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Crea: in 2023 export agroalimentare oltre 46 mld, +8% sul 2022

Crea: in 2023 export agroalimentare oltre 46 mld, +8% sul 2022Roma, 17 lug. (askanews) – L’export del Made in Italy agroalimentare, cioè dei prodotti ad alto valore aggiunto riconosciuti all’estero come tipici del nostro Paese, supera i 46 miliardi di euro nel 2023. È in crescita dell’8% rispetto al 2022, facendo meglio dell’agroalimentare nel complesso. A questo risultato contribuiscono sia i prodotti trasformati (come prodotti da forno e formaggi), sia i prodotti agricoli, come quelli orticoli (+20% in valore). E’ quanto emerge dal rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomia.


L’area dell’UE27 concentra il 59,4% esportazioni agroalimentari dell’Italia e il 70,5% delle importazioni, quote in aumento rispetto al 2022. Si riduce l’incidenza del mercato asiatico, dopo gli incrementi degli ultimi anni, con un calo dell’import dall’Indonesia e dalla Cina rispettivamente del 16% e del 21,5%. Tali dinamiche possono essere in parte ricondotte alla crisi che sta interessando il Mar Rosso a partire dagli ultimi mesi del 2023. Cresce di circa il 10% l’export verso Germania e Francia, primi due mercati di destinazione per l’agroalimentare italiano. Come pure rilevante è l’aumento in valore delle vendite verso il Regno Unito (+7,8%), mentre risulta più contenuto quello verso gli Stati Uniti (+2%).

Lollobrigida: dati export agroalimentare successo sistema Italia

Lollobrigida: dati export agroalimentare successo sistema ItaliaRoma, 17 lug. (askanews) – “Questi dati rappresentano un successo per il Sistema Italia, una testimonianza della forza e della qualità dei nostri prodotti nel mondo”. Così il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida commenta i dati del Rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomia.


“L’azione del Governo Meloni, sin dal primo momento rivolta a tutelare le nostre eccellenze e le nostre aziende, sta dando i suoi frutti. Continueremo a rafforzare la presenza del nostro agroalimentare all’estero, consapevoli che il Made in Italy rappresenta un traino fondamentale per la crescita delle esportazioni”, ha concluso il ministro.

Crea: in 2023 esport agroalimentare +6,6% su 2022 a 63,1 mld

Crea: in 2023 esport agroalimentare +6,6% su 2022 a 63,1 mldRoma, 17 lug. (askanews) – Nel 2023 l’agroalimentare segna nuovi record per gli scambi con l’estero dell’Italia. In particolare, l’export agroalimentare cresce del 6,6% rispetto al 2022, raggiungendo il record di 63,1 miliardi di euro (nel 2018 non superava i 42 miliardi di euro). Primato anche per le importazioni che raggiungono i 64,7 miliardi di euro, con un aumento del 4,1% rispetto al 2022. Un andamento che ha come risultato, nel 2023, un miglioramento della bilancia agroalimentare. E’ quanto emerge dal rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia.


Ottima la performance per le esportazioni del Made in Italy agroalimentare, con una crescita dell’8% nel 2023, superiore a quella dell’agroalimentare nel complesso. A trainare l’andamento sono sia i prodotti agricoli sia quelli trasformati. Numeri che “raccontano molto della nostra competitività sui mercati internazionali – ha detto il presidente Crea Andrea Rocchi – e dell’attrattività che il modello alimentare italiano, fatto di qualità, cultura, tradizione e cura, esercita sul consumatore globale. In questo quadro, innovazione e ricerca, sono strategici per mantenere al passo con i tempi identità e leadership del made in Italy agroalimentare”.


Nel 2023 l’incremento in valore delle esportazioni agroalimentari italiane riguarda quasi tutti i principali mercati e prodotti. Crescono in valore e in quantità le vendite all’estero di carni preparate e formaggi, primi fra tutti Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+8,3% in valore e +6,1% in quantità). Per le importazioni l’andamento è più diversificato: dopo il netto incremento generalizzato dello scorso anno, complice l’aumento dei prezzi internazionali delle commodities, nel 2023 l’import di prodotti come olio di semi, caffè greggio e mais, si riduce in valore e in quantità. Anche nel 2023 l’andamento dei prezzi internazionali produce un disallineamento tra l’andamento dei valori e quello delle quantità, ma più contenuto rispetto al 2022. Nel corso del 2023 l’import mostra una progressiva attenuazione della crescita tendenziale, fino a una contrazione negli ultimi mesi dell’anno, mentre l’export rimane sempre su valori positivi. Ciò determina, soprattutto nel secondo semestre, un netto miglioramento della bilancia agroalimentare, il cui disavanzo nel 2023 si attesta a 1,64 miliardi di euro, riducendosi di 1,34 miliardi rispetto all’anno precedente.

