Calcio, Italia-Malta 4-0, doppietta di BerardiRoma, 14 ott. (askanews) – Da Milano a Bari, dal successo (2-1) al ‘Meazza’ con l’Ucraina al 4-0 rifilato a Malta in un ‘San Nicola’ in festa e colorato d’azzurro da oltre 56.000 tifosi. La seconda vittoria consecutiva, la terza nel girone e la decima in dieci partite con Malta, consente all’Italia di fare un altro passo in avanti sulla strada che porta a EURO 2024: gli Azzurri sono secondi in classifica a quota 10 punti in compagnia dell’Ucraina, che nel pomeriggio ha battuto 2-0 la Nord Macedonia, ma con una gara in più da giocare. Martedì a Wembley la sfida alla capolista Inghilterra, ma è probabile che la qualificazione si deciderà nello scontro diretto con gli ucraini in programma il prossimo 20 novembre a Leverkusen.
A sbloccare il match con Malta è la prima rete in Nazionale di Jack Bonaventura (Foto Figc.it), che festeggia al meglio il suo ritorno in azzurro confermando di attraversare uno splendido momento di forma. Poi l’Italia allunga grazie alla doppietta di Berardi fino alla rete sui titoli di coda di Frattesi, che conferma il suo feeling con il gol dopo la doppietta realizzata con l’Ucraina. Una bella serata dopo una settimana difficile. LA PARTITA. Spalletti è costretto a fare i conti con diverse assenze, soprattutto in avanti. Ai forfait di Immobile e Retegui, si sono infatti aggiunte in settimana le defezioni di tre esterni offensivi: Chiesa, Zaniolo e Zaccagni. Il Ct lancia quindi un tridente inedito con Raspadori, Berardi e Kean, mentre a centrocampo c’è il ritorno dopo tre anni di Bonaventura. L’altra mezzala è Barella, in regia dopo l’ottima prova con l’Ucraina è confermato Locatelli. Davanti a Donnarumma spazio a Gianluca Mancini e agli interisti Bastoni, Darmian e Dimarco.
L’Italia sa quanto sia importante sbloccare subito il risultato e parte forte. Dopo una conclusione di poco a lato di Locatelli, è Mancini a sfiorare il vantaggio al 5′, ma la sua incornata di testa sull’angolo battuto da Raspadori colpisce la parte alta della traversa. A regalare agli Azzurri l’1-0 è una magia di Jack Bonaventura, che pesca il sette con un destro a giro dal vertice dell’area. E’ il primo gol in Nazionale in 16 presenze per il centrocampista della Fiorentina, al suo quinto centro stagionale. Il ritmo non è altissimo, Malta è tutta raccolta nella propria metà campo e gli spazi sono pochi. Il pertugio giusto lo trova Domenico Berardi, che al 46′ raddoppia con un sinistro a giro che bacia il palo e termina la sua corsa in rete. Un altro gol di pregevole fattura in un primo tempo per il resto poco spettacolare. Nonostante il doppio svantaggio Malta continua a difendersi, senza scoprirsi per non lasciare possibili ripartenze agli Azzurri. Spalletti decide di spostare Kean al centro del tridente con Raspadori a sinistra: una mossa che dà i suoi frutti. L’attaccante del Napoli prima soffia il pallone al portiere maltese Bonello ma non riesce ad andare alla conclusione, poi crossa trovando sul secondo palo l’accorrente Berardi, che di destro realizza la sua prima doppietta in Nazionale e subito dopo tra gli applausi lascia il campo, sostituito da Orsolini. Esce anche Barella, al suo posto il compagno di club Frattesi. Nell’ultimo quarto d’ora c’è spazio per Scamacca e per l’esordio di Udogie. E nel recupero c’è anche la firma di Frattesi, al terzo gol consecutivo in azzurro dopo la doppietta di Milano con l’Ucraina.
Martedì a Wembley, nello stadio dove due anni e mezzo fa si è laureata campione d’Europa, l’Italia andrà a far visita all’Inghilterra. In palio altri tre punti preziosi, ma la sensazione è che la corsa a EURO 2024 si deciderà in volata nelle ultime due gare di novembre.
