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Un sensore sulla pianta di pomodoro rileva se ha sete: -45% consumi acqua

Un sensore sulla pianta di pomodoro rileva se ha sete: -45% consumi acquaMilano, 8 lug. (askanews) – Un sensore applicato sul fusto delle piante di pomodoro per monitorarne la salute e comunicare direttamente agli agricoltori il fabbisogno di acqua. Uno strumento che nelle prime sperimentazioni ha portato a un risparmio idrico del 45% rispetto alle pratiche tradizionali. Sono i primi risultati della sperimentazione avviata da Mutti e dall’Istituto dei materiali per l’elettronica e il magnetismo del Consiglio nazionale delle ricerche attraverso il sensore Bioristor. Si tratta di un sensore che è in grado di monitorare in tempo reale la salute delle piante, analizzandone i processi fisiologici fondamentali e comunicando direttamente con gli agricoltori, grazie all’energia fotovoltaica e al sistema di connessione IoT. In questo modo si potranno ridurre il consumo idrico e migliorare la qualità delle produzioni agricole.


Il Bioristor è stato già utilizzato per monitorare il kiwi, la vite e il melo durante la stagione produttiva e, per la prima volta nel 2023, è stato impiegato in una sperimentazione congiunta tra Imem-Cnr e Mutti. Questa sperimentazione, condotta presso l’azienda Stuard di Parma, ha dimostrato l’efficacia del Bioristor nel migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua in condizioni di siccità estrema. Grazie a un protocollo irriguo basato sull’intelligenza artificiale, sviluppato dall’Imem-Cnr, è stato possibile ottenere un risparmio idrico del 45% rispetto alle metodologie convenzionali. A fronte di un leggero calo di resa di campo lorda, si è registrato un notevole aumento del Brix – parte solubile del pomodoro e indicatore della sua qualità – e della conformità dei prodotti. “L’agricoltura globale, responsabile del 70% del consumo di acqua dolce del pianeta, si trova di fronte a sfide sempre più pressanti a causa dei cambiamenti climatici in corso. Il progressivo aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni rendono cruciale l’adozione di nuove tecnologie per affrontare l’emergenza idrica – dichiara Massimo Perboni, direttore del servizio agricolo di Mutti – Il Bioristor offre un’opportunità senza precedenti nel nostro settore per monitorare e ottimizzare l’uso dell’acqua nelle nostre coltivazioni, contribuendo a garantire la qualità dei nostri prodotti in modo sempre più efficiente e responsabile”.


“La sperimentazione evidenzia il potenziale della tecnologia per migliorare l’efficienza delle risorse agricole, come l’acqua, e aumentare la sostenibilità del settore – dichiara Michela Janni, ricercatrice di Imem-Cnr – il Bioristor, insieme all’algoritmo di intelligenza artificiale, rappresenta un passo avanti nell’agricoltura di precisione, consentendo di massimizzare l’efficienza nell’irrigazione e ottenere produzioni di alta qualità anche in condizioni avverse”. Già dalla prossima campagna, l’obiettivo sarà perfezionare ulteriormente gli strumenti e l’algoritmo per garantire una gestione ottimale delle risorse idriche nei campi agricoli per poi ampliarne l’utilizzo su larga scala, contribuendo così a promuovere una maggiore sostenibilità ambientale ed economica nel settore agricolo.

Al via partnership tra Fao e Cimmyt per coltura tradizionali

Al via partnership tra Fao e Cimmyt per coltura tradizionaliRoma, 8 lug. (askanews) – Un’iniziativa per costruire sistemi agroalimentari resilienti basati su colture diversificate, nutrienti e adatte al clima grazie a nuova partnership tra la Fao e Cimmyt, un centro di ricerca Cgiar, che hanno firmato un memorandum d’intesa che istituisce una partnership per l’iniziativa Vision for Adapted Crops and Soils (VACS). Il partenariato congiunto svolgerà un ruolo fondamentale guidando gli sforzi per coordinare, far crescere e rafforzare il movimento VACS in un’ampia gamma di parti interessate pubbliche e private.


