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Coldiretti: serve marchio bio italiano per tutelare agricoltori

Coldiretti: serve marchio bio italiano per tutelare agricoltoriRoma, 17 lug. (askanews) – I record del bio italiano sono minacciati dall’aumento spropositato delle importazioni di prodotti biologici dall’estero, cresciute del 40% nel 2023, in controtendenza rispetto al dato dell’Unione Europea. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Bio in occasione della diffusione dei nuovi dati Ismea sull’agricoltura biologica che evidenziano una crescita del 4,5% della superficie coltivata, arrivata a coprire 2,46 milioni di ettari garantendo al nostro Paese la leadership in Europa.


“Per tutelare il lavoro delle oltre 84mila imprese che hanno scelto il metodo di produzione bio è urgente fare ogni sforzo per valorizzare il prodotto agricolo biologico nazionale – sottolinea Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Bio – favorendo la creazione di filiere interamente made in Italy, dal campo fino alla tavola e rendendo operativo il marchio del biologico italiano. Solo in questo modo i consumatori potranno riconoscere immediatamente le produzioni biologiche nazionali garantite e certificate. Ma è anche necessario che l’Unione – aggiunge la Gardoni – renda operativo al più presto il principio di conformità rispetto alle importazioni, ovvero stesse regole per il bio comunitario e quello dei Paesi terzi, poiché non è possibile accettare che entrino nel nostro Paese cibi coltivati secondo regole non consentite nella Ue”. Gli arrivi di cibo biologico extra Ue in Italia, spiega Coldiretti, sono passati dai 177 milioni di chili del 2022 ai 248 milioni del 2023, secondo l’ultimo rapporto della Commissione Ue, mentre quelle totali nell’Unione Europea sono diminuite del 9%. Il nostro Paese ha così scavalcato la Francia salendo al quarto posto tra i maggiori importatori dietro Olanda, Germania e Belgio.


Il rischio, sottolinea la Confederazione agricola, è che l’invasione di prodotto straniero a basso costo finisca per mettere all’angolo quello italiano di qualità, causando un’inversione di tendenza rispetto alla crescita dei terreni coltivati. E facendo diventare l’Italia un Paese importatore invece che produttore. Il settore dove è stato più evidente l’aumento degli arrivi è quello dei cereali. Nel giro di un anno le importazioni di grano bio, rileva Coldiretti, sono aumentate di oltre trenta volte da 1,5 milioni di chili a quasi 32 milioni di chili. Aumenti record anche per gli ortaggi bio, cresciuti dell’84%. In crescita gli arrivi di olio d’oliva (+15%) con l’Italia che è oggi al primo posto tra i Paesi importatori.

Gruppo Montenegro acquista il rum Pampero dal colosso britannico Diageo

Gruppo Montenegro acquista il rum Pampero dal colosso britannico DiageoMilano, 17 lug. (askanews) – Gruppo Montenegro, azienda italiana del settore delle bevande alcoliche e dei prodotti alimentari, ha acquisito lo storico marchio di rum venezuelano Pampero dal gruppo britannico Diageo rafforzando così il proprio portafogli di marchi iconici, come Amaro Montenegro, Select Aperitivo, Vecchia Romagna. Pampero è un marchio storico ed è il primo rum venezuelano invecchiato oltre due anni con 85 anni di storia sulle spalle. Rappresenta il primo rum in Italia per volume, con una forte presenza in tutta Europa. Il valore della transazione non è stato reso noto.


