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Ucraina, fonti Nato: la Russia avanza, nonostante le perdite

Ucraina, fonti Nato: la Russia avanza, nonostante le perditeBruxelles, 3 dic. (askanews) – Il ritmo dell’avanzata russa in Ucraina sta aumentando notevolmente, con le forze di Mosca che, pur perdendo probabilmente 1.500 soldati al giorno, circa il doppio delle perdite dei difensori ucraini, possono contare sulla mobilitazione di 30.000 nuovi soldati al mese, mentre Kiev ha ormai un grave problema di reclutamento. E fino a che penserà di poter avanzare ancora sul fronte, Putin non negozierà davvero per la pace.


Sono alcune delle allarmanti informazioni in possesso dell’intelligence della Nato, rivelate ad alcuni giornalisti da un alto funzionario a margine della riunione dei ministri degli Esteri che si tiene oggi e domani nel quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles. “Nel mese scorso – ha detto il funzionario della Nato – la Russia ha aumentato il ritmo delle sue operazioni offensive, tentando di aumentare la pressione sulle linee difensive di Kiev, cercando di respingere le forze ucraine su più fronti. La Russia continuerà probabilmente a fare progressi tattici incrementali a Est; tuttavia la sua capacità operativa complessiva continua a essere messa alla prova da alcuni fattori, e cioè, storicamente, alti tassi di abbandono, un addestramento limitato e carenza di ufficiali”.


“Ma le forze russe – ha continuato il funzionario – hanno fatto rapidi progressi negli ultimi mesi, che possono essere in gran parte attribuiti al fatto che stanno operando in una zona pianeggiante e piuttosto aperta. Una volta che riusciranno ad attraversare quel terreno aperto e dovranno affrontare le difese più trincerate che hanno gli ucraini, allora ci aspettiamo che tornino a procedere con un ritmo di più lento”. “Comunque, anche così, le vittime russe giornaliere medie hanno raggiunto un nuovo massimo mensile a novembre con quasi 1.500 al giorno (tra morti e feriti gravi, ndr)”. Quanto alle forze di Kiev, “stanno subendo alti tassi di abbandono, ma posso dire che tra i militari ucraini le vittime sono significativamente inferiori alle vittime russe, probabilmente circa la metà”; comunque, ha precisato il funzionario dell’Alleanza, “a febbraio si è parlato di 31.000 soldati ucraini uccisi, mentre in precedenza l’Ucraina ha visto 50-100 perdite in combattimento al giorno; e il commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha anche verificato che almeno 11.520 civili ucraini sono morti, anche se si crede e che i numeri effettivi siano molto più alti”.


D’altra parte, “le forze Ucraine rimangono ancora nella regione russa di Kursk” occupata ad agosto. “L’Ucraina mantiene il controllo di circa 2/3 degli 800-900 chilometri quadrati di territorio che aveva conquistato in precedenza quest’anno, nonostante gli sforzi della controffensiva russa in corso in quell’area”. “Guardando al futuro, ci aspettiamo – ha aggiunto il funzionario della Nato – che le forze russe continueranno a mettere sotto pressione le forze ucraine usando la massa per sopraffare le posizioni difensive e ottenere guadagni tattici.


