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Pd cerca equilibrio su Ucraina ma dissensi da minoranza

Pd cerca equilibrio su Ucraina ma dissensi da minoranzaRoma, 10 gen. (askanews) – E’ un lavoro di equilibrio difficile quello che il Pd ha dovuto fare oggi sulle risoluzioni sull’invio di armi all’Ucraina, l’obiettivo di costruire un’alleanza costringe Elly Schlein ad una complicata opera di tessitura per evitare gli smarcamenti dei potenziali alleati. Già la riunione del gruppo di ieri sera alla Camera – raccontano – era stata difficile, per le differenti posizioni ma alla fine la mediazione sulla risoluzione del Pd è stata efficace, tanto che non sono stati registrati voti contrari. Le smagliature appaiono quando si tratta di votare sui testi degli altri partiti, perché da un lato il Pd non vuole marcare troppo le distanze da M5s, che da mesi cerca di intestarsi la battaglia “pacifista” del no alle armi a Kiev, e dall’altra non può sconfessare la linea fin qui sostenuta del sostegno anche militare all’Ucraina.

Ne è uscita una linea da equilibristi, appunto, quella dell’astensione su tutte le altre risoluzioni, che ha provocato qualche distinguo e ha scatenato le polemiche dei centristi. Alla Camera sono stati in tre a dire sì al documento del centrodestra – Lorenzo Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle – a votare comunque a favore dell’invio di armi all’Ucraina, imitati da sei senatori a palazzo Madama, Simona Malpezzi, Dario Parrini, Filippo Sensi, Tatiana Rojc, Valeria Valente e Pier Ferdinando Casini (che è nel gruppo Pd). Non è uno smarcamento in blocco della minoranza – che comunque ci tiene a far sapere di aver riunito il coordinamento di ‘Energia popolare’ con Stefano Bonaccini – molti esponenti dell’area hanno votato secondo le indicazioni di partito, ma comunque un segnale di irrequietezza che già altre volte era arrivato sulle questioni di politica estera.

Inoltre, appunto, l’astensione sulla risoluzione 5 stelle ha portato agli attacchi dei centristi, sia di rito renziano che calendiano, che accusano i democratici di rinnegare la loro stessa linea dicendo sì ad un testo che chiedeva lo stop all’invio delle armi. “Il Partito Democratico si è astenuto sulla vergognosa risoluzione pro-russa del M5s”, attacca Calenda. Giuseppe Provenzano non ci sta, precisa che il Pd si è astenuto sul testo dei 5 stelle perché il passaggio sullo no alle armi era ormai precluso dall’approvazione delle risoluzioni del Pd e della maggioranza: “Dal terzo polo bugie e accuse surreali”, dice. “Ci siamo invece astenuti sulla risoluzione del Governo, perché non credibile sugli impegni diplomatici, su cui Crosetto è stato elusivo, e manchevole della condanna ai veti di Orban. E ci siamo astenuti anche su tutte le altre delle opposizioni, compresa quella del M5S che comunque non conteneva più il punto in cui si chiedeva di interrompere la fornitura delle armi, perché precluso dai voti precedenti”.

Un ragionamento che, comunque, non convinceva tanti nel partito, tanto che al Senato, alla fine, si è deciso di seguire una strada diversa, grazie anche al fatto che il documento M5s non è stato ammesso al voto. Il Pd ha votato anche il testo dei centristi in questo caso, evitando di astenersi come fatto alla Camera. E Alessandro Alfieri, membro della segreteria e esponente della minoranza, ha chiarito in aula: “E’ proprio in questo momento, il momento di massima difficoltà, che dobbiamo far sentire la nostra vicinanza al popolo ucraino”. Quindi, ha sottolineato, “Voteremo il prossimo decreto” per la fornitura di armi a Kiev.

Dopo il caso Ferragni arriva la stretta dell’Agcom per gli influencer

Dopo il caso Ferragni arriva la stretta dell’Agcom per gli influencerMilano, 10 gen. (askanews) – Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione del 10 gennaio, a seguito di “una consultazione pubblica ampiamente partecipata”, ha “approvato all’unanimità” le Linee guida “volte a garantire il rispetto da parte degli influencer delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi”. Lo riporta un comunicato.

Tra le regole previste, in caso di “contenuti con inserimento di prodotti”, gli influencer “sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile”. La “crescente rilevanza e diffusione dell’attività degli influencer, definiti come soggetti che creano, producono e diffondono al pubblico contenuti audiovisivi, sui quali esercitano responsabilità editoriale, tramite piattaforme per la condivisione di video e social media”, si legge nel comunicato, “ha sollecitato l’Autorità ad intervenire. Le Linee guida oggi approvate costituiscono un primo importante passo”.

