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Attività di imprese terziario in Italia sale a massimi da 9 mesi

Attività di imprese terziario in Italia sale a massimi da 9 mesiRoma, 5 mar. (askanews) – Nuovo rafforzamento dell’attività delle imprese nel settore dei servizi in Italia, salita ai massimi da 9 si a febbraio e dove si assiste a un ulteriore aumento dell’occupazione che ha reso possibile alle aziende una capacità operativa supplementare e un miglior smaltimento degli ordini in sospeso.


A febbraio l’indice Pmi relativo alle imprese dei servizi nella penisola è salito a 52,2 punti, secondo quanto riporta S&P Global, da 51,2 punti di gennaio. Per il secondo mese consecutivo, risultando superiore alla soglia di neutralità dei 50 punti indica un aumento della produzione. Un elemento che resta problematico è quello delle pressioni sui prezzi nel comparto, ancora elevate. Il purchasing managers index viene effettuato mediante un sondaggio presso i responsabili degli approvvigionamenti delle imprese.


Secondo un economista della Hamburg Commercial Bank, Tariq Kamal Chaudhry, menzionato nel comunicato sui dati il terziario italiano “sta recuperando terreno. L’Italia sta attraversando dinamiche economiche al di sopra della media dell’eurozona, e in questo contesto il settore terziario sembra dare un segnale di speranza. Il settore dei servizi italiano appare stabile su basi solide”. “La ripresa degli ordini non è robusta abbastanza da accumulare lavoro inevaso, che invece continua a diminuire. Ad aggiungersi, c’è che le aziende del settore terziario stanno ancora barcamenandosi tra prezzi alti. È comunque consolante che, in questa difficile situazione inflazionistica, le aziende terziarie siano riuscite a ridurre il divario tra costi sostenuti e tariffe applicate ai clienti”, prosegue. “Le previsioni di crescita a lungo termine del settore dei servizi sono incerte. Le aziende monitorate restano soprattutto intimorite dalle prospettive economiche e geopolitiche”. .

L’inchiesta di Perugia, Nordio: antepongo la privacy a ogni altro valore

L’inchiesta di Perugia, Nordio: antepongo la privacy a ogni altro valoreMilano, 5 mar. (askanews) – “Come liberale, io antepongo la dignità e la privacy del cittadino a ogni altro valore, salvo i casi di necessità di tutela della sicurezza dello stato”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un’intervista al Foglio, sull’inchiesta a Perugia su presunti casi di dossieraggio. “Purtroppo in Italia non abbiamo questa sensibilità: teniamo ancora in vigore il codice Rocco, di matrice fascista, ispirato a quello Stato etico hegeliano che può interferire in modo eccessivo nella vita dei cittadini. Come appunto accade nel dossieraggio e, ovviamente, anche nelle intercettazioni”.

L’inchiesta di Perugia, Renzi: “Un dossieraggio da dittatura sudamericana”

L’inchiesta di Perugia, Renzi: “Un dossieraggio da dittatura sudamericana”Milano, 5 mar. (askanews) – “Ciò che stiamo leggendo è una vicenda enorme, che ricorda le dittature populiste del Sud America”. Lo afferma Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in una intervista al Foglio sull’inchiesta a Perugia su presunti casi di dossieraggio.


Renzi racconta inoltre che con il ministro della Difesa Guido Crosetto, “ogni tanto ci sfoghiamo reciprocamente al telefono”, dice. “Siamo due avversari politici ma l’attenzione che ci è stata dedicata appare sospetta. La cosa che più mi dispiace è che la testa del ministro della Difesa debba essere concentrata su queste vicende in un momento in cui l’Italia subisce un attacco dagli estremisti Houthi. In un Paese civile vicende del genere dovrebbero portare a stringersi attorno al governo sulla politica estera, qui invece abbiamo i dossier contro il titolare della Difesa”.

Ue, cosa prevede l’accordo in trilogo sul regolamento imballaggi

Ue, cosa prevede l’accordo in trilogo sul regolamento imballaggiBruxelles, 4 mar. (askanews) – I negoziatori del Parlamento europeo, della presidenza di turno belga del Consiglio Ue e della Commissione (trilogo) hanno raggiunto a Bruxelles un accordo politico provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.


