Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ita.Bio: cresce in Europa l’export del biologico made in Italy

Ita.Bio: cresce in Europa l’export del biologico made in ItalyRoma, 7 mar. (askanews) – Cresce l’export di prodotti biologici Made in Italy nel mondo. Nel 2023 si registra un aumento a valore del +8% sul 2022, con un peso del biologico sull’export agroalimentare italiano del 6%. Relativamente all’Europa, la Germania si conferma al primo posto assoluto come mercato di destinazione dei prodotti BIO italiani sia per quanto riguarda il food (il 69% delle aziende intervistate esporta bio in questo mercato) sia per il wine (il 66%).


Al secondo posto si colloca il Benelux, con il 39% delle aziende food e il 52% di quelle vitivinicole presenti in questo mercato, seguito a ruota dai Nordics, rispettivamente con il 31% e il 52%. Il Benelux, assieme a Germania e Nordics, viene nuovamente citato dalle imprese tra i mercati europei che presentano le maggiori prospettive di crescita per i prodotti biologici italiani. Sono i risultati del focus effettuato da ITA.BIO, la prima piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da Ice Agenzia e FederBio, che ha previsto un approfondimento proprio sui Paesi dell’area Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo).


L’analisi presentata oggi in occasione del webinar “Internazionalizzazione del BIO Made in Italy: focus Benelux” ha confermato che il trend del settore biologico è positivo nel lungo periodo su tutti i Paesi considerati: i Paesi Bassi contano oltre 1,4 miliardi di euro di vendite di prodotti biologici nel 2022 (+81% rispetto al 2012) e rappresentano il primo mercato europeo per import di prodotti bio. In Belgio il bio sfiora il miliardo, con una variazione a tre cifre negli ultimi dieci anni (+144% nel 2022 rispetto al 2012). Il Lussemburgo, seppur con una quota di mercato evidentemente più ridotta (164 milioni di euro), è il Paese dell’area con l’incidenza del bio sul totale della spesa alimentare più elevata (8% rispetto al 4% del Belgio e il 4% dei Paesi Bassi) e la spesa pro-capite per prodotti alimentari bio più rilevante (259 euro a persona, contro gli 81 euro dei Paesi Bassi e gli 84 euro del Belgio).

Cia: import cereali minaccia produzione made in Italy

Cia: import cereali minaccia produzione made in ItalyRoma, 7 mar. (askanews) – La massiccia importazione di frumento da Paesi come Turchia, Russia e Ucraina, rappresenta un’ulteriore e seria minaccia per le produzioni Made in Italy. Crollano i prezzi all’origine e le semine nazionali sono al minimo storico. Serve maggiore trasparenza sui mercati e il riconoscimento dei costi ai cerealicoltori. Così in una nota Cia-Agricoltori Italiani, ricordando le richieste già avanzate al Governo e sempre più in allarme per le sorti di un settore già costretto a lavorare in perdita e senza strumenti adeguati per uscire dalla crisi.


Per l’ennesima volta, Cia fa riferimento all’inconcepibile mancata istituzione del registro telematico sulle giacenze dei cereali, Granaio Italia, importante in termini di maggiore trasparenza e la cui entrata in vigore viene continuamente rinviata. Così come si attende da tempo uno strumento che certifichi i costi di produzione per definire, in modo chiaro, anche i termini di contrattazione. L’Italia, ricorda Cia, importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. Eppure, nonostante la carenza di prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre più mortificanti per gli agricoltori. Oggi, considerando le ultime quotazioni sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto a una produzione lorda vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga superiori ai 1.400 euro a ettaro.


Non solo, i primi dati Cia sulle nuove semine segnalano un preoccupante calo delle superfici coltivate a grano duro di circa 130 mila ettari. Anche a causa dei cambiamenti climatici, si prospettare per il Paese un raccolto tra i più bassi di sempre. E la situazione non è differente per il grano tenero e il mais. “Non è pensabile andare avanti senza politiche di contenimento da parte dell’Europa – dice il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – le aziende stanno abbandonando le colture. Le istituzioni tutte agiscano rapidamente, il Governo ci dia risposte immediate rispetto alle istanze presentate da troppo tempo, con un documento concreto di proposte, una mobilitazione in piazza e una petizione online ‘salva-grano’ Made in Italy, che supera le 75mila firme. Non si trascurino ancora i rischi economici, sociali e ambientali di questa crisi, non solo per il comparto cerealicolo, ma per l’intero Paese”.

