Cisl: presentata proposta di legge sulla partecipazioneRoma, 20 apr. (askanews) – “La Partecipazione al Lavoro”: questo il nome della proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori nelle aziende depositata oggi dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, insieme ad una delegazione della Confederazione di Via Po presso la Cancelleria della Corte di Cassazione. Il testo, su cui la Cisl avvierà da maggio una grande campagna di raccolta firme su tutto il territorio nazionale, punta a dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione, promuovendo e incentivando la democrazia economica e la partecipazione gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori alle imprese. La proposta si articola in 22 articoli suddivisi in 9 titoli ed hanno l’ambizione di cambiare profondamente il modello economico. Una rivoluzione tutta “dal basso”, prima con una raccolta di firme su una proposta di legge di iniziativa popolare e poi attraverso la contrattazione. Per promuovere in Italia “La partecipazione e la democrazia economica”, come “diritto fondamentale dei lavoratori e dei cittadini, leva per uno sviluppo socialmente sostenibile”.
Dl Cutro, maggioranza compatta ma frenata su protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – La lunga giornata di votazioni sul dl Cutro in Senato è iniziata con il blitz della maggioranza che ha presentato un emendamento ‘canguro’, poi ritirato in seguito alle proteste dell’opposizione, che avrebbe fatto decadere le proposte di modifica della minoranza e strozzato il dibattito. Ed è finita con una marcia indietro sull’emendamento unitario del centrodestra sulla protezione speciale: il testo è stato infatti riformulato per cancellare un comma che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Tema delicato su cui c’è stato un braccio di ferro interno alla maggioranza finché ha prevalso la posizione di chi non voleva ignorare la sensibilità del Quirinale per il rispetto di limiti invalicabili come quelli legati alla Costituzione e al rispetto dei trattati.
Alla fine l’emendamento è stato approvato nella versione riformulata che ha comunque confermato il giro di vite sul rilascio della protezione speciale a chi non l’ha ottenuta ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Per il resto, la maggioranza ha proceduto compatta e finché non si è giunti al ‘nodo’ della protezione speciale riferita all’articolo 7, le votazioni sono andate avanti speditamente. Con una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutti i partiti che sostengono il governo Meloni. Alcuni approvati oggi, altri andranno al voto domani. L’esame infatti, dopo la bagarre esplosa sulla protezione speciale, si è concluso proprio all’articolo 7 e dopo il via libera all’emendamento del centrodestra. Domani si ripartirà alle ore 10 da lì, con un ritardo sulla tabella di marcia che prevedeva per quell’ora l’avvio delle dichiarazioni di voto finali sul provvedimento.
Dl Cutro, ok a testo maggioranza su protezione speciale riformulatoRoma, 19 apr. (askanews) – Via libera dell’aula del Senato all’emendamento della maggioranza sul giro di vite sulla protezione speciale ma con la riformulazione chiesta dalla stessa maggioranza. Una decisione su cui dopo una riflessione è arrvato il “parere conforme” del sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni.
L’emendamento sulla protezione speciale puntava anche a cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”, ossia gli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Il primo firmatario Maurizio Gasparri (Fi) ha chiesto di stralciare proprio il passaggio che avrebbe determinato lo stop alla valutazione legata a questi obblighi. Per il resto l’emendamento ha confermato la stretta sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Ridotta al lumicino la possibilità per chi ha ottenuto la protezione speciale di vedersela convertire in permessi di soggiorno per poter lavorare; stop anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche.
Il permesso di soggiorno poi verrà concesso non più per “grave” calamità ma per calamità “contingente ed eccezionale”, e si precisa che sarà rinnovabile (rispetto ai primi sei mesi) solo per ulteriori sei mesi e solo se permarranno le condizioni di “eccezionale” calamità. Si restringe inoltre la platea degli stranieri che non possono essere respinti o espulsi per motivi legati a gravi condizioni psicofisiche o patologiche. A fronte del giro di vite, nel testo è stata invece inserita una norma per concedere il permesso di soggiorno alla vittima straniera che venga costretta o indotta a contrarre un matrimonio.
La maggioranza vuole modificare l’emendamento sulla protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – Il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni, chiamato a esprimere i pareri sugli emendamenti all’articolo 7 del decreto Cutro, ha chiesto di accantonare l’emendamento sulla protezione speciale che la maggioranza ha chiesto di modificare. Nel testo dell’emendamento originario del centrodestra sulla protezione speciale, si chiedeva di cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6” per la valutazione sulla concessione . Questi obblighi sono “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Gasparri ha dunque chiesto di stralciare dall’emendamento sulla stretta della protezione speciale il passaggio che escludeva “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.
