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Agrintesa: in 2022-23 bilancio consolidato gruppo 359 mln (+11%)

Agrintesa: in 2022-23 bilancio consolidato gruppo 359 mln (+11%)Roma, 26 ott. (askanews) – Un bilancio consolidato di gruppo che raggiunge i 359 milioni di euro (+11%), un patrimonio netto a 140 milioni con risultati positivi sia per il reparto ortofrutticolo che per quello vitivinicolo e un valore della produzione che si attesta a 323 milioni di euro. E’ stato approvato ieri all’unanimità dalle assemblee separate dei soci il bilanci di Agrintesa relativo dell’esercizio 2022-2023 (chiuso al 30/4/2023).

Tornano a crescere gli investimenti che superano quota 15 milioni, dopo la contrazione registrata nel biennio precedente e legata alla riduzione dei volumi conferiti dai soci colpiti da avversità climatiche senza precedenti. Sul fronte energetico, l’esercizio 2022/2023 ha visto l’implementazione degli impianti fotovoltaici sugli stabilimenti della cooperativa, con l’obiettivo di raggiungere una potenza superiore ai 9.500 KW e coprire circa il 30% del fabbisogno energetico di Agrintesa attraverso fonti rinnovabili e pulite.

Sul fronte dei conferimenti, le difficoltà produttive legate agli effetti del cambiamento climatico nel 2022 sono state meno rilevanti dei due difficili anni precedenti e del pesantissimo 2023 che la cooperativa e i propri soci stanno affrontando: in questo contesto, il bilancio approvato ha attestato il conferimento dei soci a una prevalenza del 93,3% dei volumi complessivi gestiti, pari a 248.000 tonnellate per il comparto ortofrutticolo e 156.000 per quello vitivinicolo.

Filiera olio, da Emilia Romagna 658mila euro per ammodernamento

Filiera olio, da Emilia Romagna 658mila euro per ammodernamentoRoma, 26 ott. (askanews) – Un finanziamento di 658mila euro per contributi a fondo perduto alle imprese della filiera olearia dell’Emilia Romagna. Tra le novità del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) ci sono anche interventi per l’ammodernamento dei frantoi con l’obiettivo di un miglioramento complessivo della qualità dell’olio extra-vergine d’oliva e della filiera olivicolo-olearia e una maggiore efficienza energetica degli impianti.

Il bando rientra nel finanziamento dell’Unione europea-Next Generation Eu, con un riparto di 500 milioni complessivi a livello nazionale, di cui 400 milioni di fondo per la meccanizzazione e 100 milioni per i frantoi. I contributi saranno pari al 65% dell’importo dei costi di investimento ammissibili. Nel caso di imprese condotte da giovani agricoltori la percentuale di aiuto sale all’80%. Le proposte di investimento dovranno andare da un minimo di 30mila euro a un massimo di 300mila. “L’Emilia-Romagna ha aree di olivicoltura interessanti – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – come dimostrano le produzioni Dop Brisighella e Colline di Romagna e vede crescere di anno in anno sia le superfici coltivate a olivo sia la cultura della qualità dell’olio extravergine di oliva. L’occasione del bando Pnrr va nella direzione di un rinnovo delle tecnologie dei frantoi, per una maggiore sostenibilità degli impianti di lavorazione e valorizzazione delle produzioni”.

Lollobrigida: restiamo critici su come è stato redatto Pnrr

Lollobrigida: restiamo critici su come è stato redatto PnrrRoma, 26 ott. (askanews) – “Siamo critici su come è stato redatto il Pnrr, questi soldi per due terzi ci vengono prestati e non regalati, e vanno spesi bene. Nella sua redazione c’è stato l’errore di noon avere ascoltato i corpi intermedi e gli amministratori locali”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla assemblea dell’Anci a Genova.

