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Arte, “Dreams in the dark”, a Lecce la personale di Enrico Dicò

Arte, “Dreams in the dark”, a Lecce la personale di Enrico DicòRoma, 21 ott. (askanews) – Si è aperta a Lecce, nel Castello Carlo V, la Manibus Exhibition – Dreams in the dark, la grande mostra personale di Enrico Dicò, visitabile sino al 30 novembre. Nel nuovo progetto espositivo, l’artista celebra oltre trent’anni di creatività in un percorso che rappresenta un viaggio nel cuore dell’immaginario pop e iconico della cultura contemporanea.


Tra volti indimenticabili come quelli di Batman, Joker, Marilyn Monroe e David Bowie, e simboli intramontabili della cultura americana, come i pomodori Campbell e il dollaro, Dicò crea un’esplosione di colori e luci. Le sue opere, segnate dall’uso distintivo della plastica bruciata e degli elementi neon, trasformano questi soggetti familiari in visioni potenti, vibranti di energia. Il percorso espositivo diventa un dialogo tra cultura pop, politica e critica sociale, dove la provocazione visiva si fonde con l’innovazione stilistica, rendendo omaggio tanto a Andy Warhol quanto alle icone del nostro tempo. Le opere di Dicò fondono influenze della pop art di Andy Warhol e delle combustioni materiche di Alberto Burri, con una forte impronta personale. Utilizzando resine, materiali industriali, sovrapposizioni, combustioni e corrosioni, l’artista crea lavori emotivamente potenti. Il fuoco, strumento centrale nelle sue creazioni, è stato definito “il miracolo della combustione”. DICò modella il plexiglass con la fiamma, rendendo ogni opera unica e irripetibile. A seguire, aggiunge il neon, che accentua ulteriormente la forza delle sue sculture.


La mostra si è aperta in occasione della cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio Internazionale Manibus, sotto la guida del direttore artistico Nicola Miulli, che ha visto presentate sul palco del Teatro Paisiello di Lecce le eccellenze dell’artigianato e i grandi nomi legati al “made in Italy”. I premi di questa edizione sono stati assegnati al designer Enzo Catellani, di Catellani and Smith (Bergamo), all’effettista Leonardo Cruciano di Imaginari Factory (Roma), alla stilista Giada Curti (Roma), all’artista Enrico Dicò (Milano), all’artigiana delle luminarie Francesca Di Done di Paulicelli luminarie (Bari) e all’imprenditore Pasquale Natuzzi di Natuzzi S.p.A. (Santeramo in Colle). Menzioni speciali, infine, a Natuzzi per il tavolo Uragano e a Catellani per la lampada Sorry Giotto. Sempre nell’ambito del Premio Internazionale Manibus, il 26 ottobre aprirà la collettiva “Manibus Experience – Racconti di Puglia”, visitabile sino al 30 novembre 2024 presso il Castello di Copertino. Sarà un’opportunità per scoprire e celebrare l’artigianato e il design pugliese con sette grandi eccellenze locali: i preziosi di Orafi Moramarco, la moda sostenibile di Le Naty, le creazioni di design di Dimarmo, le luminarie di Parisi 1876, i liuti di Antonio Dattis, le sculture di Raffaele Gentile, i mosaici di Pietro Quattromini. Il calendario si arricchisce e si conclude con gli incontri tematici di Manibus Masterclass: ad inaugurare il ciclo di appuntamenti sarà, giovedì 24 ottobre, il costumista Luigi Spezzacatene.

”Premio De Sanctis diritti umani” al professor Philippe Sands

”Premio De Sanctis diritti umani” al professor Philippe SandsRoma, 21 ott. (askanews) – Philippe Sands, Mariagrazia Cutuli, Alessandra Kustermann e Suor Simona Biondin per le prestigiose carriere nell’ambito, rispettivamente, della letteratura, del giornalismo e delle Associazioni, sempre tese all’affermazione e alla difesa dei diritti universali e inalienabili dell’Uomo. Questi i vincitori della Terza edizione del Premio De Sanctis Diritti Umani. I premi verranno assegnati nel corso di una cerimonia che avrà luogo a Roma il 28 ottobre 2024, presso la Suprema Corte di Cassazione.