“Unendo le forze uniamo le nostre capacità collettive per creare un forte slancio e una piattaforma per far avanzare il VACS – ha detto il direttore generale della FAO QU Dongyu – che riunisce efficacemente i quattro aspetti migliori stabiliti nel quadro strategico della FAO 2022-2031: una migliore produzione, una migliore alimentazione, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno”. Lanciato nel 2023 dal Dipartimento di Stato americano in collaborazione con l’Unione Africana e la FAO, il movimento VACS mira a costruire sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti sfruttando le colture opportunità e costruendo suoli sani per migliorare la resilienza agricola ai cambiamenti climatici e migliorare le diete.


Colture tradizionali e ricche di nutrienti, come il sorgo, il miglio, il fagiolo dall’occhio e il fagiolo verde, sono vitali per la sicurezza alimentare e la nutrizione nel contesto dei cambiamenti climatici, ma finora hanno ricevuto poca attenzione. La partnership FAO-CIMMYT mira ad aumentare la produttività e la nutrizione delle aziende agricole.

Sigep: 11mila visitatori per la prima edizione di Sigep Asia

Sigep: 11mila visitatori per la prima edizione di Sigep AsiaRoma, 8 lug. (askanews) – Oltre 11.000 visitatori professionali e 320 marchi provenienti da più di 30 Paesi e regioni. Si è conclusa con successo la prima edizione di SIGEP Asia, che si è volto in concomitanza con la 5a edizione di Restaurant Asia, Speciality Food & Drinks Asia (SFDA), Speciality Coffee & Tea Asia (SCTA) e Food2Go e si è concluso lo scorso 28 giugno.


Gli eventi, che comprendono i settori F&B e Ho.Re.Ca., hanno riunito i principali operatori del settore, a livello asiatico e globale, e hanno ospitato eventi collaterali come il RAS Leadership Symposium e seminari, masterclass e degustazioni con chef italiani. Ha partecipato un gruppo eterogeneo di espositori, che includeva sia importanti operatori di fama mondiale sia interessanti produttori artigianali, i quali hanno presentato i propri prodotti e le tecnologie per la ristorazione. Nei padiglioni dedicati alle collettive, hanno esposto Paesi come l’Italia, il Kuwait, la Cina, la Malesia, il Giappone e il Messico.


Le principali aziende tecnologiche presenti nel Technology & Innovation Pavilion hanno presentato, inoltre, le loro tecnologie per la ristorazione che aiuteranno il settore a incrementare l’efficienza operativa, a migliorare l’esperienza dei clienti e a lavorare per un futuro più sostenibile. L’evento ha goduto della partnership strategica di Agenzia ICE – che ha partecipato all’evento con una Lounge dedicata ad accogliere la clientela italiana – e dell’Ambasciata d’Italia a Singapore e della Camera di Commercio Italiana di Singapore, che si sono impegnate a promuovere futuri eventi, a facilitare future opportunità di networking, a invitare i buyer e a favorire un più profondo scambio culturale.

Si allarga mobilitazione agricoltori Coldiretti contro cinghiali

Si allarga mobilitazione agricoltori Coldiretti contro cinghialiRoma, 8 lug. (askanews) – Si allarga la protesta contro i cinghiali degli agricoltori della Coldiretti, che scendono in piazza dal Molise alla Basilicata fino alla Liguria, per ottenere dalle Regioni i piani di contenimento necessari a porre un freno all’invasione dei branchi di selvatici.


Domani, martedì 9 luglio, manifestazioni a Campobasso, davanti alla sede del Consiglio regionale, in via IV Novembre, e a Potenza, di fronte al palazzo della Regione in via Verrastro. Mercoledì 10 luglio a scendere in piazza a Genova saranno gli agricoltori liguri. Appuntamento in piazza De Ferrari davanti agli edifici della Regione alle 10.30.

