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Al Senato passa la linea dura sui migranti, il dl Cutro blindato alla Camera

Al Senato passa la linea dura sui migranti, il dl Cutro blindato alla CameraRoma, 20 apr. (askanews) – Governo e maggioranza avanti sulla linea dura nei confronti dei migranti irregolari con il via libera al dl Cutro da parte del Senato: 92 i voti a favore e 64 i contrari. Il centrodestra si è mostrato compatto nel muro contro muro con le opposizioni, con momenti di forte tensione in aula, ma non tutto è filato liscio per il governo Meloni su un tema-bandiera su cui la ‘concorrenza’ è forte tra Fdi e Lega, in un equilibrismo complicato quando si tratta di materie che investono anche i diritti umani come sulla protezione speciale.

Trovare l’accordo che potesse soddisfare le istanze dei diversi partiti della maggioranza, non è stato facile. Dall’avvio dell’iter del decreto a Palazzo Madama oltre un mese fa e fino all’ultimo minuto, il partito di Matteo Salvini, ha tenuto sul tavolo le proposte per reintrodurre di fatto i decreti sicurezza del Conte 1, peraltro spuntandola su diverse di queste (seppur alcune depurate dalle versioni più aspre). Neanche l’aver presentato in aula una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutto il centrodestra ha messo al riparo da ‘incidenti’ e ‘correzioni di rotta’ come quelle che hanno interessato la protezione speciale, quando è stato riformulato in corsa il testo per sopprimere la parte che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Una riga in meno per ‘salvare’ quei limiti invalicabili su cui in passato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva avuto modo di esprimersi. Già nel passaggio dalla commissione (che non è riuscita a concludere i suoi lavori come era successo sul dl Ong) all’aula l’emendamento Fi-Fdi-Lega aveva dovuto imbarcare la ‘salvaguardia’ sui procedimenti d’asilo pendenti.

Mentre sulla protezione speciale la Premier Giorgia Meloni ha preferito che la firma fosse apposta dalla sua maggioranza, Palazzo Chigi ha invece presentato propri emendamenti sul potenziamento di hotspot e centri di prima accoglienza con l’estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio, siti provvisori individuati dai prefetti, misure per Lampedusa (la gestione dell’hotspot alla Croce Rossa, traghetti per spostare i migranti, una postazione del 118), l’ampliamento della procedura accelerata di frontiera, il restringimento della platea dei richiedenti asilo nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali che ha fatto infuriare Governatori e sindaci del centrosinistra. La Lega l’ha spuntata su diverse modifiche, a cominciare dal giro di vite sulla protezione speciale entrato nel decreto con l’obiettivo di ridurre al lumicino questa possibilità alternativa allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria e su cui gli alleati di governo si sono mostrati altrettanto risoluti nella sostanza, l’incremento dei giorni di trattenimento nei Cpr (anche se un po meno rispetto a quanto inizialmente ipotizzato), lo stop nei centri di accoglienza dell’assistenza psicologica, dei corsi di lingua italiana e dei servizi di orientamento legale e al territorio per i migranti.

Il muro contro muro tra maggioranza e opposizioni è stato netto. “Con l’approvazione del dl migranti si ritorna ai decreti sicurezza di Salvini con una stretta sulla protezione speciale che sarà concessa solo per casi eccezionali” e non sarà “più una sanatoria come voleva la sinistra” oltre a misure “per fermare il business dell’immigrazione clandestina e come Lega abbiamo mantenuto la promessa”, dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. “Il centrodestra ha approvato il decreto “in maniera compatta” per “fronteggiare quella che ormai è sotto gli occhi di tutti un’emergenza”, puntualizza il presidente dei senatori Fdi Lucio Malan. La minoranza ha evidenziato le divisioni interne al centrodestra come sulla protezione speciale, ha messo in atto l’ostruzionismo in commissione e attaccato le nuove norme definendole “incostituzionali”. “Un passo indietro clamoroso sull’accoglienza diffusa che è l’unica, come hanno sottolineato i nostri sindaci, che garantisce inclusione”, osserva la segretaria del Pd Elly Schlein. “C’è un approccio tutto ideologico che non dà riposte alle tragedie come quelle di Cutro e non fornisce nessuna strategia di governo per affrontare un fenomeno strutturale. Un decreto irresponsabile e disumano” che non farà altro che “creare più irregolari”, afferma il capogruppo dei senatori Dem Francesco Boccia.