Durante l’evento Philippe Sands, professore della Public Understanding of Law, dell’University College di Londra ed esperto di diritto internazionale, terrà una lectio magistralis, dal titolo: “Crimes against Humanity and Genocide: then, now, here, there”. Organizzata in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, con il patrocinio Rai, la partnership di Automobile Club d’Italia (ACI) e Terna S.p.A. e la Media partnership del Gruppo Editoriale Athesis, la cerimonia della consegna delle medaglie ai vincitori si terrà alla presenza della Prima Presidente della Suprema Corte, Margherita Cassano; del Presidente emerito, Pietro Curzio; del Presidente della Fondazione De Sanctis, Francesco De Sanctis; del Presidente del Premio De Sanctis, Gianni Letta, e di numerose Autorità del mondo della Cultura, del Diritto, della Politica.


Il premio. Dal 2022, in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, nasce il Premio per i diritti umani con l’intento di individuare coloro che si sono impegnati a garantire i Diritti Umani durante l’arco della propria carriera professionale. Si tratta dunque di un riconoscimento indirizzato a figure autorevoli che si sono distinte per la difesa dei diritti universali e inalienabili dell’Uomo. La cerimonia della prima edizione si è svolta il 25 ottobre 2022 presso l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia, alla presenza del Primo Presidente Pietro Curzio. La giuria del premio. È composta da: Giovanna Botteri, Daniele Cabras, Gaetano Caputi, Guido Carlino, Margherita Cassano, Giuseppe Chine’, Pietro Curzio, Alessandra Dal Moro, Marco Dall’Olio, Andrea De Gennaro, Federica Favi, Lamberto Giannini, Gianni Letta, Teo Luzi, Luigi Marini, Maurizio Massari, Stefano Mogini, Carlo Nordio, Filippo Patroni Griffi, Daria Perrotta, Matteo Piantedosi, Gilberto Pichetto Fratin, Fabio Pinelli, Guido Raimondi, Silvia Maria Rovere, Luigi Salvato, Stefano Sannino, Pasquale Quito Terracciano, Giuseppe Valditara, Alfredo Pompeo Viola, Mariangela Zappia.


Tra i vincitori delle passate edizioni: Suor Elvira Tutulo; Corte Europea dei Diritti dell’Uomo; Associazione Rondine Città della Pace; Louis Henkin; Corte per i diritti umani e la giustizia amministrativa del Ghana. La Fondazione De Sanctis. Letterato, filosofo, Senatore del Regno e Ministro della Pubblica Istruzione, Francesco De Sanctis può essere annoverato tra i “Padri” della nostra Cultura, in particolare per le mirabili pagine di storia della letteratura italiana, capisaldi fondativi della moderna critica letteraria. Irpino d’origine, De Sanctis fu una delle personalità più rilevanti del XIX secolo; la Fondazione a lui intitolata nasce nel 2007 su iniziativa dell’architetto Francesco De Sanctis, pronipote omonimo del critico letterario, a seguito dell’acquisizione di un lascito di famiglia costituito dall’archivio personale e dalla biblioteca dell’antenato.


La mission. Obiettivo della Fondazione De Sanctis e, di conseguenza, del Premio, è quello di rendere la sua eredità base di partenza per un progetto culturale che intende attualizzare l’opera e il pensiero del grande studioso rendendoli così materia viva e contemporanea, non solo a livello nazionale ma anche europeo. Con questa prospettiva la Fondazione fa della diffusione internazionale dell’identità letteraria, filosofica e artistica italiana la propria principale missione, con un’attenzione particolare alle radici meridionali e uno sguardo attento sul presente e sulle realtà culturali europee che da quelle stesse radici si sono sviluppate.

Luna Berlusconi presenta a Roma “Divina”, opera digitalizzata da IA

Luna Berlusconi presenta a Roma “Divina”, opera digitalizzata da IARoma, 21 ott. (askanews) – Si terrà giovedì 24 ottobre dalle ore 19, in occasione della Festa del Cinema di Roma, un evento a cielo aperto dove Global Market of Artification esporrà l’opera Divina di Luna Berlusconi, proprio di fronte all’Hotel de Russie. L’evento è promosso dalla NAB, Nuova Associazione Via del Babuino, impegnata a preservare la bellezza e il prestigio di questa storica via nel cuore della Capitale.


