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Esce il libro di Caiazza sull’emigrazione italiana in California

Esce il libro di Caiazza sull’emigrazione italiana in CaliforniaRoma, 14 mar. (askanews) – Tra Otto e Novecento, migliaia di italiani emigrarono in California. Qui, dove i bersagli del razzismo antistranieri erano gli asiatici – cinesi, giapponesi, indiani -, gli italiani non dovettero aspettare per diventare «bianchi». Mentre altrove negli Stati Uniti la loro «bianchezza» veniva contestata, la partecipazione alla difesa della cosiddetta «frontiera dell’uomo bianco» garantì loro l’accesso immediato ai privilegi razziali sia materiali che simbolici propri della popolazione di origine europea in America. La disamina storica del caso degli italiani che si spinsero sul Pacifico mette a fuoco il paradigma – l’esclusione dell’«altro» ai fini della propria assimilazione – che permise alle masse emigrate dal Vecchio Continente di integrarsi negli Stati Uniti, riproducendone il sistema sociale basato sul razzismo.


Tommaso Caiazza (1985) insegna storia e filosofia in un liceo statale di Roma. Dopo la laurea in Storia contemporanea all’Università La Sapienza, ha conseguito il dottorato in Storia sociale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Durante il dottorato, ha trascorso un periodo come visiting student researcher all’Università della California, Berkeley, dove ha condotto la ricerca alla base del presente libro. Suoi articoli e interventi sono apparsi su riviste come «Altreitalie», «Dimensioni e problemi della ricerca storica», «Italian American Review», «Italia contemporanea», «Studi emigrazione», «California Italian Studies», «Memoria e ricerca».

Fondazione Beyeler, i sogni surrealisti illuminati da Max Ernst

Fondazione Beyeler, i sogni surrealisti illuminati da Max ErnstBasilea, 14 mar. (askanews) – Al centro di tutto ci sono le sale dedicate a Max Ernst, con una serie importantissima di dipinti e tutta la sensazione di un mistero che è prossimo e insondabile allo stesso tempo. Opere che, dentro di noi, abbiamo già visto, anche se le stiamo guardando per la prima volta. La Fondation Beyeler di Basilea è uno dei grandi musei d’Europa, sia per la splendida architettura di Renzo Piano sia per la capacità di affrontare ogni tema con progetti espositivi che sono ricchi e colti. Non fa eccezione la mostra “La chiave dei sogni”, che per la prima volta presenta al pubblico le opere surrealiste della Collection Hersaint. Una raccolta che comprende, oltre a Ernst, anche dei Magritte decisivi, Picasso, ma ancora di più dei Dorothea Tanning e pure Henri Rosseau e Wilfredo Lam. Il tutto nella luce, comunque sorprendente, anche nei giorni grigi, del museo svizzero.


La mostra punta, ovviamente, sul tema onirico così caro ai surrealisti, ma con naturalezza si spinge oltre, si muove come si muove una collezione, ossia seguendo percorsi che sono culturali, ma anche personali e, per così dire, segreti. Per poi esplodere in tutta la sua chiarezza narrativa nelle sale finali che ospitano una serie di stupefacenti Giacometti, sculture che, realmente, attraversano lo spazio come in una visione, quella sì, che potrebbe essere nata da un sogno. E accanto a queste sculture una serie di dipinti di Balthus, che nel suo mistero ambiguo diventano un’altra forma del modo in cui l’arte ci permette di essere e non essere in uno spazio che potremmo anche chiamare semplicemente il mondo. Reale o sognato non fa differenza alla fine.

Tracey Emin a Palazzo Strozzi, l’arte come racconto della vita

Tracey Emin a Palazzo Strozzi, l’arte come racconto della vitaFirenze, 14 mar. (askanews) – Tracey Emin è un’artista che ha fatto del racconto senza filtri della propria vita una cifra stilistica, una vera e propria pratica, in qualche modo. Questa narrazione esplicita e non indulgente l’ha resa una star nel sistema dell’arte, ma non per questo sembra averne fatto un personaggio omologato. Palazzo Strozzi a Firenze le dedica ora la prima grande mostra in un’istituzione italiana, che non è una retrospettiva ci tiene a precisare il direttore del museo Arturo Galansino, ma che comunque ruota, fin dal titolo, intorno a due dei grandi temi della sua ricerca: “Sex and solitude”, il sesso e la solitudine.


