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Domani il Nobel letteratura, Cartarescu e Millahuser tra i favoriti

Domani il Nobel letteratura, Cartarescu e Millahuser tra i favoritiRoma, 9 ott. (askanews) – Giovedì 10 ottobre l’Accademia Svedese annuncerà a Stoccolma il vincitore del premio Nobel per la letteratura e come sempre sui media – e sui siti di scommesse – si moltiplicano voci e indiscrezioni sul possibile vincitore. Secondo alcune fonti del mondo dell’editoria, il favorito potrebbe essere il romeno Mircea Cartarescu, l’autore di Solenoide (Il Saggiatore) e Melancolia (La Nave di Teseo). Prende quota però anche il nome di un oustider, lo statunitense Steven Millahuser (Mondadori ha da poco pubblicato “La Notte dell’incanto” e ripreso il suo vecchio romanzo premio Pulitzer “Martin Dressler”). Altre fonti, anche alla luce della situazione geopolitica, rilanciano invece il nome di Salman Rushdie (il suo ultimo libro – Coltello – è un memoir sull’attentato subito due estati fa). I bookmaker però la pensano diversamente e sembrano orientati a dare credito alla pista che porterebbe il Nobel in Cina con la scrittrice Can Xue (che in Italia viene pubblicata da Utopia, il suo ultimo libro è “La strada di fango giallo”). Molto quotato dagli allibratori anche l’australiano Gerald Murnane, in Italia edito da Safarà (tra i suoi lavori “Le pianure”, “Una vita tra le nuvole”, “Tamarisk Road”). E resta sempre valida l’ipotesi Claudio Magris: il nome dello scrittore triestino circola da anni ma non è detto che sia stato dimenticato.


In termini concreti, le uniche certezze sono le quote decise dalle società di scommesse. Il sito “Nicer Odds” ha messo a confronto tutte le quote dei vari boomakers e stilato una classifica in punti percentuali. Oltre a quelli già citati tornano in pista il francese Michel Houllebecq, gli americani Thomas Pynchon e Don de Lillo, l’anglo indiano Salman Rshdie, l’argentino Cesar Aira e – immancabile – il giapponese Haruki Murakami e la scrittrice giamaicana Jamaica Kinkaid. Di seguito la classifica stilata dal sito, con le cifre più basse che ovviamente corrispondono alle più alte probabilità di vittoria stimate.


Can Xue – 5.00 Gerald Murnane – 6.00 Anne Carson – 7.00 Lyudmila Ulitskaya – 8.50 Mircea Cartarescu – 9.50 Thomas Pynchon – 11.00 César Aira – 13.00 Ngugi Wa Thiong’o – 13.00 Haruki Murakami – 15.00 Lßszló Krasznahorkai – 15.00 Michel Houellebecq – 15.00 Pierre Michon – 17.00 Raul Zurita – 17.00 Jamaica Kincaid – 19.00 Salman Rushdie – 19.00

Buchmesse, l’Italia a Francoforte con oltre 230 espositori

Buchmesse, l’Italia a Francoforte con oltre 230 espositoriMilano, 9 ott. (askanews) – Sarà rappresentata da oltre 230 espositori, case editrici o agenti letterari presenti con propri stand o all’interno dello Stand Collettivo, l’editoria italiana alla Buchmesse di Francoforte nell’anno di Italia Ospite d’Onore, dal 16 al 20 ottobre. Lo Stand Collettivo Italiano organizzato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (AIE) sarà inaugurato il 16 ottobre alle 10.30 alla presenza dei ministri della Cultura italiano e tedesco, Alessandro Giuli e Claudia Roth.


