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Asiago Dop avvia piano regolazione dell’offerta e punta su export

Asiago Dop avvia piano regolazione dell’offerta e punta su exportRoma, 17 mar. (askanews) – Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago introduce il Piano di crescita programmata, che sarà in vigore fino al 31 dicembre 2026 e che punta a garantire l’equilibrio tra domanda e offerta premiando la qualità con un nuovo modello di valorizzazione del prodotto e favorendo l’esplorazione di nuove nicchie e nuovi mercati.


Il nuovo piano di crescita programmata, attraverso la regolazione dell’offerta del formaggio Asiago, promuove le scelte qualitative e, per la prima volta nel settore caseario, introduce un innovativo meccanismo di efficientamento, spiega in una nota il Consorzio. Questo sistema incentiva l’eccellenza e il miglioramento continuo assegnando a ciascun produttore un indice qualitativo che influenza direttamente le assegnazioni, riconoscendo i produttori più virtuosi in base ai punteggi ottenuti durante verifiche periodiche del prodotto condotte da un panel indipendente di esperti di analisi sensoriale. Il piano prevede inoltre la possibilità di agevolazioni per i piccoli produttori e i produttori storici, al fine di tutelare l’artigianalità e la biodiversità, come parte integrante del patrimonio culturale e produttivo locale. Nel 2024, l’Asiago Dop ha registrato a livello nazionale la migliore performance tra i formaggi duri e semiduri, con una crescita dell’8,9% a volume e del 6,2% a valore. Il piano conferma l’impegno del Consorzio a sostenere e valorizzare la produzione di montagna e promuove lo sviluppo di nuove nicchie di mercato, come il biologico e il kosher, oltre all’innovazione di prodotto in diversi formati. Un altro pilastro è il potenziamento dell’export, con incentivi per i produttori che investono nella promozione internazionale dell’Asiago DOP. L’obiettivo è accrescere la presenza del formaggio Asiago in nuove aree geografiche e nuovi canali distributivi diversificando le opportunità a livello globale.


“Nel prossimo biennio, con questo piano innovativo e dinamico, vogliamo incoraggiare sempre più i comportamenti virtuosi e dare evidenza a tutti i produttori che contribuiscono ogni giorno alla valorizzazione del formaggio Asiago – spiega in una nota Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – Per affrontare le sfide future, è essenziale puntare su una qualità sempre più elevata e adottare strategie reattive e coordinate, capaci di cogliere l’evoluzione dei mercati ed esplorare nuove strade”.

Ilenia Ruggeri nuovo direttore generale delle acque Sanpellegrino

Ilenia Ruggeri nuovo direttore generale delle acque SanpellegrinoMilano, 17 mar. (askanews) – Ilenia Ruggeri, comasca, classe 1971, è il nuovo direttore generale di Sanpellegrino, azienda del settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche del gruppo Nestlé. La manager, “con una ventennale esperienza all’interno del gruppo, e una profonda conoscenza del settore beverage, applicherà le proprie competenze per far crescere l’azienda in Italia”, si legge in una nota.


Ruggeri, laureata in economia aziendale alla Cattolica di Milano, è entrata nel gruppo Nestlé nel 2002 e ha lavorato 15 anni in Nestlé Purina, ricoprendo posizioni di crescente responsabilità nell’area generating demand per poi passare nel 2016 in Sanpellegrino con il ruolo di international marketing director. Successivamente, nel 2020, è stata nominata head of marketing e innovation, posizione nella quale ha dato un contributo determinante allo sviluppo dei marchi e alla strategia di canale in un periodo molto complesso per l’Italia, come quello della pandemia. Prima di entrare in Purina ha lavorato 4 anni in Avon cosmetics. In qualità di direttore generale, Ilenia Ruggeri avrà il compito di definire strategie innovative, accelerare le performance dei brand internazionali S.Pellegrino, Acqua Panna e bibite Sanpellegrino e sostenere lo sviluppo del marchio locale Levissima e degli aperitivi analcolici. Contribuirà, inoltre, a sviluppare progetti capaci di amplificare l’impatto positivo e ridurre l’impronta ecologica dell’azienda, in linea con il modello di business di Sanpellegrino che mette il valore condiviso al centro delle proprie attività.