L’artista sarà presente con ospiti e amici speciali, tra cui Gabriel Garko, Anna Safroncik e Alessandra Mussolini, tra gli altri per accompagnare Divina, nel suo nuovo percorso. Durante l’evento, all’interno dell’hotel sarà presentata anche la versione NFT della stessa opera che la GMA ha scelto per aprire un nuovo percorso con l’arte contemporanea per guardare al futuro. Gregorio Maiorano, della GMA Global Market of Artification dichiara: “Divina opera iconica di Luna, vuole essere un punto di partenza per il via ad un progetto importante con un’artista che ha saputo reinterpretare grandi artisti come Picasso e Botero, coniugando al meglio la nuova direzione dell’Arte, nuova e futuribile, che si apre alla digitalizzazione trasformando, grazie all’intelligenza artificiale, un’opera fisica, in NFT. Un nuovo approccio della Pop Art per reinterpretare gli ultimi secoli dell’arte e portarla nel futuro”.


Divina è una delle più importanti opere di Luna Berlusconi che, in qualche modo, ha certificato il suo essere artista dichiarandone talento, ispirazione e forza comunicativa. La passione per l’arte, infatti, l’accompagna fin dall’infanzia, ma è solo nel 1996 che, in USA, riesce a lasciarsi alle spalle un cognome ingombrante e ad avere il primo approccio con l’arte. Rientrata in Italia decide di proseguire gli studi artistici a Roma, dove conosce Gino De Dominicis, con cui lavora per gli ultimi sei mesi della vita del maestro. Divina nasce ancor prima del suo personale debutto con la mostra Luna Nuova in collaborazione della Fondazione Maimeri e rappresenta la chiave di volta del suo successo, divenendo simbolo e riferimento per celebrare la donna curvy alla Milano Fashion week a settembre 2019. Luna Berlusconi con la sua arte ha lanciato un messaggio universale ed importante affidando a Divina il compito di denunciare ogni forma di bullismo verbale o sottinteso, che derida l’aspetto fisico, liberandoci da pregiudizi e stereotipi costruiti ad arte da media e social. “Divina è legata ad una riflessione importante personale al body shaming: dipingevo nudi e, rappresentando lei, che era la meno perfetta, ho voluto creare una donna che, nonostante tutto, fosse, in assoluto, la più erotica e sensuale, divenendo simbolo iconico dei miei nudi. Da lì – aggiunge Luna – sono nate anche le mie sculture le ‘Divine’ che celebrano la donna in ogni sua sfumatura. La mia arte è dalla parte non solo delle donne, ma anche di tutti coloro che subiscono body shaming, so cosa significhi. Ho una malattia genetica, che da bambina mi ha messo alla prova complicandomi non poco la vita. Divina, mi ha portato fortuna ed ha per me un valore importantissimo sia dal punto di vista artistico che personale. L’ho tenuta a lungo con me ed esposta negli uffici di mio padre. Questo la dice lunga sul mio legame con quest’opera che, davvero, non avrei mai pensato di cedere. Questa opportunità mi è sembrata un’occasione speciale, un’evoluzione che poteva offrirle una nuova vita e, come un figlio, l’ho lasciata andare”.


L’evento mette al centro l’Arte e si inserisce in una giornata dedicata alla valorizzazione di via del Babuino, che diventa, per l’occasione, un salotto dove poter ammirare opere esposte lungo la via e incontrare Divina, sia l’opera fisica che quella digitalizzata realizzata dall’A.I.