Per il ministro è stato un errore “dire che l’elemento portante era quello di ottenere più soldi possibili e cercare di spenderli nel modo più veloce possibile. Se si fosse cercato di capire come spenderli nel modo migliore non ci saremmo trovati oggi a fare delle modifiche”, ha aggiunto precisando che “le misure si valutano dalla loro attrazione: noi ci siamo trovati di fronte a misure con partecipazione ai bandi molto scarne e altre molto partecipate, e su queste abbiamo ritenuto fare delle correzioni”. “La logistica è essenziale – ha poi proseguito Lollobrigida – quella italiana è frammentata e aggrava i costi di produzione rendendo le nostre merci meno competitive sul piano internazionale. Per questo – ha detto – nel Pnrr ci sarebbe dovuto essere un intervento più massiccio sulla logistica”.

Secondo il ministro, infatti, le infrastrutture “sono fondamentali per abbassare i costi di produzione e di logistica o perderemo la sfuda del futuro. Nella programmazione non possiamo pensare solo alle emergenze che sono sempre di più, ogni giorno c’è una criticità nel mio settore. L’emergenza è un elemento su cui riflettere, l’altro è una visione strategica, ovvero come realizzare una corretta pianificazione”.

Assica, Isit e Ivsi: riforma Ig successo del sistema Italia

Assica, Isit e Ivsi: riforma Ig successo del sistema ItaliaRoma, 26 ott. (askanews) – Un successo del sistema Italia e un risultato per nulla scontato. Assica – associazione industriali delle carni e dei salumi), Isit – istituto salumi italiani tutelati e Ivsi – istituto valorizzazione salumi italiani, in una nota esprimono soddisfazione sia per l’accordo politico interistituzionale raggiunto il 24 ottobre scorso in merito alla riforma del regolamento UE sulle indicazioni geografiche, sia per aver ottenuto che nei criteri di aggiudicazione dei fondi promozione UE per l’anno 2024 fosse stralciato un nuovo sotto criterio per i programmi rivolti al mercato interno dell’UE che discriminava le carni rosse e trasformate.

«Sono sicuro che senza il lavoro del Masaf e di Paolo De Castro non sarebbe stato possibile ottenere un accordo politico su un così grande pacchetto di proposte di emendamento che migliorano considerevolmente la proposta della Commissione europea. Siamo convinti che un tale “modus-operandi” possa essere ripetuto sempre più spesso in futuro fino a diventare la normalità operativa del nostro Governo”, commenta Pietro D’Angeli, presidente di Assica. Per il presidente di Isit Lorenzo Beretta “il risultato va al di là di ogni più rosea aspettativa, tenendo conto delle difficoltà di un negoziato che ha visto, specialmente in Consiglio, la maggior parte degli Stati Membri ostili al sistema delle Indicazioni geografiche UE. L’accordo politico conferma non solo la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea ma anche un sistema senza eguali nel mondo”.

“Per quanto riguarda i criteri dei fondi UE per la promozione dei prodotti agro-alimentari UE – ha concluso Francesco Pizzagalli, presidente di Ivisi – il lavoro del Masaf ha fatto in modo che prevalesse un approccio volto a evitare discriminazioni preconcette tra prodotti, propositivo e di sostegno per tutte le produzioni che dimostrano un impegno verso la sostenibilità”.

Manifestazione Cia a Roma: in 2000 contro costi produzione

Manifestazione Cia a Roma: in 2000 contro costi produzioneRoma, 26 ott. (askanews) – Oltre duemila gli agricoltori di Cia scesi stamattina in piazza Santi Apostoli a Roma e per vie del centro con cartelli e bandiere verdi per protestare contro una crisi che, dal campo alla tavola, sta portando i prezzi alle stelle e rendendo gli agricoltori più poveri. Cia chiede con urgenza “quel piano agricolo nazionale sempre annunciato e mai realizzato, che rimetta al centro l’impresa e il suo reddito”.

“Noi non siamo il problema, ma la soluzione!”, ha ripetuto più volte dal palco il presidente nazionale, Cristiano Fini, rivendicando il ruolo chiave del settore, anche nella transizione green. “A dispetto di tutte le fake news – ha detto Fini – gli agricoltori non inquinano, rispettano da anni gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i loro profitti; producono energie alternative e non sprecano acqua, ma la usano per produrre cibo di qualità. Senza agricoltura, il Made in Italy non può esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie”. La crisi è evidente nei vari comparti agricoli: l’ortofrutta è in ginocchio, con un taglio del 40% della produzione. Il vino Made in Italy ha perso in media il 12% quest’anno. Anche la zootecnia è in sofferenza, con un 2023 inaugurato dal calo del 30% della produzione di carne bovina e continuato con il proliferare della peste suina.

