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Per Spagna 6.783 tonnellate pesca tonno rosso in 2024

Per Spagna 6.783 tonnellate pesca tonno rosso in 2024Roma, 20 mar. (askanews) – Il ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione spagnolo ha stabilito l’assegnazione della quota e il censimento specifico della flotta autorizzata per la pesca del tonno rosso nel 2024. Per questa campagna, la quota assegnata alla Spagna è di 6.783,67 tonnellate, che possono essere catturati dalle 811 navi e nasse incluse nel censimento specifico per la pesca di questa specie.


Lo si legge nella Delibera dell’8 marzo 2024 pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato. Questa risoluzione segue i criteri stabiliti dal regio decreto 46/2019, dell’8 febbraio, che regola la pesca del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo. La maggior parte della quota spagnola, 5.911 tonnellate (87,1%), è destinata alle navi che corrispondono alla flotta di pesci esca della Cantabria, alle canne dello Stretto e alle canne a mano lenze, flotta di palangari e lenze a mano, flotta mediterranea con reti a circuizione e trappole.


L’11,69% (793,6 tonnellate) del contingente può essere catturato da navi con base nei porti delle Isole Canarie, piccole navi del Mediterraneo e navi artigianali dello Stretto. L’importo rimanente è destinato a coprire le catture accessorie effettuate dalle flotte con palangari di superficie e da traina per la pesca ricreativa e quella del tonno bianco settentrionale. 27,13 tonnellate (0,4%) sono riservate ai casi di superamento della quota e alle catture effettuate da flotte non comprese negli specifici elenchi censimentari.

Cia: rinnovo accordo filiera mais fa bene al comparto

Cia: rinnovo accordo filiera mais fa bene al compartoRoma, 20 mar. (askanews) – Il rinnovo dell’Accordo Quadro per il granturco da granella di filiera italiana certificata è un segnale importante per il futuro produttivo della maidicoltura nazionale. A dirlo è Cia-Agricoltori Italiani tra le organizzazioni firmatarie, insieme ad Assalzoo, AMI, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Compag, AIRES, Assosementi e Origin Italia.


L’intesa raggiunta – sottolinea Cia – arriva a ribadire la forte coesione tra tutti gli attori coinvolti, dalla produzione alla commercializzazione, passando per lo stoccaggio e la trasformazione, rispetto al valore strategico di uno strumento chiave dei contratti di secondo livello per il granturco a uso zootecnico. Con il mais tutt’altro che al riparo dalla crisi, tra costi alti di produzione e prezzi bassi pagati agli agricoltori, l’accordo va -per Cia- nella direzione di una maggiore stabilità e tutela necessaria al settore e alla filiera zootecnica, intervenendo in modo significativo sul piano delle premialità, legate all’origine Made in Italy certificata, della sostenibilità e delle qualità delle produzioni.


Cia ricorda, infine, che il mais rappresenta, ancora oggi, la prima coltivazione cerealicola nazionale, capace di sviluppare nell’intera filiera un giro d’affari per l’economia italiana di circa 130 miliardi di euro. Questo, nonostante il Paese abbia perso, in dieci anni, oltre il 50% del suo potenziale produttivo e, così, la piena autosufficienza. Situazione che preoccupa e che investe l’Accordo Quadro di una sfida cruciale per la salvaguardia di una materia prima insostituibile per gli animali.

Coldiretti-Filiera Italia: accordo Ue non tutela grano italiano

Coldiretti-Filiera Italia: accordo Ue non tutela grano italianoRoma, 20 mar. (askanews) – “Se da un lato è doveroso fornire il giusto supporto all’Ucraina, dall’altro l’estensione del meccanismo a settori strategici del nostro Made in italy come il grano avrebbe posto un freno alle consistenti esportazioni di cereali verso l’Ue che hanno contribuito ad alimentare le preoccupazioni sui prezzi, creando delle distorsioni all’interno del mercato europeo, in particolare per quello agricolo”. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini commentando l’accordo raggiunto nella notte tra Commissione, Consiglio e Parlamento.