Karen Russell vince il premio letterario Lattes GrinzaneMilano, 14 ott. (askanews) – Con il suo romanzo “I donatori di sonno” (Edizioni Sur, traduzione di Martina Testa), la statunitense Karen Russell è la vincitrice della XIII edizione del Premio Lattes Grinzane, il riconoscimento internazionale intitolato a Mario Lattes e promosso dalla Fondazione Bottari Lattes, che anche quest’anno ha visto concorrere insieme i migliori libri di narrativa italiana e straniera pubblicati nell’ultimo anno. La cerimonia di premiazione, condotta da Alessandro Mari, si è svolta sabato 14 ottobre 2023 al Teatro Sociale Busca di Alba (CN). A determinare la vittoria di Russell sono stati i voti di 400 studentesse e studenti di 25 giurie scolastiche delle scuole superiori in tutta Italia, più una di Parigi.
Si legge come motivazione della Giuria Tecnica del Premio, che aveva selezionato “I donatori di sonno” tra i finalisti: “La qualità di certe storie del terrore si può misurare con la quantità di sonno che sottrae, per l’eccitazione che non fa chiudere occhio. Poi si cede, altrimenti il corpo collassa. Come ne I” donatori di sonno”, dove Karen Russell trasforma l’insonnia stessa in un incubo di massa: la misteriosa epidemia che impedisce di dormire fiacca la mente e il corpo fino alla morte. È l’apocalisse, bianca. Ci sono alcuni donatori, che con il loro sonno idratano le menti dei malati, ma rischiano di infettarli con gli incubi. Il genere umano rischia l’estinzione. L’unica speranza sono i bambini, il sonno purissimo. A scoprirlo è la voce narrante del romanzo, che ha perso la sorella, tra le prime vittime della pandemia: la sua storia è una ferita pulsante, perché la usa per convince i più riluttanti a donare, come il padre di una bambina prodigiosa. Così la distopia diventa riflessione sul senso del dono, il sacrificio per la salvezza, il potere delle storie. E il romanzo, uscito negli Usa nel 2014, non si riduce a profezia del Covid, ma re-invenzione del mito di Morfeo-Hypnos. Con uno stile essenziale, tra guizzi psicologici e colpi d’ala dell’immaginazione, Russell ci ricorda che certi traumi non si superano, ma possono venire trasformati in storie che danno senso al dolore e alla paura di tutti. E la letteratura è far proprio, incubare, ciò che è stato sognato da altri”. Domani Karen Russell terrà una masterclass alla Scuola Holden di Torino, con la quale da quest’anno il Premio Lattes Grinzane ha avviato una nuova collaborazione preceduta da una lezione introduttiva a cura di Loredana Lipperini. Al centro, il tema della letteratura di genere secondo l’autrice, con un approfondimento sul suo metodo di lavoro. Informazioni sul sito scuolaholden.it Jonathan Safran Foer, pubblicato in Italia da Guanda, è il vincitore del Premio Speciale Lattes Grinzane, attribuito ogni anno a un’autrice o a un autore internazionale di fama riconosciuta a livello mondiale che nel corso del tempo abbia raccolto un condiviso apprezzamento di critica e di pubblico. Durante la cerimonia, secondo la tradizione, lo scrittore ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Cuori di macchina”, tradotta in italiano da Irene Abigail Piccinini, incentrata sul rapporto tra il valore del tempo e la società tecnologica in cui viviamo: “Cambierà tutto, è ciò di cui si vanta qualunque novità tecnologica di rilievo. Ma questo cambiamento ha una direzione, e come facciamo a sapere per certo che si tratti di una direzione positiva? È un progresso?”.
M.O.,Tajani: non ci sono allarmi particolari ma prevenire attentatiMonza, 14 ott. (askanews) – “Non ci sono allarmi particolari ma in questo momento dobbiamo garantire la sicurezza del Paese. Dobbiamo proteggere tutti i luoghi di culto e non, dove si incontrano i nostri concittadini di origine ebraica. Bisogna prevenire possibili attentati ed episodi come quello di Milano dove poco fa un uomo, per fortuna disarmato, è stato fermato mentre urlaba Allah akbar”. Lo ha detto il vice premier e ministor degli Esteri Antonio Tajani, parlando alla convention azzurra di Monza.