È uno stand record per l’anno in cui l’Italia è protagonista: esteso su 668 metri quadrati, mai così tanti, accoglie 131 espositori, 7 Regioni e una Provincia autonoma (Regione Campania, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Lazio, Regione Lombardia, Regione Piemonte, Regione Puglia, Regione Veneto e Provincia Autonoma di Bolzano). “La 76esima edizione della Frankfurter Buchmesse, con l’Italia come Paese Ospite d’onore dopo 36 anni, rappresenta un’occasione straordinaria per promuovere un settore di eccellenza del Made in Italy, fondato su una tradizione culturale unica al mondo e sulla capacità di innovare attingendo a un patrimonio plurisecolare di creatività e talento. Con l’obiettivo di valorizzare la ricchezza della nostra produzione letteraria, Agenzia ICE, insieme all’AIE, ha organizzato una collettiva di oltre 130 case editrici e operatori del settore. Oltre alla Buchmesse, l’Agenzia ICE sostiene l’editoria italiana nelle principali fiere internazionali e facilita la partecipazione di buyer esteri a diversi eventi in Italia. Queste attività sono fondamentali per rafforzare un settore che, dopo le difficoltà del 2023, sta registrando una significativa ripresa con una crescita dell’8,5% nel primo semestre del 2024. La Germania, in particolare, si conferma come secondo mercato di sbocco in Europa per i prodotti dell’editoria italiana, con vendite in aumento del 10,5% nello stesso periodo. La letteratura rappresenta un veicolo fondamentale per la promozione dell’identità e della creatività italiana a livello internazionale. Per questo Agenzia ICE continuerà a supportare le imprese del settore, contribuendo alla valorizzazione di questa eccellenza del Made in Italy” ha dichiarato il Presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas.


Innocenzo Cipolletta, presidente di AIE, ha dichiarato: “AIE ha promosso un programma di incontri professionali che dà voce a tutta la filiera del libro, ne racconta le eccellenze, si confronta con grandi professionisti internazionali: Italia Ospite d’Onore sarà così il racconto delle autrici e degli autori che rendono la letteratura italiana conosciuta all’estero, ma anche il racconto di una industria forte, innovativa e attenta al futuro, che lavora sulle frontiere tecnologiche e si interroga sui cambiamenti che la nostra professione affronta, in un dialogo continuo con il resto del mondo”. Lo Stand Collettivo Italiano sarà infatti la sede di un ricco programma professionale di 21 incontri organizzati da AIE in collaborazione con ICE – Agenzia e Italia Ospite d’Onore 2024 Fiera del Libro di Francoforte e che coinvolgono tutta la filiera del libro italiana, a confronto con professionisti internazionali. A questi appuntamenti se ne aggiungono altri 9, organizzati da Regioni e Provincia autonoma. Gli incontri in sala 1 si svolgono in italiano e inglese (traduzione simultanea in cuffia disponible), in sala 2 in inglese. In allegato il programma completo.


Si parte il 16 ottobre alle 11.30 con l’incontro “36 anni dopo. Il mercato del libro in Italia oggi”, che racconterà come l’Italia del libro è cambiata dal 1988, primo anno in cui è stata Ospite d’Onore, a oggi e come intende affrontare il futuro. Dopo i saluti di Innocenzo Cipolletta (AIE) e la presentazione dei dati dei primi otto mesi del mercato trade in Italia a cura dell’ufficio studi di AIE, interverranno gli editori Giovanni Hoepli (Hoepli), Stefano Mauri (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) e Susanne Schüssler (Verlag Klaus Wagenbach), moderati da Karen Krüger (Frankfurter Allgemeine Zeitung).

Libri, primi sei mesi 2024: il più venduto è Joel Dicker

Libri, primi sei mesi 2024: il più venduto è Joel DickerMilano, 9 ott. (askanews) – Nei primi sei mesi del 2024 il libro più venduto in Italia è stato “Un animale selvaggio”, thriller dello scrittore svizzero 39enne Joel Dicker, noto per la capacità di costruire grande suspense e da anni autore di bestseller internazionali. Nella classifica diffusa dall’Associazione Italiana Editori precede nove libri di autori italiani: al secondo posto Gianrico Carofiglio, con “L’orizzonte della notte”, e al terzo Francesca Giannone con “La portalettere”.


Ecco la classifica completa: 1. Un animale selvaggio, Joel Dicker, La nave di Teseo (Marzo 2024) 2. L’orizzonte della notte, Gianrico Carofiglio, Einaudi (Febbraio 2024) 3. La portalettere, Francesca Giannone, Nord (Gennaio 2023) 4. Dare la vita, Michela Murgia, Rizzoli (Gennaio 2024) 5. Quando muori resta a me, Zerocalcare, Bao Publishing (Maggio 2024) 6. Tutti i particolari in cronaca, Antonio Manzini, Mondadori (Gennaio 2024) 7. Tra il silenzio e il tuono, Roberto Vecchioni, Einaudi (Febbraio 2024) 8. Cara Giulia. Quello che ho imparato…, G. Cecchettin, M. Franzoso, Rizzoli (Marzo 2024) 9. Cuore nero, Silvia Avallone, Rizzoli (Gennaio 2024) 10. Amore senza fine. Love me love me, Stefania S., Sperling & Kupfer (Febbraio 2024)

