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Il tatuatore Marco Manzo espone all’Art Basel Miami Beach 2024

Il tatuatore Marco Manzo espone all’Art Basel Miami Beach 2024Roma, 18 nov. (askanews) – Marco Manzo, tatuatore e artista, sarà presente alla prossima edizione di Art Basel Miami Beach, la più importante fiera di tutto il continente. La sua installazione collocata nello stand Gruppo Start , sarà esposta al pubblico dal 6 all’8 dicembre 2024 ( preview 4/5 dicembre ) presso il Miami Beach Convention Center. Alcuni esemplari, che fanno parte di questa installazione, sono stati donati al Met di New York.


A Manzo si deve l’ingresso del tatuaggio nell’arte contemporanea con riconoscimento Istituzionale e presenza in alcuni dei più importanti musei del Mondo. Le ultime attività artistiche di Marco Manzo segnano una tappa storica per la legittimazione del tatuaggio come linguaggio autorevole nell’ arte contemporanea. L’artista, che ha già visto il suo lavoro protagonista alla Biennale di Venezia, al Vittoriano, al Macro ,alla Chiesa Santa Maria dei Miracoli a Piazza del Popolo di Roma e al Metropolitan Museum of Art di New York, ora raggiunge il più alto punto nel mercato dell’arte, non più una scommessa ma una certezza per investitori, istituzioni e collezionisti di tutto il mondo. L’affermazione di Manzo sancisce il superamento di ogni pregiudizio sul tatuaggio come forma d’arte, dimostrando come questo medium possa diventare oggetto di attenzione e valore nelle più importanti vetrine internazionali.


Popolarità e presenza mediatica in Italia e all’estero Autore del primo Manifesto del tatuaggio come espressione artistica, conferma come la produzione italiana è presente anche a livello Internazionale. In Italia, Marco Manzo è una figura ben conosciuta e un punto di riferimento nel suo settore nei media nazionali, frequentemente presente in programmi televisivi, interviste e articoli di giornale che raccontano il suo lavoro e la sua innovazione artistica. Questa visibilità ha notevolmente aumentato la sua popolarità, facendolo diventare un nome autorevole nel panorama artistico italiano con 75 premi nazionali e internazionali all’attivo.

Il nuovo libro di Richard Romagnoli “Il gene della felicità”

Il nuovo libro di Richard Romagnoli “Il gene della felicità”Roma, 18 nov. (askanews) – “Il gene della felicità – Il potere curativo del metodo Happygenetica” è il nuovo libro scritto dal formatore e coach Richard Romagnoli insieme al professor Pier Mario Biava, esperto di epigenetica di fama internazionale e proposto alla candidatura al premio Nobel 2025 per la medicina, sul metodo a cui hanno dato vita partendo dai loro studi sull’epigenetica, lo studio delle variazioni nell’espressione dei nostri geni. Dodici capitoli, editi da Edizioni Sonda e con la prefazione del Prof. Pier Luigi Rossi, già disponibili in tutte le librerie fisiche e negli store online.


È possibile insegnare la felicità al nostro Dna? Dall’epigenetica, lo studio di tutte quelle modificazioni ereditabili che portano a variazioni dell’espressione genica senza però alterare la sequenza del Dna, variazioni non provocate da vere e proprie mutazioni genetiche ma potenzialmente trasmissibili, all’Happygenetica, metodo rivoluzionario ideato da Romagnoli e Biava che nasce partendo proprio dagli studi sull’epigenetica, cambiamento adattativo in risposta a stimoli esterni come l’ambiente che ci circonda, il nostro stile di vita, l’alimentazione, le nostre abitudini, le nostre emozioni e il nostro stato di salute. Ma anche l’approccio con la malattia e il dolore, l’importanza di riconoscere gli ostacoli come vere e proprie opportunità in grado di condurre verso nuovi approcci terapeutici, la nuova visione dell’essere umano e della vita, passando per punti cruciali come l’amore che è energia che muove l’universo e l’effetto allegria, tra effetti terapeutici della risata o la risata incondizionata o yoga nidra.