Si tratta di uno degli atti legislativi europei più sensibili per il governo e per diversi gruppi d’interesse italiani, che chiedevano in particolare delle deroghe da alcuni obiettivi più stringenti sul riutilizzo degli imballaggi, e la soppressione di diversi divieti di imballaggi in plastica monouso. L’accordo politico raggiunto è provvisorio, in attesa dell’adozione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio Ue. Obiettivo principale del regolamento è il contrasto all’aumento dei rifiuti da imballaggi generati nell’Ue, promuovendo l’economia circolare (ovvero il riuso e riciclo che riportano sul mercato gli imballaggi dopo il loro primo utilizzo, invece di farli finire tra i rifiuti), e armonizzando il mercato interno degli imballaggi del settore.


La proposta di regolamento richiede che tutti gli imballaggi siano riciclabili e che la presenza di sostanze problematiche per la salute e l’ambiente sia ridotta al minimo. Stabilisce inoltre requisiti di armonizzazione dell’etichettatura per migliorare l’informazione dei consumatori. In linea con la cosiddetta ‘gerarchia’ delle modalità di trattamento dei rifiuti, iscritta nella legislazione Ue fin dal 2008, le nuove regole mirano a ridurre in modo significativo la generazione di rifiuti in questo settore, imponendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati, fissando obiettivi vincolanti di riutilizzo, e limitando alcuni tipi di imballaggi monouso (soprattutto in plastica), oltre che continuando a imporre obiettivi minimi per il riciclaggio, come era già stato fatto finora. Il testo dell’accordo provvisorio mantiene poi la maggior parte dei requisiti di sostenibilità per tutti gli imballaggi immessi sul mercato e gli obiettivi principali proposti dalla Commissione.


Innanzitutto, sono rimasti nell’accordo gli obiettivi generali di riduzione degli imballaggi immessi sul mercato: del 5% nel 2030, del 10% nel 2035 e del 15% nel 2040, con particolare attenzione alla diminuzione dei rifiuti dagli imballaggi in plastica. In più, è stata introdotta una restrizione all’immissione sul mercato degli imballaggi destinati a essere a contatto con gli alimenti, che contengano i cosiddetti Pfas (circa 4.700 sostanze ‘sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate’) definite ‘inquinanti eterni’. Per evitare sovrapposizioni con altri atti legislativi, i co-legislatori hanno incaricato la Commissione di valutare la necessità di modificare questa restrizione entro quattro anni dalla data di applicazione del regolamento.


l testo concordato fissa nuovi obiettivi vincolanti di riutilizzo degli imballaggi al 2030 e obiettivi indicativi al 2040. Gli obiettivi variano a seconda della tipologia di imballaggi utilizzati dagli operatori. Entro il 2030, ad esempio, dovrà essere riusato almeno il 10% degli imballaggi per le bevande alcoliche e analcoliche (esclusi vino e vini aromatizzati, latte e altre bevande altamente deperibili). Altri obiettivi di riuso sono fissati specificamente per gli imballaggi per il trasporto e la vendita (esclusi quelli utilizzati per merci pericolose o apparecchiature di grandi dimensioni, e gli imballaggi a diretto contatto con gli alimenti) e per gli imballaggi raggruppati. Gli imballaggi in cartone saranno generalmente esentati da questi obblighi di riuso.

Calcio, Sarri: “Niente è impossibile, serve coraggio”

Calcio, Sarri: “Niente è impossibile, serve coraggio”Roma, 4 mar. (askanews) – Proverà a far valere l’1-0 conquistato nella gara di andata la Lazio di Maurizio Sarri, che martedì sera scenderà in campo all’Allianz Arena contro il Bayern Monaco negli ottavi di finale di Champions League. “Grande emozioni non ne ho, bisogna essere coraggiosi e determinati: domani sarà durissima – ha commentato l’allenatore biancoceleste in conferenza stampa. Siamo consapevoli della grande difficoltà che troveremo in campo, questo ci deve dare spirito di sacrificio e capacità di sofferenza. Poi c’è l’altro aspetto che nel calcio niente impossibile e questo ci deve dare convinzione e coraggio”. Poi Sarri ha parlato dell’approccio al match: “Purtroppo non esiste una strada più semplice per la qualificazione. Loro hanno una qualità smisurata e hanno grande facilità a trovare il gol. Dobbiamo lottare in fase difensiva ma bisogna avere il coraggio di andare a fargli male: pensare di stare 100 minuti chiusi lì dietro a difendersi e basta la vedo dura”.