“Quando ero più giovane – ha spiegato Emin – il sesso era veramente importante: mi svegliava la mattina, mi faceva pensare, mi scatenava e innescava la mia vita. Ma ora che sono più vecchia è la solitudine, la solitudine mentale che diventa lo spazio per la creazione, a essere diventata una delle cose più importanti per me”. In mostra grandi dipinti e sculture che hanno dentro tutta l’intensità del corpo, dei suoi fluidi, della sua primordialità. Ma hanno anche uno sguardo artistico che allontana il morboso, che espone questi corpi, spesso frammentari e isolati, a un occhio che li vede in tutti i loro aspetti, comprese le profonde fragilità. Accanto ai corpi, poi, e qui la mostra si fa ancora più interessante, ci sono le parole, i testi che compaiono nei quadri e nelle installazioni al neon. Messaggi che sono spesso forti, a volte disperatamente intimi e commoventi, come nel caso della piccola tela che trasforma la parola “hurt” ossia fare del male in “heart”, cuore. E il messaggio che Tracey Emin vuole lanciare da Firenze è anche un messaggio più universale, che guarda al mestiere e al ruolo degli artisti nel nostro complesso presente.


“L’arte – ha aggiunto – non è mai stata importante come oggi: quando gli uomini delle caverne disegnavano nelle loro grotte smettevano di uccidersi l’un l’altro. Se capiamo che come esseri umani possiamo creare qualcosa di bellissimo, che ha elementi spirituali, che ci parla di amore e ci parla del nostro essere fisico ed emotivo, allora probabilmente potremmo smettere di attaccarci e combatterci. È semplice”. Il racconto che Tracey Emin fa di se stessa è molto diretto, la sua vita è la sua arte. Ma è chiaro che la forza dei suoi lavori, che negli spazi non facili di Palazzo Strozzi risuona con intensità, soprattutto nelle sale più raccolte, deriva anche dal fatto che sono comunque opere d’arte e non sono solo “vita”. Qui c’è l’importanza di Emin, la sua rilevanza: nella capacità di essere realmente “vera” e al tempo stesso un’artista di valore, che conosce i propri strumenti e li usa per creare lavori difficili da dimenticare.

Dal 9 maggio al 6 luglio 4 grandi spettacoli al Teatro Greco di Siracusa

Dal 9 maggio al 6 luglio 4 grandi spettacoli al Teatro Greco di SiracusaRoma, 13 mar. (askanews) – Il ritorno di Robert Carsen, i debutti di Roberto Andò e Serena Sinigaglia e la nuova creazione originale di Giuliano Peparini. Prodotta dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, la 60a Stagione delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa offrirà al pubblico quattro grandi spettacoli affidati a registi di fama, il debutto al Teatro Greco di Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni e Fotinì Peluso, e il ritorno di Lella Costa e Giuseppe Sartori. E la nuova stagione dell’INDA conferma, stando al botteghino, la crescita nel numero di spettatori registrata nell’ultimo biennio con un totale di 340 mila spettatori.


Ad aprire la conferenza stampa è stato il ministro della Cultura Alessandro Giuli che ha annunciato la nomina del nuovo sovrintendente della Fondazione INDA. Si tratta di Daniele Pitteri, manager culturale con un’esperienza di oltre 40 anni nella gestione di enti e fondazioni culturali. Alta qualità nelle regie, artisti di grande richiamo, e una rinnovata attenzione al pubblico internazionale, grazie alla traduzione in inglese, francese e spagnolo, assicurata in simultanea dall’Intelligenza artificiale, sono gli ingredienti della stagione che andrà inscena dal 9 maggio al 6 luglio con due tragedie di Sofocle, Elettra, diretta da Roberto Andò, nella traduzione di Giorgio Ieranò; Edipo a Colono, per la regia di Robert Carsen nella traduzione di Francesco Morosi; una commedia di Aristofane, la Lisistrata diretta da Serena Sinigaglia nella traduzione di Nicola Cadoni, e infine, uno spettacolo moderno di danza musica e poesia, con la nuova creazione originale di Giuliano Peparini tratta dall’Iliade da Omero, con testi scelti e tradotti da Francesco Morosi.