Le condizioni stagionali non hanno ancora portato ad alcuna riduzione delle operazioni offensive russe e hanno avuto un impatto minore su queste tattiche. E poi – ha rilevato – la Russia mantiene un significativo vantaggio quantitativo sulle munizioni, gli effettivi e l’equipaggiamento rispetto all’Ucraina”. Mosca “probabilmente sta reclutando circa 30.000 nuovi soldati al mese. Quindi probabilmente può continuare ad assorbire le sue enormi perdite, mentre cerca di logorare le forze ucraine”. Tuttavia, “per ora la Russia non ha ancora le unità di manovra necessarie per offensive importanti di successo, e i comandanti russi stanno lottando per orchestrare complessi sforzi congiunti, per concentrare sufficienti munizioni di artiglieria e per mantenere il morale” delle truppe. “Nel frattempo – ha ricordato il funzionario Nato -, i russi in tutta l’Ucraina hanno intensificato gli attacchi principalmente mirati alle infrastrutture critiche del Paese, in particolare alle centrali elettriche; e ci aspettiamo che continueranno ad adattare gli attacchi missilistici e dei droni per penetrare le difese aeree ucraine e fare pressione sui sistemi di difesa aerea. Questo sottolinea la criticità degli aiuti degli alleati per questi sistemi, che proteggono i civili ucraini”. Per concludere, insomma, “ciò che è molto chiaro in questo momento è che le linee del fronte ucraino sono sotto pressione crescente”. Negli ultimi mesi “abbiamo assistito a un aumento del ritmo delle avanzate russe; ci sono state volte in cui abbiamo constatato avanzate russe nell’ordine di 10 metri al giorno o qualcosa del genere; ma ora – ha sottolineato il finzionario della Nato – ci sono giorni in cui parliamo di avanzate di 10 chilometri al giorno”. “Quindi ci sarà senza dubbio un aumento del ritmo delle avanzate russe; e gli attacchi a cui abbiamo assistito contro le infrastrutture critiche ucraine prima dell’inverno sono chiaramente parte della campagna concentrata della Russia per aumentare la pressione che i civili ucraini sentiranno quotidianamente” con l’arrivo della stagione fredda. Riguardo, infine, alla volontà del presidente russo di negoziare, il funzionario dell’Alleanza atlantica ha espresso tutto il suo scetticismo. “La vera difficoltà – ha spiegato – è che noi non pensiamo davvero che Putin faccia sul serio riguardo ai negoziati in questo momento. Penso che Vladimir Putin sia disposto a parlare, ma credo anche che finché è convinto di vincere non abbia molti incentivi a negoziare; e sappiamo che continua a credere che il tempo giochi a suo favore, e che vede in questo momento il ritmo dei progressi che sta facendo che sta accelerando, non rallentando”, ha concluso.

Legge marziale in Sudcorea, proteste di fronte al parlamento a Seoul

Legge marziale in Sudcorea, proteste di fronte al parlamento a SeoulRoma, 3 dic. (askanews) – Proteste a Seoul, dopo che il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha proclamato la legge marziale, dopo 44 anni dall’ultima volta in cui questo strumento era stato utilizzato. Una folla si è riunita davanti all’Assemblea nazionale a Seoul, scandendo slogan contro la legge marziale, mentre la polizia sbarra le porte dell’edificio.


Le immagini mostrano tensioni tra gli agenti e i cittadini che si sono riuniti di fronte all’Assemblea nazionale. Il presidente dell’Assemblea nazionale sudcoreana Woo Won-shik, affiliato al Partito democratico, ha annunciato oggi la convocazione immediata di una sessione plenaria, in risposta alla dichiarazione di legge marziale d’emergenza da parte del presidente Yoon Suk-yeol per la prima volta dopo 44 anni.


Durante una conferenza stampa d’emergenza, Woo ha dichiarato: “L’Assemblea nazionale risponderà adeguatamente secondo le procedure costituzionali”. Ha inoltre sottolineato che “se i legislatori si riuniscono e tengono un’assemblea, ciò equivale al parlamento”, aggiungendo che “non vi è alcuna limitazione nel definire il luogo dell’Assemblea nazionale”. Questa precisazione è una risposta al fatto che la polizia, dopo l’annuncio del presidente, ha bloccato gli ingressi dell’Assemblea nazionale. Secondo la Costituzione sudcoreana, la legge marziale deve essere revocata immediatamente se la maggioranza dei parlamentari registrati vota per annullare l’ordine.


L’Assemblea nazionale ha una maggioranza contraria al presidente. Inoltre, anche il numero del partito di provenienza di Yoon, il Partito del potere del popolo, ha dichiarato che la decisione del presidente è stata “sbagliata”.