E mentre i listini dei cereali sono in caduta libera (-40%), “il carrello della spesa si fa più pesante con l’inflazione, che fa esplodere il divario – sottolinea Cia – tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli sugli scaffali dei supermercati. Oggi un produttore prende 35 centesimi per un chilo di grano duro, mentre un pacco di pasta costa 2,08 euro, con un aumento del 494% dal campo alla tavola”. Stessa dinamica sul latte: all’allevatore vanno 52 centesimi al litro, ma il consumatore per comprarlo spende 1,80 euro (+246%).

Nestlé in Italia: nel 2022 erogate oltre 84mila ore di formazione

Nestlé in Italia: nel 2022 erogate oltre 84mila ore di formazioneMilano, 26 ott. (askanews) – Nel 2022 il gruppo Nestlé in Italia ha erogato oltre 84mila ore di formazione in aula alle sue persone, coinvolgendo i dipendenti di tutte le fasce d’età e ruoli aziendali. Più della metà della formazione (51,5%) è stata dedicata a rafforzare le competenze soft, funzionali e di leadership, che variano in base alle necessità delle diverse aree di business (es. skills trasversali, specifiche funzionali, leadership, linguistiche) con focus sull’ambito digital/innovation. Complessivamente, circa il 40% è stato invece destinato al tema salute & sicurezza (22,8%), un ambito su cui Nestlé pone particolare attenzione, e alla formazione aziendale di compliance, tra codice etico, diritti umani e sostenibilità ambientale (17,6%). Inoltre, il gruppo ha scelto di porre una costante attenzione al miglioramento professionale delle persone delle fabbriche con percorsi formativi ad hoc per ogni fabbrica che mirano ad aumentare consapevolezza e competenze in ambito tecnico, digitale e su temi di sostenibilità.

L’impegno di Nestlé per la formazione prevede anche la collaborazione con altre aziende. Quest’anno è stato lanciato il Next gen days, il programma dell’Advisory board investitori esteri di Confindustria che ha l’obiettivo di potenziare le skills professionali e la leadership di giovani talenti aziendali. Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in Abie che hanno aderito all’iniziativa, selezionando ciascuna due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto e impegnandosi a ospitare a rotazione le sessioni formative. Il 19 e 20 settembre è stato il turno di Nestlé, che ha accolto presso il proprio headquarter di Assago 30 ragazzi e ragazze che si sono confrontati su cosa significhi leadership oggi e quali siano le competenze chiave per diventare i leader del futuro. Le due giornate di formazione si sono concluse con una visita on-site presso lo stabilimento Nestlé di S. Pellegrino, nella Bergamasca. “La formazione e la crescita professionale delle nostre persone costituiscono il cuore della filosofia aziendale di Nestlé. Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente e, in questo contesto, oltre alle competenze tecniche, sono le soft skills a rivestire un ruolo sempre più cruciale, quali la capacità di lavorare sia in gruppo che in autonomia, di gestire lo stress e il problem solving” – ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia e coordinatore dell’osservatorio Abie – Siamo convinti che il rafforzamento delle competenze interne debba però essere affiancato anche da un’apertura e da una condivisione con l’esterno, ad esempio collaborando con altre imprese, startup e università. Si tratta di un modello di business sempre più adottato dalle imprese internazionali, che si distinguono proprio per la maggiore propensione a investire nella ricerca e nella formazione, e che ci offre l’importante opportunità di mettere a disposizione dell’intero Paese competenze e conoscenze”.