Ad inaugurare la stagione il 9 maggio sarà Roberto Andò, che dopo aver diretto nel 2018 Andrea Camilleri in Conversazione su Tiresia, esordisce nella regia di un classico al Teatro Greco, mettendo in scena l’Elettra di Sofocle, con musiche di Giovanni Sollima, scena e luci di Gianni Carluccio, costumi di Daniela Cernigliaro, i movimenti di Luna Cenere; Carlo Gargano sarà l’ingegnere del suono, Marco Amico e Giovanni Caruso i musicisti. Elettra sarà interpretata da Sonia Bergamasco, Clitennestra da Anna Bonaiuto, Oreste da Roberto Latini, mentre Imma Villa, Giada Lorusso e Paola De Crescenzo saranno le corifee, Danilo Nigrelli il pedagogo, Silvia Ajelli Crisotemi, Roberto Trifirò Egisto, Rosario Tedesco Pilade e Simonetta Cartia il Capo coro. Coproduzione con il Teatro di Napoli, lo spettacolo resterà in scena a Siracusa fino al 6 giugno, per poi andare in tournée a Pompei il 10, 11 e 12 luglio. ‘L’Elettra di Sofocle è un’opera audace, e sperimenta una nuova drammaturgia del tragico – dice Roberto Andò -. Se è vero che in ogni tragedia alberga un conflitto che prima o poi deve risolversi, nell’Elettra il problema è delegato interamente alla protagonista, al punto che si potrebbe dire che lei stessa è il problema. Come una moderna figura della depressione, Elettra non fa altro che esibire le proprie emozioni, rendendo irrilevante la questione della ragione o del torto del suo comportamento e di quello di Oreste’. Dopo il grande successo del suo Edipo Re, messo in scena nel 2022, Robert Carsen torna al Teatro Greco per dirigere dal 10 maggio al 28 giugno Edipo a Colono, nella traduzione di Francesco Morosi, con le scene di Radu Boruzescu, i costumi di Luis Carvalho, le musiche di Cosmin Nicolae, i movimenti di Marco Berriel, le luci dello stesso Carsen e Giuseppe Di Iorio. Giuseppe Sartori torna a interpretare Edipo, mentre esordisce al Teatro Greco nel ruolo di Antigone la giovane e talentuosa Fotinì Peluso, Massimo Nicolini sarà Teseo, Paolo Mazzarelli Creonte, Simone Severini Polinice, Clara Bortolotti Ismene, Pasquale Montemurro il Messaggero, Rosario Tedesco ed Elena Polic Greco i Capi coro. ‘Si tratta di un’opera poetica, elegiaca, non guidata dalla paura o dall’ansia – spiega Carsen -. Edipo ha elaborato il dramma terribile che ha vissuto ed è pronto a lasciar andare, ad andare avanti. In questo senso c’è qualcosa di molto sacro nell’opera di Sofocle; è come se assistessimo alla metamorfosi di un uomo che si sta liberando dagli obblighi politici e sociali, dalle necessità e dalle ambizioni, per diventare un tutt’uno con la natura e ciò che lo circonda’.


