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Fipe: bene novità sui dehors e buoni pasto in ok a Ddl Concorrenza

Fipe: bene novità sui dehors e buoni pasto in ok a Ddl ConcorrenzaRoma, 12 dic. (askanews) – FIPE-Confcommercio, la Federazione Pubblici Esercizi, esprime in una nota il proprio apprezzamento per l’approvazione del Ddl Concorrenza avvenuta oggi in Senato, che contiene due importanti misure per il mondo dei pubblici esercizi.


Si tratta della delega al governo per la semplificazione delle procedure di autorizzazione per i dehors, per effetto della quale è prevista anche una proroga a tutto il 2025 delle attuali concessioni di suolo pubblico e del provvedimento che, al pari di quanto già avviene per quelli utilizzati nella pubblica amministrazione, fissa al 5% il tetto alle commissioni pagate dagli esercenti sui buoni pasto dei committenti privati che comporterà un risparmio stimato in circa 240 milioni di euro a favore della rete degli esercizi convenzionati. Due provvedimenti attesi da tempo, su cui Fipe esprime “forte apprezzamento e che porteranno benefici diffusi in termini di riordino e qualificazione degli spazi pubblici e salvaguardia di uno strumento fondamentale di welfare a favore dei lavoratori”.

Confagricoltura lancia il Competition plan per agricoltura

Confagricoltura lancia il Competition plan per agricolturaRoma, 12 dic. (askanews) – “L’agricoltura non è solo un settore produttivo del Paese. E’ la base della sicurezza alimentare, il fondamento della nostra economia, del nostro lavoro, e il cuore della sostenibilità ambientale. Più di tutto, è una questione di responsabilità: verso i nostri territori, verso le nostre imprese, verso i cittadini/consumatori, verso le generazioni future”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nel discorso con cui ha aperto l’assemblea invernale della Confederazione agricola a Roma.


Di fronte a sfide globali, come la geopolitica del cibo, le tensioni commerciali e il cambiamento climatico, per Giansanti “è evidente la necessità di una strategia ed una visione comune di medio e lungo periodo” per l’agricoltura italiana ed europea. Per questo, è necessario “un piano pluriennale europeo ed italiano”. Per questo Confagricoltura nell’assemblea di oggi ha lanciato un un “Competition Plan, un’iniziativa strategica per ridefinire il futuro dell’agricoltura italiana – ha spiegato Giansanti – e posizionarla come leader a livello globale. Questo piano non è solo una dichiarazione d’intenti, ma un vero e proprio programma d’azione che traduce le idee in risultati concreti. Per trasformare l’agricoltura in un settore più produttivo, sostenibile e resiliente, dobbiamo adottare politiche, innovazioni e risorse che ci permettano di passare dal pensiero all’azione, dall’analisi alla concretezza”, ha detto.


La prima leva su cui agire è una Pac che “deve essere riformata per rispondere meglio alle sfide del presente e del futuro” in moo che passi “da un approccio meramente redistributivo a uno realmente strategico, che premi chi investe in sostenibilità, innovazione e competitività”. Per questo serve un “sostegno flessibile”, una “integrazione delle politiche ambientali” e, lato fiscale, la necessità di considerare agricoltori “solo quelli vocati al mercato e con profilo fiscale attivo”. Secondo punto qualificante, la gestione del rischio: “non possiamo lasciare i nostri agricoltori soli di fronte a eventi imprevedibili”, ha detto Giansanti. Per questo servono fondi mutualistici, modelli assicurativi avanzati e interventi pubblici mirati.


