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Coldiretti:362mila lavoratori stranieri lavorano in agricoltura

Coldiretti:362mila lavoratori stranieri lavorano in agricolturaRoma, 18 dic. (askanews) – Senza il contributo dei migranti nei campi e nelle stalle, l’Italia perderebbe quasi 1/3 del Made in Italy a tavola, con 362mila lavoratori provenienti da tutto il mondo che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo ben il 32% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore nel 2022. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che ha collaborato al Dossier statistico immigrazione a cura del Centro studi e ricerche Idos, in occasione della Giornata del migrante.

La comunità di lavoratori agricoli più presente in Italia è quella romena con 78.214 occupati, davanti a indiani con 39.021, marocchini con 38.051 che precedono albanesi (35.474), senegalesi (16.229), pakistani (15.095), tunisini (14.071), nigeriani (11.894,) macedoni (9.362), bulgari (7.912) e polacchi (7.449). Si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta che sono garantiti grazie a lavoratori regolari provenienti da altri Paesi perfettamente integrati che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno con reciproca soddisfazione. Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori stranieri sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale: la raccolta delle fragole nel Veronese, la preparazione delle barbatelle in Friuli, le mele in Trentino, la frutta in Emilia Romagna, l’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia.

“E’ importante affrontare il tema della disponibilità di manodopera con una gestione dei flussi più efficiente partendo dal decreto triennale che può dare una grande mano tenuto conto che non solo si passa dalle 42mila unità di lavoro stagionale alle 82mila del 2023 fino alle 90mila del 2025 ma soprattutto che – spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – le quote riservate alle associazioni agricole per i loro soci, che dalle 22.000 unità dell’anno scorso raggiungono le 40.000 quest’anno, assicurando alle nostre imprese la certezza di poter avere a disposizione lavoratori regolari e non subire la concorrenza sleale di chi sfrutta le persone”.

La pasta e gli italiani: oltre 500 formati ma spaghetti e penne i più amati

La pasta e gli italiani: oltre 500 formati ma spaghetti e penne i più amatiMilano, 18 dic. (askanews) – Dietro due ingredienti come l’acqua e la semola di grano duro c’è un mondo, quello della pasta, fatto di decine e decine di nomi e altrettante forme che raccontano territori, cultura popolare, tecniche di produzione, ma anche la fantasia del pastaio. Si conta che i formati siano oltre 500 ma alla fine poi scegliamo quasi sempre gli stessi. Stando a una prima classificazione che arriva direttamente dai dati sulla produzione raccolti da Unione italiana food, la pasta corta rappresenta il 70% del peso relativo dei vari formati contro il 30% occupato dalla pasta lunga. Ma come si compone la classifica dei formati del primo produttore al mondo di pasta (3,6 milioni di tonnellate), e maggiore consumatore (23 chili a testa)?

Gli spaghetti si posizionano al primo posto, stando all’elaborazione di Unione Italiana Food su dati NIQ, che ha fotografato le preferenze in fatto di formati di pasta nel nostro Paese, secondo quattro aree: Nord-ovest, Nord-est, Centro e Sud. Se gli spaghetti sono l’ID della pasta al secondo posto si posizionano le penne. Per i due formati più amati dagli italiani, è plebiscito. Insieme, rappresentano il 78% della pasta venduta in tutto il Paese, tenendo in considerazione che quando parliamo di spaghetti e penne ci riferiamo a tutta la categoria di spaghettini, spaghettoni, pennette, mezze penne, pennoni e tutte le diciture affini che riportano allo stesso formato. A partire dalla terza posizione, cominciano a delinearsi le preferenze regionali, con formati di pasta iconici utilizzati per le ricette della tradizione. Al Nord (ovest ed est) vincono i fusilli mentre nel centro sono le paste corte come le mezze maniche a farla da padrone e al sud la preferenza va alla pasta per brodi e minestre, con la pasta mista ad occupare la maggior parte della sezione. Viceversa, al quarto posto, al Nord (ovest ed est) e al Sud vince la pasta corta contro i fusilli che conquistano il centro e infine, in quinta posizione, la pasta per brodi e minestre predomina al Nord mentre al Centro e al Sud vincono i rigatoni/tortiglioni/maccheroni.