Dl Cutro, governo chiede di accantonare testo su protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, chiamato a esprimere i pareri sugli emendamenti all’articolo 7 del decreto Cutro, ha chiesto di accantonare l’emendamento sulla protezione speciale che la maggioranza ha chiesto di modificare.
Nel testo dell’emendamento originario del centrodestra sulla protezione speciale, si chiedeva di cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6” per la valutazione sulla concessione . Questi obblighi sono “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Gasparri ha dunque chiesto di stralciare dall’emendamento sulla stretta della protezione speciale il passaggio che escludeva “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.
Giubileo, Meloni in Vaticano incontra Segretario di Stato ParolinCittà del Vaticano, 19 apr. (askanews) – Questo pomeriggio si è svolto un Incontro bilaterale tra lo Stato italiano e la Santa Sede sul prossimo Giubileo del 2025 questo pomeriggio in Vaticano.
Insieme al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, riferisce una nota ufficiale della Santa Sede, erano presenti per la parte italiana il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministro degli Interni, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministro della Cultura, il Ministro della Salute, il Ministro del Turismo, il Ministro per la Protezione Civile e per le Politiche del Mare, il Presidente della Regione Lazio, e il Sindaco di Roma e Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo. Con loro l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Per la Santa Sede erano presenti il Segretario di Stato, Sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin, Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione – con il Sotto Segretario del Dicastero – il Sostituto della Segreteria di Stato, il Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, l’Assessore per gli Affari Generali, insieme al Vice Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con il Direttore delle Infrastrutture e Servizi e il Vice-Direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile. “Nel corso dell’incontro, durato circa un’ora e mezza, le parti – riferisce la nota vaticana – hanno espresso gratitudine per la collaborazione tra l’Italia e la Santa Sede e attesa per un evento che potrà dare un contributo spirituale e culturale alla città di Roma e al Paese. Nel concludere l’incontro si è evidenziata la necessità di ulteriori momenti di scambio per seguire l’andamento dei lavori, volti a favorire un’adeguata accoglienza a quanti, pellegrini e fedeli, raggiungeranno la città in occasione dell’Anno giubilare”.
Dl Pnrr, da Camera sì a fiducia con 196 voti a favoreRoma, 19 apr. (askanews) – Con 196 voti a favore, 147 voti contrari e 5 astensioni (dalle minoranze linguistiche) la Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sul decreto sull’attuazione del Pnrr, nel testo già licenziato dal Senato. Il voto finale sul decreto è previsto per domani, dopo l’esame degli ordini del giorno.
Il decreto semplifica le procedure per la messa a terra dei progetti e modifica la governance del Pnrr, prevedendo l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio, nel Dipartimento guidato dal Ministro Raffaele Fitto, della Struttura di missione del Piano, che ha il compito di coordinare le attività di realizzazione dei progetti e diventa il punto di contatto nazionale per l’attuazione del Piano e i rapporti con le istituzioni di Bruxelles. Viene poi soppressa l’Agenzia per la coesione territoriale e le sue competenza transitano anch’esse al Dipartimento diretto da Fitto, dove viene costituito uno speciale nucleo. L’obiettivo, ha spiegato il ministro negli interventi in Parlamento, è quello di mettere a sistema ed efficientare l’utilizzo delle risorse del Pnrr con quelle delle politiche di coesione. Sul testo del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, il Senato in prima lettura ha apportato diverse modifiche, tra cui: misure volte alla riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, un contributo di 40 milioni di euro ai gestori di Spid, stabilizzazione del personale che opera su progetti europei, la possibilità di affidare a pensionati incarichi di vertice negli enti delle pubbliche amministrazioni, un piano per il posizionamento di defibrillatori in vista del Giubileo del 2025, la proroga al 31 dicembre 2023 per l’attuazione della legge Cartabia sull’ordinamento giudiziario.
La Camera ha confermato il testo del Senato senza ulteriori modifiche, quindi con il voto di domani il decreto sarà convertito in legge.
Balneari, domani l’importante sentenza della Corte di Giustizia UeStrasburgo, 19 apr. (askanews) – La Corte europea di Giustizia si pronuncerà domani a Lusssemburgo su un rinvio pregiudiziale del Tar della Puglia collegato con la parallela controversia tra la Commissione Ue e l’Italia sulle concessioni balneari.
La sentenza che verrà emessa domani riguarda la causa C-348/22, una vertenza in cui sono coinvolte l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il Commune de Ginosa, in provincia di Taranto. Il rinvio pregiudiziale concerne l’intepretazione della normativa nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni balneari, e in particolare la validità, il carattere vincolante e l’effetto diretto della normativa Ue relativa ai servizi nel mercato interno (Direttiva 2006/123/Ce, meglio nota come “Direttiva Bolkestein”). Secondo il diritto Ue, per concedere concessioni di occupazione del demanio pubblico marittimo, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione, con messa a gara tra i potenziali candidati, quando il numero di autorizzazioni disponibili è limitato a causa della scarsità delle risorse naturali. Inoltre, la concessione deve essere di durata limitata e non soggetta alla procedura di rinnovo automatico.