Terzo punto, focalizzarsi “su digitalizzazione e innovazione per un’agricoltura connessa e resiliente” con particolare attenzione alla agricoltura di precisione, alle piattaforme digitali, alle tecniche di evoluzione assistita (TEA) e alle nuove frontiere dell’agricoltura come il vertical farming, “che consente di incrementare la produzione sia in termini di qualità che di quantità, richiede strategie mirate e investimenti adeguati per sbloccare il suo pieno potenziale”. Al quarto punto del Competition plan le “politiche commerciali coerenti per difendere il modello agricolo europeo: il commercio internazionale è un’opportunità, ma anche una sfida. Gli accordi commerciali devono essere strumenti per aprire mercati, non per compromettere il nostro modello produttivo”, avverte Giansanti spiegando che le leve su cui agire sono la reciprocità degli standard, la tutela delle denominazioni d’origine e infrastrutture viarie, portuali e aeroportuali adeguate ad un settore produttivo.


Infine, il quinto punto è la necessità di investire nella ricerca e nello sviluppo per costruire l’agricoltura del futuro. E le priorità per la ricerca agricola sono tecnologie per la sostenibilità, l’uso di modelli predittivi, una economia circolare. Insomma, ha concluso Giansanti, l’agricoltura italiana ed europea non può limitarsi a rispondere “alle necessità interne. In un mondo sempre più interconnesso, il nostro settore deve assumere un ruolo di leadership globale”.

L’olio novello dell’azienda Castel di Guido ottiene l’Igp Roma

L’olio novello dell’azienda Castel di Guido ottiene l’Igp RomaRoma, 12 dic. (askanews) – L’olio novello biologico prodotto dall’azienda Agricola Comunale Castel di Guido ha ottenuto la prestigiosa certificazione IGP Roma, un riconoscimento che valorizza la qualità dell’uliveto, il territorio dell’agro romano e il lavoro del personale aziendale. “Questo risultato testimonia l’eccellenza dei prodotti del nostro territorio, capaci di affermarsi come volano di sviluppo economico e turistico, e rappresenta un passo significativo nel nostro impegno per tutelare e promuovere l’agricoltura biologica e sostenibile”, ha dichiarato Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti.


Per celebrare questo importante traguardo, il prossimo 15 dicembre, l’Azienda Agricola di Castel di Guido aprirà le sue porte con una grande festa di Natale dedicata alla cittadinanza. L’evento sarà un’occasione speciale per conoscere da vicino questa realtà unica nel panorama romano, attraverso visite guidate agli uliveti e degustazioni dell’olio novello biologico. Sarà organizzata anche una vendita straordinaria dell’olio, richiesta dai cittadini dopo la raccolta delle olive dello scorso 31 ottobre, a cui ha partecipato anche il Sindaco Roberto Gualtieri. L’azienda rappresenta un modello virtuoso di agricoltura sostenibile e biologica. Situato a pochi chilometri dal centro di Roma, si estende su una superficie di 2.000 ettari, dove si coltivano cereali biologici e si allevano bovini, tra cui vacche frisone e maremmane. Ogni mese vengono prodotti circa 20.000 litri di latte destinati alla Centrale del Latte di Roma, mentre l’uliveto, che copre 30 ettari con 1.500 piante, produce oltre 2.000 litri di olio biologico.

A Macfrut 2025 arriva una novità: The healthy food show

A Macfrut 2025 arriva una novità: The healthy food showRoma, 12 dic. (askanews) – Aria di novità a Macfrut 2025: arriva la The Healthy Food Show, un’arena esperienziale sull’importanza dell’innovazione per la produzione di alimenti che promuovono salute e benessere, mettendo a confronto esperti scientifici, grandi firme della cucina e testimonial di caratura nazionale. Il Salone è realizzato da Macfrut, fiera della filiera internazionale dell’ortofrutta (6-8 maggio 2025 – Rimini Expo Centre), in collaborazione con l’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL), Campus Scienze degli Alimenti, Cesena.


“Macfrut da tempo ha posto l’attenzione ai prodotti innovativi – spiega Renzo Piraccini, presidente di Macfrut – The Healthy Food Show fa un ulteriore passo in avanti: all’autorevolezza della trattazione scientifica unisce la spettacolarizzazione insieme a testimonial e chef in un’apposita arena riservata in fiera. È evidente che parliamo di una iniziativa rivolta non solo a una platea di operatori professionali ma a un pubblico più ampio di foodlover consapevoli che la salute viene anche da ciò che mangiamo”. Tre sono gli assi portanti di The Healthy Food Show: scientifico-divulgativa, nuovi trend culinari, sezione eventi ed intrattenimento. Cinque i talk previsti nei giorni della fiera, ognuno dei quali accompagnato da un panel che ospita un esperto scientifico, un testimonial e una firma di primo piano della cucina nazionale grazie alla collaborazione con l’associazione ChefToChef Emilia Romagna Cuochi.