Election day Italia Viva, Renzi diventa presidente con voto on lineRoma, 14 ott. (askanews) – Election day sul web domani per Italia Viva, chiamata al voto on line sui social Iv per eleggere Matteo Renzi presidente nazionale al posto di Ettore Rosato, in una sorta di primo congresso nazionale virtuale che battezza l’elezione diretta del leader. In parallelo al nuovo presidente nazionale saranno eletti direttamente dagli iscritti a Italia Viva i primi presidenti regionali e provinciali del partito. I risultati del voto on line saranno comunicati lunedì.
“In merito al congresso di Italia Viva che si svolgerà domani, Matteo Renzi voterà online poiché si è preregistrato. Lunedì mattina comunicheremo sul sito i risultati di tutte le elezioni provinciali, regionali, nazionale”, ha informato con una nota Italia Viva.
Domani il congresso ‘virtuale’ di Italia Viva per Renzi presidenteRoma, 14 ott. (askanews) – Election day sul web domani per Italia Viva, chiamata al voto on line sui social Iv per eleggere Matteo Renzi presidente nazionale al posto di Ettore Rosato, in una sorta di primo congresso nazionale virtuale che battezza l’elezione diretta del leader. In parallelo al nuovo presidente nazionale saranno eletti direttamente dagli iscritti a Italia Viva i primi presidenti regionali e provinciali del partito. I risultati del voto on line saranno comunicati lunedì.
“In merito al congresso di Italia Viva che si svolgerà domani, Matteo Renzi voterà online poiché si è preregistrato. Lunedì mattina comunicheremo sul sito i risultati di tutte le elezioni provinciali, regionali, nazionale”, ha informato con una nota Italia Viva.
Pd,Schlein a Conte: no a polemiche sterili,pace non è parola divisivaRoma, 14 ott. (askanews) – “Capisco che in vista ci sono le elezioni europee ma da parte del Pd noi non perderemo un minuto in polemiche sterili”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein sulla critica del presidente M5s Giuseppe Conte ai dem, convinto che al Nazareno “non abbiano ancora tolto l’elmetto”
“A meno che non sia tradita nella sua stessa essenza -ha affermato più in generale Schlein, intervenuta al panel ‘le parole della politica, verso quale centrosinistra’ – io non credo che la parola pace possa essere divisiva” e “penso che una grande forza progressista non possa che avere una tensione naturale verso la fine di ogni guerra”.
Fmi,Giorgetti: preservare sostenibilità conti sostenendo vulnerabiliMarrakech, 14 ott. (askanews) – Conservare la sostenibilità dei conti pubblici senza aumentare le pressioni inflazionistiche e sostenendo i cittadini più vulnerabili. E’ uno dei messaggi contenuti nel discorso scritto consegnato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al Fmi, e appena pubblicato, nella riunione dell’International Monetary and Financial Committee (Imfc), l’organo più rappresentativo del Fondo Monetario Internazionale, svoltosi oggi a Marrakech in Marocco.
Nel discorso Giorgetti, che rappresenta anche i paesi della constiuency dell’Italia (Albania, Grecia, Malta, Portogallo e San Marino) rileva che “le politiche fiscali continueranno a essere agili: preservando la sostenibilità fiscale e senza aumentare le pressioni inflazionistiche continuare a fornire sostegno mirato ai più vulnerabili. Una strategia di ritiro graduale di queste misure è ora appropriata, ma dobbiamo riconoscere che non hanno contribuito a spirali inflazionistiche. In effetti, la crescita è un elemento chiave per contribuire a preservare la coesione sociale e, allo stesso tempo, la sostenibilità delle finanze pubbliche”. “I paesi nel nostro gruppo di rappresentanza – afferma ancora il ministro dell’Economia – sono destinati a crescere nel 2023, nonostante lo slancio del primo trimestre dell’anno si stia attenuando. L’inflazione sta diminuendo ma si prevede che resterà elevata più di quanto previsto sei mesi fa. I consumi privati continuano ad essere sostenuti dai livelli elevati dell’occupazione e dal risparmio accumulato, seppur in calo, da parte di famiglie e imprese”. E in questo frangente dunque “politiche di sostegno, ben mirate ai più vulnerabili, restano giustificate per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi e dei tassi di interesse sul costo della vita. I salari – specifica Giorgetti – stanno ora crescendo in termini reali in alcuni dei nostri paesi, ma non vediamo ancora grandi rischi di una spirale salari-prezzi nel medio termine mentre le aspettative di inflazione restano ben ancorate”.