Crea: in primi 3 mesi 2024 export agroalimentare +6,7% su 2023

Crea: in primi 3 mesi 2024 export agroalimentare +6,7% su 2023Roma, 17 lug. (askanews) – Nel primo trimestre del 2024 le esportazioni agroalimentari italiane sono aumentate del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre le importazioni sono diminuite del 2,5%. Sono gli ultimi dati del Rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, giunto alla sua 32esima edizione, realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomia.


I dati dei primi tre mesi 2024, analizza il rapporto Crea, confermano l’andamento riscontrato nell’ultima parte del 2023, evidenziando quindi un ulteriore aumento delle esportazioni a fronte di un calo delle importazioni. Queste dinamiche producono un miglioramento della bilancia agroalimentare, che risulta positiva nel primo trimestre. Le esportazioni di conserve di pomodoro e pelati crescono, in valore e quantità, di oltre il 10% rispetto al primo trimestre 2023. E in generale, tutti i principali prodotti di esportazione segnano aumenti del valore e dei volumi venduti all’estero.

Il Consorzio Olio di Brisighella Dop entra in Origin Italia

Il Consorzio Olio di Brisighella Dop entra in Origin ItaliaRoma, 17 lug. (askanews) – Il Consorzio dell’olio di Brisighella DOP entra in Origin Italia, che ad oggi rappresenta con questo nuovo socio 81 Consorzi di tutela, una associazione di settore, la Afidop, e oltre il 95% della produzione italiana delle Indicazioni Geografiche.


“E’ con grande soddisfazione che il Cda del Consorzio Olio Brisighella DOP ha deciso di aderire all’unanimità a Origin Italia, associazione che raccoglie e rappresenta le eccellenze del food made in Italy – commenta il presidente del Consorzio, Igor Barnabè – dopo l’evento catastrofale dell’alluvione avvenuto nella primavera 2023, siamo ripartiti per rilanciare la nostra DOP e l’adesione a Origin Italia è uno dei passaggi fondamentali per ricominciare e per dare ai nostri associati tutto il supporto di cui hanno bisogno”. La zona di produzione e trasformazione dell’olio extravergine di oliva Brisighella DOP interessa il territorio di alcuni comuni nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena, nella regione Emilia-Romagna. L’olio extravergine d’oliva Brisighella DOP è ottenuto dai frutti della specie Olea europaea L., varietà Nostrana di Brisighella, che deve essere presente negli oliveti in misura non inferiore al 90%.


La DOP è stata riconosciuta già dal 1996 e l’anno scuccessivo è sorto il Consorzio, ma l’olio extravergine di oliva Brisighella DOP vanta origini antichissime, confermate anche dal recente ritrovamento di un piccolo frantoio a uso familiare risalente all’epoca romana. Il passaggio da una produzione destinata principalmente all’autoconsumo a una destinata alla commercializzazione è invece storia recente, iniziata con la fondazione del frantoio sociale della Cooperativa Agricola Brisighellese nel 1970.

Il 19 luglio a Roma l’assemblea nazionale di Coldiretti

Il 19 luglio a Roma l’assemblea nazionale di ColdirettiRoma, 17 lug. (askanews) – Appuntamento venerdì 19 luglio con l’assemblea nazionale della Coldiretti a Roma, dalle 10, nel centro congressi di Palazzo Rospigliosi. Saranno presenti il presidente nazionale Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, assieme ad agricoltori e agricoltrici provenienti da tutte le regioni italiane.


Ai lavori interverranno, tra gli altri, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. Un’occasione, annuncia Coldiretti in una nota, per fare il punto della situazione sullo stato del Paese e delle istituzioni europee dopo la recente tornata elettorale, ma anche sulle minacce al Made in Italy a tavola. Un focus sarà dedicato al tema della fauna selvatica.

A Ispica una giornata alla scoperta del pomodoro Pachino Igp

A Ispica una giornata alla scoperta del pomodoro Pachino IgpRoma, 17 lug. (askanews) – Arriva il sesto appuntamento stagionale con gli educational tour dedicati ai prodotti agroalimentari siciliani e questa volta il protagonista sarà il Pomodoro di Pachino IGP. Dopo i primi cinque educational tour che hanno avuto come protagonista prima l’Olio Monti Iblei DOP poi il Latte Vaccino QS ed i suoi derivati, la Carota Novella di Ispica IGP, il formaggio Ragusano DOP ed infine il Piacentinu Ennese DOP, è la volta del Pomodoro di Pachino di presentarsi al pubblico durante l’incontro organizzato per giovedì 18 Luglio 2024.