Meloni ad AmCham: gli Usa primo partner commerciale fuori dall’Ue

Meloni ad AmCham: gli Usa primo partner commerciale fuori dall’UeMilano, 3 dic. (askanews) – “Le nostre nazioni sono unite da un’alleanza molto forte, da valori comuni, da una profonda e storica amicizia. Siamo uniti da un rapporto strategico e le nostre eccellenti relazioni bilaterali affondano le loro radici nella storia e nell’identità dei nostri popoli. Le relazioni economiche e commerciali tra Italia e Stati Uniti offrono grandi soddisfazioni a entrambe le nazioni. Gli Stati Uniti rappresentano il primo partner commerciale dell’Italia fuori dall’Unione Europea, oltre che il secondo mercato di destinazione dell’export italiano nel mondo. Nel 2023 l’interscambio è stato di oltre 92 miliardi di euro, la cifra più alta di sempre, un dato del quale possiamo essere orgogliosi ma che ci auguriamo di riuscire a migliorare ancora”.


È iniziata così, con il videomessaggio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni la diciottesima edizione del tradizionale “Transatlantic Award Gala Dinner” per l’American Chamber of Commerce in Italy alla presenza del presidente di AmCham Italy, Stefano Lucchini e del consigliere delegato Simone Crolla. Lucchini in particolare ha sottolineato l’anno che ci attende, certamente fondamentale per l’economia e i rapporti transatlantici, con la nuova Amministrazione Usa di Donald Trump e nuova linfa alla storica amicizia tra Italia e Stati Uniti, fondata su valori imprescindibili e sull’impegno condiviso nel sostenere i diritti civili e i principi della democrazia.


La serata si è aperta con i saluti del ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi l’intervento del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini che da vero “milanista” non ha potuto non sottolineare la gioia per uno dei premi della serata andato alla sua squadra del cuore, oltre a quelli destinati a numerose eccellenze come Microsoft, Lilly Italia, Sofidel, Poggipolini e Mutti. “Uno dei motivi più importanti, oltre l’amicizia per Stefano (Lucchini) e per Simone (Crolla) che mi hanno portato qua è la premiazione del Milan, società americana a cui tengo particolarmente, quindi buona cena e viva l’amicizia fra Italia e Stati Uniti e grazie ai due ambasciatori per quello che hanno fatto e per quello che faranno”, ha detto Salvini. Sono seguiti poi gli interventi dell’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti d’America, Mariangela Zappia e di Jack Markell, ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia che ha promesso – quali che saranno i “cambiamenti” che porteranno le elezioni presidenziali con il recente esito negli Usa – “una cosa di cui sono abbastanza certo è che il rapporto tra Italia e Stati Uniti continuerà a essere straordinariamente forte”.


In sala erano presenti tra gli altri il vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mule’, Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Giulio Tremonti, presidente della commissione Esteri della Camera e Luigi Di Maio, ex capo politico del Movimento 5 Stelle, oggi in carica dall’Unione Europea per i rapporti con i paesi del Golfo Persico.(di Cristina Giuliano)

Il presidente della Sudcorea ha proclamato lo stato d’emergenza

Il presidente della Sudcorea ha proclamato lo stato d’emergenzaRoma, 3 dic. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha dichiarato oggi lo stato di emergenza. In una dichiarazione urgente tenutasi presso l’ufficio presidenziale di Yongsan, il presidente Yoon ha annunciato: “Proclamo lo stato di emergenza per sradicare le forze pro-Nord e proteggere l’ordine costituzionale della libertà”. Lo riferiscono i media sudcoreani.


“Attraverso questo stato di emergenza, ricostruiremo e difenderemo la Repubblica di Corea libera, che sta precipitando verso la rovina”, ha detto ancora Yoon. “A tal fine, eliminerò senza indugio i principali responsabili di questa rovina e le forze anti-statali che si sono macchiate di atti malvagi”. Yoon ha sostenuto che “si tratta di una misura inevitabile per garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini, nonché la sostenibilità del Paese, di fronte ai movimenti delle forze anti-statali che mirano a sovvertire il sistema, e per lasciare alle generazioni future una nazione stabile e giusta”.


Il presidente sudcoreano ha assicurato che eliminerà “le forze anti-statali il più rapidamente possibile” e “normalizzerà” il Paese”. E ha proseguito: “Pur riconoscendo che la proclamazione dello stato di emergenza potrebbe causare qualche disagio ai cittadini rispettosi dei valori costituzionali della Repubblica di Corea, farò del mio meglio per ridurre al minimo questi disagi”. Il presidente Yoon ha spiegato che “questa misura è inevitabile per garantire la continuità della Repubblica di Corea libera” e ha ribadito che “non ci sarà alcun cambiamento nell’impegno del Paese verso le sue responsabilità e contributi nella comunità internazionale”.


