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Il Musical Saranno Famosi al Teatro Alfieri di Torino

Il Musical Saranno Famosi al Teatro Alfieri di TorinoRoma, 10 gen. (askanews) – Da giovedì 18 gennaio a domenica 28 gennaio, al Teatro Alfieri di Torino, va in scena “Saranno Famosi”, il musical realizzato da una delle serie tv più famose.

La trama racconta la vita degli allievi e gli insegnanti della rinomata ed esclusiva scuola di Performing Arts di New York. Un gruppo di ragazzi, la loro passione e la loro dedizione per il mondo dello spettacolo, una storia che continua a conquistare ed emozionare nuove generazioni di pubblico ed ispirare miriadi di giovani talenti. Saranno Famosi è un fenomeno leggendario ed intramontabile della cultura pop. Un titolo talmente famoso da essere entrato nell’immaginario della gente come sinonimo di desiderio di realizzare il proprio sogno nel mondo dello spettacolo. Il duro lavoro, la competizione artistica, il sudore, la passione, gli amori, le sconfitte e i successi.

Fabrizio Di Fiore Entertainment con la compagnia Roma City Musical, reduce dal successo di pubblico e botteghino di 7 Spose per 7 Fratelli, portano in scena un musical pieno di energia, intenso e coinvolgente che oltre a proporre la famosissima canzone “Fame” vincitrice di un Academy Award, ha una colonna sonora con nuovi brani, orchestrazioni moderne, nuove coreografie in collaborazione con un team di straordinari talenti della tv e del teatro musicale italiano. Questa nuova versione firmata da Luciano Cannito, che unisce l’esperienza di regista a quella di coreografo internazionale, sarà un trionfo di canto, danza, musica, recitazione, in una narrazione dinamica e travolgente. La scelta registica e l’adattamento di Cannito sposta l’azione dagli anni Ottanta ai nostri giorni, per rendere lo spettacolo più vicino alle nuove generazioni, e più facilmente identificabile nel pubblico di oggi.

Le coreografie sono firmate da Luciano Cannito e Fabrizio Prolli, le scene da Italo Grassi, i costumi da Veronica Iozzi, la direzione musicale da Giovanni Maria Lori e gli arrangiamenti musicali da Raffaele Minale, Franco Poggiali, Angelo Nigro. Tutte figuro di spicco nel mondo del musical, del teatro e degli show pop internazionali che daranno una nuova luce a questo titolo e renderanno questo allestimento totalmente diverso dalle edizioni precedenti.

Governo, podio redditi: Crosetto più ricco, stacca Santanchè e Meloni

Governo, podio redditi: Crosetto più ricco, stacca Santanchè e MeloniRoma, 10 gen. (askanews) – Il ministro della Difesa Guido Crosetto è di gran lunga l’esponente di governo più ricco: nel 2023 il suo reddito imponibile è stato di 890.951 euro, mentre il suo collega Raffaele Fitto, titolare del Ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, è risultato quello “più povero”, con un reddito imponibile 2023 di soli 20.672 euro. Entrambi i ministri non hanno segnalato variazioni patrimoniali rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi 2023, riferiti al 2022, consultabili sui siti di Senato e Camera.

Sul secondo gradino del podio troviamo la ministra del Turismo Daniela Santanché con 293.510 euro di reddito imponibile e al terzo posto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con 284.798 euro. Mentre Santanchè ha comunicato, come variazioni rispetto alla dichiarazione 2022, la vendita della quota di Visibilia concessionaria (23% delle azioni) e la vendita dell’intero pacchetto azionario (22%) del Twiga srl, la premier ha comunicato come variazione la vendita della vecchia abitazione (e relativa pertinenza), e l’acquisto di una nuova casa. A fondo classifica i due vicepremier: il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, con un reddito imponibile 2023 di 95.384 euro, e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, con 75.173 euro di imponibile.