“Siamo lieti di annunciare l’acquisizione di Pampero, un rum che rafforzerà in modo significativo la nostra strategia di crescita sia in Italia che all’estero – commenta Paul Douek, executive board member di Gruppo Montenegro – L’eccezionale patrimonio e le qualità uniche di Pampero arricchiranno notevolmente il nostro portafoglio spirits. Siamo particolarmente soddisfatti che questo traguardo sia stato raggiunto dopo la nomina del nuovo amministratore delegato di Gruppo Montenegro, Sergio Fava. Questa acquisizione apre una nuova fase cruciale per l’azienda, impegnata a rafforzare la propria espansione globale con il nostro nuovo leadership team”. Per il Presidente di Diageo per l’Europa, John Kennedy: “La vendita di Pampero dimostra il nostro approccio oculato e strategico nell’allocazione del capitale. Ci permetterà di concentrarci sulle aree di forza del nostro business e di accelerare sul nostro obiettivo: essere una delle aziende di prodotti di consumo più performanti, affidabili e rispettate al mondo”. “Pensando al futuro – aggiunge John Kennedy – Pampero è ben posizionata per fare un passo in avanti verso l’ulteriore crescita del brand. Siamo certi che Gruppo Montenegro saprà mantenere e sviluppare l’autenticità di Pampero e la sua posizione di leadership in Italia e in Europa”.


È stato definito un accordo sui servizi di transizione (“TSA”) a tempo determinato, dopo il completamento, per garantire un’agevole transizione e la continuità dell’attività locale.

In Puglia si torna al baratto: ortofrutta per biofertilizzante

In Puglia si torna al baratto: ortofrutta per biofertilizzanteRoma, 17 lug. (askanews) – Biofertilizzante in cambio di frutta e verdura. É stato un vero e proprio baratto quello organizzato in Puglia tra l’azienda agricola Mesa di Putignano e la Tersan Puglia di Modugno. Circa dieci tonnellate di Bio Vegetal, il biofertilizzante organico prodotto da Tersan con i rifiuti organici conferiti dai comuni del territorio, contro oltre 500 chili di frutta e verdura coltivate dall’azienda agricola e fertilizzate con l’ammendante di Tersan.


La consegna dei prodotti, avvenuta nello stabilimento di Tersan Puglia è stata seguita dalla loro distribuzione gratuita a tutta la comunità aziendale. Si è trattato del momento clou del progetto “Dalla comunità alla terra, dalla terra alla comunità”, che prevede un vero e proprio baratto tra il Bio Vegetal e i prodotti ortofrutticoli ottenuti dalle terre di Mesa. Con quest’ultimo baratto, dall’inizio del progetto un anno fa Tersan ha fornito circa 38 tonnellate di fertilizzante Bio Vegetal a Mesa, ricevendo in cambio oltre 2.100 chili di frutta e verdura di stagione donati tutta la comunità aziendale. Il progetto mira a diffondere tra i dipendenti la cultura di una corretta alimentazione e si inserisce tra le attività di welfare aziendale, destinando alle risorse umane un benefit derivante dal loro stesso lavoro.

In Puglia accordo Coldiretti-Asl Foggia su salute stagionali

In Puglia accordo Coldiretti-Asl Foggia su salute stagionaliRoma, 17 lug. (askanews) – Con il via al periodo della grandi raccolte, parte in Puglia l’operazione ‘SOS Salute’ per agricoltori e operai stagionali e occasionali, italiani e stranieri, nel periodo più critico dell’anno a causa del caldo e della siccità che nel 2024 sta attanagliando i campi. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in riferimento alla firma della convenzione tra Coldiretti Foggia e ASL Foggia per il servizio di gestione delle visite mediche preventive all’assunzione del lavoratore nel settore agricolo.


La convenzione prevede la sorveglianza sanitaria dei lavoratori occasionali e i lavoratori stagionali impegnati nella stessa azienda per un numero di giornate non superiore alle cinquanta annue e limitatamente a lavorazioni generiche non richiedenti requisiti professionali specifici. L’Azienda Sanitaria Locale di Foggia, a favore dei lavoratori agricoli stagionali e occasionali, effettuerà visite mediche preventive per l’adibizione alla mansione generica. Più specificatamente, la sorveglianza sanitaria riguarda i lavoratori occasionali e i lavoratori stagionali impegnati nella stessa azienda per un numero di giornate non superiore alle cinquanta annue e limitatamente a lavorazioni generiche non richiedenti requisiti professionali specifici. “È necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole – ha detto Mario De Matteo, presidente di Coldiretti Foggia – percorrendo insieme ai lavoratori l’unica strada possibile della crescita, tenendo conto dello scenario europeo. Occorre rafforzare la catena della legalità in agricoltura, minacciata e indebolita dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi”.