Nella nuova posizione, Ilenia Ruggeri lavorerà al fianco dell’amministratore delegato Michel Beneventi che ha assunto anche il ruolo di global head of international premium business della business unit globale Nestlé Waters & Premium Beverage, e di Stefano Marini, che ha assunto la posizione di head of Southern Europe & AOA.

Da ricerca Cnr processo produzione più rapido e sostenibile

Da ricerca Cnr processo produzione più rapido e sostenibileRoma, 17 mar. (askanews) – Uno studio condotto dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) ha portato alla produzione di mosto di birra pronto per la fermentazione senza passare per la fase di bollitura, conservando dello stesso tutte le caratteristiche chimiche e organolettiche. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Beverages.


“La cavitazione idrodinamica permette di scaldare il mosto a 94°C, diversamente da quanto avviene con le produzioni tradizionali, che prevedono una bollitura a 100°C per 90 minuti. Questo garantisce un abbattimento dei tempi e del consumo di energia di oltre l’80%”, sottolinea Francesco Meneguzzo, primo ricercatore del Cnr-Ibe e coordinatore dello studio. Oltre a ciò, la cavitazione elimina il precursore del dimetilsolfuro, un composto che restituisce odori e sapori sgradevoli alla bevanda, con una velocità tre volte maggiore rispetto a quanto ci saremmo inizialmente aspettati. Attraverso questo metodo, il dimetilsolfuro viene immediatamente espulso dal mosto della birra e alla fine del processo l’amaro di luppoli si trasferisce al mosto, modificandone il colore. “Soltanto attraverso la cavitazione idrodinamica, che concentra un grande quantitativo di energia, è stato possibile ottenere questi risultati”, precisa il ricercatore.


L’utilizzo di questo procedimento, vista la possibile applicazione su scala industriale, delinea un modo nuovo di produrre la birra, economicamente e ambientalmente più sostenibile. Le risultanze di questo studio dimostrano le potenzialità di un brevetto che il Cnr ha depositato nel 2016 e che ha continuato a sviluppare nel tempo. “Fin dall’inizio, 10 anni fa, abbiamo sostenuto con convinzione lo sviluppo delle ricerche relative a questo brevetto e i risultati raggiunti ci danno ragione. La possibilità di utilizzare soltanto energia elettrica, potenzialmente generata da fonti rinnovabili, rappresenta una svolta e un impulso concreto alla decarbonizzazione di uno tra i settori alimentari più energivori”, sostiene Maria Carmela Basile, responsabile dell’Unità valorizzazione della ricerca del Cnr.

Al mercato prezzi in calo per carciofi, mandarini e broccoli

Al mercato prezzi in calo per carciofi, mandarini e broccoliRoma, 17 mar. (askanews) – Prezzi in calo nei mercati per carciofi, mandarini e broccoli. Lo segnala La Borsa della Spesa, il servizio settimanale di BMTI e Italmercati Rete di Imprese, in collaborazione con Consumerismo No Profit. Tra la frutta fresca, La Borsa della Spesa suggerisce ancora gli agrumi, in particolare mandarini, arance rosse e limoni. Nel dettaglio, i mandarini stanno attraversando un’ottima stagione, con una qualità eccellente e prezzi che partono da 1,00, nel caso dei più piccoli, fino a 1,50 euro/kg per i più grandi. La loro richiesta è in deciso aumento, in sostituzione delle clementine ormai giunte al termine.