Ferma restando la disciplina nazionale e la regolamentazione dell’Autorità in materia di contenuti generati dagli utenti distribuiti su piattaforme di condivisione video, le Linee guida definiscono “un insieme di norme indirizzate agli influencer operanti in Italia che raggiungono, tra l’altro, almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media su cui operano e hanno superato su almeno una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2% (ossia, che hanno suscitato reazioni da parte degli utenti, tramite commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicati)”. Le previsioni riguardano, in particolare, “le misure in materia di comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport”, prevedendo “un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento dei contenuti”.

In caso di contenuti con inserimento di prodotti, “gli influencer sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile”. Le Linee guida dispongono, inoltre, “l’avvio di un Tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta che definisca le misure a cui gli influencer si dovranno attenere”. Il codice “sarà redatto nel rispetto dei principi che informano le Linee guida e prevederà sistemi di trasparenza e riconoscibilità degli influencer che dovranno essere chiaramente individuabili e contattabili”.

“Al Tavolo tecnico – prosegue il comunicato dell’Agcom – parteciperanno anche soggetti che solitamente non rientrano nel perimetro normativo e regolamentare dell’Autorità, quali quelli che popolano il mondo dell’influencer marketing, quindi non solo influencer, ma anche soggetti che operano quali intermediari tra questi e le aziende”. Ciò “permetterà di recepire le istanze di questi soggetti e di indirizzarne l’azione, avvalendosi delle buone prassi in materia, verso il rispetto delle regole”. L’iniziativa, conclude il comunicati, è “in linea con altre iniziative nazionali adottate da altri Stati membri dell’Unione e con le analisi e le soluzioni proposte in relazione alle attività degli influencer dal Gruppo dei regolatori europei dell’audiovisivo – ERGA”.

”Dare la vita”: l’ultimo libro di Murgia sulla gravidanza surrogata

”Dare la vita”: l’ultimo libro di Murgia sulla gravidanza surrogataRoma, 10 gen. (askanews) – Michela Murgia aveva in animo di scrivere un libro sulla gestazione per altri, o surrogazione, da oltre sei anni: lo dice nella postfazione Alessandro Giammei, il curatore di “Dare la vita”, ultimo saggio dell’intellettuale e romanziera morta nel 2023 a soli 51 anni. Un saggio elaborato con estrema fatica che si è “trovata a dover chiudere in meno di sei settimane”, quanto le ha concesso alla fine la malattia.

Elaborato dunque in parte da materiale nuovo, in parte da riflessioni già scritte. “Per sistemare queste scritture secondo le volontà di Michela sono ricorso oltre che alla mia memoria e al suo archivio, a diversi messaggi… alcuni dei quali mi hanno anche fornito brevi brani di raccordo, introduzione e cerniera necessari… a dare continuità alla lettura” scrive Giammei.Il saggio su uno dei temi più ostici e controversi della politica e dell’etica italiana si legge, in effetti, come un continuum. Alle riflessioni sul significato stesso di “dare la vita”, da Murgia (che figli biologici non ne ebbe, ma quattro “d’anima”, alla sarda, sì), segue l’analisi del concetto di ‘famiglia queer’: quella che non è tutelata dalle leggi italiane, e che vive fuori dai parametri.

Il nucleo del saggio, sulla GPA, comincia con un assunto: la maternità non è solo “una funzione biologica”: “non è tollerabile oggi in un discorso serio sentir definire ‘maternità’ il processo fisico della sola gravidanza”. Non oggi, quando per la prima volta nella storia le donne possono sfuggire se lo vogliono al destino di essere madri per forza, e quando tante famiglie doppie o triple vivono con figli adottivi o d’anima con cui non hanno legami biologici.“Di conseguenza è improprio anche discutere di ‘maternità surrogata’. Si può discutere invece di gravidanza surrogata, purché resti chiaro che si tratta di una cosa profondamente diversa”.

Ne conseguono diverse riflessioni. Primo: la GPA è una questione di soldi, sì. Donne o famiglie più ricche sfruttano la disponibilità di donne bisognose a offrire il loro corpo e la loro persona per una gravidanza (non una maternità). E non è neanche una storia recente: Murgia ricorda le tante schiave che nella Bibbia partoriscono figli per le mogli infertili dei profeti.Sono sfruttate, le donne che si prestano alla GPA? Sì, e in pagine luminose Murgia scrive, “ma questa affermazione può essere applicata anche alla signora rumena che ha lasciato i figli alla madre per venire qui a fare la badante a nostra nonna… È ipocrita non voler vedere che la nostra emancipazione, la libertà di andare a lavorare o vivere la vita della nostra famiglia anziché votarsi all’assistenza di una persona anziana è conquistata a prezzo della non emancipazione di altre donne, alle quali il compito di cura che la società ha sempre preteso dalle donne italiane è stato trasferito”.

