Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Al via campagna promozionale sulla carne di razza piemontese

Al via campagna promozionale sulla carne di razza piemonteseRoma, 19 dic. (askanews) – Una campagna per la valorizzazione della carne di Razza piemontese su testate locali e canali social istituzionali. A pianificarle è stata la Regione Piemonte, tramite l’assessorato all’Agricoltura e Cibo, con il supporto di Visit Piemonte. La campagna sarà rivolta ai consumatori sulle testate locali piemontesi, sui canali social network istituzionali e sulla rivista “Agricoltura” Quaderni della Regione Piemonte, nel numero del mese di dicembre 2023.

“Gustala nei piatti della tradizione piemontese e in tantissime altre specialità gastronomiche” è il claim lanciato nelle grafiche promozionali. Per l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa in questo modo si richiama “l’attenzione dei consumatori per un prodotto di qualità certificata che rappresenta la gastronomia del Piemonte e merita di essere al centro delle nostre tavole insieme ai prodotti eccellenti e in abbinamento ai vini piemontesi Docg e Doc”. La qualità della carne della Razza Piemontese è riconosciuta da due sistemi di certificazione approvati dal ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e dall’Unione europea, il Fassone di Razza Piemontese SQNZ (Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia) e i Vitelloni Piemontesi della coscia IGP (Indicazione Geografica Protetta), che garantiscono l’effettuazione di rigorosi controlli lungo tutta la filiera.

Fedagripesca Toscana: agricoltura a rischio nella nostra regione

Fedagripesca Toscana: agricoltura a rischio nella nostra regioneRoma, 19 dic. (askanews) – “Stiamo affrontando un periodo estremamente complicato dovuto a fattori come l’aumento esponenziale dei costi energetici e delle materie prime, la riduzione dei consumi di prodotti di qualità dovuta al limitato potere d’acquisto dei consumatori e il ricambio generazionale, che è ai minimi storici per tutti i comparti del settore agricolo”. A dirlo è Fabrizio Tistarelli, presidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, nella lettera inviata all’assessore e vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, nella quale ha lanciato l’allarme per le condizioni delle cooperative.

“Oltre alle difficoltà dovute al mercato, ce ne sono altre interne al sistema – dice Tistarelli – Le cooperative sono spesso scarsamente patrimonializzate, e questo influisce negativamente sulla capacità di accedere al credito e porta inevitabilmente ad una drastica riduzione degli investimenti in cooperativa. Così ci troviamo in una condizione di svantaggio all’interno del mercato e facciamo difficoltà ad assumere figure professionali altamente specializzate che scelgono altre imprese. Inoltre le nostre cooperative di pesca, caratterizzate da sistemi di pesca ecologicamente sostenibili, sono fortemente penalizzate dalle leggi di limitazioni ambientali”. “Occorre intervenire con ogni possibile mezzo prima che sia troppo tardi – continua Tistarelli – servirebbero interventi mirati dell’Ente Pubblico, per riconsegnare fondi che possano rafforzarne lo sviluppo e garantirne una più serena gestione. Dobbiamo scongiurare la perdita di questo essenziale patrimonio sociale, ambientale e culturale che è la cooperazione agricola, che garantisce reddito a centinaia di famiglie e rappresenta un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo – conclude – e in grado di generare prodotti tipici di altissima qualità nel rispetto dell’ambiente e delle risorse del territorio”.

Per Pinsami +47% fatturato 2023, ora obiettivo è l’estero con Usa e Canada

Per Pinsami +47% fatturato 2023, ora obiettivo è l’estero con Usa e CanadaMilano, 18 dic. (askanews) – Stati Uniti, Canada e un’ulteriore penetrazione nei mercati europei: nei piani di Pinsami, azienda reggiana produttrice di basi pinsa, l’espansione oltre confine e oltreoceano si conferma una delle leve per la crescita. Oggi, l’export vale il 55% del fatturato che nel 2023 dovrebbe chiudersi a 25 milioni di euro, con un incremento del 47% rispetto ai quasi 17 milioni dello scorso anno. In particolare, l’export quest’anno è cresciuto del 140%, grazie a una distribuzione sempre più ampia, con 22 Paesi raggiunti. A livello europeo i mercati più performanti sono Germania, Belgio e Olanda. In particolare grazie a una capillare presenza nelle catene di supermercati Edeka e Rewe, Pinsami copre più del 80% della distribuzione tedesca.