Per quanto riguarda le arance rosse utilizzate per le spremute, quelle di dimensioni minori, sebbene i prezzi abbiano subito un leggero aumento, rimangono comunque convenienti, intorno a 1,00 euro/Kg. Il leggero rialzo è dovuto alla fine della stagione, tuttavia il sapore e la dolcezza rimangono su alti livelli. Prosegue bene la produzione dei limoni, che accompagnano i prodotti primaverili, come ad esempio le fragole. I prezzi del Primo fiore siciliano si confermano prezzi all’ingrosso regolari, da 1,20 a 1,50 euro/kg e la loro qualità è favorita dal clima caldo e soleggiato nelle zone di produzione. Aumenta la produzione delle fragole che, sebbene in anticipo, mostrano già un’ottima qualità, un buon sapore e una perfetta pigmentazione grazie alle temperature calde. All’ingrosso, sono disponibili intorno ai 4,00 euro/Kg, più alte invece le quotazioni del prodotto lucano, dalla Sabrosa che parte da 4,50 euro/kg fino ad arrivare alla fragola Inspire di Matera, la cui qualità si conferma superiore anche quest’anno, disponibile anche a 5,50 euro/kg.


Tra gli ortaggi, via libera ai carciofi, in calo del 5% rispetto alla scorsa settimana, abbondanti e di ottima qualità grazie all’assenza di gelate notturne e temperature diurne fredde. In particolare, il romanesco, sia pugliese che sardo, è disponibile all’ingrosso intorno a 0,80 euro al pezzo mentre il violetto senza spine dai 0,40 ai 0,60 euro al pezzo. Sempre grazie al clima caldo, le lattughe sono abbondanti e con prezzi all’ingrosso convenienti. La varietà cappuccio è in vendita all’ingrosso mediamente intorno a 1,40 euro/kg ma è disponibile anche a 1,00 euro/kg nelle zone di produzione come Lazio e Campania; il prezzo della lattuga romana si aggira, invece, intorno a 1,40 euro/kg. Continuano ad essere abbondanti e di buona qualità i finocchi, con prezzi bassi (circa 0,80 euro/Kg), poiché la domanda continua ad essere bassa. Infine, è iniziata la campagna degli agretti, detti anche barba del frate, che all’ingrosso mostrano prezzi regolari rispetto alla media del periodo, intorno a 3,50 euro/kg.


Per quanto riguarda il settore ittico, invece, il maltempo che ha colpito l’Italia in quest’ultima settimana, ha fortemente limitato le attività di pesca. A prezzi convenienti si trovano il cefalo bosega, stabile rispetto alle settimane precedenti e intorno ai 6,00 euro/kg all’ingrosso; il suro, un pesce “povero” ma molto saporito che sta guadagnando popolarità, con prezzi intorno a 1,00 euro/kg; l’alaccia, un pesce azzurro simile alla sardina pescato soprattutto nel Mediterraneo, all’ingrosso disponibile da 1,50 a 2,00 euro/kg; infine, continua la convenienza per le pannocchie che, sebbene siano presenti in minori quantità rispetto alle scorse settimane a causa del maltempo, presentano prezzi stabili intorno ai 6,00 euro/Kg. Tra le carni, l’equilibrio tra domanda e offerta ha mantenuto stabili i prezzi del tacchino. In particolare, all’ingrosso la fesa di tacchino oscilla tra 7,90 e 8,10 euro/kg. Dopo i rialzi delle settimane precedenti, il mercato torna a registrare una maggiore stabilità anche per le carni bovine, sia per i tagli di vitellone (all’ingrosso tra 8,68 e 9,08 euro/kg) che di scottona (tra 9,14 e 9,54 euro/kg).

Confagri Toscana: con droni e Tea agricoltura più efficiente

Confagri Toscana: con droni e Tea agricoltura più efficienteRoma, 17 mar. (askanews) – “Non c’è tempo da perdere. Le tecnologie innovative come i droni e le Tecniche di Evoluzione Assistita sono strumenti concreti che possono trasformare la nostra agricoltura, rendendola più efficiente, sicura e competitiva”. A dirlo è il direttore di Confagricoltura Toscana, Gianluca Cavicchioli, dopo la tavola rotonda “Toscana e agricoltura – Ricerca ed innovazione. Fra TEA e droni”, che è andata in onda su Italia7.