Ecco nel dettaglio la lista dei membri di governo con il relativo reddito imponibile 2023. Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: 284.798 euro. Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini: 95.384 euro. Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani: 75.173 euro. Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: 94.645 euro. Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo: 98.737 euro. Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli: 142.298 euro. Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci: 49.098 euro. Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto: 20.672 euro. Ministro per lo Sport Andrea Abodi: 157.563 euro. Ministro per la Famiglia, la natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella: 67.480 euro. Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli: 101.503 euro. Ministro per riforme istituzionali e la semplificazione normativa Elisabetta Casellati: 234.145 euro. Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: 161.719 euro. Ministro della Giustizia: Carlo Nordio: 209.793 euro. Ministro della Difesa Guido Crosetto: 890.951. Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti: 95.460 euro. Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: 89.276 euro. Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida: 98.471 euro. Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: 131.230 euro. Ministro del Lavoro e Politiche sociali Marina Elvira Calderone: 217.296 euro. Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara: 260.904 euro. Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: 115.898 euro. Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: 171.353 euro. Ministro del Turismo Daniela Santanchè: 293.510 euro. Ministro della Salute Orazio Schillaci 224.249 euro.

Sanremo, il 23 gennaio in vendita i biglietti per il Festival

Sanremo, il 23 gennaio in vendita i biglietti per il FestivalRoma, 10 gen. (askanews) – Click Day per i biglietti di Sanremo. Il 23 gennaio, dalle 9.00 (fino ad esaurimento delle disponibilità), saranno messi in vendita, sul sito https://sanremo2024.aristonsanremo.com, per le 5 serate del 74° Festival della Canzone Italiana, a Sanremo da martedì 6 febbraio (prima serata) a sabato 10 febbraio (serata finale), con un massimo di 2 (due) titoli di ingresso a persona.

Per le prime 4 serate i biglietti singoli di Platea costano 200 euro ognuno; 730 Euro per la finale di sabato 10 febbraio. Per la Galleria, invece, si parte da 110 euro per le prime 4 sere e si arriva a 360 euro per la finale. Per procedere all’acquisto sarà necessario registrarsi sul sito https://sanremo2024.aristonsanremo.com mediante inserimento dei dati dell’acquirente: e-mail; inserimento di una password; nome; cognome; cittadinanza; codice fiscale (data, luogo di nascita e numero documento di riconoscimento nel caso di cittadino straniero sprovvisto di codice fiscale); telefono; documento d’identità (fronte e retro del documento su un unico file). L’acquisto potrà essere effettuato esclusivamente con carta di credito.

Una volta completato l’acquisto, il biglietto “digitale” verrà inviato all’indirizzo mail indicato in fase di registrazione e resterà comunque disponibile nella sezione “Il mio profilo”. In caso di problemi di ricezione dell’e-mail e/o download dei biglietti singoli, potrà essere inviata una mail a: festivalsanremoticket@aristonsanremo.com Per l’acquisto dei biglietti da parte degli utenti portatori di disabilità motoria si rimanda alla sezione “dedicata” del sito https://sanremo2024.aristonsanremo.com

Tutti i biglietti del 74° Festival della Canzone Italiana saranno nominativi con l’indicazione, sul “biglietto digitale”, di nome, cognome, luogo e data di nascita. L’ingresso al Teatro Ariston avverrà mediante esibizione del titolo d’ingresso (in formato elettronico o stampato) e del relativo documento d’identità inserito in occasione della registrazione. Il cambio nominativo del biglietto potrà avvenire, sempre tramite accesso al sito nel quale è stato effettuato l’acquisto, nella sezione “Il mio profilo”, entro 48 prima dell’inizio della serata a cui il biglietto è riferito.

Qualora si dovessero verificare diminuzioni di capienza per cause di forza maggiore, ovvero la cancellazione dell’evento, l’organizzatore si riserverà il diritto di annullare il biglietto, anche qualora precedentemente confermato, con conseguente rimborso del solo biglietto.