Museo dell’Ottocento presenta “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito”Roma, 14 ott. (askanews) – Attraverso 140 opere, tra dipinti, sculture e disegni provenienti da importanti raccolte pubbliche e private, il Museo dell’Ottocento presenta l’esposizione ‘Antonio Mancini e Vincenzo Gemito’, che racconta la storia di due dei più importanti artisti italiani vissuti tra il XIX e il XX secolo: il pittore Antonio Mancini (Roma 1852-1930) e lo scultore Vincenzo Gemito (Napoli 1852-1929). Di fatto, due vere e proprie retrospettive che si incrociano, mettendo in evidenza tangenze e distanze tra le ricerche dei due artisti, tra i più apprezzati del loro tempo anche al di là dei confini nazionali. La mostra, a cura di Manuel Carrera, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi e Isabella Valente, intende inoltre indagare il rapporto dei due artisti con i colleghi e mecenati.
I capolavori sono stati concessi da collezioni private e istituzioni museali quali la Direzione regionale Musei Campania – Certosa e Museo di San Martino di Napoli, la Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro – Raccolta Lercaro di Bologna, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, la Galleria d’Arte Moderna di Milano, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo delle Raccolte Frugone di Genova. Fondamentale il contributo di Intesa Sanpaolo, con sedici opere provenienti dalle sedi delle Gallerie d’Italia di Napoli e Milano. Il Museo dell’Ottocento, inoltre, espone per intero il suo nucleo di diciassette opere di Mancini, capaci di restituire la vicenda di un artista che conquistò una fama internazionale. Nati nel 1852, Mancini e Gemito, entrambi di umili origini, si incontrarono tredicenni alla scuola serale di San Domenico Maggiore a Napoli. Sotto la guida degli scultori Stanislao Lista ed Emanuele Caggiano, poi del pittore Domenico Morelli, negli anni della formazione condivisero l’attitudine a una rappresentazione realistica della figura umana, accomunati dall’abilità nell’introspezione psicologica, ciascuno secondo le peculiarità del proprio linguaggio. Tra gli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento, Napoli era teatro di sperimentazioni pittoriche sul rapporto tra luce e colore e al centro di un dibattito che rivoluzionava la secolare supremazia del disegno propugnata dall’Accademia; la città era aperta al dialogo con artisti di tutta Europa e attenta alle novità che giungevano dalla Francia, dalla Spagna e dall’Inghilterra. A partire dalla metà degli anni Ottanta dell’Ottocento, dopo i soggiorni parigini e un lungo periodo di instabilità psichica che afflisse i due artisti, le strade di Mancini e Gemito si separarono prendendo direzioni diametralmente opposte. Mancini stabilitosi a Roma sperimenterà una pittura caratterizzata da una pennellata veloce, frammentata, con brillanti tocchi luministici, stile che attirerà da un lato l’attenzione del collezionismo straniero, dall’altro le critiche di coloro i quali ritenevano la sua figurazione eccentrica. Gemito negli anni della maturità si avvicinerà al rigore e all’eleganza dell’arte ellenistica e alla tradizione orafa. L’esposizione offre la visione delle fasi salienti del percorso di entrambi, con affondi tematici sulle rispettive poetiche.