Murgia ne conclude che la GPA va regolamentata, perché là dove non c’è una legge, si finge che il fenomeno non esista, mentre se lo si vieta, lo si ricaccia solo oltre confine, magari in India. Tutelare le donne significa garantire loro fra l’altro un giusto compenso. Non solo: non considera accettabile una legge sul modello californiano, che obbliga la gestante a cedere il figlio alla nascita.“Proprio perché un essere umano non è una merce, in nessun caso il denaro versato alla donna gestante può essere considerato un corrispettivo” per il o la nascitura (nel libro è usata la schwa), “ma sempre e soltanto una remunerazione della sua gestazione”. Si paga il tempo ma non si compra chi nasce, la cui cessione “avviene per pura volontà da parte di colei che ne è a tutti gli effetti la madre fisica”. Così come non si può obbligare la gestante ad abortire di un feto non perfetto.Murgia però invita caldamente a non lasciarsi prendere dall’ipocrisia: chi si oppone alla GPA, dice, non ha alcun interesse per quel che accadrà ai bambini (si veda il capitolo “Cosa penseranno i bambini (come se ce ne fosse mai importato niente)”. E osserva, “il primo a dirti che ‘il meglio è nemico del bene’ è proprio il famoso buon senso con cui la destra, la tradizione e il patriarcato vorrebbero impedirci di ripensare a soluzioni alternative per fare famiglia”.Questo pamphlet edito da Rizzoli, con le sue 122 pagine, offre molti altri spunti, pensieri laterali, forse soluzioni per ‘fare famiglia’ in questi tempi di rivoluzione tecnologica oltre che sociale. Farà venire l’orticaria a molti, come spesso Murgia ha fatto in vita.Il punto è che con Michela Murgia, oggi come ieri, si può essere o meno d’accordo; ma non si può ignorare che da ogni riga traspare l’intelligenza lucida e visionaria dell’intellettuale a cui la formazione teologica era servita, oltre che per la sua fede personale, come palestra di ragionamento e retorica. Ci lascia il suo appello: “Quando qualcosa non vi torna datemi torto, dibattetene, coltivate il dubbio… La mia anima non ha mai desiderato generare né gente né libri mansueti, compiacenti, accondiscendenti. Fate casino”. (di Alessandra Quattrocchi) 

Il Piano Mattei per lo sviluppo di Stati del Continente Africano è legge

Il Piano Mattei per lo sviluppo di Stati del Continente Africano è leggeRoma, 10 gen. (askanews) – Con 169 voti a favore e 119 contrari l’Aula della Camera ha approvato definitivamente il decreto legge Piano Mattei per lo sviluppo di Stati del Continente Africano. Non essendo state apportate modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato, il decreto è convertito in legge.

Un piano strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano, volto alla promozione di uno sviluppo sostenibile e duraturo. Questo l’obiettivo del ‘Piano Mattei’ per lo sviluppo dei Paesi africani, un Piano la cui governance è definita nel decreto legge che è stato approvato definitivamente dalla Camera, senza modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato. Una “scatola vuota”, secondo le opposizioni, che non prevederebbe risorse e progetti concrete per investimenti. Un Piano che si riempirà di contenuti, replicano governo e maggioranza, che verranno definiti in collaborazione tra Italia e Paesi africani, a partire da quanto emergerà dalla Conferenza Italia-Africa di fine gennaio.

Il Piano Mattei, di durata quadriennale e aggiornabile anche antecedentemente scadenza, è adottato con un decreto del Presidene del Consiglio dei Ministri previo parere delle Commissioni parlamentari competenti che dovranno esprimersi entro trenta giorni, disposizione quest’ultima inserita nel corso dell’iter al Senato. Gli ambiti di intervento e le priorità del Piano, è scritto nel decreto, riguardano la cooperazione allo sviluppo, la promozione di esportazioni e di investimenti, l’istruzione e la formazione, la ricerca e l’innovazione, la salute, la sicurezza alimentare, lo sfruttammento sostenibile delle risorse naturali, l’ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture, anche digitali, il partenariato nel settore aerospaziale e in quello energetico e delle fonti rinnovabili e dell’economia circolare.