Macchine radicali e coreografia caotica: torna Jean Tinguely

Macchine radicali e coreografia caotica: torna Jean TinguelyMilano, 9 ott. (askanews) – Una lezione di arte radicale, ribelle, caotica, che prende possesso con naturalezza degli spazi di Pirelli HangarBicocca e stabilisce una relazione forte con il luogo, e in questo modo si rinnova, al di là della storicizzazione di cui è già stata oggetto. Le opere intricate di Jean Tinguely, le sue macchine scomposte e reinventate, i suoi ammassi di tecnica, si rimettono in moto nel museo milanese di Pirelli, per dare vita alla più grande retrospettiva italiana sull’artista dopo la sua morte.


La mostra è curata da un team composto anche da Lucia Pesapane: “È stata abbastanza una sfida – ha spiegato la co-curatrice ad askanews – anche se il luogo era proprio ideale per mostrare queste macchine in movimento arrugginite, questi ingranaggi, queste ruote in HangarBicocca. Jean Tinguely alla fine della sua vita viveva e lavorava in un hangar industriale, quindi le analogie e la coerenza erano evidenti. Abbiamo scelto le opere in parte anche proprio per tenere il confronto e reggere lo spazio, ovviamente, e abbiamo cercato di scegliere quelle che si muovono ancora oggi, perché non tutte comunque riescono a tenere il tempo, alcune non funzionano più, questo faceva parte anche dell’estetica di Jean Tinguely, però abbiamo cercato di privilegiare opere in movimento, creando una coreografia anti-armonica, un risultato finale cacofonico, ma volutamente”. Le navate dell’Hangar trovano nel dialogo con Tinguely la propria vocazione più classica, lo spazio diventa elemento dell’opera, accoglie la sua stranezza e la sua problematicità. Aspetti che sono alla base dell’attualità del lavoro dell’artista, che certamente può essere letto come una polemica verso una società consumistica che genera l’accumulo di cose che poi si tramuta fisiologicamente nell’accumulo di rifiuti, per esempio, ma le suggestioni contemporanee non si fermano qui. “Lui non si vedeva come un artista solitario, genio e creativo chiuso nel suo atelier – ha aggiunto Lucia Pesapane – ma amava collaborare, lavorare con gli altri artisti, eseguire performance, e quindi questo aspetto un po’ più democratico di arte è un aspetto che secondo me oggi piace molto e che forse è il bello di Jean Tinguely oggi”.


Opere vive, strani oggetti volanti, luci e rumori, ma anche una voluta oscurità e una sensazione costante di avere di fronte lavori che non vogliono conformarsi a nessun parametro stabilito da altri. È in questa attitudine, per così dire, selvatica che la mostra si caratterizza al meglio, togliendo certezze per sostituirle con ipotesi, molto provvisorie, eppure spesso funzionanti contro ogni previsione. Per chi frequenta da tempo Pirelli HangarBicocca, poi, la mostra ha un altro elemento di fascino, questa volta più sottile, perché a sensazione ricorda altre grandi esposizioni del passato che sono state ospitate nelle Navate, e vengono in mente i nomi di Juan Muñoz o Philippe Parreno. E se i macchinari di Tinguely sono in grado di azionare anche il dialogo con il tempo del museo allora è probabile che ogni cosa sia al proprio posto nel migliore dei modi. Organizzata con il Museo Tinguely di Basilea, la mostra milanese è aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2025. (Leonardo Merlini)

Bebelplatz, il romanzo di Stassi sui roghi nazisti dei libri

Bebelplatz, il romanzo di Stassi sui roghi nazisti dei libriRoma, 8 ott. (askanews) – 10 maggio 1933. A Bebelplatz, nel centro di Berlino, allo scoccare della mezzanotte migliaia di libri vengono dati alle fiamme. Joseph Goebbels proclama: «L’uomo tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo di carattere». Su tutta l’Europa si sparge un odore di benzina e di cenere. Da questa pagina della nostra storia prende le mosse “Bebelplatz”, il nuovo romanzo di Fabio Stassi (Sellerio).