Per le multinazionali il capitale umano è una leva decisiva per lo sviluppo del business. Stando al report “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”, redatto dall’Osservatorio imprese estere di Abie e Luiss, il 90% delle imprese a capitale estero investe sulla formazione dei propri collaboratori, percentuale che invece si ferma al 69% per quanto riguarda le altre imprese residenti sul territorio italiano. Anche se si guarda al tasso di partecipazione a questi percorsi di crescita professionale, si può notare che le imprese internazionali rappresentino una best practice, dal momento che il 63% dei loro dipendenti viene coinvolto in queste attività di formazione, dato che invece si attesta al 48% per le altre imprese.

Gruppo Montenegro ottiene la certificazione per la parità di genere

Gruppo Montenegro ottiene la certificazione per la parità di genereMilano, 26 ott. (askanews) – Gruppo Montenegro ha ottenuto la certificazione per la parità di genere Uni/PdR 125:2022, diventando la prima azienda in Italia del comparto spirit e tra le prime del settore industrie alimentari e delle bevande a ottenere questo riconoscimento, che attesta l’impegno delle aziende a supporto dell’empowerment femminile e contro stereotipi e discriminazioni negli ambienti di lavoro. Un traguardo che permette inoltre a Gruppo Montenegro di entrare nel novero delle circa 100 aziende certificate in Emilia-Romagna.

“Valorizzazione della diversità e rispetto per tutte le persone, equità remunerativa, pari accesso alle opportunità di carriera per tutti i generi e tutela della genitorialità – ha dichiarato Cristina Danelatos, human resources director di Gruppo Montenegro – sono solo alcuni degli aspetti su cui l’azienda si è concentrata negli ultimi anni, avviando un percorso virtuoso per creare un ambiente di lavoro equo, inclusivo e paritario. Questa importante certificazione rappresenta il coronamento di un più grande progetto di gender equality interno all’azienda che ci ha già consentito di raggiungere un grado di occupazione paritario tra i circa 400 dipendenti (50% donne, 50% uomini) e di garantire la sostanziale equità retributiva e di promozioni tra i generi. In futuro continueremo a investire per costruire una cultura sempre più inclusiva, affinché non ci siano carriere inaccessibili per le donne”. In tal senso, sono già state introdotte in azienda sia diverse misure di conciliazione tra vita privata e lavoro, sia misure che favoriscano la ridistribuzione tra donne e uomini del lavoro di assistenza e di cura. Gruppo Montenegro ha introdotto anche soluzioni per promuovere comportamenti improntati al rispetto, a cominciare dall’iniziativa contro le molestie e la violenza, “Tutti per uno #mezzipertutte”, sviluppata in collaborazione con l’associazione no-profit RoadTo50.

Cia in piazza, Fini: agricoltori italiani sempre più poveri

Cia in piazza, Fini: agricoltori italiani sempre più poveriRoma, 26 ott. (askanews) – “I prezzi sugli scaffali sono sempre più alti, ma gli agricoltori italiani sono sempre più poveri. Le aziende agricole non lavorano sottocosto”. Lo ha detto il presidente di Cia, Cristiano Fini, durante la manifestazione organizzata a Roma dalla associazione agricola che oggi è scesa in piazza a Santi Apostoli a Roma con oltre 2000 agricoltori da tutte le regioni d’Italia e tante bandiere verdi gridando lo slogan “Senza reddito non c’è futuro”.

L’azione di sensibilizzazione nel cuore della Capitale mira a rimettere al centro l’impresa agricola e il suo reddito, per tutelare il futuro dei produttori di fronte alle grandi emergenze e alle sfide globali che toccano il settore primario e il Paese intero. “Crisi di mercato e concorrenza estera, filiere e manodopera, aree interne e fauna selvatica, risorse idriche e consumo di suolo, ambiente e fake news sono i temi chiave che Cia sta portando oggi in piazza nell’interesse della salute pubblica, dei territori, della sovranità alimentare e del Paese”.

La spesa anti-spreco di Babaco arriva in Liguria

La spesa anti-spreco di Babaco arriva in LiguriaMilano, 26 ott. (askanews) – La spesa anti-spreco di Babaco market arriva per la prima volta in Liguria e si espande in nuove province di Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana. Il servizio di consegna a domicilio di prodotti alimentari ancora buoni ma scartati dalla grande distribuzione ha annunciato l’arrivo in altre 12 città italiane: Genova in Liguria, Treviso, Venezia, Rovigo in Veneto, Alessandria, Asti, Biella e Cuneo in Piemonte, Rimini e Forlì – Cesena in Emilia Romagna e Pisa e Pistoia in Toscana.