Federpesca: da Masaf segnale positivo sui limiti a pesca sportiva

Federpesca: da Masaf segnale positivo sui limiti a pesca sportivaRoma, 7 mar. (askanews) – E’ stato apprezzato da Federpesca il provvedimento del Masaf che ha ridotto da 200 a 50 il numero massimo degli ami dei palangari utilizzati su imbarcazioni da diporto dai pescatori ricreativi e sportivi. Un’attività “che poco aveva a che fare con la pesca ricreativa e che utilizzava attrezzature proprie della pesca professionale eludendo i controlli delle autorità marittime e spesso vendendo illegalmente il prodotto pescato e facendo così concorrenza sleale alle imprese della pesca”, spiega Federpesca in una nota.


In un momento in cui la pesca professionale è in crisi e la tutela dei mari e delle risorse è a rischio, “riteniamo corretta una stretta sulla pesca ricreativa e sportiva volta a contenere un eccessivo prelievo delle risorse ittiche da parte di chi non vive di questo mestiere e non ha il duro compito di garantire reddito e occupazione per imprese e famiglie”, prosegue Federpesca. “Per troppi anni – aggiunge la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca – abbiamo assistito ad una disparità di trattamento tra pescatori professionali e pescatori sportivi. Il provvedimento del Ministro Lollobrigida rappresenta un segnale importante per quanti operano onestamente nel settore della pesca professionale. Siamo certi che questo provvedimento oltre a garantire maggiori controlli e a proteggere i nostri mari, tutelerà anche quei pescatori sportivi e ricreativi che operano nella legalità”.

Parità di genere nella filiera alimentare: partnership Barilla Lead network

Parità di genere nella filiera alimentare: partnership Barilla Lead networkMilano, 7 mar. (askanews) – Promuovere l’effettiva parità di genere è anche una questione di filiera. E quando un’azienda si qualifica come leader di mercato ha la responsabilità di guardare oltre i propri confini aziendali per favorire quel cambiamento nel tessuto economico di cui fa parte. Il gruppo Barilla con la partnership strategica siglata con Lead network (Leading executives advancing diversity), ha deciso di portare avanti questo obiettivo, annunciato in vista della Giornata internazionale dei diritti delle donne. Attraverso la collaborazione con la Ong, che sostiene l’avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa, il gruppo di Parma, infatti, promuoverà politiche inclusive nelle varie filiere di approvvigionamento, realizzando attività di formazione, mentoring, progetti condivisi e attivazione di capitoli locali.


“Ci è venuto naturale unire le forze con Lead network, organizzazione di punta nella promozione della diversità, che, come noi, considera la parità di genere un pilastro strategico – ha dichiarato Gianluca Di Tondo, amministratore delegato del gruppo Barilla – L’impegno di Lead network per l’eccellenza si allinea perfettamente con i nostri valori. Sono convinto che, insieme, riusciremo a dare ancora più valore alle nostre attività e ai nostri mercati”. “Il percorso di Barilla per promuovere la diversità e la parità di genere si arricchisce di un’altra tappa fondamentale – afferma Floriana Notarangelo, chief diversity & inclusion officer del gruppo Barilla – Questa nuova alleanza si propone di alzare l’asticella per la promozione di diversità e inclusione nel nostro settore”. Barilla, già sei anni fa, con il Global supplier diversity program, ha intrapreso un percorso per il cambiamento culturale nella catena di produzione, coinvolgendo direttamente i fornitori. E le storie di Alessandra Lameri, Ad di Lameri, e di Margherita Caffa e Giovanna Galletti, Ceo di Lino, entrambe aziende fornitrici del gruppo di Parma, sono due esempi in due filiere strategiche per il mercato italiano, quella dei cereali e della nocciola.