Il 13 giugno debutta al Teatro Greco di Siracusa Serena Sinigaglia nella Lisistrata di Aristofane, in scena fino al 27 giugno con la nuova traduzione di Nicola Cadoni, musiche di Filippo Del Corno, scena di Maria Spazzi, costumi di Gianluca Sbicca, coreografie di Alessio Maria Romano, luci di Alessandro Verazzi, e arrangiamenti di Francesca Della Monica. Nel ruolo del titolo, Lella Costa che torna a Siracusa dopo aver portato in scena La vedova Socrate, il testo dell’indimenticabile Franca Valeri nell’edizione speciale Per Voci Sole del 2020. Marta Pizzigallo sarà Calonice; Cristina Parku Mirrina; Simone Pietro Causa Lampitò; Salvatore Alfano Cinesia; Aldo Ottobrino il Commissario; Marco Brinzi Dracete; Francesco Migliaccio Filurgo; Pilar Perez Aspa Stratillide; Giorgia Senesi Nicodice; Irene Serini Rodippe; Didi Bogin una donna Beota; Beatrice Verzotti una donna Corinzia; Alessandro Lussiana l’Ambasciatore spartano; Stefano Carenza l’Ambasciatore ateniese. ‘Lisistrata – dice Serena Sinigaglia – si regge su un presupposto terribilmente serio e grave, qualcosa che affligge da sempre l’umanità e che pare essere da sempre inarrestabile: la guerra. Lisistrata stessa sembra scritta come un’eroina della tragedia. Altro che commedia!’. Lo spettacolo andrà in tournée a Pompei, il 19, 20 e 21 luglio e al Teatro Romano di Verona, l’11 e il 12 settembre. A chiudere la 60. Stagione, dal 4 al 6 luglio, in anteprima mondiale, sarà la nuova creazione originale di Giuliano Peparini, L’Iliade, su testi scelti e tradotti da Francesco Morosi. Coprodotto con il Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, dopo il successo dell’Ulisse, l’Ultima Odissea prodotta nel 2023, questo nuovo spettacolo di musica, danza e poesia, vedrà il debutto al Teatro Greco di Siracusa nel ruolo dell’Aedo, di un grande attore italiano protagonista al teatro, al cinema e nelle serie tv, Vinicio Marchioni; Giuseppe Sartori sarà Achille mentre Giulia Fiume interpreterà Andromaca. Le musiche saranno del maestro Beppe Vessicchio. ‘L’Iliade è il testo più antico della cultura europea, ma è anche il più contemporaneo – dice Giuliano Peparini -. Non solo per il soggetto – la guerra -, ma soprattutto per la sua straordinaria potenza creativa: la lingua, la costruzione poetica, la struttura dell’azione, la caratterizzazione dei personaggi, la visione del mondo dell’Iliade la rendono tuttora un’opera di avanguardia, capace di comunicare in modo diretto ed emozionante con la nostra contemporaneità. Per questi motivi, mettere in scena l’Iliade oggi è non solo possibile, ma necessario’. Lo spettacolo coinvolgerà oltre 80 artisti tra i quali anche gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico e della Peparini Academy.


Il manifesto della 60. Stagione al Teatro Greco di Siracusa, frutto della collaborazione con il MAXXI, rappresenta un’opera inedita di Giulio Paolini, artista, pittore e scultore fra i più importanti nel panorama contemporaneo. Dall’11 maggio al 3 giugno a Palazzolo Acreide, si terrà la XXIX edizione del Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, con la partecipazione di circa 2000 studenti di 85 istituti nazionali e internazionali, impegnati nella riduzione e nell’allestimento dei classici del teatro greco e romano nell’antico teatrino di Akrai. Inoltre, grazie al progetto finanziato con il PNRR per l’abbattimento delle barriere architettoniche, fisiche e cognitive, la 60. Stagione teatrale dell’INDA sarà più inclusiva che mai; gli interventi di rimozione delle barriere architettoniche e la realizzazione di nuove scale di accesso alla cavea, hanno reso il Teatro Greco più accessibile, non solo per gli spettacoli, ma anche per le visite al monumento. Il pubblico straniero potrà seguire in diretta gli spettacoli nella traduzione simultanea in inglese, francese e spagnolo; mentre la collaborazione con la Struttura didattica speciale di Ragusa dell’Università di Catania, offrirà le traduzioni dei testi dei tre spettacoli in ebraico, a cura di Jonathan Fine e Giuseppina Marigo e in arabo, a cura di Layth Sameer Adbulwahab Alassaf, pubblicate in volume dall’INDA. Nel progetto del PNRR rientra anche un’altra importante novità che guarda all’inclusione, perché attraverso l’utilizzo di visori, chi ne avrà bisogno, potrà seguire gli spettacoli nella Lingua dei segni italiana. La 60. Stagione al Teatro Greco di Siracusa ha il sostegno di Eni Spa, di Banca Agricola Popolare di Sicilia Banca Partner, di Enel e della Fondazione Angelini. Si ringraziano Urban Vision, Aeroporti di Roma e le tante aziende e i privati cittadini che anche quest’anno, in veste di mecenati e donatori, hanno voluto sostenere le attività dell’INDA.

Libri, esce “E tu quanto guadagni?” di Francesco e Francesca Cardone

Libri, esce “E tu quanto guadagni?” di Francesco e Francesca CardoneRoma, 13 mar. (askanews) – E tu quanto guadagni? Questa la domanda che dà il titolo al libro scritto a quattro mani da Francesco e Francesca Cardone ed edito da Mondadori: “Pochi sanno – spiegano gli autori – che il capo di un’azienda, con un fatturato di oltre un milione di euro l’anno, spesso percepisce meno di un operaio specializzato, nonostante lavori il doppio delle ore e abbia una responsabilità gestionale ben più ampia. Un paradosso tutto italiano che conferma come un alto fatturato aziendale, non comporti automaticamente compensi alti anche per il proprietario della stessa azienda. E così, all’interrogativo posto dal titolo del libro, la maggior parte degli imprenditori non sa rispondere pur conoscendo perfettamente il fatturato della sua impresa”.