Buchmesse, chiude la fiera: Italia passa testimone alle Filippine

Buchmesse, chiude la fiera: Italia passa testimone alle FilippineMilano, 20 ott. (askanews) – Si è conclusa con la cerimonia di passaggio delle consegne tra Italia e Filippine la 76esima edizione della Buchmesse di Francoforte. La pergamena-simbolo del Paese Ospite d’onore è stata affidata al Paese asiatico come atto conclusivo degli eventi organizzati nel Padiglione Italia realizzato da Stefano Boeri interiors. Il commissario straordinario Mauro Mazza, dal palco, ha rivendicato il successo della partecipazione italiana: “Ce l’abbiamo fatta e l’abbiamo portata a casa – ha detto dopo il saluto dal padrone di casa della Buchmesse, Juergen Boos – perché era un’occasione troppo importante questa offerta dalla Buchmesse al nostro Paese per sprecarla o anche solo per intaccarla, per sporcarla”.


Finisce quindi l’anno dell’Italia, Ospite d’onore in questi cinque giorni di fiera, ma che si è preparata all’appuntamento nel corso di un cammino lungo dodici mesi. Come rappresentanti letterari, secondo una tradizione consolidata della cerimonia targata Buchmesse, sono intervenuti l’illustratore italiano Alessandro Sanna e la filippina Isabel Roxas. L’esperienza dell’Italia si è chiusa con numeri che lo staff italiano definisce “un successo clamoroso”. I dati di questa mattina – si legge nella nota conclusiva – segnano quasi 40.000 visitatori, 8.000 al giorno. In questi cinque giorni, ha dichiarato il Commissario Mazza, si è voluto ‘offrire l’immagine migliore della cultura italiana e dell’Italia stessa perché chi è entrato nel Padiglione italiano, nella piazza costruita da Stefano Boeri interiors, ne ha subito l’incanto, ha riempito gli occhi di meraviglia: studenti, semplici visitatori, delegazioni istituzionali, scolaresche, università che si sono emozionati nel passeggiare sotto i portici e a ogni apertura trovare una bellezza, che fossero libri, una mostra’. L’anno prossimo le Filippine erediteranno il dall’Italia il ruolo di Paese Ospite d’onore.

Buchmesse, Mazza: slalom tra le polemiche, ma ce l’abbiamo fatta

Buchmesse, Mazza: slalom tra le polemiche, ma ce l’abbiamo fattaFrancoforte, 20 0tt. (askanews) – “Abbiamo fatto lo slalom tra polemiche: piccole, medie e grandi, alcune pretestuose; non abbiamo dato destro a polemiche nuove e il bilancio della nostra presenza mi pare eccellente”. Il commissario straordinario del governo per la partecipazione dell’Italia come Paese Ospite d’onore alla Buchmesse di Francoforte, Mauro Mazza, ha sintetizzato così il bilancio dell’avventura a Francoforte. “Il cuore della Buchmesse, cioè lo scambio di diritti d’autore tra editori, tra addetti ai lavori – ha detto ad askanews – è andato molto bene e già l’interesse per l’Italia si era manifestato da questo punto di vista nelle settimane precedenti inizio della Buchmesse Il nostro lavoro, il mio lavoro era quello di allestire al meglio il padiglione, la casa, in questi cinque giorni, della cultura e della letteratura italiana e l’afflusso di persone è stato eccezionale, delegazioni ufficiali anche a livelli alti ministeriali, ambasciatori di Paesi si sono complimentati per il lavoro fatto, per quelle mostre, le esposizioni, gli spunti interessanti di questa grande piazza italiana costruita dall’architetto Stefano Boeri”.


“Gli eventi fuori fiera – ha detto ancora Mazza – sono stati molto importanti, i concerti dell’Orchestra dell’area di Verona che ha celebrato i 100 anni di Puccini, del maestro Ambrogio Sparagna, che è il maestro della musica popolare italiana, della tradizione musicale italiana, e ieri sera il concerto del volo con 6.500 spettatori entusiasti della proposta popolare del trio dei nostri ragazzi. È andata molto bene, sono molto soddisfatto e, con un po’ di vanagloria oggi che si finisce, dico: ce l’abbiamo fatta, missione compiuta”.

