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Sanremo, Amadeus: “Sistema di voto attuale è la soluzione giusta”

Sanremo, Amadeus: “Sistema di voto attuale è la soluzione giusta”Roma, 12 feb. (askanews) – “In questo momento credo che sia stata, per quello che ritengo, la soluzione giusta. Se fai solo televoto tutte le sere, tu praticamente dopo la prima sera sai già che hai vinto il festival. Quindi non è facile ogni anno trovare una giuria equa. Questa mi è piaciuta molto”. Lo ha detto Amadeus a Bruno Vespa durante il programma “Cinque minuti” in onda questa sera su Raiuno parlando del sistema di votazioni di Sanremo. “La stampa – continua – nella classifica della sala stampa la prima sera, Geolier non era nella top five, cioè nei primi cinque. La stampa in quel momento non lo vedeva sul podio. Le radio secondo me si sono divise e chiaramente il televoto era per Geolier”. Sanremo un successo indipendentemente dal vincitore: “E’ la musica contemporaneache crea un clima di libertà e di amicizia vera. I ragazzi hanno bisogno di aggregarsi e con Sanremo lo hanno fatto ancora di più. Angelina ha 22 anni, Geolier ne ha 23. Il podio è il podio, credo, più giovane degli ultimi anni o forse di sempre. Ed è la musica che in questo momento piace. Piace a tutti, piace a me che ho 61 anni. Ma non solo, devo dire”. COnfermato l’addio: “L’ho detto prima di cominciare questa ultima edizione. Sentivo e sento che sia il momento giusto di chiudere dopo cinque anni”. Omaggio dalla Sala Stampa: “Se la sala stampa ti fa la standing ovation al tuo saluto, a volte non ci si trova, a volte la stampa e la direzione artistica non sempre la pensano alla stessa maniera. Ma in quel caso, devo dire, quell’omaggio l’ho gradito. L’ho gradito tantissimo”. Teresa Mannino con la sua performance ha guadagnato un programma. Giovanni Allevi ha commosso tutti quanti, Fiorello, ha superato se stesso. “La giornata di sabato è stata la giornata, per assurdo, è quella dove ci siamo visti meno. Eravamo felicissimi tutti e due perché sono stati prima quattro giorni bellissimi. Lui fuori con il record di ascolti di Viva Rai 2, Viva Sanremo, l’Aristonello. E quindi eravamo tutti molto felici. E ci siamo detti solo un attimo, prima di incontrarci, prima di andare in onda, godiamocela e divertiamoci. Quindi la nostra giornata, io ero sempre in teatro, chiaramente per le prove, lui stava preparando le cose fuori. Non siamo riusciti neanche a vedere la partita perché eravamo impegnati”. Un programma insieme al momento “non è previsto, non è nei nostri programmi in questo momento”. Il segreto di non riposare mai è “l’adrenalina, è il fatto che abbiamo fatto tante serate in discoteca. Quindi per me fare tardi è normale e poi stiamo facendo qualcosa di incredibile e l’affetto della gente ci dà un’energia che evidentemente ci fa dormire di meno e godere di più di questo affetto”. Domani sera a Porta a Porta con Angelina Mango.

La protesta degli agricoltori, il 15 febbraio mobilitazione dei trattori a Roma

La protesta degli agricoltori, il 15 febbraio mobilitazione dei trattori a RomaRoma, 12 feb. (askanews) – Definite questa mattina con la questura di Roma le modalità operative che precederanno la manifestazione del 15 a Roma proposta dal Popolo Produttivo e da Altragricoltura. Per sostenere la piattaforma inviata oggi al Senato ed al ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, spiega Altragricoltura in una nota, arriveranno a Roma circa duecento fra trattori e altri mezzi di lavoro delle diverse categorie produttive provenienti dei presidi dal Casertano, dall’Abruzzo e dal Lazio.


