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Consorcio cresce in Italia: +7,9 vendite tonno premium in 10 mesi

Consorcio cresce in Italia: +7,9 vendite tonno premium in 10 mesiMilano, 2 dic. (askanews) – A quasi un anno dall’apertura della filiale indipendente italiana, gruppo Consorcio, azienda conserviera spagnola di tonno bianco e acciughe, traccia un primo bilancio sulla scelta strategica di gestire direttamente il mercato italiano attraverso la creazione di una rete vendita.


Nell’ultimo anno, il mercato delle conserve in Italia ha sperimentato un aumento del prezzo medio, spinto dalle tensioni fortemente inflattive dei costi delle materie prime (a partire dall’olio di conserva, +80% da inizio anno), dei trasporti e dell’energia. In questo contesto Consorcio ha registrato il segno positivo sia nel comparto del tonno premium che in quello delle acciughe del Cantabrico, crescendo più della media del settore. Da gennaio 2024 a ottobre, Consorcio in Italia ha segnato il +7,9%, in controtendenza rispetto al mercato del tonno olio fino a 300g che è invece negativo (-7,5% da inizio anno): una crescita, spiega l’azienda, al di là delle previsioni fatte all’avvio del nuovo business. Inoltre, è aumentata anche la quota di mercato: per il tonno premium + 0,2% raggiungendo il 12%, per le acciughe del Cantabrico +2,1% arrivando al 10,4%. A spingere la performance di Consorcio anche la scelta di procedere con la sgrammatura dell’olio d’oliva di conserva, che tradizionalmente i consumatori scartano e che non impatta sul prodotto, ma incide notevolmente sui costi di produzione. Da sottolineare che, nel periodo da aprile ad oggi, da quando cioè l’azienda ha il pieno controllo della distribuzione, i dati attestano performance ancora più significative: +16,1% tonno olio premium, +19,2% vaso vetro olio premium, +15,10% latta olio premium; nel segmento del tonno naturale la crescita è a tre cifre con un +128,2% YTD e +116,6% da aprile a oggi. Soddisfazioni anche dal segmento delle acciughe del Cantabrico che registra, a volume, una crescita (+16,7%) Bene superiore rispetto a quella del mercato delle acciughe (+2,0% YTD). Consorcio si inserisce in questo trend positivo ottenendo una decisa crescita a volume (+31,4% YTD). Come per il tonno, i risultati da aprile sono ancora migliori, con un +36,4%. I formati di acciughe più acquistati dai consumatori in Italia sono i vasi vetro (con una quota dell’80% del mercato), in particolare i vasi vetro con grammatura inferiore ai 100g, che rappresentano oltre il 40% delle vendite delle acciughe in vaso vetro. Dalla primavera 2024 è stata inoltre incrementata la gamma di acciughe del Cantabrico con nuove varietà.


“Il 2024 è stato un anno particolarmente sfidante per noi, perché abbiamo completamente rivisto il modello di business in Italia e, a livello di gruppo, ci siamo impegnati fortemente per proseguire il nostro percorso di sostenibilità, rendicontato dal nostro bilancio ESG e che si manifesta anche con il rinnovo della certificazione BCorp ottenuta da poco”, afferma Valeria Piaggio, vicepresidente Grupo Consorcio. “Consorcio Italia, al suo primo anno di attività nella commercializzazione della propria marca, ha finora raggiunto risultati superiori al mercato – continua Dario De Stefano, general sales manager Italia del gruppo Consorcio – Abbiamo migliorato la nostra quota di mercato e la distribuzione dei prodotti sia nel tonno che nelle acciughe, con una crescita importante, frutto di una strategia commerciale vincente, che ci ha permesso di essere più capillari sul territorio, rafforzando in particolar modo l’area del Centro Italia, e applicando una politica promozionale mirata. Anche l’innovazione è un fattore su cui puntiamo molto: nel 2024 abbiamo introdotto nuove varietà di acciughe e ulteriori novità di prodotto sono previste nel 2025”.

