Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ragnar Kjartansson, ritratto d’artista per Lo schermo dell’arte

Ragnar Kjartansson, ritratto d’artista per Lo schermo dell’arteFirenze, 20 nov. (askanews) – Ragnar Kjartansson è uno dei protagonisti brillanti della scena del contemporaneo, capace di unire nel proprio lavoro ricerca e leggerezza, diversi media e una spiccata attitudine per l’empatia. Al festival Lo schermo dell’arte di Firenze è stato presentato, in anteprima italiana, il documentario che Roxanne Bagheshirin Laerkesen ha dedicato all’artista islandese, intitolato “I’m not an authentic human being”.

Prodotto dal museo Louisiana in Danimarca, il film dà voce a Kjartansson che, dal suo studio di Reykjavík, racconta alcune delle sue opere più note, fino ad arrivare a uno dei capolavori, “The visitors”, installazione su nove schermi che è stata esposta, in una mostra memorabile, in Pirelli HangarBicocca a Milano nel 2013. Ragnar racconta, sorride, non si prende mai sul serio, ma i suoi lavori e le sue installazioni lasciano spesso il segno e ci dicono di un’arte contemporanea che guarda più avanti, senza mai perdere di vista la nostra umanità.

Bernini: Giulia Cecchettin ha diritto alla laurea, è sua

Bernini: Giulia Cecchettin ha diritto alla laurea, è suaRoma, 19 nov. (askanews) – “Innanzitutto, bisogna rispettare il dolore della famiglia. In questo momento la famiglia viene prima di tutto. Poi, quando vorranno e se vorranno, Giulia ha diritto ad avere quello che si è ampiamente guadagnata, cioè la sua laurea in ingegneria. Giulia è già dottore in ingegneria, è solo una formalità”, lo ha detto al meeting di Forza Italia a Taormina, il ministro dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini, rispondendo a una domanda sulla morte di Giulia Cecchettin.

“Non è che Giulia riceverà una laurea, Giulia riceverà la sua laurea in ingegneria, perché le mancava solo la discussione della tesi. E’ già dottore, manca solo la formalità”, ha aggiunto, concludendo: “Le hanno tolto tutto il resto: la vita e il diritto di amare”.

Cecchettin, Filippo Turetta arrestato in Germania

Cecchettin, Filippo Turetta arrestato in GermaniaMilano, 19 nov. (askanews) – E’ stato arrestato in Germania Filippo Turetta, il presunto assassino di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa a coltellate e poi gettata in un burrone. La scoperta del corpo, in un canalone vicino al lago di Barcis (Pordenone), è avvenuta ieri, una settimana dopo la sua scomparsa. L’auto di Turetta era stata avvistata l’ultima volta in Austria.

“Ringrazio gli inquirenti per il lavoro che ha portato all’arresto di Filippo Turetta in Germania – ha scritto su X il vice presidente del Consiglio Antonio Tajani – una buona notizia che purtroppo non potrà mai lenire il dolore della famiglia e degli amici di Giulia, ai quali rivolgo le mie preghiere”. “Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita”, ha scritto a sua volta il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini.

Il 24 novembre esce il primo album di Natale dei Me contro Te

Il 24 novembre esce il primo album di Natale dei Me contro TeRoma, 19 nov. (askanews) – Dopo il successo dell’album “Il Fantadisco dei Me contro te” che ha esordito al n.1 nella classifica ufficiale FIMI/Gfk e ha ottenuto il Disco di Platino, i Me contro te tornano con un nuovo album di canzoni di Natale . “Natale con Luì & Sofì” uscirà il 24 novembre e conterrà 10 brani di cui 3 inediti e 7 cover di classici natalizi.