“Investire in ricerca, sperimentazione e aggiornamento normativo è fondamentale per valorizzare la nostra tradizione agricola e ridurre la dipendenza da produzioni estere – dice Cavicchioli – È giunto il momento di dare fiducia agli imprenditori e adottare una programmazione strutturata e lungimirante”. “Utilizzare i droni per una gestione più efficiente dei fitofarmaci e applicare le tecniche di evoluzione assistita per rafforzare le colture – spiega il direttore di Confagicoltura Toscana – rappresenta una soluzione immediata, con costi contenuti e benefici tangibili per la sicurezza alimentare e la sostenibilità del settore”.


“Le opportunità offerte dall’innovazione non sono mere ipotesi: sono dati concreti che, se messi in pratica, potranno rivoluzionare il mercato agricolo toscano, migliorando qualità, competitività e autonomia produttiva”, conclude Cavicchioli.

Prezzi mondiali caffè più alti di sempre e aumenteranno in 2025

Prezzi mondiali caffè più alti di sempre e aumenteranno in 2025Roma, 17 mar. (askanews) – Crescita record per i prezzi mondiali del caffè che nel 2024 hanno raggiunto un massimo pluriennale, con un aumento del 38,8% rispetto alla media dell’anno precedente, principalmente a causa delle condizioni meteorologiche avverse che hanno colpito i principali paesi produttori, riducendone la produzione. Ma anche a causa dei costi di spedizione sempre più elevati. E’ quanto emerge da un report dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).


Secondo una nota della Fao sulle tendenze del mercato globale del caffè, a dicembre 2024, l’Arabica, il caffè di qualità superiore preferito nel mercato del caffè tostato e macinato, si è venduto al 58% in più rispetto all’anno precedente, mentre la Robusta, utilizzata principalmente per caffè solubile e miscele, ha visto un aumento dei prezzi del 70% in termini reali. E nel 2025 i prezzi delle esportazioni di caffè potrebbero aumentare ulteriormente se le principali regioni in crescita dovessero subire ulteriori significative riduzioni dell’offerta. I fattori chiave alla base del recente aumento dei prezzi, spiega la Fao, includono quantità limitate di esportazioni dal Vietnam, produzione ridotta in Indonesia e condizioni meteorologiche avverse che hanno avuto un impatto sulla produzione di caffè in Brasile.


In Vietnam, il clima secco prolungato ha causato un calo del 20% nella produzione di caffè nel 2023/24, con esportazioni in calo del 10% per il secondo anno consecutivo. Analogamente, in Indonesia, la produzione di caffè nel 2023/24 è diminuita del 16,5% anno su anno a causa delle piogge eccessive di aprile-maggio 2023 che hanno danneggiato le ciliegie del caffè. Le esportazioni sono diminuite del 23%. In Brasile, le condizioni meteorologiche secche e calde hanno indotto successive revisioni al ribasso delle previsioni di produzione per il 2023/24, con stime ufficiali passate da un aumento previsto del 5,5% anno su anno a un calo dell’1,6%.


La Fao sottolinea che anche i costi di spedizione più elevati sono uno dei fattori che contribuiscono all’aumento dei prezzi mondiali del caffè. I primi dati indicano che a dicembre 2024, l’aumento dei prezzi mondiali si è tradotto in un aumento del 6,6% del caffè pagato dai consumatori negli Stati Uniti e del 3,75% in più nell’Unione Europea, rispetto allo stesso periodo del 2023.

In Veneto previsione semina riso +3,3% ma si temono le piogge

In Veneto previsione semina riso +3,3% ma si temono le pioggeRoma, 17 mar. (askanews) – Buone prospettive per le semine 2025 di riso in Veneto. Secondo il sondaggio dell’Ente nazionale risi si prevede un aumento di semine dell’1,46% per la varietà Vialone Nano, prediletta dalle province di Verona e Vicenza e del 2,75% per il Carnaroli, coltivato nel Delta del Po ma anche nel Veronese. Ancora più ottimistiche le previsioni per altre due varietà di riso che, oltre al Carnaroli, fanno parte del Delta del Po igp: 61,20% per il Baldo e +14,81% per l’Arborio.