Sarri successivamente ha parlato del Bayern Monaco: “Ci potranno essere novità: potrebbe tornare Davies dall’inizio o Kimmich terzino. Non credo cambi molto, chiunque scenderà in campo è forte e ha grande qualità. Non ci preoccupiamo di un singolo, siamo proccupati dal livello qualitativo generale dell’avversario”. In chiusura due battute sui tifosi e sulle condizioni dei singoli: “Li ringrazio per aver viaggiato e per esserci venuti a sostenere, spero che si facciano sentire e che possano tornare a casa un po’ meno inca***ti di come eravamo venerdì sera. Vecino e Zaccagni venivano da un periodo di inattività e hanno avuto un recupero piuttosto lento. In questo momento sono due giocatori da spezzoni di partita in attesa di riallenarli a fondo”.

Parlamento al voto su Italia in Mar Rosso e a Gaza, opposizione divisa

Parlamento al voto su Italia in Mar Rosso e a Gaza, opposizione divisaRoma, 4 mar. (askanews) – Arriverà domani il voto del Parlamento sulle nuove missioni internazionali che vedranno impegnata l’Italia dal 2024: sia l’aula della Camera che quella del Senato si esprimeranno sulla partecipazione alle operazioni dell’Ue Aspides in Mar Rosso e all’operazione Levante che riguarda il conflitto Israele-Hamas. Tuttavia, alla vigilia dell’appuntamento che vedrà anche l’intervento del ministro degli Esteri Tajani prima a Montecitorio, poi a Palazzo Madama, il Parlamento non è riuscito a trovare una compattezza intorno al tema: un assaggio di quello che accadrà domani si è avuto infatti oggi nelle commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dove l’opposizione si è divisa sulla deliberazione del Consiglio dei ministri dello scorso 26 febbraio che sancisce appunto le nuove missioni internazionali delle Forze Armate. Pd, Iv e Azione hanno votato a favore con il centrodestra, M5s si è astenuto.


Per la verità il Partito democratico non è pienamente soddisfatto di come il governo Meloni sta portando avanti l’impegno italiano sul fronte mediorientale. Oggi si è visto bocciare un emendamento per il ripristino dei fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele e dei contributi all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente. “Senza questi fondi e senza il ruolo dell’Unrwa – commenta Lia Quartapelle – è veramente difficile consentire agli operatori di pace di aiutare la popolazione sui territori e garantire l’accesso illimitato alle cure”. Il capogruppo dem in commissione Esteri Enzo Amendola spiega che, come fatto oggi in Commissione, anche domani il Pd voterà a favore delle nuove missioni “ma – sottolinea – per aiutare in quella regione e a Gaza il ritorno della politica e delle soluzioni negoziali. Senza il cessate il fuoco a Gaza, senza una soluzione politica negoziale per liberare gli ostacoli, ma soprattutto per salvare la popolazione innocente nella Striscia, sarà complicato mantenere missioni militari in sicurezza, come ne abbiamo tante da italiani nell’intera regione”. Dunque per lasciare traccia delle proprie critiche negli atti parlamentari i dem hanno deciso di presentare una propria risoluzione sia alla Camera che al Senato che autorizza sì le missioni ma puntualizzando nelle premesse alcuni aspetti critici che il capogruppo dem in commissione Difesa, Stefano Graziano, sintetizza così: “L’Italia può e deve essere promotrice di una forte azione diplomatica per favorire la consegna del materiale umanitario nella Striscia di Gaza. Non basta sostenere l’impegno europeo, serve un intervento concreto che passa necessariamente attraverso il potenziamento dei fondi. Sulla stampa Tajani parla di 10 milioni che però non trovano conferma negli atti ufficiali. Così come è fondamentale il ripristino dei fondi per le Ong e il coinvolgimento dell’agenzia delle nazioni unite per consentire agli operatori di pace di aiutare concretamente la popolazione e garantire accesso illimitato alle cure”.


