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Lollobrigida: imballaggi, Consiglio Ue tenga conto voto Parlamento

Lollobrigida: imballaggi, Consiglio Ue tenga conto voto ParlamentoRoma, 5 mar. (askanews) – “La riduzione dal 90 all’80% della differenziata e i target ridotti al 2025 dimostrano che il negoziato di ieri tra le Istituzioni europee sul regolamento imballaggi comincia ad accogliere alcune delle richieste del Governo Meloni. Tuttavia, resta per noi inaccettabile, il divieto per alcuni imballaggi monouso, come quello per frutta e verdura fresca sotto 1,5 kg”. È quanto dichiara in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.


“Auspico che il Consiglio europeo tenga conto degli sforzi del Parlamento Ue che aveva votato per una maggiore flessibilità nell’attuazione del regolamento, contro il divieto di imballaggi monouso nell’ortofrutta e per l’esclusione del vino e degli spumanti dai target di riutilizzo imposti nella proposta originale della Commissione europea – prosegue il ministro – Non può essere penalizzata una Nazione, come l’Italia, che da anni è fortemente impegnata nel settore dell’economia circolare e rappresenta un’eccellenza a livello europeo per la gestione dei rifiuti da imballaggio”, conclude Lollobrigida.

Dall’11 al 17 marzo torna l’evento diffuso Italy Beer Week

Dall’11 al 17 marzo torna l’evento diffuso Italy Beer WeekRoma, 5 mar. (askanews) – Dall’11 al 17 marzo in tutta Italia torna la Italy Beer Week, il grande “evento diffuso” dedicato alla birra artigianale, giunto alla quattordicesima edizione. Organizzata da Cronache di Birra, web magazinee testata giornalistica, la Italy Beer Week è l’evoluzione della “Settimana della Birra Artigianale” nata nel 2011.


La Italy Beer Week si propone di diffondere la cultura e supportare il movimento birrario italiano, coinvolgendo realtà diverse su tutto il territorio nazionale. Quest’anno la Italy Beer Week si proporrà un obiettivo in più: sostenere il comparto della birra artigianale in un momento interlocutorio, reso non facile dagli aumenti dei costi di produzione e dei servizi. “Le ben note difficoltà causate dalla situazione che stiamo vivendo hanno raggiunto anche il comparto della birra artigianale – spiega in una nota Andrea Turco direttore di Cronache di Birra – Il settore sta vivendo un periodo di alti e bassi: accanto a nuove idee e progetti di espansione bisogna registrare chiusure e ridimensionamenti. Non è un momento negativo in assoluto, ma la Italy Beer Week può rappresentare un ottimo strumento per sostenere il movimento della birra artigianale in questa fase conservativa”.


Anche quest’anno l’evento inaugurale della Italy Beer Week, si terrà nel weekend che precede la manifestazione. Da venerdì 8 a domenica 10 marzo il Mercato Centrale di Roma ospiterà il Ballo delle Debuttanti, ossia la presentazione in anteprima assoluta di 12 birre inedite. Chi non potrà raggiungere la Capitale potrà comunque di assaggiare le “debuttanti”. Sul sito 1001 Birre è acquistabile una box speciale contenente le birre inedite.

Confagri, Assoverde e Kepos presentano libro bianco del verde

Confagri, Assoverde e Kepos presentano libro bianco del verdeRoma, 5 mar. (askanews) – Troppa o troppo poca, l’acqua è un bene prezioso da preservare e da usare in modo consapevole. Di questo si discuterà giovedì 7 marzo a Roma, dalle 9.30, a Palazzo della Valle, in corso Vittorio Emanuele 101, nel convegno: “L’acqua una risorsa indispensabile per la salute del pianeta”, organizzato da Képos, Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il CREA e gli Ordini professionali, in occasione della presentazione della terza edizione del Libro Bianco del Verde.