“Gli agricoltori sono invogliati a seminare perché le quotazioni del riso sono molto alte – spiega in una nota Filippo Sussi, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Veneto – Questo perché lo scorso anno la produzione è stata bassa a causa del meteo: troppe piogge in primavera in fase di semina e in autunno in fase di raccolta, oltre all’eccesso di caldo durante la fioritura. Anche quest’anno partiamo con parecchia acqua dal cielo, che in questi mesi ha reso impossibile entrare nei campi per la lavorazione del terreno. Ma ci auguriamo che, in prossimità delle semine, che andranno dal 15 aprile al 15 maggio, il tempo volga al bello e si riesca a eseguire l’operazione. Altrimenti si rischia un’altra annata con le rese basse. E sarebbe il quarto anno consecutivo condizionato da problematiche diverse. L’anno scorso dalle piogge, il 2022 e il 2023 dalla siccità”. Per Marco Uccellatori, presidente della sezione riso di Confagricoltura Rovigo, la pioggia finora è stata benefica per il Delta del Po. “Con tutta l’acqua caduta non dovremmo avere problemi, quando arriverà il caldo estivo, di risalita del cuneo salino, che è letale per le coltivazioni di riso – sottolinea – La stagione si prospetta dunque buona. Per quanto riguarda l’aumento di superfici, ce lo aspettavamo perché i prezzi sono molto elevati per le varietà del Delta. Basti pensare che il Carnaroli è arrivato a 100 euro al quintale, ma se si seminerà di più mi aspetto che torni a un livello più basso, attorno a 70 euro. Nel Delta siamo rimasti in pochi a coltivare riso, ma è una coltura in cui continuiamo a credere perché i prezzi sono sempre migliori di tutte le altre”.


Secondo i dati di Veneto Agricoltura la superficie coltivata a riso nel 2023 è stata in lieve crescita (+0,8%), attestandosi a 3.050 ettari. Il 90% degli investimenti si concentra nelle province di Verona (2.180 ettari circa, +3,9%) e Rovigo (550, -8,3%).

19 marzo manifestazione Coldiretti a Parma su cibi in laboratorio

19 marzo manifestazione Coldiretti a Parma su cibi in laboratorioRoma, 17 mar. (askanews) – Un corteo a Parma per chiedere chiarezza sulla questione del novel food e dei cibi creati in laboratorio, che chiamerà a raccolta agricoltori da tutta Italia che, insieme al presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e al segretario generale Vincenzo Gesmundo, attraverseranno il centro con le bandiere gialle dell’organizzazione e quelle dell’Unione Europea, unite dallo slogan “Facciamo luce”. Il corteo partirà alle 9.30 da Piazza della Repubblica per raggiungere la sede dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), l’ente che esamina le richieste di autorizzazione dei novel food.


Nel dibattito sui cibi creati in laboratorio, infatti, Coldiretti ha sempre sottolineato la necessità di un maggiore rigore scientifico nella valutazione dei nuovi alimenti per tutelare la salute dei cittadini, in linea con un approccio responsabile e coerente con i valori europei. “La comunità scientifica sul tema – spiega Coldiretti – è concorde nel segnalare i rischi legati ai cibi ultraformulati, considerati l’anticamera dei cibi creati in laboratorio e sollecita ulteriori approfondimenti su sicurezza, valore nutrizionale e impatto sulla salute a lungo termine, ribadendo la necessità di procedere con prudenza”.


Per l’occasione, Coldiretti ha anche lanciato la campagna digitale #facciamoluce, per informare i consumatori sui potenziali rischi di questi prodotti e promuovere un’alimentazione consapevole, radicata nella tradizione agricola italiana. Attraverso sticker simbolici a forma di lampadina e contenuti mirati, l’iniziativa invita a riflettere su ciò che arriva sulle nostre tavole e a dare voce ai dubbi sollevati dalla comunità scientifica.