Infine, ha rivolto un appello ai cittadini: “Come presidente, chiedo con tutto il cuore la vostra fiducia. Mi dedicherò completamente a proteggere la Repubblica di Corea libera. Confidate in me”.

Nato,Rutte: a Trump ho detto “2% non basta” e di minaccia Nordcorea

Nato,Rutte: a Trump ho detto “2% non basta” e di minaccia NordcoreaMilano, 3 dic. (askanews) – “Non basterà restare al 2% perché a lungo termine, ciò significa che la nostra deterrenza non è abbastanza forte”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte da Bruxelles, parlando della recente conversazione con Donald Trump a Mar-a-Lago. “Abbiamo focalizzato molto la discussione su tre questioni. In primis, è stato lui ad aumentare la spesa per la difesa quando era presidente. E l’ho ringraziato di nuovo per questo, perché è stato cruciale”, ha detto Rutte. “Ma dobbiamo fare di più. Non basterà restare al 2% perché a lungo termine, ciò significa che la nostra deterrenza non è abbastanza forte”, ha aggiunto.


Un altro argomento trattato con Trump è l’industria della difesa. “Secondo: produzione industriale. Come facciamo a far sì che la nostra base industriale della difesa inserisca davvero turni extra, inserisca linee di produzione extra per aumentare la produzione, perché sappiamo che i russi e i cinesi lo stanno facendo. E anche i nordcoreani”. Poi sull’Ucraina Rutte afferma che serve un accordo giusto altrimenti questo costituirà “una grave minaccia” anche per il “territorio degli Stati Uniti d’America”.


“Quando parliamo di Ucraina – ha detto – dovremmo discutere del fatto che Russia e Cina, ma anche l’Iran e, naturalmente, la Corea del Nord, stanno tutti lavorando insieme e la Russia sta pagando per questo. Ad esempio, con la tecnologia missilistica, che viene poi utilizzata dai nordcoreani per minacciare non solo noi o la Repubblica di Corea, ovvero la Corea del Sud e il Giappone, ma anche il territorio degli Stati Uniti. Quindi tutto questo si sta collegando”.

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per le presidenziali

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per le presidenzialiRoma, 3 dic. (askanews) – Dopo il voto per le politiche e la decisione della Corte costituzionale romena di convalidare il primo turno delle presidenziali si è aperta una settimana politica caldissima per la Romania: l’8 dicembre si deciderà chi sarà il nuovo presidente che nominerà il futuro premier in un Parlamento frammentato in cui i Socialdemocratici (Psd) hanno ottenuto la quota più alta dei voti tallonati dall’estrema destra. Sarà quindi difficile trovare una coalizione di governo stabile e sventare l’ipotesi di un esecutivo sovranista, soprattutto se al ballottaggio di domenica vincerà il candidato filo-russo Calin Georgescu, che se la dovrà vedere con la leader dell’Usr Elena Lasconi.


Il Psd, infatti, ha bisogno del sostegno di almeno due partiti per governare, che potrebbero essere il Pnl, cioè i Liberali, attuali partner della coalizione uscente, e l’Unione dei magiari Udmr, ma potrebbe non bastare. Il premier Marcel Ciolacu ha dichiarato che il Psd non si alleerà con il partito di estrema destra AUR di George Simion, arrivato secondo a poca distanza dal suo Psd, e ha precisato che proprio Psd, Pnl, Udmr e le minoranze nazionali hanno la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Altra possibilità potrebbe essere un’alleanza, più allargata, anche con l’Usr di Lasconi, che ieri ha proposto un governo di unione nazionale filoeuropea: Psd, Pnl, Udmr e Usr. “Per me la Romania è importante e i romeni sono importanti. In questo momento non parliamo più di partiti, non parliamo più di politici e non parliamo più di candidati. In questo momento si tratta solo della Romania. Penso che sarebbe bello avere un governo dei Unione nazionale filoeuropea”, ha detto Lasconi sottolineando che di questa coalizione debbano fare parte sia i Socialdemocratici, che i Liberali, come deciso dagli elettori, l’Udmr e anche il suo partito. E sul premier, che potrebbe nominare lei in caso di vittoria al ballottaggio, ha aperto a un esponente Psd o a un tecnocrate.