Uci chiede azioni urgenti contro specie aliene invasive

Uci chiede azioni urgenti contro specie aliene invasiveRoma, 8 lug. (askanews) – Azioni urgenti per proteggere le nostre specie autoctone minacciate dalle specie aliene invasive. E’ quanto chiede in una nota il presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (Uci), Mario Serpillo, che richiama l’attenzione sull’allarmante velocità di diffusione delle specie aliene rispetto a quelle autoctone, evidenziata da un recente studio pubblicato su Annual Reviews of Ecology, Evolution and Systematics.


“L’invasione delle specie aliene, favorita dalle rotte commerciali e dai cambiamenti climatici, rappresenta una minaccia crescente per i nostri ecosistemi e l’economia agricola. Queste specie, come la cimice asiatica e il granchio blu – argomenta Serpillo – ed altre insidiosissime di più recente rilevazione, si stanno diffondendo ad una velocità impressionante, mettendo a rischio la biodiversità e la sostenibilità delle nostre colture”. La ricerca mostra chiaramente che le specie autoctone non possono competere con la rapidità di espansione delle specie invasive senza un aiuto umano. “È fondamentale – dice Serpillo – che iniziamo a considerare e implementare la migrazione assistita per le nostre specie native. Questa pratica potrebbe permettere loro di spostarsi in ambienti più favorevoli, garantendo la loro sopravvivenza di fronte ai cambiamenti climatici e alla pressione delle specie aliene”.


“Chiediamo al Governo e alle Istituzioni competenti di intervenire con estrema celerità e determinazione – conclude – Devono essere messi in atto programmi di monitoraggio e controllo delle specie invasive, nonché misure per supportare la migrazione assistita delle specie autoctone”.

Comm. Ue approva iscrizione suini di Segovia in registro Igp

Comm. Ue approva iscrizione suini di Segovia in registro IgpRoma, 8 lug. (askanews) – La Commissione Europea ha approvato l’aggiunta del “Cochinillo de Segovia” dalla Spagna nel registro delle indicazioni geografiche protette (IGP) e del vino Twente dei Paesi Bassi nel registro delle denominazioni di origine protetta (DOP).


Il “Cochinillo de Segovia” è la carne di suini nati nella provincia di Segovia e nel distretto di La Moraña, in Spagna. Ha cotenna bianca e carne rosa. Un’altra caratteristica è che i suinetti vengono nutriti esclusivamente con il latte materno. Negli anni ’60 e ’70 il maialino da latte divenne un pilastro della gastronomia segoviana, divenendo poi famoso in tutto il mondo. Il vino Twente invece viene prodotto nella regione del Twente, nell’est dei Paesi Bassi. Tutti gli aspetti del terroir, del clima, dell’ubicazione, della gestione del suolo e del vigneto, nonché del processo di vinificazione, contribuiscono alla qualità del vino.


Il contributo umano, come la selezione delle varietà, il metodo di coltivazione utilizzato (massimo utilizzo della luce solare, diradamento dei grappoli), la gestione della vendemmia (controllo del livello di zucchero, dell’acidità e degli aromi) e le pratiche di vinificazione (fermentazione a freddo, invecchiamento in botti di legno), è un ulteriore aspetto che, insieme al terreno e al clima, consente di produrre i vini di qualità specifici del Twente.