Fini (Cia): valore Ig strategico per lo sviluppo rurale

Fini (Cia): valore Ig strategico per lo sviluppo ruraleRoma, 2 dic. (askanews) – Le produzioni Dop e Igp sono il vero valore aggiunto dell’agroalimentare italiano, sinonimo di quella tracciabilità e qualità che dobbiamo continuare a sostenere con forza e, soprattutto, difronte alla crisi climatica. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta i dati emersi dal XXII Rapporto Ismea-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole Dop, Igp Stg, presentato oggi a Roma.


“La Dop economy gode di buona salute, vale oltre 20 miliardi per una crescita del +52% in dieci anni, ma bisogna fare ancora molta strada -aggiunge Fini- perché sia garantita capacità produttiva agli agricoltori e incentivato il ruolo chiave della ricerca e dell’innovazione nei campi”. A pochi giorni dall’Assemblea annuale di Cia – che ha rinnovato la necessità di un impegno serio per il rilancio delle aree interne sempre più a rischio spopolamento – importante, dunque, per Fini, che la Dop economy si confermi, malgrado le criticità congiunturali, un asset strategico del sistema produttivo nazionale, “espressione di un patrimonio che dà voce ai territori e che rappresenta di fatto un elemento di sviluppo rurale sostenibile grazie al loro impatto positivo sul piano ambientale ed economico, ma anche culturale e sociale. La mancata delocalizzazione rende le Ig una linfa per l’economia locale -precisa- soprattutto nelle zone più marginali del Paese, generando al contempo occupazione e lavoro”.


“Non dimentichiamo – conclude Fini – la Riforma Ue delle Ig e la partita ancora tutta da giocare sul fronte della promozione del turismo enogastronomico, come anche a salvaguardia della trasparenza nei confronti dei consumatori. I prodotti Ig non sono semplici loghi da apporre in etichetta, ma strumenti dinamici di resilienza e sostenibilità economica dei territori, strategici alla competitività delle imprese e, prima ancora, alla tenuta del reddito che per spingere l’export delle eccellenze avrà sempre più bisogno del riconoscimento del valore degli agricoltori lungo la filiera”.

Nel Nord Est il 54% del valore delle Dop Economy, frena Centro

Nel Nord Est il 54% del valore delle Dop Economy, frena CentroRoma, 2 dic. (askanews) – Resta il Nord Est il territorio dove è maggiore il valore della Dop Economy, mentre il Centro frena e Sud e Isole proseguono nel trend di crescita che le caratterizza da ormai 5 anni. Dopo due anni consecutivi che hanno visto crescere la Dop economy in diciotto regioni su venti, stavolta il quadro descritto dal XXII Rapporto Ismea-Qualivita sull’impatto territoriale delle filiere del cibo e del vino DOP IGP nel 2023 si presenta più variegato. Frena infatti la crescita di regione simbolo dell’agroalimentare come l’Emilia Romagna, la Toscana, la Puglia e il Piemonte e crescono invece regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta e l’Abruzzo.


Su 107 province italiane 61 hanno valore più alto, il 17% delle con crescite a doppia cifra. Le quattro regioni del Nord-Est nel complesso mostrano risultati stabili (-0,6% sul 2022) e rappresentano il 54% del settore nazionale DOP IGP con un valore che sfiora gli 11 miliardi di euro: a frenare è soprattutto il calo dell’Emilia-Romagna (-2,4%), mentre crescono Friuli Venezia Giulia (+1,4%) e Veneto (+0,4%) che, con 4,85 miliardi di euro , si conferma leader rappresentando quasi un quarto del valore del comparto DOP IGP italiano. Bene il Nord-Ovest (+1,5%) in cui la Dop economy vale 4,33 miliardi di euro, trainato in particolare dalla Lombardia, che supera per la prima volta i 2,5 miliardi € e con il +3,3% registra una crescita per il terzo anno consecutivo; frenano il Piemonte (-1,2%), dopo la forte crescita del 2022, e la Liguria (-2,0%), sale invece la Valle d’Aosta (+3,2%).