Il Libro Bianco del Verde è nato nel 2021, su iniziativa di Assoverde e Confagricoltura per rilanciare il settore del verde in Italia, con l’obiettivo di renderlo protagonista di scelte politiche concrete. Dopo il primo volume “Per un Neorinascimento della cura e della gestione del Verde”, la seconda edizione: “La salute è verde, il verde è salute”, che ha portato alla nascita e alla progettazione, in varie città, dei Parchi della salute, questa terza edizione si focalizza sul tema dell’acqua. I fenomeni meteo estremi causati dal cambiamento climatico impongono un ripensamento dei modelli di pianificazione e di governance delle città e la messa a punto di politiche e strategie mirate nelle aree rurali, individuando nuove tipologie di progettazione e di intervento, la selezione di specie arboree idonee, insieme allo sviluppo di adeguate e articolate competenze professionali, multi ed interdisciplinari, tecniche e tecnologie puntuali ed innovative di manutenzione e cura del verde.


Sono più di 50 gli autori che, con competenze specialistiche e da punti di vista diversi, hanno contribuito a valorizzare questa edizione, con preziosi contributi, testimonianze, proposte e soluzioni concrete.

Superfici mais dimezzate in 10 anni, previsto ulteriore calo 4%

Superfici mais dimezzate in 10 anni, previsto ulteriore calo 4%Roma, 5 mar. (askanews) – “Le superfici coltivate di mais si sono dimezzate rispetto al 2012 e si stima che a causa dell’introduzione dei nuovi vincoli normativi imposti dalla PAC, assisteremo ad un ulteriore calo del 4%. Un trend negativo che sembra non arrestarsi e che si spiega, oltre che con le conseguenze dei cambiamenti climatici, anche e soprattutto dalle tante scelte discutibili che l’Unione Europea ha compiuto in questi anni”. Lo ha dichiarato il presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini intervenendo al convegno “Il futuro del mais? È la cooperazione” organizzato a Vicenza su iniziativa della Confcooperative Fedagripesca Veneto e Vicenza.


“Agendo in nome di obiettivi ‘pseudo-green’ – ha dichiarato Piccinini – l’Europa ha formulato proposte che portano con sé come inevitabile conseguenza una riduzione della capacità produttiva dei paesi dell’Unione, specie in filiere strategiche come l’ortofrutta, il vino o i cereali. Il tutto senza che sia garantita alcuna forma di reciprocità. Abbiamo più volte evidenziato come non sia più pensabile che vengano introdotti e commercializzati nel Vecchio continente prodotti provenienti dai paesi terzi che non rispettano gli stessi standard qualitativi, ambientali ed etici che contraddistinguono le produzioni comunitarie”. Al convegno è intervenuto anche il presidente del Settore Grandi Colture Daniele Castagnaviz che ha posto l’accento sulla necessità di superare il divieto di monosuccessione (condizionalità) previsto dalle nuove normative in materia di Pac, per consentire la coltivazione in deroga del mais in rotazione per 2 anni su 3, nei soli areali vocati ovvero nelle sole aree irrigue delle 5 regioni della Pianura padana. Una soluzione sostenibile da un punto di vista ambientale e che non presenta problemi agronomici non gestibili. “Non dimentichiamo – ha dichiarato Castagnaviz – che il mais da granella è un pilastro imprescindibile per il comparto agroalimentare italiano e assume una posizione centrale nella filiera zootecnica alla base di prodotti DOP di eccellenza”.


Accanto alle richieste in tema di Pac, nel convegno si è lanciato anche un grande appello ai produttori, di puntare con determinazione sulla leva dell’aggregazione. “Le cooperative – ha sottolineato il responsabile Grandi Colture e Servizi di Confcooperative Veneto Emilio Pellizzari – consentono anche ad aziende agricole di medie e piccole dimensioni di introdurre nuove tecniche di coltivazione. Attraverso le cooperative è inoltre possibile commercializzare il mais entrando nel mercato finanziario puntando ad ottenere maggiore marginalità”.

Agricoltura, Cia: bene proroga norme assicurative in Milleproroghe

Agricoltura, Cia: bene proroga norme assicurative in MilleprorogheRoma, 5 mar. (askanews) – Soddisfazione di Cia-Agricoltori Italiani per la proroga di sei mesi della nuova disciplina riguardante l’assicurazione obbligatoria sulla responsabilità civile per i macchinari agricoli a utilizzo esclusivo aziendale, contenuta nel Milleproroghe.


