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Federbio: ecco le nostre proposte di emendamento a legge Bilancio

Federbio: ecco le nostre proposte di emendamento a legge BilancioRoma, 11 nov. (askanews) – Una serie di proposte di emendamento alla Legge di Bilancio 2025 con l’auspicio che siano accolte e depositate nei tempi utili per consentirne la discussione durante l’iter di approvazione della manovra 2025. A elaborarle è stata FederBio che ha inviato le proposte ai Parlamentari. L’obiettivo è puntare a un maggiore impegno nel bilancio dello Stato per il sostegno al biologico, settore nel quale l’Italia è leader a livello europeo e che rappresenta il principale strumento per la transizione ecologica dell’agricoltura.


Come primo punto, FederBio propone di rimodulare le aliquote IVA eliminando le agevolazioni per fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi chimica e abbassando l’IVA al 4% per tutti i prodotti biologici di consumo e i mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica che si stanno diffondendo sempre di più anche nel resto dell’agricoltura. “Crediamo sia necessario utilizzare la leva fiscale dell’aliquota IVA per agevolare l’utilizzo di mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica fondamentali per favorire la sostenibilità di tutta l’agricoltura – spiega Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – In questo modo è possibile stimolare efficacemente la domanda interna e favorire il conseguimento dell’obiettivo del 25% di superficie coltivata a biologico al 2027, come previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC”.


Sempre in ambito fiscale la Federazione propone l’introduzione del credito di imposta per i costi della certificazione, che oggi sono a totale carico delle aziende agricole e di tutti gli operatori della filiera che certificano i prodotti secondo le norme europee e nazionali di agricoltura biologica. “Attualmente – rileva Mammuccini – i costi della certificazione rappresentano un peso economico significativo, in particolare per le piccole aziende agricole, che genera una ripercussione a valle sul prezzo dei prodotti al consumo. D’altra parte l’utilizzo della fiscalità nazionale rappresenta uno degli strumenti strategici sul quale punta l’Unione Europea per promuovere l’incremento della superficie agricola coltivata a biologico, che viene raccomandata anche dalle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”


Infine, per il “Fondo per le mense scolastiche biologiche” FederBio propone di aumentare le risorse, per l’anno 2025 e seguenti, ad almeno 10 milioni di euro. Quest’istanza è dettata dalla considerazione che bambini e ragazzi sono maggiormente soggetti all’esposizione ai residui di prodotti chimici di sintesi negli alimenti. “Con questa richiesta intendiamo, inoltre, sottolineare il ruolo educativo delle mense scolastiche biologiche che possono rappresentare una leva decisiva per promuovere nelle nuove generazioni stili di alimentazione sani ed equilibrati”, conclude la Presidente Mammuccini.

Convegno Confagri su strumenti finanziari per accesso al credito

Convegno Confagri su strumenti finanziari per accesso al creditoRoma, 11 nov. (askanews) – Martedì 12 novembre a Palazzo della Valle, alle 10.30, Confagricoltura ospiterà un convegno con la partecipazione del ministero delle Imprese e del Made in Italy – Dipartimento per l’accesso al credito e interventi in capitali di rischio – ed il Mediocredito Centrale (Fondo PMI). Sarà un momento di confronto con le istituzioni, insieme a rappresentanti dei maggiori istituti bancari, con i quali Confagricoltura ha stretto accordi di collaborazione.


Dopo i saluti istituzionali di Annamaria Barrile, direttore generale Confagricoltura, introdurrà i lavori Nicola Caputo, Direzione Politiche fiscali e creditizie Confagricoltura. Interverranno Antonio Cuoco, Luca Labbozzetta, Leonardo Sauli, Divisione V Accesso al credito e Interventi in capitale di rischio – Direzione generale per gli incentivi alle imprese – MIMIT; Francesco Bianco, Mediocredito Centrale – Fondo PMI. Le conclusioni saranno affidate ad Alberto Statti, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura con delega alla finanza, fisco e credito. Modererà l’incontro Maria Cristina D’Arienzo, Politiche creditizie – Confagricoltura.