Morto a 90 anni Benito Nonino, l’uomo che ha riscattato la grappa

Morto a 90 anni Benito Nonino, l’uomo che ha riscattato la grappaMilano, 8 lug. (askanews) – E’ morto nella notte a 90 anni Benito Nonino, colui che insieme alla moglie Giannola ha riscritto la storia della grappa legando per sempre a questo distillato il suo cognome. Benito nasce a Percoto, in provincia di Udine, il 6 febbraio 1934 ma presto rimane orfano di padre. Crescerà con la madre, la prima donna riferimento nella passione della sua vita, quella per la distillazione. La seconda sarà sua moglie Giannola, anima di una svolta storica per il riscatto della della grappa: la produzione da monovitigno Picolit, datata dicembre 1973. Quell’esperimento diventò un successo grazie anche alla intraprendenza di Benito e della moglie che inviarono una bottiglietta di grappa a noti personaggi e imprenditori, a iniziare dall’avvocato Agnelli. Di lì l’ascesa della grappa Nonino entrata nella lista degli spirits dei più prestigiosi ristoranti del mondo e che nel 2019 è valsa il riconoscimento di miglior distilleria al mondo a questa azienda di famiglia, oggi alla quinta generazione con le figlie di Benito, Cristina, Antonella ed Elisabetta, alla guida.


(foto tratta dal sito grappanonino.it)

Il 24 luglio il rapporto Fao su stato sicurezza alimentare

Il 24 luglio il rapporto Fao su stato sicurezza alimentareRoma, 8 lug. (askanews) – L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) pubblicherà il 24 luglio il rapporto annuale sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo (SOFI), in occasione di un evento speciale a margine dell’Alleanza globale del G20 contro la fame e la lotta alla fame.


L’edizione 2024 del rapporto presenterà gli ultimi aggiornamenti sulla sicurezza alimentare e sulla situazione nutrizionale a livello mondiale, comprese le stime aggiornate dei costi e dell’accessibilità economica delle diete sane. Il tema del rapporto “Finanziamenti per porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e a tutte le forme di malnutrizione” esplora i livelli attuali e le lacune nei finanziamenti per la sicurezza alimentare e la nutrizione e fornisce indicazioni su opzioni di finanziamento innovative per affrontare le principali cause dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione e dei sistemi agroalimentari. trasformazione necessaria per liberare il mondo dalla fame e dall’insicurezza alimentare (SDG Target 2.1) e dalla malnutrizione in tutte le sue forme (SDG Target 2.2) entro il 2030.

Il whiskey nasce in Irlanda, lo dice un manoscritto di 700 anni fa

Il whiskey nasce in Irlanda, lo dice un manoscritto di 700 anni faRoma, 8 lug. (askanews) – Anticamente si chiamava Uisce Beatha (pronuncia, ìsc-ke baha), espressione che in gaelico irlandese vuol dire “acqua di vita” e leggendo queste due parole con la corretta pronuncia non è difficile capire come sia alle origini della pronuncia corrente della parola whiskey.


E quella che forse poteva sembrare solo una suggestione, ovvero che il whiskey nasce in Irlanda, è adesso avvalorata anche da un manoscritto del XIV secolo, famoso per contenere una delle prime descrizioni della distillazione del whiskey, da poco esposto nella Cattedrale di St Canice, a Kilkenny, nell’Ireland’s Ancient East. È noto con il nome Red Book of Ossory, dal colore della sua rilegatura in pelle, ed è un importante registro episcopale della cattedrale di St Canice, redatto in Irlanda nel 1324 (da Richard de Ledrede che servi come vescovo di Ossory) ovvero 170 anni delle prime registrazioni scritte in Scozia.


Il volume è rinomato a livello internazionale perché racchiude informazioni importanti come documenti di interesse legale e le disposizioni della Magna Carta. Contiene anche una delle prime ricette attestate per la distillazione del whisky: fa riferimento, appunto, a una sostanza chiamata aqua vitae, espressione latina che in gaelico irlandese divenne appunto uisce beatha, da cui deriva la parola whiskey. Anche se questo documento sembra proprio essere il primo riferimento scritto alla distillazione del whiskey in Irlanda, si ritiene che il processo di distillazione sia stato introdotto sull’isola da alcuni monaci addirittura tra l’ottavo e l’undicesimo secolo. Indipendentemente dal modo in cui è iniziata, la distillazione del whiskey in Irlanda è cresciuta fino a farlo diventare un prodotto di livello, importante per l’economia e famoso in tutto il mondo, e accanto a colossi come, per esempio Jameson e Bushmills, in Irlanda del Nord, in tutta l’isola sono fiorite eccellenti distillerie artigianali, che hanno aperto i battenti arricchendo la varietà del whiskey irlandese.