L’album uscirà con due formati, una standard con le sagome natalizie di Luì e Sofì, una pallina di Natale bidimensionale da appendere sull’albero e una letterina per fare gli auguri o un disegno di Natale per Luì e Sofì, e un’edizione speciale con una scatola contente: il CD con il formato standard, una sciarpa di Natale dei Me Conto Te e una pallina per l’albero personalizzata. L’album si aggiunge alle numerose attività dei Me Contro Te e si inserisce in un momento d’oro della loro carriera. La coppia di YouTuber più amata dai bambini è riuscita a fidelizzare il suo pubblico grazie ad una sequela di successi oltre ai loro video quotidiani su YouTube.

Luì e Sofì hanno, infatti, pubblicato 10 libri e sono usciti con 5 film campioni d’incassi, una serie tv che ha raggiunto ascolti altissimi (a breve uscirà la seconda stagione) e hanno riempito palazzetti con il loro live tour che ha emozionato grandi e piccini di tutta Italia. Inoltre il disco esce dopo un altro grande successo del singolo “La canzone del cowboy” che ha raggiunto 12 Ml di visualizzazioni in pochissimo tempo.

Milano ultima in Italia per potere d’acquisto, peggio di Roma

Milano ultima in Italia per potere d’acquisto, peggio di RomaMilano, 19 nov. (askanews) – Dalla Milano città simbolo di emancipazione, opportunità e lavoro a ultima tra le città italiane per potere d’acquisto. Da metropoli meta per decenni di immigrati dal Meridione d’Italia, attratti dalla possibilità di migliorare le proprie condizioni al più complicato luogo della Penisola in cui sbarcare il lunario. Con stipendi medi troppo bassi (e fermi) in rapporto a un costo della vita in costante crescita, Milano risulta, secondo la graduatoria stilata dal sito Numbeo e basata su milioni di dati forniti dai cittadini di tutto il mondo, la città italiana in cui la capacità d’acquisto di beni e servizi calcolata in base allo stipendio medio è la più bassa in assoluto. Se Milano è considerata ancora la capitale economica d’Italia e la città meta per chi cerca lavoro, crolla il mito di luogo ideale per i lavoratori, anzi. Cifre alla mano, è la città più delle altre da evitare, se si guarda al costo della vita in rapporto allo stipendio medio percepito.

Milano perde il confronto non solo con l’eterna rivale Roma e tutti i capoluoghi di regione ma sprofonda in coda alla classifica europea, dopo Bucarest, a pari merito di Sarajevo e davanti solo a città dell’Est Europa e di alcuni centri di Grecia e del Portogallo. Stipendi troppo bassi rispetto al costo della vità è il mix che rischia di rendere il capoluogo lombardo “una città che prende più di quello che riesce a dare”, secondo la definizione di un rapporto recentemente pubblicato sui cambiamenti del mercato immobiliare dopo l’Expo 2015 (Oca). Un’analisi che conferma il quadro delineato dalle cifre fornite da Numbeo, che attribuiscono alla città un punteggio di 48,6 e che relegano Milano all’ultimo posto per potere d’acquisto, il cosiddetto indice ‘local purchasing power”.

Nel caso del capoluogo lombardo, che si attesta al 197esimo posto in Europa su una classifica che comprende 258 città, significa che i residenti che percepiscono un salario medio possono acquistare, in media, meno dalla metà dei beni e servizi, appunto 48,6, dei residenti con salario medio di New York city, che in questa classifica funge da riferimento con un indice fissato a 100. In generale, è l’Italia nel complesso ad avere un potere d’acquisto basso rispetto ai Paesi industrializzati (63,8), attestandosi 42esimo posto nella classifica mondiale e al 20esimo posto in Europa dopo la Repubblica Ceca e molto più basso rispetto a nazioni come la Spagna (83,6), la Francia (81,5), il Sudafrica ( 78,1) o il Belgio 90,7, per non parlare della Svizzera, Olanda, Germania , tutte sopra quota 100.

