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Intesa in Stato-Regioni: ok a 12 mln euro a sostegno pere e kiwi

Intesa in Stato-Regioni: ok a 12 mln euro a sostegno pere e kiwiRoma, 9 nov. (askanews) – Via libera della Conferenza Stato-Regioni al decreto del Masaf che stanzia 12 milioni di euro a sostegno delle filiere della pera e del kiwi. Oggi, rende noto il Masaf in unan nota, la Stato-Regioni ha raggiunto oggi l’intesa sul testo. Il provvedimento, voluto dal ministro Francesco Lollobrigida, mira a contrastare le conseguenze economiche che stanno vivendo i settori a causa di eventi climatici e naturali, come siccità, grandine e fitopatie. Le risorse ammontano a 10 milioni di euro per la filiera della pera e a 2 milioni di euro per quella del kiwi.

“Il sostegno alle filiere colpite dalle conseguenze dei cambiamenti climatici è un impegno concreto, per tutelare le nostre produzioni di eccellenza e riconoscere il valore del lavoro portato avanti dai nostri agricoltori – dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida – Questo decreto nasce dal dialogo con i rappresentanti del settore, che ho incontrato in occasione del Tavolo ortofrutticolo convocato presso il Masaf. A partire dalle loro istanze, in due settimane abbiamo elaborato e presentato in Conferenza Stato-Regioni questo importante strumento di aiuto, che a breve firmerò per far partire al più presto le richieste di erogazione”. L’aiuto individuato dal decreto è concesso alle aziende agricole impegnate in questi settori che abbiano subito un decremento del valore della produzione, nel 2023, superiore al 30% rispetto a quella dello stesso periodo dell’anno precedente, al netto di eventuali altri aiuti pubblici o indennizzi assicurativi di polizze agevolate.

L’aiuto ammonterà fino a 1.100 euro per ettaro per la filiera delle pere e fino a 1.000 euro per ettaro nel caso dei kiwi, nei limiti delle risorse disponibili con un massimale dato dal valore del decremento di produzione registrato. Le domande dovranno essere presentate tramite Agea, che fornirà istruzioni successivamente alla firma del decreto da parte del Ministro.

Al via da domani 10 novembre ad Arezzo Fiere il 21esimo Agrietour

Al via da domani 10 novembre ad Arezzo Fiere il 21esimo AgrietourRoma, 9 nov. (askanews) – Al via domani 10 novembre e fino a domenica 12 novembre, AgrieTour, il Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Agricoltura multifunzionale che si tiene da 21 anni ad Arezzo Fiere e Congressi. Il taglio del nastro è previsto per le 10 e a seguire il convegno inaugurale “Agriturismo, un modello internazionale di multifunzionalità”. Il programma della giornata prevede anche la Experience Workshop B2B, con una serie di incontri business tra strutture ricettive di campagna e tour operator specializzati in esperienze.

Nella Sala Convegni si terrà il seminario “Enoturismo in Toscana: normativa, neuromarketing del vino ed assaggi di esperienze”, organizzato da Confagricoltura e Agriturist Toscana e poi il convegno “Identità, qualità e opportunità di promozione per gli agriturismi – Sistema di classificazione, prodotti agroalimentari e narrazione del territorio” Nella tre giorni aretina, la Regione Toscana sarà presente con uno stand, insieme a Toscana Promozione Turistica, con il progetto Vetrina Toscana che promuove il turismo enogastronomico.

L’agriturismo continua a rappresentare uno dei comparti più dinamici e vivaci dell’agricoltura italiana e trasversalmente del turismo. Il numero di aziende agrituristiche in Italia, infatti, ha continuato a crescere durante tutto il periodo pandemico: +1,3% nel 2021 rispetto al 2020 e +3,3% rispetto al 2019, per arrivare a 25.390 aziende. Una crescita anche in termini di valore della produzione, tornata sopra il miliardo di euro: ovvero 1 miliardo e 162 milioni di euro +44,8% sul 2020. L’agriturismo, per valore, rappresenta dunque l’1,9% dell’intera branca agricoltura e il 22,6% delle attività secondarie.

Sulla A35 nasce oasi biodiversità per insetti impollinatori

Sulla A35 nasce oasi biodiversità per insetti impollinatoriRoma, 9 nov. (askanews) – Messi a dimora oggi dai dipendenti del gruppo A35 Brebemi-Aleatica, i primi alberi nettariferi all’interno dell’Oasi della Biodiversità in un’area di competenza nelle vicinanze del Casello di Treviglio. Per concretizzare il proprio impegno ambientale e grazie alla partnership scientifica con 3Bee, la climate tech company leader nella tutela della biodiversità, ha dato vita alla propria Oasi della Biodiversità, costituita da 50 alberi nettariferi e da 2 alveari di biomonitoraggio dotati di tecnologia 3Bee Hive-Tech.