“In Italia oggi puntiamo a mantenere la leadership nella grande distribuzione, ma l’obiettivo dell’azienda per il futuro è l’internazionalizzazione”, spiega il Ceo e direttore commerciale Mauro Dalle Vacche che detiene la proprietà di Pinsami, insieme all’altro Ceo Fabio Grillo e al fondo Deutsche Invest Capital Solutions. “La pinsa, all’estero, è un prodotto molto giovane e ancora poco conosciuto, ma riscontriamo già un grande interesse per la semplicità di utilizzo, l’alta digeribilità e la versatilità del prodotto nonché la qualità made in Italy. Ad essere maggiormente richieste sono le basi ambient, con una shelf life di 90 giorni e quelle gelo con 18 mesi di shelf life, quindi le referenze che garantiscono una conservazione più lunga – sottolinea Dalle Vacche – Inoltre, il mondo della ristorazione apprezza la pinsa perché è garanzia di un piatto italiano preparato con la minima fatica ed expertise”. La crescita di Pinsami è sostenuta da investimenti sia infrastrutture sia sotto il profilo occupazionale. Il recente stabilimento, che garantisce attualmente una capacità produttiva di 100mila pinse al giorno, sarà ulteriormente ampliato con una nuova linea produttiva tra il 2024 e 2025. Inoltre, le risorse umane dell’impresa sfioreranno quota 200 entro la fine dell’anno.

“È recentissimo il nostro approdo in America – continua Dalle Vacche – Abbiamo iniziato da poco a vendere negli Stati Uniti attraverso un progetto destinato al canale Horeca e abbiamo fatto le prime consegne in Canada, nel retail. Nel prossimo triennio scommettiamo moltissimo su queste aree di mercato e su un allargamento dei canali distributivi”.

Dop economy, Auricchio (Afidop): 5 formaggi nella top ten per fatturato

Dop economy, Auricchio (Afidop): 5 formaggi nella top ten per fatturatoMilano, 18 dic. (askanews) – “I dati Ismea-Qualivita ribadiscono il ruolo chiave dei formaggi Dop nel panorama del made in Italy italiano ed europeo: con 5,2 miliardi di euro di valore alla produzione (+11,6%) e 8,6 miliardi di valore al consumo (+7,6%), i nostri formaggi oggi pesano per oltre il 59% sul settore Dop e Igp e rappresentano ben la metà dei prodotti della top 10 per fatturato”. Così Antonio Auricchio, presidente di Afidop, l’associazione dei formaggi italiani Dop e Igp, commentando i dati diffusi con il XXI Rapporto Ismea-Qualivita. “Grana padano, parmigiano reggiano, mozzarella di bufala campana, pecorino romano, gorgonzola con 4,7 miliardi sono i nostri portabandiera nel mondo – aggiunge – Un risultato che ci inorgoglisce e ci fa sperare bene per il futuro.

Auricchio, lanciando uno sguardo al futuro prossimo, riconosce che “molte sfide ci attendono ancora nel 2024, a partire dalla valorizzazione delle nostre eccellenze nella ristorazione italiana ed estera, alla giusta valorizzazione negli scaffali dei supermercati, fino al contrasto dell’italian sounding e a etichette scorrette che disinformano il consumatore”. “Oggi grazie alla riforma delle IG e al supporto del Governo siamo certi che potremo combattere con più forza per difendere un patrimonio riconosciuto in tutto il mondo – conclude – come dimostrato anche dalla riconferma del primato mondiale dei formaggi italiani nella classifica di Taste Atlas”.

Dalla ricerca italiana strumento che misura evaporazione suolo

Dalla ricerca italiana strumento che misura evaporazione suoloRoma, 18 dic. (askanews) – Uno strumento portatile low cost che misura e monitora l’evaporazione dal suolo e che potrebbe avere numerose applicazioni in campo agricolo e non solo. Ricercatori dell’Università Cattolica hanno sviluppato e brevettato uno strumento per quantificare e monitorare l’evaporazione dei suoli, un problema stringente causato dai cambiamenti climatici che richiede un surplus di acqua per irrigare i campi e che è un fattore fondamentale che contribuisce al rischio siccità. Basti pensare che, nei vigneti, dagli anni Ottanta a oggi, il tasso di evaporazione è cresciuto di almeno il 20%.

L’evaporimetro, sviluppato e brevettato da Stefano Poni della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Cattolica, campus di Piacenza insieme a Eugenio Magnanini (collaboratore esterno), si chiama EPIC e potrà essere applicato in differenti settori: dall’idrologia allo studio dei terreni, alla ricerca agro-forestale, dalla tecnica vivaistica ai bilanci idrici e all’irrigazione, fino al miglioramento genetico delle essenze erbacee. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha rilasciato un brevetto per l’invenzione. Si tratta dell’Evaporimetro per suolo e prati EPIC, in concreto una camera trasparente ventilata di tipo chiuso, con volume di 28 litri, con altezza (modulabile) di 56 cm e superficie di appoggio a terra di 491 cm 2 che, una volta infissa al suolo, consente, entro una finestra di 120 secondi, di determinare il tasso evapo-traspiratorio della superficie sottesa.