Negli anni dell’apprendistato entrambi si esercitavano nella tecnica del disegno e nella rappresentazione del ‘vero’ con una nuova sensibilità, che si tradusse nella capacità di catturare le emozioni e gli stati d’animo. Dai maestri venivano indirizzati allo studio dei capolavori provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano custoditi nel Museo Nazionale di Napoli. Per la formazione di Mancini fu fondamentale la scoperta di Caravaggio e della pittura naturalistica del Seicento che si potevano ammirare nelle chiese partenopee. Il Malatiello (terracotta, 1870 ca., Certosa e Museo di San Martino, Napoli) rappresenta il primo approdo di Gemito al realismo, quale esito formale degli insegnamenti del maestro Stanislao Lista. Lo Scugnizzo (terracotta, 1872, Collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d’Italia – Napoli) è uno straordinario studio dal vero dal modellato morbido che riesce a trasmettere l’ingenuo stupore di un bambino colto di sorpresa. Gli fanno eco due tele di Antonio Mancini messe a confronto per la prima volta: Il Prevetariello, piccolo prete, (1870 ca., Certosa e Museo di San Martino, Napoli) e il Prevetariello in preghiera (1873 ca., Museo dell’Ottocento, Pescara) opera eseguita dopo un viaggio a Venezia. Come si può notare dal raffronto, la scoperta della pittura veneta funge da spartiacque nel percorso formativo del pittore che, dai contrasti drammatici di reminiscenza caravaggesca, passerà ad un colorismo acceso, caldo e sensuale. Mutamento stilistico di cui si cominciano a cogliere i riflessi anche nella grande tela Dopo il duello (1872, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino), nella quale il pittore rivela un’eccellente attenzione per il dettaglio e per la resa degli stati d’animo. Mancini nel maggio 1875 partì per Parigi dove rimase alcuni mesi durante i quali conobbe alcuni mercanti d’arte, come Adolphe Goupil e Alphonse Portier. Grazie alla frequentazione di Giuseppe De Nittis, che viveva nella città, egli incontrò Giovanni Boldini, gli impressionisti Edgar Degas e Édouard Manet, dal cui stile non fu particolarmente attratto. Tornerà nella Ville Lumière insieme a Gemito nel 1877. L’opera Saltimbanchi suonatori (1877, coll. priv., Courtesy METS Percorsi d’Arte), caratterizzata da colori vivaci e ricchezza di dettagli, nasce con l’intento di assecondare il mercato francese che ben presto si rivelerà troppo stretto per il talentuoso pittore. Da questa consapevolezza e dalla crisi esistenziale che ne derivò, si fece strada la genesi di Verità (1873-1878, Museo dell’Ottocento, Pescara), il suo dipinto più libero, un flusso di coscienza visivo che sembra anticipare, senza volerlo, gli aspetti della pittura surrealista. Gemito a Parigi frequentò l’atelier di Ernest Meissonier, pittore di grande fama, raffigurato in due sculture in bronzo (post 1879, Chines Collection, Roma e Galleria d’Arte Moderna, Milano); tra i due nacque un’amicizia profonda e duratura che andò avanti fino alla morte del francese. Nel percorso espositivo si ammira, inoltre, il Pescatore (Galleria d’Arte Moderna, Milano), replica del 1924-1925 della fusione in bronzo del 1875-1877 conservata presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
L’opera manifesto dello scultore, esposta al Salon del 1877 e all’Exposition Universelle del 1878, catalizzò l’attenzione critica sia per la posa irrituale e spontanea del ragazzo sia per il richiamo di citazioni classiche, come lo Spinario dei Musei Capitolini. A Parigi però le differenze caratteriali tra i due – Mancini mite e remissivo, Gemito volitivo e autoritario – non tardarono a manifestarsi. I contrasti sfociarono nel 1878 nella rottura della loro amicizia, funestata dalle difficoltà economiche e dalla malattia. Mancini, affetto da crisi nervose dal 1881 al 1882 fu internato al manicomio provinciale di Napoli. Nel 1883 si trasferì a Roma dove conquistò fama internazionale, inserendosi nel giro dei collezionisti e dei pittori stranieri. Si può rintracciare l’eco di tale notorietà nel Ritratto di Antonio Mancini, (1901 ca., Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma) eseguito dallo statunitense John Singer Sargent che lo definì “Il più grande pittore vivente”. Sono di questo periodo: Mi dipingerà così o Il buon modellino o Pastorello in Ciocie (1884 ca., Museo delle Raccolte Frugone, Genova) e Ciociara o Ragazza che espone un quadro (1885 ca., coll. priv.) dove Mancini inserisce un quadro nel quadro; la pennellata si fa più ampia, rapida e si arricchisce di colori accesi nel ricordo di Rembrandt. Vincenzo Gemito, tornato a Napoli, afflitto da un esaurimento psichico, si segregò nella sua abitazione per circa un ventennio nel corso del quale pose in essere una riflessione sull’arte ellenistica, come testimoniano alcuni bronzetti e la Maschera dell’imperatore Alessandro, (cera, 1920 ca., Galleria d’Arte Moderna, Milano).