La Camera approva con 190 sì la risoluzione di maggioranza che impegna il governo a continuare a sostenere l’Ucraina

La Camera approva con 190 sì la risoluzione di maggioranza che impegna il governo a continuare a sostenere l’UcrainaRoma, 10 gen. (askanews) – La Camera ha approvato con 190 voti a favore, 49 contrari e 60 astenuti la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro della Difesa sugli aiuti all’Ucraina.

La risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, impegna il Governo a continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito NATO e Unione europea nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”. Nel documento si sottolineato anche la necessità di “profondere tutti gli sforzi diplomatici in tutte le sedi, anche in qualità di Presidente di turno del Gruppo G7, con l’obiettivo di porre fine al conflitto e alle sofferenze del popolo ucraino e giungere ad una pace giusta, duratura ed equilibrata che ristabilisca la sicurezza e l’ordine mondiali nel rispetto del diritto internazionale; continuare a garantire l’assistenza umanitaria al popolo ucraino pesantemente logorato dalla guerra; assicurare il supporto a tutte le iniziative di ricostruzione e ripartenza economica, sociale, politica e istituzionale della Nazione ucraina in piena sinergia con gli intendimenti dell’Unione europea e degli alleati occidentali, a mantenere un costante dialogo con il Parlamento in riferimento all’andamento del conflitto e sugli sviluppi politici e diplomatici”.

Renzo Arbore torna in tv con Appresso alla musica su Rai2

Renzo Arbore torna in tv con Appresso alla musica su Rai2Roma, 10 gen. (askanews) – Renzo Arbore e Gegè Telesforo tornano con un nuovo e inedito appuntamento, in onda giovedì 11 gennaio su Rai2 in seconda serata, del programma di Rai Cultura “Appresso alla musica: Premiata bottega di antiquariato musicale di Renzo Arbore”, dopo il boom di ascolti del debutto (giovedì scorso) e consensi da parte del pubblico e della critica.

La serie “Appresso alla musica: Premiata bottega di antiquariato musicale di Renzo Arbore” – venti puntate in onda ogni giovedì sulla seconda rete e, in replica, ogni mercoledì in seconda serata su Rai5 – è uno scrigno che custodisce momenti indimenticabili delle esperienze di Renzo Arbore nel mondo dell’intrattenimento. Nella prossima puntata, gli spettatori avranno il privilegio di immergersi nelle perle rare della storia della musica italiana. Renzo Arbore e Gegè Telesforo ci guideranno attraverso momenti indimenticabili tratti dai programmi più iconici, offrendo uno sguardo esclusivo sulle esibizioni di alcune leggende della musica.

Un’emozionante esibizione di Renzo Arbore L’Orchestra Italiana nel brano “Era de Maggio”, al Teatro dell’Opera di Roma (2004) di fronte all’allora Presidente della Repubblica, Ciampi. Inoltre, le sonorità coinvolgenti della band Swing Maniacs in concerto a teatro Reggio di Parma, omaggiando il genio di Natalino Otto, pioniere del genere swing in Italia. Una preziosità assoluta: la voce italiana più famosa al mondo, Andrea Bocelli, in una versione inedita de “Il Materasso”. Un momento unico per due grandi maestri della musica italiana. Questa puntata di “Appresso alla musica” promette di essere un viaggio attraverso i decenni, unendo le generazioni attraverso la musica intramontabile.

Sui mutui e i prestiti alle imprese tassi ai massimi da 15 anni

Sui mutui e i prestiti alle imprese tassi ai massimi da 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – In Italia i tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di casa e alle imprese balzano ai massimi da 15 anni a questa parte, sulla scia degli aumenti ai livelli di riferimento effettuati nei mesi scorsi dalla Bce. Ma proprio dall’istituzione monetaria giungono nuovi segnali che confermano come la fase di aumento sul costo del danaro sia ormai definitivamente conclusa. Mentre ora mercati e analisti si interrogano su quando l’istituzione, presumibilmente già nel corso di quest’anno, potrebbe iniziare a ritoccare al ribasso i tassi.