Sebbene la direttiva Bolkestein sia stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano, una legge nazionale del 2018 ha indicato che le concessioni in corso saranno prorogate fino al 31 dicembre 2033, per disporre del tempo necessario alla realizzazione di tutte le operazioni indispensabili alla riforma del regime di concessione. Il comune di Ginosa, applicando la legge nazionale, ha deciso il 24 dicembre 2020 di prorogare automaticamente sul proprio territorio le concessioni di occupazione del demanio pubblico marittimo. Ma a questo punto la decisione è stata oggetto di una contestazione da parte dell’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato (Agcom), che l’ha ritenuta contraria ai principi Ue della concorrenza e della libertà di stabilimento. L’Agcom ha perciò notificato al comune di Ginosa un parere motivato, ricordandogli l’esigenza di una procedura preliminare di appalto pubblico e rilevando che le disposizioni nazionali che prorogano automaticamente le concessioni devono restare inapplicate.
Poiché il comune di Ginosa non si è conformato a questo parere motivato, l’Agcom ha presentato al Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Puglia un ricorso diretto all’annullamento della decisione sulla proroga delle concessioni. A sua volta, il Tar Puglia, pur ritenendo le disposizioni nazionali incompatibili con la direttiva Bolkestein, ha notificato i suo dubbi sul carattere di autoesecutività della direttiva stessa, con l’effetto di disapplicare norme nazionali contrarie.
Il Tar della Puglia pone pertanto alla Corte europea di Giustizia diverse questioni pregiudiziali, volte a verificare il campo di applicazione della direttiva, la sua validità, la sua natura e gli effetti della sua applicazione. Va ricordato che nella giurisprudenza della Corte Ue ci sono già diversi precedenti di sentenze secondo cui l’applicazione del diritto comunitario prevale su eventuali norme nazionali contrarie. La Commissione europea si attende domani un verdetto dei giudici di Lussemburgo favorevole alle sue posizioni nella controversia con l’Italia sulle concessioni balneari, che le consentirebbe di aumentare ancora di più la pressione sul governo di Roma per mettersi in regola, applicando finalmente la sentenza della Corte di Giustizia del 2016 che ha confermato la necessità di mettere a gara periodicamente le concessioni e di non prorogarle automaticamente. In mancanza di una risposta adeguata da parte del governo, l’Esecutivo comunitario, che ha già aperto da tempo una procedura d’infrazione contro l’Italia per mancata esecuzione della sentenza del 2016, potrebbe decidere nelle prossime settimane un nuovo ricorso alla Corte Ue, con la richiesta di comminare sanzioni pecuniarie giornaliere al Paese per ogni giorno di permanenza nella situazione di inadempienza.
Ecco cosa sta vagliando la Bce per il prossimo aumento dei tassiRoma, 19 apr. (askanews) – Si conferma il netto calmieramento dell’inflazione nell’area euro – a marzo la crescita dei prezzi al consumo su base annua si è attenuata al 6,9%, a fronte dell’8,5% che aveva segnato a febbraio – ma questo non ferma la Bce nella sua manovra di rialzo dei tassi di interesse.
Oggi a tornare alla carica è stato il capo economista dell’istituzione monetaria, l’irlandese Philip Lane che dal vertice degli industriali di Dublino ha rilanciato un messaggio che aveva già inviato ieri: se lo scenario previsionale di base, elaborato a marzo, restasse valido, e ad oggi i dati puntano in questa direzione: “sarà appropriato alzare ulteriormente i tassi di interesse”, ha affermato. “Dalla scorsa estate è stato necessario alzare i tassi di interesse di 350 punti base – ha ricordato durante un convegno a Dublino – per assicurare che l’inflazione torni in maniera tempestiva al nostro obiettivo del 2%”.
Il nuovo rialzo, ha ribadito, verrà deciso dal Consiglio direttivo il 4 maggio in base all’evolversi di una serie di dati. E il primo elemento sotto osservazione è quello della dinamica dell’inflazione di fondo, cioè dell’indice dei prezzi al consumo depurato da energia, alimentari e altre voci volatili. Su questo aspetto i dati definitivi di marzo, pubblicati oggi da Eurostat, non sembrano indicare quel cambio di rotta che la Bce vorrebbe vedere: a differenza dell’indice generale, l’inflazione di fondo ha continuato ad accelerare, seppure marginalmente con un 5,7% annuo, a fronte del 5,6% di febbraio.