In mostra si ammirano anche i disegni di Gemito, come Fanciulla napoletana o La Zingara, (1885, Collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d’Italia – Napoli) ed esempi significativi della serie di Autoritratti. Egli, soprattutto nella fase della maturità, concepì questa tecnica come un’espressione indipendente che procede in parallelo a quella plastica. La mostra ha il patrocinio del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, del Comune di Pescara, del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Si ringrazia Intesa Sanpaolo / Gallerie d’Italia per la collaborazione. La mostra ha ricevuto altresì la preziosa collaborazione dell’Associazione METS Percorsi d’Arte per il reperimento di numerose opere. Il catalogo pubblicato in occasione della mostra, edito da Silvana Editoriale, approfondisce gli aspetti nodali delle ricerche di Mancini e Gemito attraverso contributi inediti dei curatori e di altri studiosi, con il supporto di un ricco apparato documentario e centinaia di illustrazioni, ponendosi così come contributo fondamentale per le future ricerche sui due artisti.
Al via la 67esima Biennale Musica, esplorazione dell’elettronicaMilano, 14 ott. (askanews) – Al via Micro-Music, il 67esimo Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia che inaugura lunedì 16 ottobre e accompagnerà l’autunno veneziano fino a fine mese. Terzo capitolo della direzione artistica di Lucia Ronchetti, il Festival propone un’esplorazione del suono elettronico, dalle prime sperimentazioni avanguardistiche alle sue espressioni contemporanee indissolubilmente legate agli sviluppi della tecnologia digitale.
Ad aprire il festival due figure profetiche dell’avanguardia americana: Morton Subotnick, a 90 anni ancora in piena attività, che presenterà al Teatro alle Tese dell’Arsenale (ore 20.00) As I Live and Breathe e a seguire Maryanne Amacher, scomparsa nel 2009, di cui viene ricostruito Glia grazie al lavoro di Bill Dietz con gli ensemble Contrechamps e Zwischentöne. Fra i massimi pionieri di un nuovo mondo sonoro fatto di suoni sintetici che spazzano via note e partiture, Subotnick e Amacher sono protagonisti del fermento culturale degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, incrociando nelle loro opere multimediali collaborazioni con altri musicisti ma anche con artisti di altre discipline, divenendo figure seminali capaci di influenzare ancora la musica oggi.
Dopo studi rigorosamente accademici e le prime prove compositive che lo porteranno anche alla Biennale Musica nel ’63, Morton Subotnick intuisce presto che il futuro di tanta musica sarebbe stata nella creazione di nuovi strumenti “che non chiedano di usare le dita, di fare le scale, ma che si muovano in base al gesto”, in una totale identificazione fra gesto e suono. Scardinando la gerarchia su cui si basava la musica occidentale – compositore/interprete/pubblico – Subotnick immagina un’arte nata interamente in studio. E’ così che entra nella storia con Silver Apples of the Moon del ’67, non solo il primo pezzo commissionato per computer (dalla Nonesuch Records), ma anche per il successo impensato che ebbe, fino a entrare nei 300 titoli scelti nell’intera storia dei lavori registrati della Library of Congress. Alla Biennale Subotnick sarà sul palco del Teatro alle Tese con As I Live and Breathe un lavoro interattivo impregnato dalle fantasmagoriche animazioni astratte di Lillevan, artista visivo e Vj, co-fondatore nel ’97, in occasione di Documenta X di Kassel, dei Rechenzentrum. Definito da Subotnik “una metafora della mia vita nella musica”, As I Live and Breathe fa del respiro uno strumento. Si apre con una singola inspirazione del maestro, presente sul palco, e via via la musica e l’immagine si sviluppano in lunghe frasi, dapprima semplici per trasformarsi gradualmente. “Le frasi diventano più complesse e animate – spiega il compositore – man mano che il mio respiro diventa l’innesco di nuovi suoni, ritmi e toni elettronici, con e senza il mio respiro. Il suono del mio respiro originale ritorna alla fine e, come una farfalla che emerge dal suo bozzolo, si trasforma in ritmi e melodie che si concludono con un unico, silenzioso respiro espirato”.