Un accordo che però non comprende il grano tra i prodotti oggetto del meccanismo di salvaguardia automatico che consente la reintroduzione di contingenti tariffari quando l’import di alcune produzioni supera un certo limite. Coldiretti e Filiera Italia, infatti, ritengono “insufficiente il semplice impegno della Commissione stessa a monitorare le importazioni di grano e altri cereali e utilizzare gli strumenti a sua disposizione in caso di turbative di mercato”. Grazie anche alle agevolazioni gli arrivi in Italia di grano tenero ucraino per il pane, spiegano le associazioni agricole, sono quadruplicati (+283%) nel 2023 rispetto al 2021, prima dell’inizio della guerra, arrivando a quota 470 milioni di chili.


Il testo approvato prevede l’applicazione del meccanismo avena, mais, semole e miele in aggiunta ai settori già stabiliti dalla proposta (pollame, zucchero e uova). “L’inserimento della semola non tutela affatto dall’import di grano – spiegano – considerato che circa il 70% del grano tenero che entra in Europa proviene dall’Ucraina: corrispondente a 4,3 milioni di tonnellate ad oggi per la campagna in corso, mentre l’import di semola di grano tenero è pari ad appena 45.000 tonnellate. Inoltre, nessun cambiamento sul fronte del periodo di riferimento che rimane il biennio 2022-2023, contrariamente a quanto stabilito nel posizionamento del PE che prevedeva anche il 2021, in un’ottica di maggiore tutela dei produttori europei da shock di mercato”.


“Vogliamo continuare a supportare in ogni modo l’Ucraina ma il prezzo non può essere pagato solo dalla filiera agroalimentare europea – spiega Scordamaglia – Senza clausola di salvaguardia potremmo avere un impatto sul prezzo del grano che va a sommarsi a quello provocato dall’invasione di grano russo verso cui continuiamo a chiedere la limitazione delle esportazioni”. Coldiretti e Filiera Italia continueranno a chiedere l’inserimento del grano e il cambio del periodo di riferimento con un ultimo appello, in vista del voto, ai parlamentari che dovranno approvare gli esiti del trilogo.

Masaf lancia concorso su Alberi monumentali d’Italia

Masaf lancia concorso su Alberi monumentali d’ItaliaRoma, 20 mar. (askanews) – In occasione della Giornata internazionale delle Foreste, che si celebra il 21 marzo, il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste lancia il concorso “Radici”.


L’iniziativa, curata dalla Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Masaf, ha l’obiettivo di sensibilizzare alla conoscenza e al rispetto del patrimonio forestale italiano, mettendo al centro le immagini e le storie di alcuni dei suoi esemplari più significativi: gli Alberi monumentali d’Italia (AMI). Simboli di vetustà, maestosità, magnificenza e dell’equilibrio istituito tra uomo e natura, nonché spesso elementi identitari dei luoghi di appartenenza, gli alberi monumentali sono anche rappresentativi della grande ricchezza di biodiversità del territorio nazionale.


I partecipanti potranno inviare brevi storie, aneddoti, curiosità, leggende o particolarità relativi ad uno, o più, alberi o gruppi di alberi monumentali dei circa 4.300 censiti e accolti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali d’Italia, corredando i testi (massimo 1000 battute spazi inclusi) con una foto orizzontale che metta in risalto il valore dell’esemplare arboreo nel proprio contesto topografico. Immagini e racconti, spesso custoditi dalle singole comunità locali, possono contribuire a preservare la memoria storico-culturale dei ‘monumenti verdi’ nazionali e diffondere il senso di affezione nei loro riguardi.