I trattori e gli altri mezzi agricoli si posizioneranno entro le dieci del 14 febbraio presso le aree gestite dalla Cooperativa Agricoltura Nuova in Via Castel di Leva 371, in zona Ardeatina – Divino Amore. “La scelta di quell’area e della realtà contadina, un’azienda biologica fortemente impegnata nel sociale – spiega Altraagricoltura – non è casuale: la Cooperativa Agricoltura Nuova è nata dalle lotte contadine degli anni ’70, è fortemente impegnata a sostenere e praticare i modelli agroecologici della Sovranità Alimentare ed ha già accolto nel 2009 la Marcia dei trattori che dalla Sicilia e dal Sud Italia arrivarono a Roma per denunciare in due mesi di iniziative la crisi e chiedere risposte”. Il 14 febbraio, presso il presidio ospitato nelle aree in Via Castel di Leva 371, il Coordinamento Unitario Contro la Crisi illustrerà in conferenza stampa al presidio il programma operativo dello svolgimento della mobilitazione del 15, che si avvierà con l’appuntamento in Piazza del Campidoglio fin dalle 13 e cui parteciperanno delegazioni da tutta Italia.


La giornata di mobilitazione del 15, intitolata “TELODOIOILMADEINITALY” sarà preceduta da un evento con i trattori posizionati all’altezza del Colosseo ed ha “l’obiettivo concreto di ottenere un incontro per presentare le richieste di Riforma e di misure urgenti sulla crisi sia al Parlamento che al Governo”.

Ciclismo, la Milano-Sanremo 2024 al via da Pavia

Ciclismo, la Milano-Sanremo 2024 al via da PaviaRoma, 12 feb. (askanews) – Partirà da Pavia l’edizione 115 della Classicissima di Primavera, la prima delle cinque Classiche Monumento, in programma sabato 16 marzo. La novità di quest’anno è la partenza dal capoluogo pavese (Piazza della Vittoria) dove nel pomeriggio della vigilia, venerdì, si terrà anche la presentazione delle squadre. Dopo aver percorso circa 44 km di strade pianeggianti a cavallo del Ticino la Milano-Sanremo rientra nel percorso classico a Casteggio. Da lì si ripercorre ancora una volta la strada che per più di 110 anni ha collegato Milano con la riviera di Ponente toccando Ovada, il Passo del Turchino per scendere su Genova a Voltri. Si procede quindi verso ovest accanto al mare lungo la statale Aurelia attraverso Varazze, Savona, Albenga (non si percorre la salita delle Manie inserita dal 2008 al 2013) fino a raggiungere Imperia. A San Lorenzo al Mare, dopo la classica sequenza dei Capi (Mele, Cervo e Berta), si affrontano le due salite inserite negli ultimi decenni: Cipressa (1982) e Poggio di Sanremo (1961). La Cipressa supera 5.6 km al 4.1% per immettere nella discesa molto tecnica che riporta sulla ss.1 Aurelia. A 9 km dall’arrivo inizia la salita del Poggio di Sanremo (3.7 km a meno del 4% di media con punte dell’8% nel tratto che precede lo scollinamento). La salita presenta una carreggiata leggermente ristretta e 4 tornanti nei primi 2 km. La discesa è molto impegnativa su strada asfaltata, ristretta in alcuni passaggi, con e un susseguirsi di tornanti e di curve e controcurve fino all’immissione nella statale Aurelia. L’ultima parte della discesa si svolge nell’abitato di Sanremo. Ultimi 2 km su lunghi rettilinei su vie cittadine. Da segnalare a 850 m dall’arrivo una curva a sinistra su rotatoria e ai 750 m dall’arrivo l’ultima curva che immette sulla retta finale di via Roma, tutto su fondo in asfalto.

Banche, Buch (Bce): usare extraprofitti per rafforzare capitale e IT

Banche, Buch (Bce): usare extraprofitti per rafforzare capitale e ITRoma, 12 feb. (askanews) – “Oggi le banche europee sono meglio patrimonializzate e più resilienti di quanto fossero 10 anni fa, all’inizio dell’Unione bancaria. Ma non ci sono spazi per l’autocompiacimento. I cambiamenti strutturali nell’economia reale, i nuovi rischi che stanno emergendo, la digitalizzazione e l’accresciuta concorrenza possono mettere alla prova i modelli di business delle banche”. Lo ha affermato la presidente del ramo di Vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch durante una intervento alla “House of the Euro” a Bruxelles.


“Di recente gli utili delle banche hanno tratto beneficio dai tassi di interesse più alti. Questo fornisce l’opportunità alle banche di aumentare la loro resilienza, in termini di aumento dei margini patrimoniali e per infrastrutture di Information Technology resilienti”, ha detto. Secondo Buch “viviamo in tempi incerti. Ma la rassegnazione addirittura la paura non sono una buona guida per gestire l’incertezza. In Europa possiamo costruire sulla base di istituzioni solide e di un quadro regolamentare robusto, sia per creare resilienza sia per assumere misure preventive. Questo è al centro della nostra attività sulla vigilanza bancaria. Ele banche sono una parte integrante delle nostre politiche e possono contribuire in maniera rilevante al welfare”.