E, per concludere, l’approfondimento sulle 5 pratiche della felicità, tecniche concrete e moderni studi scientifici che si uniscono alle antiche discipline spirituali, che hanno lo scopo di educare, facilitare e creare un nuovo stile di vita basato su sane abitudini felici: IL RESPIRO, “regolatore delle nostre emozioni e veicolo che ci conduce dall’esteriorità all’interiorità attraverso l’ossigeno che, dall’esterno, entra in noi trasformandosi in nutrimento per le nostre cellule”; LA RISATA “yogica, ovvero quella sonorizzazione che possiamo produrre attraverso il movimento del diaframma, identica alla risata, che ci permette di attivarne tutti i benefici”; IL RILASSAMENTO “la consequenzialità tra respirazione consapevole, risata yogica e rilassamento profondo è quella che ci permette di raggiungere il benessere olistico che impatta a livello epigenetico. Il rilassamento yogico è una semplice pratica che permette di rendere maggiormente duraturo nel tempo ciò che il nostro corpo ha prodotto”; LA GRATITUDINE E IL PERDONO “Concepire la gratitudine e il perdono come pratiche quotidiane, al pari della meditazione, è un concetto rivoluzionario nella nostra vita. L’energia che gli consegue ci permette di sperimentare un profondo senso di appagamento verso noi stessi, realizzando un’intima connessione di pace interiore e di armonia verso tutto ciò che ci accade e nelle nostre relazioni con gli altri”; IL MANTRA “suoni emessi da antiche parole in sanscrito e che hanno in sé una potente vibrazione. La loro ripetizione, sia verbale sia mentale, permette di produrre una vibrazione, che in base al tipo di mantra, agisce a livello energetico”. “La lettura di questo libro è un viaggio verso la consapevolezza, un richiamo a riscoprire il nostro potere innato di trasformare la biologia attraverso le pratiche della Happygenetica – commentano Romagnoli e il Prof. Biava – Quando diventiamo consapevoli delle nostre abitudini e delle emozioni che plasmano il nostro benessere, ci concediamo la libertà di scegliere una vita più felice, più sana. Oggi, l’incontro tra scienza moderna e spiritualità sta tracciando un nuovo paradigma, portandoci oltre la comprensione del nostro io biologico, verso la scoperta profonda del sé animico”.

Rai Libri: il 20 novembre esce “K2” di Massimiliano Ossini

Rai Libri: il 20 novembre esce “K2” di Massimiliano OssiniRoma, 18 nov. (askanews) – Rai Libri presenta “K2” di Massimiliano Ossini. Imponente e misterioso non è solo una montagna, ma un simbolo della sfida dell’uomo ai propri limiti. Il volume di Rai Libri è il racconto appassionato e appassionante del viaggio con il quale Massimiliano Ossini ha documentato in prima persona la spedizione di alpiniste italiane e pakistane che ha scelto di sfidare gli 8611 metri della seconda montagna della Terra.


A settant’anni dalla storica prima asce nsione del K2, l’autore si è messo in cammino per un’avventura ricca di emozioni, per un confronto diretto con quella che, per la sua difficoltà tecnica e l’alto tributo di vite umane, è chiamata “la Montagna Selvaggia”. Una piramide perfetta, che da sempre attrae e intimorisce chiunque osi sognarne la conquista: ogni passo verso la vetta è una lotta contro il freddo, il vento, la fatica, ma anche contro l’incertezza e la paura. Ossini affida alle pagine del libro le sue emozioni più intime e quelle della squadra con la quale affronta la salita, tra rocce e polvere, acqua e ghiaccio. Perché come la vita stessa insegna, non è solo il traguardo a contare, ma il percorso, i compagni di cordata, la capacità di fermarsi e osservare con occhi nuovi il mondo che ci circonda. “K2” di Massimiliano Ossini, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 20 novembre 2024 (Euro: 19,00).


Massimiliano Ossini è nato a Napoli nel 1978 e vive fra Ascoli Piceno e Roma. Inizia la sua carriera, lavorando nel campo della pubblicità. Nel 2000 debutta a teatro, ma la sua vera vocazione è la tv. Dal 2003 al 2006 conduce il programma “Disney Club”. Gli anni a seguire sono un susseguirsi di impegni e successi, conduce tra i tanti, “Linea Verde” su Rai 1, “Sei più bravo di un ragazzo di quinta?” su Sky, “Uno Mattina Verde” su Rai 1, “Mezzogiorno in famiglia” su Rai 2, “Uno Mattina Estate” su Rai 1, il “Festival di Castrocaro” e “Toubuk Festival” entrambi sulla prima rete Rai. Dal 2014 conduce “Linea Bianca”, mentre dal 2022 la trasmissione “Uno Mattina”. Non solo, conduce trasmissioni di divulgazione ambientale in prima serata, come “E se domani” su Rai 3 e “Kalipè” su Rai 2.


Nell’editoria, diverse le pubblicazioni tra cui con Rai Libri la trilogia di “Kalipè”, con Rizzoli gli illustrati “Le montagne rosa”, “Giganti di ghiaccio e di pietra” e “I monti azzurri”, mentre per i ragazzi il romanzo “Amico” edito da Salani Editore.

”Donne in Sardegna”, retrospettiva sul contributo femminile nell’Isola

”Donne in Sardegna”, retrospettiva sul contributo femminile nell’IsolaRoma, 18 nov. (askanews) – Dal 30 novembre al 31 dicembre 2024, il Palazzo Depperu di Luras (Sassari), ospiterà la retrospettiva “Donne di Sardegna”, un’esposizione che intende celebrare e valorizzare il ruolo delle donne sarde che, dall’antichità fino ai giorni nostri, hanno contribuito in maniera determinante alla crescita delle arti, della scienza, della letteratura, della politica e degli usi e costumi.