Cia: urgente strategia comune contro siccitàà e alluvioni

Cia: urgente strategia comune contro siccitàà e alluvioniRoma, 11 nov. (askanews) – Visione, programmazione e cabina di regia unica per invertire la marcia sulle risorse idriche e dare il via a nuove politiche infrastrutturali, partendo prioritariamente dalla messa in sicurezza delle aree più esposte al rischio di alluvione o di siccità. Questo il messaggio lanciato dal convegno “Acqua: le nuove sfide da affrontare in agricoltura” organizzato da Cia-Agricoltori Italiani, in collaborazione con Anbi, all’Hotel Savoia Regency di Bologna. Una giornata di studio, con le istituzioni e il mondo accademico e della ricerca, per mettere nero su bianco i dati sulla crisi climatica e ripensare proposte e soluzioni più moderne ed efficienti.


Negli ultimi 5 anni, in Italia, piogge intense e grandinate sono cresciute fino al 400%, investendo soprattutto il Centro-Nord, mentre in regioni come la Sicilia le precipitazioni attualmente sono al di sotto del 50% rispetto alla media degli ultimi 20 anni. Senza contare che proprio l’Italia, con oltre 90 miliardi di euro di danni subiti in 40 anni, risulta uno dei Paesi più martoriati da eventi metereologici estremi. “Lo squilibrio climatico, troppa acqua o troppo poca, ha generato zone fragili che oggi sono a rischio abbandono -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Per questo dobbiamo mettere in campo una strategia comune e integrata per tutelare un bene prezioso come l’acqua, salvaguardando al contempo agricoltura e territorio”. In questo senso, secondo Cia, ci sono almeno cinque azioni da adottare con urgenza: dare priorità negli interventi di messa in sicurezza alle zone a più alto rischio naturale; definire e avviare subito un nuovo Piano nazionale per la crescita dei grandi invasi da considerarsi integrati, e non alternativi, ai piccoli invasi; accelerare sul riutilizzo delle acque reflue, favorendo gli investimenti e le infrastrutture necessarie al riuso agricolo; approvare finalmente una legge contro il consumo di suolo agricolo, visto che si continua a cementificare 2,4 metri quadrati di suolo al secondo; incentivare le funzioni di custodia e manutenzione del territorio svolte dagli agricoltori attraverso un quadro normativo chiaro e definito.


“Tenere i produttori nelle aree rurali e interne -ha ribadito Fini – significa difendere l’agricoltura Made in Italy, evitare lo spopolamento e, soprattutto, prevenire il dissesto idrogeologico”. E un ruolo essenziale nella gestione delle risorse idriche è sicuramente quello dei Consorzi di Bonifica, come ha spiegato il presidente nazionale dell’Anbi, Francesco Vincenzi: “l’acqua non è più solo un problema dell’agricoltura, oggi la sua gestione riguarda tutti, perché è legata alla sicurezza dei territori. Questo significa fare un passaggio culturale importante e smettere di lavorare solo sull’emergenza, ma cominciare a pianificare”.


Per Anbi, insomma, di fronte ai cambiamenti climatici bisogna agire subito con opere di adattamento e manutenzione ordinaria e straordinaria, quindi programmare nuovi impianti idrovori per sostituire in alcune zone strutture obsolete non più adeguate al presente, anche utilizzando pienamente le risorse europee. “Siamo fermi all’11% di acqua trattenuta, contro il 35% della Spagna e di altri Paesi Ue – ha aggiunto Vincenzi – L’acqua deve diventare un elemento di competitività per il nostro agroalimentare, riducendo le tempistiche e usando meglio digitalizzazione e innovazione sui cantieri. Certamente il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (PNIISSI), che prevede investimenti di 10 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, potrebbe portare avanti l’Italia con una visione di medio e lungo termine progredita ed efficace. Ma dobbiamo essere uniti e lavorare insieme”.

A novembre al via le giornate della spesa consapevole di Cia

A novembre al via le giornate della spesa consapevole di CiaRoma, 11 nov. (askanews) – Promuovere un’alimentazione più sostenibile, rispettare l’ambiente e la biodiversità, evitare lo spreco, privilegiare i prodotti locali e della tradizione a tavola. Sono questi gli obiettivi della “Giornata nazionale della spesa consapevole”, la campagna che nel mese di novembre toccherà tutta Italia per iniziativa de La Spesa in Campagna, l’associazione per la vendita diretta di Cia-Agricoltori Italiani.