“Il governo Meloni, dopo aver accantonato il facile slogan del blocco navale, passa alla distruzione del nostro sistema di accoglienza e dei suoi pilastri, diritto asilo, protezione umanitaria e protezione speciale, e agli accordi con i paesi di partenza. Peccato che i paesi da cui partono le barche sono paesi nei quali il rispetto dei diritti umani è negato. La Libia insegna”, evidenzia il presidente del gruppo Misto Peppe de Cristofaro (Avs). Il decreto passa ora all’esame della Camera dove deve essere convertito in legge entro il 9 maggio. Il testo arriva blindato e il governo sarebbe già intenzionato a porre, nel secondo passaggio parlamentare, la fiducia. “Siamo pronti ad avviare un esame celere per portarlo a conversione entro i tempi previsti”, annuncia Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente in commissione Affari costituzionali della Camera.

Al Senato passa la linea dura sui migranti,dl Cutro blindato alla Camera

Al Senato passa la linea dura sui migranti,dl Cutro blindato alla CameraRoma, 20 apr. (askanews) – Governo e maggioranza avanti sulla linea dura nei confronti dei migranti irregolari con il via libera al dl Cutro da parte del Senato: 92 i voti a favore e 64 i contrari. Il centrodestra si è mostrato compatto nel muro contro muro con le opposizioni, con momenti di forte tensione in aula, ma non tutto è filato liscio per il governo Meloni su un tema-bandiera su cui la ‘concorrenza’ è forte tra Fdi e Lega, in un equilibrismo complicato quando si tratta di materie che investono anche i diritti umani come sulla protezione speciale.

Trovare l’accordo che potesse soddisfare le istanze dei diversi partiti della maggioranza, non è stato facile. Dall’avvio dell’iter del decreto a Palazzo Madama oltre un mese fa e fino all’ultimo minuto, il partito di Matteo Salvini, ha tenuto sul tavolo le proposte per reintrodurre di fatto i decreti sicurezza del Conte 1, peraltro spuntandola su diverse di queste (seppur alcune depurate dalle versioni più aspre). Neanche l’aver presentato in aula una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutto il centrodestra ha messo al riparo da ‘incidenti’ e ‘correzioni di rotta’ come quelle che hanno interessato la protezione speciale, quando è stato riformulato in corsa il testo per sopprimere la parte che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Una riga in meno per ‘salvare’ quei limiti invalicabili su cui in passato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva avuto modo di esprimersi. Già nel passaggio dalla commissione (che non è riuscita a concludere i suoi lavori come era successo sul dl Ong) all’aula l’emendamento Fi-Fdi-Lega aveva dovuto imbarcare la ‘salvaguardia’ sui procedimenti d’asilo pendenti.

Mentre sulla protezione speciale la Premier Giorgia Meloni ha preferito che la firma fosse apposta dalla sua maggioranza, Palazzo Chigi ha invece presentato propri emendamenti sul potenziamento di hotspot e centri di prima accoglienza con l’estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio, siti provvisori individuati dai prefetti, misure per Lampedusa (la gestione dell’hotspot alla Croce Rossa, traghetti per spostare i migranti, una postazione del 118), l’ampliamento della procedura accelerata di frontiera, il restringimento della platea dei richiedenti asilo nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali che ha fatto infuriare Governatori e sindaci del centrosinistra. La Lega l’ha spuntata su diverse modifiche, a cominciare dal giro di vite sulla protezione speciale entrato nel decreto con l’obiettivo di ridurre al lumicino questa possibilità alternativa allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria e su cui gli alleati di governo si sono mostrati altrettanto risoluti nella sostanza, l’incremento dei giorni di trattenimento nei Cpr (anche se un po meno rispetto a quanto inizialmente ipotizzato), lo stop nei centri di accoglienza dell’assistenza psicologica, dei corsi di lingua italiana e dei servizi di orientamento legale e al territorio per i migranti. Il muro contro muro tra maggioranza e opposizioni è stato netto. “Con l’approvazione del dl migranti si ritorna ai decreti sicurezza di Salvini con una stretta sulla protezione speciale che sarà concessa solo per casi eccezionali” e non sarà “più una sanatoria come voleva la sinistra” oltre a misure “per fermare il business dell’immigrazione clandestina e come Lega abbiamo mantenuto la promessa”, dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. “Il centrodestra ha approvato il decreto “in maniera compatta” per “fronteggiare quella che ormai è sotto gli occhi di tutti un’emergenza”, puntualizza il presidente dei senatori Fdi Lucio Malan.