Questo progetto misurabile, grazie ai due alveari intelligenti, permetterà di osservare lo stato di salute in modo statistico di oltre 600.000 api e di monitorare parametri ambientali utili ad analizzare la biodiversità circostante e la salute degli insetti impollinatori, responsabili di circa il 75% delle colture mondiali. All’interno dell’oasi c’è un bosco nettarifero di 50 piante da nettare che nutriranno circa 75.000 impollinatori ogni anno e assorbiranno circa 25 tonnellate di CO2 nei prossimi vent’anni. È previsto anche lo sviluppo di un percorso educativo-didattico a tappe, Biodiversity Adventure, realizzato presso una delle Aree di Servizio e che contribuirà ad aumentare la consapevolezza sul tema da parte degli utenti della tratta.

Il progetto avrà anche un risvolto sociale. Il gruppo A35 Brebemi-Aleatica affiancherà una classe di una scuola primaria in un percorso educativo composto da 9 moduli dedicati ad approfondire la biodiversità da più punti di vista.

Al via progetto formativo in rosa Osservatorio nazionale pesca

Al via progetto formativo in rosa Osservatorio nazionale pescaRoma, 9 nov. (askanews) – Si è svolto ieri il primo workshop del progetto formativo per le donne della pesca: “l’idea nasce dall’interesse di creare un network di donne della pesca su scala nazionale che migliori la capacità di acquisire le risorse finanziarie, tecniche ed umane che consentono il raggiungimento di obiettivi strategici precisi”, spiega in una nota la presidente dell’Osservatorio Nazionale della Pesca, Francesca Biondo. Il progetto è organizzato dall’Osservatorio nazionale della pesca, ente bilaterale costituito da Federpesca, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila pesca, che si occupa della formazione e della qualificazione professionale nel settore della pesca per il conseguimento dei titoli professionali.

La formazione inizierà nel prossimo anno e si svolgerà in modalità online. I contenuti saranno esposti da professionisti e specialisti del settore e le lezioni resteranno a disposizione in un canale Youtube dedicato. Il programma, finanziato con fondi Feamp, si sviluppa in temi ed argomenti diretti ad aumentare un’identità micro-imprenditoriale. “Una rete di donne – ha continuato Biondo – che già lavorano nel settore in tutta Italia, una comunità di apprendimento per favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze per accrescere l’autodeterminazione e valorizzare il lavoro delle donne-coadiuvanti delle imprese di pesca e di tutta la filiera ittica”.

Al workshop ha preso parte l’onorevole Rosanna Conte, Europarlamentare della Commissione Pesca, che ha voluto testimoniare come “quando si parla di pesca, si pensa agli uomini e si tralascia quanto sia cruciale il ruolo e l’impegno delle donne per lo sviluppo del settore per questo il loro contributo ha bisogno di un riconoscimento giuridico”. L’obiettivo è accrescere la valenza socioeconomica della propria attività, fornire un percorso che aiuti le donne ad utilizzare gli strumenti necessari per il potenziamento del concetto di impresa. Far conoscere la possibilità di accedere alle risorse e fornire gli strumenti necessari per conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro. In sostanza si vuole creare una nuova generazione di imprenditrici nel mondo della pesca con capacità rappresentative e consapevoli della propria attività sul mercato.

Al via raccolta limoni in Sicilia, produzione quasi dimezzata

Al via raccolta limoni in Sicilia, produzione quasi dimezzataRoma, 9 nov. (askanews) – E’ appena partita la campagna di raccolta dei limoni nella Sicilia Orientale e per i produttori si preannuncia già una stagione in perdita. “Una produzione quasi dimezzata”, anticipa Enzo Livoti, produttore di verdello della zona di Barcellona pozzo di Gotto. Per non parlare della pezzatura dei prodotti, “addirittura più piccola rispetto a un mese fa, che renderà ancora più difficile piazzare il prodotto sui mercati”, aggiunge Salvatore Leotta, agricoltore della zona ionica dell’acese.

