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La Pietra (Masaf): vogliamo meno vincoli inutili per la pesca

La Pietra (Masaf): vogliamo meno vincoli inutili per la pescaRoma, 21 mar. (askanews) – “Vogliamo cambiare radicalmente il paradigma dell’imprenditoria legata alla pesca in Italia e per centrare questo obiettivo strategico per il futuro della nostra marineria studieremo, insieme con le associazioni di categoria, le modalità per uscire in mare, pianificando con minor vincoli la propria attività”. Queste le prime dichiarazioni del sottosegretario Patrizio La Pietra a margine della riunione informale sulla pesca e acquacoltura, tenutasi presso il Masaf, alla presenza delle associazioni di categoria.


“Fatte salve le giornate di fermo biologico – ha proseguito il sottosegretario La Pietra – vogliamo determinare un vero e proprio cambio di strategia nell’attività dei nostri pescherecci, che permetta ai lavoratori del settore, una volta definite le effettive giornate di pesca, di scegliere in autonomia i giorni in cui uscire in mare”. Il sottosegretario ha spiegato che, “sempre muovendoci nel dovuto rispetto delle normative italiane ed europee”, ha registrato “un generale consenso delle associazioni sull’adozione sperimentale di un nuovo modello di pesca, che elimini vincoli inutili, se non dannosi per la pesca e ne stabilisca altri in grado di consentire di lavorare con autonomia e chiarezza. Più di un rappresentante delle associazioni, nel giudicare positivamente l’ipotesi di cambio di approccio ha parlato di rivoluzione copernicana per il settore – ha aggiunto La Pietra – e concordo con questo giudizio, perché la nostra azione è effettivamente ispirata ad una pianificazione del lavoro, che garantisca maggiori opportunità mercatali”.


“Sono molti gli elementi su cui lavorare e con la collaborazione di tutti i soggetti interessati sono fiducioso che si potrà garantire ai nostri pescatori non solo la propria sopravvivenza lavorativa, ma anche concrete possibilità di sviluppo e rafforzamento delle imprese. Uno sviluppo – ha concluso La Pietra – che è l’obiettivo del ministero e del governo Meloni, come dimostrato anche dalla volontà di giungere in tempi rapidi alla redazione di un protocollo per l’adozione di un marchio che identifichi il pescato italiano fresco e lavorato, così da evidenziarne l’origine e quindi la qualità che da sempre è connessa alla pesca italiana”.

Pastificio De Matteis diventa società benefit dopo un 2023 in crescita

Pastificio De Matteis diventa società benefit dopo un 2023 in crescitaMilano, 21 mar. (askanews) – Il pastificio De Matteis diventa società benefit. Per l’azienda radicata nel cuore dell’Irpinia, tra i principali produttori mondiali di pasta secca, si tratta di un nuovo tassello in un percorso di crescita che ha fatto degli accordi di filiera col mondo agricolo uno dei pilastri della propria strategia aziendale. “È un traguardo che rappresenta la conferma di quello che l’azienda vive – ci ha detto l’amministratore delegato, Marco De Matteis – E’ un’azienda come comunità di e per le persone ed è un modo per formalizzare questi nostri impegni, renderli più concreti e rendere più forte l’obiettivo del raggiungimento dei nostri valori sia verso l’esterno che anche all’interno della nostra organizzazione”.


Il riconoscimento di società benefit arriva al termine di un anno, il 2023, che ha visto crescere il fatturato a volume del 6% per un totale di 223 milioni di euro, l’80% dei quali arriva dall’estero. “La pasta è un mercato molto maturo, come sappiamo sia in Italia che anche in molti Paesi europei ed occidentali – ha spiegato – Nonostante questo il nostro risultato è positivo soprattutto trainato dall’export, in particolare gli Stati Uniti, che per la De Matteis rappresentano il primo mercato geografico e devo dire anche sul brand Armando che ci sta regalando delle belle soddisfazioni”. Gli Stati Uniti lo scorso anno sono cresciuti del 25% mentre Pasta Armando, che affianca la produzione di private label per la gdo, a volume ha messo a segno un +26% superando il 10% del fatturato totale. Parliamo di un marchio, quello di Pasta Armando, con posizionamento premium, cresciuto negli anni insieme alla sua comunità di agricoltori. Perchè dietro ogni confezione c’è un patto industria-mondo agricolo partito nel 2010 e che ha innovato il modo di concepire la pasta, non più come commodity ma con un valore intrinseco riconosciuto dal consumatore: “La filiera Armando quest’anno ha compiuto 13 anni: è una sfida che è partita in tempi in cui la filiera non era così centrale nel dibattito pubblico e neanche sul mercato – ha ricostruito DE Matteis – Abbiamo creduto in questo modello innovativo in cui industria e agricoltura si mettono insieme, cambiano le regole del gioco e cominciano a vedersi come partner e non come concorrenti all’interno della stessa filiera. Questo modello dopo 13 anni ci ha restituito oggi un vantaggio competitivo perché la De Matteis riesce realmente a coniugare quello che è il concetto di eccellenza qualitativa del prodotto con un concetto di sostenibilità sociale, ambientale e anche di sostegno all’agricoltura”.