Dunque le risoluzioni sul tavolo, al momento, sono due: quella di maggioranza e quella del Pd che per la verità ha sperato di poter coinvolgere anche M5s. Oggi però i pentastellati hanno deciso di astenersi in commissione alla Camera. Secondo quanto viene riferito, ciò che li ha fatti desistere è stata un espressione contenuta nella delibera del governo in cui si specifica che l’Operazione dell’Unione Europea Aspides ha “compiti eminentemente difensivi”. Una puntualizzazione pleonastica, secondo il parere anche del Pd, visto che le missioni italiane, in linea con la Costituzione, non possono essere che difensive. La maggioranza ha assicurato che l’espressione sotto accusa verrà espunta dalla risoluzione che sarà presentata domani e a sera i 5 stelle non danno più per scontata l’astensione. “E’ in corso una valutazione, stiamo decidendo”, spiega Marco Pellegrini, capogruppo M5s in commissione Difesa alla Camera. Avs invece è più netta: “La missione nel Mar Rosso rischia di aumentare il livello del conflitto soprattutto se si autorizzerà l’attacco alle basi nello Yemen. Per questo non voteremo una missione che autorizza attacchi militari”, spiega Marco Grimaldi. Oggi l’unico componente di Avs in commissione Esteri Nicola Fratoianni era assente (in Difesa Avs non ha membri) perché impegnato nella missione verso Rafah. E non è stato sostituito.


A pochi giorni dal voto in Abruzzo, Fdi non manca di sottolineare le opposizioni in ordine sparso: “Ancora una volta i fatti dimostrano che non esiste all’opposizione nessun campo largo. L’opposizione si è frantumata in commissione sulle missioni. Altro che luna di miele. Quello tra Pd e M5S dimostra di essere solo un matrimonio d’interesse, combinato a soli fini elettorali. Un matrimonio destinato a fallire”, commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti. Domani si comincerà alla Camera alle 9: i relatori delle commissioni Esteri e Difesa (Loperfido di Fdi e Bicchielli di Noi Moderati) prenderanno la parola per 15 minuti ciascuno. Poi si svolgerà un dibattito generale senza votazioni di circa un’ora e quaranta. Quindi verranno annunciate le risoluzioni presentate (per ora due). A seguire ci sarà la replica di Tajani, dunque il governo esprimerà il parere sulle risoluzioni. A seguire le dichiarazioni di voto e il voto. Al Senato l’appuntamento è alle 12 con le comunicazioni di Tajani e successivo dibattito e voto sulle risoluzioni.

Morta l’ex brigatista rossa Barbara Balzerani (partecipò al sequestro Moro)

Morta l’ex brigatista rossa Barbara Balzerani (partecipò al sequestro Moro)Roma, 4 mar. (askanews) – L’ex terrorista ed appartenente alle Brigate rosse, Barbara Balzerani, è morta oggi a Roma, al termine di una lunga malattia. Dal 2011 era tornata definitivamente in libertà.


La scrittrice, Silvia De Bernardinis, su facebook, è stata tra le prime oggi ad informare del decesso di Barbara Balzerani: “Ciao Barbara, comunista rivoluzionaria – dice – più semplicemente e soprattutto ‘sorella a me’, come mi dicevi, come ci dicevamo”.Dal giorno del suo arresto, nel mezzo del 1985, fino alla concessione della libertà vigilata nel 2006 mentre infuriava l’inchiesta Calciopoli, non si è mai pentita per il coinvolgimento con le Brigate rosse, la partecipazione ad azioni eversive. Questo dato viene ripetuto dai familiari delle vittime degli anni di piombo e dagli inquirenti dell’epoca che non dimenticano “l’importante ruolo svolto dalle donne nell’organizzazione che stava facendo crollare l’Italia”, come dice un ex pubblico ministero che per tanti anni si è confrontato con indagini e processi e che oggi vuole rimanere anonimo. “Perché quella guerra è finita”, aggiunge.


Barbara Balzerani aveva 75 anni. Il ruolo svolto nel sequestro e nell’uccisione del segretario della Democrazia cristiana, Aldo Moro, ne contrassegnò senza dubbio il percorso. Il suo nome di battaglia, allora, era ‘Sara’ e con quello prese parte, nel 1981, anche al sequestro del generale americano James Lee Dozier. Dopo l’arresto, in carcere, assunse il ruolo di sostanziale portavoce dell’organizzazione. Così rivendicò l’omicidio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti.Gli archivi ricordano che nel ’93 la Balzerani, in un’intervista, ammise di provare “un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile”. Conclusa o quasi la detenzione era diventata scrittrice. Nell’ultimo testo scritto, nel 2020, ‘Lettera a mio padre’, si legge: “Mi chiedevi dove avessi fallito con me. Come fosse stato possibile che non mi avessi fermata in tempo. Ti dicevo che non avevi colpe. Che non avresti potuto fare nulla”.