24 febbraio 2022. La Russia invade l’Ucraina, e di lì a qualche mese un nuovo conflitto devasterà la striscia di Gaza. Durante un tour negli istituti di cultura italiani da Amburgo a Monaco, Fabio Stassi attraversa le piazze delle Bücherverbrennungen, i roghi di libri, e risale a ritmo incalzante la memoria del fuoco e delle censure, dei primi bombardamenti aerei sui civili, del saccheggio di librerie e biblioteche. Studia mappe e resoconti, si interroga sul ruolo della cultura e sulla cecità della guerra, indaga l’istinto di sopraffazione degli esseri umani. Alla fine compone un piccolo atlante della letteratura «dannosa e indesiderata» e rintraccia cinque scrittori italiani destinati alle fiamme dai nazisti: Pietro Aretino, il cantore della libertà rinascimentale; Giuseppe Antonio Borgese, cittadino del mondo e inguaribile utopista; Emilio Salgari, antimperialista amato in Sudamerica; Ignazio Silone, antifascista radicale, e Maria Volpi, unica donna della lista, disinibita narratrice del piacere e dell’indipendenza femminile. Quello di Stassi è un appassionato discorso in difesa di tutto ciò che trasgredisce la norma, un viaggio ricco di corrispondenze, colpi di scena e nuove interpretazioni, da Ovidio a Cervantes, da Arendt a Canetti, Sebald, Morante, Bernhard: un invito a disseppellire la biblioteca di Don Chisciotte. Perché la ribellione si impara leggendo, e ogni lettore, per qualsiasi potere, «è sempre una minaccia». Come scrive Alberto Manguel nell’Introduzione: «Da qualche parte nel mondo una mente sta ideando parole da tracciare con la mano e da decifrare con gli occhi in mezzo al fumo e alle ceneri».

A IIC Londra si “apre” l’annata 2014 dei grandi vini toscani

A IIC Londra si “apre” l’annata 2014 dei grandi vini toscaniRoma, 7 ott. (askanews) – Il giorno prima dell’apertura dei Gran Crù a Bordeaux, uno dei principali eventi dell’enologia mondiale, all’Istituto italiano di Cultura di Londra il vino italiano “rilancia” con l’annata 2014 di tre tra le più note ed apprezzate aree vinicole della Toscana.


Grazie ad un progetto di sistema dell’Istituto diretto da Francesco Bongarrà, di Agenzia ICE e dell’Ufficio Agricolo dell’Ambasciata d’Italia nel Regno Unito, i sommelier Federico Moccia e Nelson Pari hanno permesso ad un qualificatissimo pubblico di buyers e wine expert britannici di assaggiare bottiglie straordinarie di Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Bolgheri del 2014. Se questa annata è stata inizialmente considerata come “difficile” dagli esperti del settore, i dieci anni in bottiglia han dato vita ad una straordinaria qualità dei vini, degustati a Belgrave Square in un’ottica di sempre maggior promozione nel Regno Unito del vino italiano. Un business che, secondo ICE nel 2023 valeva circa un miliardo di euro. Ad aprire “2014 Tuscany – 10 years later”, insieme a Bongarrà, il vice ambasciatore d’Italia a Londra Riccardo Smimmo, il console generale Domenico Bellantone, il direttore di Agenzia ICE Londra Giovanni Sacchi e l’addetto Agricolo dell’Ambasciata Gabriella Manfredi. “Il Sistema Italia crede in queste importanti azioni di promozione: la nostra cultura, il nostro vivere all’italiana passa anche per l’eccellenza del nostro vino”, ha spiegato Smimmo sottolineando “l’importanza della sinergia di tutte le Istituzioni italiane a Londra nel promuovere il nostro Paese in ogni propria sfaccettatura”.

Nobel per la medicina a Viktor Ambros e Gary Ruvkun

Nobel per la medicina a Viktor Ambros e Gary RuvkunRoma, 7 ott. (askanews) – L’Accademia di Svezia ha accordato il premio Nobel per la medicina congiuntamente a Viktor Ambros e Gary Ruvkun, entrambi statunitensi. Si tratta di due biologi molecolari, noti per la scoperta dei microRna e per avere messo in luce la loro funzione di regolazione dei geni.