Oggi sono 750 gli agricoltori che fanno parte della comunità agricola di Pasta Armando, prodotta solo con grano duro italiano coltivato su 13mila ettari di terreno. Una risorsa che offre all’azienda non solo maggiore stabilità e una materia prima selezionata, ma la mette anche al riparo dalla volatilità del mercato, soprattutto nell’attuale contesto geopolitico. “E’ chiaro che l’azienda investe impegnandosi nel garantire agli agricoltori una remuneratività certa, la programmazione dei loro investimenti e questo è uno sforzo necessario se si vuole raggiungere una vera sinergia tra industria e mondo dell’agricoltura”, ha sottolineato l’ad ricordando che “la coltura del grano duro in Italia è una coltura in lenta regressione e il fatto di investire direttamente insieme alle aziende agricole oggi ci dà la possibilità di guardare al futuro con maggiore ottimismo e soprattutto di lavorare sulla qualità del grano duro italiano”. Ora questo modello di business che certifica il ruolo sociale dell’azienda sul territorio è diventato anche un impegno scritto: “La De Matteis ha inserito all’interno del proprio statuto impegni su cinque aree che attraversano il proprio personale, l’ambiente, la filiera stessa, ovviamente il consumatore e il recupero e riciclo delle materie. È chiaro che nei confronti dei nostri agricoltori della filiera, in particolare, i nostri impegni si concretizzano nell’espansione, della nostra filiera. Questo vuol dire sostegno agli agricoltori, attenzione all’ambiente e anche un aumento delle rese, con uno sfruttamento più efficiente del terreno. A tal proposito stiamo lavorando in ricerca per incrementare le forme di sostegno agli agricoltori che vadano al di là delle buone pratiche agronomiche”.


In futuro la comunità degli agricoltori è destinata a crescere “almeno come cresce il brand Armando” ha detto De Matteis “e questa sarà la sfida per il futuro. Non abbiamo numeri, è un lavoro continuativo, difficile, che è fatto di tanta fiducia che va conquistata sul campo a tutti gli effetti. Siamo sempre cresciuti in questi 13 anni credo che cresceremo ancora”, ha concluso.

Luca Bruni vince la finale di The vero Bartender 2024

Luca Bruni vince la finale di The vero Bartender 2024Roma, 21 mar. (askanews) – È Luca Bruni, Head Bartender del Depero e del Tukana – Tiki Cabana di Rieti, il vincitore della Finale Italia di The Vero Bartender 2024, competizione internazionale promossa da Amaro Montenegro, quest’anno dedicata al tema ’90s Calling.


Giunta alla sesta edizione, la cocktail competition prevedeva la realizzazione di una ricetta creativa ispirata ai cocktail e alla cultura degli anni ’90 con protagonista Amaro Montenegro. Oltre 250 le iscrizioni alla competizione italiana arrivate da ogni parte del Paese, ma a contendersi la Finale Italia, che si è svolta a Milano, sono stati solo 8 bartender. Luca Bruni ha vinto con il suo cocktail BimBumBam. Chiusa dunque la finale italiana di The Vero Bartender, è conto alla rovescia per la Finale Global del 10 aprile a Bologna, che vedrà protagonisti i bartender vincitori dei 10 Paesi partecipanti.