Per coordinare le attività è istituta la Cabina di regia per il Piano Mattei, presieduta dal Presidente del Consiglio e composta dal Ministro degli Affari esteri (vicepresidente), dagli altri ministri, dal presidente della Conferenza delle Regioni, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dal presidente dell’Ice, da rappresentanti di Cdp, Sace e Simest. Al fine di supportare le attività connesse al Piano Mattei e i lavori della Cabina di regia, è istituita a decorrere dal 1° dicembre 2023, una apposita Struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con oneri previsti di 235.077 euro per il 2023 e di 2,8 milioni di euro annui a decorere dal 2024.

Entro il 30 giugno di ciascun anno il governo trasmette alle Camera una relazione sullo sttao di attuazione del Piano.

Ucraina, Conte: Governo passivo segue istruzioni di Washington

Ucraina, Conte: Governo passivo segue istruzioni di WashingtonRoma, 10 gen. (askanews) – “Ancora una volta il Movimento 5 stelle costituisce un’eccezione: abbiamo votato no all’invio di ulteriori forniture militari per l’Ucraina”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un punto stampa rilanciato sulla sua pagina Facebook.

“Ancora qualche mese fa – ha sottolineato l’ex premier – la presidente Meloni scommetteva sulla vittoria sulla Russia: una scommessa che noi non abbiamo mai fatto perché riteniamo che assecondare questa escalation militare allontani una via di uscita. L’unica via d’uscita è il negoziato, trattative per la pace, concentrare lì i nostri sforzi politici e diplomatici. Invece il risultato è un governo che continua ad assecondare le indicazioni, le istruzioni di Washington, a piegarsi passivamente a questa logica bellicista di una escalation militare: che non sta portando assolutamente frutti, se non ulteriori morti e distruzioni”. “Peraltro oggi – ha proseguito il leader M5S – è stata respinta una nostra proposta di tassare gli extraprofitti delle industrie belliche. In un momento del genere, dove le industrie belliche ormai sono un paio d’anni che stanno lucrando ingenti vantaggi e profitti, almeno il Governo potrebbe avere la decenza, visto che sposa questa linea, di poter operare una redistribuzione con questa tassazione, a favore di famiglie e imprese in difficoltà. In difficoltà per il caro-vita, il caro-mutui, il caro-tutto. Invece nulla per le emergenze degli italiani ma continua a seguire le istruzioni che ci vengono impartite dall’estero”, ha concluso Conte.

Via libera del Senato alla prosecuzione degli aiuti, anche militari, a Kiev

Via libera del Senato alla prosecuzione degli aiuti, anche militari, a KievRoma, 10 gen. (askanews) – L’aula del Senato ha approvato, con 103 voti favorevoli, 24 contrari e 27 astenuti, la risoluzione di maggioranza con cui si chiede, tra le altre cose, di “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito Nato e Unione europea, nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”.

La risoluzione chiede anche di “profondere tutti gli sforzi diplomatici in tutte le sedi, anche in qualità di presidente di turno del G7, con l’obiettivo di porre fine al conflitto e alle sofferenze del popolo ucraino e giungere ad una pace giusta, duratura ed equilibrata che ristabilisca la sicurezza e l’ordine mondiale nel rispetto del diritto internazionale”. L’aula di Palazzo Madama ha approvato anche le risoluzioni a firma Borghi (Iv) – Gelmini (Az), su cui il governo aveva espresso parere favorevole, e del Pd (Alfieri ed altri), votata per parti separate. Precluse le risoluzioni di M5s (Patuanelli e altri) e Avs (De Cristofaro e altri).

Hewlett Packard Enterprise acquisirà Juniper Networks per 14 mld usd

Hewlett Packard Enterprise acquisirà Juniper Networks per 14 mld usdNew York, 10 gen. (askanews) – Hewlett Packard Enterprise ha reso noto che acquistarà il fornitore di apparecchiature di rete Juniper Networks per circa 14 miliardi di dollari, ovvero 40 dollari per azione, in un accordo interamente in contanti.

HPE prevede di concludere l’accordo entro la fine dell’anno o all’inizio del 2025 e se l’operazione sarà completata, Rami Rahim, CEO di Juniper, guiderà il gruppo combinato e riporterà al CEO di HPE, Antonio Neri, secondo una dichiarazione dell’azienda. Hewlett-Packard ha approfondito il networking quando ha acquistato Aruba Networks nel 2015. Mesi dopo, HP si è divisa in due, dando vita a HPE, che vende server e altre apparecchiature per data center, e HP Inc., che produce PC e stampanti.