Dazi, Cereal Docks: tensioni su mercati soia e mais ma finora no rialzi

Dazi, Cereal Docks: tensioni su mercati soia e mais ma finora no rialziMilano, 17 mar. (askanews) – Gli effetti della guerra commerciale innescata dal presidente americano, Donald Trump, stanno creando tensioni e incertezza sui mercati delle materie prime agricole, come soia, mais e girasole, ma finora non hanno avuto ricadute effettive sui prezzi. E sul 2025, per quanto sia difficile fare previsioni data la volatilità del mercato, non dovrebbero esserci tensioni sul lato dell’offerta. A tracciare il quadro è Giacomo Fanin, business director di Cereal Docks, gruppo industriale di Camisano Vicentino, specializzato nella prima trasformazione agro-alimentare, per la produzione di ingredienti come farine, oli e lecitine derivati da semi oleosi e cereali. Attraverso i suoi 11 stabilimenti (7 stabilimenti produttivi e 4 centri di stoccaggio) il gruppo veneto trasforma ogni anno 3 milioni di tonnellate di materie prime di origine vegetale in ingredienti per i settori delle carni, del latte, dei prodotti da forno, dell’industria dolciaria e del pet food.


“Le tensioni sono iniziate da un po’ di anni, scatenate soprattutto dalla guerra russa in Ucraina. Lì si è visto il più importante rialzo. Ora devo dire che si registrano tante tensioni che non per forza si traducono in veri e propri rialzi, almeno fino ad adesso – ha detto Fanin – E’ vero che sono state annunciate tariffe al 10% su soia e mais americani da parte della Cina e dazi del 100% sempre da parte di Pechino sulla colza canadese. Questo per l’Europa, che è il mercato dove noi siamo attivi, potrebbe portare un po’ di scompensi ai tradizionali flussi e che l’approvvigionamento di alcune materie prime diventi più costoso, ma le materie prime americane di fatto non sanno dove andare in quanto la Cina è storicamente il primo mercato di destinazione, quindi, forse è una dinamica che in qualche modo si bilancia. L’abbiamo già visto nel primo mandato di Trump, quando aveva messo i dazi, i cinesi, che sono i più grossi importatori di materie prime, sono andati verso il Sud America e il Nord America ha dovuto anche scontare per l’Europa”. Cereal Docks trasforma principalmente semi di soia, mais e girasole. “Fatto 100 il totale, la soia per noi rappresenta il 50%, il mais un altro 30%. E il restante 20% si divide in girasole, grano e altre culture come la colza – ha spiegato Fanin – Dei 3 milioni di tonnellate di materie prime agricole che trasformiamo in un anno, un terzo viene dall’Italia, dalla nostra filiera di 17.000 agricoltori, un terzo dalla vicina Europa, Ungheria, Romania, Serbia e Croazia, e un terzo dalle Americhe, Brasile e Stati Uniti”.


Nel corso dell’ultimo anno i prezzi di queste materie prime sono rimasti “tutti abbastanza stabili”, eccezion fatta per l’olio di girasole. Dopo l’impennata in coincidenza con lo scoppio della guerra in Ucraina, “era sceso a livelli anche più bassi di prima della guerra. Adesso è tornato un po’ su, proprio perché c’è un po’ di mancanza in Ucraina. Però devo dire che sulla soia e sul mais sono abbastanza stabili”. Fanin non nega una certa preoccupazione, però, per l’incertezza che gli annunci degli ultimi mesi stanno generando e la difficoltà di fare previsioni. “E’ veramente difficile leggere il mercato e il contesto perché ogni giorno arriva una notizia che in maniera sclerotica fa reagire i mercati – ci ha detto – Bisogna lavorare con grande pragmatismo, strutturati, non farsi prendere né dal panico né dalla volontà di speculare. Noi da industriali non l’abbiamo mai fatto, proprio perché dobbiamo assicurare un approvvigionamento e bisogna rimanere concentrati su questo. Sicuramente queste tensioni, però, non aiutano nella quotidianità. Questa incertezza generale ormai diffusa è quasi la normalità, purtroppo”.