Alessandra Lameri è entrata, nell’azienda fondata dal padre nel 1968, a 26 anni, come addetta in laboratorio qualità. Da allora il suo ruolo è progressivamente cresciuto. “Venti anni fa avevamo un solo stabilimento dedicato alla trasformazione dei cereali, oggi contiamo sei stabilimenti, tra i quali due aziende dolciarie in un’ottica di diversificazione del mercato – ha raccontato – Nel tempo abbiamo investito molto nella professionalità dei nostri collaboratori, in qualità, innovazione e nuove tecnologie per soddisfare le sempre più crescenti richieste dei nostri clienti. Barilla è stata tra i nostri clienti la prima a sensibilizzare su inclusione sociale e valorizzazione della diversità e del talento femminile. E anche noi negli ultimi anni abbiamo aumentato del 15% l’occupazione femminile, cosa non scontata in un settore tradizionalmente a predominanza maschile”. La seconda storia arriva dal Piemonte: Lino, società nata a fine anni Ottanta, lavora le nocciole che ritroviamo nei Pan di Stelle e nei Baiocchi Mulino Bianco. Nel 2012, a seguito della scomparsa improvvisa del fondatore, Carlo Caffa, Rosalba, Federica e Margherita ne raccolgono l’eredità: è l’inizio di un percorso che ha assicurato la continuità aziendale con una guida interamente al femminile. “Le donne oggi sono la maggioranza in tutti i ruoli aziendali, dal Cda allo stabilimento produttivo. Io entro in azienda a 23 anni e a 27 divento mamma – ha ricostruito Margherita Caffa – non è oggi semplice conciliare la volontà di essere una madre presente con le attese sul ruolo di imprenditrice, ma la passione e la voglia di fare crescere l’azienda sono state l’occasione per contrattare continuamente la realtà”. “Per una donna vita e lavoro non sono mai davvero separate. Tutti i nostri sforzi compiuti in questi anni – ha aggiunto l’altra ceo Giovanna Galletti – sono stati rivolti a mantenere un elevato standard qualitativo, nella piena consapevolezza che scelte di questo tipo generano un impatto non solo all’interno dell’azienda ma sulla comunità intera”.


Per favorire l’inclusione e la parità di genere, Barilla qualche mese fa ha adottato una nuova global policy per il congedo di paternità e maternità, garantendo a tutti i genitori del gruppo un minimo di 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale. Nel 2020, il raggiungimento della parità retributiva di genere per tutti i dipendenti elimina ogni divario retributivo ingiustificato. Inoltre, il 38% degli executive e manager in Barilla nel mondo sono donne e il 47% delle dipendenti lavora a diretto riporto del Global leadership team. In Italia un team di donne guida tre degli stabilimenti produttivi più strategici del gruppo, a Castiglione delle Stiviere (VR), Novara e Melfi (PZ).

Culatello di Zibello Dop, produzione torna ai livelli pre-Covid

Culatello di Zibello Dop, produzione torna ai livelli pre-CovidRoma, 7 mar. (askanews) – Un ritorno della produzione ai livelli pre-Covid, con 81.351 culatelli sigillati, per un totale di 325mila chilogrammi, e un fatturato al consumo che supera i 20 milioni di euro. Sono i dati resi noti dal Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello Dop: nel 2023 dopo l’inevitabile calo del 2020, e il successivo rimbalzo che nel 2022 ha superato la quota record di 100mila pezzi sigillati, la produzione si è consolidata ai livelli pre-pandemia, con un fatturato alla produzione di 12 milioni di euro.


Un dato ancor più importante considerando l’aumento dei costi della materia prima, che nel 2023 ha fatto registrare un +15%, all’interno di un trend costante dell’ultimo triennio dove i prezzi sono addirittura raddoppiati. Romeo Gualerzi, presidente del Consorzio di Tutela, sottolinea le “ottime performance del preaffettato che ci ha permesso una maggiore penetrazione del prodotto nelle catene retailer”. Un settore, quello citato da Gualerzi, in grande crescita per il Consorzio che racchiude tutte le 23 aziende produttrici della Dop, con oltre 250 addetti complessivi: nel 2023 quasi la metà dei culatelli è stata destinata al preaffettato, rappresentando il 46% dell’intera produzione annua con 37.424 pezzi affettati sugli 81.324 complessivi e ben 1,17 milioni di vaschette immesse sul mercato, per un valore di 10 milioni di euro al consumo. Un vero e proprio boom considerando come nel 2017 la percentuale affettato rappresentava solo l’8,7% della produzione complessiva, per un valore di 1,6 milioni di euro.


Per il 2024 sono “rosee, nonostante la previsione di un ulteriore incremento dei costi della materia prima, a maggior ragione considerando la minor disponibilità di suini che rispettano i parametri della Dop – ha proseguito Gualerzi – In ogni caso da gennaio siamo entrati a pieno regime con il nuovo disciplinare approvato a settembre, dopo alcuni mesi di assestamento. Inoltre valutiamo la possibilità di utilizzare sempre di più il Culatello di Zibello come ingrediente in specifiche ricette, per far conoscere sempre di più il prodotto”. Analizzando più nello specifico il fatturato 2023, la quota estero del Culatello di Zibello Dop si attesta su un 25% del totale: i Paesi dell’area UE (in primis Francia e Germania), insieme con la Svizzera, rappresentano l’88% dell’export, ma cresce anche il Nord America, con Canada e Stati Uniti, oltre al Giappone e il Regno Unito. Infine per quanto riguarda Il canale di commercializzazione, il normal trade si conferma quello principale con una quota pari al 60% del comparto, mentre la grande distribuzione organizzata rappresenta il restante 40%.