Secondo recenti stime, un imprenditore che gestisce una PMI, percepisce poco più di 48mila euro l’anno: “Si tratta ovviamente – sottolinea Francesco Cardone – di una media che, come tale, prevede anche picchi importanti. Ma il problema resta e riguarda tante persone che, pur impegnate quotidianamente nella loro attività, non sanno indicare a quanto ammonti il proprio conto corrente personale. Il libro, che vanta le prefazioni di Roberto Re e Sergio Luciano, vuole sciogliere il nodo e aiutare a prendere le giuste decisioni per attuare strategie vincenti, a capire in che cosa consista la corretta educazione finanziaria, imprenditoriale ed economica, a scoprire quali siano i sistemi utili ad aumentare la redditività e, di conseguenza, il proprio compenso mensile e annuale”. La pubblicazione nasce dall’esperienza maturata dai Cardone, specializzati con la loro “Imprefocus” nella crescita della redditività aziendale e nella tutela del patrimonio: “Durante le nostre consulenze in giro per l’Italia – affermano – ci capita spesso di parlare con imprenditori che hanno aziende con una buona redditività, eppure non remunerano il loro lavoro come soci. Ovvero si limitano a percepire il compenso da amministratori (solitamente sono società a responsabilità limitata). In questo modo diventano però semplici dipendenti della propria azienda. Noi siamo uomini dei numeri: il fatturato è più che altro vanità, quello di cui invece vogliamo sentir parlare è l’Ebitda, ovvero l’utile della gestione caratteristica di un’impresa”.


Eppure, spesso, tale indicatore l’imprenditore non lo conosce bene. Ed è strano, almeno in teoria, perché è proprio quel parametro che determina la salute di un’azienda e la sua effettiva redditività, cioè l’utile dell’impresa al netto di interessi, oneri, finanziamenti, ammortamenti e accantonamenti. “Ma questo non è sufficiente”, ricordano gli autori. Un altro aspetto fondamentale evidenziato nel libro è rappresentato dalla tutela del patrimonio. L’imprenditore e l’azienda non sono un tutt’uno: l’azienda è piuttosto uno strumento per accrescere il patrimonio della tua famiglia e tutelarlo, costituendo una vera e propria holding di famiglia. “Se si costituisce una holding come cassaforte di famiglia, nel momento in cui distribuisci il dividendo, questo non viene assoggettato al 26% di capital gain, ma si può invece utilizzare la PEX che è pari all’1,20%. Il meccanismo della PEX, infatti, permette di tassare solo il 5% di tutto l’imponibile e l’IRES, dal 24%, diventerà l’1,20% (cioè, il 5% del 24%). Si ha quindi la possibilità – dice Francesco Cardone – di risparmiare sulle imposte e con questo guadagno, confluito nella cassaforte, si potranno effettuare operazioni mobiliari – acquisto di azioni e obbligazioni – o operazioni immobiliari come per esempio il flipping: comprare un immobile, ristrutturarlo e rivenderlo a un prezzo molto più alto”.


La holding familiare permette insomma di creare una cassaforte non solo per tutelare il patrimonio, ma per accrescerlo nel corso degli anni. Un’altra delle possibilità che, nel libro, i Cardone consigliano agli imprenditori, sempre in fatto di tutela del patrimonio, è quella di istituire delle polizze Key Man. “Queste polizze -concludono – servono per assicurare l’uomo chiave dell’azienda in caso di morte, di inabilità permanente da infortuni e malattie. Vengono sottoscritte e pagate dall’azienda e, facendo i debiti scongiuri, l’accantonamento annuale di questi importi permette di accrescere ancora una volta il patrimonio di famiglia, una sorta di TFR da imprenditore”.Tre consigli ma, nel libro, i Cardone danno vita a un vero e proprio vademecum ricco di consigli e strategie. “L’Italia è un Paese di imprenditori ma per quanto abbiano capacità visionarie e grande dedizione al lavoro, spesso non hanno un’adeguata cultura finanziaria e societaria”.