Per il 2025 la Banca Mondiale, nel suo Commodity markets outlook, ha previsto dei ribassi per i prodotti agricoli, con un calo complessivo del 4%. Anche in Cereal Docks c’è un cauto ottimismo su questo. “L’andamento dei prezzi delle materie prime che trattiamo dipenderà anche dall’andamento climatico, però vediamo che il Brasile farà il raccolto di soia più grande di sempre quest’anno, è in corso ora la raccolta – ha analizzato Fanin – Gli Stati Uniti, invece, sono in fase di semina adesso, siamo nell’emisfero nord, quindi lì bisognerà un po’ vedere come andrà. E anche in Europa ci sono delle buone previsioni sulle semine, sul totale di ettari seminati, quindi effettivamente la merce c’è e non ci sono tensioni dal punto di vista dell’offerta in questo momento”. Le uniche tensioni che per ora si avvertono “ma non riguardano noi”, sono sull’olio di palma, “dove c’è un forte aumento nell’utilizzo di biodiesel e quindi si sta alzando il prezzo di questa materia prima che arriva dalla Malesia e dall’Indonesia e che vede l’Europa come grande consumatore. Noi però non trattiamo olio di palma, quindi dal lato della nostra produzione non vedo tensioni possibili in questo momento”.

Speck Alto Adige Igp: torna a crescere produzione certificata, vale 170 mln

Speck Alto Adige Igp: torna a crescere produzione certificata, vale 170 mlnMilano, 16 mar. (askanews) – Nel 2024 oltre 2,8 milioni (2.815.390) di prosciutti sono stati certificati Speck Alto Adige Igp. Si tratta del 42,6% della produzione totale dei produttori riconosciuti dal consorzio, un numero in aumento del 12,8% rispetto al 2023. Torna, quindi, a crescere la quota dell’indicazione geografica protetta dopo il calo dello scorso anno, quando era scesa sotto il 40%. Il valore al consumo della Igp si è attestato a 170 milioni, di cui quasi un terzo (32,7%) destinato all’export, con Germania, Stati Uniti e Francia come principali mercati. Segno più anche per le vendite che a volume sono cresciute del 3,4% rispetto all’anno precedente.


Come per il resto del comparto, anche lo speck Alto Adige Igp registra una crescita del preaffettato (+7,3% rispetto al 2023) con un totale di oltre 46 milioni di vaschette vendute, un formato sostenuto, tra le altre cose, dal numero crescente di piccole famiglie e dagli investimenti per migliorare la produzione. Non a caso quasi la metà, il 47% della produzione della Igp, è costituito da confezioni preaffettare per un totale di 30,5 milioni di imballaggi prodotti nel 2024. La confezione da 100 grammi rimane il formato più prodotto. “Il 2024 è stato un anno importante per lo Speck Alto Adige Igp, con risultati che testimoniano il nostro impegno continuo nel garantire la qualità certificata del nostro prodotto – ha commentato il presidente del Consorzio Speck Alto Adige Paul Recla – L’aumento della produzione Igp e l’espansione nei mercati internazionali confermano l’eccellenza che lo Speck Alto Adige Igp rappresenta oggi, ed è frutto del lavoro e degli investimenti portati avanti dal Consorzio. Grazie alle nuove tecnologie, ai controlli rigorosi e al nostro impegno verso la qualità, stiamo gettando basi solide per il futuro, rafforzando la fiducia dei consumatori e la nostra presenza sul mercato globale”.


In Italia, la distribuzione avviene principalmente attraverso i supermercati, che rappresentano il 65% delle vendite totali. Altri canali di distribuzione includono i discount (21%), il commercio all’ingrosso (3 %), la ristorazione (6%) e il commercio al dettaglio (5%). Nella provincia di Bolzano, il commercio al dettaglio gioca un ruolo particolarmente importante: circa il 33% dello speck venduto nella provincia viene distribuito attraverso questo canale. Inoltre, il 14% viene consegnato direttamente al settore della ristorazione, mentre circa il 20% viene commercializzato attraverso il commercio all’ingrosso.