“L’Assemblea per il Nobel presso l’Istituto Karolinska ha oggi deciso di premiare con il Premio Nobel per la fisiologia e la medicina congiuntamente Viktor Ambrose e Gary per la scoperta del microRNA e il suo ruolo nella regolazione post-trascrizionale”, ha detto Thomals Perlmann, segretario generale dell’Assemblea per il Nobel. “Viktor Ambrose è nato ad Hanover, New Hampshire, nel 1953 e il lavoro che ha portato al premio di oggi è stato realizzato presso l’Università di Harvard, mentre attualmente è un professore di Scienza naturale presso la Scuola medica dell’Università del Massachusetts”, ha detto ancora Perlmann.


“Gary Ruvkun – ha proseguito il segretario generale – è nato a Berkeley, California negli Usa, nel 1952. Il lavoro che ha portato alla al suo premio Nobel è stato condotto presso l’Ospedale generale del Massachusetts e presso la Scuola medica di Harvard”.

Libri, “Gli occhi del Male”: il primo libro di Max Proietti

Libri, “Gli occhi del Male”: il primo libro di Max ProiettiRoma, 7 ott. (askanews) – Da Martedì 22 ottobre sarà disponibile in tutte le librerie “Gli occhi del Male” il primo libro di Max Proietti, giovane fenomeno del true crime da migliaia di followers sul web tra i più amati e seguiti in Italia e non solo dagli appassionati del genere. Il libro in uscita per Electa Young, già disponibile in preorder in tutti gli store digitali, ci guida con una semplicità disarmante nel mondo del Male con la M maiuscola, aiutandoci a capire perché è in grado di ammaliare così tanto le nostre società.


Laureato in Scienze e tecniche psicologiche grazie al suo background da psicologo, Max in “Gli occhi del Male” riesce ad accompagnare il pubblico e i lettori di qualsiasi età, in una visita alla galleria degli orrori. Per questo libro, ha scelto dieci personaggi emblematici da Jeffrey Dahmer a Donato Bilancia, dalle Bestie di Satana a Ed Kemper solo per citarne alcuni, nel tentativo di spiegare la natura e l’essenza del serial killer, esorcizzando la paura che di solito ci scatena un male tanto profondo e insondabile. Tra fatti, dettagli e interpretazioni personali, questo libro sarà il compagno perfetto per una lettura a lume di candela, che però rimarrà nella mente di ognuno di noi molto più a lungo di una semplice storia dell’orrore. Del resto la realtà può rivelarsi spesso più creepy del creepy. “Ammettiamolo, siamo tutti affascinati dal true crime – dichiara Max Proietti – ci chiediamo da sempre quale sia il motivo per cui il Male con la M maiuscola sia in grado di ammaliarci così tanto, non smettiamo di provare brividi pensando al fatto che – certo – “il mostro è tra noi”, ma allo stesso tempo il suo operato è frutto di disturbi psicologici e traumi sociali che invece dalla nostra possono sembrare tanto lontani. Fatto sta che serial killer – più o meno cruenti, più o meno scientifici -, raptus di follia omicida e violenze apparentemente prive di ragione ci fanno perdere la testa. Sono molto felice di uscire con questa mia prima opera – prosegue Proietti – per me è un piccolo sogno che finalmente si realizza, un’emozione unica e un regalo che voglio dedicare a chi mi ha sempre supportato. L’idea del libro è nata dalla curiosità verso il confine sottile tra normalità e follia. Volevo raccontare non solo le storie dei criminali, ma anche indagare le motivazioni, le paure e i momenti di rottura che li hanno portati a oltrepassare quel limite. Per me rappresenta un viaggio nelle ombre dell’animo umano, un tentativo di svelare cosa si nasconde dietro il male. I lettori possono aspettarsi dieci racconti che li spingeranno a guardare oltre l’orrore superficiale, fino a toccare le profondità di vite segnate da scelte estreme e irreversibili”