Dal punto di vista della Vigilanza bancaria “dobbiamo anche adattarci a un contesto che sta cambiando. Colmare le lacune sul sistema di risoluzione. E dobbiamo focalizzarci sui rischi che stanno emergendo e assumere misure tempestivamente – ha avvertito – se vediamo debolezze nel sistema di controllo dei rischi e nella resilienza delle banche”.

Jordi Savall torna alla Iuc con “Folias e Canarios”

Jordi Savall torna alla Iuc con “Folias e Canarios”Roma, 12 feb. (askanews) – Un itinerario affascinante tra antiche danze della Spagna, che per vie misteriose si sono diffuse in mezza Europa, dall’Italia meridionale alla Scozia, all’America del Nord: è “Folias e Canarios”, il concerto con cui Jordi Savall, un vero e proprio pilastro della ricerca e rivalutazione della musica antica e storica, tornerà alla Iuc (Istituzione Universitaria dei Concerti) della Sapienza di Roma domani martedì 13 febbraio alle 20.30 in Aula Magna, alla testa del suo ensemble Hespèrion XXI.


Per oltre 50 anni il maestro catalano, legatissimo alla Iuc, ha riscoperto e portato negli auditorium di tutto il mondo meraviglie musicali altrimenti lasciate nell’oscurità. “Con questo concerto – ha spiegato lo stesso Savall – faremo un viaggio nell’età dell’oro della musica europea proveniente da diversi paesi. Avvicineremo il pubblico alla forza espressiva, alla bellezza e all’emozione che queste composizioni hanno il potere di trasmettere”. L’interpretazione sarà a cura dei solisti di Hespèrion XXI: oltre a Savall che dirige e suona la viola da gamba soprano e la viola da gamba basso, Xavier Díaz-Latorre alla chitarra, Andrew Lawrence-King all’arpa barocca spagnola e David Mayoral alle percussioni. L’ensemble che celebrerà in questa maniera così simbolica i suoi 50 anni di promozione della cultura musicale europea e del dialogo interculturale. Il programma presenta vari esempi di Follia (folía in portoghese) una delle svariate forme di danza e di canto di accompagnamento alla danza di origine popolare che si svilupparono nella penisola iberica nel tardo Medioevo, in seguito assimilate dal repertorio polifonico di corte, tanto vocale che strumentale, ma anche la Morisca, una danza con un forte sapore arabo, addirittura menzionata da Miguel de Cervantes in una sua novella come una delle danze profane tanto di moda al suo tempo da essere riuscite perfino ad “intrufolarsi, per gli spiragli delle porte, dentro ai conventi”.


E ancora la Guaracha, danza messicana, e il Fandango, probabilmente di origine caraibica che divenne popolarissimo in Spagna al principio del secolo XVIII, e il suo ballo fu descritto da Giacomo Casanova come “espressione dell’amore dal principio alla fine”. Altro motivo di danza popolare in Spagna, adottato come basso continuo per variazioni strumentali in altri paesi europei fino alla metà del XVIII secolo, fu il Canarios, o Canario, apparentemente nato nelle Isole Canarie. Spesso descritte all’inizio come “barbare” e “immorali”, queste danze furono in molti casi gradualmente trasformate in sofisticati soggetti di corte secondo il gusto barocco, perdendo in questo processo molte delle loro caratteristiche popolari originarie. Grazie a questo processo, però, rimasero nel cuore del repertorio strumentale europeo. Il concerto è realizzato con il supporto del Departament de Cultura della Generalitat de Catalunya e dell’Institut Ramon Llull, l’istituto per la diffusione della lingua e cultura catalana.

La proposta di Valditara: bocciare gli studenti che occupano. Il Pd: irricevibile

La proposta di Valditara: bocciare gli studenti che occupano. Il Pd: irricevibileRoma, 12 feb. (askanews) – “Purtroppo per il ministro la risposta sanzionatoria sembra essere l’unica soluzione ad ogni problema presente nella scuola. Così davvero non si rende un buon servizio alla crescita del sistema di istruzione del nostro Paese”. Lo afferma in una dichiarazione la responsabile nazionale scuola Pd e capogruppo in commissione Istruzione alla Camera Irene Manzi, commentando l’annuncio del ministro Valditara di prossime norme per codificare la responsabilità civile per danni per gli studenti che occupano edifici scolastici ed il suo personale favore a che tale nuova responsabilità per gli studenti sia anche accompagnata dall’obbligo disciplinare di bocciatura nei loro confronti.