Da Agribologna risposte green alle sfide dell’ortofrutta

Da Agribologna risposte green alle sfide dell’ortofruttaRoma, 8 lug. (askanews) – Migliorare e stabilizzare il reddito delle imprese agricole utilizzando strumenti, tecnologie, tecniche e innovazioni “green” oggi disponibili sul mercato, a partire dalle coltivazioni fuori suolo. L’obiettivo finale è concreto: ottenere un incremento del 5% del reddito delle imprese agricole attraverso l’utilizzo di nuove strategie e tecnologie a basso impatto ambientale.


È questo l’obiettivo di RED.ORT, progetto che il Consorzio Agribologna ha condotto negli ultimi due anni in collaborazione con Ri.Nova, il CREA-OFA e Agronica Group. Un percorso lungo e articolato, svoltosi nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.2, che ha visto coinvolte in maniera diretta diverse aziende socie di Agribologna, protagoniste dell’innovazione e dell’ammodernamento dei propri processi produttivi. Al centro del Piano di innovazione, cinque elementi ritenuti strategici per il rinnovamento delle aziende agricole: lo sviluppo delle produzioni fuori suolo, la riduzione del consumo idrico, l’incremento della capacità contrattuale del Consorzio Agribologna in fase di vendita, la creazione di una catena informativa aziendale attraverso una raccolta digitalizzata delle operazioni produttive e il coinvolgimento dei consumatori attraverso un programma di educazione alimentare.


“Attraverso questo progetto il Consorzio Agribologna ha avviato un piano di innovazione che tocca ogni componente del reddito d’impresa delle proprie aziende agricole – spiega Stefania Delvecchio, responsabile di progetto per conto di Ri.Nova – dalle pratiche agronomiche in campo fino alla raccolta e all’elaborazione dei dati di tutti gli anelli della filiera, passando per la contrattazione in fase di vendita per finire alle azioni di comunicazione nei confronti del consumatore”. Per raggiungerlo, a una prima fase dedicata alla selezione dei settori e degli strumenti su cui investire ne è seguita una seconda per verificare l’adeguatezza tecnico-scientifica degli strumenti stessi. Una serie di test e sperimentazioni che hanno preso forma all’interno di aziende agricole socie di Agribologna specializzate nella produzione ortofrutticola. “Le coltivazioni fuori suolo – sottolinea Gianluca Baruzzi del CREA-OFA e responsabile scientifico di RED.ORT – sono in costante sviluppo e ad oggi si stima che occupino in Italia tra il 4% e il 10% della superficie ricoperta da serre”.


Nell’ambito del progetto sono state quindi studiate nuove tipologie di coltivazioni fuori suolo da adottare per la lattuga e la fragola, produzioni di forte interesse commerciale per Agribologna, e per il pomodoro. I vantaggi legati all’introduzione delle coltivazioni fuori suolo sono diversi ma anche le criticità non vanno sottovalutate: tra queste pesano gli elevati costi per la predisposizione e la gestione dell’impianto, oltre alla necessità di disporre di acqua di buona qualità e alla cura che necessitano le piante per evitare il rischio di asfissia radicale. “La coltivazione fuori suolo potrebbe far aumentare la produzione di fragola e lattuga del 20% – ha detto Franco Linguerri, presidente del Consorzio Agribologna – che stando ai numeri di Agribologna significherebbe passare dagli attuali 2,5 milioni di kg di lattuga a circa 3 milioni e dai 50 mila kg di fragole a 60 mila. Prevedendo un risvolto positivo del progetto su circa il 30% delle produzioni è inoltre possibile stimare un aumento dei ricavi intorno all’1%, quantificabile in un beneficio economico di 600 mila euro. Il tutto riducendo al contempo l’impatto ambientale”.