High School Game lancia contest su sport e sana alimentazione

High School Game lancia contest su sport e sana alimentazioneRoma, 13 mar. (askanews) – Domani, venerdì 14 marzo alle ore 16:00, nuovo appuntamento con High School Game, il Concorso Didattico Nazionale gratuito ideato e promosso da Planet Multimedia e dedicato agli studenti delle scuole superiori italiane. Focus del prossimo contest interattivo, trasmesso in diretta sull’App Wicontest, sarà “Sport e Sana Alimentazione”.


Un’occasione di confronto, attraverso quiz interattivi, approfondimenti scientifici e testimonianze di esperti, su un tema fondamentale per il benessere fisico e mentale dei ragazzi: l’educazione alla salute, infatti, è una delle sfide più importanti del nostro tempo e sensibilizzare i giovani su questo tema può aiutarli a costruire abitudini sane e durature. Nel corso del Live Quiz Show, atleti, esperti di nutrizione e professionisti del benessere racconteranno agli studenti come uno stile di vita sano possa fare la differenza. Tra gli ospiti presenti in diretta, alcuni testimonial di Sport & Smile: Gioia Masia, ex calciatrice della Nazionale Italiana, parlerà dell’importanza dello sport come strumento di crescita personale e di inclusione sociale; Jordan Valdinocci, campione di kickboxing, porterà la sua esperienza nel mondo degli sport da combattimento e il ruolo della disciplina nella formazione dei giovani; Sara Dini, nutrizionista, fornirà consigli pratici per un’alimentazione equilibrata che migliori salute e performance cognitive; Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, interverrà sul legame tra alimentazione, sport e benessere mentale nella corretta gestione dello stress e della motivazione. A loro si uniranno anche Cinzia Pollio, Senior Project Manager di Cittadinanza Attiva, Lorenzo Donzelli, responsabile comunicazione di OPES e Valeria Crea, nutrizionista della Onlus FAREXBENE.


Grazie alla media partnership con Rai Cinema Channel, che renderà disponibili alcuni cortometraggi dedicati ai temi sensibili del concorso, gli studenti potranno prepararsi al meglio per cimentarsi nelle sfide interattive previste dal Concorso, partito lo scorso 3 febbraio, e che si dividono in “Battle Quiz”, ovvero uno contro uno, nelle quali ogni studente potrà sfidare sia i compagni di classe che di scuola o altri studenti di tutta Italia scegliendo il proprio avversario o affidandosi al caso; “Global Quiz”, ovvero uno contro tutti, nei quali ogni studente risponderà ad un quiz su un determinato contenuto dopo aver visto un video formativo realizzato da un esperto della tematica settimanale e si confronterà con i risultati di tutti gli altri studenti d’Italia che mano a mano risponderanno. Entrambe le sfide possono essere effettuate in qualsiasi momento della settimana. Le classi con il miglior punteggio di ogni provincia potranno accedere alla Finale Nazionale Live, che si terrà a Civitavecchia il 18 e 19 maggio 2025, a bordo della nave ammiraglia di Grimaldi Lines. Centinaia di studenti da tutta Italia, accompagnati dai propri docenti, si contenderanno il podio e il premio in palio: un viaggio di 3 giorni a Barcellona a bordo della nave Cruise Grimaldi Lines, per tutta la classe e il docente accompagnatore.


Tra i principali partner dell’edizione 2025: Grimaldi Lines (Main Partner), Università Vanvitelli, LUMSA e LABA di Firenze (Educational Partner), Sport e Salute, Ministero della cultura, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Fondazione Univerde (Enti Patrocinanti). Collaborano inoltre come Content & Topic Partner: Polizia Stradale di Milano, Plastic Free, FARE X BENE Onlus, Sport & Smile, Cittadinanza Attiva, Associazione Familiari e Vittime della Strada, Centro Nazionale Contro il Bullismo BULLI STOP, Opes, ITS Academy Angelo Rizzoli.