European Classical Ballet per la prima volta in Italia con Jana Salenko

European Classical Ballet per la prima volta in Italia con Jana SalenkoMilano, 20 ott. (askanews) – La compagnia internazionale European Classical Ballet annuncia una tournée italiana con Jana Salenko, prima ballerina del Berlin State Ballet. Insieme, dall’1 al 6 novembre, porteranno nei teatri di Firenze, Mantova, Milano, Padova, Verona e Torino tre capolavori della danza classica, “Il Lago dei Cigni”, “Lo Schiaccianoci” e “La Bella Addormentata”, del grande compositore Petr Il’ic Cajkovskij con le coreografie di Marius Petipa rivisitate da Andrei Batalov del Teatro Bolshoi. Boris Zhurilov, stella dell’Opera Nazionale di Ungheria, danzerà ne “La Bella Addormentata” e ne “Lo Schiaccianoci” come primo ballerino ospite della Compagnia.


“Non vediamo l’ora di incontrare il pubblico italiano a teatro: l’emotività che ci dimostra e il calore con cui ci accoglie è sempre bellissimo. Siamo profondamente legati a questo Paese da dove provengono anche molti dei nostri artisti, che sono un grandissimo motivo di orgoglio” spiega il fondatore e direttore artistico della compagnia, Andrey Scharaev, che aggiunge “danzare insieme a Jana Salenko è senza dubbio una vera e propria ‘festa della danza’: lei è un diamante di purezza assoluta del balletto, una stella mondiale che ispira, stimola ed eleva tutti noi artisti”. Prima Ballerina al Berlin State Ballet, formatasi alla Pisarev Ballet School, Salenko vanta infatti una carriera straordinaria che l’ha vista nel ruolo di protagonista nei più importanti teatri internazionali. “Danzare con lo European Classical Ballet è come danzare con una grande famiglia – afferma Salenko – sono circondata da ballerini giovani ed esperti, li vedo sostenersi a vicenda sia dietro le quinte che sul palco, e mi emoziona vedere come mi ascoltano e come a loro volta mi supportano dimostrando grande amore. Lavoriamo tanto e con sacrificio ma c’è molta gratificazione”. Nove gli spettacoli in programma nei primi sei giorni del mese di novembre con le tre tappe iniziali, Verona, Torino e Padova, a doppio appuntamento (pomeridiano e serale). “Questo per me è un sogno, ho sempre sperato di ballare ogni giorno in una città diversa come faceva il grande maestro Nureyev” aggiunge Salenko, spiegando che “è la prima volta che lo faccio, addirittura danzando due ruoli differenti nello stesso giorno: è difficile ma entusiasmante e allo stesso tempo penso alla grande opportunità che abbiamo di poter raccontare al pubblico quest’arte meravigliosa di cui siamo portavoce”.


“Nella nostra compagnia ogni anello è importante – conclude Scharaev, che ha fondato la compagnia nel 2008 – siamo circa 35 persone, di età e provenienze diverse e questo ci permette di confrontarci e crescere sempre insieme. Lavoriamo in tutto il mondo e da sempre gli elementi fondanti del nostro danzare sono l’amore e il rispetto reciproco”.