 

Terrorismo, morta l’ex brigatista rossa Barbara Balzerani

Terrorismo, morta l’ex brigatista rossa Barbara BalzeraniRoma, 4 mar. (askanews) – L’ex terrorista ed appartenente alle Brigate rosse, Barbara Balzerani, è morta oggi a Roma, al termine di una lunga malattia. Dal 2011 era tornata definitivamente in libertà.


Dal giorno del suo arresto, nel mezzo del 1985, fino alla concessione della libertà vigilata nel 2006 mentre infuriava l’inchiesta Calciopoli, non si è mai pentita per il coinvolgimento con le Brigate rosse, la partecipazione ad azioni eversive. Questo dato viene ripetuto dai familiari delle vittime degli anni di piombo e dagli inquirenti dell’epoca che non dimenticano “l’importante ruolo svolto dalle donne nell’organizzazione che stava facendo crollare l’Italia”, come dice un ex pubblico ministero che per tanti anni si è confrontato con indagini e processi e che oggi vuole rimanere anonimo. “Perché quella guerra è finita”, aggiunge. Barbara Balzerani aveva 75 anni. Il ruolo svolto nel sequestro e nell’uccisione del segretario della Democrazia cristiana, Aldo Moro, ne contrassegnò senza dubbio il percorso. Il suo nome di battaglia, allora, era ‘Sara’ e con quello prese parte, nel 1981, anche al sequestro del generale americano James Lee Dozier. Dopo l’arresto, in carcere, assunse il ruolo di sostanziale portavoce dell’organizzazione. Così rivendicò l’omicidio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti.


Gli archivi ricordano che nel ’93 la Balzerani, in un’intervista, ammise di provare “un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile”. Conclusa o quasi la detenzione era diventata scrittrice. Nell’ultimo testo scritto, nel 2020, ‘Lettera a mio padre’, si legge: “Mi chiedevi dove avessi fallito con me. Come fosse stato possibile che non mi avessi fermata in tempo. Ti dicevo che non avevi colpe. Che non avresti potuto fare nulla”.

MotoGp, Bagnaia prolunga con Ducati fino al 2026: “Un onore”

MotoGp, Bagnaia prolunga con Ducati fino al 2026: “Un onore”Roma, 4 mar. (askanews) – A pochi giorni dall’apertura della stagione MotoGP 2024, Ducati Corse e Francesco Bagnaia mettono nero su bianco un futuro insieme, annunciando la firma dell’accordo che lega il due volte Campione del Mondo MotoGP alla Casa motociclistica di Borgo Panigale anche per le stagioni 2025 e 2026. Il rinnovo del contratto dà continuità a un binomio vincente tutto italiano: una combinazione perfetta tra la tecnologia e le prestazioni della Desmosedici GP e il talento, la passione e la determinazione di Francesco “Pecco” Bagnaia.


“Sono contentissimo di poter continuare a correre con la squadra dei miei sogni – le parvole di Bagnaia – Vestire questi colori è un onore per me. È fantastico ed è un orgoglio. Insieme a Ducati, alla mia squadra e a tutti i ragazzi di Ducati Corse siamo riusciti a fare delle cose incredibili e in questi altri tre anni (2024 compreso) che ci aspettano assieme, continueremo a dare il massimo per cercare di ottenere altrettanti successi. Sono felicissimo e pronto a scendere in pista tra qualche giorno in Qatar per la prima gara dell’anno”. Claudio Domenicali, CEO Ducati Motor Holding, aggiunge: “Pecco è davvero il pilota perfetto per Ducati. Rappresenta al meglio i nostri valori, stile, eleganza, performance. Non solo è veloce, determinato, tenace in pista ma si distingue per eleganza ed educazione fuori dalla pista. Sono molto felice per questo rinnovo che sono certo che i Ducatisti di tutto il mondo accoglieranno con entusiasmo”. Infine Luigi Dall’Igna: Direttore Generale di Ducati Corse: “Siamo estremamente contenti di avere Bagnaia con noi anche per il 2025 e il 2026. Insieme abbiamo scritto una pagina di storia importante del Motociclismo: Pecco è stato il primo pilota italiano a vincere un titolo mondiale in MotoGP con una moto italiana, la nostra Desmosedici GP. Insieme abbiamo riportato a Bologna un titolo mondiale piloti che mancava da ben 15 anni e ci siamo riusciti di nuovo lo scorso anno. È un due volte Campione del Mondo e in più di un’occasione ha dimostrato di meritarsi davvero il numero 1 sul cupolino della sua moto. Oltre a questi risultati, Bagnaia continua a dimostrare di essere in perfetta sintonia con la sua moto e la sua squadra. Per tutte queste ragioni, era naturale per noi voler continuare con lui. Non vediamo perciò l’ora di iniziare anche questo nuovo capitolo insieme, fiduciosi di poter raggiungere altri traguardi importanti”.