Grazie alla sua innata capacità di scavare nella psiche umana e attraverso affascinati analisi dettagliate su casi celebri e misteri irrisolti, Max è diventato celebre per gli esclusivi contenuti true crime che propone sui social, diventando in brevissimo tempo un punto di riferimento per gli appassionati del genere e non solo. Attraverso approfondite ricerche, un’attenzione scrupolosa ai dettagli e soprattutto un amore innato per la sua città, si diletta anche a portare alla luce le vicende e i personaggi che hanno plasmato l’antica Roma, offrendo al pubblico moderne interpretazioni e riflessioni sulla grandezza di una delle civiltà più influenti della storia. Max, creator del roster di 2WATCH, ha saputo trasformare la sua passione per la psicologia in un ponte accessibile e avvincente tra la ricerca accademica e il grande pubblico, offrendo spunti di riflessione e consigli pratici su tematiche legate alla mente umana, alle emozioni e al benessere psicologico. Anche in “Gli occhi del Male” esce la sua straordinaria capacità di tradurre concetti complessi in linguaggio semplice e coinvolgente, rendendo la psicologia accessibile a tutti, incoraggiando una maggiore consapevolezza e comprensione di sé stessi e degli altri.

Arte contemporanea, dal 26 a Palermo “Elf – Le mostre di Düsseldorf”

Arte contemporanea, dal 26 a Palermo “Elf – Le mostre di Düsseldorf”Roma, 5 ott. (askanews) – Il Verein Düsseldorf Palermo e.V. compie undici anni di attività, e li celebra con una grande mostra collettiva che riunisce undici artiste e artisti che hanno segnato le tracce del suo percorso, delineando anche le nuove direzioni del futuro, nell’ottica di promozione e sostegno dell’arte contemporanea in tutte le sue forme.


ELF- Le mostre di Düsseldorf, questo il titolo dell’esposizione che inaugura sabato 26 ottobre alle ore 18 negli spazi dell’Haus der Kunst dei Cantieri Culturali alla Zisa, ex Officine Ducrot, Palermo (e fino al 7 dicembre), presenta i lavori di Dimitri Agnello, Stefania Artusi, Giuseppe Borgia, Stefano Cumia, Francesco De Grandi, Daniele Franzella, Adriano La Licata, Gabriele Massaro, Francesca Polizzi, Francesco Romano e Giulia Sofi. 11 artiste e artisti di diverse generazioni e provenienti da diversi ambiti delle arti visive, in una miscela originale e sorprendente dei diversi linguaggi, accomunati dal rapporto con la scena artistica renana con cui si sono confrontati sin dal 2014, grazie ai programmi di scambi e residenza del Verein, in un legame continuo tra le due città di Palermo e Düsseldorf gemellate dal 2015.


Un rapporto che emerge dai lavori in mostra, nei quali si nota uno sperimentalismo di modalità tecniche ed estetiche derivanti dalle diverse esperienze artistiche, come per esempio nei trompe-l’œil di Francesco De Grandi nella mostra presso il Malkasten di Düsseldorf; nel viaggio ucronico nelle opere scultoree di Daniele Franzella in “Chronik der Stadt Ur” o nella ricerca tecnica sul materiale della lana nella mostra “Wir sind die Tiere” di Francesca Polizzi, o in quella sonora nella mostra” Das Gespräch mit denen, die fischen gehen” di Giulia Sofi, per citarne solo alcuni. Ma non solo. Perché sin dalla sua fondazione, il Verein è stato al centro di importanti processi creativi di produzione e scambio non soltanto tra enti privati ma anche con diverse istituzioni pubbliche e private tra le quali musei, fondazioni e istituzioni. Su questa scia alcuni degli artisti in mostra sono stati scelti da giurie esterne al Verein come nel caso di Stefania Artusi, Francesco Romano e Stefano Cumia, selezionati dal Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, Palazzo Belmonte Riso, con cui il progetto di residenza si è inaugurato, o di Daniele Franzella e Dimitri Agnello, selezionati a seguito del Premio FAM Giovani per le Arti Visive organizzato negli spazi delle ex Fabbriche Chiaramontane di Agrigento. Gli altri sei artisti, Francesco De Grandi, Francesca Polizzi, Adriano La Licata, Giulia Sofi, Gabriele Massaro e Giuseppe Borgia sono stati invece scelti da una giuria interna al Verein stesso.