L’area Sud e Isole, sempre in crescita negli ultimi 5 anni, ha il risultato migliore in termini assoluti (120 milioni di euro in più del 2022) e relativi (+4,0% su base annua). A trainare è soprattutto la Sardegna (+19,0%), ma registrano ottimi risultati anche Abruzzo (+10,6%), Campania (+2,9%) e Sicilia (+2,2%); frena la Puglia (-7,5%). Il Centro ha i risultati peggiori con un calo complessivo del -3,9%, condizionato principalmente dalla Toscana (-5,5%), che rappresenta la gran parte del valore economico dell’area. Unica eccezione positiva il Lazio, in crescita (+8,8%).


Fra le prime venti province per valore, i risultati migliori del 2023 in termini assoluti sono quelli di Brescia (+52 mln), Treviso (+33 mln), Vicenza (+31 mln), Cremona (+24 mln) e Udine (+20 mln). In calo soprattutto Modena (-8,6%), Verona (-4,8%), Siena (-4,4%) e Reggio nell’Emilia (-3,4%). Il Veneto (4,85 mld) e l’Emilia-Romagna (3,87 mld) si confermano prime regioni per valore economico, seguite dalla Lombardia (2,58 mld), che supera per la prima volta i 2,5 miliardi e cresce per il terzo anno consecutivo, e dal Piemonte (1,64 mld). Seguono la Toscana (1,36 mld) e le altre due regioni del Nord-Est: Friuli Venezia Giulia (1,22 mld) e Trentino-Alto Adige (1,02 mld).


L’area Sud e Isole cresce per il quinto anno consecutivo trainata dalla Sardegna (+19,0%) e dalla Campania (+2,9%) Tra le province, si conferma al primo posto Treviso (2,22 mld), seguita da Parma (1,67 mld) e Verona (1,40 mld). Vicine al miliardo di euro anche Cuneo (974 mln) e Brescia (929 mln). Siena (648 mln), in nona posizione, è la prima provincia del Centro mentre Caserta (329 mln ), in 15esima posizione, è la prima del Sud. Fra le prime dieci province per valore del cibo e le prime 10 per valore del vino, sono rappresentate ben 12 regioni italiane.

In Sicilia progetto di conservazione per l’asino grigio

In Sicilia progetto di conservazione per l’asino grigioRoma, 2 dic. (askanews) – Al via in Sicilia un progetto per la conservazione dell’asino grigio, una specie che appartiene alla memoria dell’entroterra siciliano. In tutta la regione si contano oggi meno di un centinaio di esemplari e che ora è al centro del progetto “Recupero, Conservazione e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche Equine e Asinine Siciliane”, realizzato dall’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, con la collaborazione dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, delle Università di Catania (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente – Di3A) e di Messina (Dipartimento di Scienze Veterinarie.


Si tratta di un progetto, finanziato attraverso la Misura 10.2.b “Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura” del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, che si pone due obiettivi, attraverso una doppia caratterizzazione genetica e morfologica: da un lato lo sviluppo di un Piano di conservazione per le razze equine già riconosciute, quali il Cavallo Sanfratellano, il Cavallo Puro Sangue Orientale, l’Asino Pantesco e l’Asino Ragusano; dall’altro, un Piano di caratterizzazione per i Tipi Genetici Autoctoni (TGA) che non hanno ancora status di razza, tra cui l’Asino Grigio Siciliano, e il cavallo siciliano che invece dopo un lungo iter di circa 20 anni, ha ottenuto il riconoscimento, lo scorso aprile. Ed è proprio sull’asino grigio siciliano che nei giorni scorsi è stata organizzata una giornata divulgativa, a Masseria Specchi, situata all’interno della Riserva Naturale Orientata Pantalica, dove cresce un piccolo allevamento di 7 asini e 2 puledrini, frutto di un’attività congiunta del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale con il supporto dell’Istituto Incremento Ippico. Nell’occasione, sono stati presentati i primi risultati del progetto.