“I nostri alberi monumentali sono un orgoglio nazionale. Il censimento e l’inclusione di questi esemplari nell’Elenco ufficiale è un’azione fondamentale di riconoscimento, tutela e valorizzazione, uno strumento che invita a conoscere questi ‘monumenti verdi’ contribuendo alla sensibilizzazione verso il patrimonio forestale italiano”, sottolinea in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Il 21 novembre, in occasione della ricorrenza della Giornata nazionale degli Alberi, verranno pubblicati sul sito Masaf i tredici contributi giudicati più meritevoli e significativi, valutati sulla base di un giudizio complessivo tra testo e fotografia; questi lavori andranno a comporre il “Calendario Alberi monumentali d’Italia 2025” che sarà liberamente scaricabile sul sito del Ministero da fine 2024.


Inoltre, tutti i testi e le fotografie ritenuti idonei andranno ad arricchire le schede dei relativi alberi, o gruppi di alberi, geolocalizzabili sulla mappa “Alberi monumentali d’Italia” che la Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Masaf cura e aggiorna su Google Maps.

Fedagripesca: accordo su mais primo piccolo passo per produttori

Fedagripesca: accordo su mais primo piccolo passo per produttoriRoma, 20 mar. (askanews) – “L’accordo siglato sulla produzione e coltivazione del mais segue e migliora quello del precedente triennio e focalizza maggiormente l’attenzione sulla provenienza nazionale del mais da granella prodotta in Italia al fine di contrastare, attraverso la qualità e l’origine, gli enormi quantitativi importati dall’estero”. Così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Carlo Piccinini commenta la firma del nuovo Accordo Quadro per il granturco da granella di filiera italiana certificata, valido per il triennio 2023-2025, sottoscritto da un lato dagli industriali (Assalzoo), dall’altro dal mondo della cooperazione (Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare e AGCI), della produzione AMI (Associazione Maiscoltori Italiani AMI – di Confagricoltura), CIA, COPAGRI; del modo delle sementi (Assosementi) e della distribuzione dei mezzi tecnici (COMPAG e AIRES).


“L’accordo – spiega Piccinini – segna un primo piccolo passo che speriamo possa tradursi in disponibilità di maggiori superfici ma anche un più alto riconoscimento economico per i produttori. Auspichiamo inoltre che più accordi di questo tipo possono essere realizzati anche in altre filiere”. “Le premesse del contratto di filiera – commenta Piccinini – muovono dalla necessità di recuperare superfici e produzioni di mais da granella certificato italiano, anche per i rifornimenti alle produzioni agroalimentari DOP di eccellenza, alla luce del fatto che la produzione di questa coltura in Italia ha subito negli ultimi anni un drastico calo sia nelle superfici coltivate, sia nella granella raccolta, in uno scenario peraltro aggravato da importanti quantitativi di prodotto importato anche in conseguenza con il conflitto in Ucraina”.


“Nell’accordo viene promossa e incentivata inoltre la produzione di un mais con caratteristiche qualitative sempre più elevate, anche con riferimento al tema della sostenibilità e del nuovo fondo di Sovranità alimentare che richiede appunto la presenza di un contratto di filiera almeno triennale per potervi accedere. Il contratto di filiera precede alcune premialità sul prezzo, lasciando tuttavia libera la contrattazione tra le parti a livello economico, con l’unico riferimento dei listini delle borse di riferimento”, commenta infine Piccinini.

Intesa Federbio-Equalitas su sviluppo sostenibile filiera vino

Intesa Federbio-Equalitas su sviluppo sostenibile filiera vinoRoma, 20 mar. (askanews) – E’ stato siglato stamattina a Roma il protocollo d’intesa tra Equalitas e FederBio per sostenere un approccio integrato e condiviso da istituzioni, imprese e operatori del settore vitivinicolo sul tema della sostenibilità del biologico. All’incontro erano presenti Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio, Riccardo Ricci Curbastro presidente Equalitas e Luigi D’Eramo, sottosegretario al Masaf.