Intanto, però, a novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie nella Penisola sono saliti al 4,9185%, circa 20 punti base al di sopra del livello (4,72%) registrato a ottobre. Il dato, riportato nella statistica “Banche e moneta: serie nazionali” della Banca d’Italia, è relativo ai tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg). E secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento. Semprese a novembre il tasso medio sui nuovi prestiti al consumo per le famiglie si è invece moderato al 10,27 per cento, dal 10,45 nel mese precedente.

Nel frattempo anche sui prestiti alle imprese a novembre i tassi hanno segnato nuovi aumenti e al 5,5929 per cento, a fronte del 5,46 nel mese precedente, secondo le tabelle di Bankitalia hanno segnato un picco dall’ottobre del 2008, quando questa voce si attestava al 5,8404 per cento. Proprio oggi, il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos ha rilevato come il 2023 si sia chiuso con un tasso di inflazione media dell’area euro inferiore al 3%. “Una buona notizia”, ha detto nel suo intervento alla giornata degli investitori a Madrid. La leggera risalita di dicembre era ampiamente attesa, a riflesso degli effetti di base statistici e per il venir meno delle misure di aiuto sull’energia.

Le sue dichiarazioni non evidenziano elementi di allarme da parte della banca centrale sulle prospettive del carovita. De Guindos ha ricordato che l’inflazione dell’area euro era risultata superiore al 10% nell’ottobre del 2022 e all’8,6% all’inizio dell’scorso anno. “Il calo del 2023 riguardato tutte le componenti del processo disinflazionistico, che ha guadagnato slancio nella seconda metà dell’anno. E’ probabile che nel 2024 il rapido processo disinflazione che abbiamo osservato nel 2023 rallenti – ha spiegato – e che segni una pausa temporanea all’inizio dell’anno, come avvenuto a dicembre”. Il banchiere centrale ha ricordato che in risposta alle passate accelerazioni inflazionistiche l’istituzione monetaria ha complessivamente aumentato i tassi di interesse di 450 punti base. La prossima settimana tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce per le decisioni di politica monetaria. Non sono attesi altri aumenti dei tassi, mentre ora gli interrogativi degli operatori di mercato riguardano quando inizieranno ad essere abbassati, più avanti nel corso di quest’anno. Intanto domani mattina l’istituzione pubblicherà il suo nuovo Bollettino economico.

”Il Mandaloriano e Grogu”, prima immagine del nuovo film Star Wars

”Il Mandaloriano e Grogu”, prima immagine del nuovo film Star WarsRoma, 10 gen. (askanews) – É stata diffusa la prima immagine del nuovo film di Star Wars, “Il Mandaloriano e Grogu”, e promette spettacolari battaglie intergalattiche. Diretto da Jon Favreau e prodotto da Favreau, Kathleen Kennedy e Dave Filoni, questo nuovo capitolo del viaggio del Mandaloriano e di Grogu inizierà la produzione nel 2024.

“Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas. La prospettiva di portare sul grande schermo il Mandaloriano e il suo apprendista Grogu è estremamente entusiasmante”, ha dichiarato Favreau. Kathleen Kennedy, Presidente di Lucasfilm, ha aggiunto: “Jon Favreau e Dave Filoni hanno introdotto in Star Wars due nuovi e amatissimi personaggi, e questa nuova storia si adatta perfettamente al grande schermo”. The Mandalorian e Grogu sarà alla guida del programma di sviluppo di lungometraggi Lucasfilm, che comprende i film diretti da Sharmeen Obaid-Chinoy, James Mangold e Dave Filoni, che sta anche sviluppando la seconda stagione di “Ahsoka”. La notizia è stata annunciata su www.starwars.com.