L’ipotesi di affidare il governo ai Socialdemocratici potrebbe essere una mossa per cercare il sostegno del partito al secondo turno, sostegno che Lasconi ha chiesto apertamente: “Sì, dovrebbe farlo, dovrebbero appoggiarmi e mettere in moto tutta la macchina del partito per questo, perché una dichiarazione non basta”. Sul fronte sovranista, dopo l’appello all’unità di George Simion, anche la presidente del partito di ultradestra Sos Romania, l’eurodeputata Diana Iovanovici Sosoaca, ha inviato un messaggio ai “partiti sovranisti affinché lavorino insieme” per l’elezione di Calin Georgescu a presidente della Romania, nonché per la creazione di un’offerta del governo.


Intanto, l’outsider e vincitore del primo turno, il candidato presidenziale indipendente populista Calin Georgescu ha esortato i politici a investire nelle persone, nelle “persone vere”, dichiarando che i risultati delle elezioni parlamentari mostrano il “fallimento dei partiti”. L’inaspettato successo di Georgescu ha provocato una serie di proteste: si ritiene che sia una minaccia per la democrazia anche a causa delle controverse dichiarazioni in cui elogiava i leader fascisti e nazionalisti romeni e il presidente russo Vladimir Putin. Molti hanno attribuito la causa alla sua rapida ascesa di popolarità sulla piattaforma di social media TikTok. Senza nominare Georgescu, l’ufficio del presidente romeno Klaus Iohannis ha affermato dopo una riunione del Consiglio supremo della difesa nazionale di giovedì scorso che un’analisi dei documenti ha rivelato che “un candidato presidenziale ha beneficiato di un’enorme esposizione grazie al trattamento preferenziale concesso dalla piattaforma TikTok”.


Il Consiglio nazionale audiovisivo romeno ha chiesto alla Commissione europea di indagare sul ruolo di TikTok nel voto del 24 novembre. Pavel Popescu, vicepresidente dell’ente regolatore dei media romeno Ancom, ha affermato che avrebbe richiesto la sospensione di TikTok in Romania se le indagini avessero trovato prove di “manipolazione del processo elettorale”. In una dichiarazione inviata all’Associated Press lunedì, TikTok ha affermato che era “inesatto e fuorviante attribuire la sua attività di campagna esclusivamente a TikTok” e ha osservato che Georgescu ha utilizzato anche altre piattaforme di social media.

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per presidenziali

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per presidenzialiRoma, 3 dic. (askanews) – Dopo il voto per le politiche e la decisione della Corte costituzionale romena di convalidare il primo turno delle presidenziali si è aperta una settimana politica caldissima per la Romania: l’8 dicembre si deciderà chi sarà il nuovo presidente che nominerà il futuro premier in un Parlamento frammentato in cui i Socialdemocratici (Psd) hanno ottenuto la quota più alta dei voti tallonati dall’estrema destra. Sarà quindi difficile trovare una coalizione di governo stabile e sventare l’ipotesi di un esecutivo sovranista, soprattutto se al ballottaggio di domenica vincerà il candidato filo-russo Calin Georgescu, che se la dovrà vedere con la leader dell’Usr Elena Lasconi.


Il Psd, infatti, ha bisogno del sostegno di almeno due partiti per governare, che potrebbero essere il Pnl, cioè i Liberali, attuali partner della coalizione uscente, e l’Unione dei magiari Udmr, ma potrebbe non bastare. Il premier Marcel Ciolacu ha dichiarato che il Psd non si alleerà con il partito di estrema destra AUR di George Simion, arrivato secondo a poca distanza dal suo Psd, e ha precisato che proprio Psd, Pnl, Udmr e le minoranze nazionali hanno la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Altra possibilità potrebbe essere un’alleanza, più allargata, anche con l’Usr di Lasconi, che ieri ha proposto un governo di unione nazionale filoeuropea: Psd, Pnl, Udmr e Usr. “Per me la Romania è importante e i romeni sono importanti. In questo momento non parliamo più di partiti, non parliamo più di politici e non parliamo più di candidati. In questo momento si tratta solo della Romania. Penso che sarebbe bello avere un governo dei Unione nazionale filoeuropea”, ha detto Lasconi sottolineando che di questa coalizione debbano fare parte sia i Socialdemocratici, che i Liberali, come deciso dagli elettori, l’Udmr e anche il suo partito. E sul premier, che potrebbe nominare lei in caso di vittoria al ballottaggio, ha aperto a un esponente Psd o a un tecnocrate.