“La scuola – contesta Manzi a Valditara- è, prima di ogni altra cosa, una comunità educante dove si formano i cittadini di domani e non si può pensare di risolvere ogni problema che si verifica al suo interno introducendo nuovi reati e punendo indiscriminatamente gli studenti, tenuti addirittura all’onere della prova. Questo non significa essere buonisti o troppo permessivi ma, nel riconoscimento che eventuali responsabilità personali vanno sempre accertate e sanzionate se ci sono, rivendicare il ruolo principale della scuola che è quello di formare i cittadini di domani. E ogni eventuale sanzione all’interno della scuola deve avere questo obiettivo educativo davanti. Per questo si dovrebbe valorizzare sempre di più il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, rendendolo una elaborazione sempre più partecipata e collettiva con l’obiettivo di ricostruire il dialogo necessario tra scuola, studenti, genitori e rifondare la fiducia nella scuola. Si dovrebbe operare per costruire progetti di comunità educante. Non si può pensare che la repressione sia l’unico strumento efficace per il processo di maturazione e crescita degli studenti e per ripristinare un clima di reale e proficuo confronto all’interno della scuola. Chi danneggia già oggi viene punito: ciò che occorre, valorizzando l’autonomia che caratterizza ogni scuola, è lavorare per ripristinare un clima di dialogo e confronto reciproco, per la serenità della comunità scolastica, senza affidarsi a misure propagandistiche che cavalcano le notizie del giorno”. “Il panpenalismo del governo – fa eco la deputata dem Ilenia Malavasi – l’unica risposta che hanno per ogni questione. Ma con la paura e la repressione non si fa crescere un paese e, soprattutto, non si aiutano i ragazzi. Lo dico con forza: la logica esclusivamente punitiva non può far parte della scuola. La proposta di Valditara, che tra l’altro mette sullo stesso piano chi occupa e chi danneggia, è irricevibile e dimostra come l’unica ricetta di questo governo per affrontare i problemi del Paese sia intervenire penalmente”.


“La scuola di Valditara – conclude – non educa ma obbliga a dei comportamenti senza sviluppare percorsi di crescita ed educazione dei ragazzi che ora non hanno più neppure il diritto di protestare.Bisogna investire sulla scuola come luogo di educazione, di formazione, di crescita, di sviluppo della coscienza critica e dei diritti di cittadinanza. Lungi da me giustificare chi compie atti di danneggiamento o violenza, ritengo che una scuola fondata solo sulla punizione e la repressione fallisca nella sua missione educativa”.

Al via la terza edizione di “Al centro di Roma” a Palazzo Venezia

Al via la terza edizione di “Al centro di Roma” a Palazzo VeneziaRoma, 12 feb. (askanews) – Dal 15 febbraio a Roma, a Palazzo Venezia, torna “Al centro di Roma”: la rassegna ideata da Edith Gabrielli, direttrice dell’Istituto VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, con un ricco programma di conferenze rivolto a un pubblico ampio e diversificato. Giunta alla sua terza edizione, la rassegna rappresenta un appuntamento per gli amanti dell’arte, della storia e della cultura.


“L’avvio della nuova edizione della rassegna ‘Al centro di Roma’ è per noi motivo di grande orgoglio – ha dichiarato dichiara Edith Gabrielli – l’alto rilievo dei protagonisti, appartenenti al mondo della cultura, della storia, dell’architettura e dell’archeologia, e l’interesse dei temi affrontati in questi anni, rendono l’iniziativa uno dei fiori all’occhiello dell’ampia proposta culturale del VIVE, luogo sempre più aperto ai visitatori ed alla comunità”. L’edizione di quest’anno prevede cinque cicli di incontri, a cadenza settimanale. Oltre agli appuntamenti dedicati alla storia, all’arte e all’architettura si aggiungono due nuovi cicli: uno dedicato all’archeologia, curato dal professor Paolo Carafa, e un secondo in collaborazione con gli istituti di cultura esteri di Roma, a cura della professoressa Marina Formica.