Organizzata dall’Associazione culturale Il Leone e le Cornucopie in collaborazione con la Pro Loco di Luras, con il contributo dell’assessorato alla Cultura della Regione Sardegna e il patrocinio del Comune di Luras, l’esposizione propone un percorso ricco e suggestivo che permette di riscoprire conquiste e successi ottenuti da figure femminili che hanno segnato la storia dell’isola. Tra le personalità di cui saranno approfonditi i ritratti, spiccano Eleonora d’Arborea (Giudicessa d’Arborea, 1347-1403), la scrittrice Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, Adelasia Cocco, prima donna medico in Italia, Maria Lai, celebre tessitrice, la soprano Maria Carta, Emanuela Loi, poliziotta della scorta di Paolo Borsellino, e Michela Murgia, scrittrice e vincitrice del Premio Campiello, tra molte altre.


Tiziana Biscu, presidente dell’Associazione organizzatrice dell’iniziativa, sottolinea: “In un periodo nel quale è purtroppo ancora forte e presente il tema della violenza di genere e della discriminazione nei confronti delle donne che si verifica in tanti ambiti, non solo lavorativi, ci sembra che la retrospettiva che atrraversa i secoli ed evidenzia alcune donne di alto valore, possa essere da esempio per chi ancora oggi non riconosce il valore aggiunto che in ogni epoca hanno conferito alla società e, anzi, in qualche caso tende a deprimerlo e umiliarlo”. Mauro Azzena, sindaco di Luras afferma: “Questa importante iniziativa culturale e artistica che ci onoriamo di ospitare a Luras, ci permette di valorizzare 11 donne storiche che hanno reso grande la nostra terra..Da Eleonora d’Arborea a Michela Murgia, ognuna di queste figure femminili affiancherà il nostro paese nell’ambizioso compito di diffondere un messaggio che racchiude l’essenza della mostra: il prezioso valore della donna nella società.”


D’accordo anche Maria Giuseppina Tamponi, assessore al Turismo che ha sostenuto con convinzione questo progetto: “L’immagine della donna angelo del focolare è sicuramente quella più comune sino ai primi anni del ‘900 ma in questa retrospettiva, organizzata per la prima volta in Sardegna, abbiamo colto, in particolare, l’esistenza di figure femminili che con il loro impegno in vari ambiti della società, hanno contribuito all’emancipazione di noi donne e ci stanno permettendo di superare, ancora ai nostri tempi, tanti ostacoli verso la parità di genere”. Il direttore artistico del progetto, Fabio Alescio, spiega: “Per creare questa retrospettiva, unica nel suo genere, ci siamo avvalsi di un gruppo di studio diretto dalla presidente dell’associazione Tiziana Biscu che si è occupato per mesi della ricerca documentale e della ricostruzione dei filmati originali presenti nell’archivio dell’Istituto Luce. Sarà possibile visionare integralmente tutti i i documentari nella sala mutimediale allestita all’interno del Palazzo Depperu.


La mostra sarà preceduta, il 30 novembre alle ore 12.00 presso la Sala Polivalente di Luras, dalla cerimonia di premiazione di alcune personalità femminili contemporanee che si sono distinte in vari ambiti e originarie della Sardegna, rendendo così omaggio al loro valore e al contributo attuale alla società. In tale ambito l’attore Sebastiano Somma leggerà alcuni brani tratti da opere di Grazia Deledda e Michela Murgia. I premi sono stati disegnati dalla ceramista Arianna Leoni, artista di Luras.

The Prism lancia Urban Project: meditazione per tutti nelle vie Milano

The Prism lancia Urban Project: meditazione per tutti nelle vie MilanoRoma, 18 nov. (askanews) – The Prism, progetto artistico creato da Stefano Simontacchi e curato da Marco Senaldi, regala alla città di Milano un’inedita esperienza immersiva a cielo aperto con “Urban Project”. Due settimane dedicate alla meditazione in cui le opere di The Prism saranno proiettate in dimensioni monumentali nei centri nevralgici di Milano.


Dopo il lancio dell’iniziativa nella centralissima Piazza San Fedele, in cui la proiezione si è tenuta per tutto il weekend, le opere di The Prism sono ora in Porta Lodovica, Corso Como, San Babila, Buenos Aires, Via de Amicis fino al 1º dicembre, offrendoci la loro più autentica dimensione spirituale attraverso THE PRISM WAY. THE PRISM WAY è un percorso strutturato in 7 passi che guida le persone verso una maggiore consapevolezza del proprio scopo nella vita. Scansionando un QR code visualizzato sui ledwall insieme alle opere, le persone potranno accedere alle 7 meditazioni guidate dalla voce dell’artista, ciascuna delle quali attinge alla specifica energia di un’opera di arte sciamanica realizzata da The Prism.