Il leit motiv della collettiva, è ispirato al film del grande Fritz Lang, del 1931 “M., eine Stadt sucht einen Mörder”, (traduzione letterale M., una città cerca un assassino), tradotto in italiano con M. il mostro di Düsseldorf, destando per la prima volta in Italia l’attenzione verso la città renana come del capolavoro di Fritz Lang, ma anche, erroneamente, come teatro di abominevoli crimini. Come spiegano i curatori infatti nel 1931, a pochi anni dall’avvento del sonoro nel cinema, Fritz Lang, regista già noto per i capolavori come Dr. Mabuse, I Nibelunghi, der Spion, si cimenta con un film capace di condensare le esperienze visionarie del cinema espressionista, il documentarismo dei Kammerspiel e lo sperimentalismo sonoro. Si tratta di “M., eine Stadt sucht einen Mörder”, (traduzione letterale M., una città cerca un assassino). Il film è ambientato a Berlino, in cui le bande criminali si riuniscono alla ricerca di un assassino di bambine che la polizia non riesce a trovare. La M. è del titolo rivela un grafema, un segno visuale, che apre a diverse interpretazioni, il Mörder (assassino), ma anche il Monster o il maligne. In Italia (ma anche in Brasile e in Spagna) al film viene attribuito un titolo che non rispecchia l’originale, M. il mostro di Düsseldorf, utilizzando la notorietà di un serial killer degli anni’30 attivo negli anni di produzione del film nella città renana. Una sovrainterpretazione o un adattamento traduttivo che in Italia impone per la prima volta la città di Düsseldorf come teatro di abominevoli crimini ma anche, erroneamente, del capolavoro di Fritz Lang. Il titolo della mostra all’Haus der Kunst si basa sul film del 1931 per due aspetti in particolare, la capacità di riunire caratteri e motivi artistici diversi e l’esito di una dislocazione immaginaria e reale allo stesso tempo. “ELF, le mostre di Düsseldorf “è una mostra positionell, che presenta le differenti posizioni degli undici artisti che dal 2014 hanno svolto le residenze e, a conclusione di queste, esposto le proprie opere nella città Düsseldorf con il sostegno del Verein Düsseldorf Palermo e. V. e all’interno del programma di gemellaggio tra le città di Palermo e di Düsseldorf.


ELF – LE MOSTRE DI DÜSSELDORF è realizzata con il sostegno di Landeshauptstadt Düsseldorf e Kulturamt Düsseldorf e sarà aperta fino al 7 dicembre 2024 dal lunedì al sabato.