“E’ anche grazie al nostro lavoro se si è riusciti a rinviare l’entrata in vigore delle nuove norme assicurative al primo luglio 2024 – spiega in una nota il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – Pur se temporaneo, questo risultato eviterà agli agricoltori un aggravio di costi e adempimenti in un momento di grande difficoltà per il mondo agricolo”. Cia garantische infine che proseguirà nell’interlocuzione con i decisori politici “per arrivare a una soluzione che non penalizzi il settore e recepisca coerentemente la nuova Direttiva comunitaria concernente l’obbligo assicurativo per la responsabilità civile verso terzi”.

Fao: cambiamento clima pesa soprattutto su donne in zone rurali

Fao: cambiamento clima pesa soprattutto su donne in zone ruraliRoma, 5 mar. (askanews) – Il cambiamento climatico sta colpendo in modo sproporzionato i redditi delle donne rurali, delle persone che vivono in povertà e delle popolazioni anziane, poiché la loro capacità di reagire e adattarsi agli eventi meteorologici estremi è ineguale. E’ quanto rileva il rapporto Unjust Climate della Fao, presentato oggi.


Secondo il rapporto, ogni anno nei paesi a basso e medio reddito (LMIC) le donne capofamiglia nelle aree rurali subiscono perdite finanziarie significativamente maggiori rispetto agli uomini. In media, le famiglie con capofamiglia donna perdono l’8% in più del loro reddito a causa dello stress da caldo e il 3% in più a causa delle inondazioni rispetto alle famiglie con capofamiglia uomo. Ciò si traduce in una riduzione pro capite di 83 dollari a causa dello stress termico e di 35 dollari a causa delle inondazioni, per un totale rispettivamente di 37 miliardi di dollari e 16 miliardi di dollari in tutti i paesi a basso e medio reddito. Se le temperature medie dovessero aumentare anche solo di 1°C, spiega la Fao, queste donne si troverebbero ad affrontare una sconcertante perdita del 34% maggiore del loro reddito totale rispetto agli uomini. Considerando le significative differenze esistenti nella produttività agricola e nei salari tra donne e uomini, lo studio suggerisce che, se non affrontato, il cambiamento climatico amplierà notevolmente questi divari negli anni a venire.


La FAO ha analizzato i dati socioeconomici di oltre 100.000 famiglie rurali (che rappresentano più di 950 milioni di persone) in 24 paesi a basso e medio reddito. Integrando queste informazioni con 70 anni di dati georeferenziati sulle precipitazioni giornaliere e sulla temperatura, il rapporto esamina come i vari fattori di stress climatico incidono sui redditi, sul lavoro e sulle strategie di adattamento delle persone, differenziandosi in base alla loro ricchezza, genere ed età. Secondo i dati, gli impatti differiscono non solo in base al genere ma anche in base allo stato socioeconomico. Le temperature estreme peggiorano il lavoro minorile e aumentano il carico di lavoro non retribuito per le donne che vivono nelle famiglie povere. “Questi risultati evidenziano l’urgente necessità di dedicare sostanzialmente più risorse finanziarie e attenzione politica alle questioni di inclusività e resilienza nelle azioni climatiche globali e nazionali”, ha detto il direttore generale della FAO QU Dongyu.


Lo studio sottolinea anche le popolazioni rurali e le loro vulnerabilità climatiche sono appena visibili nei piani climatici nazionali. Nei contributi determinati a livello nazionale (NDC) e nei piani nazionali di adattamento (NAP) dei 24 paesi analizzati nel rapporto, solo il 6% delle 4.164 azioni climatiche proposte menziona le donne, il 2% menziona esplicitamente i giovani, meno dell’1% menziona i poveri e i poveri. Le politiche agricole perdono anche l’opportunità di affrontare l’uguaglianza di genere, l’emancipazione delle donne e le vulnerabilità intersecate come il cambiamento climatico. Un’analisi delle politiche agricole di 68 paesi a basso e medio reddito condotta dalla FAO lo scorso anno ha mostrato che circa l’80% delle politiche non prende in considerazione le donne e il cambiamento climatico.

