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Le eccellenze campane alla Cena delle stelle di Eataly Roma

Le eccellenze campane alla Cena delle stelle di Eataly RomaRoma, 26 mar. (askanews) – Una cena all’insegna delle eccellenze stellate della Campania: l’appuntamento è per lunedì 31 marzo, quando si svolgerà a Eataly Roma Ostiense una serata con 4 stelle Michelin e un World Pastry Star.


Un’occasione irripetibile per degustare piatti iconici, realizzati con maestria da Maicol Izzo (Piazzetta Milù, Castellammare di Stabia, 2 stelle Michelin), Luigi Tramontano (O me o il mare, Gragnano, 1 stella Michelin) e Giuseppe Molaro (Contaminazioni, Somma Vesuviana, 1 stella Michelin). Il gran finale sarà affidato al talento di Pasquale Marigliano, dell’omonima pasticceria, di Nola in provincia di Napoli, insignito delle Tre Torte Gambero Rosso dal 2011 e World Pastry Star 2023. La Cena delle Stelle, che si svolgerà presso il ristorante Terra al secondo piano, è un evento speciale per celebrare l’eccellenza enogastronomica della Campania attraverso il talento di chef e artigiani del gusto, accompagnati dai vini iconici di Feudi di San Gregorio.

Vrecionová: spero in budget Pac almeno come quello di oggi

Vrecionová: spero in budget Pac almeno come quello di oggiRoma, 26 mar. (askanews) – “Abbiamo una discussione aperta con il Commissario Hansen sul budget. Il mio auspicio è di avere un budget della Pac almeno come quello di oggi”. Lo ha detto Veronika Vrecionová, presidente della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, intervenendo al convegno organizzato oggi da Apo Conerpo, la principale Organizzazione di Produttori (OP) ortofrutticola europea.


“Ci sono tanti problemi all’ordine del giorno, tante nuove priorità, dalla Difesa alla Sicurezza: ma la discussione aperta sull’agricoltura nella visione dello stesso Hansen è molto importante – ha detto Vrecionová – Il Commissario è ben consapevole del ruolo che ha l’agricoltura e del valore strategico del settore ortofrutta nella sicurezza agroalimentare”. La presidente della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, ha quindi assicurato che la sicurezza “è essenziale non solo per la Difesa, ma anche in termini alimentari. Siamo ben consci di questo. Spero che nella nuova Pac – ha detto – vedrete anche un migliore equilibrio tra motivazioni, norme e regole. Vogliamo supportare l’innovazione e avere meno burocrazia attraverso una semplificazione generale di un sistema molto complesso. Stiamo ascoltando le esigenze degli agricoltori e vogliamo sviluppare una Pac più semplice e ancora più vicina ai produttori”.

Vernocchi (Apo Conerpo): Ue decida se vuole salvare ortofrutta

Vernocchi (Apo Conerpo): Ue decida se vuole salvare ortofruttaRoma, 26 mar. (askanews) – “L’ortofrutta italiana sta affrontando una delle fasi più critiche della propria storia. Bruxelles deve decidere se si vuole davvero salvaguardare la nostra produzione ortofrutticola o se si vuole lasciare il mercato ai prodotti d’importazione, meno sicuri e meno sostenibili. Il tempo, ormai, è tiranno”: lo ha detto Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, la principale Organizzazione di Produttori (OP) ortofrutticola europea, nel corso del convegno “Coltivare il futuro tra politiche green e mercato”.


“La combinazione di cambiamento climatico, restrizioni normative europee e concorrenza internazionale, rischia di compromettere la competitività di un settore strategico per l’economia del Paese e per l’intera Europa – ha sottolineato Vernocchi – La questione non riguarda solo la produzione, ma l’intero sistema agroalimentare, dalla tutela del reddito degli agricoltori alla sicurezza alimentare per i consumatori”. Vernocchi è poi intervenuto sulla progressiva riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili imposta dalla Commissione Europea: “l’Italia – ha detto – ha perso circa il 70% delle molecole autorizzate, con un’accelerazione drastica a partire dal 2000. Questo oggi significa che per ogni principio attivo eliminato, in mancanza di alternative efficaci si rischia di perdere intere colture fondamentali per il tessuto produttivo nazionale con un impatto gravissimo sia sul piano economico che di sostenibilità ambientale”.