Storico prestito del British Museum per mostra su Anahit in Armenia

Storico prestito del British Museum per mostra su Anahit in ArmeniaMilano, 20 ott. (askanews) – Grazie ad uno storico prestito del British Museum vengono esposte per la prima volta in Armenia la testa e la mano sinistra della statua bronzea della dea armena Anahit, di epoca ellenistica. Questi pezzi saranno il fulcro della mostra “Dea Madre: da Anahit a Maria” ospitata dal Museo Nazionale di Storia dell’Armenia, che esporrà anche sessanta reperti della propria collezione, per rappresentare il concetto di divinità madre dal Neolitico fino ai giorni nostri. La mostra, inaugurata il 21 settembre in concomitanza con il Giorno dell’Indipendenza dell’Armenia, durerà fino al 21 marzo 2025.   L’esposizione, realizzata con il supporto del ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica d’Armenia, è frutto della cooperazione a lungo termine tra il Museo di Storia dell’Armenia e il British Museum. È uno degli eventi principali dell’offerta culturale dell’Armenia, che comprende oltre 40 tra gallerie e musei a Yerevan e nel resto del Paese, aperti tutto l’anno.   Il culto della Dea Madre negli altopiani armeni ebbe inizio nell’età della pietra e attraversò un lungo processo di cambiamenti, a seconda delle diverse concezioni del mondo e delle caratteristiche estetiche. Fin dall’inizio, incarnando la natura di una donna “genitrice e riproduttrice”, veniva rappresentata come simbolo della continuità della stirpe. In seguito, si formarono una serie di altre funzioni della “Dea Madre”: simbolo dell’agricoltura, dispensatrice del benessere familiare, guaritrice, e altro ancora. Particolare enfasi veniva posta sulla sua natura “creatrice”, che derivava dall’idea di identificare la donna con la “Madre Terra” nella mitologia.   Nel periodo ellenistico, Anahit era la dea della fertilità, della fecondità, del parto e, in un periodo iniziale, anche della guerra, ed era considerata una delle principali divinità della mitologia armena. La chiamavano Madre Dorata, Madre Nutriente, Grande Signora, Dorata, Dita d’Oro. In Armenia, il suo culto iniziò a diffondersi almeno dal IV secolo a.C., seguendo la sua diffusione nell’Asia Minore e in Siria. Nel periodo ellenistico e soprattutto in quello romano, si crearono condizioni più favorevoli per le comunanze culturali e il processo di sincretizzazione delle divinità.   La statua di bronzo fu scoperta da un contadino nel 1871 a Satala (oggi Sadak, Erzurum, Turchia). Risalente al II-I secolo a.C., è tradizionalmente associata ad Afrodite, la dea greca dell’amore e della bellezza, ma gli esperti l’hanno collegata alla sua controparte armena, Anahit. Il suo principale tempio era a Yeriza, nella regione di Yekeghyats (attuale Erzurum, Turchia). Il tempio di Anahit a Yeriza fu saccheggiato nel 34 a.C. durante un’invasione guidata dal generale romano Marco Antonio: i suoi soldati distrussero la statua e portarono i suoi frammenti a Roma. I pezzi passarono per vari mercanti d’antiquariato prima che il commerciante d’arte italiano Alessandro Castellani vendesse la testa al British Museum nel 1873 e successivamente donasse la mano sinistra nel 1875. È la prima volta che questi frammenti vengono esposti in Armenia. Una replica della statua è conservata nel Museo di Storia dell’Armenia.

Buchmesse, AIE: superate tensioni, forte incremento volume affari

Buchmesse, AIE: superate tensioni, forte incremento volume affariFrancoforte, 20 ott. (askanews) – Si chiude oggi a Francoforte la Buchmesse 2024 di Italia Ospite d’Onore, con oltre 230 tra editori e agenti letterari del nostro Paese presenti. “Siamo arrivati fin qui attraverso un percorso non semplice attraversando anche forti momenti di contrasto e incomprensioni – ha spiegato Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione Italiana Editori -. Ma abbiamo sempre creduto di doverci impegnare per sostenere la libertà di espressione degli autori e per portare alla Buchmesse tutta intera la ricchezza, la complessità della nostra editoria e della nostra letteratura e l’abbiamo fatto confrontandoci con tutti. Registriamo un incremento importante di presenze e volumi d’affari tra gli editori dentro e fuori lo Stand Collettivo. È stata la strada giusta e i risultati li vediamo oggi e pensiamo li vedremo ancor più nei prossimi mesi e anni in termini di vendita di diritti di traduzione. Fondamentale sarà in questo senso il supporto delle istituzioni, anche attraverso il sistema dei bandi per le traduzioni che va rafforzato e razionalizzato”.


Vendite di diritti e attenzioni record nei confronti dell’editoria italiana. Al termine dei cinque giorni di Fiera, gli ultimi due e mezzo aperti anche al pubblico non professionale, si registrano sale piene per gli incontri del programma letterario a cura di AIE con il coordinamento del Commissario straordinario del governo, così come per quelli del programma professionale, sempre a cura di AIE con il supporto di ICE-Agenzia e di Italia Ospite d’Onore 2024. Soddisfazione tra gli editori e gli agenti letterari presenti autonomamente o all’interno dello Stand Collettivo Italiano organizzato da ICE-Agenzia con AIE.