Arriverà a Milano, Torino, Padova, Firenze, Perugia, Pescara, ma anche Vasto e Fano, Portici e Montesano Salentino, per altrettante tappe, tutte dal 17 al 24 novembre. L’anteprima è andata in scena a Imperia, in occasione di Olioliva. Attraverso le proprie scelte di acquisto informate e una maggiore collaborazione reciproca con gli agricoltori, i cittadini avranno l’occasione di diventare protagonisti della filiera alimentare. La rete de La Spesa in Campagna-Cia, vuole così favorire e incentivare sempre di più le relazioni dirette tra produttori e consumatori, da un lato per sostenere e valorizzare l’agricoltura Made in Italy, dall’altro per consentire alle persone di poter scegliere più responsabilmente cosa portare in tavola. Serve costruire insieme una nuova e vera cittadinanza alimentare, è quanto sostenuto dall’Associazione di Cia. Per questo la scelta di indire una giornata e una settimana dedicata, veicolando in modo capillare i valori del progetto e lasciando che le varie tappe si parlino, attivando un circolo virtuoso intorno a una rinnovata capacità di vivere, in modo sano e secondo la più corretta informazione, gli acquisti e i consumi alimentari. Ecco perché, già dall’evento a Imperia, le vere protagoniste sono state le produzioni locali di qualità degli agricoltori Cia, a partire dall’olio extravergine d’oliva, in partnership con Italia Olivicola e le sue Op territoriali collegate.


Tra le chicche di questa iniziativa il taccuino, distribuito per appuntare tutti i preziosi suggerimenti forniti dagli agricoltori sulla stagionalità delle materie prime e i valori nutrizionali, messi a punto dall’Università Campus Bio-Medico di Roma. Allo stand di Cia Imperia (in via Bonfante, angolo piazza Dante) l’anteprima ha svelato questi e altri dettagli della campagna, come la bottiglia da 100 ml di olio extravergine dell’Organizzazione di Produttori O. R. O. Liguria che riunisce oltre 140 operatori e i corsi a cura dell’Organizzazione Assaggiatori Liguri (O.A.L.) per scoprire i metodi di valutazione dell’olio EVO, i sistemi di raccolta, conservazione e trasformazione delle olive.

Copa Cogeca a Ue: pronti a scendere in piazza contro Mercosur

Copa Cogeca a Ue: pronti a scendere in piazza contro MercosurRoma, 11 nov. (askanews) – Gli agricoltori europei sono pronti a scendere nuovamente in piazza se verrà firmato un accordo con i paesi del Mercosur che non preveda “un impegno obbligatorio sufficiente da parte dei paesi Mercosur su standard legati al benessere degli animali, all’uso di medicinali nella produzione animale, al clima, al trattamento chimico e ad altri standard ambientali”. Lo si legge in due lettere aperte su una politica commerciale coerente, firmate dai presidenti di Copa e Cogeca, Massimiliano Giansanti e Lennart Nilsson, insieme oltre 50 organizzazioni aderenti che rappresentano 27 Stati membri dell’UE. Le lettere sono indirizzate al presidente della Commissione europea, al presidente del Consiglio dell’Unione europea e in copia a tutti i Capi di Stato dell’UE e ai ministri dell’agricoltura dell’Unione europea.


L’agricoltura è un settore strategico e vitale per il futuro dell’Europa, oggi sottoposto a diverse sfide “economiche, climatiche e sociali, come l’instabilità geopolitica, gli eventi meteorologici estremi, la concorrenza sleale, i costi di produzione più elevati, la mancanza di una retribuzione equa e gli oneri amministrativi”. Anche per questo, scrivono, “è importante non accettare un accordo con il Mercosur che ignori le preoccupazioni chiave degli agricoltori sulla divergenza degli standard di produzione e sugli effetti cumulativi sui settori sensibili. Gli agricoltori e le cooperative agricole europee non appoggeranno mai un accordo commerciale sbilanciato e dannoso per l’ambiente”. “Gli agricoltori europei e le loro cooperative comprendono la necessità di amici e alleanze in questi tempi difficili internazionali. Tuttavia, a nostro avviso, un accordo che metta a repentaglio un settore strategico come l’agricoltura europea non ha senso”, si legge. Per i presidenti di Copa e Cogeca, il Mercosur di per sé, “con o senza uno strumento di sostenibilità aggiuntivo, è una zona no-go per gli agricoltori europei, a causa delle importanti differenze in termini di competitività per alcuni settori. Pertanto, un accordo senza un impegno obbligatorio sufficiente da parte dei paesi Mercosur su standard legati al benessere degli animali, all’uso di medicinali nella produzione animale, al clima, al trattamento chimico e ad altri standard ambientali potrebbe far scendere di nuovo in piazza gli agricoltori europei”.