“Siamo di fronte a un bivio – ha quindi sottolineato – le decisioni che verranno prese a livello europeo nei prossimi mesi definiranno il futuro del settore ortofrutticolo italiano. Non possiamo permetterci di perdere altre superfici produttive né di lasciare il mercato interno nelle mani di prodotti di importazione che non garantiscono gli stessi standard qualitativi e ambientali delle nostre produzioni”. Ma, secondo Apo Conerpo, la strada per uscire dalla crisi che minaccia l’ortofrutta italiana c’è e ha tappe precise: “servono regole commerciali basate sulla reciprocità – ha concluso Vernocchi – maggiori investimenti in ricerca e innovazione, bisogna rafforzare gli strumenti di difesa attiva e passiva e parlare di riduzione dei principi attivi utilizzabili solo in presenza di alternative valide. E serve sempre di più un concreto sostegno all’aggregazione di qualità per aumentare la competitività delle OP. Apo Conerpo è pronta a fare la sua parte, ma servono politiche agricole comunitarie che sostengano davvero il settore”.

Apo Conerpo: prossime decisione Ue decideranno futuro ortofrutta

Apo Conerpo: prossime decisione Ue decideranno futuro ortofruttaRoma, 26 mar. (askanews) – Le decisioni che verranno prese a livello europeo nei prossimi mesi definiranno il futuro del settore ortofrutticolo italiano, che oggi si trova ad affrontare sfide epocali che ne mettono a rischio la sostenibilità economica e produttiva, fra effetti del cambiamento climatico, crisi delle filiere principali che rischiano una prematura estinzione, fitopatie, parassiti e dinamiche di mercato che favoriscono le produzioni a basso costo importate dall’estero.


E l’Europa, se da un lato rimarca a parole la centralità del settore agricolo, sul piano normativo continua in un percorso di “disarmo forzato” dei produttori, rimuovendo una dopo l’altra tutte le molecole efficaci per tutelare le produzioni. Uno scenario complesso sul quale ha voluto accendere i riflettori Apo Conerpo, principale Organizzazione di Produttori (OP) ortofrutticola europea, che, in occasione delle celebrazioni per il proprio trentennale, ha chiamato a raccolta le istituzioni europee, nazionali e regionali per il convegno “Coltivare il futuro tra politiche green e mercato”. Sul palco, insieme al presidente di Apo Conerpo, Davide Vernocchi, anche Veronika Vrecionova, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Felice Assenza, responsabile ICQRF del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative.


Nel corso dell’evento è stata anche scattata da Nomisma una fotografia dettagliata sullo stato di salute dell’ortofrutta italiana ed emiliano-romagnola. Il report ha messo in luce le criticità di alcune filiere emblematiche, evidenziando dati allarmanti: la perdita di oltre il 45% delle superfici coltivate a pere in Emilia-Romagna dal 2014 a oggi, il drastico calo degli ettari dedicati a pesche e nettarine (-56,5% dal 2014 al 2024) e la contrazione del catasto produttivo del kiwi (-6,1% negli ultimi cinque anni), con una significativa riduzione dell’export e un aumento delle importazioni che ne minacciano la competitività. Parallelamente, il report ha evidenziato come l’Italia, nonostante la forte vocazione produttiva, stia progressivamente perdendo la propria autosufficienza in alcune colture strategiche, con conseguenze dirette sull’equilibrio del mercato interno. L’abolizione da parte della Commissione Europea dei quattro quinti delle molecole fitosanitarie autorizzate negli ultimi vent’anni e l’assenza di reciprocità nelle regole commerciali con i Paesi extra-UE rappresentano ulteriori fattori di pressione che compromettono la redditività delle aziende agricole italiane.

Progetto Arabika da 2021 sostiene crescita coltivatori caffè Kenya

Progetto Arabika da 2021 sostiene crescita coltivatori caffè KenyaRoma, 26 mar. (askanews) – Dal 2021 in Kenya il Progetto Arabika, un’iniziativa nata per trasformare il settore del caffè, ha sostenuto la crescita di circa 30.000 piccoli produttori in 7 contee, organizzati in 21 cooperative agricole. Finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, il progetto è realizzato in collaborazione con CEFA – Il Seme della Solidarietà, Fondazione AVSI e E4Impact Foundation.