Sono 100mila gli operai agricoli impiegati nei campi pugliesi che danno vita al 22% delle giornate di lavoro in agricoltura sul totale nazionale, stima Coldiretti Puglia. “Questa iniziativa – spiega il commissario straordinario della Asl Foggia, Antonio Nigri – ha lo scopo di mettere insieme salute, sicurezza sul lavoro e legalità”.

Coldiretti: caldo record, tornano cavallette e devastano frutteti

Coldiretti: caldo record, tornano cavallette e devastano fruttetiRoma, 17 lug. (askanews) – Con la forte ondata di caldo tornano anche le cavallette facendo strage di frutta ed erba medica. A lanciare l’allarme è la Coldiretti, secondo cui sciami di cavallette stanno attaccando campi e frutteti in Emilia Romagna dopo che le temperature elevate e la mancanza di pioggia hanno favorito la proliferazione massiva di quello che è uno degli insetti più temuti dagli agricoltori. Nel Faentino le cavallette divorano non solo le coltivazioni di erba medica e foraggi ma anche la frutta in maturazione sugli alberi, in primis pesche, susine e albicocche tardive.


Una vera e propria calamità che sta spingendo gli agricoltori, spiega Coldiretti – ad accelerare nelle operazioni di raccolta per evitare di perdere l’intera produzione, proprio nel momento in cui le aziende cercano faticosamente di rialzarsi dopo la devastante alluvione dello scorso anno. Sul territorio Coldiretti ha subito avviato con le aziende associate un monitoraggio approfondito per individuare i vari focolai e sollecitare l’intervento delle istituzioni locali per limitare i danni ed evitare che il problema si diffonda ad altre zone.


Il ritorno delle cavallette è solo l’ultimo effetto dei cambiamenti climatici che hanno causato la diffusione di insetti alieni in Italia provocando danni per oltre un miliardo all’anno all’agricoltura con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Si va dalla cimice asiatica alla Popillia japonica che distruggono frutteti e vigneti, dalla Drosophila suzukii, “golosa” di ciliegie, mirtilli e uva, al cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni, dal Bostrico Tipo, il “killer” del bosco nell’arco alpino fino al punteruolo rosso che ha decimato le palme, mentre il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) attaccano gli alveari.

Mammuccini (Federbio): bio cresce ma serve una spinta propulsiva

Mammuccini (Federbio): bio cresce ma serve una spinta propulsivaRoma, 17 lug. (askanews) – “I dati Ismea attestano che il biologico continua a crescere, anche se a un ritmo più contenuto, indubbiamente influenzato dalle crisi ambientali, climatiche e sociali. I consumi fanno registrare un incremento più a valore che a volume, risentendo degli effetti inflazionistici di un mercato caratterizzato da instabilità e volatilità”. E’ quanto sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, commentando i dati del rapporto Bio in cifre presentati oggi da Ismea.


“Per imprimere una spinta propulsiva al settore occorre agire su diversi fattori: semplificazione burocratica, ricerca, innovazione – spiega Mammuccini – formazione e assistenza tecnica, organizzazione della filiera con l’obiettivo del “giusto prezzo” attraverso la rapida attuazione del Piano d’Azione nazionale per il bio e delle misure del Piano Strategico italiano della PAC”. Inoltre, “Per sostenere una crescita sana del biologico, l’incremento della produzione nazionale deve essere supportato da un’equivalente crescita dei consumi interni. Occorre quindi stimolare la domanda, sensibilizzando i cittadini sulle ricadute positive che il biologico comporta per l’economia, la salute delle persone e dell’ambiente. Inoltre – aggiunge ancora Mammuccini – è fondamentale semplificare le procedure per ridurre i costi di consulenza e supporto legati alla certificazione, che vanno ad aggravare e penalizzare soprattutto le piccole e medie aziende bio italiane, che rappresentano la storia del biologico, valorizzando l’identità e il legame con il territorio, in particolare delle aree interne e rurali, e favorendo il rapporto diretto tra produttori e consumatori di buon cibo biologico”.