“L’agricoltura – scrivono i presidenti di Copa e Cogeca – non deve essere usata come merce di scambio negli accordi commerciali. Nel caso delle attuali controversie commerciali in corso con la Cina, i nostri settori hanno impiegato decenni per stabilire la loro presenza sul mercato cinese. Dopo tutti gli sforzi compiuti, ora sono vittime del loro successo. Pertanto, esortiamo la Commissione a fare del suo meglio per sollevare questo ingiustificato fardello dai produttori”. “Nel contesto attuale – si legge ancora – è anche impossibile non prendere in considerazione gli sforzi che i nostri produttori dovrannoper far progredire ulteriormente le nostre relazioni commerciali con l’Ucraina. Questo è un aspetto particolarmente critico da tenere in considerazione poiché la maggior parte degli stessi settori sensibili interessati sono quelli per cui apriremo i nostri mercati ai paesi del Mercosur. Oggi, come membri del Copa e della Cogeca, sottolineiamo l’urgente necessità di affrontare le preoccupazioni sollevate dalle migliaia di agricoltori che sono scesi in piazza negli ultimi mesi”.

Cia: da robotica a tree climbing, agricoltura vuole più ricerca

Cia: da robotica a tree climbing, agricoltura vuole più ricercaRoma, 11 nov. (askanews) – Robotica e applicativi 4.0, intelligenza artificiale e tree climbing, il futuro prossimo al servizio dell’agricoltura, per combattere le fitopatie e difendere le colture, irrigare e risparmiare acqua o fare manutenzione sostenibile del verde, si muove lungo queste grandi macro-direttrici, esplorate da ricerca e progettazione, guardate con interesse dal mondo produttivo. Serve tempo per integrare processi e una nuova cultura del lavoro agricolo, incentivi adeguati al cambio di passo senza intaccare il reddito e coinvolgendo tutto. Di questo si è anche parlato a Eima con Cia-Agricoltori Italiani, negli Agripanel promossi con Agia, la sua Associazione dei giovani imprenditori e realizzati insieme al Crea.


Sviluppata sulle esigenze delle aziende, non standardizzata e multifunzione è la meccanizzazione che serve all’agricoltura, di per sé difficile da robotizzare. Soluzioni continuamente testate e scalabili per intervenire su un’operatività più sostenibile, in termini di sicurezza e salute per gli agricoltori, come nel caso dei trattori a guida autonoma o dei robot per i trattamenti antiparassitari, il cui intervento può incide anche sulla riduzione d’uso di questi ultimi e sui costi importanti di strumenti e piattaforme, sfruttando la versatilità degli usi possibili, tra tutti la raccolta dei dati. Il comparto vitivinicolo, tra i più solidi in Italia, a trainare la transizione, ma la crisi climatica e i rischi per i principi attivi -è emerso negli incontri- spinge anche l’ortofrutta e il vivaismo, in Calabria per esempio, ad accelerare sul fronte tecnologico per sopravvivere agli eventi estremi e fare la differenza sul mercato.

Il 15 novembre a Sanremo Coldiretti fa punto sulla floricoltura

Il 15 novembre a Sanremo Coldiretti fa punto sulla floricolturaRoma, 11 nov. (askanews) – Tra effetti dei cambiamenti climatici e sconvolgimenti sui mercati legati a guerre e tensioni internazionali, con una vera e propria invasione di prodotto estero, il mondo dei fiori italiani si dà appuntamento a Sanremo, la città del Festival, per fare il punto della situazione su un comparto strategico del Made in Italy.