“THE PRISM WAY – spiega Stefano Simontacchi – rappresenta il manifesto di The Prism ed è qui reso come un viaggio di trasformazione profonda rappresentato da 7 passaggi cui corrispondono 7 portali energetici. Ogni portale è un invito a guardare oltre l’apparenza e a fermarsi per ascoltare quella voce interiore troppo spesso dimenticata. Il percorso inizia con la scoperta del proprio scopo e la definizione di una visione chiara, passando poi alla manifestazione delle intenzioni con amore e alla presa di decisioni consapevoli., per poi agire con determinazione e disporsi alla vita con gratitudine. Ripetere questo ciclo di meditazioni porta ad essere più presenti e consapevoli, in una crescita armoniosa e continua”. La realizzazione di questo straordinario progetto è stata possibile grazie ad un mecenate, Vincenzo Acone, che ha sostenuto il progetto con la propria azienda, la più affidabile Concessionaria italiana nell’ambito delle sponsorizzazioni pubblicitarie di interventi di ristrutturazione e restauro di edifici e monumenti. Acone Associati ha messo a disposizione non solo il ledwall in Piazza San Fedele per l’intero weekend dal 15 al 17 novembre, ma fino al 1° dicembre anche altri grandiosi impianti pubblicitari, disseminati nei punti strategici di Milano, con quasi 100 mila passaggi che supereranno il milione e mezzo di contatti.


Spiega Marco Senaldi, curatore di The Prism: “L’arte contemporanea ha sempre cercato di evadere dagli spazi tradizionali, che fossero musei, gallerie o luoghi domestici, sebbene siano relativamente pochi i casi in cui si è avvalsa degli spazi pubblicitari urbani. Se da un lato l’operazione URBAN PROJECT si inserisce in questo filone, dall’altro lo oltrepassa completamente per quanto concerne gli scopi e gli intenti. URBAN PROJECT, a differenza di tutti gli altri progetti di arte pubblica, non si fonda solamente su uno schema estetico, ma recupera una pratica sciamanica secondo la quale le forme, i colori, i suoni, le parole, sono vibrazioni in grado di generare una risonanza energetica che può essere individuale, ma anche collettiva. È proprio questo l’intento di THE PRISM: tornare a concepire l’arte come un dono da mettere al servizio dell’uomo, con il fine di una autentica guarigione dell’anima, per ricominciare a vivere, respirare ed esistere nella piena consapevolezza del Sé”. Nella frenesia del quotidiano, dove ogni minuto sembra sfuggire tra impegni e responsabilità, ritagliarsi il tempo per coltivare le profondità dell’anima diventa un atto rivoluzionario. In questo contesto, l’arte spirituale rivendica il ruolo di guida e ci insegna che la trasformazione del proprio mondo interiore è il più potente atto di creazione che possiamo intraprendere. Per aiutarci in questo percorso, Il progetto artistico e di ricerca ideato da Stefano Simontacchi e curato da Marco Senaldi porta i propri iconici portali emozionali fuori da The Prism Core Center, lo spazio permanente inaugurato a marzo 2024 in Piazza Napoli 22 a Milano, per incontrare le persone dove esse sono ogni giorno, e rende accessibile davvero a tutti un’esperienza introspettiva che riconosce e riafferma il valore dell’individuo all’interno della collettività urbana.


Nel corso di questo evento dedicato alla meditazione, The Prism Core Center ospiterà workshop e seminari dedicati alla crescita personale e spirituale, in collaborazione con i più interessanti esponenti del benessere olistico.

Arte, a Roma VII edizione di Nuvola Creativa – Festival delle Arti

Arte, a Roma VII edizione di Nuvola Creativa – Festival delle ArtiRoma, 18 nov. (askanews) – Dal 30 novembre al 14 dicembre a Roma si terrà la settimana edizione di Nuvola Creativa – Festival delle Arti, con la direzione artistica a cura di Antonietta Campilongo, presso Villa di Massenzio e il Mausoleo di Romolo. Anche per l’edizione 2024, il Festival riaccende i riflettori su un tema cruciale e attualissimo: il legame tra uomo e natura, affrontato attraverso il sottotitolo “Terra / Riflessioni sul rapporto uomo e ambiente”. Attraverso opere d’arte e letteratura contemporanea, l’appuntamento invita infatti il pubblico a riflettere sulla responsabilità individuale e collettiva verso l’ambiente, stimolando domande e prospettive nuove per un futuro più sostenibile.