Nonostante l’Italia sia tra i Paesi più bio in Ue, con circa il doppio della SAU media europea, FederBio ritiene fondamentale sviluppare ulteriormente le produzioni biologiche, penalizzate anche dai cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio le rese produttive e la stabilità degli ecosistemi. “La crisi climatica ha un impatto su tutta l’agricoltura determinando una riduzione della produzione e, anche se il biologico è il modello agricolo più resiliente alle emergenze climatiche – continua la presidente di FederBio – considero necessario puntare su formazione e assistenza tecnica a supporto degli agricoltori e investire su innovazione e ricerca per l’agroecologia”.


Infine, per fare del biologico il modello di riferimento dell’intero comparto agroalimentare italiano, “è estremamente importante che tutti gli attori del settore operino in rete, attraverso i distretti biologici a livello territoriale e sistemi organizzati lungo l’intera filiera affinché i prodotti biologici siano sempre più facilmente disponibili anche nei circuiti di ristorazione collettiva, come ad esempio nelle mense scolastiche”, conclude la presidente di Federbio.

Lollobrigida: bio modello che coniuga ogni tipo di sostenibilità

Lollobrigida: bio modello che coniuga ogni tipo di sostenibilitàRoma, 17 lug. (askanews) – Contianmo che biologico possa essere un modello in grado di tenere insieme la sostenibilità ambientale, economica e sociale”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura in un video messaggio in occasione della presentazione del rapporto Bio in cifre di Ismea, “uno strumento fondamentale per avere una foto dello stato di salute del comparto e per avere gli elementi necessari per definire le politiche che possono ulteriormente svilupparlo”.


La crescita delle superfici e delle aziende che lavorano in regime biologico registrata nel 2023 è “un risultato rilevante che rafforza la leadership dell’Italia nel settore a livello europeo – ha detto Lollobrigida – e la superficie bio sta crescendo non solo nel Mezzogiorno, che storicamente guida il comparto per superfici, ma anche in altre regioni dell’Italia centrale e settentrionale”. “Il Masaf – ha ricordato il ministro – sostiene gli agricoltori che hanno deciso di certificarsi al biologico e nei mesi scorsi è stato avviato il piano di azione nazionale per il biologico che rappresenta una strategia a 360 gradi: gli attori della filiera lo aspettavano a tempo e darà nuovo impulso al settore anche rispetto agli obiettivi europei”.


Inoltre, lavorando sempre più in collaborazione con gli istituti agrari – ha concluso Lollobrigida – lavoriamo per valorizzare i giovani che dovranno svolgere sempre meglio l’attività di imprenditore agricolo puntando sulla qualità. Per questo credo che sia utile avere un approccio a scuola che accanto ad altre materie insegni anche a mangiare bene per crescere sani e su questo lavoreremo insieme”.

Masaf: fondo sostegno gastronomia,concesse agevolazioni per 11 mln

Masaf: fondo sostegno gastronomia,concesse agevolazioni per 11 mlnRoma, 17 lug. (askanews) – E’ stato pubblicato sul sito del Masaf il primo decreto di concessione delle agevolazioni alle imprese operanti nei settori della ristorazione, pasticceria e gelateria, che hanno presentato domanda a valere sul “Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano” attraverso la piattaforma gestita da Invitalia.


Ad oggi sono state concesse agevolazioni a 501 imprese per quasi 11 milioni di euro a fronte di investimenti generati di circa 17 milioni di euro per l’acquisto di macchinari professionali e di altri beni strumentali durevoli. Nelle prossime settimane verranno pubblicati ulteriori decreti di ammissione alle agevolazioni a favore di ulteriori imprese beneficiarie fino all’esaurimento della dotazione finanziaria complessiva pari a circa 56 milioni di euro.