In realtà certi formati danno il meglio di sé se abbinati a determinati tipi di sugo. Ed esistono regole precise per l’abbinamento. Alcuni abbinamenti sono figli di tradizione e consuetudini secolari (spaghetti aglio olio e peperoncino, trofie con il pesto, tagliatelle con il ragù, ziti con la salsa genovese), altre sono coppie più aperte (come la carbonara che, sempre più spesso, abbandona la pasta lunga preferendo rigatoni e mezze maniche). Per tutti gli altri abbinamenti occorre seguire quattro parametri. Il primo è la forma e come questa incontra il condimento. Un solo elemento, anche piccolo, cambia tutto: la curvatura di un formato, una variazione nel suo spessore tra rigo e valle, un profumo nel sugo, tempi e modi di cottura, perfino il modo di servirla nel piatto o lo strumento con cui la mangiamo. C’è poi la trafila che ci fa capire come si comporterà la pasta in cottura (e mantecatura) ma anche la sua sensazione in bocca. Da una trafilatura in teflon si ottiene una pasta dal cuore più croccante, mentre una pasta trafilata al bronzo risulta più omogenea. Il terzo elemento è la prova della forchetta o del cucchiaio per capire l’intensità del boccone. Infine la tecnica di cottura giusta, mantecando in padella o risottandola dall’inizio. “La pasta è una e molteplice – osserva Margherita Mastromauro, presidente dei pastai di Unione italiana food che in vista del Natale ha realizzato una guida all’abbinamento e cinque ricette delle feste con i formati di pasta più amati – In Italia siamo i custodi della tradizione. Abbiamo le nostre preferenze ma non rinunciamo a cambiare le carte in tavola e sperimentazioni e stravolgimenti si richiamano, per affinità o contrasto o reinterpretazione, al nostro patrimonio alimentare. Proprio questa sua versatilità e la capacità di adattarsi a ingredienti diversi in combinazioni infinite fanno della pasta un alimento sempre contemporaneo e globale. Proprio per questo, accanto ai cinquecento formati attuali di pasta censiti, le aziende continuano a sviluppare per innovare l’architettura della pasta e andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori”.

Confagri Piacenza: bene Governo su etichette, ora chiarezza in Ue

Confagri Piacenza: bene Governo su etichette, ora chiarezza in UeRoma, 18 dic. (askanews) – Bene il decreto firmato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che posticipa l’introduzione e l’applicazione di una parte della normativa europea sulle indicazioni nutrizionali nelle etichette dei vini e degli alcolici in genere entrata in vigore l’8 dicembre 2023, permettendo l’utilizzo e l’esaurimento delle etichette già in magazzino per ulteriori tre mesi. Ma ora bisogna fare chiarezza in Europa sul tema. Lo sottolinea in una nota Marco Casagrande, direttore di Confagricoltura Piacenza.

“Si tratta di un positivo e apprezzato riscontro alle istanze presentate da Confagricoltura a tutti i livelli in tema di etichettatura vini”, commenta precisando che la deroga contenuta nel D.M. del 7/12/2023 riguarda solo le etichette già stampate prima del 24/11/2023 (giorno di uscita delle linee guida della UE) che riportano accanto o al centro del QR-code, la lettera ” i ” e non le altre etichette. Solo in questo caso specifico è applicabile la deroga che differisce la data dell’8 dicembre all’ 8 marzo 2024. Il presidente di Unione italiana vini (Uiv) Lamberto Frescobaldi, componente di Giunta Nazionale di Confagricoltura, ha incontrato il ministro Lollobrigida e in merito alle difficoltà legate alla nuova norma Ue sull’etichettatura ha sottolineato che “le linee guida “last minute” della Commissione Ue hanno generato una babele interpretativa in cui ogni Stato membro esprime una propria lettura, determinando così una mancata armonizzazione delle regole di mercato”.

Per Frescobaldi il Regolamento comunitario (2021/2117) pubblicato 2 anni fa definiva regole che ora sono state rimesse in gioco da una burocrazia che anziché andare incontro alle imprese le ostacola. “Apprezzo il grande supporto del ministro Lollobrigida – ha sottolineato Frescobaldi – e accolgo con favore l’intenzione del ministro di portare il dossier all’attenzione del Consiglio europeo di Agricoltura e Pesca. Serve anche in ambito comunitario un’immediata sospensione in merito alla principale criticità contenuta nelle linee guida della Commissione per rivederne il contenuto e garantire certezza giuridica alle imprese. Contestualmente, sarà necessario ottenere il consenso all’utilizzo di tutte le etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida e fino a esaurimento scorte”. Il DM firmato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste assicura inoltre il rispetto dei principi della sostenibilità economica e ambientale, evitando infatti che etichette già in magazzino debbano finire al macero. I problemi del mondo del vino non però tutti superati, tant’è che alcune indicazioni delle linee guida europee sull’etichettatura ad oggi presentano criticità che ad avviso dell’associazione di imprenditori agricoli sarebbero superabili con il buonsenso.