A inaugurare l’edizione 2024 il ciclo “Costruire raccontare architettura” con un incontro dal titolo “Va bene così” tenuto dall’architetto Aldo Aymonino. L’incontro, previsto giovedì 15 febbraio alle ore 18 sarà aperto da un saluto di Massimo Osanna, direttore Generale Musei del Ministero della Cultura e dagli interventi introduttivi della direttrice Edith Gabrielli e di Orazio Carpenzano, preside della Facoltà di Architettura “Sapienza” Università di Roma. Le conferenze, a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, sono ospitate nella Sala del Refettorio di Palazzo Venezia, in via del Plebiscito 118 a Roma.

Libri, di destra o di sinistra? Forse meglio un centro di gravità permanente

Libri, di destra o di sinistra? Forse meglio un centro di gravità permanenteRoma, 12 feb. (askanews) – Cosa vogliono gli Italiani? Pretendono una guida, sic et simpliciter. Le conferme provengono dalla nostra vita quotidiana e dalla storia politica italiana dal dopoguerra in poi. Comunisti, democristiani, socialisti, populisti, persino i Radicali, i più presuntamente liberali di tutti, si sono riconosciuti in un individuo integerrimo in cui riversare le proprie aspettative e le proprie speranze.


Walter Rodinò, Laureato in giurisprudenza, da sempre nel mondo della Comunicazione con Ri-Comunicare, scrive per un pubblico trasversale, offrendo spunti di riflessione dal politico al sociale, della nostra società. Con questo articolo, prepara il lettore alla prossima uscita del libro molto atteso “Ideologie, idee, ideali” dopo il successo del primo “Linguaggi, lingue, linguacce” . Rispettata la trilogia nel titolo, i lettori attendono. Sarà un testo sorprendente, sia per l’analisi ma soprattutto per la posizione presa dall’autore su tematiche come il premierato


‘Alcide De Gasperi, il ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti, Giuseppe Saragat, Pietro Nenni. Si tratta di riconoscibili personalità storiche che consistevano in nord magnetici infallibili per le bussole dei futuri elettori dell’Italia liberata – spiega Rodinò -. Un comunista sapeva che in Palmiro Togliatti avrebbe trovato i propri ideali di giustizia sociale, un democristiano sapeva che in Alcide De Gasperi avrebbe trovato i valori cristiani della famiglia e l’ordine. La loro personalità si era forgiata durante la guerra e in ossequio alle ultime ideologie ottocentesche; tanto forte che, ancora oggi, essi sono visti come creature leggendarie, autentici leader, esempi di un’epoca segretamente rimpianta. Tutti i più importanti uomini del novecento sono connessi ad eventi drammatici e alle grandi ideologie. Churchill, Roosevelt, Gramsci che muore in carcere, Pertini che subisce l’arresto e organizza l’antifascismo militare. Anche Che Guevara e Fidel Castro, che appaiono sulle T-shirt dei militanti di sinistra, spesso pacifisti, sono legati alla guerra. Anche l’inno di Mameli, siamo fuori contesto, fu scritto da Goffredo Mameli, morto a ventuno anni in battaglia agli ordini di Garibaldi’. A mano a mano che ci si allontana dalla guerra e dalle grandi ideologie, i leader per l’autore diventano più ordinari, privi di quel carisma che li metteva in contatto elettrico con i propri elettori. E la stessa Giorgia Meloni ‘è emersa in tutta la sua forza dopo la pandemia, evento drammatico che, per ragioni che non starò qui ad elencare, ha avuto molte analogie con la guerra. Sacrosanta l’esaltazione della democrazia, ma la democrazia, senza una guida forte, che incanali allo stesso tempo una rappresentanza politica e morale, tende a ripiegare su sé stessa in un esercizio sterile e burocratico che tende, paradossalmente, ad allontanare i cittadini dal godimento della stessa’.