L’inquinamento nella storia dell’arte è un racconto visivo che inizia da lontano e continua fino a oggi. Nei dipinti dell’artista inglese Turner, l’effetto “sporco ma bello” è, forse, la prima testimonianza dell’aria inquinata a contatto con l’industrializzazione. Fumo e vapore si vedono bene nel quadro di Umberto Boccioni, Officine a Porta Romana, dove all’orizzonte sono raffigurati comignoli industriali sbuffanti che si immettono nel cielo. L’arte, dunque, riesce ad andare nel profondo, a entrare nelle situazioni a raccontare quello che le parole non sempre riescono a fare. Terra è una rassegna di racconti e di atmosfere, di rimandi e di storie in cui lo sguardo è puntato sull’universo dell’ambiente. Se per Turner, probabilmente, era soltanto una rappresentazione della realtà visiva, non conoscendo pienamente il punto in cui saremmo arrivati, gli artisti di oggi, al contrario, producono con desiderio di denuncia, per manifestare a difesa di un ambiente troppo a lungo violato. Più di trenta gli artisti in mostra: Andrea Ádány, Teresa Bianchi, Giorgio Binda, Maristella Campolunghi, Antonella Catini, Marie Laure Colasson, Cinzia Colombo, Giovanna Colone, Alexander Luigi Di Meglio, Pino de Notariis, Ignazio Fresu, Gruppo Pavlovsky, Stefano Imbratta, Maria Korporal, Antonella Laganà, Marco Mirra, Lucia Nicolai, Giorgio Ortona, Veronika Palkovics, Luciano Pizzuti, Enrico Porcaro, Fabio Romoli, Loredana Salzano, Renzo Sbolci, Valentina Sisto, Villo Steiner, Andrea Sterpa, Krisztina Szabó, Anna Tonelli, Flora Torrisi, Valter Vari, Klara Varhelyi, Tommaso Maurizio Vitale, Mona Zahedi.


Tra le performance in programma, quelle di Artisti Innocenti – Laura De Carolis con Laura Frau, Caterina Priolo, Luca Camuffo, Silvia Pinti – Francesca di Ciaula, Barbara Lalle con Marco Marassi e Martino Pirella – Gabriele Manili e Valeria Danesi – I Poeti Viandanti con: Sandra Cervone, Sara di Mare, Catia Ferrara, Marilina Manzo, Loredana Nugnes, Simona Saletti, Stefania Simeoni con l’azione della Performance degli artisti: Letizia Alessandroni, Eva Brozzetti Stramer, Shanti Monica Bruni, Gaia Casanova, Lucrezia Ciocci, Giulia Decina Dorazio, Marion Nugnes. E, ancora, Eugenia Serafini con Nicolò Giuseppe Brancato e la partecipazione di molte voci poetiche – Silvia Stucky – Villò Steiner. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 – 2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali; con la collaborazione di Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, servizi museali di Zètema Progetto Cultura; con il Patrocinio del Municipio Roma VIII e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; organizzazione Associazione Neworld ETS. Ingresso libero e gratuito.

Jessie Gaynor: scrivere un (gran) romanzo al tempo di instagram

Jessie Gaynor: scrivere un (gran) romanzo al tempo di instagramMilano, 16 nov. (askanews) – Anni fa uno dei primi scrittori a dire che il vero rivale del romanzo erano le serie tv è stato Jonathan Franzen. Certamente la considerazione era giusta, la struttura narrativa delle serie, la loro forza di coinvolgimento, spesso l’atteggiamento irriverente, erano elementi che i narratori non potevano non prendere in considerazione. La sfida degli scrittori, insomma, nel recente passato è stata spesso con Netflix. La cosa è vera ancora oggi, ma al colosso delle produzioni video si è aggiunta ora un’altra concorrenza spietata, quella di instagram, delle sue stories, dei contenuti video in verticale che sono diventati parte della vita di moltissimi degli abitanti di un pianeta per molti versi sempre più omologato agli stili di consumo digitale. Alla luce di questo, anche la letteratura è chiamata ad affinare le proprie armi, se vuole continuare, per quanto possibile, a competere con i social nell’immaginario delle persone. Ovviamente non è indispensabile farlo: ci sono romanzi straordinari degli ultimi anni – penso per esempio a “Il Passeggero” e “Stella Maris” di Cormac McCarthy o “Archivio dei bambini perduti” di Valeria Luiselli – che hanno scelto strade diverse, forti di una potenza letteraria e sentimentale capace di giustificare se stessa, senza bisogno di altro. Ma quando si decide di giocare la partita del mainstream – che per gli “scrittori seri”, come diceva sempre Franzen è la sfida più grande – ecco che il confronto con la vita digitale è inevitabile. La musica lo ha probabilmente capito prima, ma i libri ci stanno arrivando. E quando succede può essere un’altra grande scoperta, un modo di fare i conti con questo Sistema (il Sistema del Capitalismo Digitale Globale), accettandolo e usandolo per fare letteratura di valore. Succede così con “Luminosa” (“The Glow” in originale), romanzo d’esordio di Jessie Gaynor che in Italia è pubblicato da 66thand2nd.