La minoranza ha evidenziato le divisioni interne al centrodestra come sulla protezione speciale, ha messo in atto l’ostruzionismo in commissione e attaccato le nuove norme definendole “incostituzionali”. “Un passo indietro clamoroso sull’accoglienza diffusa che è l’unica, come hanno sottolineato i nostri sindaci, che garantisce inclusione”, osserva la segretaria del Pd Elly Schlein. “C’è un approccio tutto ideologico che non dà riposte alle tragedie come quelle di Cutro e non fornisce nessuna strategia di governo per affrontare un fenomeno strutturale. Un decreto irresponsabile e disumano” che non farà altro che “creare più irregolari”, afferma il capogruppo dei senatori Dem Francesco Boccia. “Il governo Meloni, dopo aver accantonato il facile slogan del blocco navale, passa alla distruzione del nostro sistema di accoglienza e dei suoi pilastri, diritto asilo, protezione umanitaria e protezione speciale, e agli accordi con i paesi di partenza. Peccato che i paesi da cui partono le barche sono paesi nei quali il rispetto dei diritti umani è negato. La Libia insegna”, evidenzia il presidente del gruppo Misto Peppe de Cristofaro (Avs).

Il decreto passa ora all’esame della Camera dove deve essere convertito in legge entro il 9 maggio. Il testo arriva blindato e il governo sarebbe già intenzionato a porre, nel secondo passaggio parlamentare, la fiducia. “Siamo pronti ad avviare un esame celere per portarlo a conversione entro i tempi previsti”, annuncia Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente in commissione Affari costituzionali della Camera.

25 Aprile, duello al Senato su antifascismo e comunismo

25 Aprile, duello al Senato su antifascismo e comunismoRoma, 20 apr. (askanews) – Anche quest’anno il 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, promette di essere occasione di scontro politico. Un’anticipazione viene dalla discussione che impegna nella tarda mattinata l’aula del Senato e che si conclude con l’approvazione di due mozioni in parte contrapposte, la prima dell’opposizione, la seconda della maggioranza.

A prendere l’iniziativa, dopo le contestate dichiarazioni sull’attentato partigiano di via Rasella contro le truppe naziste, definite “una banda musicale di semi-pensionati” dal presidente del Senato Ignazio La Russa, erano state proprio le forze della minoranza parlamentare: Pd, M5S, Az-Iv, Autonomie e AVS. Il documento (passato con voto bipartisan, 133 sì un solo astenuto), prende le mosse dal discorso col quale la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta allo sterminio nazista, ha inaugurato la legislatura, chiedendosi per quale motivo il 25 aprile, festa della liberazione, il primo maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della Repubblica debbano essere vissute come “date divisive” e non con “autentico spirito repubblicano”. La mozione si conclude poi impegnando il Senato “ad adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa”. Scontro in aula sulla votazione assai meno condivisa della mozione della maggioranza di destra-centro che estende l’auspicio della “accuratezza storica” ad altre ricorrenze come il 17 marzo, il 4 novembre, il 27 gennaio, il 10 febbraio, il 18 aprile, il 9 novembre e si richiama alla risoluzione del Parlamento europeo “‘contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia, e segnatamente contro il nazismo, il fascismo, il comunismo”. Alla fine passa con 78 voti favorevoli provenienti dai gruppi di Fratelli d’Italia, Coraggio Italia, Forza Italia e Lega, 29 contrari (Pd e Alleanza Verdi Sinistra) e 26 astenuti, del M5S, di Azione-Italia viva più uno del gruppo Autonomie (dallo stesso gruppo un voto è andato a favore del documento).Dai banchi della destra partono un coro “vergogna, vergogna” all’indirizzo dei banchi delle opposizioni.

Teso anche il clima nel corso del dibattito in aula. Walter Verini del Pd, presentando la mozione in apertura di dibattito, prova a comunicare una posizione comprensiva delle ragioni della maggioranza. “Non abbiamo imbarazzo alcuno – rivendica – a ribadire giudizi drasticamente inequivocabili su tragedie della storia del novecento. I lager sovietici, i massacri staliniani. Abbiamo ogni anno reso omaggio alle persone massacrate nelle foibe, ai profughi giuliano-dalmati. Ma nel nostro paese c’è stato un regime fascista. E i comunisti italiani si sono battuti per la libertà. Se oggi tutti noi siamo qui, è perché in Italia ci sono stati la resistenza antifascista e il 25 aprile”. Meno concilianti i toni di Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia, che prende la parola per presentare la mozione di maggioranza: “Credo che l’antifascismo sia stato oggetto di una appropriazione indebita e uno stravolgimento del suo significato originale. Doveva essere il valore unificate tra destra e sinistra, ma è diventato un elemento divisivo. Non perché i moderati di centrodestra sono meno antifascisti, ma perché non sono antifascisti come vorrebbe la sinistra: impegnata a distribuire patenti di libertà. E che nella sua storia ha condotto ad atti di efferata violenza in nome dell’antifascismo come il rogo di Primavalle. Ricordo, infine, la risoluzione del Parlamento Ue non votata dalla sinistra che aveva l’obiettivo di condannare ogni forma di totalitarismo novecentesco. Un comportamento indecente. E noi lezioni da chi difende le dittature non le accettiamo”.