“Sono particolarmente soddisfatto – annuncia in una nota il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – della grande partecipazione all’iniziativa da parte delle imprese del settore della ristorazione. L’acquisto di nuove attrezzature e macchinari consentirà di migliorare la qualità dei servizi e dei prodotti offerti, con conseguenti ricadute positive sull’intera filiera agroalimentare, ma anche l’efficienza e la sicurezza degli ambienti di lavoro”.

D’Eramo (Masaf): quanto prima il marchio del biologico italiano

D’Eramo (Masaf): quanto prima il marchio del biologico italianoRoma, 17 lug. (askanews) – Il rapporto Bio in Cifre, presentato oggi da Ismea a Bracciano, “è un’ulteriore conferma della consolidata leadership del nostro Paese a livello europeo, e non solo. L’Italia del biologico continua a crescere, sia per superfici sia per numero di operatori. Quasi il 20% di Sau agricola è bio, un dato che ci proietta a raggiungere prima del 2030 il target Ue del 25%”. Lo ha detto il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo.


“Un trend positivo – ha proseguito D’Eramo – che potrà ulteriormente migliorare grazie alle numerose misure messe in campo in questi mesi: dall’approvazione del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica ai provvedimenti a sostegno dei biodistretti e delle filiere bio” “Puntiamo ora a realizzare quanto prima il Marchio del biologico italiano: unito a una corretta informazione e comunicazione potrà sostenere un rilancio dei consumi interni e la crescita sui mercati esteri, per continuare così anche in futuro a essere leader nel settore”, ha concluso il sottosegretario.

Ismea: Italia leader in Ue, un ettaro su 5 di Sau è biologico

Ismea: Italia leader in Ue, un ettaro su 5 di Sau è biologicoRoma, 17 lug. (askanews) – L’Italia è paese leader nella Ue per superfici coltivate a biologico e numero di aziende coinvolte: un ettaro su cinque di Sau agricola è biologico. Il 2023, primo anno di applicazione della nuova PAC, ha visto dunque crescere in Italia le superfici investite a biologico e il numero di operatori coinvolti. Nel 2023 l’agricoltura biologica italiana con i suoi 2,5 milioni di ettari, pari a quasi il 20% della Sau nazionale, riduce ulteriormente la distanza dal target del 25% fissato, entro il 2030, dalla Strategia Farm to Fork. Risultati che rafforzano la leadership dell’Italia tra i Paesi dell’Ue, ormai pluriennale.


I dati del rapporto Bio in cifre, curato da Ismea in collaborazione con il Ciheam Bari nell’ambito del programma Masaf “Dimecobio” presentato oggi a Bracciano in occasione di “Appuntamento con il bio”, indicano un incremento del 4,5% della Sau biologica sul 2022, mentre il numero di operatori (produttori, trasformatori, importatori) cresce dell’1,8%, un ritmo molto più blando rispetto al +7,7% dell’anno precedente. “Il biologico è centrale nelle ambizioni green dell’Europa e dell’Italia – ha detto il presidente Ismea Livio Proietti – e lo dimostra anche la pluralità di interventi normativi e di azioni strategiche che il nostro Paese ha riservato al settore, tra cui il Piano nazionale per la produzione biologica, varato quest’anno, e il decreto del 2023 che esalta il ruolo e l’importanza dei biodistretti”.


“Dopo anni difficili, dovuti soprattutto ai forti aumenti dei prezzi seguiti allo shock energetico del 2022, il settore deve adesso recuperare appeal agli occhi dei consumatori – ha aggiunto Proietti – oggi disorientati dai tanti prodotti che si fregiano di messaggi allusivi alla salute e alla sostenibilità, ma che a differenza del biologico, non sono sottoposti a rigidi controlli e a rigorose regole di produzione”.