Per la città di Milano, il distacco dalle grandi città europee è ancora più netto: una persona con salario medio che vive nella “capitale economica d’Italia” può permettersi di acquistare meno della metà di beni e servizi di un residente con salario medio di Birmingham o Madrid o Helsinki o Vienna, rispettivamente con indice di potere d’acquisto pari a 99, 103,2, 103,6, 104. Seppur non così elevata, anche la differenza con le altre città italiane è notevole. Genova, per esempio, ha un indice di 67.1 e quindi un potere d’acquisto locale considerevolmente maggiore di quello di chi vive a Milano, e di quasi il trenta per cento; Bari si attesta su una cifra analoga a Genova, 65,2; e città come Verona, Parma, Brescia, Rimini, Torino, Trieste superano l’indice di 60, tutte quindi con un potere d’acquisto che supera del 20% quello dei milanesi. Ma anche Palermo (58,8), Cagliari (55,6), Bologna (55, Firenze (52,2), Napoli (50,9). Anche chi vive a Roma (57,5) ha un potere d’acquisto maggiore del 15% circa di chi si trova a Milano.

Le difficoltà di arrivare alla fine del mese per chi vive e lavora nella storica meta di chi cerca migliori condizioni migliori di vita, sembra confermata anche dal report recentemente pubblicato dell’Osservatorio Casa Abbordabile promosso da Consorzio Cooperative Lavoratori, Delta Ecopolis in partnership con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, secondo cui ‘Milano non è una città per chi lavora”: il 34% dei contribuenti dichiara un reddito lordo inferiore ai 15mila euro ma i prezzi medi di abitazioni e affitti sono cresciuti del 41% e del 22% dal 2015 al 2021, mentre la retribuzione media di operai e impiegati è cresciuta rispettivamente solo del 3% e 7%. E con 1.500 euro di retribuzione si possono comprare 23 metri quadri’. Il rapporto è una sintesi di un lavoro più articolato contenuto nel volume Bricocoli M., Peverini M. (2023, in pubblicazione) “Milano per chi? Se la città attrattiva è sempre meno abbordabile”, Siracusa, LetteraVentidue. Secondo il rapporto, il 2015, anno di Expo, ‘ha segnato un punto di svolta per la città, con dinamiche urbanistiche, sociali ed economiche che sono andate inevitabilmente a modificare l’assetto del capoluogo lombardo, con conseguenze sul lungo termine. Il rialzo dei valori immobiliari in zone sempre più lontane dal centro ha pesato progressivamente sulle spalle dei lavoratori a reddito medio basso, costringendoli a cercare un’abitazione in zone più periferiche; ma oggi, sempre di più, ad essere in difficoltà sono profili anche più qualificati’. Sempre stando al rapporto, i prezzi delle abitazioni crescono tre volte più rapidamente di redditi e retribuzioni, gli affitti quasi due volte più rapidamente. Ma se guardiamo alle retribuzioni stagnanti delle categorie medio-basse, nella classificazione Inps denominate ‘operai'(in media 1.410 euro di retribuzione mensile lorda) e ‘impiegati’ (in media 2.435 euro) – che insieme rappresentano il 61% dei lavoratori milanesi – i prezzi di acquisto crescono ben 13,6 volte più velocemente delle retribuzioni degli ‘operai’ e 5,8 volte di quelle degli ‘impiegati’; i canoni di locazione crescono rispettivamente 7,3 e 3,1 volte più velocemente delle retribuzioni medie delle stesse categorie. I dati descrivono una città in cui per molti, soprattutto per i nuovi arrivati (chi non era già in possesso di un immobile a Milano) e per i profili reddituali medio bassi, il reddito da lavoro non è più sufficiente a garantire una vita quanto meno dignitosa: il 57% dei contribuenti milanesi dichiara un reddito lordo inferiore a 26.000 euro l’anno e il 34% un reddito lordo inferiore a 15.000 euro l’anno. Tradotto in possibilità effettive, calcolando l’indice di metri quadri di abitazione teoricamente abbordabili in acquisto in tre fasce del territorio comunale – pur semplificando molto: centro, semicentro, resto della città (individuate in relazione alle zone OMI) – si evince come il lavoratore medio della categoria ‘operaio’ (con retribuzione media annua lorda di 16.919 euro) vede un indice di metri quadri teoricamente abbordabili pari a 12 nei quartieri del centro storico, 17 metri quadri in quelli semicentrali, e 30 metri quadri nel resto della città. L’impiegato medio (retribuzione media annua lorda di 29.219 euro) invece vede un indice di metri quadri teoricamente abbordabili di 16 metri quadri nei quartieri del centro storico, 23 metri quadri in quelli semicentrali, e 40 metri quadri nel resto della città. Ciò significa che, anche nelle zone periferiche, il mercato residenziale fatica ad offrire alle retribuzioni più diffuse una offerta abitativa adeguata. Il risultato è ‘una progressiva espulsione di individui e nuclei a reddito basso e bassissimo dal perimetro comunale verso i comuni dell’hinterland. La mancata immigrazione di individui e nuclei a basso reddito e l’allargamento della fascia della povertà dovuta ai costi abitativi fa pensare che Milano si stia allontanando dall’essere una città per lavoratori: il reddito da lavoro non è più garanzia di emancipazione, di autonomia e di una qualità della vita proporzionata alle energie spese’, si legge nella presentazione del Rapporto. Per questo, secondo OCA, ‘se le attuali condizioni politiche e sociali non preludono a una riforma sostanziale in materia di politiche urbane e abitative quello che si prefigura è un cambiamento profondo degli equilibri, delle condizioni di vita e delle relazioni sociali, con fenomeni di polarizzazione ed esclusione rappresentativi di una dipartita netta dal modello della ‘città europea”. (di Marco D’Auria)