Gaynor, scrittrice statunitense pubblicata dal New Yorker e con un master in poesia, scrive in modo estremamente brillante. La storia della pr Jane Dorner, che nella seconda riga del romanzo parla di “sex toys tossici”, è contemporanea fino al midollo, parte a razzo e non si ferma praticamente più. È un’immersione nella nostra società dell’autoproduzione, dell’autonarrazione, ma anche del controllo e della disperata solitudine emotiva in cui getta le persone, che toglie il fiato, dal tanto che è vivida. Ma lo è con eleganza, con ironia, con una capacità di empatia – che non esclude in nessun modo la critica, ma la umanizza – fuori dal comune. Del regista Wim Wenders si diceva che sapeva prendersi cura delle sue immagini, e tante volte abbiamo ripetuto che un grande scrittore è quello che si prende cura dei suoi personaggi, anche quando sono personaggi orribili e il loro essere orribili è palese, ma il racconto non è moralista. “Luminosa” è un romanzo scanzonato se volete, ma anche profondamente “morale”, nel senso che affronta con onestà il suo – e quindi nostro – tempo; parla di un capitalismo imperante che genera nella maniera più asettica possibile l’enorme debito sanitario di Jane, per esempio, o della rincorsa continua al successo nel mondo digitale, da instagram alle start-up. Un romanzo del presente, scritto nel presente, che parla del presente. Per quanto possano sembrare condizioni lapalissiane, sono in realtà piuttosto rare. Giochiamo all’iperbole: Jane può essere anche una sorta di nuova incarnazione di Ismaele, il marinaio narratore di “Moby Dick”, il romanzo americano per eccellenza. La sua Balena Bianca è Cass, bellezza fuori dal comune scoperta su instagram che gestisce un ritiro spirituale, su cui l’istinto di pubbliche relazioni della protagonista attiva subito le proprie antenne professionali. Cass, con la sua magnifica pelle, così luminosa, può diventare la chiave verso il successo anche per Jane, che come tutti cerca di conquistarlo quasi per imposizione dello zeitgeist attuale, il nostro patinato e spesso devastante spirito dei tempi. La bellezza di “Luminosa” sta nel modo in cui questa storia viene raccontata; sta nel fatto che ogni pagina del libro sa che, come ha detto Milan Kundera, il romanzo è per definizione lo spazio della complessità e delle domande, non delle semplificazioni e delle risposte. Ma sta anche nell’apparente leggerezza con cui la stessa scrittura si fa carico di questa consapevolezza, la gestisce e, verrebbe da dire, la protegge. “Luminosa” è un romanzo molto scritto, un romanzo-romanzo che ha delle note olfattive di Salinger, ma funziona con un’immediatezza sorprendente, lucida, impietosa senza rancore. Si può leggerlo pensando a LinkedIn oppure al marketing dei profili social, oppure, allo stesso tempo e senza nessun cambio di registro sostanziale, come una satira sociale (scegliete voi se alla Woody Allen o alla Jonathan Swift). Il che diventa anche, se vi piace, una lezione sulla funzione del romanzo: ossia il genere letterario della modernità (e usare nello stesso pezzo i nomi di Jessie Gaynor e di Jane Austen è bello e spontaneo) che qui diventa iper-contemporaneo, per di più con un magnifico incarnato. Perfetto per un post da milioni di like. (Leonardo Merlini)

Pompei si candida a Capitale della Cultura 2027

Pompei si candida a Capitale della Cultura 2027Roma, 14 nov. (askanews) – “Quella che affrontiamo è una sfida eccezionale che contiene una promessa. Una promessa unanime di apertura e inclusione che si estende dall’entroterra vesuviano fino al mare della Costiera sorrentina e amalfitana. E che da lì guarda all’Italia e al mondo intero”. Il Sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio presenta così, nel corso di una conferenza stampa, la candidatura di Pompei a Capitale della Cultura 2027, candidatura, cosa mai vista prima, appoggiata da 102 Comuni campani e le più dinamiche Associazioni e Fondazioni del territorio.