Nel corso della discussione il senatore dem Francesco Verducci punta il dito su La Russa, ricordando le parole del presidente del Senato su via Rasella: “Ecco, signor Presidente, sta qui – aggiunge – la falsificazione, il negazionismo subdolo, l’oltraggio che noi non possiamo accettare. Non può esserci mai mistificazione mai! Non può esserci sulla Resistenza, non può esserci da parte di chi ha incarichi istituzionali, non può esserci da parte della seconda carica dello Stato”. Spiegando la sua adesione alla mozione della maggioranza, il senatore Antonio De Poli (Ci-Udc) lancia una sorta di diffida alle opposizioni: “Nessuno, men che meno la sinistra, può arrogarsi il diritto di appropriarsi della cultura antifascista; cultura e valori antifascisti che sono presenti dalla prima all’ultima pagina della nostra bellissima Costituzione”. Quasi una replica il successivo intervento di Peppe De Cristofaro di AVS, che dopo aver ricostruito il clima della Roma dell’attentato di via Rasella, con i rastrellamenti, i combattimenti, le fucilazioni da parte dei nazifascisti, conclude: “Furono solo i partigiani a riscattare l’onore e la dignità di tutto il Paese. Ed è solo con questa solida consapevolezza alle spalle che possiamo incamminarci sul percorso che ci ha indicato la senatrice Segre”. “Non posso negare – dice dal canto suo Paolo Zanettin di Forza Italia – di rimanere sorpreso dal fatto che Il Pd e le altre opposizioni invece non voteranno quella del centrodestra a prima firma Malan. Rimane il rammarico per una occasione perduta per avviarci a una pacificazione e ad una memoria condivisa, a cui entrambe le mozioni, almeno a parole anelavano”. Anna Bilotti,che svolge la sua dichiarazione di voto a nome del M5S, si richiama a un padre della patria: “‘Il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche, disse il presidente Pertini. È forse oggi anacronistico ricordarlo? Io non credo, non lo è e non può esserlo fino a quando non cesseranno i tentativi di svuotare di significato queste parole e le tentazioni di revisionismo”, afferma. Per la Lega parla Stefania Pucciarelli, annunciando il voto favorevole a entrambe le mozioni e invitando l’opposizione “a fare altrettanto, in un’ottica di reale conciliazione. Ma dalle dichiarazioni che ho ascoltato questa è ancora molto distante dall’essere attuata. Noi siamo, sì, antifascisti e lo rivendichiamo, ma siamo anche contro i regimi comunisti e in generale contro tutti i sistemi totalitari, nessuno escluso e questa è la nostra differenza”, conclude.

Scontro finale tra Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, e Lucio Malan che guida il gruppo di FdI. Per l’esponente democratico “se si applaude il discorso di Liliana Segre in Aula, come tutti abbiamo fatto, non si può dire che abbiamo fatto una valutazione diversa – lo dico col massimo rispetto per il collega Speranzon – sulle date che uniscono questo Paese”, a partire dal 25 aprile che, sottolinea Boccia, “è la Festa della Liberazione dal regime nazifascista, non è una ricorrenza comunista o estremista. Ci auguriamo che tutto il Parlamento della Repubblica italiana la sappia ricordare come il nostro Paese e la sua storia meritano”. Parole alle quali Malan replica dando molto spazio proprio al tema del comunismo: “Il 25 aprile – dice – è una data fondamentale per la nostra democrazia, perché se non fosse stato sconfitto il regime fascista, non sarebbero arrivati la Costituzione, la Repubblica, la democrazia e le libere elezioni. Se però il 18 aprile 1948 gli elettori italiani non avessero collocato l’Italia nel campo delle democrazie, che si riconoscono nei valori della democrazia, della libertà e dei diritti individuali, la libertà non ci sarebbe stata e ci sarebbe stato un altro tipo di dittatura. Questo per chi dice che il comunismo non ci interessa, perché non ha toccato l’Italia”. Il voto finale, fra applausi e cori polemici, spegne per oggi la contesa politica. Ma il 25 aprile è vicino e con queste premesse è facile immaginare che non mancheranno le occasioni di rinnovare le contrapposizioni fra i diversi schieramenti.