I due rappresentanti della Cia Sicilia Orientale sottolineano in una nota come, per salvare la filiera, sia necessaria una programmazione che coinvolga trasversalmente enti ed istituzioni. A partire dalla questione del cambiamento climatico in atto, che sta trasformando l’agricoltura. “Hanno pesato le due sciroccate di maggio scorso – spiega Leotta – e fino ad oggi, la continuativa mancanza di piogge stagionali. Siamo già novembre, da mesi non cade una goccia d’acqua nella campagne. Di fatto le piante si nutrono dei loro stessi frutti”. “Abbiamo già pronta una proposta al Governo regionale per destinare i fondi del PSR Sicilia alle imprese anche per un adeguamento tecnologico con tecniche e strumentazioni innovative – aggiunge Giuseppe Di Silvestro, componente della giunta della Sicilia Orientale – scommettere sull’agricoltura 4.0 è diventato prioritario per la stessa sopravvivenza del settore, agrumicolo in particolare”. A livello nazionale le richieste al Governo restano quelle di garantire ai produttori pari opportunità e strumenti per contrastare la libera concorrenza dei Paesi Extra Ue e cioè, da un lato una reale riduzione del costo del lavoro nei campi, oggi superiore di almeno due terzi, che non ricada naturalmente sui lavoratori, e dall’altro azioni di controllo affinchè lo Stato si assicuri che in Italia entri solo merce che rispetti trattamenti fitosanitari consentiti.

E sull’aspetto fitosanitario entra in gioco un terzo fattore di criticità: l’emergenza Mal secco. “Una malattia che minaccia centinaia di agrumeti soprattutto della zona ionica – avverte Livoti – un’espansione preoccupante dovuta, oltre ai costi di prevenzione, anche alla presenza di tanti terreni abbandonati, che ne sono vettori, e alla mancanza di un’adeguata manutenzione”.

Accordo Pecorino Toscano-Unicredit per accesso a credito filiera

Accordo Pecorino Toscano-Unicredit per accesso a credito filieraRoma, 9 nov. (askanews) – Un accordo per facilitare l’accesso al credito per le imprese della filiera. A firmarlo sono UniCredit e Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP. L’intesa mira ad affiancare le aziende del territorio, supportandole nella realizzazione degli investimenti e nel loro percorso di crescita, al fine di rafforzarne le potenzialità di sviluppo, sostenendone la liquidità e rispondendo alle necessità determinate dall’attuale contesto di mercato.

Grazie a questa convenzione, la Banca renderà disponibili per le imprese afferenti al Consorzio soluzioni specifiche che coprono esigenze di credito su tutta la filiera, riservando priorità nella valutazione delle istanze e un sostegno mirato, in termini di credito e consulenza, attraverso il supporto di un team di specialisti e grazie alle sinergie di network del Gruppo. Il Consorzio si impegna a consegnare a richiesta degli associati una certificazione che attesti la quantità di latte ovino proveniente dalla zona di origine lavorato dal caseificio, la presenza delle forme di formaggio, di proprietà e libere da vincoli, in stagionatura nei magazzini dei caseifici e/o di terzi.

Il Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP nasce nel febbraio del 1985, mentre la Denominazione di origine protetta risale al 1996. Al Consorzio aderiscono 19 caseifici diffusi in Toscana ed in alcuni comuni di Lazio ed Umbria, circa 750 aziende agricole certificate delle quali 149 associate al Consorzio, 3 mila impiegati nella sola filiera produttiva e 3 mila tonnellate di formaggio prodotte mediamente ogni anno.

Antitrust, indagine su cartello bottiglie di vetro per il vino

Antitrust, indagine su cartello bottiglie di vetro per il vinoRoma, 9 nov. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato una indagine su un sospetto cartello dei prezzi sulla vendita di bottiglie di vetro per il vino. Con un comunicato, l’Antitrust riferisce che l’istruttoria è stata decisa dopo “alcune segnalazioni, una delle quali pervenuta tramite la propria piattaforma di whistleblowing”.

Gli accertamenti coinvolgono dieci aziende – Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro – “per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro”, si legge. Secondo l’Autorità, le società si sarebbero coordinate, almeno a partire dal 2022, nel richiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco temporale. Questo coordinamento potrebbe essere il risultato di un accordo, prosegue il comunicato, o di una pratica concordata per evitare il confronto concorrenziale tra i principali operatori del settore.

I funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi delle società e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, tra cui Assovetro, l’Associazione nazionali degli industriali del vetro.