A coordinare il Salone, per il DISTAL-Università di Bologna, sono Pietro Rocculi, Alessandra Bordoni e Francesca Patrignani. “Nel contesto del Salone, quando parliamo di Healthy Food ci riferiamo a prodotti vegetali ad elevato valore nutrizionale, ottenuti con tecnologie sostenibili ed emergenti, alternative ai tradizionali trattamenti termici – spiegano Francesca Patrignani e Pietro Rocculi – Sono prodotti che si rivolgono a consumatori sempre più attenti agli stili alimentari salutisti, su tipologie come IV gamma e IV gamma evoluta, snack di frutta e alimenti funzionali fermentati, succhi fresh-like e snack da scarti e sottoprodotti vegetali”.

Coldiretti: bene semplificare per aumento piccoli impianti biogad

Coldiretti: bene semplificare per aumento piccoli impianti biogadRoma, 12 dic. (askanews) – Grazie al lavoro fatto insieme al ministero e al Gse (Gestore servizi energetici), “è stata ottenuta un’importante semplificazione che permetterà alle imprese di programmare meglio i propri investimenti con maggiore chiarezza e sicurezza normativa”. Così Coldiretti ha accolto con soddisfazione la pubblicazione da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) del decreto che disciplina le regole operative necessarie per dare l’avvio delle procedure competitive per l’assegnazione degli incentivi previsti dal decreto FER2 introducendo nuovi regimi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, escludendo eolico e fotovoltaico. Questa misura, infatti, apre scenari promettenti per il futuro del biogas in Italia, favorendo la realizzazione di nuovi impianti con una potenza fino a 300 kW.


Questa iniziativa è fondamentale per sostenere la produzione di energia elettrica da biogas, spiega Coldiretti, una soluzione cruciale per promuovere la transizione agroecologica, specialmente nell’ambito delle attività zootecniche. Il decreto prevede inoltre un’importante opportunità per gli impianti biogas con potenza fino a 100 kW, già avviati secondo le precedenti regolamentazioni. Questi impianti potranno partecipare al primo bando di assegnazione degli incentivi, previsto per il 16 dicembre 2024 (rimarrà aperta fino al 14 febbraio 2025). Questa possibilità garantisce continuità agli investimenti già effettuati dalle aziende agricole e assicura che nessun operatore venga escluso dai benefici previsti.

Copa e Cogeca: bene Hansen per rafforzare posizione agricoltori

Copa e Cogeca: bene Hansen per rafforzare posizione agricoltoriRoma, 12 dic. (askanews) – Copa e Cogeca accolgono “con favore” la prima iniziativa politica del Commissario Hansen per rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Dopo le diffuse proteste agricole all’inizio del 2024, la Commissione europea ha infatti presentato un documento di riflessione che delinea idee concrete per migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare.


Copa e Cogeca elogiano l’approccio proattivo del Commissario Hansen poiché, “in soli 10 giorni dall’insediamento, sono state pubblicate due proposte di regolamenti correttivi: una riguardante le pratiche commerciali sleali (UTP) e un’altra volta a migliorare il quadro dell’Organizzazione comune dei mercati (OCM). Queste proposte riflettono molte delle richieste espresse dalle comunità agricole e dai loro rappresentanti all’inizio di quest’anno”, spiegano in una nota. Sebbene la proposta sulle pratiche commerciali sleali sia un passo nella giusta direzione per correggere e migliorare la direttiva del 2019, “è fondamentale che vada oltre – aggiungono – Agricoltori e cooperative non possono più sopportare l’onere di vendere i loro prodotti al di sotto del costo di produzione. L’elenco delle pratiche commerciali sleali deve essere aggiornato per riflettere le realtà dei mercati odierni”.