Diagram rafforza partnership con Agritech e apre sede a Napoli

Diagram rafforza partnership con Agritech e apre sede a NapoliRoma, 2 dic. (askanews) – Sostenere l’innovazione, la ricerca e la formazione nel settore agritech, sviluppando soluzioni tecnologiche per aiutare le aziende agricole e tutta la filiera agroalimentare ad affrontare la transizione ecologica. Per questo Diagram, il primo polo agritech italiano e tra i principali operatori in Europa, rafforza la partnership con Agritech, Centro Nazionale di ricerca per le tecnologie dell’agricoltura.


Il Centro Agritech è nato con l’obiettivo di mettere a sistema le migliori competenze scientifiche per rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile, in grado cioè di affrontare i cambiamenti climatici, ridurre l’impatto ambientale nel campo dell’agrifood, garantendo la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere. Il Centro Nazionale raggruppa cinquantuno partner, tra cui ventotto università, promuovendo la transizione ecologica e digitale e la formazione dei giovani per creare le conoscenze necessarie in questo ambito strategico, arrivando ad oggi a 2000 ricercatori.


Il giorno 4 dicembre, in occasione della consegna dei diplomi della Seconda Edizione dell’Agritech Academy, si terrà l’Agritech Job Fair, un’opportunità per gli studenti dell’ateneo partenopeo di incontrare i rappresentanti delle aziende partecipanti e leader nel settore agroalimentare e agritech. Durante l’evento, Diagram Group selezionerà studenti motivati e di talento per coinvolgerli attivamente nei progetti e nelle sfide tecnologiche, consolidando il legame tra formazione accademica e mondo del lavoro. Inoltre, Diagram Group inaugurerà nelle prossime settimane una nuova sede a Napoli, situata presso il campus dell’Università Federico II. Questo rappresenta il primo passo di un piano strategico di espansione nel Sud Italia, che prevede l’apertura di ulteriori sedi e oltre 50 assunzioni nei prossimi tre anni.

A Roma la 176esima sessione del consiglio della Fao

A Roma la 176esima sessione del consiglio della FaoRoma, 2 dic. (askanews) – Al via oggi a Roma la 176esima sessione del Consiglio della FAO e, con l’avvicinarsi dell’80esimo anniversario dell’Organizzazione, QU Dongyu, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), ha rinnovato il suo appello a rendere l’Organizzazione più efficiente, più efficace e più coerente con “una guida ancora più significativa, trasparente e visionaria” nel perseguimento di strategie concordate per i decenni a venire.


Il presidente ha esortato i membri ad assicurarsi che la FAO svolga il suo “giusto ruolo di leader nel galvanizzare gli sforzi collettivi per un mondo migliore e un futuro migliore per l’umanità, come concordato collettivamente dal “Patto per il futuro” al Summit delle Nazioni Unite sul futuro di settembre. “Il mondo ha fame, gli agricoltori del mondo, i consumatori del mondo, tutti contano su di noi per realizzare la loro visione di un mondo migliore”, ha affermato. Il mandato della FAO è diventato sempre più urgente in vista dell’aumento della prevalenza globale della denutrizione, che ora stima che circa 733 milioni di persone, ovvero una su 11, soffriranno la fame nel 2023. Nel discorso di apertura del Consiglio il direttore generale ha evidenziato una serie di azioni, iniziative e risultati della FAO, tra cui contributi efficaci ai principali forum internazionali come il G7 e l’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), nonché il G20, che a novembre ha lanciato la Global Alliance Against Hunger and Poverty, per la quale la FAO ospiterà il Meccanismo di supporto dell’Alleanza.


Qu ha sottolineato che la FAO continua a impegnarsi negli interventi in caso di emergenza nei punti caldi della fame in cui si prevede che l’insicurezza alimentare acuta potrebbe aumentare al massimo livello, tra cui Palestina, Sudan, Sudan del Sud, Haiti e Mali.