“Sono proprio i rapidi tempi di misura a consentire un adeguato numero di misurazioni – spiega il professor Poni – data l’elevata portabilità e la maneggevolezza del sistema. La registrazione viene effettuata con un pulsante e i dati vengono stoccati su una scheda di memoria locale”. Lo strumento non ha equivalenti di tipo commerciale: “quelli esistenti, infatti, si limitano a camere di piccole dimensioni da interfacciare con altre unità e sono molto costosi”. Sfruttando la sensoristica basata su “Internet of Things (ioT), il costo dello strumento è irrisorio e non superiore ai 150 euro. Ispirato a tecnologia IoT con micro-controller Arduino in grado di misurare, in step di 120 secondi, il tasso di evaporazione/traspirazione di porzioni di suolo o di superfici invasate, l’evaporimetro di tipo chiuso risolve il problema di misure rapide e accurate, della perdita idrica da inerbimenti di varia natura e composizione in raffronto ad altre superfici. Ad oggi l’evaporazione si misura solitamente con bilance o strumenti molto costosi che si chiamano porometri.

Lollobrigida: Dop e Igp, Italia punta alla qualità

Lollobrigida: Dop e Igp, Italia punta alla qualitàRoma, 18 dic. (askanews) – “Quello delle Indicazioni Geografiche è un valore intrinseco nei nostri produttori, non solo un obiettivo di un Paese che non guarda alla quantità. L’Italia punta alla qualità e vogliamo difenderla creando sinergie e rafforzando il vero sistema Paese in tutto il mondo”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, intervenendo a Roma alla presentazione del XXI Rapporto Ismea-Qualivita sull’agroalimentare italiano.

“Il nostro impegno – ha aggiunto il ministro – è attuare anche una visione strategica che impedisca la proliferazione dei marchi di qualità pubblici e l’affermazione di etichette scorrette che disorientano il consumatore”. Mauro Rosati, Ddirettore Fondazione Qualivita e Origin Italia, sottolineando che il settore DOP IGP cresce nonostante un quadro congiunturale difficile, ha spiegato che “permangono alcune criticità, a partire dalle emergenze climatiche che coinvolgono da alcuni anni tutta l’agricoltura, ma in particolare le produzioni DOP IGP legate a micro-areali. La riforma europea apre una nuova fase per la qualità agroalimentare italiana che impone a tutti gli attori una riflessione su tre punti cardine: governance dei territori, rapporto con il consumatore e ricerca scientifica, già divenuta uno degli asset primari di investimento dei Consorzi di tutela. Possiamo lavorare insieme ad un nuovo paradigma della qualità italiana anche con il sostegno delle recenti misure del governo e del ministero”.

Infine, Maria Chiara Zaganelli, direttore generale Ismea, ha voluto sottolinea che il settore delle DOP e IGP “non sviluppa solo valore economico sui territori. Con 890.000 contratti di lavoro nel settore IG, la Dop economy afferma anche un valore sociale, etico e occupazionale indiscutibile. Settore eterogeneo che si caratterizza così, importante è che non sia sottoposto a frammentazione per spinte localistiche, legame con i territori ma attraverso un sistema che permette di esprimere l’eccellenza italiana”.

Dopo la pesca, Esselunga torna con uno spot su un’amicizia e una noce

Dopo la pesca, Esselunga torna con uno spot su un’amicizia e una noceMilano, 18 dic. (askanews) – Dopo Emma, la protagonista dello spot della pesca, Esselunga torna in televisione, a una settimana dal Natale, con la storia di Carlo e Marta e della loro amicizia che dura nel tempo grazie, questa volta, a una noce.

Protagonisti anche di questo spot, che sarà trasmesso questa sera sulle principali reti televisive, l’emozione e le persone con le loro storie di vita quotidiana che, attraverso gli occhi dei bambini, rendono più dolce la magia del Natale. Il dono che si scambiano i due bambini diventa, infatti, un inatteso e sorprendente regalo per il Natale alle porte. Il payoff “Non c’è una spesa che non sia importante” rimane il messaggio intorno al quale è costruito anche questo racconto, sempre nella forma del cortometraggio. “Con il secondo appuntamento del nostro racconto – spiega Roberto Selva, direttore marketing e comunicazione di Esselunga – abbiamo voluto rappresentare una storia di amicizia che resiste al trascorrere del tempo e alla distanza e lo abbiamo fatto attraverso una noce, un frutto simbolico che ben si presta a rappresentare il concetto di cura e l’evoluzione della storia. Con l’emozione che suscita un’amicizia ritrovata desideriamo augurare a tutti buone feste”.