“Auspichiamo – conclude Casagrande – che come ha dichiarato il ministro si possa fare chiarezza anche su questi aspetti sebbene la riunione del 10 e 11 dicembre dell’Agrifish abbia toccato il tema solo marginalmente”.

Confcooperative lancia bando per comunicazione su latte e formaggi

Confcooperative lancia bando per comunicazione su latte e formaggiRoma, 18 dic. (askanews) – La Confederazione Cooperative Italiane ha indetto un bando di gara per la selezione, mediante procedura competitiva aperta, di un “Organismo di esecuzione” incaricato della realizzazione delle attività di informazione e promozione del Programma triennale “THINK MILK, TASTE EUROPE, BE SMART!” – Acronimo “CONFCOOP_MI2”, co-finanziato dalla Commissione europea in conformità al Regolamento (UE) n. 1144/2014 e destinato al mercato italiano e tedesco utilizzando come prodotti testimonial latte bovino e prodotti lattiero-caseari.

Il budget è di 1.999.412 euro per una durata di 36 mesi. Il programma è stato presentato alla Commissione europea nell’ambito dell’invito a presentare proposte Agrip – Simple 2023 programmi semplici – Sovvenzioni per azioni di informazione e di promozione riguardanti i prodotti agricoli realizzate nel mercato interno e nei paesi terzi, a norma del Regolamento (UE) n. 1144/2014 ed è stato approvato con la Decisione di esecuzione della Commissione n. C(2023)7540 del 10/11/2023. Il programma prenderà avvio nell’aprile 2024.

Altri 8 membri per l’associazione Olio di palma sostenibile

Altri 8 membri per l’associazione Olio di palma sostenibileRoma, 18 dic. (askanews) – Otto nuovi membri entrno nell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile. Dopo i primi quattro nuovi aderenti arrivati nel corso del 2023 (Roundtable on Sustainable Palm Oil RSPO, ISF Malesia, Erreppi e Opram), il consiglio direttivo dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile ha accolto le domande di adesione all’Unione di Vandemoortele Italia, parte del gruppo alimentare leader in Europa nei prodotti da forno surgelati, margarine, oli e grassi da cucina; Zschimmer & Schwartz Italiana, parte del gruppo omonimo tedesco, è un fornitore leader di ausiliari chimici su misura per diversi settori; IMCD Italia, parte del gruppo IMCD, leader globale di mercato nella vendita, marketing e distribuzione di specialità chimiche ed ingredienti per diversi settori industriali e ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale), un consorzio no profit fondato su valori etici condivisi, che offre servizi di certificazione, di ricerca e sviluppo e di divulgazione culturale per le aziende che intendono intraprendere percorsi di sviluppo sostenibile.

“Chiudiamo il 2023 con una squadra ancora più forte con la quale affronteremo con ottimismo le sfide dell’anno che sta per iniziare – commenta il presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, Mauro Fontana – In una fase di incertezza, dettata dalle crisi geopolitiche, dalla instabilità dell’economia internazionale, e dalle complesse sfide della transizione ecologica, le imprese riscoprono l’importanza delle piattaforme multistakeholder e delle partnership per obiettivi”. L’Unione ha ampliato il proprio raggio di azione non solo nell’alimentare ma anche in altri settori industriali: cosmetico, mangimistico, prodotti per la persona e per la casa, lubrificanti, prodotti per l’industria.

Oggi quello di palma è l’olio vegetale più prodotto al mondo (37% del totale), seguono quelli di soia (circa 28%), colza (circa 12%), girasole (10%) (Faostat – 2023). “L’obiettivo è arrivare ad utilizzare in Italia esclusivamente di olio di palma certificato sostenibile, non solo nel food, dove abbiamo già superato la quota del 95%, ma in tutti i settori d’impiego”, conferma Fontana. “L’implementazione del regolamento sui prodotti a zero deforestazione (EUDR) sarà la vera grande sfida del 2024. Siamo pronti a confrontarci e collaborare con l’Autorità Competente, sperando che venga al più presto designata dal Governo italiano, per supportare le imprese nell’applicazione del nuovo regolamento”.

Barilla: studenti a scuola d’impresa nell’archivio storico

Barilla: studenti a scuola d’impresa nell’archivio storicoMilano, 18 dic. (askanews) – Barilla aderisce al progetto “A scuola d’impresa”, l’iniziativa nata dalla collaborazione con MuseImpresa e l’Università Liuc di Castellanza, nel Varesotto per creare un ponte tra le nuove generazioni e marchi e prodotti storici della produzione industriale italiana. In virtù di questa collaborazione, il gruppo alimentare lancia “Dalla storia al futuro – proposte per il museo virtuale dell’Archivio storico Barilla”, che, a partire dal 2024, porterà gli studenti delle scuole secondarie nel cuore della storia del gruppo, l’archivio presso la sede centrale di Parma.