“Dobbiamo anche affrontare il ‘fattore paura’ – prosegue il sindacato degli agricoltori e delle cooperative Ue – consentendo denunce anonime e garantire meccanismi di applicazione efficaci non solo a livello nazionale ma anche nelle transazioni transfrontaliere. Sanzioni robuste e dissuasive devono essere applicate in caso di violazioni delle norme per scoraggiare le infrazioni e ripristinare l’equità nella filiera”. Particolare attenzione, infine, deve essere prestata anche alle proposte per migliorare la regolamentazione dell’OCM, in particolare per quanto riguarda il ruolo delle organizzazioni di produttori (OP). “Rafforzare le OP e salvaguardare la relazione specifica tra agricoltori e le loro cooperative sarà fondamentale per raggiungere questi obiettivi”.

Siglato rinnovo biennio economico 2025-26 per gli allevatori

Siglato rinnovo biennio economico 2025-26 per gli allevatoriRoma, 12 dic. (askanews) – È stato siglato oggi a Roma tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, Confederdia e AIA (Associazione Italiana Allevatori) il rinnovo del biennio economico 2025-2026 così come previsto dal CCNL per i dipendenti dalle Organizzazioni degli Allevatori, Consorzi ed Enti Zootecnici firmato il 14 Novembre 2023.


I sindacati esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto, che prevede per gli anni 2025-2026 un aumento del 5,8%, che si somma al 5,5% già ottenuto nel biennio 2023-2024. Tale rinnovo avviene in anticipo rispetto alla naturale scadenza contrattuale ed è frutto di una importante negoziazione e dello sforzo congiunto dei lavoratori e della delegazione trattante. Le organizzazioni sindacali continueranno il loro impegno affinché venga riconosciuto come usurante il lavoro dei dipendenti al settore allevatori. Per Fai, Flai, Uila e Confederdia, “il rinnovo complessivo pari all’11,3% nel quadriennio consolida il potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori e contribuirà al rilancio di tutto il sistema allevatoriale italiano e del suo ruolo essenziale nel made in Italy agroalimentare”.

La Pietra (Masaf): mangimistica asset strategico agricoltura

La Pietra (Masaf): mangimistica asset strategico agricolturaRoma, 12 dic. (askanews) – “L’industria mangimistica riveste un’importanza strategica all’interno della filiera agro-zootecnica-alimentare e riguarda l’attività di quasi 900mila imprese. E’ un partner fondamentale per l’agro-zootecnica grazie alla sua funzione di cerniera tra la produzione agricola primaria e l’allevamento, visto che dalla prima acquista le materie prime necessarie a produrre i mangimi che vengono poi destinati agli allevatori”. Lo ha detto il sottosegretario Patrizio La Pietra intervenuto, presso la sala Cavour del Masaf, alla presentazione del Secondo Rapporto sulla FeedEconomy, redatto da Nomisma e commissionato da Assalzoo, Associazione Nazionale tra i produttori di Alimenti Zootecnici.


“Tra giro d’affari e consumi delle famiglie il settore vale 150 miliardi – ha proseguito il sottosegretario La Pietra – nel suo complesso e cioè circa il 38% dell’agroalimentare nazionale, quindi parliamo di una componente fondamentale per la nostra agricoltura dal punto di vista economico, ma anche per quanto riguarda la capacità di contribuire a garantire la sicurezza alimentare e ad elevare il grado di sovranità alimentare del nostro Paese, oltre a rappresentare un tassello importante del made in Italy alimentare conosciuto e apprezzato in tutto il mondo”. Per queste ragioni – ha concluso – dobbiamo lavorare per ottimizzare il mercato e diminuire le importazioni di mangimistica da cui il nostro Paese oggi dipende. Le strade da seguire sono due: incentivare anche in questo segmento dell’agricoltura l’operatività della filiera con l’istituzione di un Tavolo di lavoro e credere fortemente nelle Tea, le biotecnologie utili per rendere le produzioni più resistenti ai parassiti e alla siccità e sulle quali il governo Meloni ha scelto con convinzione di puntare per garantire il futuro della nostra agricoltura”.