Riparte il tour della Città della Pizza, finale al Circo Massimo

Riparte il tour della Città della Pizza, finale al Circo MassimoRoma, 7 mar. (askanews) – Vicenza, Torino, Milano, Bari, Napoli, Bologna. Riparte il tour della Città della Pizza e queste sono le tappe dell’ottava edizione in vista della finalissima di Roma, che si svolgerà al Circo Massimo lunedì 17 giugno durante le giornate di Vinòforum 2024.


L’edizione 2024, l’ottava, rilancia il Tour Nazionale alla ricerca dei giovani talenti della pizza. Saranno sei le tappe di selezione in giro per l’Italia che daranno la possibilità a centinaia di pizzaioli di farsi conoscere dal grande pubblico. Prima tappa del percorso lunedì 18 marzo a Vicenza, seguirà poi Torino (25 marzo), Milano (8 aprile), Bari (13 maggio), immancabile Napoli (20 maggio) e infine Bologna (27 maggio). Ogni tappa vedrà protagonisti 25 pizzaioli che si sfideranno in una prima manche dedicata alla realizzazione di una pizza tradizionale (margherita o marinara).


Anche quest’anno confermati i classici canoni di valutazione: aspetto, profumo, impasto, cottura, equilibrio e gusto complessivo che andranno a determinare i migliori 10 pizzaioli che avranno accesso al secondo step e si confronteranno con il proprio cavallo di battaglia. In questa fase, particolare attenzione sarà data alla territorialità e alle materie prime, così come l’olio extravergine di oliva utilizzato che sarà giudicato da un tecnico Unaprol – EvooSchool. Da ogni tappa usciranno 2 vincitori che prenderanno parte alla finalissima di giugno.

Lollobrigida: 10 mln per crescita biologico, domande dal 15 aprile

Lollobrigida: 10 mln per crescita biologico, domande dal 15 aprileRoma, 7 mar. (askanews) – “Il biologico è un elemento portante della strategia che vede la sostenibilità ambientale viaggiare in parallelo con quella legata alla produttività e alla necessità di mantenere l’equilibrio sociale”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, annunciando la pubblicazione dell’Avviso, sul portale del Masaf, che definisce le modalità di realizzazione degli interventi volti a favorire la promozione lo sviluppo dei Distretti biologici.


“Le risorse disponibili per il finanziamento dei progetti – fa sapere il ministro – ammontano a 10 milioni. Ogni proposta deve avere un budget compreso tra 200mila e 400mila euro”. Le domande di accesso dovranno essere inviate a partire dalle 12 del 15 aprile 2024 e fino alle 12 del 29 aprile 2024. Le proposte progettuali, che potranno essere presentate dai Distretti biologici riconosciuti dalle normative regionali e nazionali, dovranno interessare un ambito territoriale locale, regionale e/o interregionale e potranno avere a oggetto: iniziative per le misure promozionali a favore dei prodotti agricoli biologici attraverso l’organizzazione di concorsi, fiere ed esposizioni dedicate ai temi dell’agricoltura biologica; iniziative per lo scambio di conoscenze e per azioni di informazione sulla produzione biologica; iniziative per servizi di consulenza volte a supportare le aziende attive nel settore agricolo e i giovani agricoltori.

Accordo Pe-Consiglio su revisione legge sulla salute delle piante

Accordo Pe-Consiglio su revisione legge sulla salute delle pianteRoma, 6 mar. (askanews) – La Commissione europea accoglie con favore l’accordo politico raggiunto ieri dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’UE sulla revisione della legge sulla salute delle piante proposta dalla Commissione. “Le modifiche – spiega in una nota – contribuiranno a proteggere la salute delle piante nell’UE in modo più efficace, il che è vitale per una produzione agricola e orticola competitiva e sostenibile”.


Le misure includono, ad esempio, maggiori garanzie fitosanitarie e una procedura più trasparente per la concessione di deroghe temporanee ai divieti di importazione. Inoltre, le norme modificate semplificano gli obblighi di segnalazione e riducono gli oneri amministrativi. Il regolamento modificato istituisce anche un gruppo di esperti tecnici che forniranno assistenza urgente agli Stati membri che si trovano ad affrontare una nuova epidemia di organismi nocivi alle piante. Il gruppo può anche assistere i paesi terzi in caso di epidemie che potrebbero minacciare l’UE. Il Consiglio e il Parlamento adotteranno formalmente il regolamento modificato nelle prossime settimane.


Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, spiega che “le malattie delle piante possono avere un impatto enorme sui nostri raccolti, causando perdite terribili per gli agricoltori e interrompendo la nostra catena alimentare. Le recenti esperienze nella lotta contro le epidemie di Xylella lo dicono. L’accordo rappresenta un altro passo fondamentale verso il rafforzamento delle nostre difese contro l’ingresso e la diffusione di nuovi parassiti delle piante nell’UE. In questo modo, garantiamo una migliore protezione delle nostre foreste e dei nostri paesaggi, nonché dei mezzi di sussistenza dei nostri agricoltori, e la stabilità del nostro approvvigionamento alimentare”. Le norme dell’UE in materia fitosanitaria mirano a proteggere colture, frutta, verdura, fiori, piante ornamentali e foreste da parassiti e malattie dannose (parassiti da quarantena) impedendone l’introduzione nell’UE o la loro diffusione all’interno dell’UE.

Efsa: residui farmaci veterinari in animali e cibi restano bassi

Efsa: residui farmaci veterinari in animali e cibi restano bassiRoma, 6 mar. (askanews) – I livelli di residui di farmaci veterinari e altre sostanze presenti negli animali e negli alimenti di origine animale rimangono bassi nell’Unione europea. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Efsa, che esamina una varietà di gruppi di sostanze, inclusi ormoni, antibatterici, contaminanti ambientali, sostanze proibite e altri farmaci veterinari. La relazione annuale dell’Efsa per il 2022 include i dati comunicati dagli Stati membri, dall’Islanda e dalla Norvegia.


Nel 2022, la percentuale di campioni non conformi è stata dello 0,18%, paragonabile ai 13 anni precedenti, quando la non conformità variava dallo 0,17% allo 0,37%. Il dato per il 2021 è stato dello 0,17%.

Cia Sicilia Orientale: siccità e importazioni, dramma senza fine

Cia Sicilia Orientale: siccità e importazioni, dramma senza fineRoma, 6 mar. (askanews) – “Prendiamo atto delle risposte del governo regionale a sostegno della zootecnia per far fronte alla mancanza di foraggio e di acqua prevedendo pure l’attivazione del servizio di protezione civile, ma gli interventi disposti per alleviare lo stato di disagio che vive il comparto agricolo in questa fase di debolezza strutturale e di mercato, non bastano. Serve un Piano straordinario”. Con questa nota, la governance di CIA Sicilia Orientale ribadisce la necessità di affrontare il dramma della siccità e della mancanza di acqua negli invasi, con una visione politica a lungo raggio, a difesa del territorio e della qualità dei prodotti.


La zona sta vivendo una delle peggiori annate agrarie di sempre. “Gli invasi attuali sono coperti dai detriti e quello di Lentini, con i suoi limiti strutturali vistosi, può essere utilizzato parzialmente, e restiamo speranzosi che il piano suppletivo per il sollevamento delle acque possa, almeno, essere tempestivo – spiegano – Per il resto, il nulla: non si riesce a conservare l’acqua piovana; non si riesce a ridurre lo spreco nella distribuzione che per ampie distese avviene a scorrimento; non si riesce ad utilizzare le acque reflue per fini irrigui, per non parlare della desalinizzazione delle acque marine”. “Gli stessi segnali provenienti da Bruxelles, non sono per nulla rassicuranti. Ci vuole un segnale forte e chiaro sul diritto alla reciprocità sulle regole negli accordi commerciali con i Paesi terzi”.


“Non ci pare che sia stata colta la gravità del problema, né a livello UE ma neppure del Governo italiano: i costi di produzione aumentano, i prezzi al consumo dei prodotti agricoli aumentano, mentre il reddito degli agricoltori si assottiglia sempre di più”, prosegue Cia Sicilia Orientale. “Il sequestro del carico di grano al porto di Pozzallo avvenuto nei giorni scorsi è senza dubbio un fatto positivo – conclude la nota – Cia Sicilia Orientale plaude all’eccezionale lavoro svolto dal personale impegnato nella lotta alla contraffazione a garanzia della sicurezza alimentare; ma auspica che tali operazioni siano sostenute e diffuse e vadano oltre gli annunci e operazioni “una tantum”.