A San Giovanni d’Asso inizia la stagione del tartufo Marzuolo

A San Giovanni d’Asso inizia la stagione del tartufo MarzuoloRoma, 21 mar. (askanews) – Il primo week end di primavera, 23 e 24 marzo, a San Giovanni d’Asso (Montalcino) va in scena la festa del “Tartufo Marzuolo delle Crete Senesi”. Una festa che apre la stagione dedicata a questo prezioso fungo ipogeo che si articolerà con “la cerca” dello scorzone in estate e poi con la grande festa dedicata al “Diamante delle Crete”, il prezioso Bianco, nel secondo e terzo fine settimana di novembre. I prezzi del marzuolo oscilleranno fra i 45 e i 60 euro all’etto.


A San Giovanni d’Asso le mostre mercato dedicate ai tartufi sono di casa fin dagli anni Ottanta, organizzate dalla Proloco di San Giovanni d’Asso e dall’Associazione Tartufai Senesi, in collaborazione con il Comune di Montalcino. Il più prestigioso è sabato 23 con la “Cena di Gala a 4 Mani”. Il salone del castello diventa la prestigiosa location dove le Cuoche della locale Pro Loco cucinano insieme a Luca Biancucci, per diciassette anni Executive chef di Avignonesi. Ma già dalla mattina San Giovanni ci saranno attività sportive e mostre e il punto vendita dei tartufai senesi consentirà l’acquisto a km 0 del Marzuolo garantendo qualità ed economicità del prodotto.


Il Tartufo Marzuolo è considerato meno pregiato del più famoso “bianco” che si raccoglie nei mesi invernali, ma al di là del prezzo sensibilmente più basso, ha alcune peculiarità che lo rendono molto apprezzato. Il suo aroma è più forte e resta più presente sulle pietanze rispetto al bianco, con sfumature piccanti e agliate.

Fedagripesca: tramandare valore sociale ed economico foreste

Fedagripesca: tramandare valore sociale ed economico foresteRoma, 21 mar. (askanews) – “L’Italia è un paese che non sa di essere un paese forestale, con un patrimonio boschivo che supera gli 11 milioni di ettari, un’estensione analoga alla superficie agricola e che necessita di essere curata e gestita al meglio. Sottolineare l’importanza delle foreste in occasione della ricorrenza di oggi è sicuramente importante, ma è fondamentale che si lavori per ripristinare una vera e propria cultura forestale che ancora manca nel nostro paese”. Così il presidente del Settore Forestale di Fedagripesca Confcooperative Mario De Angelis a commento della Giornata internazionale delle foreste, sottolineando che “è importante valore sociale delle foreste che va difeso e tramandato alle generazioni successive”.


“È a nostro avviso fondamentale – prosegue De Angelis – lavorare affinché venga riconosciuto ed esaltato il valore sociale e culturale dei nostri boschi”, aggiunge De Angelis. Le foreste trattengono CO2 e riducono gli effetti dei cambiamenti climatici, oltre ad avere una valenza economica e culturale in un’ottica di tutela e valorizzazione delle aree interne. “Una attività costante e continuativa di gestione delle foreste può ridurre l’incidenza di incendi e attenuare il dissesto idrogeologico. Non solo, la gestione sostenibile delle foreste aiuta a trattenere le persone nei territori contrastando lo spopolamento delle zone boschive – prosegue De Angelis – Ecco perché in un momento in cui le aree interne montane subiscono l’abbandono delle nuove generazioni, occorrerebbe sostenere la gestione forestale affinché continui ad evolversi come ha fatto con successo negli ultimi decenni”.

Ancora lontano accordo quadro del pomodoro nel Nord Italia

Ancora lontano accordo quadro del pomodoro nel Nord ItaliaRoma, 21 mar. (askanews) – E’ ancora lontano l’accordo quadro del pomodoro nel Nord Italia. Lo rende noto Confagricoltura Piacenza, presenta al tavolo agricolo con l’industria riunitosi ieri, mercoledì 20 marzo, a Parma. L’industria sostanzialmente non si muove dalla proposta di prezzo base a 125 euro a tonnellata, spiega la confederazione.