Nato a Torino nel 1997 e residente a Pesaro, Bagnaia è approdato in Ducati con il team Pramac Racing nel 2019 e, con l’estensione del suo attuale contratto, entrerà in maniera ancora più decisa nella storia della Casa di Borgo Panigale, diventando il secondo pilota a legarsi a Ducati per ben otto anni. Pecco si è messo in luce nel 2020 ottenendo il suo primo podio in MotoGP nella gara di casa a Misano Adriatico e nel 2021 ottiene la promozione nel team ufficiale. Nel suo primo anno in sella alla rossa del Ducati Lenovo Team sfiora la vittoria del titolo mondiale, chiudendo secondo in classifica generale dopo un finale di stagione strepitoso. Il 2022 è l’anno della consacrazione di Bagnaia, che conquista il suo primo titolo piloti in MotoGP, diventando anche il primo italiano a riuscirci con una moto italiana: la Desmosedici GP. Si tratta anche del secondo titolo mondiale piloti per Ducati, dopo quello conquistato da Casey Stoner nel 2007, 15 anni prima. Con il numero 1 sul cupolino Pecco si riconferma Campione del Mondo anche nel 2023 grazie a un’altra stagione esaltante, caratterizzata da 15 podi, 7 vittorie e 7 pole position.

Elezioni in Sardegna, lo spoglio (ufficioso) si è chiuso con 1.600 voti in più per Todde

Elezioni in Sardegna, lo spoglio (ufficioso) si è chiuso con 1.600 voti in più per ToddeRoma, 4 mar. (askanews) – Lo scrutinio da parte dei Tribunali delle 19 sezioni che non avevano completato in tempo lo spoglio delle schede delle regionali del 25 febbraio in Sardegna si è concluso oggi, dopo sette giorni, con un distacco di circa 1.600 voti tra la presidente in pectore Alessandra Todde e lo sconfitto Paolo Truzzu. Un margine ridotto rispetto a quello delle prime ore successive al voto, ma secondo la coalizione vincente non sufficiente per far sperare al centrodestra un capovolgimento del risultato. La stessa candidata del campo largo di centrosinistra, intervenuta ieri a in Mezz’ora su Rai3, si è detta “serena e tranquilla” parlando di un suo vantaggio che considerava compreso tra i 1.450 e i 1.600 voti.


“I dati che noi abbiamo dai rappresentanti di lista e dai presidenti di seggio delle sezioni mancanti ci lasciano stare tranquilli, poi aspetteremo quello che ci comunicherà il Tribunale della Corte d’appello di Cagliari, ma voglio dire una cosa molto serenamente: per riuscire ad andare contro l’evidenza del Tribunale delle Corte d’appello serve un ricorso, che deve essere motivato, e un riconteggio totale non è proprio previsto. Deve essere fatto su singole sezioni con delle motivazioni che devono essere precise” ha detto Todde. Il distacco di circa 1.600 voti è ancora un dato ufficioso, visto che quello definitivo sarà pubblicato dalla Regione Sardegna solo dopo l’ufficializzazione da parte degli Uffici centrali circoscrizionali, istituiti presso i Tribunali, e dell’Ufficio centrale regionale, istituito presso la Corte d’Appello di Cagliari, che stanno svolgendo gli accertamenti di loro competenza previsti dalle leggi regionali in materia elettorale. Il centrodestra aspetta l’ufficialità per valutare se presentare o meno un ricorso al Tar. Potrà farlo comunque dopo la proclamazione del nuovo presidente e dei 59 consiglieri eletti, attesa tra una decina di giorni.