Vino, Uiv: vendite tricolori +0,4% nella Gdo di Usa, Germania e Uk

Vino, Uiv: vendite tricolori +0,4% nella Gdo di Usa, Germania e UkMilano, 8 nov. (askanews) – Vendite di vino italiano ancora avare di soddisfazioni nella Grande distribuzione nei tre principali Paesi buyer. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Nielsen-IQ, nei primi nove mesi la performance complessiva allo scaffale negli Stati Uniti, Germania e Regno Unito vira timidamente in territorio positivo, a +0,4% nei volumi (era a -0,2% nel semestre), per un valore totale di oltre 3,3 miliardi di euro. Nel complesso, nei tre Paesi scende a volume la domanda tendenziale degli sparkling tricolori (-2%) mentre salgono dell’1,2% i fermi (2,15 miliardi di euro), per un totale di 3,4 milioni di ettolitri pari a 452 milioni di bottiglie da 0,75/litri.

L’Osservatorio di Unione italiana vini rileva che il rendimento stazionario si riscontra in tutti i mercati, tra alti e bassi a seconda delle tipologie. Tra le buone notizie, la crescita volumica degli spumanti negli Usa (+3,7%) e quella del mercato dei vini fermi in Germania e Uk (attorno al +4%), grazie anche a sensibili miglioramenti di Primitivo, Montepulciano e Nero d’Avola. Per contro, nel primo mercato al mondo soffrono i fermi del Belpaese (-6,6%), mentre le variazioni degli spumanti in Uk e Germania sono negative e si attestano rispettivamente a -5,9% e a -1,4%. Il computo finale segna Uk stabile (+0,1%), Germania in terreno positivo (+3,9) e Usa ancora in calo (-3,5%). E proprio negli Stati Uniti è ancora alta l’influenza nella Gdo del brand statunitense che commercializza prodotti “low alcol” con aromi alla frutta provenienti dall’Italia e in particolare dal Piemonte. Su un totale di 906 milioni di euro relativo agli acquisti di “table wines” tricolori (vini fermi e frizzanti, esclusi spumanti), l’impresa americana di vino italiano somma vendite per 341 milioni di euro, con un’incidenza sul venduto della tipologia al 38%. “Il fenomeno deve far riflettere la nostra filiera, perché è la sintesi delle potenzialità multitarget del vino in una fase di forte transizione dei trend di consumo” ha commentato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, aggiungendo che “il modello italiano rimane chiaramente quello tradizionale dell’alta qualità e del sistema delle denominazioni, ma ciò non esclude l’apertura verso forme produttive più ‘laiche’, con ‘contaminazioni’ che assecondino una domanda giovane sempre più disimpegnata e spesso attenta al grado alcolico. Sfruttando anche il brand Italia, il player statunitense – ha concluso – negli ultimi 7 anni ha aumentato il proprio business del 500% e non è certo un caso”.

Al via progetto per valorizzare prodotti biologici regionali Ue

Al via progetto per valorizzare prodotti biologici regionali UeRoma, 8 nov. (askanews) – Arriva “Più Biologico Regionale in Europa”, il nuovo progetto triennale per sensibilizzare e informare tutti i cittadini italiani sui prodotti biologici regionali.L’iniziativa è portata avanti da Bioland (Associazione fondata nel 1971 in Germania per stabilire uno standard organico-biologico elevato), e dall’Unione Europea, con l’obiettivo di aumentare il consumo e le vendite di prodotti biologici in Italia e in Germania tra il 2023 e il 2026 e di rafforzare la consapevolezza e la conoscenza di base degli standard biologici nell’UE.

In Italia si svolgerà una campagna di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che coinvolgerà 15 città italiane per tre anni. Il centro della campagna sarà un tour con la Biomobile che farà il giro delle principali città italiane, fino all’inizio del 2026. Prima tappa dell’iniziativa sarà la fiera Biolife di Bolzano poi, da gennaio 2024, in tournée a Verona, Milano, Bologna, Padova e Torino. “Vogliamo spiegare il tema dell’agricoltura biologica al maggior numero possibile di consumatori in modo semplice. Quando i consumatori scelgono un prodotto biologico, fanno innanzitutto qualcosa di buono per sé e per la propria famiglia”, ha detto Daniel Boni, responsabile del progetto per Bioland.

“Quasi il doppio della superficie agricola (2.349.880 ettari) rispetto al resto d’Europa è coltivata con metodo biologico in Italia – scrive nella sua lettera di presentazione Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio – questo significa che l’obiettivo del 25% di superficie biologica potrà essere raggiunto già entro il 2027, e non entro il 2030 come previsto dal Green Deal dell’UE. Anche il consumo di alimenti biologici sul mercato italiano è tornato a crescere nell’anno in corso 2023 (Osservatorio SANA) con un volume totale di 5,4 miliardi di euro, ovvero del 9% rispetto al 2022”.