“Dai dati comunicati sulla programmazione, non è previsto alcun eccesso di offerta – commenta Casagrande, direttore dell’associazione – stanti i rischi in campo, i costi della coltura e non ultimo le condizioni del mercato, che richiede il nostro eccellente prodotto, la trasformazione non ha motivo di proporre un prezzo di riferimento più basso rispetto a quello dello scorso anno”. Secondo Confagricoltura Piacenza l’offerta a 125 è quantomeno disincentivante e con una base di questo tipo sarebbe sconsigliabile coltivare. “All’industria che propone un taglio lineare del 13% sul prezzo di riferimento – riflette Casagrande – potrebbe valer la pena rispondere con una proposta di taglio lineare del 13% delle superfici. I conti sono conti, invece di tagliare il prezzo, si tagliano le superfici il ricavo da parte agricola è identico, ma con una notevole riduzione dei rischi in campo, dei costi di lavorazione e con la disponibilità di terreni da dedicare ad altro”. “I nostri imprenditori – spiega – affrontano campagne agrarie di una complessità tale tra gestione di fitofarmaci, attacchi parassitari e bizze del tempo che riescono a galleggiare sul punto di pareggio solo compensando con un know-how tale che rende il prodotto anche distintivo a livello globale. Il pomodoro da industria non è una coltura per chi si avventura, lasciarsi guidare dalle sirene dei contratti diretti con l’industria – ammonisce – è un modo per arrivare a fine campagna senza essere riusciti a trattenere in tasca alcunché pur essendosi accollati i rischi e gli anticipi dei costi produttivi”.


“Gli agricoltori agiscano organizzati seguendo le indicazioni delle Op – conclude – che a loro volta tra loro devono collaborare anche perché le condizioni del mercato del trasformato consentono di sostenere quotazioni della materia prima in linea con la precedente annata. Ricordo che in economia è meglio orientarsi su un recupero di marginalità piuttosto che fare numeri senza margine”.

L’aglio Araban Sarimsagi della Turchia diventa Dop

L’aglio Araban Sarimsagi della Turchia diventa DopRoma, 21 mar. (askanews) – La Commissione europea ha aggiunto oggi l’”Araban Sarimsagi”, un aglio con la buccia striata bianca sia esterna sia protettiva interna e un colore degli spicchi giallo crema, nel registro delle denominazioni di origine protetta (DOP). Si tratta di un aglio a crescita precoce che si sviluppa in una area geografica che comprende tutti i villaggi e le città appartenenti al distretto di Araban nella provincia di Gaziantep, nella regione dell’Anatolia sudorientale.


Il clima e la struttura del suolo della regione apportano caratteristiche uniche come gusto e aroma. Il bulbo è ovale in sezione trasversale ed ellittico in sezione longitudinale. Ciascun bulbo ha circa 10-15 spicchi e il peso medio degli spicchi è compreso tra 4 e 7 grammi e la lunghezza media è compresa tra 1 e 3 centimetri. È l’olio essenziale solforoso, cioè l’enzima allinasi, che conferisce all’aglio il suo odore e sapore particolari. L’Araban Sarimsagi contiene in media lo 0,4 % di olio essenziale solforoso. Sebbene il peso del bulbo possa raggiungere i 100 grammi a seconda delle condizioni di crescita, il peso medio è compreso tra 40 e 60 grammi.

Ferrero lancia in Italia la prima barretta energetica, un mercato da 79 mln

Ferrero lancia in Italia la prima barretta energetica, un mercato da 79 mlnMilano, 21 mar. (askanews) – Ferrero lancia sul mercato italiano la sua prima barretta energetica con il brand Fulfil, con l’obiettivo, fa sapere l’azienda di Alba, “di affermarsi come leader”. Il debutto delle barrette in Italia, che avviene anche in altri selezionati mercati europei tra cui la Francia, arriva a due anni dall’acquisizione della azienda irlandese Fulfil Nutrition.


Per Ferrero questo lancio significa l’ingresso in un mercato che nel nostro Paese vale 79 milioni di euro e ha registrato una crescita negli ultimi tre anni pari al 45% a valore. L’offerta nel corso di questi anni ha cambiato il suo posizionamento, passando da una gamma di prodotti specifici per lo sport alla proposta di snack per uno stile di vita attivo, scelti dal consumatore non solo in base alle caratteristiche nutrizionali, ma anche per il gusto e la praticità di consumo e Fulfil va proprio in questa direzione. Fulfil è, infatti, una barretta proteica con nove vitamine e pochi zuccheri, con una copertura esterna di cioccolato e un interno morbido. Sul totale barrette energetiche, il segmento delle proteiche in Italia domina il settore con un valore di 67 milioni di euro (+43% nel 2023 rispetto all’anno precedente) e l’84% in termini di quota di mercato. Nel 2023 oltre 4 milioni di famiglie hanno comprato barrette energetiche con una frequenza media di 4,8 atti di acquisto che rappresentano un aumento di oltre 30% rispetto all’anno precedente.