“Ringrazio -ha affermato Lo Sapio-chi ha creduto in noi e ha deciso di sostenerci con un’apposita delibera e sottoscrivendo un Protocollo d’intesa. Si tratta di una straordinaria prova di compattezza che mi ha sorpreso positivamente e che mi inorgoglisce. La nuova Destinazione Pompei è in grado attualmente, e lo sarà ancora di più in futuro, di attrarre l’interesse di star di livello mondiale come Madonna e Bocelli. Serve all’Italia intera una Capitale della Cultura capace di offrire contenuti al massimo livello possibile”. Sono diversi i progetti a sostegno della candidatura che hanno l’obiettivo di proporre un nuovo modello di crescita basato su uno sviluppo economico e culturale sostenibile, sulla diffusione del benessere sociale, sull’inclusione e la coesione e sulla creazione di un brand territoriale: “Vogliamo diventare -ha spiegato il Sindaco di Pompei- il motore del Paese che sappia imporre all’Italia e al mondo un nuovo modello. Abbiamo a disposizione un budget, già pianificato, di oltre 4 milioni di euro per la gestione degli eventi del 2027 e per tutte le attività preliminari previste da novembre del prossimo anno. In totale, gli investimenti raggiungeranno i 36 milioni di euro tutti in via di finanziamento con progettazioni esecutive. La novità è che, al di là del successo della nostra proposta, i benefici sul territorio resteranno a futura memoria”.


Si stima infatti che le infrastrutture e i trasporti segneranno un +25%, che il traffico calerà del 10%, che i servizi cresceranno del 20% e che la povertà calerà del 15%: “Sono dati di grande importanza -ha sottolineato Lo Sapio. Senza dimenticare il miglioramento dell’impatto ambientale e il fatto che, per ogni milione di euro speso, il Roi, ovvero il rendimento degli investimenti effettuati, sarà di 1,25 milioni di euro. Così facendo, siamo sicuri che la brand reputation di Pompei andrà a rafforzarsi. Abbiamo avuto, nel 2023, quasi 4 milioni di visitatori, con una permanenza media per notte di 2,08: la sfida è di motivare i visitatori a vivere la nostra città con una media di permanenza che superi sopra le 4 notti, attivando un flusso continuo per 365 giorni l’anno. Ma perché ciò accada, occorrono proposte avvincenti ed è questo che vogliamo fare con i progetti messi in campo per la candidatura a Capitale della Cultura 2027”. Luce e santità è uno dei progetti, un omaggio alla storia della città nel segno della bellezza e della cultura. Un percorso immersivo fra cultura, architettura, paesaggio, fede e tradizioni: “L’intero Centro storico -ha ricordato il Primo cittadino di Pompei- si trasformerà in un vero e proprio museo a cielo aperto attraverso l’illuminazione scenografica e il videomapping proiettato sui siti storici della città. A fare da contraltare all’antico, le dieci sculture di luce del maestro Marco Lodola che raffigurano, fra gli altri, star della musica del calibro di Jimi Hendrix, David Bowie, i Beatles e Freddy Mercury. Ne verrà fuori un palcoscenico dove si incontrano passato e presente per regalare a Pompei e ai turisti un percorso luminoso fra il mistico e la meraviglia profana di un territorio in festa. Ma in calendario vi sono anche altre iniziative, come l’allestimento nei locali del nuovo Museo Civico della mostra d’arte con i capolavori del ‘700 veneziano, un concerto sinfonico-pop, e forse una sorpresa che, se confermata, avrà il sapore dell’eccezionalità”.


Nel corso della conferenza stampa inoltre sono stati ricordati i cantieri già avviati e quelli di prossima apertura. Per il capitolo dedicato alle infrastrutture, è in realizzazione l’hub di scambio tra la linea RFI e la Circumvesuviana per aumentare l’accessibilità agli scavi e potenziare i collegamenti con il territorio ed è esecutiva anche la realizzazione di un anello verde per il Parco Archeologico al fine di sfruttare le caratteristiche intrinseche del sito, valorizzando e arricchendo l’offerta culturale e paesaggistica: “Importante poi -ha detto Lo Sapio- la riqualificazione di piazza Bartolo Longo e tutte le altre opere che andranno a completarsi entro il 2026: l’implementazione della Comunità energetica pompeiana per la produzione di energia rinnovabile, un nuovo ecosistema digitale per integrare il settore culturale e turistico con le attività economiche locali e migliorare i servizi ai visitatori e la ristrutturazione del Teatro Grande. Il progetto UNESCO di pedonalizzazione attraverso il modello vincente della rigenerazione urbana sarà realizzato entro in primi sei mesi del 2025. Questa insomma è la nostra Road map per fare di Pompei e dei Comuni limitrofi un modello di sviluppo a cui guardare con interesse e ammirazione. La nuova Destinazione Pompei sia un’opportunità storica per il Paese”.