L’appuntamento è per venerdì 15 novembre, dalle 10, al Teatro Centrale della cittadina, alla presenza del presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida. Un’occasione di confronto per il rilancio della floricoltura italiana e del fiore made in Italy che può crescere sui mercati nazionali e internazionali grazie alla distintività e al legame con il territorio. Assieme a Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Nada Forbici, coordinatrice Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti e presidente nazionale Assofloro, interverranno ai lavori Marco Bucci, presidente Regione Liguria, il senatore Giovanni Berrino, l’europarlamentare Paolo Inselvini, Claudio Scajola, presidente Provincia di Imperia, Alessandro Mager, Sindaco Comune di Sanremo, Enrico Lupi, presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria.


La sessione pomeridiana, tecnico-scientifica, condotta da Lorenzo Bazzana Area Tecnica Coldiretti, sarà dedicata a innovazione, ricerca e sperimentazione applicata in ambito floricolo, con inizio alle 15.30, nella sede dell’Irf – Istituto Regionale Floricoltura. I lavori proseguiranno sabato mattina, 16 novembre, con la visita dimostrativa ai Giardini di Villa Ormond per parlare delle ragioni per acquistare un fiore italiano, la rilevanza della salubrità del prodotto floricolo per il consumatore e per l’ambiente, la stagionalità dei fiori, come scegliere il fiore giusto.

Confagri Veneto: bene timbratura uova in luogo produzione

Confagri Veneto: bene timbratura uova in luogo produzioneRoma, 11 nov. (askanews) – “La timbratura delle uova nel luogo di produzione rappresenta un passo avanti nella tutela dei consumatori e del prodotto italiano”. Ne è convinto Michele Barbetta, produttore di uova nella provincia di Padova e presidente della sezione avicola di Confagricoltura Veneto, dopo che la Conferenza delle Regioni ha raggiunto l’intesa sul decreto che recepisce la disposizione dell’Unione europea, che prevede l’obbligo di stampigliatura delle uova nell’allevamento in cui vengono prodotte, pur ammettendo delle deroghe per un anno.


“Riconosciamo alla Regione Veneto, e in particolare all’assessore all’Agricoltura Federico Caner, l’attenzione posta al problema della tracciabilità del prodotto e, quindi, al corretto recepimento della norma Ue. Come detto, con la timbratura nel luogo di produzione si garantisce il consumatore sull’origine delle uova e di valorizzare l’attività, seria e professionale, degli allevatori italiani”, sottolinea Barbetta. Nella sostanza, la disposizione approvata dalla Conferenza Stato Regioni, nel recepire la norma Ue, esclude per un anno (fino al 30 novembre 2025) dall’obbligo di timbratura nel luogo di produzione i piccoli allevamenti con meno di 50 galline e gli allevamenti con un proprio centro d’imballaggio. Inoltre sono esentati, ma solo per un anno al fine di potersi adeguare, gli allevamenti che attualmente cedono tutta la produzione ad un centro d’imballaggio.


Secondo i dati Ismea, il principale Paese europeo produttore di uova resta la Francia, con una quota del 14% e una produzione tendenzialmente in crescita, considerato l’incremento del 12% delle galline ovaiole allevate nell’ultimo anno. Al quarto posto, dopo Germania e Spagna, si piazza l’Italia, con 2.800 allevamenti professionali di galline ovaiole e oltre 41,5 milioni di capi, di cui circa 37 milioni in fase di deposizione. La modalità di allevamento più diffusa è quella a terra, che interessa il 54% dei capi totali; il 36% delle galline è invece allevato in gabbie arricchite e il 10% vive all’aperto. Più della metà della produzione di uova è concentrata nel Nord Italia, con il Veneto in testa alla classifica, seguito da Lombardia ed Emilia Romagna. La produzione veneta di uova, secondo i dati 2023 di Veneto Agricoltura, è risultata in leggero aumento (+0,7%), superando di poco i 2 miliardi di pezzi, mentre quella nazionale è rimasta stabile (+0,1%) con 12,7 miliardi di pezzi, confermando la quota veneta al 15,8%.