Al Museo dell’Ebraismo di Ferrara in mostra un raro rotolo di Ester

Al Museo dell’Ebraismo di Ferrara in mostra un raro rotolo di EsterMilano, 13 mar. (askanews) – Una nuova mostra che si apre questa settimana al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis) di Ferrara è incentrata sulla festa ebraica del Purim e sulla sua eroina, la regina Ester. “Beatiful Ester. Purim, una storia senza tempo”, esplora la figura biblica della regina Ester attraverso l’arte rinascimentale, preziose pergamene, manufatti storici e installazioni interattive. La mostra è composta da quattro temi che si intrecciano tra loro e che si sviluppano attraverso opere d’arte rinascimentali, preziose pergamene e manufatti storici che raccontano la storia di Ester: una giovane donna che cambia il destino del suo popolo sventando il piano del consigliere del re, il malvagio Haman.


L’eccezionale selezione di megillot miniate – rotoli del Libro di Ester – comprende un rarissimo rotolo di pergamena del XVII secolo realizzato a Ferrara da Moshe Ben Avraham Pescarol, prestato dalla Biblioteca Nazionale di Israele – il che significa che il rotolo tornerà temporaneamente nel luogo in cui è stato creato. Il Libro di Ester è unico nella Bibbia ebraica in quanto non menziona Dio e quindi permette di illustrare i rotoli senza violare la legge ebraica. Il dottor Chaim Neria, curatore della Haim and Hanna Solomon Judaica Collection presso la Biblioteca Nazionale di Israele, spiega: “La megillah fu scritta e miniata nel 1616 da Pescarol per un uomo di nome Mordechai Ben Eliyahu Halevi, che viveva nella città di Brescello, vicino a Ferrara. Questa informazione è scritta sulla megillah stessa. Questa megillah miniata è una delle più speciali della collezione della Biblioteca e una delle prime. Per quanto se ne sa, è la prima nel mondo ebraico in cui le illustrazioni sono anche parte della narrazione, il che significa che le illustrazioni – che sono contemporanee all’arte italiana dell’epoca – non sono solo una decorazione ma cercano anche di raccontare la storia”.


Oren Weinberg, Direttore Generale della Biblioteca Nazionale d’Israele, evidenzia: “La Biblioteca Nazionale d’Israele (Nli) è lieta di collaborare con il Meis per la mostra Beautiful Esther, Purim, A Timeless Story, che consentirà al pubblico italiano di vedere questa importante megillah esposta nel suo luogo d’origine, testimoniando la ricchezza del patrimonio librario ebraico italiano e fornendo un bellissimo racconto della storia di Ester. Consideriamo le partnership istituzionali, come quella tra il Meis e la Nli, parte integrante della missione della Biblioteca di raggiungere un pubblico internazionale e di condividere le nostre collezioni e la nostra esperienza con il mondo ebraico e non solo”. “Beautiful Esther. Purim, una storia senza tempo”, è in programma dal 12 marzo al 15 giugno 2025 presso il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, Italia.

Non riuscire a staccare gli occhi: Paul Pfeiffer alla David Wallace

Non riuscire a staccare gli occhi: Paul Pfeiffer alla David WallaceBilbao, 13 mar. (askanews) – Una sala enorme, apparentemente vuota, a parte un piccolissimo schermo, e intorno, fortissimi, gli effetti sonori di uno stadio e del suo pubblico. In pochi istanti ci si rende conto che c’è un cortocircuito percettivo e si prova una strana sensazione di non sapere esattamente dove e dentro cosa ci si trova. In realtà siamo dentro il museo Guggenheim di Bilbao, che ospita una mostra di Paul Pfeiffer, artista americano che da decenni lavora sulle immagini e la loro manipolazione, andando a indagare i meccanismi di costruzione delle stesse e il modo in cui noi, il pubblico, le fruiamo. Nella grande sala bianca sentiamo un evento sportivo senza vederlo, così come vediamo lo spazio museale senza sentirlo, tutto è incerto e già da questo si percepisce che l’opera, intitolata “The Saints” e che ha altri molti elementi e livelli narrativi, sta funzionando.


Ma l’esperienza più forte e magnetica si prova entrando nella sala del Guggenheim dedicata ai film, dove è proiettato il video di Pfeiffer “Red Green Blue”, dedicato alla vita dello stadio durante una partita di football universitario. L’opera si concentra in particolare sulla banda e sulla generazione dei suoni che accompagnano il rito sportivo, ma l’occhio dell’artista è totale, così come il suo montaggio. Per questo la sensazione, fortissima è quella di trovarsi di fronte al corrispettivo visuale dei testi sullo sport, e quindi sulla società e quindi sul potere, di uno scrittore come David Foster Wallace. Sono immagini piene di intelligenza e di consapevolezza, come le frasi dell’autore, ma sono anche frammenti impazziti del sistema dello spettacolo globale, proprio nel senso di Debord, che compongono un’analisi colta, ma non giudicante, dei fenomeni mainstream e di cultura popolare. Con il risultato di non riuscire a staccare gli occhi dallo schermo, che ci offre un’esperienza che, parafrasando ancora Wallace, potremmo definire “una cosa divertente che vorrei continuare a fare”.