L’evento è coordinato da DOS Sicilia, l’associazione di Consorzi per la promozione e valorizzazione di produzioni tipiche agroalimentari siciliane a marchio DOP, IGP e QS e si terrà in due luoghi di produzione vicino Ispica nel ragusano. La zona di produzione del Pomodoro di Pachino IGP ricade nei comuni di Pachino, Portopalo di Capo Passero, Noto e Ispica, nelle province di Siracusa e Ragusa, nella Regione Sicilia.


La coltivazione del pomodoro avviene in ambiente protetto, esclusivamente in serre. Il trapianto viene eseguito nel periodo agosto- febbraio, con l’eccezione della tipologia Cherry e Plum e Miniplum per le quali può essere effettuato tutto l’anno. La forma di allevamento è in verticale; si eseguono la potatura verde e, secondo necessità, anche la cimatura. L’irrigazione viene effettuata utilizzando acque di falda provenienti da pozzi situati nel territorio di produzione. La raccolta è manuale, di solito ogni 3-4 giorni. Le prime coltivazioni del Pomodoro di Pachino IGP risalgono al 1925 ed erano localizzate lungo la fascia costiera, in aziende che potevano disporre di acqua per l’irrigazione proveniente da pozzi freatici. A partire dagli anni Cinquanta si assistette a un’ampia diffusione del pomodoro che è proseguita fino ai giorni nostri, dovuta in particolare all’avvento delle prime serre, in forma di capanne artigianali, e alla profonda crisi che investì la viticoltura di queste zone negli anni Settanta. Questo portò alla nascita delle prime forme associative che iniziarono la commercializzazione del prodotto sia sui mercati nazionali che esteri.


In totale gli incontri dedicati alle eccellenze agroalimentari siciliane nel biennio 2023/24 saranno 17, tutti della durata di un giorno. I prossimi appuntamenti riguarderanno il Pistacchio di Bronte, il Consorzio QS Agnello ed Agnellone ed il Consorzio QS Latte Ovino.

La Pietra (Masaf): Consulta ippica lavora su calendario corse 205

La Pietra (Masaf): Consulta ippica lavora su calendario corse 205Roma, 17 lug. (askanews) – Si è tenuta ieri a Roma, presso il Masaf, la riunione della Consulta dell’ippica presieduta dal sottosegretario Patrizio La Pietra. Classificazione degli ippodromi, criteri per il calendario delle corse ippiche 2025 e presentazione del nuovo handicapper senior, Marco Trentini, sono stati i principali punti della riunione.


“Stiamo lavorando di concerto con tutti i soggetti interessati alla stesura del calendario corse 2025 – ha detto La Pietra – così da poter consentire una adeguata programmazione degli appuntamenti previsti per il prossimo anno. Parametro cardine per l’organizzazione del calendario sarà il numero dei cavalli stanziali sui vari territori, in modo da garantire una distribuzione il più possibile omogenea tra gli ippodromi in attività, evitando inoltre – ha proseguito – sovrapposizioni tra ippodromi limitrofi per specialità, in base alla collocazione geografica e al bacino di utenza”. La Pietra ha spiegato che “ci sarà grande attenzione per la classificazione stessa degli ippodromi che ospiteranno gli eventi. Come già ribadito vogliamo valorizzare tutti gli ippodromi nei quali il concetto di ospitalità, di accoglienza degli spettatori sono considerate la priorità. L’ippica tornerà a crescere – ha garantito il sottosegretario – anche grazie a un calendario corse che tenga conto di tutte le esigenze dei protagonisti del settore, ma allo stesso tempo dobbiamo saper offrire un’adeguata e innovativa esperienza a vecchi e nuovi appassionati di questo splendido sport”.