Sentenza Coni sulla Juve: nuova valutazione, tornano i 15 punti

Sentenza Coni sulla Juve: nuova valutazione, tornano i 15 puntiRoma, 20 apr. (askanews) – Tutto da rifare per la sentenza Juventus. Il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni restituisce i 15 punti al club bianconero che scala la classifica fino al terzo posto a due lunghezze dalla Lazio, in pienissima zona Champions. Sarà l’organo di secondo grado della giustizia calcistica, con una composizione diversa rispetto a quella che ha deciso la maxi penalizzazione, a rideterminare la sanzione sulla base delle osservazioni dell’ultimo grado di legittimità, riempiendo quella “carenza di motivazioni” in cui in sede di udienza aveva parlato anche il procuratore generale Ugo Taucer, soprattutto rispetto al famoso articolo 4, quello sulla mancata lealtà, il cuore della condanna.

In linea puramente teorica è possibile che la Corte confermi persino i 15 punti, ma si può dire che si andrà incontro a una riduzione.

Messner: una fondazione vuole ospitare l’orsa JJ4

Messner: una fondazione vuole ospitare l’orsa JJ4Roma, 20 apr. (askanews) – L’orsa JJ4? “Forse c’è qualcuno in Germania che è disposto a prenderla, come la fondazione Orso che so per certo è in contatto col governatore Fugatti. Cosa bisognerebbe fare? Se non si riesce a spostarla altrove, non bisogna metterla in gabbia e va soppressa solo ed esclusivamente se non si trovano altre soluzioni. Però non la si può lasciare in Trentino, in questo periodo ci sono troppi orsi, arrivano fino in Bavaria e diventano pericolosi. Mi dispiace moltissimo per quanto successo a quel ragazzo e sono vicino alla sua famiglia”. A parlare è l’alpinista Reinhold Messner, che a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, ha ragionato sulla possibilità che l’orsa JJ4, che avrebbe ucciso un runner in Trentino e che ora potrebbe essere soppressa. “Ho sentito dire che c’è stato un hotel che ha dato da mangiare più volte all’orsa JJ4, che trovando sempre dei viveri è tornata lì più volte”, ha rivelato Messner ai conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. I suoi cuccioli, che hanno due anni, sono in grado di cavarsela da soli? “Si, due anni sono sufficienti per esser autonomi. Ma in generale – ha proseguito Messner a Un Giorno da Pecora – il Trentino è troppo piccolo per i circa 100 orsi presenti su quel territorio. Nella mia vita ho incontrato più volte degli orsi, dalla Siberia al Tibet, ma non mi hanno mai aggredito, perché lì hanno spazi enormi, non hanno motivo di attaccare un uomo”. Insomma, gli orsi sono un problema per il Trentino. “L’orso non ha nessuna colpa, la natura c’è e va rispettata, almeno una cinquantina di questi esemplari però andrebbero trasferiti dal Trentino ad altri luoghi. E non dimentichiamoci – ha concluso l’alpinista a Rai Radio1 – che i lupi sono un problema ancora più grave: distruggono le nostre malghe, in una notte uccidono anche venti pecore”.

A Barcellona Musetti ai quarti, sarà derby con Sinner

A Barcellona Musetti ai quarti, sarà derby con SinnerRoma, 20 apr. (askanews) – Vittoria di carattere per Lorenzo Musetti negli ottavi del “Barcelona Open Banc Sabadell” (ATP 500 – montepremi 2.722.480 euro) che si sta disputando sulla terra rossa del Real Club de Tenis Barcelona-1899, il più antico circolo della capitale della Catalogna.

Il 21enne di Carrara, n.20 del ranking e nona testa di serie, reduce dai quarti sulla terra del Principato (dove ha battuto Djokovic prima di perdere da Sinner), dopo aver regolato in due set all’esordio – direttamente al secondo turno – l’australiano Kubler, n.66 ATP, ha battuto in rimonta 36 64 61, dopo oltre due ore di lotta, il britannico Cameron Norrie, n.13 del ranking e 7 del seeding. Ora sarà derby con Sinner che si è aggiudicato in due set entrambe le sfide precedenti con Musetti: negli ottavi sul veloce indoor di Anversa nel 2021 (quando poi l’altoatesino avrebbe vinto il suo quarto titolo stagionale, il quinto in carriera) e nei quarti sulla terra di Monte-Carlo la scorsa settimana quando Musetti, dopo aver eliminato Djokovic, ha raccolto solo quattro game.