Invece si è accentuato il drastico calmieramento dei prezzi dell’energia, al punto da far segnare variazioni negative a questa voce sia su base annua, per lo 0,9% (a fronte del più 13,7% di febbraio) sia rispetto al mese precedente: tra febbraio e marzo i prezzi dell’energia sono calati del 2,2%. Gli alimentari non lavorati hanno registrato un più 14,7% annuo, dal più 13,9% di un mese prima, e un rialzo mensile dell’1,9%. L’ente di statistica comunitario pubblicherà la stima preliminare sull’inflazione dell’eurozona di aprile il 2 maggio, mentre il giorno successivo, alla vigilia del Consiglio Bce, fornirà i dati aggiornati su mercato del lavoro e disoccupazione.
Ma l’analisi della Bce non si fermerà qui. “La valutazione includerà una attenta analisi degli sviluppi sulle condizioni di finanziamento per le imprese. La Bank Lending Survey di aprile (che verrà pubblicata il 2 maggio-ndr) ci consentirà di monitorare la trasmissione dei nostri tassi chiave sui tassi bancari e sui tassi obbligazionari”, ha proseguito Lane. E aiuterà anche a capire quali siano state le ricadute in termini di credito delle crisi bancarie in Usa (Svb) e Svizzera (Credit Suisse). Perché quello che la Bce vuole ottenere, e questo il capo economista lo ha detto in modo molto esplicito, è impartire un freno alla domanda. “E un importante canale per frenare la domanda – secondo Lane – è quello di alzare i costi di finanziamento per le imprese”. Questo è un aspetto particolarmente controverso nell’eurozona riguardo alla manovra monetaria. Perché diversi osservatori sostengono che mentre negli Usa l’inflazione è stata provocata anche da eccessi di domanda, assieme al vigore della crescita delle retribuzioni, in un mercato del lavoro molto più tirato di quello dell’eurozona, per l’Unione valutaria l’alta inflazione è un fenomeno molto più dipendente da problemi sul lato dell’offerta. Problemi che si erano esacerbati con la guerra in Ucraina, le sanzioni contro le forniture di energia e altri beni chiave della Russia e ancor prima con le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali. Secondo questa tesi, punire la domanda interna non avrebbe quasi alcun effetto su questi ultimi elementi, e avrebbe unicamente come risultato di danneggiare ulteriormente l’economia. Va rilevato che un elemento su cui si percepisce un crescente nervosismo della Bce è il persistente elevato livello di redditività delle imprese, laddove su altri voci chiave, in particolare le retribuzioni nel settore privato, non si sono ravvisatati rafforzamenti analoghi. Forse anche questo spiega i i termini così espliciti usati da Lane sulla necessità di alzare i costi di finanziamento alle imprese. Lunedì scorso la presidente Christine Lagarde aveva sostenuto che la manovra di rialzo dei tassi “sta iniziando a funzionare” in riferimento al calmieramento dell’inflazione, pur riconoscendo che dipende anche dal forte calo dei prezzi dell’energia. Dalla scorsa estate ad oggi la Bce ha già alzato i tassi di 350 punti base, cioè 3,5 punti percentuali. Ieri Lane ha spiegato che ci sono fondamentalmente due opzioni sul tavolo: un rialzo più consistente, presumibilmente di nuovo da 50 punti base, oppure una mossa più contenuta che però potrebbe significare di proseguire più a lungo ma manovra di rialzo. Finora le “colombe”, coloro che genericamente nel Consiglio Bce vengono ritenuti più favorevoli a una linea di maggiore prudenza nella stretta monetaria, sono stati quasi sempre convinti a appoggiare maxi rialzi dei tassi sul presupposto che successivamente questo avrebbe consentito un approccio più morbido, che poi è sistematicamente sfumato nelle riunioni successive con nuove mosse aggressive.
Sinner agli ottavi a Barcellona, battuto SchwartzmanRoma, 19 apr. (askanews) – Esordio senza problemi per Jannik Sinner che al “Barcelona Open Banc Sabadell”, ATP 500 (montepremi 2.722.480 euro), ha sconfitto all’esordio l’argentino Diego Schwartzman, numero 48 al mondo, 62 64.
L’altoatesino, numero 8 del ranking Atp, semifinalista a Barcellona due anni fa, raggiunge così le 25 vittorie in stagione. Agli ottavi affronterà Yoshihito Nishioka, numero 35, che ha battuto David Goffin, numero 99, 61 75. “Penso di aver iniziato molto bene, soprattutto nei game di risposta – ha detto Sinner dopo la partita -. Ho cercato di rimanere aggressivo, ho commesso un paio di errori ma devo ricordare a me stesso che è solo il mio primo match qui. Sono rimasto campo e provato a fare il meglio nei momenti importanti. Ora l’obiettivo principale è recuperare per domani e tornare in campo con sensazioni migliori”.