Esecuzioni immobiliari, Confedercontribuenti: cambiare legge Cartabia

Esecuzioni immobiliari, Confedercontribuenti: cambiare legge CartabiaRoma, 10 gen. (askanews) – Il governo riveda radicalmente le norme sulle esecuzioni immobiliari della riforma Cartabia, per aiutare le centinaia di migliaia di famiglie che rischiano di perdere la casa in cui vivono. È la richiesta che lancia Confedercontribuenti, sottolineando che “l’aumento vertiginoso dei tassi di interesse dei mutui, già nei prossimi mesi, rischia di far crescere in maniera incontrollata le esecuzioni immobiliari. E potrebbe finire anche con l’alimentare il racket dell’usura”.

“Occorre scegliere da che parte stare – commenta il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro – Da un lato ci sono le famiglie che, molto spesso senza alcuna colpa, rischiano di perdere la casa che hanno tanto faticosamente acquistato. Dall’altro ci sono le società che comprano i crediti delle persone in difficoltà, ovvero degli affaristi che hanno dato vita a un mercato a prezzi stracciati e senza regole”. La riforma Cartabia – ricorda la Confederazione – ha accorciato i tempi per le vendite forzose e ha ridotto gli strumenti che può utilizzare il debitore. “La politica però non sta verificando in maniera adeguata l’impatto che queste misure possono avere – avverte Finocchiaro. – La Banca d’Italia, dal canto suo, non vigilia sulle società che approfittano di questo business. Senza contare che, di fronte alla drammatica eventualità di perdere la casa, migliaia di famiglie potrebbero finire nella morsa degli usurai, altro gravissimo fenomeno su cui le istituzioni sembrano aver allentato la presa”.

Secondo la Confederazione, oltre alla correzione alla legge Cartabia, è necessaria una riforma seria delle Sezioni Esecuzioni Immobiliari all’interno dei Tribunali. “È fondamentale effettuare una rotazione biennale dei magistrati che vi lavorano – conclude Finocchiaro, – in modo da garantire che queste Sezioni operino sempre in maniera trasparente. A tal proposito, Confedercontribuenti aveva presentato una denuncia al Consiglio Superiore della Magistratura, sollecitando un’immediata ispezione. Sarebbe opportuno analizzare quali risultati sono emersi” conclude Finocchiaro.

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euro

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euroRoma, 10 gen. (askanews) – Nel 2021 sono 1,3 milioni le posizioni lavorative, pari al 6,6% del totale (quota in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020, invariata rispetto al 2019), che percepiscono una retribuzione lorda oraria inferiore a 7,79 euro, inferiore cioè ai due terzi della mediana (low pay jobs). E’ quanto emerge da un report dell’Istat.

Il valore mediano delle retribuzioni orarie (per ora retribuita) nel 2021 è pari a 11,69 euro. Il valore del nono decile è pari a 21,92 euro ed è 2,6 volte superiore a quello del primo decile (8,32 euro). La variabilità delle retribuzioni, misurata come differenza tra il valore del nono e del primo decile, si concentra, per il 75%, tra il nono decile e la mediana e solo il restante 25% tra la mediana e il primo decile. Le posizioni lavorative con retribuzioni orarie più alte sono anche quelle per le quali si registra una maggiore variabilità; tra queste ci sono quelle occupate da laureati (la retribuzione oraria mediana è di 14,75 euro), da dipendenti con almeno 50 anni di età (12,84 euro), da impiegati/dirigenti (14,69 euro), quelle del Nord-ovest (12,37 euro) o nelle grandi imprese (13,22 euro). In questi casi il valore del nono decile è circa tre volte quello del primo decile (il rapporto sale a 3,5 volte tra i laureati).

Una minore variabilità in termini di retribuzione oraria caratterizza le posizioni meno retribuite, cioè i rapporti di lavoro a tempo determinato (la retribuzione oraria mediana è di 10,44 euro), con qualifica di operaio (10,94 euro), a tempo parziale (10,44 euro), occupate da giovani (10,37 euro), da nati all’estero (10,65 euro) oppure nelle micro imprese (10,58 euro); in questi casi il valore del nono decile è circa il doppio di quello del primo decile. Le posizioni occupate da donne, tra le quali la retribuzione mediana è pari a 11,23 euro, sono retribuite 0,81 euro in meno di quelle occupate da uomini; la differenza rispetto agli uomini, pari al 3,3% per il primo decile, sale al 14,4% per il nono.