Al centro dell’intesa, la promozione di un approccio che integri la certificazione Bio con lo standard Equalitas Vino Sostenibile come modello per la tutela ambientale e sociale e sfida costante per le imprese vitivinicole, sempre più attente e sensibili a queste tematiche. Il comparto vitivinicolo italiano ha già il 18% della produzione certificata biologico e oltre un miliardo di bottiglie di vino provenienti dalle imprese certificate sostenibili secondo lo standard Equalitas. Il protocollo intende da una parte formare ed assistere le imprese vitivinicole che vogliono integrare entrambi i modelli di gestione, Biologico ed Equalitas Vino Sostenibile, in un approccio completo e avanzato alla responsabilità d’impresa, anche facilitandone, dove possibile, i controlli congiunti. Dall’altro lavorare al rafforzamento dei requisiti che caratterizzano il biologico, quale risorsa strategica dell’UE, nel disegno della gestione sostenibile del vino, su temi come la tracciabilità di prodotti e processi, la tutela della biodiversità e della salute di consumatori e operatori.

Il Piemonte proroga bando su trasformazione prodotti agricoli

Il Piemonte proroga bando su trasformazione prodotti agricoliRoma, 20 mar. (askanews) – L’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha prorogato all’8 aprile 2024 la scadenza del bando relativo all’intervento SRD13 del Complemento di sviluppo rurale 2023-2027, rivolto alle imprese agroalimentari piemontesi che operano nell’ambito delle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.


La copertura finanziaria complessiva è di 30 milioni di euro complessivi e l’aiuto è concesso sotto forma di contributo in conto capitale fino al 40% della spesa ammissibile. “Vista l’importanza di questa misura si è ritenuto opportuno concedere una proroga per migliorare la predisposizione delle domande di contributo in corso di presentazione da parte degli imprenditori in modo da far cogliere tutte le opportunità offerte dal nuovo Csr”, ha spiegato in una nota l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa, annunciando la proroga.

Italia leader mondiale pasta: in 2023 oltre 2,2 mln ton. esportate

Italia leader mondiale pasta: in 2023 oltre 2,2 mln ton. esportateRoma, 20 mar. (askanews) – La produzione mondiale di pasta oggi sfiora i 17 milioni di tonnellate e l’Italia è ancora prima al mondo nella classifica dei paesi produttori, con 3,6 milioni di tonnellate (precediamo Turchia e USA) e un fatturato che sfiora i 7 miliardi di euro. Gli italiani ne sono i più grandi consumatori, con circa 23 chili annui pro-capite e un totale di 1,3 milioni di tonnellate consumate, ma anche quelli che più di tutti la fanno conoscere al resto del mondo: ben oltre la metà della produzione nazionale di pasta è destinata all’estero (circa il 61%).


Il buon andamento dell’export è confermato da un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati Istat (gennaio-dicembre 2023): oltre 2,2 mln di tonnellate esportate, con una leggera contrazione in termini di volumi (-3,7% rispetto al 2022), che ha interessato gran parte del comparto agroalimentare, a fronte di un valore pari a 3,8 mld di euro (+3% rispetto al 2022). Della pasta esportata circa 1,5 mln di tonnellate è destinato ai paesi dell’UE mentre quasi 780.000 tonnellate finiscono in paesi terzi. L’export nei Paesi Ue occupa infatti il 64,8% del totale, poco meno rispetto al 65% registrato nel 2022, mentre il restante 35,2% riguarda i Paesi non UE, America, Asia, Africa, Oceania. Germania (425.134 tonnellate), Regno Unito (278.043 tonnellate), Francia (264.269 tonnellate), Stati Uniti (247.088) e Giappone (67.233) si confermano i paesi più ricettivi.


Inoltre, l’export di pasta italian registra crescite tra il 5 e il 20% in Brasile, Israele, Finlandia, Slovenia, Albania, Marocco, Perù, Lussemburgo, Portogallo, tra il 20 e il 50% in Libano, Australia, Somalia, Georgia, Cuba, Egitto, Pakistan, Nepal, superiori al 50% in paesi asiatici come Mongolia, Pakistan e Sri Lanka. Buoni segnali rispetto ai consumi si registrano anche in alcuni paesi africani come Camerun, Ruanda, Mozambico e Nigeria, favoriti probabilmente da un piccolo incremento del turismo in queste zone. Infine, sono quasi raddoppiati in venticinque anni i paesi dove si consuma più di 1 kg pro capite di pasta all’anno. In Italia il consumo pro capite è di 23 chilogrammi, contro i 17 kg della Tunisia, seconda in questa speciale classifica. Seguono Venezuela (15 kg), Grecia (12,2 kg), Perù (9,9 kg) Cile (9,6 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Turchia (8,7 kg), Iran (8,5 kg), Francia (8,3 kg) e Germania (7,9 kg).