Con questa espansione, Babaco Market arriva per la prima volta anche in Liguria e consolida la sua presenza in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, raggiungendo così 7 regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto), oltre 2.900 comuni e 45 province. Secondo i dati dell’Osservatorio sullo spreco alimentare e la spesa sostenibile 2023, commissionato da Babaco Market a BVA-Doxa. risulta una forte consapevolezza degli italiani in merito al tema dello spreco alimentare globale: il 96% dei rispondenti, infatti, dichiara di averne una chiara percezione e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno. È, inoltre, elevata la percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare: 9 italiani su 10 ritengono che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare, reso chiaro agli occhi della popolazione a seguito dei recenti disastri avvenuti anche sul territorio italiano. Dall’indagine 2023 emerge, infine, un interesse molto positivo nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile: 2 italiani su 3 gradirebbero particolarmente fare una spesa antispreco e sostenibile.

Babaco Market collabora con una selezione di oltre 100 produttori presenti su tutto il territorio nazionale che forniscono quotidianamente prodotti da dispensa e frutta e verdura provengono da filiere sostenibili e trasparenti e da aziende che generano un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. “Babaco Market è una realtà in continua evoluzione che si posiziona sempre più come game changer dell’e-grocery antispreco – commenta Francesco Giberti, Ceo e founder di Babaco Market – Siamo lieti di annunciare il nostro arrivo in Liguria e in ben 11 nuove province del territorio nazionale: dove offriamo un’opportunità innovativa e pratica per una spesa più sostenibile sia a livello ambientale, sia a livello sociale”.

Dalla ricerca Crea progetto per filiera brassicola 100% italiana

Dalla ricerca Crea progetto per filiera brassicola 100% italianaRoma, 26 ott. (askanews) – Una filiera brassicola al 100% italiana, con orzo e luppolo da colture sostenibili, per dare vita a birre aromatiche, a basso tenore alcolico e amiche dell’ambiente. Questi gli obiettivi principali del progetto triannale “LOB.IT “Luppolo, Orzo, Birra: biodiversità Italiana da valorizzare”, coordinato dal Crea e finanziato dal Masaf, che sarà presentato oggi a Roma.

Primo obiettivo, l’introduzione di genetiche italiane per le materie prime di uso brassicolo e la possibilità di individuare lieviti, appartenenti al genere Saccaromyces, in grado di connotare territorialmente le produzioni birrarie italiane. Inoltre, si mira ad una filiera realmente sostenibile e innovativa (dalla tecnica colturale ai processi, fino al prodotto) e partecipata, con misure di accompagnamento che permettano azioni di networking tra le imprese e i sistemi produttivi. La tecnologia sarà la chiave per la valorizzazione in chiave sostenibile della filiera, focalizzata sullo studio di ecotipi locali di luppolo e di incroci legati al territorio, che necessitino di minori input per la crescita, con una migliore sostenibilità ambientale ed economica, e sulla riduzione dell’incidenza delle malattie virali in luppolo, tramite l’utilizzo di germoplasma controllato, ottenibile da risanamento e da selezione sanitaria.

Si lavorerà per aumentare la disponibilità di varietà italiane di orzo distico, l’orzo da birra per eccellenza, di alta qualità e produttività, per lo sviluppo di micro-filiere tra agricoltori, micro-maltatori e micro-birrifici e per selezionare le varietà di questo cereale più adatte per ogni areale. Lo scopo è arrivare a materie prime da genetica italiana, tramite l’adozione di modelli virtuosi per la gestione della filiera e alla ricerca di lieviti spontanei legati al territorio e in grado di influenzare positivamente il profilo metabolico e il grado alcolemico del prodotto finale: potrebbero svolgere un ruolo importante sia nella produzione di birre aromatiche, sia in quella di birre a basso tenore alcolico.