Il Kenya è noto per la produzione di caffè arabica di alta qualità, caratterizzato da un profilo aromatico complesso e da una spiccata acidità fruttata. Tuttavia, nonostante la sua tradizione secolare e le tecniche di coltivazione artigianali, molti piccoli produttori faticano a ottenere un prezzo equo. Il Progetto Arabika è nato proprio per migliorare la produttività e la qualità, garantendo al contempo un accesso equo ai mercati. Tra gli obiettivi chiave migliorare la produzione e la lavorazione del caffè, introducendo pratiche agricole sostenibili per far fronte ai cambiamenti climatici; implementare un sistema di tracciabilità completa, garantendo la trasparenza della filiera per i consumatori; rafforzare la resilienza economica dei produttori, promuovendo l’accesso a mercati diretti e migliorando il valore aggiunto del loro prodotto; favorire l’inclusione di donne e giovani nella catena del valore del caffè, sostenendo un’occupazione equa e sostenibile.


Per migliorare l’apprendimento pratico, il progetto ha istituito 210 campi dimostrativi fornendo agli agricoltori formazione pratica su potatura, gestione del suolo, controllo delle malattie e tecniche di raccolta. Oltre 29.000 agricoltori sono stati formati nelle tecniche di produzione intelligenti rispetto al clima, garantendo sostenibilità nel settore, mentre 28.000 coltivatori hanno partecipato a corsi di formazione su governance, trasparenza e tracciabilità. Inoltre, l’iniziativa Young Service Providers ha formato 149 giovani in servizi agricoli chiave, garantendo la continuità della coltivazione del caffè tra le nuove generazioni.

Il 30 marzo marcia ‘Stop pesticidi’ in Trentino e Veneto

Il 30 marzo marcia ‘Stop pesticidi’ in Trentino e VenetoRoma, 26 mar. (askanews) – Anche il WWF Italia aderisce alla “Marcia Stop Pesticidi” organizzata per domenica 30 marzo in Trentino-Alto Adige e in Veneto per ribadire che la riduzione dei veleni in agricoltura deve essere una priorità dell’Unione Europea e dell’Italia. Una marcia che arriva a pochi giorni dalla conclusione del villaggio di Agricoltura E’, organizzato dal Masaf a Roma per mettere in mostra le varie dimensioni dell’agricoltura ma che, secondo il Wwf, “nasconde abilmente i suoi difetti, ad iniziare dall’utilizzo dei pesticidi chimici che avvelenano le acque, il suolo, l’aria, distruggendo la biodiversità e compromettendo la qualità della vita di migliaia di cittadini residenti in aree rurali con coltivazioni intensive”.


Per denunciare i rischi dell’esposizione ai pesticidi domenica 30 marzo i cittadini del Trentino-Alto Adige a Caldaro e del Veneto da Cison all’Abbazia di Follina con la nuova edizione della “Marcia Stop Pesticidi” torneranno a chiedere che la riduzione dell’uso dei pesticidi continui a rappresentare una priorità dell’Unione europea, evidenziando al contempo come i nuovi OGM (definiti in Italia TEA, Tecniche di Evoluzione Assistita) non costituiscono una valida alternativa. “La Visione dell’Agricoltura e Alimentazione, presentata dalla Commissione europea il 19 febbraio scorso – sostiene il Wwf – ha archiviato definitivamente il Regolamento europeo per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) e con esso l’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030”. L’associazione punta quindi a agroecologia e agricoltura biologica come alternativa all’uso dei pesticidi, sottolineando che il biologico italiano continua a crescere e ha raggiunto, alla fine del 2023, quasi 2,5 milioni di ettari (+4,5%, rispetto al 2022), pari al 19,8% della Superfice agricola utilizzata (SAU) considerando che la superficie agricola utilizzata arriva a 12,4 milioni di ettari complessivi.