“Oggi oltre il 60% dei pacchi di pasta prodotti in Italia viene esportato – spiega Margherita Mastromauro, presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food – e se la pasta italiana gode all’estero di tanto successo e ha un percepito estremamente positivo è merito del saper fare centenario dei pastai italiani”.

Il tiramisù di Treviso diventa un Pat del Veneto

Il tiramisù di Treviso diventa un Pat del VenetoRoma, 20 mar. (askanews) – Alla vigilia della Giornata internazionale dedicata al dolce al cucchiaio più famoso nel mondo, che si celebra il 21 marzo, il Tiramisù di Treviso è stato inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) del Veneto dal ministero delle Politiche agricole e alimentari.


La ricetta originale del Tiramisù di Treviso prevede l’utilizzo di uova, zucchero, mascarpone, savoiardi, caffè e cacao. “Si tratta di un riconoscimento importante per la città e per l’intero sistema del Tiramisù, con appassionati e professionisti, addetti ai lavori e al turismo eno-gastronomico che vedono così riconosciuto l’impegno di un duro lavoro portato avanti negli ultimi anni – ha commentato Francesco Redi della Twissen – Come Tiramisù World Cup, siamo particolarmente orgogliosi di aver lavorato in prima linea per la realizzazione del dossier che ha permesso questo successo”. Per l’assessore veneto al Turismo, Federico Caner, “questo riconoscimento è un tassello della rete che è stata creata intorno a quella che è un’eccellenza di Treviso e dell’intero Veneto. Il Tiramisù di Treviso è diventato l’icona nel mondo, anche grazie al lavoro svolto dalla Tiramisù World Cup. In aggiunta, si inserisce fra le esperienze eno-gastronomiche delle nostra terra, proprio quelle che cercano i turisti che vengono qui”.

D’Eramo (Masaf): per sostenere miele sistema qualità nazionale

D’Eramo (Masaf): per sostenere miele sistema qualità nazionaleRoma, 20 mar. (askanews) – “Consapevoli delle difficoltà che stanno vivendo i nostri apicoltori stiamo mettendo in campo misure concrete che potranno contribuire a sostenere la filiera. Tra le priorità dei prossimi mesi la realizzazione di una prima campagna di comunicazione che ha l’obiettivo di rilanciare i consumi interni”. Lo ha annunciato il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, intervenuto questa mattina al sit-in promosso dall’associazione “Miele in cooperativa” a Piazza Santi Apostoli, a Roma.


“Contemporaneamente – ha continuato D’Eramo – al Masaf si sta lavorando alla definizione del disciplinare di un Sistema di qualità nazionale. A questo si aggiunge il risultato ottenuto in Europa, anche grazie alla tenacia dell’Italia, nell’ambito della Direttiva Breakfast, con l’indicazione obbligatoria in etichetta dei paesi di origine e delle percentuali. Nei casi in cui il miele proviene da più Paesi – ha spiegato – questi dovranno essere indicati chiaramente sulla confezione con ordine decrescente e in modo proporzionale. Con la massima trasparenza in etichetta e rafforzando i controlli puntiamo a contrastare la concorrenza sleale e a valorizzare la qualità dei prodotti Made in Italy”, ha concluso D’Eramo. Durante il sit-in i produttori italiani hanno ricordato le criticità con cui sta facendo i conti il settore, dai cambiamenti climatici ai mieli spesso adulterati provenienti da paesi extra Ue, in particolare dalla Cina, venduti a prezzi stracciati fino all’aumento dei costi di produzione per far fronte a maltempo e siccità.