Giansanti: Mediterranea alleanza per Paese ma qualcuno vuole distruggere

Giansanti: Mediterranea alleanza per Paese ma qualcuno vuole distruggereMilano, 16 lug. (askanews) – “Noi costruiamo alleanze per creare ricchezze e benessere per il Paese e non contro qualcuno. Evidentemente c’è qualcuno che preferisce seguire altre logiche e probabilmente distruggere piuttosto che costruire percorsi comuni. Noi saremo sempre quelli che vogliono costruire percorsi comuni cercando di creare valore per le imprese che ovviamente utilizzeranno o che avranno benefici ovviamente dall’associazione Mediterranea”. A dirlo il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito delle critiche mosse da Coldiretti a Mediterranea, l’alleanza stretta con Unione italiana food. “Io non devo rispondere a nessuno, è Coldiretti che dovrebbe rispondere. Noi oggi lavoriamo nell’interesse del Paese per dare risposte alle imprese agricole, per poter dare ai nostri agricoltori mezzi e strumenti per poter essere sempre più nel mercato – ha detto – Operiamo tutti ormai in un mercato globale, dobbiamo costruire un modello di filiera che parta appunto dall’azienda agricola e arrivi sul banco dei nostri consumatori italiani e dei banchi dei consumatori mondiali con un modello italiano che possa mettere sempre più la produzione made in Italy 100% e lo facciamo con l’industria del Paese”. “Come Mediterranea – ha assicurato – non permetteremo a nessuno di rovinare o comunque sia di utilizzare impropriamente qualsiasi strumento che possa ledere l’immagine del made in Italy. Chi lo va raccontando o non sa o probabilmente è al di fuori della conoscenza e quindi ha altre motivazioni”.


Mediterranea, ha spiegato Giansanti, Wnon è un’associazione che rappresenta le imprese, noi non facciamo sindacato. Mediterranea nasce per promuovere sempre e meglio quella che è la cultura mediterranea d’impresa. E dentro quella cultura mediterranea c’è la cultura d’impresa mediterranea e in particolar modo la cultura d’impresa italiana. Oggi l’industria chiede sempre più prodotti italiani e noi agricoltori dobbiamo essere messi nella condizione di poter produrre di più valorizzando al meglio le nostre produzioni”. “Se l’industria alimentare italiana vuole prodotto italiano e vuole riconoscere anche un qualcosa di più perché facciamo un prodotto migliore credo che stiamo facendo un servizio tanto per i nostri agricoltori quanto per l’industria ma soprattutto un servizio per il Paese perchè andremo ad incrementare la quantità di prodotto nazionale che potremo esportare sempre di più”.

Cia: su aree interne Ue faccia sintesi su azioni rilancio

Cia: su aree interne Ue faccia sintesi su azioni rilancioRoma, 16 lug. (askanews) – “Sul rilancio delle aree interne l’Europa dia un segnale netto entro l’anno. Al Consiglio Agrifish chiediamo un cambio di passo decisivo rispetto al processo di semplificazione, digitalizzazione e sviluppo di servizi e infrastrutture fondamentali per la tenuta e la crescita delle zone rurali Ue”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che guarda con interesse al dibattito in materia ripreso ieri dai ministri dell’Agricoltura riuniti a Bruxelles e che, in questa settimana di prime nomine, auspica rinnovata centralità per il settore da tutte le istituzioni Ue.


“Bene che l’Europa torni subito a confrontarsi sul futuro dei nostri borghi – commenta oggi Fini – Altrettanto importante resta che stringa sugli obiettivi, snellendo dove possibile le procedure, accelerando sulle misure e le risorse per realizzare i progetti su cui concordiamo tutti da tempo, a partire dal ricambio generazionale nei campi”. Secondo Cia, infatti, il circolo virtuoso per un’Europa migliore deve mettere al primo posto le aree interne, che sono l’80% del territorio complessivo, ma che ospitano solo il 30% della popolazione, e la vocazione agricola che le connota e le sostiene.


“Nei fatti, si dimentica troppo facilmente – aggiunge Fini – quanto il comparto agricolo sia cruciale, soprattutto in questi zone a rischio spopolamento, contro il dissesto idrogeologico e nella tutela dell’ambiente, per la sicurezza alimentare e la salvaguardia del patrimonio culturale, che deve tutto alle comunità che resistono e ancora investono dove è sempre più difficile farlo, per l’inadeguatezza delle reti fisiche e digitali, come dei servizi essenziali”. I giovani, il motore per riavviare economia e sviluppo, ma non senza le giuste risorse e le mirate valutazioni rispetto alle politiche più in linea con le esigenze di ciascun Paese. “Ci auguriamo venga preservato il budget dell’ultima programmazione, sapendo già che serviranno ancora più finanziamenti – precisa e conclude Fini – Ben venga l’input per una Pac integrata, con altri fondi Ue a disposizione. Abbiamo sentito parlare negli anni di patto rurale e piano d’azione, si faccia sintesi sugli interventi che devono risposte a quasi 140 milioni di cittadini, quelli delle zone rurali europee”.