Bundesbank, Nagel mercoledì a Milano per evento “Young Factor”

Bundesbank, Nagel mercoledì a Milano per evento “Young Factor”Firenze, 19 nov. (askanews) – Sarà il Presidente della Deutsche Bundesbank Joachim Nagel il prossimo ospite del Presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori Andrea Ceccherini, che interverrà Mercoledi 22 Novembre p.v. a Milano, ad un appuntamento del ciclo “Young Factor”.

Nagel sarà in Italia per incontrare insieme ad Andrea Ceccherini una delegazione di 450 giovani delle scuole secondarie superiori italiane in rappresentanza di quelli che partecipano all’iniziativa “Young Factor”, il progetto di economic and financial literacy leader nella scuola secondaria superiore del Paese che mira a elevare il livello di educazione economico-finanziaria degli studenti italiani e a sviluppare il senso di appartenenza all’Unione Europea, con i quali si confronterà da pari a pari, così come è ormai da tempo lo stile di questa serie di appuntamenti. L’incontro pubblico con i ragazzi con il numero uno della Deutsche Bundesbank prevede anche l’intervento dell’Amministratore delegato del Gruppo UniCredit Andrea Orcel.

L’evento inaugura la decima edizione (a.s. 2023/2024) del progetto di economic and financial literacy “Young Factor” promosso grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e UniCredit.

Atp Finals, Sinner: “Ho fatto la differenza nel terzo set”

Atp Finals, Sinner: “Ho fatto la differenza nel terzo set”Roma, 18 nov. (askanews) – “È stata una partita molto difficile, lui ha iniziato molto bene e ha giocato meglio di me. Dopo il break mi sono sentito meglio”. Parola di Jannik Sinner dopo il successo di Daniil Medvedev che vale la finale delle Atp Nitto Finals. “Da quando sono arrivato – ha aggiunto – ho sentito un calore e un’energia incredibile. Soprattutto nel terzo set ho provato a giocare più aggressivo, Medvedev ha giocato diversamente, tirando più forte. Alla fine, però, ho trovato la soluzione giusta, sono contento di questa prestazione. Vediamo come va domani”, le parole al termine dell’azzurro.