L’intera storia della politica italiana dai primi anni ’80 al 2019 fu caratterizzata dalla ricerca spasmodica, quasi sempre inconscia, di una vera personalità in cui confidare ovvero porre, riporre, con fiducia, le proprie speranze di miglioramento: ‘Se si interroga un boomer italiano su quando si è sentito maggiormente orgoglioso di essere italiano a livello politico e internazionale, probabilmente si sentirà rispondere ‘a Sigonella’. Che fino al 1985 era una sconosciuta base aeronautica italiana tra Siracusa e Catania. Al di là dei giudizi complessivi su Bettino Craxi, è opportuno evidenziare come nell’immaginario popolare si sedimentò la figura pubblica di un politico in grado di gestire momenti drammatici della vita del paese, con una facoltà decisionale indipendente’. Ancora, ‘nelle democrazie sancite dalle costituzioni l’elettore cerca sempre la fiducia e la stabilità. In Italia Berlusconi possedeva questo pregio. E non si è trattato di astuzia come qualcuno ha pensato riferendosi al celebre contratto con gli italiani. Gli italiani lo votarono perché avevano piena fiducia in lui, immediata, una corrispondenza di amorosi sensi, dove per amorosi sensi intendiamo idee senza parole, essere in sintonia poiché si avverte istintivamente di possedere qualcosa in comune con lui. Abbiamo parlato di Bettino Craxi, di Silvio Berlusconi, e di molti altri leader potremmo parlare, di destra e di sinistra. Possiamo affermare che gli elettori della sinistra sono stati immuni da tali fascinazioni della personalità dei propri leader? Certamente no, essendo anch’essi italiani ne sono stati travolti’.


Giorgio Bocca ha scritto su Togliatti: ‘nel partito non ha rivali, le masse popolari lo venerano, la stessa borghesia lo considera come l’indiscusso capo dell’opposizione’. Nel 1953, per il sessantesimo compleanno, un compagno dice: ‘Mazzini, Cavour, Garibaldi, tutti li riassumi’. Passi per Cavour a cui Togliatti era simile per alcuni aspetti, magari Garibaldi e Mazzini? Palmiro Togliatti venne soprannominato il Migliore, dai suoi e dagli avversari, dava l’impressione di occuparsi di tutto e tutti, siamo al pre berlusconismo. Cosa sarà Enrico Berlinguer se non un nuovo Togliatti da venerare? Oppure Breznev, Nilde Iotti, persino Massimo D’Alema, aggiunge l’autore. Per il quale, ‘anche a sinistra si reclamava e si reclama tuttora una individualità moralmente indiscussa, solida, in grado di stabilire un contatto elettrico con le folle dei votanti, un primus inter pares, un presidente democratico, il presidente degli italiani’. Destra e sinistra. ‘Oggi queste due parole sembrano assolutamente inutili, poiché la globalizzazione post ’89 ha reso i parlamenti omogenei tra loro e sono sfumate fino all’indifferenza le nette divisioni ideologiche seguite al secondo conflitto mondiale. Oggi i cittadini si lamentano di una democrazia che non risponde più alle sollecitazioni dal basso. Ma perché la reazione della maggioranza degli Italiani consiste unicamente nella rinuncia e nella sfiducia oppure non esiste affatto? Una delle risposte potrebbe essere che si sono sostituiti i fondamenti della democrazia con l’elargizione di una pletora di diritti in grado di mascherare il pericolo della negazione della democrazia stessa.Fu probabilmente Eduardo Galeano a coniare il neologismo ‘democratura’ (‘democradura’) che indicava una democrazia esibita, puramente formale quanto vacua, abile a nascondere un regime elitario o addirittura dittatoriale. Nella democratura il singolo cittadino partecipa formalmente alle elezioni; elegge indirettamente ‘qualcuno’ (il Presidente del Consiglio, i deputati nella lista bloccata); il suo compito democratico si esaurisce qui. Che tale qualcuno mantenga ciò che ha promesso è una speranza ridotta al lumicino già durante il periodo cosiddetto della ‘luna di miele’ (i primi cento giorni di governo dove l’elettore conserva gran parte della fiducia); oltre la luna di miele vi è, quasi sempre, la luna di fiele, cioè la sconfessione del nocciolo duro delle promesse. Oggi avvertiamo il paradosso per cui decisioni essenziali che riguardano la nostra esistenza (sanità, welfare, pensioni, lavoro, istruzione) sono prese in ambiti invisibili, spesso sovranazionali. L’Italiano avverte che il tifo fra destra e sinistra, involucri concettuali vuoti di significato, non lo appaga più. Cerca qualcos’altro, ma ancora non ne ha reale contezza. Spesso si invoca il populismo. Il populismo è l’ansia di bruciare le pastette e il politichese a favore di una diretta connessione con il governante. Utilizzare sprezzantemente i termini ‘populismo’ o addirittura bollare come ‘fascismo’ questa urgenza che sale dall’elettorato, non solo non aiuta la fredda analisi degli avvenimenti di oggi, ma la confonde ancora di più, esacerbando gli animi e predisponendo psicologicamente i cittadini a desiderare proprio ciò che si desidera contrastare ovvero l’uomo forte. Si tratterà, quindi, di considerare la voglia di partecipazione effettiva degli Italiani e di escogitare una nuova forma di governo che consenta di recepirla formalmente proprio nell’ambito democratico. Questa nuova forma dovrà contemplare l’aspirazione alla democrazia diretta e rimodulare i contrappesi costituzionali che la ancorino alla più schietta procedura democratica. Questa nuova forma potrebbe essere il premierato’, conclude Rodinò.