L’ipotesi di affidare il governo ai Socialdemocratici potrebbe essere una mossa per cercare il sostegno del partito al secondo turno, sostegno che Lasconi ha chiesto apertamente: “Sì, dovrebbe farlo, dovrebbero appoggiarmi e mettere in moto tutta la macchina del partito per questo, perché una dichiarazione non basta”. Sul fronte sovranista, dopo l’appello all’unità di George Simion, anche la presidente del partito di ultradestra Sos Romania, l’eurodeputata Diana Iovanovici Sosoaca, ha inviato un messaggio ai “partiti sovranisti affinché lavorino insieme” per l’elezione di Calin Georgescu a presidente della Romania, nonché per la creazione di un’offerta del governo.


Intanto, l’outsider e vincitore del primo turno, il candidato presidenziale indipendente populista Calin Georgescu ha esortato i politici a investire nelle persone, nelle “persone vere”, dichiarando che i risultati delle elezioni parlamentari mostrano il “fallimento dei partiti”. L’inaspettato successo di Georgescu ha provocato una serie di proteste: si ritiene che sia una minaccia per la democrazia anche a causa delle controverse dichiarazioni in cui elogiava i leader fascisti e nazionalisti romeni e il presidente russo Vladimir Putin. Molti hanno attribuito la causa alla sua rapida ascesa di popolarità sulla piattaforma di social media TikTok. Senza nominare Georgescu, l’ufficio del presidente romeno Klaus Iohannis ha affermato dopo una riunione del Consiglio supremo della difesa nazionale di giovedì scorso che un’analisi dei documenti ha rivelato che “un candidato presidenziale ha beneficiato di un’enorme esposizione grazie al trattamento preferenziale concesso dalla piattaforma TikTok”.


Il Consiglio nazionale audiovisivo romeno ha chiesto alla Commissione europea di indagare sul ruolo di TikTok nel voto del 24 novembre. Pavel Popescu, vicepresidente dell’ente regolatore dei media romeno Ancom, ha affermato che avrebbe richiesto la sospensione di TikTok in Romania se le indagini avessero trovato prove di “manipolazione del processo elettorale”. In una dichiarazione inviata all’Associated Press lunedì, TikTok ha affermato che era “inesatto e fuorviante attribuire la sua attività di campagna esclusivamente a TikTok” e ha osservato che Georgescu ha utilizzato anche altre piattaforme di social media.

Accordo tra al Fatah e Hamas: un comitato per amministrare la Striscia di Gaza

Accordo tra al Fatah e Hamas: un comitato per amministrare la Striscia di GazaRoma, 3 dic. (askanews) – Il movimento palestinesi al Fatah e Hamas hanno concordato di istituire un comitato congiunto per amministrare la Striscia di Gaza, in conformità con una proposta egiziana. L’accordo tra le due fazioni palestinesi è stato raggiunto in seguito a una serie di incontri al Cairo che si sono conclusi ieri, secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz.


L’accordo prevede che il comitato si occuperà di fornire e distribuire aiuti umanitari, dell’amministrazione civile di Gaza e della supervisione della ricostruzione della Striscia e del valico di frontiera di Rafah tra Gaza ed Egitto, come è avvenuto nel 2005. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) emetterà un decreto che ordina l’istituzione del Community Support Committee, che sarà subordinato al governo palestinese per quanto riguarda questioni amministrative, finanziarie, di supervisione e legali.


Secondo quanto riportato dalla stampa araba, il comitato sarà composto da 10-15 membri, tra cui individui palestinesi indipendenti e specializzati.