Ai microfoni di Sky Sport, Jannik ha parlato delle sue emozioni: “So quanto lavoro ci sia dietro, quanto tempo dedico al tennis. Ho sempre detto che con questo approccio posso raggiungere traguardi importanti però, oltre il risultato, è bella questa combinazione dentro e fuori dal campo”. Entrando nel dettaglio della partita: “Oggi ho sentito che ha cambiato qualcosa, ha giocato molto più aggressivo. L’ho capito e ho servito bene nei momenti importanti e nel terzo set sono salito di livello”. A conclusione, il tennista italiano ha aggiunto: “Non ho paura quando gioco, al massimo ti arriva una pallata in faccia (sorride ndr). Nella mia testa c’è sempre stata l’idea di crescere come giocatore e credo soprattutto nel terzo parziale questo ha fatto la differenza per che l’ho preso più leggero, ho variato molto bene e alla fine mi stavo anche divertendo. E’ un privilegio giocare davanti a questo pubblico e domani c’è da dare il massimo”.

Atp Finals, storico Sinner: batte Medvedev ed è in finale

Atp Finals, storico Sinner: batte Medvedev ed è in finaleRoma, 18 nov. (askanews) – Storico Jannik Sinner batte Daniil Medvedev in tre set e stacca il pass per la finale delle Atp Finals 2023. Stasera conoscerà il suo avversario tra Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Battuto Daniil Medvedev dopo 2 ore e 30 minuti di gioco con lo score di 6-3, 6-7, 6-1: terza vittoria di fila contro il russo, ancora una volta al termine di una battaglia tennistica e di nervi. Sinner è rimasto in partita nei momenti di difficoltà, Medvedev è apparso nervoso, il che gli è costato cadere di schianto nel terzo parziale.

Il primo set è di Sinner in 46′. L’altoatesino archivia il parziale con lo score di 6-3 in 45 minuti, capitalizzando il break concesso da Medvedev nel quarto gioco. Un passaggio a vuoto costato carissimo al russo che ha commesso 4 errori consecutivi da 40-0. Sinner ha faticato a mettere la prima in campo (solo 51%), ma è rimasto freddo e lucido nei momenti di difficoltà. L’azzurro ha cercato di accorciare gli scambi il più possibile visto che Medvedev ha vinto gran parte dei punti sopra i nove colpi. Nel secondo set riparte bene Medvedev che tiene il servizio a 30. Dopo un errore di dritto per il 30-30, il russo vince due punti consecutivi con un rovescio in avanzamento e un ace, il quarto del match. Il servizio accompagna Sinner. All’ottavo gioco siamo 4-4. Sinner continua ad avere grande difficoltà sugli scambi lunghi, ma Medvedev sta faticando in risposta da destra. Il risultato è un game vinto dall’azzurro ai vantaggi con una prima vincente e un ace al centro. Set equilibratissimo. Medvedev si porta 6-5 ma Sinner tiene il servizio a 30, mostrando grandissima lucidità dal 30-30 con due punti vinti di fila ed è Tie break. Due ace consecutivi mandano Medvedev sul 6-3 grazie al minibreak conquistato al terzo punto. Sinner annulla un set point, non il secondo, finisce 7-4 in 1h04′. Il russo ha alzato il proprio livello, salendo con la percentuale di prime e giocando sempre più vicino alla linea di fondo. Sinner, apparso un po’ affaticato, si è spesso concesso alllo scambio da lontano che ha sorriso all’avversario. Problema al fianco per Medvedev che esce dal campo accompagnato dal fisioterapista per un trattamento. Terzo set, Sinner si scrolla subito il peso del set perso e conquista il primo gioco. Nel secondo game si spezza subito l’equilibrio. Medvedev accusa un passaggio a vuoto. Tre palle break concesse dal russo che annulla le prime due da 15-40, ma alla terza commette un doppio fallo. Break consolidato. Sinner tiene il servizio a 15 contro un Medvedev nervosissimo, sanzionato dal giudice di sedia con un warning dopo un diverbio con uno spettatore (3-0 Sinner). Muove il punteggio Medvedev che tiene il servizio a quindici, ritrovando continuità con la prima. Entrambi iniziano ad accusare la stanchezza, ma finora il russo paga la poca lucidità a inizio set (3-1 Sinner). Un fulmineo rovescio incrociato regala a Sinner un game (4-1) che gli consente di tenere Medvedev a distanza. Il box dell’azzurro spinge Jannik che in questo momento è più lucido dell’avversario. Sesto gioco decisivo: Dopo 8 minuti straordinari l’azzurro strappa il servizio a Medvedev per la seconda volta nel set. Il settimo gioco è un monologo di Sinner che entra nella storia.