Il collettivo Gelitin-Gelatin protagonista quarta stagione di Forof

Il collettivo Gelitin-Gelatin protagonista quarta stagione di ForofRoma, 5 ott. (askanews) – Dal 2 ottobre 2024 al 30 giugno 2025, FOROF – realtà unica a Roma che combina archeologia e arte contemporanea fondata da Giovanna Caruso Fendi – presenta la quarta Stagione con un progetto site-specific dei Gelitin/Gelatin, il celebre collettivo austriaco di artisti composto da Wolfgang Gantner, Ali Janka, Florian Reither e Tobias Urban. Dopo l’installazione immersiva dei SOUNDWALK Collective della prima Stagione, l’esperienza spirituale di Alex Cecchetti della seconda e l’avventura baltica di Augustas Serapinas nella terza, dunque, un nuovo lavoro pensato per FOROF attiva un dialogo con uno spazio sospeso fra antico e contemporaneo, intriso di reminiscenze storiche, nel pieno rispetto della sua vocazione primaria. Nimbus Limbus Omnibus è il titolo del vasto progetto espositivo ideato dai Gelitin/Gelatin per FOROF e curato da Bartolomeo Pietromarchi. Il titolo racchiude l’essenza della mostra, strettamente legata alla storia e allo spirito del luogo, e sviluppata intorno al tema delle “libertà”, centrale nella poetica degli artisti. Il progetto richiama direttamente la “manumissio”, il rito di liberazione degli schiavi nell’antica Roma, che si svolgeva proprio nell’abside orientale della Basilica Ulpia (II sec. d.C.), i cui resti sono oggi visibili negli spazi sotterranei di FOROF. Come sottolinea Giovanna Caruso Fendi: la mostra dei Gelitin/Gelatin esalta lo spirito di questo luogo: liberare, attraverso l’arte e la cultura, lo sguardo di chi ha la curiosità di vedere, insegnando a guardare il mondo con occhi nuovi, più liberi e aperti alla condivisione. I Gelitin/Gelatin hanno concepito un’installazione suggestiva, come una sorta di rito o processione, ispirata dal titolo enigmatico, che sembra evocare un’antica formula magica o rituale, rievocando idealmente anche la frase pronunciata dal magistrato proprio durante la “manumissio”. La mostra offre dunque una riflessione sul tema della “liberazione”, intesa come passaggio da uno stato all’altro e, come evidenzia Pietromarchi: il titolo può essere interpretato come il momento in cui ciascuno di noi (omnibus) si trova in uno stato di transizione, un passaggio indefinito come una nube eterea (nimbus) o un confine (limbus), che nella visione degli artisti si riferisce al potere liberatorio della loro arte dalle convenzioni, dai pregiudizi e dai tabù, sia a livello individuale che collettivo. E ancora il curatore sulla mostra: dopo il primo ingresso dei Gelitin/Gelatin nell’ipogeo di FOROF è stato chiaro da subito che l’obiettivo fosse di instaurare, sì una relazione con il luogo, ma anche di affermare una forte presenza. Ne è nato un lavoro complesso e affascinante al tempo stesso. Gli artisti hanno creato una scultura performativa che coinvolge ?sicamente lo spettatore, che viene guidato attraverso una drammaturgia di crescente intensità e che culmina in questa visione in cui le opere si presentano come apparizioni, ma che assumono, per certi versi, anche un aspetto inquietante. L’esposizione è pensata come un’installazione unica, suddivisa in due nuclei, che trasforma l’ipogeo di FOROF. La prima parte consiste in una moltitudine di oggetti, sculture e accessori di scena creati dagli artisti nell’arco di 25 anni di attività, utilizzati nelle loro mostre e performance, e allestiti come un grande deposito o archivio della memoria, evocando le catacombe romane. Il visitatore sceso nel sottosuolo scopre un percorso popolato da decine e decine di sculture, realizzate con materiali riciclati, assemblaggi, collage, piccoli dipinti in plastilina, colonne di polistirolo, vecchi arredi smontati e riutilizzati, candelieri, specchiere, vasi in ceramica e sculture in gesso. Il risultato è un enorme accumulo che trasforma ogni singolo oggetto in parte di un’opera più articolata e che introduce allo spazio archeologico vero e proprio, dove, in dialogo con i resti della pavimentazione della Basilica Ulpia, sono esposte alcune sculture realizzate nel 2019 e presentate per la prima volta in Italia. Si tratta di una serie di grandi busti che, invece di mostrare i volti, presentano due nuche identiche che si riflettono l’una nell’altra. Questo intenso richiamo alla scultura classica romana sovverte il concetto tradizionale di ritratto, offrendo una visione potentemente psicologica che approfondisce ulteriormente i temi del positivo/negativo, interno/esterno, originale/copia, catturando l’essenza di una continua trasformazione, in un “nimbus limbus omnibus”. A coronamento del progetto espositivo, in occasione dell’inaugurazione, i Gelitin/Gelatin hanno ideato una cerimonia di benvenuto: una festa durante la quale saranno offerti dolci preparati dagli artisti in collaborazione con Rimessa Roscioli, serviti su una tavolata lunga circa 10 metri, situata al piano strada di FOROF. In occasione di Nimbus Limbus Omnibus sarà pubblicato un catalogo monografico dedicato ai GELITIN/GELATIN edito da Magonza. Il volume, stampato in doppia lingua, in italiano e inglese, include materiali inediti e offre una documentazione completa della mostra con immagini dell’installazione e della performance inaugurale. I temi espositivi sono esplorati in profondità attraverso un’ampia conversazione tra Bartolomeo Pietromarchi e il collettivo artistico, mentre l’aspetto scultoreo dei busti è analizzato in un testo critico a cura di Christian Meyer. Come per le Stagioni precedenti anche Nimbus Limbus Omnibus sarà accompagnata da un Public Program di Episodi curati da Bartolomeo Pietromarchi e firmati da alcuni dei nomi più interessanti e prestigiosi della scena artistico-performativa nazionale e internazionale. Gli Episodi di FOROF – esperienze culturali e artistiche a carattere relazionale, partecipativo e multidisciplinare – sono pensati come momenti di attivazione dal vivo della mostra che richiamano e approfondiscono la tematica affrontata dal site-specific attraverso eventi di performance, reading, talk, interventi musicali e molto altro.