Siria, Aleppo è in mano ai ribelli. La sfida ad Assad e il dilemma di Usa ed Europa

Siria, Aleppo è in mano ai ribelli. La sfida ad Assad e il dilemma di Usa ed EuropaRoma, 3 dic. (askanews) – Gli aerei da guerra del governo siriano hanno colpito Aleppo, nella Siria nord-occidentale, nella giornata di lunedì. Lo hanno riferito i media statali e i soccorritori, mentre il governo del presidente Bashar al-Assad si è mosso per respingere i ribelli che hanno preso il controllo della città in un’offensiva lampo.


Gli attacchi aerei hanno colpito anche edifici residenziali nella città di Idlib, che è diventata un rifugio per le persone sfollate dalla guerra civile, uccidendo almeno 12 civili, secondo i Caschi Bianchi, un’organizzazione di soccorso indipendente. La periferia di Aleppo è stata attaccata in un’operazione congiunta delle forze russe e siriane, secondo l’agenzia di stampa statale siriana Sana. I Caschi Bianchi hanno affermato che gli attacchi hanno colpito anche ospedali, un campo per sfollati e la città di Aleppo. Secondo il Wall Street Journal l’offensiva dell’opposizione rappresenta la sfida più seria per Assad da anni, dopo che la guerra civile tra il governo e le forze ribelli è stata congelata dal 2020. Presenta anche un dilemma per gli Stati Uniti e le potenze occidentali che hanno a lungo insistito per i colloqui sulla fine della guerra civile siriana.


Da quando i ribelli hanno invaso Aleppo, gli Stati Uniti e i loro alleati europei hanno insistito per moderazione da entrambe le parti. “Continuiamo a sollecitare ogni paese a usare qualsiasi influenza abbia per premere per la de-escalation”, ha affermato ieri il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. Gli Stati Uniti hanno sanzionato il regime di Assad per l’uso di armi chimiche contro i civili durante il conflitto, tra le altre cose, e la prima amministrazione Trump ha lanciato attacchi aerei contro le risorse militari siriane nel 2018. Allo stesso tempo, il più grande gruppo ribelle della Siria, Hayat Tahrir al-Sham, i cui antecedenti erano affiliati ad al Qaeda e sta guidando l’offensiva, è un’organizzazione terroristica designata dagli Stati Uniti.


Robert Ford, l’ex ambasciatore statunitense in Siria che ha spinto per l’inserimento di Hayat Tahrir Al-Sham nell’elenco delle organizzazioni terroristiche nel 2012, ha affermato che il gruppo non è più l’organizzazione jihadista intransigente che era una volta. “Quello che sono ora non è quello che erano nel 2011 o nel 2012”, ha affermato Ford. “Stanno consentendo ai cristiani di ricostruire le chiese. Non è quello che di solito fanno i jihadisti”.


Ma i funzionari statunitensi temono anche di essere trascinati più a fondo nel conflitto se i circa 900 militari statunitensi nella Siria orientale venissero attaccati o se le Forze democratiche siriane sostenute dagli Stati Uniti venissero prese di mira dalla Turchia.

Gaza, Trump: se gli ostaggi in mano ad Hamas non saranno liberati entro il 20 gennaio, ci sarà “l’inferno”

Gaza, Trump: se gli ostaggi in mano ad Hamas non saranno liberati entro il 20 gennaio, ci sarà “l’inferno”Roma, 2 dic. (askanews) – Se gli ostaggi nelle mani di Hamas non saranno liberi entro il 20 gennaio, data dell’inaugurazione dell’Amministrazione Trump, in Medio Oriente ci sarà “l’inferno”. L’ha affermato oggi il presidente eletto Usa Donald Trump in un post su Truth Social.


“Tutti parlano degli ostaggi che vengono trattenuti in modo così violento, disumano e contro la volontà dell’intero mondo, in Medio Oriente, ma sono solo parole e nessuna azione!” ha scritto Trump. “Per favore, che questa VERITÀ serva a rappresentare che se gli ostaggi non saranno rilasciati prima del 20 gennaio 2025, data in cui assumerò con orgoglio la carica di presidente degli Stati Uniti, ci sarà l’INFERNO DA PAGARE in Medio Oriente, e per coloro che hanno perpetrato queste atrocità contro l’umanità”.