Daniele Novara presenta a Roma “Mollami! Educare i figli adolescenti”

Daniele Novara presenta a Roma “Mollami! Educare i figli adolescenti”Roma, 12 mar. (askanews) – L’autorevole pedagogista piacentino Daniele Novara sarà a Roma lunedì 17 marzo per presentare il suo nuovo libro “Mollami! Educare i figli adolescenti e trovare la giusta distanza per farli crescere” (edizione BUR Rizzoli).


Appuntamento alle 20.45 alla Città dell’Altra Economia (Cae) a Testaccio. A intervistarlo Gianna Fregonara, responsabile Scuola e Università del Corriere della Sera; introduce l’incontro Massimo Guidotti, direttore della scuola interculturale Celio Azzurro. “Durante l’adolescenza i figli hanno bisogno di voi come genitori, in un momento in cui devono attraversare il passaggio fra l’infanzia e l’età adulta. Vi farò conoscere una nuova collocazione del vostro ruolo genitoriale, così ragazzi e ragazze ritroveranno un affidamento per la propria vita, per le sfide enormi e affascinanti che si trovano ad affrontare”, ha promesso Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti (CPP) e già autore di bestseller come “Litigare fa bene”.

Mostre, The Prism al Bassam Freiha Art Foundation di Abu Dhabi

Mostre, The Prism al Bassam Freiha Art Foundation di Abu DhabiRoma, 12 mar. (askanews) – The Prism, progetto artistico creato da Stefano Simontacchi, inaugura negli Emirati Arabi Uniti presso la Bassam Freiha Art Foundation di Abu Dhabi una grande mostra che si sviluppa in due differenti percorsi espositivi: Project Oneness e Trust, Gratitude and Love Journey. Realizzata con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia ad Abu Dhabi e di Rimond, la mostra, curata da Marco Senaldi in collaborazione con il team curatoriale della Bassam Freiha Art Foundation, sarà aperta al pubblico fino al 31 agosto 2025 offrendo un’esperienza immersiva che, attraverso i portali emozionali dell’artista, mette in dialogo arte, filosofia e spiritualità.


Project Oneness, il primo dei due percorsi, esplora il tema della dualità verso una profonda comprensione dell’unità universale, in un itinerario di tre stanze interconnesse, ciascuna con un significato specifico. “Rappresenta un invito ad andare oltre quel velo che, a causa della razionalità, poniamo fra i nostri occhi e la realtà che esso nasconde, con l’obiettivo di comprendere che siamo un tutt’uno con l’universo – ha detto Stefano Simontacchi – questo velo è simbolicamente rappresentato dalla linea rossa presente in alcune opere: una creazione della nostra mente che divide la realtà in categorie come buono/cattivo, giusto/sbagliato, ecc. Se si ha la forza di andare oltre il velo, tali divisioni scompaiono e si scopre una nuova, piena consapevolezza”. Ispirato alla teoria hegeliana dell’Assoluto, il percorso invita il visitatore a concepire l’unità come risultato dinamico per guidarlo verso la consapevolezza di essere UNO—un’unità con l’universo.


Il secondo percorso, Trust, Gratitude and Love Journey, ospitato nella Annex Gallery, conduce i visitatori in un viaggio spirituale attraverso sette opere dedicate a tre principi fondamentali: Fiducia, Gratitudine e Amore. Ogni opera rappresenta una tappa verso una connessione profonda con se stessi, con la Terra e con l’universo. L’esposizione è inoltre accompagnata da uno specifico “public program”, incentrato sul benessere, l’autoriflessione e la consapevolezza. Le iniziative – che propongono inedite modalità di interagire con l’arte ed includono attività come la guarigione sonora, meditazioni guidate, lezioni di yoga, conferenze di artisti e workshop interattivi – sono ideate per valorizzare la natura immersiva di The Prism ed incoraggiare l’introspezione e la connessione con se stessi.