Mutti: dazi su import temporaneo pomodoro Cina, inchiesta Bbc danno a Paese

Mutti: dazi su import temporaneo pomodoro Cina, inchiesta Bbc danno a PaeseMilano, 12 dic. (askanews) – “Senz’altro c’è un danno di immagine del Paese Italia ma spero che non torni lo spetto della passata fatta con pomodoro cinese perchè il 98% del settore è lontano da questo. Dovremmo portare il 100% dell’industria del Paese lontano da questo mettendo dei dazi che impediscano queste importazioni temporanee. Queste cose che hanno poco senso nell’economia italiana nel 2024”. A dirlo Francesco Mutti, ceo dell’omonimo gruppo dei derivati del pomodoro e vicepresidente di Anicav, dopo la recente inchiesta della Bbc. In un articolo di qualche settimana l’emittente britannica fa affermava che “le passate di pomodoro italiane vendute da diversi supermercati del Regno Unito contengono pomodori coltivati e raccolti in Cina ricorrendo al lavoro forzato”. Il riferimento era al concentrato di pomodori coltivati nella regione dello Xinjiang, dove è detenuta la minoranza musulmana degli Uiguri costretta ai lavori forzati. L’azienda italiana finita nel mirino della Bbc è la Petti che produce alcuni prodotti a marchio del distributore per alcune catene Uk.


A tal proposito Mutti è stato netto: “L’Italia è un Paese di eccellenza che deve vivere di eccellenza, non è senz’altro il pomodoro cinese che garantisce quella eccellenza. Io parlerei di trasparenza nei confronti del consumatore: vorrei sul fronte dell’etichetta l’origine rigorosamente della materia prima, su questo sposo le linee di Coldiretti e Confagricoltura, vorrei una legge come quella italiana che impedisca di produrre passate dal concentrato di pomodoro e vorrei un dazio corretto sulle importazioni provenienti dalla Cina che non preveda una temporaneità che rischia di essere un modo per bypssare la legge”. “Se oggi uno importa ma poi dichiara che esporta ha dei margini – ha aggiunto – io invece dico: importi e paghi un dazio e che sia un dazio che permette di compensare quel dumping sociale ed economico che esiste tra noi e la Cina e lì c’è un abisso”. In passato, il pomodoro importato in Italia dalla Cina veniva utilizzato come materia prima in regime di temporanea importazione. Le aziende lo trasformavano ed esportavano il derivato al di fuori dell’Unione europea, per esempio nei Paesi africani. In questo caso l’industria di trasformazione era esentata dal pagamento dei dazi doganali. “Il governo – ha detto Mutti – fece questi dazi temporanei così che se importavi per esportare in Africa non pagavi nulla: questo 20 anni fa aveva un senso oggi no”.

Giansanti: sul Mercosur un no chiaro e netto

Giansanti: sul Mercosur un no chiaro e nettoRoma, 12 dic. (askanews) – “Sul Mercosur noi siamo per un no chiaro e netto, soprattutto in un quadro europeo. Probabilmente a livello italiano potremmo avere alcuni vantaggi in questo accordo, se pensiamo alle produzioni di vino, di olio d’oliva e di formaggi, ma dall’altra parte dobbiamo considerare l’ingresso sul territorio europeo di prodotti la cui competitività è nettamente superiore rispetto a quella europea”. Lo ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, a margine dell’assemblea invernale della Confederazione agricola in corso a Roma.


“Questo – ha aggiunto – porterà sicuramente un beneficio ai consumatori che avranno una diminuzione del costo di alcuni prodotti. Però nessuno garantisce sugli standard di sicurezza alimentare. E poi l”agricoltura europea sarà costretta ad abbassare probabilmente i prezzi di vendita per poter competere”.