Storie di donne e determinazione al 19esimo Biografilm a Bologna

Storie di donne e determinazione al 19esimo Biografilm a BolognaRoma, 20 apr. (askanews) – Si avvicina la 19a edizione di Biografilm che si svolgerà a Bologna dal 9 al 19 giugno, ed è stata svelata l’immagine ufficiale, tratta dal film Houria di Mounia Meddour, che verrà presentato al festival. La manifestazione celebrerà ancora le storie di vita, attraverso lo strumento del documentario e del cinema di finzione o ibrido, e fra queste racconterà anche storie di donne, le loro lotte e le loro gioie, come nei primi tre film che sono stati annunciati. Quest’anno anche con uno speciale Celebration of Lives Award a Cristina Cattaneo, oltre a quello che sarà consegnato a Roberta Torre.

I titoli svelati sono solo i primi di un percorso tematico. Houria, della regista algerina Mounia Meddour (che uscirà nelle sale italiane con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection), figura nella locandina e rappresenta un simbolo di coraggio, di lotta per i diritti e di ricerca incessante per l’affermazione della libertà. “Houria è una giovane donna, ma il suo nome potrebbe essere quello di tante altre donne che vivono la sua condizione. Houria ha una grande passione, la danza classica. Vive in Algeria ma potrebbe vivere ovunque. Vive un’esperienza traumatica, dalla quale esce con gravi menomazioni fisiche. La giovane, però, si rialza, nonostante le ferite, grazie anche ad altre donne, che hanno vissuto situazioni simili alla sua – ha spiegato il direttore generale di Biografilm Massimo Mezzetti – l’immagine del manifesto è simbolismo espressivo, filtrato attraverso il corpo e la danza, parla di resilienza dei sogni e delle forze della vita per tirarsi fuori dall’oscurità, parla di ancoraggio nel collettivo, parla il linguaggio delle donne, dei diritti e della libertà”. A Biografilm in anteprima italiana nel Concorso Internazionale, Sconosciuti puri di Valentina Cicogna e Mattia Colombo, che porta sullo schermo il coraggio della dottoressa Cristina Cattaneo. Ogni notte nella sala autoptica dove lavora, arrivano corpi senza nome, che la dottoressa definisce Sconosciuti Puri. Gli Sconosciuti Puri appartengono ai margini della società. Sono senzatetto, prostitute, adolescenti in fuga e negli ultimi anni anche molti migranti. In un mondo in cui tutti i diritti appartengono ai vivi, la dottoressa Cristina Cattaneo si impegna ogni giorno per garantire il diritto alla dignità a questi cadaveri privi di identità.

In occasione della presentazione sarà consegnato alla dottoressa Cristina Cattaneo il Celebration of Lives Award, per “per il suo essere testimone e custode della memoria individuale di chi ingiustamente ne viene privato, e per sottolineare l’importanza del suo straordinario e quotidiano impegno nel mantenere vivo il sentimento di umanità come primo e fondante elemento per riconoscersi appartenenti ad una stessa comunità”. Il film sarà presentato in anteprima mondiale a Visions du Réel il 21 aprile e in anteprima internazionale a Hot Docs il 30 Aprile. Al festival si conferma anche quest’anno la sezione Biografilm Art & Music. Tra i titoli in anteprima internazionale, Candy di Carin Goeijers che celebra la famosa sassofonista olandese Candy Dulfer in occasione del suo cinquantesimo compleanno. Figlia del musicista jazz Hans Dulfer, nella sua vita ha avuto l’opportunità di esibirsi con celebrità del calibro di Prince e dei Pink Floyd, Candy si reinventa su nuovi percorsi, facendo tesoro dell’esperienza maturata con i suoi genitori che hanno avuto un ruolo importante nella sua carriera, sia come collaboratori che come manager.

Pnrr, Schlein: il Pd vigilerà,non possiamo mancare appuntamento

Pnrr, Schlein: il Pd vigilerà,non possiamo mancare appuntamentoRoma, 20 apr. (askanews) – Il Pnrr “per noi una sfida cruciale, non riguarda il governo ma il sistema paese”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein aprendo i lavori della direzione del partito. Il piano “deve investire la responsabilità di tutto il paese. E non possiamo che essere preoccupati dai mesi di ritardo del governo, discussione tutta sulla governance mentre si tratta di spendere bene, nei tempi previsti, queste risorse”.