Il cortometraggio sarà visibile in televisione dal 18 al 25 dicembre, nelle sale cinematografiche e sui canali digitali fino al primo gennaio 2024. La campagna è firmata dall’agenzia creativa di New York Small. “La noce” è stato girato dallo stesso regista del film “La pesca”, il francese Rudi Rosenberg e prodotto da Indiana Production.

Ismea-Qualivita: cresce spesa prodotti Dop e Igp nella Gdo

Ismea-Qualivita: cresce spesa prodotti Dop e Igp nella GdoRoma, 18 dic. (askanews) – Negli ultimi due anni gli italiani hanno speso mediamente di più per gli acquisti alimentari domestici e ciò vale anche per il cibo e vino DOP IGP: le vendite dei principali prodotti IG a peso fisso e variabile nella Grande Distribuzione Organizzata hanno oltrepassato nel 2022 i 5,4 miliardi € (+3% su base annua), con una dinamica più sostenuta per il cibo (+5,6%) rispetto al vino (-2,5%) che risente della ripresa del “fuori casa”. I dati emergono dal XXI Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

I dati relativi ai primi nove mesi del 2023 indicano un ulteriore balzo in avanti del +10% della spesa alimentare nella GDO, a fronte di un incremento lievemente più contenuto per gli acquisti di prodotti a marchio DOP e IGP (+8%). Cresce inoltre la rilevanza del canale Discount per una fetta significativa di prodotti DOP IGP e resta forte, per quanto in calo, l’incidenza delle vendite in promozione per i prodotti IG nella GDO (21,5%).

Nel Nord-Est il 55% del valore nazionale delle Dop e Igp

Nel Nord-Est il 55% del valore nazionale delle Dop e IgpRoma, 18 dic. (askanews) – Nel 2022 nelle quattro regioni del Nord-Est è concentrato oltre la metà (55%) del valore nazionale delle DOP e IGP, con Veneto e Emilia-Romagna che si confermano le prime regioni in assoluto per valore economico, mostrando una crescita di quasi il +6% sul 2021. In termini relativi è però il Nord-Ovest a presentare l’incremento maggiore (+12%), trainato da Piemonte e Lombardia, la regione con la crescita più alta nel 2022 (+318 milioni di euro). E’ quanto emerge dal XXI Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il Centro Italia, guidato dalla Toscana, segna un +4%, mentre l’area “Sud e Isole”, dopo gli importanti incrementi registrati nel 2020 e nel 2021, avanza di un ulteriore +3%, con un contributo soprattutto da parte di Campania (+9%), Sardegna (+19%) e Abruzzo (+9%). Nel 2022 il comparto del cibo DOP IGP sfiora i 9 miliardi € di valore all’origine (+9% la crescita annua, +33% il trend in dieci anni) per un fatturato al consumo finale che supera i 17 miliardi di euro (+6%). L’export del comparto raggiunge 4,6 miliardi (+6% su base annua e +66% sul 2012), grazie soprattutto al recupero dei mercati Extra-UE (+10%).

La produzione di vino imbottigliato DOP IGP, dopo il forte balzo nel 2021, si attesta a 26 milioni di ettolitri nel 2022, in ridimensionamento sull’anno precedente (-4%). I dati in valore indicano invece, sulla base delle stime aggiornate, una crescita per l’imbottigliato (+5% a 11 miliardi di euro) e per lo sfuso (+13% a 4 miliardi). Tra le prime 10 denominazioni per valore ben 9 fanno registrare una crescita rispetto al 2021. A fronte di volumi esportati simili al 2021, gli introiti crescono del 10%, arrivando a sfiorare i 7 miliardi di euro nel 2022, per un trend del +80% rispetto al 2012 e risultati positivi soprattutto per i vini DOP (+12%) e in particolare per gli spumanti (+21%).

Dop Economy, in 2022 valore per la prima volta sopra 20 miliardi

Dop Economy, in 2022 valore per la prima volta sopra 20 miliardiRoma, 18 dic. (askanews) – Continua a cresce la Dop economy italiana, nonostante lo scenario macroeconomico condizionato dalla crisi energetica e climatica. Il settore delle DOP e IGP per la prima volta vola oltre la soglia dei 20 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2022 (+6,4% su base annua) assicurando un contributo del 20% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.

All’interno del settore, il comparto cibo sfiora i 9 miliardi si euro (+9%), mentre quello vitivinicolo supera gli 11 miliardi (+5%). E’ quanto emerge dal XXI Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Risultati importanti, seppure in parte condizionati dalla spinta inflattiva, che testimoniano la grande solidità della Dop economy nazionale: un sistema organizzato, che conta 296 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura e oltre 195.000 imprese delle filiere cibo e vino, con un numero di rapporti di lavoro stimati per la prima volta a 580 mila unità nella fase agricola e a 310 mila nella fase di trasformazione.