Sud, Intesa Sanpaolo: nel 2023 export in aumento del 3,7%

Sud, Intesa Sanpaolo: nel 2023 export in aumento del 3,7%Napoli, 12 feb. (askanews) – Nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni dei distretti industriali del Mezzogiorno sono state pari a quasi 7,2 miliardi di euro, in crescita del 3,7%, a prezzi correnti, rispetto al periodo gennaio-settembre 2022 (+260 milioni di euro), un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+0,4%). E’ quanto fotografato dallo studio realizzato dalla irezione Studi e Ricerche di Banca Intesa Sanpaolo.


Dopo un primo trimestre di crescita a doppia cifra (+11%) e un secondo di lieve calo (-0,6%), il terzo trimestre ha registrato una nuova crescita (+1,1%). Nel terzo trimestre 2023 il Mezzogiorno è stata l’unica area geografica a registrare un’evoluzione positiva delle esportazioni distrettuali (Nord-Est -2,4%, Nord-Ovest -4,7% e Centro -6,5%), grazie all’elevata presenza su questo territorio dei distretti agro-alimentari (il peso dell’export dei distretti agro-alimentari sul totale è pari all’8,4% per il Centro, 15% per il Nord-Ovest, 15,4% per il Nord-Est e 63% per il Mezzogiorno). Tra le regioni del Mezzogiorno in cui si monitorano distretti industriali, solo Puglia e Basilicata hanno mostrato esportazioni in calo rispetto ai primi nove mesi del 2022 (rispettivamente -3,7% e -10,7%). Per dinamica positiva si evidenzia la Sardegna (+16,2%), seguita da Campania (+9,2%) e Abruzzo (+8,5%). Risultano in crescita anche le vendite all’estero dei distretti siciliani (+5,8%). Ben 15 distretti dei 28 monitorati hanno realizzato una crescita delle esportazioni nel periodo esaminato.

Premierato, La Russa: ruolo minore Colle? Perché si sa chi vince

Premierato, La Russa: ruolo minore Colle? Perché si sa chi vinceRoma, 12 feb. (askanews) – Nelle obiezioni che vengono fatte alla riforma costituzionale per l’introduzione del cosiddetto premierato “la mentalità di sinistra fa breccia, dà per scontato che vinca la Meloni, il che mi fa piacere: vuol dire che hanno deciso che la prossima volta non è vero che loro sperano di vicnere, è sicuro che vinca la Meloni, altrimenti non farebbero questa equazione (sulla presidente del Consiglio che vuole ‘estendere’ i suoi poteri, ndr)”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel corso della registrazione di Quarta Repubblica, in onda oggi, in prima serata su Retequattro.


Secondo La Russa “la Meloni, il centrodestra, Fratelli d’Italia e anche gli altri partiti, proponendo che il capo del Governo sia eletto direttamente dai cittadini, dal popolo, non pensano solo a quello che succederà fra tre anni, ma a quello che succederà nei prossimi trent’anni. Vogliono evitare che in futuro vi sia al governo gente che non ha vinto le elezioni, fino a quando questa riforma durerà”. Quanto ai poteri “sostanziali” che il ddl premierato, secondo i suoi critici, sottrae al Quirinale, il presidente della Repubblica, ha sostenuto La Russa, “conterebbe di meno se ci potessero essere elezioni incerte. In un sistema com’è stato fino adesso in cui alla fine delle elezioni non si sapeva chi aveva vinto, lì il presidente della Repubblica per fortuna ha avuto un ruolo, un ottimo ruolo. Col sistema rifromato del premierato, siccome con l’elezione diretta del popolo ci sarà sempre un vincitore, a quel punto il ruolo minore del presidente è perché non c’è l’incertezza”, ha concluso.