Rispetto all’anno precedente, nel 2021, la retribuzione mediana è rimasta praticamente invariata (-0,1%), il valore del primo decile è aumentato dello 0,6% e quello del nono dell’1,6%, facendo così registrare un aumento della variabilità. Sempre nel 2021, nel settore privato extra-agricolo sono attive 19,5 milioni di posizioni lavorative dipendenti (+6,9% rispetto al 2020), per un totale di 15,4 milioni di lavoratori (+3,5%).

Tra i lavoratori, il 17,8% ha occupato più di una posizione nel corso dell’anno. L’input di lavoro per posizione lavorativa, in mediana, cresce rispetto al 2020 del 6,6% in ore lavorate e dell’1,5% in ore retribuite (diminuisce sul 2019 del -2,1% e -2,6% rispettivamente).

Risoluzione M5s: stop invio armi in Ucraina, cercare soluzione politica

Risoluzione M5s: stop invio armi in Ucraina, cercare soluzione politicaRoma, 10 gen. (askanews) – Il Movimento 5 stelle chiede un immediato stop alle invio delle armi all’Ucraina e che l’Italia guidi la ricerca di un negoziato e una soluzione politica al conflitto. E’ quanto si legge nella risoluzione presentata alla Camera dopo le comunicazioni del governo sulla proroga dell’invio di armi a Kiev.

Nel dettaglio il documento parlamentare chiede di “interrompere immediatamente la fornitura di materiali d’armamento alle autorità governative ucraine, ferme restando le misure destinate agli aiuti umanitari; comunicare preventivamente al Parlamento l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi internazionali con riferimento all’evoluzione del conflitto Russia-Ucraina, che il Governo comunichi preventivamente alle Aule parlamentari in merito a ciascuna autorizzazione relativa all’invio di armi, al fine di garantire un ampio coinvolgimento delle Camere in merito, relazionare, nelle opportune sedi, i dettagli in merito alle spese sostenute per le cessioni di forniture militari, nonché illustrare alle Camere la specifica della natura delle somme in entrata derivanti dai decreti interministeriali che definiscono l’elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto di cessione all’Ucraina, riassegnate integralmente sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa”. E poi sul profilo diplomatico il partito di Giuseppe Conte ritiene si debba “imprimere una concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l’immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese finalmente a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale”.

Per il Movimento 5 stelle servirebbe “una graduale diminuzione delle spese per i sistemi di armamento, che insistono sul bilancio dello Stato, considerata la grave crisi economica e sociale in atto, conseguenza diretta della recente crisi energetica, al fine di non distrarre le risorse finanziarie necessarie a sostenere il tessuto sociale ed economico del Paese e a garantirne la ripresa; intraprendere tutte le azioni necessarie atte a scongiurare la distrazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore del cofinanziamento dell’industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell’economia del Paese provato dalla recente pandemia e non uno strumento di supporto ad una economia di guerra”. C’è poi nel dispositivo della risoluzione anche un riferimento alla riforma della governance economica europea, secondo il M5s occorre “rivedere l’accordo raggiunto in relazione allo scorporo dai vincoli europei di bilancio della spesa per la difesa, in particolare quella destinata alla produzione di armamenti e, al contempo, a sostenere in sede europea la richiesta di esclusione dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall’attuale quadro di bilancio, tra i quali gli investimenti destinati all’istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei, adottare misure di carattere normativo volte ad introdurre un contributo solidaristico sui cosiddetti extraprofitti netti conseguiti dalle aziende del settore dell’industria della difesa a seguito del mutato contesto geopolitico internazionale aggravato dal protrarsi del conflitto in Ucraina”.

Infine la decima richiesta del M5s è “rafforzare in modo massiccio e costante l’invio di aiuti umanitari per la popolazione ucraina, nonché le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili”.