail, le campagne continuano ad essere luoghi ad alto rischio nonostante i progressi tecnologici e le norme di sicurezza.


Alleanza bilaterale si presenterà ufficialmente a Vinitaly, dal 6 al 9 aprile, nel padiglione Enolitech, con una serie di eventi, alcuni dei quali in collaborazione con Inail, che metteranno in luce progetti, nuove soluzioni tecnologiche, reti agricole di qualità e proposte formative mirate a rendere il lavoro in campagna più etico e sicuro. “Questa cooperazione nasce per condividere le reciproche esperienze e sviluppare attività comuni che possano farci crescere – spiega Luigi Bassani, direttore di Agribi Verona, costituita da Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil – Il raggruppamento sarà aperto a quanti vorranno condividere questo metodo di lavoro. In Fiera a Verona presenteremo le nostre progettualità che guardano al futuro, come l’utilizzo di visori per creare una realtà virtuale per la formazione e degli esoscheletri per ridurre i rischi in agricoltura”.

Auricchio (Afidop): per formaggi Dop dazi complessivi al 35-40%

Auricchio (Afidop): per formaggi Dop dazi complessivi al 35-40%Roma, 4 apr. (askanews) – I formaggi Dop e Igp sono tra i prodotti che subiranno gli effetti dei dazi Usa sulle importazioni UE introdotti da Trump e con il dazio aggiuntivo del 20% stabilito dall’Amministrazione americana, alcuni dei prodotti caseari certificati arriveranno a una tassazione anche del 35%/40%, “con un serio rischio di alimentare fenomeni nefasti per la nostra economia come l’italian sounding”. Così in una nota Antonio Auricchio, presidente di Afidop, l’associazione formaggi italiani Dop e Igp, a commento dei dazi annunciati dal presidente Usa, Donald Trump.


Afidop ricorda che nel 2020, a causa dei dazi imposti da Trump, l’export dei formaggi italiani negli Usa aveva perso oltre 6mila tonnellate, pari a 65 milioni di euro. Le misure attualmente imposte da Trump colpiscono anche prodotti che non erano stati toccati dai dazi di cinque anni fa, come la Mozzarella di Bufala Campana Dop e soprattutto il Pecorino Romano Dop, che vede negli Stati Uniti il suo principale mercato estero. “Queste misure non solo andrebbero a penalizzare i nostri prodotti certificati ma, facendo leva sulla fiducia del consumatore, aprirebbero la strada a prodotti locali che, imitando i nostri formaggi Dop, verrebbero favoriti – spiega Auricchio – Nonostante i formaggi Dop siano un prodotto premium e l’aumento del prezzo potrebbe non portare necessariamente a una riduzione dei consumi, siamo inoltre preoccupati per i possibili effetti sull’export”.


Gli USA sono infatti il primo mercato extraeuropeo di riferimento per i formaggi italiani: solo nell’ultimo anno sono state esportate 40.800 tonnellate, di cui l’80% è Dop. “Sono a rischio oltre 485 milioni di fatturato oltreoceano”, spiega Auricchio sottolineando che l’imposizione di dazi su un prodotto che esporta il 40% della sua produzione negli Usa rischia di compromettere un’intera filiera che rappresenta un’eccellenza del made in Italy. “Sicuramente lavoreremo con i nostri Consorzi per sostenere la domanda e rafforzare il lavoro negoziale, ma chiediamo alle istituzioni EU e nazionali di supportarci nella protezione del nostro patrimonio lattiero caseario certificato. Non sarà colpendo i formaggi italiani Dop che si proteggerà l’economia americana. Si tratta di prodotti non in concorrenza che hanno posizionamento, standard di produzione, qualità e costi differenti”, conclude il presidente Auricchio.

Copagri: credito agricolo in contrazione, tema importante

Copagri: credito agricolo in contrazione, tema importanteRoma, 4 apr. (askanews) – “Quello dell’accesso al credito è un tema molto sentito in tutti i principali settori produttivi che contribuiscono alla crescita del Paese, a partire ovviamente dall’agricoltura, che sconta ataviche difficoltà in tale ambito; la disponibilità di risorse e prodotti finanziari, infatti, rappresenta una condizione indispensabile per la tenuta di qualsiasi impresa”. Lo ha detto il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini a margine dei lavori del forum dell’Associazione Bancaria Italiana-ABI dedicato al tema “Credito e finanza 2025”, ai quali ha partecipato in quanto componente del tavolo CIRI-ABI.


Negli ultimi 15 anni, infatti, il credito agricolo ha subito una contrazione significativa, tanto che lo stock complessivo di finanziamenti al comparto è passato dai 43 miliardi del 2010 ai 39,5 miliardi del 2023, con una flessione media annua del 2,5% negli ultimi cinque anni e con un trend negativo particolarmente accentuato dopo il 2011, direttamente collegato al cosiddetto credit crunch, ha spiegato Bernardini, secondo il quale i numeri relativi al crediti agricolo “evidenziano una volta di più l’importanza di continuare a lavorare per stringere il rapporto tra istituti di credito e imprese agricole”. Inoltre, il credito fondiario, ovvero quello destinato agli investimenti strutturali, quali terreni e macchinari, dal 2009 al 2023 ha registrato un calo del 40%, passando dal rappresentare il 22% del totale agricolo nel 2009 ad appena il 13% nel 2023; “e questo principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dei terreni e del restringimento delle politiche creditizie post-crisi”, fa notare Bernardini, spiegando che “un andamento analogo si è registrato per il credito di esercizio, cioè quello utilizzato per l’attività corrente, come l’acquisto di sementi e fertilizzanti, che dal 2010 al 2023 si è ridotto del 30% in termini reali, tanto che oggi solo il 32% delle aziende ottiene finanziamenti agevolati, contro il 45% del 2010”.


Per questo il sistema delle garanzie “rappresenta una delle potenziali criticità per l’accesso al credito, influenzando sia l’erogazione che i costi; e questo assunto vale sia con riferimento alle garanzie tradizionali, per le quali le banche richiedono garanzie reali di cui nel 40% dei casi le imprese non dispongono, che alle garanzie pubbliche, delle quali nel 2023 ha beneficiato appena il 15% delle erogazioni, a causa di procedure lente e diverse complessità burocratiche”, aggiunge il vicepresidente della Copagri, invitando a guardare agli strumenti messi in campo da altri paesi europei, quali ad esempio la Germania, che ha da tempo istituito una banca pubblica per prestiti a tasso zero, o la Francia, che con le garanzie mobiliari sui raccolti futuri dà agli agricoltori la possibilità di ottenere credito a breve termine senza ipoteche immobiliari.