Presentata a Ecodom azienda agricola energicamente indipendente

Presentata a Ecodom azienda agricola energicamente indipendenteRoma, 8 nov. (askanews) – Una azienda agricola energicamente indipendente che utilizza il fotovoltaico avanzato per la produzione di energia elettrica per autoconsumo, nell’ottica di sviluppo di un modello di economia circolare in agricoltura con impronta di carbonio “net zero” elettrico. Il progetto pilota della prima Agri Solar Demo Farm, al quale collaborano Hubfarm, New Holland, REM Tec, xFarm è stato presentato oggi a Ecomondo 2023, a Rimini, nello stand di Confagricoltura.

La collaborazione vede protagonisti Hubfarm, la piattaforma di innovazione sostenibile voluta da Confagricoltura; CNHI, azienda produttrice di trattori elettrici all’avanguardia; Rem Tec, pioniere nell’installazione di impianti agrivoltaici; xFarm, tra le principali piattaforme digitali in ambito agricolo. Il progetto si sviluppa all’interno di un sito agricolo nel comune di Borgo Virgilio (Mantova) e si estende su un terreno di 14 ettari con circa il 100% di superficie coltivata a colture erbacee in rotazione. Questa iniziativa promuove concretamente una transizione verso un’agricoltura sostenibile e circolare, sfruttando le sinergie tra tecnologia, energia rinnovabile e analisi dei dati. I trattori, alimentati da energia elettrica pulita prodotta da un impianto agrivoltaico, contribuiranno alla riduzione delle emissioni di carbonio e all’ottimizzazione delle risorse energetiche.

Tramite Hubfarm verranno raccolte informazioni sulle prestazioni dei trattori, i livelli di produzione di energia da parte degli impianti agrivoltaici e altre metriche chiave. Questi dati saranno poi utilizzati da un sistema di supporto alle decisioni per ottimizzare l’agricoltura, massimizzando la resa e riducendo gli sprechi. Valter Valle, agronomo promotore e coordinatore del progetto spiega: “L’obiettivo è raggiungere un modello reale di agricoltura organica e rigenerativa del suolo agricolo. L’ Agri Solar Demo Farm sarà il palcoscenico in cui i quattro partner definiranno, in primis, sostenibilità tecnica e finanziaria dell’ecosistema agrivoltaico avanzato e sostenibile, per poi definire piani operativi di rese agricole ed energetiche che nei prossimi 3 anni verranno implementate a seconda della disponibilità di tecnologia innovativa di elettrificazione, automazione e digitalizzazione”. Attraverso l’installazione di pannelli solari, l’azienda agricola è in grado di produrre direttamente energia elettrica, che è poi utilizzata per alimentare il trattore della Farm, un New Holland T4 Electric Power, primo trattore utility al mondo alimentato al 100% da energia elettrica e funzioni autonome progettate per ridurre il costo totale di esercizio (TCO), assistere l’operatore nella guida, migliorare le prestazioni e la qualità complessiva delle applicazioni e utilizzare al meglio le competenze dell’operatore. Insieme, queste tecnologie forniscono soluzioni all’avanguardia per supportare gli operatori con qualsiasi livello di esperienza.

Hubfarm è la società di Confagricoltura che ha l’obiettivo di accompagnare le imprese agricole nella transizione green e ha scelto xFarm come partner tecnologico per il monitoraggio delle coltivazioni, per il calcolo dell’impronta carbonica e idrica, tutti aspetti fondamentali per garantire aziende agricole sempre più sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Da quasi 20 anni New Holland è impegnata nella sua strategia Clean Energy Leader per lo sviluppo di un’agricoltura attenta all’impatto ambientale, con particolare attenzione al tema delle propulsioni alternative. Permetterà di allargare il concetto di Azienda Agricola Energicamente Indipendente all’energia elettrica, formulando un modello di economia circolare e green perfettamente autosostenibile ad impronta di carbonio “net zero”, calcolata e certificata dalla piattaforma Hubfarm.

REM Tec è operante nel settore fotovoltaico con oltre 12 anni di esperienza nella coltivazione sotto gli impianti e ha sviluppato e brevettato una soluzione di pannelli fotovoltaici innovativa che combina energia e agricoltura: Tracker 2.1. Questo sistema è installato a più di 4.5m di altezza, crea un’ombra dinamica e controllata sul terreno e consente il passaggio di macchinari agricoli per la coltura sotto l’impianto evitando, sostanzialmente, perdita di SAU (superficie agricola utilizzata) a favore della produzione energetica. L’Agrovoltaico® è un sistema ad inseguimento solare, mono o biassiale, che permette di trasformare il massimo dell’energia solare in energia elettrica giornaliera, circa il 35% in più rispetto ad un sistema fisso.