Buchmesse, penultima giornata: visita de Il Volo a Piazza Italia

Buchmesse, penultima giornata: visita de Il Volo a Piazza ItaliaFrancoforte, 19 ott. (askanews) – La penultima giornata della Buchmesse, con il nostro Paese Ospite d’onore, si è conclusa con la visita de Il Volo al Padiglione Italia. I cantanti, prima del concerto alla Festhalle, hanno fatto un tour nella Piazza italiana disegnata da Stefano Boeri interiors per la fiera del libro più importante d’Europa e hanno salutato il commissario straordinario Mauro Mazza.


La visita è arrivata alla chiusura del calendario di incontri letterari. Anche oggi ci sono stati nomi importanti come quelli di Maurizio de Giovanni, Antonio Manzini, Daniele Mencarelli, Erri De Luca, Guido Tonelli, Lorenzo Mattotti, Alessandro Sanna, Paolo Cognetti, Nicola Lagioia, Giuseppe Conte, Davide Rondoni, Chiara Carminati, Davide Morosinotto, Marta Palazzesi, Erin Doom e Felicia Kingsley. L’Arena ha ospitato anche l’incontro su Russia ed Europa condotto da Pierfranco Bruni e con il docente e critico d’arte Luca Beatrice e lo studioso Luciano Mecacci. Un altro momento della categoria “testimoni del tempo” ha visto Riccardo Giumelli e Luigi Maria Vignali, moderati da Ilaria Bianchi, parlare del fenomeno del turismo delle radici.


Molto apprezzato e partecipato il “Discorso sul Metodo”, condotto dalla giornalista Loretta Cavaricci, con sul palco autori diversi come Elisabetta Dami, Felicia Kingsley, Nicola Lagioia e Daniele Mencarelli. La 76esima edizione della Buchmesse si concluderà domani, al termine di una mattinata di incontri tra Arena e Caffè letterario e dopo la cerimonia di consegna tra Italia e Filippine.

Buchmesse, Baricco: letteratura e impegno sono due gesti distanti

Buchmesse, Baricco: letteratura e impegno sono due gesti distantiFrancoforte, 19 ott. (askanews) – Alessandro Baricco è uno dei protagonisti degli eventi organizzati dall’Italia come Paese Ospite d’onore alla Buchmesse di Francoforte. Intervenuto nell’Arena davanti a una sala piena, lo scrittore ha scelto di parlare di letteratura e impegno civile. “Il gesto con cui si fa la letteratura e il gesto con cui si pratica l’impegno civile – ha detto Baricco dal palco – sono due gesti abbastanza lontani. Non bisogna pensare che si diano in natura vicini, né bisogna pensare, io credo, che li si debba avvicinare. Implicano e prevedono una postura differente nei confronti del mondo. Devi proprio cambiare postura per passare da un gesto all’altro”.


La metafora scelta da Baricco è stata quella di un tappeto, il mondo sta sulla superficie, la letteratura sotto, indaga la trama nascosta più che l’evidenza che sta alla luce del sole. Distante quindi, ma comunque preziosa: “La letteratura non si tocca”, ha detto, ma diverso è il discorso per gli scrittori, quando decidono di esporsi. “Tu puoi scegliere – ha aggiunto – e tutti noi prima o poi scegliamo, di impegnarti in una singola storia di impegno civile. Allora lì entri in una partita che c’entra poco, diciamo, coi tuoi libri, che puoi riuscire a fare molto bene, che puoi riuscire a fare con passione e buona fede, naturalmente, ma quella è una partita in cui la letteratura non ti può schermare o difendere più di tanto. Di quello che io dico o faccio nella mia vita di cittadino ne risponderò in una partita molto particolare che conosciamo, che è molto dura, in cui il nemico può essere molto cattivo, ma in cui io faccio fatica a riconoscere a noi un’arma in più, una sorta di morbida impunità, in nome del nostro partecipare alla famiglia della letteratura”. Ascoltare Baricco è affascinante, soprattutto perché sa entrare nel lato meno confortevole del discorso, e lo fa indubbiamente con talento e mestiere, ma questo non toglie intensità al ragionamento. I suoi libri possono piacere o meno, ma sul palco di Francoforte ha dato la sensazione di un uomo e di uno scrittore non indulgente con se stesso, e non è poco. (Leonardo Merlini)