Gli studenti faranno un percorso di formazione che avrà come obiettivo creare e popolare un vero e proprio museo virtuale sulla storia della comunicazione di Barilla accessibile in digitale sul sito dell’archivio storico. L’iniziativa è rivolta a tutti gli studenti del triennio delle scuole secondarie di II grado e si svilupperà in più fasi: in un primo momento i ragazzi visiteranno il quartier generale di Barilla e saranno coinvolti in attività di studio dei documenti presenti presso l’archivio storico e nella presentazione, attraverso il lavoro a gruppi, di proposte creative. Successivamente progetteranno l’allestimento di un museo virtuale con una selezione dell’ampio materiale presente in archivio. “A scuola d’impresa” è un progetto ideato da Museimpresa, l’associazione italiana archivi e musei d’impresa, che riunisce oltre 130 musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane, all’interno del percorso per l’orientamento e dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), con l’obiettivo sia di diffondere una conoscenza di base sulla storia dell’impresa italiana e dei suoi valori, sia di avvicinare i ragazzi ai musei e agli archivi d’impresa del Paese

L’archivio storico Barilla nasce nel 1987 per volontà di Pietro Barilla con il compito di raccogliere, conservare e valorizzare il materiale storico relativo alla lunga vita dell’azienda e dei marchi di proprietà del gruppo alimentare di Parma. Sul sito dell’archivio storico sono stati digitalizzati oltre 35.000 oggetti, foto, video e pubblicità che ripercorrono la storia, l’attività economica, la strategia comunicativa e pubblicitaria dei marchi come Barilla, Mulino Bianco, Pavesi, Pan di Stelle e Voiello.

Lollobrigida: Dop economy? Investire in qualità obiettivo Governo

Lollobrigida: Dop economy? Investire in qualità obiettivo GovernoRoma, 18 dic. (askanews) – “Cresce la Dop economy e questo è un bene anche per chi acquista prodotti di qualità che devono essere raccontati nella loro specificità anche territoriale, che crea anche turismo. Investire nella qualità è l’obiettivo di questo Governo e di tanti imprenditori italiani che ne capiscono il valore aggiunto”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, intervenendo a margine della presentazione del XXI Rapporto Isema Qualivita in corso a Roma.

“Il Governo ha investito tante risorse sull’innovazione – ha ricordato Lollobrigida – sia con fondi nazionali sia del Pnrr – raddoppiando le disponibilità del mondo agricolo per le filiere produttive di qualità”. Lollobrigida ha poi confermato che quella del vino “è una filiera che può crescere molto in termini orizzontali. Sono tre le regioni che hanno in particolare in termini assoluti il maggior mercato e sono Veneto, Toscana e Piemonte. Quello che si può fare – ha detto – è mettere anche le altre regioni in condizione di seguire questo esempio e lì c’è un fattore di crescita rilevante”.

Ma la Dop economy italiana non è solo vino, è anche “olio, formaggio: i dati che abbiamo sull’export di prodotti di qualità ci danno grandi soddisfazioni. Ad esempio – ha ricordato il ministro – il formaggio cresce dell’11% in Francia, che non è il territorio più facile da conquistare. Ancora, abbiamo l’olio di oliva dove qualitativamene abbiamo una disponbilità di cultivar eccezionale e entrare in un mercato di alto livello permette di avere una rediività maggiore e una competitivià più elevata in termini di valore”, ha concluso.

Lollobrigiga: con ambasciatori nuove azioni su italian sounding

Lollobrigiga: con ambasciatori nuove azioni su italian soundingRoma, 18 dic. (askanews) – “Oggi alla riunione degli ambasciatori italiani alla Farnesina chiederò di attivare ancora meglio azioni per spiegare ai governi delle altre nazioni che sì, noi difendiamo la denominazione dei prodotti e l’indicazione dell’italianità nel nome delle nostre imprese, ma che loro lo devono fare nel nome dei loro cittadini”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, intervenendo a margine della presentazione del XXI Rapporto Isema-Qualivita in corso a Roma.

Il ministro ha sottolineato che i cittadini stranieri devono essere tutelati dall’italian sounding, perché “comprano cose pensando che corrispondano alle produzioni italiane e invece no. I governi devono attivare dei processi normativi che garantiscano la riconoscibilità dei prodotti. Quando c’è trasparenza il prodotto italiano si conquista spazi di mercato e così si spiega anche perché ha un costo maggiore rispetto ai prodotti a italian sounding”, ha concluso Lollobrigida.