Nel 2023 export pomodoro in scatola verso il Giappone +18% a valore

Nel 2023 export pomodoro in scatola verso il Giappone +18% a valoreMilano, 5 mar. (askanews) – Nel 2023 le esportazioni italiane di pomodori in scatola verso il Giappone hanno fatto registrare una crescita a valore del 18% rispetto all’anno precedente, per un totale di 120 milioni di euro, circa il 4,3% dell’export globale (2,8 miliardi di euro). Il valore dell’export cresce anche in tutto il mercato asiatico con un +19% per un totale di circa 270 milioni di euro (il 9,6% dell’export totale). Il Giappone per il nostro Paese è il settimo mercato di destinazione a livello mondiale delle conserve di pomodoro e il secondo dopo gli Stati Uniti, se si considerano solo i Paesi extraeuropei, in termini di valore.


A diffondere i dati Anicav, l’associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, che nell’ambito del progetto “Red gold from Europe. Excellence in EU preserved tomatoes”, cofinanziato dall’Unione Europea e finalizzato alla valorizzazione e alla promozione delle conserve di pomodoro made in Italy, partecipa al Foodex, la più importante manifestazione fieristica agroalimentare del Giappone, in programma a Tokio fino all’8 marzo. “Il Giappone rappresenta uno dei principali mercati di sbocco per l’export del nostro pomodoro, in particolare per il pelato intero apprezzato per le sue qualità e per la sua genuinità – commenta Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav – Grazie alle performance molto positive degli ultimi anni il mercato nipponico, al netto delle tensioni geo politiche che potrebbero incidere su costi, continua ad avere una notevole rilevanza strategica per il nostro comparto. Per questo motivo il progetto ‘Red gold from Europe. Excellence in EU preserved tomatoes’, costituisce un importante strumento per consolidare e accrescere la presenza dei nostri prodotti, già ampiamente conosciuti ed apprezzati dai consumatori giapponesi, in questo Paese”.

Goppion caffè sostiene empowerment femminile in Guatemala

Goppion caffè sostiene empowerment femminile in GuatemalaRoma, 4 mar. (askanews) – Goppion Caffè continua la campagna a sostegno del lavoro delle donne con l’edizione speciale di Espresso di Piantagione CSC, la miscela che contribuisce a restituire dignità alle coltivatrici di caffè guatemalteche della zona del Petatán, spesso svantaggiate da un sistema di mercato iniquo. L’iniziativa solidale è frutto della collaborazione tra il Consorzio CSC – Caffè Speciali Certificati, al quale la storica torrefazione di Preganziol è affiliata dal 1997, e l’organizzazione non profit romana Amka.


L’edizione speciale di Espresso di Piantagione CSC utilizza caffè proveniente dalla piantagione Doña Lucero, nel Dipartimento del Huehuetenango, a nord-ovest del Paese, dove la coltivazione, la lavorazione e la vendita del caffè rappresentano la principale fonte di occupazione e sussistenza del popolo indigeno. Il progetto, che mira a creare nuove opportunità e a migliorare le condizioni di vita delle donne, nell’ultimo anno ha registrato un notevole incremento: dalle 80 caficultoras coinvolte all’inizio del 2023, oggi include 100 beneficiarie e conta più di 25mila chili di chicchi lavorati nel 2024. Inoltre, grazie a un’adeguata formazione e alla distribuzione degli strumenti necessari allo sviluppo di nuove conoscenze, le donne hanno acquisito maggiore consapevolezza delle proprie capacità e si sono unite per costituire la Cooperativa Integral de Comercialización de Responsabilidad Limitada Ix Axol, diventando un soggetto giuridico indipendente.

8 marzo, NaturaSì racconta le donne che fanno agricoltura bio

8 marzo, NaturaSì racconta le donne che fanno agricoltura bioRoma, 4 mar. (askanews) – Le storie delle donne che fanno agricoltura bio, lottando contro i cambiamenti climatici e in primo luogo contro la siccità senza usare sostanze chimiche. A raccontare le storie delle oltre 600 le donne che fanno parte di questo circuito virtuoso è NaturaSì.