Fondata nel 1996, Juniper ha dedicato molti anni alla ricerca di Cisco nel mercato degli apparati di rete. I ricavi sono cresciuti del 12% anno su anno nel 2022, la crescita più rapida dal 2010. L’unione porterebbe a un risparmio sui costi annuali di 450 milioni di dollari entro tre anni dal completamento dell’accordo, ha affermato HPE.

Ucraina, da Senato ok ad aiuti anche militari a Kiev

Ucraina, da Senato ok ad aiuti anche militari a KievRoma, 10 gen. (askanews) – L’aula del Senato ha approvato, con 103 voti favorevoli, 24 contrari e 27 astenuti, la risoluzione di maggioranza con cui si chiede, tra le altre cose, di “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito Nato e Unione europea, nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”.

La risoluzione chiede anche di “profondere tutti gli sforzi diplomatici in tutte le sedi, anche in qualità di presidente di turno del G7, con l’obiettivo di porre fine al conflitto e alle sofferenze del popolo ucraino e giungere ad una pace giusta, duratura ed equilibrata che ristabilisca la sicurezza e l’ordine mondiale nel rispetto del diritto internazionale”.

Cosmo annuncia a sorpresa un tour nei club italiani

Cosmo annuncia a sorpresa un tour nei club italianiRoma, 10 gen. (askanews) – A sorpresa Cosmo torna a esibirsi dal vivo nei club, e questa volta lo fa stupendo tutti con l’annuncio che in questi nuovi concerti verrà presentata per la prima volta nuova musica.

Cosmo porterà sul palco, accompagnato da una band di quattro elementi, il materiale inedito che andrà a comporre il suo nuovo album, il quinto. Non mancheranno, ovviamente, i classici del suo repertorio ri-adattati per l’occasione, perché per Marco – si sa – i concerti sono un organismo vivo e mutante: ogni suo show è diverso dal precedente e ogni tour arricchisce il viaggio della sua musica con nuove strade e percorsi. Per Cosmo il concerto dal vivo è un trionfo di aggregazione e socialità, una festa dove si canta, si piange, si ride e soprattutto si balla dando al corpo quello che il corpo vuole. Un vero e proprio rito pagano che ha nei club il suo santuario: il 30 marzo 2024 al Tuscany Hall di Firenze, il 2 aprile 2024 alle OGR di Torino, il 6 aprile 2024 alla Casa della Musica di Napoli, il 9 aprile 2024 all’Estragon di Bologna, l’11 aprile 2024 all’Alcatraz di Milano, il 18 aprile 2024 all’Hall di Padova, il 24 aprile 2024 all’Atlantico di Roma, il 26 aprile 2024 all’Eremo di Molfetta (BA) e il 30 aprile 2024 al Teatro Verdi di Cesena.

Parigi dedica una via a David Bowie a 8 anni dalla morte

Parigi dedica una via a David Bowie a 8 anni dalla morteRoma, 10 gen. (askanews) – A Otto anni dalla sua morte David Bowie ha una strada a lui intitolata a Parigi. La targa è stata apposta nel 13esimo distretto sulla riva gauche, Rue David Bowie, inaugurata l’8 gennaio, giorno in cui avrebbe compiuto 77 anni, con una grande festa. Bowie è scomparso il 10 gennaio 2016 e Parigi è la prima città al mondo ad onorare il Duca Bianco nel suo stradario. Un verso piuttosto oscuro della canzone “Aladdin Sane” di Bowie si riferisce a “Parigi o forse all’inferno”. Il tributo celebra la prima esibizione parigina di Bowie nel 1965, la prima fuori dal Regno Unito. Malato di cancro da oltre 18 mesi, Bowie muore a New York il 10 gennaio 2016, pochi giorni dopo aver compiuto 69 anni. La sua vera carriera inizia con l’album “Hunky dory” del 1971 (undici mesi prima c’era stato “The man who sold the world” ma l’anno del trionfo è il successivo, quello dell’album “Ziggy Stardust”, costellato da brani come “Rock’n’roll suicide”, “Starman”, “Suffragette city” o “Five years”). Nel maggio 1974 il primo dei cambiamenti, quello dell’epico “Diamond dogs”, album futuribile e decadente. E un altro ancora, con l’epico “Low”, lo aspetta nel gennaio 1977. Il successivo “Heroes”, giocato sulle stesse atmosfere ma meno claustrofobico, è un grande successo. Il nuovo millennio è rappresentato invece da “Heathen”, lavoro del 2002 del “Duca bianco” (così viene chiamato spesso il cantante, per via del suo portamento elegante e distaccato). Nel gennaio del 2016 esce il suo ultimo disco dal titolo “Blackstar”.