Fieragricola Tech, già 64 le aziende iscritte alla quarta edizione

Fieragricola Tech, già 64 le aziende iscritte alla quarta edizioneRoma, 2 dic. (askanews) – Sono 64 le aziende che hanno già aderito a Fieragricola Tech, l’evento di Veronafiere in programma il 29 e 30 gennaio prossimi, dedicato all’innovazione nei settori della robotica, automazione, energie rinnovabili da fonti agricole, smart irrigation e biosolution. Si tratta dei comparti sui quali si stanno concentrando gli investimenti delle imprese agro-zootecniche per migliorare la sostenibilità economica, ambientale e sociale, in linea con le richieste dei consumatori e di una transizione digitale ed ecologica che coinvolge anche l’agricoltura e che registrano un giro d’affari che nel 2024 potrebbe superare, solo per l’Agricoltura 4.0, i 2,5 miliardi di euro.


Giunta alla quarta edizione, Fieragricola Tech prevede convegni e workshop finalizzati all’aggiornamento e alla formazione verso le nuove frontiere dell’agricoltura suddivisi per aree tematiche e realizzati in collaborazione con i partner di Fieragricola: Image Line, Edizioni Informatore Agrario, Edagricole Qualenergia, Cib-Consorzio Italiano Biogas, Aias-Associazione italiana agrivoltaico sostenbile, Conaf-Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali. Dal Tech Digital farming alle Biosolution passando per la Smart Irrigation, le energie rinnovabili, l’agricoltura rigenerativa e la Zootecnia.

Quale futuro per imprese agricole familiari? Convegno a Bologna

Quale futuro per imprese agricole familiari? Convegno a BolognaRoma, 2 dic. (askanews) – Quale futuro per le imprese agricole familiari? Se ne parlerà mercoledì 4 dicembre a Bologna nel corso del convegno organizzato annualmente da Compag la Federazione nazionale delle rivendite agrarie, per fare il punto sulla situazione del settore agroalimentare. Articolato in due parti, il convegno getterà uno sguardo sul futuro delle imprese del settore agroalimentare e vedrà la partecipazione dell’europarlamentare Stefano Bonaccini che interverrà in videocollegamento.


Durante la prima sessione “Il presente delinea nuovi scenari per le imprese del settore”, Riccardo Urbani di The European House Ambrosetti affronterà il tema fondamentale della continuità generazionale nelle imprese familiari, che rappresentano l’81% delle imprese italiane e danno lavoro al 75% della popolazione. La seconda sessione “Innovazioni scientifiche e tecnologiche che guardano al futuro” vedrà la partecipazione di esperti come il Direttore del Centro di ricerca in genomica e bioinformatica del Crea Luigi Cattivelli, il prorettore all’innovazione e intelligenza artificiale dell’Università Iulm Guido Di Fraia, il CEO di ImageLine Ivano Valmori e la professoressa di Orticoltura e Floricoltura dell’Università Federico II di Napoli Stefania De Pascale.

Nascerà in Sicilia la prima Scuola internazionale olio di oliva

Nascerà in Sicilia la prima Scuola internazionale olio di olivaRoma, 2 dic. (askanews) – Nascerà in Sicilia la prima Scuola Internazionale dell’olio d’oliva, un progetto voluto dai Premiati Oleifici Barbera che celebreranno i 130 anni di attività con una serata speciale al Teatro Politeama di Palermo. La storia della Manfredi Barbera & Figli S.p.A., storica azienda siciliana fondata nel 1894 e simbolo di eccellenza nel settore dell’olio extravergine di oliva, sarà riassunta nell’evento, intitolato “Olio di famiglia – 130 anni di storia”.