Da R. Toscana 6 mln per promuovere prodotti toscani di qualità

Da R. Toscana 6 mln per promuovere prodotti toscani di qualitàRoma, 18 dic. (askanews) – Contribuire a migliorare la posizione degli agricoltori nella catena di valore, promuovere le politiche dell’Unione europea in materia di alimentazione e salute, affrontando temi come la produzione sostenibile di alimenti sani, la riduzione degli sprechi alimentari, il miglioramento del benessere degli animali, comunicando le caratteristiche dei prodotti di qualità alimentare, con i relativi aspetti nutrizionali, l’etichettatura, la rintracciabilità e i metodi di produzione a basso impatto ambientale. Sono gli obiettivi del bando attuativo dell’intervento “Promozione dei prodotti di qualità”, che può contare su una dotazione complessiva di 6 milioni di euro.

“Con questa iniziativa – dice la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – sosteniamo i produttori e i loro Consorzi per far conoscere ancora meglio le eccellenze toscane. I produttori potranno attivare iniziative di informazione sulla qualità e sui processi produttivi, ma anche sulle proprietà nutrizionali e il legame con il territorio dove queste eccellenze nascono, rivolgendosi ai consumatori, addetti ai lavori, con azioni mirate per sostenere la commercializzazione dei prodotti sui mercati e nella ristorazione e favorire nei consumatori la conoscenza dei disciplinari e delle regole di produzione. I partecipanti potranno inoltre presentare progetti per iniziative a carattere pubblicitario, commissionare indagini di mercato e organizzare o partecipare a manifestazioni, fiere, eventi ed esposizioni. Anche questa azione sarà utile per promuovere il meglio del Made in Tuscany, e aprire sempre nuove opportunità alla diffusione delle nostre eccellenze”.

L’importo minimo del contributo pubblico richiesto/concesso, per singola domanda di aiuto, è pari a 21.000 euro. L’importo del contributo massimo concedibile per singola domanda d’aiuto è pari a 420.000 euro. Nel caso in cui i beneficiari siano Aggregazione di Consorzi, il contributo massimo concedibile è pari a 630.000 euro. L’intensità del sostegno è a fondo perduto pari al 70% dei costi ammessi.

Eataly atterra all’aeroporto di Bergamo: ristorante da 180 posti e mercato

Eataly atterra all’aeroporto di Bergamo: ristorante da 180 posti e mercatoMilano, 15 dic. (askanews) – Eataly ha aperto un ristorante di 750 metri quadri e oltre 180 coperti all’interno dell’area imbarchi dell’aeroporto di Milano Bergamo, che nel 2023 ha superato i 15 milioni di passeggeri facendone il terzo scalo in Italia.

Eataly Bergamo Orio al Serio è posizionato tra i gate A14 e A15 e rappresenta l’opportunità di una sosta gastronomica di alta qualità per chi si trova nel terminal in attesa di imbarco. La formula prevede un mix di ristorante e mercato e consente sia la sosta per mangiare, sia di acquistare alcuni dei prodotti più tipici del nostro Made in Italy da portare nel mondo per replicare le autentiche esperienze di gusto italiane. “Siamo felici di aprire Eataly in un luogo in cui avremo l’opportunità di confrontarci con viaggiatori italiani e stranieri offrendo loro una selezione di piatti italiani realizzati con ingredienti di qualità e cucinati in modo semplice – spiega Simone Tosato, global head of franchising di Eataly – Il desiderio di cibo italiano è in costante crescita e per questo lavoriamo continuamente alla nostra offerta per renderla sempre più attenta alle esigenze dei clienti che scelgono Eataly durante il viaggio”. “La partnership con Eataly segna una tappa di prestigio nel percorso di promozione dei prodotti e della enogastronomia di eccellenza intrapreso nelle fasi di progressivo ampliamento dell’aerostazione – ha aggiunto Matteo Baù, direttore commerciale non aviation di Sacbo – Siamo onorati di ospitare un brand noto a livello globale”.

Il ristorante spazia da una offerta di snack, come la pizza alla pala, al corner dedicato al dolce e alla caffetteria. La cucina ha un menu che include i piatti iconici di Eataly ma anche piatti ispirati alla stagione in corso mentre la carta dei vini e dei cocktail è pensato per aperitivi e momenti relax. La sfida di offrire ai viaggiatori un servizio di ristorazione curato e di qualità, pur nel poco tempo di cui si dispone normalmente quando si viaggia, prosegue con Autogrill dopo l’area di servizio di Secchia Ovest, e gli Eataly al Terminal 1 e 3 dello scalo romano di Fiumicino.