Nonostante questo, denuncia il Wwf, l’Italia “resta ancora senza un Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi, scaduto dal 2019 e mai rinnovato con disposizioni più stringenti come l’obbligo della distanza di sicurezza inderogabile di almeno 50 metri dalle abitazioni per i trattamenti fitosanitari e l’obbligo dell’attuazione delle Linee guida per la tutela delle acque e della biodiversità, definite da un Decreto interministeriale del 2015, ad oggi mai applicato”.

Fao: a rischio diversità genetica di piante e foreste

Fao: a rischio diversità genetica di piante e foresteRoma, 26 mar. (askanews) – La diversità genetica delle nostre piante e foreste è a rischio e bisogna dare più potere agli agricoltori, alle popolazioni indigene, alle comunità locali e agli scienziati per conservare e utilizzare le risorse genetiche necessarie a creare sistemi agroalimentari resilienti che resistano a sfide come i cambiamenti climatici. E’ l’avvertimento lanciato dalla Fao in due rapporti pubblicati questa settimana che sottolineano la necessità di un’azione urgente.


Si tratta del terzo rapporto sullo stato delle risorse genetiche vegetali mondiali per l’alimentazione e l’agricoltura, pubblicato lunedì, e del secondo rapporto sullo stato delle risorse genetiche forestali mondiali, pubblicato mercoledì, che rivelano tendenze preoccupanti nella diversità globale delle piante e delle foreste. Oltre il 40% di tutti i taxa esaminati non sono più presenti in almeno una delle aree in cui erano precedentemente coltivati o si trovavano naturalmente, mentre circa un terzo delle specie arboree è minacciato. I rapporti evidenziano perdite nella diversità vegetale e preoccupanti lacune nei dati, con poche buone notizie. Ad esempio, dal 2009, c’è stato un aumento dell’8% nella conservazione di semi o altri materiali vegetali nelle “collezioni di germoplasma”, contribuendo a garantire che le risorse genetiche necessarie per i futuri programmi di allevamento rimangano disponibili. Il mercato globale delle sementi è aumentato di valore da 36 miliardi di dollari nel 2007 a oltre 50 miliardi di dollari nel 2020, con 40 paesi che hanno segnalato miglioramenti nei loro sistemi di sementi, facilitando l’adozione da parte degli agricoltori di varietà di colture idonee.


“Rafforzare la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali non è solo una priorità agricola, è una necessità fondamentale per garantire un futuro più sostenibile, resiliente e sicuro dal punto di vista alimentare per tutti”, ha scritto il Direttore generale della FAO QU Dongyu nella prefazione del rapporto. Quanto allo stato delle risorse genetiche forestali mondiali, nonostante le valutazioni tassonomiche e delle minacce effettuate nell’ultimo decennio abbiano aumentato la disponibilità di informazioni su alberi e altre specie di piante legnose, tuttavia, la maggior parte di queste specie rimane inadeguatamente studiata. Ci sono circa 58.000 specie di alberi in tutto il mondo, circa 1.600 specie di bambù legnoso e quasi 500 specie di rattan (palme rampicanti). Le specie arboree minacciate, circa il 30% del totale, si trovano in tutto il mondo, ma la maggior parte si trova in aree tropicali e subtropicali.


A livello globale, la deforestazione, il degrado forestale, i cambiamenti climatici, gli incendi, i parassiti, le malattie e le specie invasive stanno minacciando molti alberi e ne stanno erodendo la diversità genetica. Oltre due terzi dei paesi hanno programmi nazionali di semi di alberi, ma molti stanno riscontrando carenze di semi e altri materiali riproduttivi.

In lattiero-caseario tecnologia pilastro per trattenere giovani

In lattiero-caseario tecnologia pilastro per trattenere giovaniRoma, 26 mar. (askanews) – “Formare e trattenere le nuove generazioni all’interno delle cooperative lattiero-casearie è il presupposto per avviare e sostenere quella transizione tecnologica senza la quale non può sussistere quella ambientale”: così Simona Caselli, presidente di Granlatte, sottolinea il ruolo determinante della tecnologia nel fornire tutti quegli stimoli necessari a far sì che i giovani abbiano la voglia di continuare a fare il mestiere dei padri.