Rosalia Caimo Duc ha recuperato una felce considerata estinta nelle risaie della sua azienda agricola. Ariane Lotti è tornata da New York per introdurre metodi innovativi per la coltivazione biologica nei suoi campi. Anna Federici ha rivitalizzato con l’agricoltura biodinamica 300 ettari abbandonati e aridi alle porte della Capitale. Per Marta Galimberti “fare la spesa è un atto rivoluzionario”, che può cambiare le sorti del Pianeta. E Dora Brio ha unito due piccoli appezzamenti ereditati dalla famiglia per superare le difficoltà di fare agricoltura nel Sud, rispettando metodi di coltivazione naturali. Sono solo alcune delle storie che NaturaSì vuole raccontare in occasione dell’8 marzo. Storie di donne che hanno fatto scelte non scontate e le hanno portate avanti con caparbietà. Donne che ogni giorno si dedicano a una agricoltura bio, che si prende cura dei suoli, producendo cibo buono e nel rispetto dell’ambiente che ci circonda.


Le storie, con il loro corredo fotografico, rappresentano quelle delle circa 600 donne che nell’ecosistema NaturaSì da anni si impegnano nella coltivazione e nella ricerca di metodi innovativi per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, a partire dalla siccità. Vere e proprie Guardiane della Terra, oltre che imprenditrici in un settore che, mai come in questi mesi, ha espresso la necessità di riconoscere sostegno a chi garantisce non solo cibo per tutti, ma anche aria, acqua e suoli puliti.

Al via in Sicilia progetto su filiera cerealicola sostenibile

Al via in Sicilia progetto su filiera cerealicola sostenibileRoma, 4 mar. (askanews) – Guardare agli obiettivi dell’agenda europea 2030 e ai temi della food security e della green economy per implementare in Sicilia una filiera cerealicola attenta alla salute e all’ambiente. E’ l’obiettivo del progetto “HGC” Healthy & Green Cereal, finanziato dalla sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022, con un partenariato composto dal Consorzio “Gian Pietro Ballatore” (Capofila), l’Università Politecnica delle Marche e sei aziende della filiera cerealicola siciliana, che punta a realizzare una gestione innovativa delle produzioni cerealicole e leguminose in Sicilia.


Le innovazioni previste nel progetto HGC sono 4 e riguardano gli aspetti agronomici e i processi di trasformazione dei cereali e delle leguminose; ma anche la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’introduzione nella filiera cerealicola regionale di strumenti per valutare la sostenibilità ambientale delle pratiche agronomiche e dei processi di trasformazione. Le aziende cerealicole siciliane coltivano ogni anno circa 270 mila ettari di grano duro e dedicano solamente 20mila ettari agli altri cereali, quali orzo, avena, grano tenero. Ancora meno, circa6 mila ettari di superficie, alla coltivazione di leguminose da granella.


Il progetto si propone innanzitutto di definire protocolli operativi (del Sistema HGS) anche per quelle colture che si adattano molto bene agli ambienti pedoclimatici siciliani, ma sono poco presenti negli ordinamenti colturali regionali come grano monococco, avena nuda, farro e lenticchie. Dalle produzioni cerealicole e dai legumi verranno prodotti 4 tipi di sfarinati innovativi da indirizzare poi nei processi di trasformazione: uno sfarinato a minore indice glicemico, uno per la produzione di prodotti High Protein, uno per la produzione di prodotti “mix cereali” ad alto contenuto in fibra alimentare ed uno sfarinato ad alto contenuto di malto per ottimizzare i processi di lievitazione. Il sistema sarà proposto attraverso un portale online così da diffondere l’applicazione alla più ampia platea di operatori agricoli e tecnici regionali e renderlo consultabile ai consumatori facendone conoscere il valore per il territorio e la sua economia. L’elemento innovativo è in sintesi l’applicazione del concetto di sostenibilità applicata: coniuga in un unico strumento digitale, procedure standardizzate di alto valore scientifico e compilazione e comprensione dei contenuti e risultati dell’analisi.