Le uova sono un alimento sempre più apprezzato dagli italiani, che ne consumano in media 215 a testa all’anno. Il 2023 ha visto un rialzo dei prezzi al consumo pari al 9,8%: nonostante questo c’è stato un discreto aumento dei consumi domestici (+4,5%). Grazie alla tenuta produttiva e alla quasi completa autosufficienza,si è assistito a una riduzione delle importazioni del 23,8% per quelle in guscio e del 13,4% per le sgusciate (per lo più destinati all’industria), riducendo anche il saldo negativo per il buon aumento dell’export delle uova sgusciate (+40,9%).

Agricoltura, in Toscana mercato trattrici in calo dell’11,8%

Agricoltura, in Toscana mercato trattrici in calo dell’11,8%Roma, 11 nov. (askanews) – L’andamento del mercato agromeccanico nel periodo compreso tra i mesi di gennaio e ottobre, evidenzia per la Toscana una consistente flessione delle vendite. I dati relativi alle immatricolazioni di trattrici indicano, rispetto allo stresso periodo dello scorso anno, un calo pari all’11,8%, in ragione di 874 mezzi immatricolati (erano stati 991 nel 2023). La flessione della Toscana risulta essere leggemrente inferiore a quella registrata a livello nazionale – in Italia il numero di macchine vendute è calato complessivamente del 14,6% per un totale di 13.038 unità – e conferma la difficile fase congiunturale che il settore sta attraversando.


A elaborare i dati è FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal ministero dei Trasporti e diffusi in occasione di EIMA International. Incremento dei listini, stagnazione dei redditi agricoli, difficoltà di accesso al credito, attesa per i nuovi strumenti di agevolazione sono, secondo l’associazione dei costruttori FederUnacoma, i principali fattori che hanno sinora frenato la domanda di tecnologie per l’agricoltura. L’attuale congiuntura – osserva FederUnacoma – dovrebbe proseguire anche nei primi mesi del nuovo anno, mentre per una ripresa del mercato bisognerà attendere il secondo semestre del 2025.

Studio Italia-Cina su micropastiche in terreni agricoli

Studio Italia-Cina su micropastiche in terreni agricoliRoma, 11 nov. (askanews) – Definire nuovi protocolli per affrontare il fenomeno della contaminazione da microplastiche nei terreni agricoli e nelle acque sotterranee: è la sfida del progetto Encompass che unisce nell’impegno Italia e Cina con l’Università di Pisa come capofila e fra i partner l’Università tecnologica di Shenzhen e l’Eastern Institute of Technology di Ningbo. La sperimentazione sul campo avverrà sia in Cina che in Italia, precisamente nella zona della bonifica di Massaciuccoli, nel comune di Vecchiano (Pisa).


“La contaminazione da microplastiche nei suoli agricoli ha potenzialmente conseguenze molto serie per le produzioni alimentari, la biodiversità e il benessere degli ecosistemi terrestri in generale – spiega il professore Valter Castelvetro del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano – A tutt’oggi non esistono protocolli analitici validati e condivisi per gestire il fenomeno, anche a perché è molto difficile isolare le microplastiche dai suoli”. L’obiettivo di Encompass è dunque condividere e sviluppare nuovi protocolli analitici per determinare quantità e tipologia di microplastica presente nei suoli e nelle acque sotterranee. Le metodologie riguarderanno sia la quantificazione numerica, cioè il numero e la natura delle particelle polimeriche, sia la massa per tipologia di polimero, calcolata quest’ultima secondo una procedura ideata e validata all’Università di Pisa. L’ambizione è inoltre di mettere a punto modelli su scala per studiare in laboratorio il processo di trasporto delle microplastiche dalla superficie alle falde acquifere attraverso le diverse tipologie di suolo.


“L’impatto che deriva dal crescente inquinamento da materie plastiche, e conseguentemente da microplastiche, sulla produttività dei suoli agricoli, sul benessere degli ecosistemi naturali e sulla biodiversità potrebbe essere molto grave nei prossimi anni, anche in considerazione dei possibili effetti sinergici con le alterazioni climatiche, lo sfruttamento intensivo dei suoli e la depauperazione delle importantissime riserve di acqua sotterranea – sottolinea Castelvestro – Conoscere il problema è un passo fondamentale per poterne comprendere le conseguenze e studiare possibili soluzioni o mitigarne gli effetti”.