E’ necessario garantire “la partecipazione democratica dei sindacati, del terzo settore, auspicata dall’Ue e che loro hanno annullato in questo decreto”. Per questo “ho invitato il governo a non parlarne in termini burocratici ma delle grandi opportunità concrete che il Pnrr porta al nostro territorio. Non possiamo mancare questo appuntamento, vigileremo, continueremo ad essere di stimolo. Noi tifiamo per l’Italia”.

Mattarella avverte Ue: nazionalismo virus insidioso, illude e divide

Mattarella avverte Ue: nazionalismo virus insidioso, illude e divideBratislava, 20 apr. (askanews) – Il nazionalismo è un virus insidioso che illude e divide, perchè non dà risposte ai problemi globali e impedisce ai paesi di collaborare tra loro. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella prima di lasciare Bratislava e la Slovacchia ultima tappa del suo viaggio nell’est Europa, in due dei paesi di Visegrad, l’alleanza tra sovranisti che frenano sull’integrazione e la solidarietà, ha lanciato ancora un appello all’unità dell’Unione europea.

“L’esasperazione del nazionalismo è un virus insidioso che, con l’illusione della sovranità, in realtà azzera la capacità di dare risposte di governo dei problemi – ha ammonito il capo dello Stato al termine dell’incontro con la presidente slovacca Zuzana Caputova – che richiedono invece un concorde impegno solidale, di carattere sovranazionale”. In questi giorni tra Polonia e Slovacchia il Presidente della Repubblica ha intensificato la sua azione diplomatica in favore dell’Unione europea e dell’alleanza atlantica, cercando di rinnovare e rilanciare i già buoni rapporti con Varsavia e Bratislava. Ieri ha fatto un discorso supereuropeista nella storica università di Cracovia e oggi dopo il colloquio con la presidente slovacca ha sottolineato l’unità di intenti tra Italia e Slovacchia: “Quando parliamo di Ue e collaborazione internazionale parliamo del contrasto a un virus pericoloso che richia di contrapporre anzichè indurre a collaborare come è necessario – ha spiegato Mattarella -. Abbiamo di fronte una quantità di sfide: la pandemia, che non possiamo escludere si ripresenti in futuro, e ha colpito tutti; abbiamo la sfida ambientale, una sfida globale anch’essa; quella migratoria; la sfida di un mondo interconnesso e ristretto in cui l’economia supera i confini. Tutte queste sfide richiedono risposte di grande collaborazione sovranazionale, nessun paese da solo è in grado di rispondere”, ha detto il capo dello Stato.

Sia la Polonia che la Slovacchia si trovano in una fase elettorale importante, in autunno voteranno per rinnovare l’esecutivo e i partiti nazionalisti qui sono forti. La Presidente Caputova lo dice esplicitamente: “il nazionalismo crescente e l’estrema destra che avanza in alcuni Paesi sono elementi di cui bisogna discutere purtroppo”, ha detto denunciando un altro tema molto sentito qui in Slovacchia e nell’est in generale vista la vicinanza con la Russia: la disinformazione: “dobbiamo pensare a come rappresentare e comunicare meglio i valori democratici, facendo vedere al popolo i risultati della democrazia, perché i populisti diffondono la paura, propongono soluzioni radicali e irreali, chi lavora per la democrazia porta benefici”, ha spiegato. Su questo aspetto Mattarella chiede una maggiore incisività da parte di Ue e Nato: “La disinformazione colpisce tutti i paesi, è un’azione insidiosa alimentata dalla federazione russa che va contrastata con maggiore efficacia, richiede consapevolezza in Ue e nella Nato. E’ un pericolo insidioso che può incrinare non solo la pubblica opinione ma insinuare dubbi diffondendo false notizie a discapito della corretta informazione”, ha aggiunto il capo dello Stato.