“I cambiamenti e gli investimenti richiesti dall’agricoltura 4.0 necessitano sempre di più della spinta innovatrice, dell’intuito e della formazione dei giovani che sanno portare all’interno delle realtà zootecniche una visione più allargata, pronta ad accogliere le sfide del futuro – continua Caselli – ecco perché crediamo nell’importanza e nella capacità della cooperazione di assumersi i costi delle strutture tecnologiche messe poi a disposizione degli allevatori. Solo fornendo alle giovani generazioni gli strumenti hi tech applicabili alle proprie realtà, le cooperative potranno continuare ad essere attrattive e ad avere quel ruolo di agenti di cambiamento”. Oggi la cooperazione lattiero-casearia è in campo, non solo per fornire alle sue realtà l’assistenza tecnologica necessaria per accogliere i cambiamenti, ma anche per sostenere e valorizzare, con una comunicazione dall’approccio contemporaneo e sempre più social, l’intero comparto, attraverso il progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!”, promosso dal settore lattiero-caseario dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, realizzato da Confcooperative con il cofinanziamento della Commissione europea.

Bitonci: approfondire dinamiche aumenti prezzi caffè e cacao

Bitonci: approfondire dinamiche aumenti prezzi caffè e cacaoRoma, 26 mar. (askanews) – “Con la convocazione della Commissione di Allerta rapida di oggi abbiamo voluto fare chiarezza sull’aumento dei prezzi di caffè e cacao, che da inizio 2024 hanno registrato incrementi a doppia cifra, superiori rispettivamente al +18% e al +15%”. Lo dichiara in una nota il sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, Massimo Bitonci, a margine della Commissione di Allerta rapida di sorveglianza dei prezzi di alcuni prodotti coloniali.


In un contesto guidato da fattori esterni come l’impennata della domanda globale, il cambiamento climatico e le tensioni logistiche nei Paesi produttori l’Italia, “fortunatamente – spiega Bitonci – sta registrando dinamiche meno accentuate rispetto ad altri Paesi europei, ma è necessario continuare a monitorare la situazione con attenzione e garantire trasparenza nella formazione dei prezzi lungo tutta la filiera”. A incidere sugli aumenti sono anche le incertezze legate al Regolamento UE sulla deforestazione e la questione dell’aumento dei costi degli imballaggi “che rischiano di aggravare ulteriormente la situazione”, sottolinea Bitonci che poi definice “positivo il rinvio di un anno dell’applicazione del Regolamento, ma occorre – conclude – una riflessione più ampia per bilanciare la tutela ambientale con la sostenibilità economica. Il mercato si è adoperato per limitare le ricadute sui prezzi al consumo, ma le previsioni non riflettono completamente la capacità di contenimento”.

Il ministro Lollobrigida alla inaugurazione di Agriumbria

Il ministro Lollobrigida alla inaugurazione di AgriumbriaRoma, 26 mar. (askanews) – Sarà presente il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, alla inaugurazione di Agriumbria, in programma venerdì 28 marzo alle 12 a Bastia Umbria alla presenza di Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria e di Stefano Ansideri, presidente di Umbriafiere.


La tre giorni si inserisce in un momento ‘caldo’ per l’attualità, agitata dalle possibili ripercussioni dei dazi Usa in un contesto globale ancora poco chiaro e molto “mosso”. L’Italia rappresenta la terza agricoltura europea per valore della produzione, ma la prima per valore aggiunto generato. Ciò discende da una forte specializzazione e vocazionalità del proprio modello agricolo: di questo si parlerà nei convegni e negli appuntamenti organizzati dalla manifestazione in collaborazione con le diverse sigle e associazioni di categoria. La Regione Umbria – Assessorato all’Agricoltura e l’Autorità di Gestione dello sviluppo rurale si presentano con uno spazio istituzionale ricco di appuntamenti divulgativi ma anche promozionali del territorio. “L’Umbria rinasce dai borghi rurali”, è infatti il claim che caratterizza la presenza istituzionale ad Agriumbria nonché il fulcro del racconto che sarà offerto presso lo stand allestito all’interno del padiglione 7 della fiera.