Al Teatro Limina “Incontro con Ares Tavolazzi”

Al Teatro Limina “Incontro con Ares Tavolazzi”Roma, 14 nov. (askanews) – Il 17 novembre, alle 18,30, teatro Limina di Roma, va in scena il concerto: INCONTRO CON ARES TAVOLAZZI


Le “voci” uniche degli strumenti musicali di Ares Tavolazzi, basso e contrabasso, hanno attraversato le più preziose avventure musicali degli ultimi decenni. Presenti nelle canzoni dei più famosi cantautori, da Francesco Guccini a Paolo Conte, compagne di viaggio di grandi musicisti, da Gil Evans a Steve Lacy e Max Roach, hanno abitato per quasi un decennio nel mitico ensemble degli Area. Se la sua casa è diventata il Jazz, dove è protagonista delle più importanti jam session, la pacata tenacia e la curiosità dell’esploratore mai appagato, fanno di Ares Tavolazzi il maestro che si vorrebbe incontrare per imparare a navigare controcorrente tra le onde dei suoni. 0re 18.30 Esercizi di memoria Esercizi di memoria è un’offerta di racconti, dialoghi, musiche, voci e immagini costruita insieme a uomini e donne del teatro, della danza, della musica.


Ore 20.30 Democrazia in musica “La consapevolezza di potere spaziare, di uscire ed entrare dall’improvvisazione è la cosa più bella, è vera libertà. Non c’è lavoro più bello di questo” (Ares Tavolazzi). Temi, melodie, idee, scambi…e chissà quanto altro…con la partecipazione di Enrico Valanzuolo, Gennaro Davide, Dario Salvatore, Roberto Ormanni … e chissà chi altri…


a cura di Stefano Geraci con Anna Antonelli, Emanuela Bauco, Tiziano Di Muzio, Luca Guido, Marta Marinelli, Mariavittoria Rumolo Iunco, Andrea Scappa in collaborazione con Associazione Crocevia, Limina Teatri e il Gruppo della Creta. Ingresso: 8 euro

In libreria “Il nuovo rifiuto di Israele”, di Massimo De Angelis

In libreria “Il nuovo rifiuto di Israele”, di Massimo De AngelisRoma, 13 nov. (askanews) – Nel suo ultimo libro, Massimo De Angelis raccoglie gli scritti di 25 tra i maggiori storici e pensatori contemporanei dell’ebraismo sulla complessa questione di Israele. “Bisogna ripartire dalle religioni per trovare la pace”


Oltre ad aver messo in discussione gli equilibri geopolitici internazionali, la delicata questione mediorientale, drammaticamente inasprita dall’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 e dalla guerra che ne è seguita, ha evidenziato sia i conflitti tra religioni differenti sia la necessità di un confronto tra di esse. Quanto sta avvenendo impatta anche sull’identità dell’intero occidente, diviso tra antiche radici giudaico-cristiane e secolarismo contemporaneo. Massimo De Angelis, scrittore e giornalista, ha curato il volume, da qualche giorno in libreria, “Il nuovo rifiuto di Israele” – Riflessioni su Ebraismo, Cristianesimo, Islam e l’odio di sé dell’Occidente” raccogliendo saggi di esperti del mondo ebraico e della questione mediorientale. Oltre ad un suo studio, dunque, l’opera comprende i contributi di Michael Ascoli, Marco Cassuto Morselli, Alberto Castaldini, Vannino Chiti, Sergio Della Pergola, Paolo Di Motoli, Ariel Di Porto, David Elber, Niram Ferretti, Paolo Maria Floris, Pier Francesco Fumagalli, Guido Innocenzo Gargano, Massimo Giuliani, Alon Goshen-Gottstein, Ilenya Goss, Adolfo Lippi, Massimo Longo Adorno, Emmanuel Navon, Fiamma Nirenstein, Yahya Pallavicini, Vincenzo Pinto, Paolo Sorbi, Shmuel Trigano e Ugo Volli. L’obiettivo dell’opera – dichiara l’autore – è di compiere “un’analisi di quanto è accaduto nella lunga storia di Israele, in modo oggettivo e documentato, per arrivare fino ai giorni nostri, indicando possibili vie per promuovere un percorso di pacificazione possibile ed effettivo”.


“Il nuovo rifiuto di Israele – Riflessioni su Ebraismo, Cristianesimo, Islam e l’odio di sé dell’Occidente” suddivide in tre sezioni i contributi degli esperti: la prima tocca gli aspetti politico-filosofici del rapporto tra occidente ed ebraismo dopo i fatti del 7 ottobre, una seconda storico-politica ripercorre le tappe e le varie anime del sionismo e la terza in cui viene affrontato il tema del dialogo interreligioso, grazie all’intervento di esponenti dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam. “Il libro contiene un’analisi storica molto approfondita, che riporta agli anni in cui furono stabiliti i confini geografici di Israele e ai successivi svolgimenti: alla luce di quanto sta accadendo, oggi è ancora più urgente, oltre che necessario, passare dal confronto armato e dalla sconfitta dei fondamentalisti e terroristi a una fase nuova di dialogo oltre che politico religioso. perché questo scontro ha una radice religiosa prima ancora che politica”.