Le due ancòre a cui aggrapparsi, in una stagione di nuovi conflitti e tensioni sono perciò Ue e Nato, che non devono essere messe in contrapposizione come potrebbe accadere nella delicata partita tra Ucraina e Russia. “L’Unione europea come la Nato è una comunità di valori che nasce sul principio della libertà delle persone e dei popoli, sulla garanzia dei diritti. Questo tiene insieme Ue e Nato, su questo siamo pienamente schierati e consapevoli”, ha scandito rifiutando di rispondere a temi al di fuori di quelli oggetto del viaggio: “Mi sono dato una regola: non rispondo a domande di politica interna quando sono all’estero”, ha risposto ai giornalisti italiani che gli chiedevano dell’attesa approvazione del Mes e dell’altolà giunto dalla Corte di giustizia Ue sulle concessioni balneari. “E’ in gioco il futuro di pace dell’Europa – ha ripetuto -. Se riuscisse l’aggressione russa in Ucraina, altre ne seguirebbero, mettendo a rischio l’indipendenza di altri paesi. Non possiamo consentirlo e l’Italia intende assicurare questo impegno”. Non a caso arrivando in Slovacchia ieri pomeriggio, nonostante una fitta agenda il Presidente della Repubblica, ha voluto visitare insieme alla presidente slovacca la base aerea di Malacky-Kuchyna, dove sono presenti 150 nostri militari nell’ambito di un contingente Nato, come ha ricordato Caputova: “i nostri Paesi forniscono aiuto militare” a Kiev, un sostegno che da parte dell’Italia sarà assicurato “finchè sarà necessario, finchè sarà richiesto e sotto ogni profilo: finanziario, militare, umanitario”, ha detto Mattarella che prima di lasciare la Slovacchia e rientrare a Roma ha avuto un colloquio con il primo ministro slovacco Eduard Heger, temi dell’incontro: disinformazione, guerra in Ucraina e dipendenza energetica. A margine della visita del capo dello Stato, infatti, Eni e SPP, il più grande fornitore di energia della Slovacchia, hanno firmato un memorandum per la cooperazione commerciale nei settori del gas e del gnl, volto a individuare iniziative che permettano alla Slovacchia di diversificare le forniture di gas.

Gal

Banca Ifis punta su aumento dividendo, acquisizioni e sociale

Banca Ifis punta su aumento dividendo, acquisizioni e socialeRoma, 20 apr. (askanews) – Ernesto Fürstenberg Fassio presenta “40, Next”, l’agenda della sua presidenza per Banca Ifis che celebra quest’anno i 40 anni di attività. Ernesto Furstenberg Fassio è stato nominato presidente di Banca Ifis a novembre 2022 al posto del padre Sebastien Egon Fustenberg nominato presidente onorario dall’assemblea svoltasi in data odierna.

Nel 2022 Banca Ifis ha raggiunto i migliori risultati finanziari della sua storia: l’utile netto si è attestato a 141,1 milioni di euro (+40%), superando l’obiettivo previsto dal Piano Industriale per il 2023. Come conseguenza è stato rivista al rialzo la guidance di utile per il 2023 da 137 a 150 milioni di euro. In crescita del 47% a 184 milioni il valore del brand dal 2019 ad oggi. “Abbiamo subito un impatto limitato dall’aumento dei tassi grazie al mix di raccolta. La liquidità ha un costo, ma intendiamo continuare a mantenerla alta”, ha detto Furstenberg.

Guardando avanti Banca Ifis punta ad aumentare il dividendo che passerà da “stabile a progressivo” con l’obiettivo di aumentare il pay out, preservando le esigenze di capitale della banca. Nel 2022, Banca Ifis ha erogato 1,4 euro per azione per un dividend yield pari al 9,86%. Focus anche sulla crescita per linee esterne con possibili acquisizioni nei settori tecnologico, Npl e fintech. Sotto la presidenza di Ernesto Furstenberg, Banca Ifis ha presentato il primo piano industriale triennale integrato con il piano di sostenibilità, rafforzato il management e il CdA, e lanciato il Social Impact Lab Kaleidos per promuovere l’agenda sociale: previsti 6 milioni di euro di investimenti in iniziative sociali entro il 2024, nel solo 2022 sono stati realizzati 25 progetti sociali.

“Vogliamo creare profitto ma con attenzione a territori, imprese e persone. Il sociale sarà un cantiere importante con un programma di investimenti a due cifre”. Diversi i campi di azione: diversità e inclusione con il progetto Your Future You della 21 Gallery e l’impegno per i giovani nella Stem Academy; cultura e territorio con il progetto Economia della bellezza; ricerca e prevenzione con il progetto con l’ospedale Bambin Gesù per la ricerca contro i tumori del sistema nervoso e con Villa Salus di Mestre per prevenire l’infarto del miocardio. Attenzione ai dipendenti con progetti di inclusione e benessere. L’aspetto sociale viene declinato anche nel sostenere le Pmi in una transizione sostenibile e nel recupero crediti con attenzione al debitore per favorire la “reinclusione” finanziaria. Focus anche sulla parità di genere con il 54% di donne nel top management. Con il Politecnico di Milano è stato messo a punto il progetto di Misurazione d’Impatto delle attività sociali di Banca Ifis. Lzp