Pensioni, Cgil e Spi: tagli di migliaia di euro su assegni

Pensioni, Cgil e Spi: tagli di migliaia di euro su assegniMilano, 18 nov. (askanews) – Il governo Meloni “fa cassa sulle pensioni. Oltre ad essere riusciti nell’impresa clamorosa di peggiorare la legge Monti/Fornero, azzerando qualsiasi forma di flessibilità in uscita, continua a tagliare per migliaia di euro la rivalutazione delle pensioni”. È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione.

“Questo esecutivo con la legge di bilancio dello scorso anno – ha spiegato la segretaria nazionale dello Spi Cgil Tania Scacchetti – aveva introdotto sia per il 2023 sia per il 2024 un meccanismo di rivalutazione fortemente penalizzante per le pensioni con trattamenti superiori a 4 volte il trattamento minimo, pensioni di poco superiori alle 1.600 euro nette, altro che pensioni ricche. Le perdite per effetto della mancata rivalutazione si trascinano naturalmente negli anni e non sono più recuperabili. Nei fatti, per legge, si decide che non si possono garantire importi adeguati all’aumento del costo della vita. E lo si fa su quella parte della popolazione che ha lavorato per una vita e che sostiene il welfare di questo Paese aiutando spesso figli e nipoti”. Nell’analisi del dipartimento previdenza della Cgil e dello Spi, si calcolano tagli pesantissimi sulle pensioni nel biennio 2023-2024, che raggiungono 962 euro per una pensione lorda di 2.300 euro (netta 1.786), fino ad arrivare a 4.849 euro lorde per un importo di pensione lorda pari a 3.840 euro (2.735 euro nette). Questi tagli proiettati sull’attesa di vita media raggiungono importi elevatissimi, si parte da 6.673 euro netti per un pensionato con una pensione netta di 1.786 euro, fino a raggiungere 36.329 euro nette, per una pensione di 2.735 euro nette.

“Come se questo non fosse sufficiente – aggiunge la Cgil – il Governo intende cambiare dal 2027 gli indici con cui calcolare la rivalutazione delle pensioni, sostituendo l’attuale indice di perequazione con il deflatore Pil”. Secondo lo studio questa modifica avrebbe un impatto gravissimo sulle pensioni, con una perdita mensile di 78 euro per una pensione di 1.786 euro nette e di 230 euro per una pensione di 2.735 euro nette. Dati che se proiettati sull’attesa di vita media, raggiungono importi che variano tra 18.019 euro fino a 35.051 euro di mancato guadagno.

Moody’s, Salvini: alla faccia dei gufi, l’Italia corre

Moody’s, Salvini: alla faccia dei gufi, l’Italia correMilano, 18 nov. (askanews) – “Alla faccia dei gufi, l’Italia corre: quest’anno crescerà più della Germania e conto che continui la crescita, il che è un premio agli imprenditori e ai lavoratori italiani, però anche il governo il suo lo sta facendo”. Lo ha detto il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, commentando la notizia di Moody’s che ieri sera ha confermato il rating sull’Italia e alzato l’outlook.

“C’è un governo che in un anno, e le agenzie di rating lo stanno dimostrando, sta lavorando seriamente – ha proseguito, parlando a margine di una visita a un gazebo della Lega a Milano -. Abbiamo aumentato gli stipendi, smontiamo la Fornero. Poi i problemi ci sono ma se dall’altra parte la risposta sono gli insulti di Landini, i flashmob e la chiamata alle piazza, non mi sembra che facciano il bene del Paese”.