Lungo un rigoroso percorso di ricerca, Maryanne Amacher sviluppa le sue opere soprattutto attorno a tre ampi cicli di installazioni site specific multimediali: a partire dal ’67 la serie City Links, cui segue Music for Sound-Joined Rooms nei primi anni ’80 e infine Mini Sound Series dall’85. Ma sarà soprattutto dalle sperimentazioni sul fenomeno psicoacustico del terzo orecchio, sui suoni generati all’interno dell’orecchio umano scientificamente definiti “emissioni otoacustiche” che nasceranno i suoi lavori più memorabili. Come Glia, composto da Maryanne Amacher nel 2005 ed eseguito una sola volta con lei in vita, un’esperienza immersiva di 75 minuti, ricostruita per la Biennale Musica dagli ensemble Contrechamps e Zwischentöne sotto la guida di Bill Dietz, a lungo collaboratore della compositrice. Dal carattere fortemente esperienziale, e per questo eccezionalmente riproducibile se non attraverso la memoria di chi ne ha preso parte, la musica della Amacher mette in gioco i nostri suoni interiori, generati dal nostro stesso orecchio in risposta ad altri suoni, rendendo udibile “la musica dell’ascoltatore”. Ispirato alla scoperta del ruolo attivo delle cellule gliali nella trasmissione delle informazioni, Glia trasforma il Teatro alle Tese in un ambiente in cui i movimenti, le reazioni fisiche e psicologiche al suono degli spettatori incidono sul pezzo stesso perché ogni partecipante è esso stesso fonte sonora. I musicisti/performer con i loro strumenti sono raccolti attorno a una struttura piramidale al centro dello spazio, circondati da altoparlanti mentre gli ascoltatori si muovono intorno, costituendo, nell’ottica della Amacher, una sorta di interfaccia. “In Glia è come se le nostre orecchie fossero dei sintetizzatori particolari o degli amplificatori, mentre connettono elementi acustici ed elettronici. Il suono acquista una vita propria ma allo stesso tempo lo riconosciamo come fenomeno relazionale, un’interazione tra ascoltatori, ambiente e altri suoni” (Johanna Hardt).
Il primo giorno vede, inoltre, l’inaugurazione di quattro installazioni, commissionate dalla Biennale e pensate per spazi specifici della città di Venezia. Si inaugurano nella mattinata del 16 ottobre (ore 11.30) e restano fruibili lungo tutto l’arco del festival al Parco Albanese di Mestre l’installazione audiovisiva 1195 di Tania Cortés Becerra, ispirata alle architetture della Basilica di San Marco e Sounds of Venice Number Two di Andrea Liberovici e Paolo Zavagna, una passeggiata acustica che trasporta Venezia a Mestre. Al Padiglione 30 di Forte Marghera, sempre dal 16 al 29 ottobre, debutta Love Numbers, installazione plurifonica di Anthea Caddy e Marcin Pietruszewski con quattro altoparlanti parabolici capaci di proiettare raggi sonori fino a tre km di distanza e con un diametro di 50 cm. Nel pomeriggio, infine, alle ore 18.00 Louis Braddock Clarke, selezionato per Biennale College Musica, inaugura in Sala d’Armi E, Weather Gardens, un’esperienza di ascolto intima che esplora “ecologie sonore modellate dagli esseri umani nell’era dell’Antropocene”.
M.O.,Piantedosi: la politica non alimenti inutili divisioniFirenze, 14 ott. (askanews) – Rispetto alla situazione in Medio Oriente, “l’appello che io faccio è la discussione pubblica, anche politica, sia sempre convergente rispetto alla drammaticità di quello che ci aspetta e che quindi non si alimentino inutili divisioni rispetto all’obiettivo di mantenere la sicurezza nel nostro Paese”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine della Festa del foglio a Firenze.
Il Governo, ha aggiunto Piantedosi, è concentrato sulla necessità di “un monitoraggio costante di quanto accade in Medio Oriente e dei possibili riflessi sul nostro territorio nazionale. Per quanto riguarda i flussi migratori, abbiamo già dato in passato la dimostrazione di intercettare presenze che dovessero destare qualche preoccupazione”.