Le barrette Fulfil saranno distribuite nella grande distribuzione organizzata, nel canale out of home, in particolare nei punti vendita Chef express e Autogrill, e nel canale di palestre, circoli sportivi e farmacie in quattro gusti: cioccolato & nocciola, cioccolato croccante al latte, cioccolato & caramello salato, cioccolato & crema alle arachidi. Nata nel 2016, nel giro di un anno Fulfil nutrition diventò leader di mercato in Irlanda. L’anno successivo venne lanciata in Gran Bretagna, dove si attestò al secondo posto nel mercato delle barrette proteiche. Raggiunti i 50 milioni di barrette vendute nel 2019, arrivò lo sbarco negli Usa nel 2020, portando a 120 milioni i pezzi venduti nel 2021. A giugno 2022 la finalizzazione dell’operazione con Ferrero. Oggi Fulfil Nutrition vende direttamente nel Regno Unito, oltre a distribuire in Irlanda e in altri mercati europei e dell’Asia Pacifico.

Coldiretti: perdiamo 89% acqua piovana. Subito piano invasi

Coldiretti: perdiamo 89% acqua piovana. Subito piano invasiRoma, 21 mar. (askanews) – Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra il 22 marzo.


Oggi la maggior parte dell’acqua piovana, sottolinea la Coldiretti, va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare, con una tendenza accentuata dagli effetti dei cambiamenti climatici. L’alternanza di lunghi periodi di siccità a violente ondate di maltempo fa sì che i canali asciutti favoriscano lo scorrimento rapido delle piogge. Da qui l’obiettivo di potenziare la raccolta di acqua dolce intervenendo sulle infrastrutture. Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti). I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzate per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile.


Nelle scorse settimane il presidente della Coldiretti Ettore Prandini aveva rivolto un appello al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, al fine di poter verificare come dare finalmente attuazione al progetto invasi. “Il fatto che l’Italia riesca a recuperare una parte minima dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale rappresenta uno spreco inaccettabile – ha detto Prandini – in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Intervenire si può e si deve non solo nell’emergenza ma in maniera strutturale e strategica”.

Acqua, in libro bianco del Verde come fronteggiare emergenza

Acqua, in libro bianco del Verde come fronteggiare emergenzaRoma, 21 mar. (askanews) – Semplice, ma essenziale. È l’acqua, di cui si celebra il 22 marzo in tutto il mondo la giornata, quest’anno dedicata alla pace. Fondamentale per la vita, troppa o troppo poca, è diventata una criticità globale da affrontare con urgenza e professionalità. Per questo, sottolinea Confagricoltura in una nota, il Libro Bianco del Verde, nato su iniziativa della Confederazione agricola, di Assoverde e Kèpos, in collaborazione con il Crea e gli Ordini professionali, può rispondere a quest’emergenza con proposte e soluzioni concrete.


Scarsità, inquinamento, difficile accesso all’acqua rischiano di generare contrasti e tensioni anche all’interno delle diverse comunità. Serve riesaminare complessivamente i modelli di pianificazione e di governance delle città e la messa a punto di politiche e strategie mirate nelle aree rurali. In Italia gli invasi hanno una media di 60 anni, con il 70% in piena funzione. Solamente l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta e la rete dell’acqua potabile perde il 42% tra quella immessa e quella erogata. È diventato indispensabile ricostruire gli equilibri ecosistemici nelle aree rurali e nelle città, incentivando l’uso sostenibile delle risorse idriche.


Il volume, diviso in sei sessioni, analizza le condizioni derivanti dall’assenza o dall’eccesso di acqua nelle città e negli ambienti rurali. Propone nuovi modelli di pianificazione, progettazione, gestione da attivare per mitigare i cambiamenti climatici, approfondisce buone pratiche, soluzioni e progetti innovativi per far fronte alla scarsità di risorse ed ai periodi di siccità prolungati, con gli schemi di certificazione per favorire e promuovere pratiche sostenibili e responsabili. Anche il verde urbano ed extra urbano, se applicato in modo efficiente e specialistico, potrà contribuire a mitigare queste emergenze. Alberi, aree verdi e foreste danno un contributo strategico per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire alla fitodepurazione e alla ricarica naturale delle falde acquifere.