Il progetto della Scuola Internazionale dell’olio d’oliva nasce in collaborazione con la Camera di Commercio di Palermo ed Enna e con la società di certificazione Rina Agrifood: oltre all’attività di formazione, la scuola vedrà la costituzione di un panel di 9 componenti per l’assaggio dell’olio per certificare l’esistenza dei requisiti per essere definito Extravergine d’Oliva. “Raggiungere i 130 anni è un risultato straordinario – ha detto oggi Manfredi Barbera, CEO dell’azienda, nel corso della conferenza di presentazione dell’evento – Questo traguardo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per continuare a innovare e valorizzare il nostro territorio perché la nostra missione è sostenere il comparto agricolo siciliano e portare l’olio di qualità a essere ambasciatore della Sicilia e del Made in Italy nel mondo, unendo tradizione e innovazione per portare sulle tavole dei nostri clienti un prodotto di eccellenza”.


L’assessore regionale all’Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca mediterranea, Salvatore Barbagallo, ha ricordato quanto abbia pesato la siccità nel 2024 su tutta l’agricoltura siciliana, “tuttavia – ha detto – l’olivicoltura ha resistito meglio. Noi abbiamo cercato di intervenire attraverso sistemi finanziari, con il piano di sviluppo rurale cercheremo di sostenere gli sforzi degli imprenditori agricoli. Cercheremo di potenziare il settore dell’olio attraverso specifici bandi inseriti nel prossimo piano di sviluppo rurale”.

Coldiretti: pomodoro cinese come italiano, ora etichetta origine

Coldiretti: pomodoro cinese come italiano, ora etichetta origineRoma, 2 dic. (askanews) – L’indagine sulle confezioni di tubetti di concentrato venduti come italiani ma contenenti prodotto cinese, realizzata dalla Bbc, evidenzia l’urgenza di arrivare all’etichettatura obbligatoria dell’origine per tutelare il vero prodotto italiano, considerato anche che il gigante asiatico ha aumentato del 38% nell’ultimo anno la produzione di pomodoro, con il quale potrebbe invadere i mercati europei. E’ quanto affermano Coldiretti e Filiera Italia nel commentare il caso scoppiato in Gran Bretagna dopo che un’inchiesta della televisione inglese ha accusato alcune delle maggiori catene di supermercati di vendere alimenti con indicazioni di provenienza non veritiere.


Tra questi, figurano confezioni di concentrato di pomodoro presentate come d’origine “italiana”, ma che in realtà conterrebbero tracce di pomodori cinesi: coltivati in particolare nello Xinjiang, territorio sottoposto a sanzioni in Occidente. Per questo da tempo Coldiretti e Filiera Italia chiedono l’obbligo dell’indicazione di origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue e Coldiretti ha lanciato una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare.


La Cina – denunciano Coldiretti/Filiera Italia – potrebbe diventare quest’anno il maggior produttore mondiale di pomodoro da industria, superando gli Stati Uniti. Le previsioni di agosto davano infatti una crescita a 11 milioni di tonnellate (erano 8 nel 2023 e 6,2 nel 2022). Considerando che i cinesi consumano appena 1 kg pro-capite all’anno di derivati del pomodoro (contro i 22 kg degli europei) l’aumento di produzione è destinato a riversarsi proprio sui mercati occidentali. Non a caso le importazioni di semilavorati di pomodoro dalla Cina nell’Unione Europea, sono raddoppiate, superando le 100.000 di tonnellate, contro le 50.000 tonnellate di dodici mesi prima. Complessivamente nell’Ue arriva una quantità di prodotto da Pechino che è pari, in pomodoro fresco equivalente, al 10% della produzione Ue di pomodoro da industria.


Un rischio anticipato peraltro proprio dalla Coldiretti con i presidi messi in atto nel maggio scorso al porto di Salerno, in occasione dell’arrivo di un carico di concentrato di pomodoro dalla Cina accusato di essere ottenuto con lo sfruttamento del lavoro delle minoranze. Il carico era partito lo scorso 29 aprile sul treno della China-Europe Railway Express per essere trasferito su nave e arrivare nel porto di Salerno dopo un viaggio di diecimila chilometri tra binari e mare.